CAPITOLO I: Rebeka
Tris
rimirava la sua immagine nello specchio della sua stanza. Sin da
piccola amava quell'oggetto, la ritraeva in tutta la sua figura e
prima di ogni Mietitura passava qualche minuto lì davanti
con
indosso il vestito da cerimonia. Era grigio e molto semplice, lungo
fino alle caviglie e con un unico fiocco dietro la schiena.
«Beatrice
scendi giù!» era sua madre, la stava aspettando.
Con
una quantità di forcine abominevole la donna
riuscì a raccogliere i
suoi capelli in uno chignon.
«È
ora di andare»
«Sì...».
Caleb
e Tris si incamminarono verso la piazza del Distretto. Al centro
c'era un grande albero, il palco era posizionato ai piedi di questo;
dopo la registrazione si separarono.
Come
inviata di Capitol City quest'anno c'era un donna di nome Daphne.
Indossava i classici vestiti osceni e pomposi così di moda
nella
capitale. Era completamente vestita di verde mela, un vestito di
tulle enorme e un copricapo cilindrico ornato di foglie di edera.
«Felici
ventinovesimi Hunger Games! E possa la buona sorte sempre essere a
vostro favore!»
Come
ogni anno partì il video del discorso del presidente. Ripugnante.
«Emozionante!»
gridò Daphne «E adesso passiamo all'estrazione dei
Tributi che
avranno l'onore di rappresentare il Distretto Sette durante
quest'edizione degli Hunger Games! Come sempre, prima le
signore...»
Si
avvicinò alla boccia di vetro. La tensione era palpabile, i
nervi di
tutti erano a fior di pelle.
«Il
tributo femmina del Distretto Sette è... -Il cuore di Tris
perse un
battito- Beatrice Prior!».
Ad
attendere la ragazza sul palco c'erano svariati Pacificatori tra cui
il ragazzo che l'aveva risparmiata nella foresta, la sua mascella
ebbe uno spasmo.
Tris
era sotto shock e camminava contro la sua volontà tra le due
file di
persone che si erano separate per crearle un varco. Sentiva tutto in
maniera ovattata, non carpì neanche il nome del tributo
maschio e
non ne memorizzò il volto quando si strinsero la mano. O
meglio,
quando lui le strinse la mano, lei era completamente persa, sgomenta.
Si guardava intorno basita; cercava tra la folla un volto familiare,
ma non riusciva a scorgere né suo fratello Caleb,
né i suoi
genitori.
Un
Pacificatore la prese per un braccio e la condusse nel palazzo di
Giustizia. Era il ragazzo della foresta.
Quattro tentava in tutti i modi di contenersi, ma doveva dirle addio. Doveva farlo. Lei non lo conosceva, o quanto meno non se ne ricordava, ma lui sì... L'aveva sempre guardata mentre andava a scuola e quando il pomeriggio andava alla drogheria per aiutare sua madre; l'aveva anche seguita spesso nella pineta facendo bene attenzione a non farsi vedere. Nella foresta, prima che lei si fermasse, non l'aveva riconosciuta, in quel caso l'idea di inseguirla non gli sarebbe passata nemmeno per l'anticamera del cervello. Per di più lei era stata amica di sua sorella Rebeka un tempo, anche se per molto poco...
Era
una fredda giornata d'inverno e Rebeka correva veloce come una
scheggia sulla neve, saltando le pozzanghere ghiacciate per non
scivolare. Dietro di lei correva un'altra ragazza: Tris.
Rebeka
scappava dalla drogheria; aveva appena trafugato un sacchetto di
spezie.
«Fermati!
Ti prego! Puoi tenerlo! Ti supplico fermati!» gridava Tris.
La
ragazza continuò la sua corsa sfrenata ancora per qualche
metro, poi
si fermò e si girò, mentre la bionda la
raggiungeva.
Erano
arrivate in una piazza, la piazza del pozzo. Quando furono l'una di
fronte all'altra Rebeka si accasciò per terra e
scoppiò in un
pianto disperato. I capelli le ricadevano sul viso che si teneva tra
le mani in preda ai singhiozzi, erano corvini come quelli del
fratello, ma i suoi occhi erano verdi.
«Hey,
va tutto bene... Puoi tenerlo sai? Non c'è bisogno che tu
pianga.
Come ti chiami?»
Rebeka
era più piccola di Tris, forse non di molto, ma avevano la
stessa
stazza.
Il
suo pianto però non si fermava, così Tris si tolse
la sciarpa e
gliela avvolse intorno alle spalle; lei indossava un insulso
maglioncino verde con dei pantaloni e tremava. Non rispose
«Vuoi
che ti riaccompagni a casa?» la ragazza le fece cenno di no
con la
testa, beh in effetti non l'avrebbe potuta accompagnare da nessuna
parte... Suo padre, Marcus Eaton, l'aveva abbandonata e ora era il
capo Pacificatore del Distretto Due e viveva lì con sua
moglie; sua
madre, Evangeline Kenòbi, era morta tempo prima. Lei si
procurava il
cibo rubacchiando qui e là, oppure grazie a quei pochi che
ogni tanto
la aiutavano con piccoli gesti di carità.
