Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Princess Leila    10/10/2014    3 recensioni
Nel Distretto sette mancano due giorni alla Mietitura. Tris non è preoccupata, il suo nome c'è solamente una volta... Qualcosa però va storto. L'arena la attende.
Un'amore inconcepibile, in un contesto paradossale. Due mondi incompatibili uniti. Ma dopo tutto... Cosa cambiava morire prima invece che dopo? Meno sofferenza, meno dolore... Meno persone a cui dire addio... Un proiettile che fa la differenza. Un colpo di cannone che determina tutto. Cosa li attende? Di certo nulla di semplice. Quali sono i segreti mai svelati che lentamente, un passo per volta, verranno alla luce? Chi dovrà necessariamente morire, e chi ce la farà?
Benvenuti ai ventinovesimi Hunger Games! E possa la buona sorte sempre essere a vostro favore!
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO II: Uno stratega di troppo


Tris aveva gli occhi sgranati e fissava ancora la porta di mogano dalla quale era appena uscito il Pacificatore. Incondizionatamente si portò le dita alla bocca. Non aveva mai baciato un ragazzo prima d'ora.
Sentì rumore di passi sulle assi di legno scricchiolante in corridoio e poi delle voci che discutevano animatamente; la porta si aprì ed entrò sua madre con un espressione sconvolta impressa in volto, la seguivano suo padre e suo fratello.
Con sua grande sorpresa fu Caleb il primo a prenderla tra le braccia
«Io...Io sono un idiota! Un idiota codardo! Dovevo offrirmi volontario al posto di quel ragazzo! Io dovevo venire nell'arena con te!» disse in preda ai singhiozzi
«Non lo dire nemmeno per scherzo Caleb» rispose Tris. Non aveva intenzione di piangere; e neanche loro dovevano, ne avrebbero avuto tutto il tempo dopo.
Sua madre Nathalie la strinse forte al petto e la baciò sulla testa
«Beatrice... Beatrice guardami -le prese il viso tra le mani e si abbassò leggermente per mettere gli occhi alla stessa altezza di quelli di lei- sii forte perché so che lo sei. Quando sarai lì dentro non perdere mai la dignità, capito? Non diventare una pedina dei loro giochi, io so che tu puoi farcela»
«Sai benissimo che non è così, io non ce la posso fare mamma!»
«E invece no. Se ti troverai in una foresta saprai come muoverti! Tu sei veloce! Corri più veloce che puoi e trova un riparo» gli occhi di Tris si riempirono di lacrime ed iniziò a muovere la testa a destra e a sinistra
«Ti supplico, non mentire a te stessa»
«Promettici che non ti lascerai andare, che tenterai di combattere» era suo padre che le faceva questa richiesta
«Io...Io...Ve lo prometto...» un sorriso troppo forzato apparve sul volto di suo padre che la prese e la tenne stretta al petto
«Tu ce la farai, io scommetto su di te»
«Tu non puoi scommettere e sai benissimo che perderesti» Tris non lo diceva per falsa modestia, lei sapeva di non avere speranze contro i favoriti del Distretto Uno e Due.
«No invece. Vinci per noi Beatrice»
«Tempo scaduto» disse un Pacificatore entrando nella stanza
«Ti vogliamo bene Tris» disse Caleb. Sua madre stava per scoppiare in uno dei suoi pianti irrefrenabili e non riuscì a dire nulla
«Ci vediamo a casa» disse suo padre. Poi la porta si chiuse.
Nella stanzetta c'era un divanetto, Tris vi si sedé sopra e si premette i palmi delle mani sugli occhi; non aveva dei veri amici lì al Distretto Sette, nessuno sarebbe venuto a salutarla, per di più non aveva ancora idea di chi fosse il Tributo maschio del suo Distretto.
Proprio in quel momento Quattro sbucò soltanto con la testa da dietro alla porta
«Tra cinque minuti si va alla stazione, preparati»
Non ebbe nemmeno il tempo di chiedergli spiegazioni per prima che lui aveva chiuso la porta.