«Okay...
Emmm... Se vuoi puoi tornare con me al negozio, mia madre non si
arrabbierà non preoccuparti» La ragazza aveva
smesso di piangere e
annuiva timidamente, si alzò in piedi e fece per seguire
Tris.
«Io
s-sono Rebeka»
«Eccola
è lei! La ladra che ha trafugato il mio negozio la scorsa
notte!»
era un uomo che gridava additando Rebeka; dietro di lui c'erano tre
Pacificatori. Quando la ragazza li vide sgranò gli occhi e
iniziò a
correre.
«No!»
gridò Tris vedendo il Pacificatore caricare il colpo, ma era
troppo
tardi. Il suono sordo del proiettile rimbombò nell'aria
fredda.
Era
rimasta paralizzata, non avrebbe mai pensato di assistere ad un
omicidio così brutale. L'aveva freddata senza
pietà.
L'uomo
e i Pacificatori si erano dileguati e Tris corse verso Rebeka.
Una
macchia rosso scuro si stava espandendo lentamente sul suo
maglioncino all'altezza dello stomaco.
«No...
No... Rebeka... Io...» fece un respiro profondo e gli occhi
le si
riempirono di lacrime.
«Va
tutto bene... È
tutto a posto...
Rilassati... Riposati...»
Tris
si guardava intorno in cerca d'aiuto ma non c'era nessuno.
Rebeka
gemette
«Shhh...
Dormi...» Iniziò a cantare:
Là
in fondo al prato, all'ombra del pino
c'è
un letto d'erba, un soffice cuscino
il
capo tuo posa e chiudi gli occhi stanchi
quando
li riaprirai, il sole avrai davanti.
Qui
sei al sicuro, qui sei al calduccio,
qui
le margherite ti proteggon da ogni cruccio,
qui
sogna dolci sogni che il domani farà avverare
qui
è il luogo in cui ti voglio amare.
Là
in fondo al prato, nel folto celato
c'è
un manto di foglie di luna illuminato.
Scorda
le angustie, le pene abbandona.
Quando
verrà mattina, spariranno a una a una.
Qui
sei al sicuro, qui sei al calduccio,
qui
le margherite ti proteggono da ogni cruccio.
Qui
sogna dolci sogni che il domani farà avverare
qui
è il luogo in cui ti voglio amare.
La
ragazza le cantò tutta la canzone che sua madre sempre le
ripeteva
quando era bambina. Rebeka aveva chiuso gli occhi. Per sempre.
Tris
cominciò a piangere con la testa della ragazza sulle gambe.
Ora le
sembrava così piccola... Piangeva, anche se non la conosceva
affatto, piangeva come se fosse stata la sua migliore amica.
Tris
sentì scalpiccio di passi che venivano nella sua direzione.
Si girò
e vide un Pacificatore. La rabbia montò dentro di lei e
stava per
sbraitargli contro senza curarsi del fatto che probabilmente dopo
l'avrebbe ammazzata, ma il ragazzo non la degnò neanche di un misero
sguardo. Si accasciò accanto al corpo di Rebeka e
iniziò a
piangere. Singhiozzi sommessi
«Non
ce l'ho fatta... Non ce l'ho fatta... Perdonami... Non sono arrivato
in tempo».
Tris
si era alzata in piedi e il Pacificatore solo ora l'aveva guardata
«Va
via. Torna a casa, e in fretta»
Lei
riluttante lo ascoltò, e dopo aver dato un ultimo sguardo
alla
triste scena tornò al negozio.
«Va
lì e vinci» disse Quattro a Tris mentre la
scortava lungo i
corridoi del palazzo di Giustizia. Lei lo guardò con sguardo
interdetto
«C-cosa?
Tu dovresti essere dalla parte di Capitol City!» erano
arrivati
nella stanza dove tra poco Tris avrebbe avuto l'ultima
possibilità
di dire addio alla sua famiglia
«Fallo
per Beka» la ragazza sgranò gli occhi. Ora lo
riconosceva... Lui
era il fratello di Rebeka. Finalmente capiva... Nella foresta il suo
gesto di pietà era stato dettato dal ricordo di sua sorella
che era stata uccisa da un pacificatore, completamente indifesa.
Probabilmente si ricordava di lei perché l'aveva trovata a
cantare vicino al corpo di sua sorella, che ormai era in un posto
migliore...
«...E
per me» Tris era ogni secondo più confusa. Le si
avvicinò e le
stampò un bacio sulle labbra.
Quattro
uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.
NOTE DELL'AUTRICE
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Eccomi qui
con il nuovo capitolo. La storia è appena cominciata e vi
attendono numerose sorprese... Ho voluto dedicare questo capitolo
(oltre che alla Mietitura e al bacio *^*) a Rebeka, la sorella di
Tobias, perché avrà e ha avuto un importanza
notevole nella storia.
Colgo l'occasione per ringraziare di nuovo tutti coloro che hanno
recensito questa storia e possa la buona sorte sempre essere a vostro
favore!