Quattro guidava l'auto dei Pacificatori sul terreno sconnesso della strada che portava alla stazione. L'aveva baciata, l'aveva fatto; le aveva detto addio, ma non poteva concepire che Tris dovesse andare nell'arena. L'aveva sempre vista come una ragazza fragile e facile da ferire, pur sapendo bene che non era affatto così.
Ora era lui a scortarla a Capitol City insieme a Josh, l'altro ragazzo sorteggiato. Era alto e aveva capelli ed occhi castani, aveva una muscolatura notevole; se fosse stato anche abile nella lotta sarebbe stato un avversario temibile anche per i favoriti.
Erano arrivati. Scese e aprì lo sportello posteriore per far scendere Tris; lei mise un piede sul gradino dell'auto e fece per scendere, ma slittò, Quattro la sostenne per la vita e rimasero così per qualche secondo più del normale; poi lui si schiarì la voce e la lasciò dopo averla aiutata a scendere.

Tris non era mai stata alla stazione, era utilizzata solo dai Pacificatori e per i trasporti di merci ed era smorta e buia.
Al binario il treno era già arrivato, così Tris salì a bordo e venne scortata da Quattro nella sua stanza.
«Questa è la tua camera. Spero sia di tuo gradimento» era una stanza dal design moderno: letto futon in metallo, come i comodini sui quali c'erano dei vasi con delle rose bianche all'interno; un unico oblò era posizionato sulla parete difronte e appeso al soffitto c'era un lampadario in ferro battuto.
«È molto bella. Grazie»
«Hai bisogno di qualcosa?»
«No, nulla» in realtà avrebbe tanto voluto rispondere “un altro bacio” ma sarebbe stato alquanto fuori luogo
«Okay, comunque io sono Tobias, ma puoi chiamarmi Quattro» per la prima volta da quella mattina a Tris scappò un sorriso e anche Tobias sollevò un angolo della bocca.
«Quattro? Come il numero?»
«Sì, come il numero» disse sorridendo
«Ah. Beh è... carino»
«Sei molto gentile»
«Anche tu. Mi hai salvato la vita già due volte»
«Una sola»
«No, se non mi avessi presa mentre scendevo dal Suv sarei caduta e avrei potuto battere la testa»
Questa volta Quattro fece una sonora risata «Io... Penso spesso a Rebeka, e mi spiace molto di non essere riuscita ad aiutarla»
Lui si rabbuiò immediatamente
«Non devi scusarti. Tu non dovevi fare nulla... Non era compito tuo, ma mio e sono io a dovermi sentire in debito, lei era mia sorella» rimase qualche secondo a fissarsi le punte delle scarpe, poi posò i suoi occhi blu su di Tris «Devo andare»
«Sì...»
Il ragazzo fece un passo e le accarezzò una guancia con le dita ruvide; il battito di Tris accelerò, ma la scena che la ragazza aveva già visto svariate volte si ripeté ancora, infatti Quattro si girò e uscì dalla stanza senza una parola, chiudendosi la porta alle spalle.

«Agente Quattro?» era uno dei Pacificatori che erano sul palco
«Sì?»
«C'è qualcuno di molto speciale che vuole immediatamente un colloquio con lei»
«Chi?»
«La presidentessa Jeanine Matthews. La sta aspettando in video conferenza nella stanza numero diciassette».
Quattro percorse a passo spedito il corridoio della carrozza fino alla cabina diciassette. Dentro c'era una scrivania con sopra un telecomando, una sedia e uno schermo montato al muro. Si sedette, prese il telecomando e premette il tasto d'accensione. Comparve la presidentessa sullo schermo e una voce fuori campo le comunicò che era in diretta
«Buongiorno Agente Quattro, ho richiesto con urgenza questo colloquio con lei in quanto c'è sopraggiunta la notizia che uno degli strateghi inizialmente selezionati è morto. Quindi vorremmo proporle di rimpiazzarlo per questa edizione degli Hunger Games» Tobias era attonito, non avrebbe mai pensato ad una cosa del genere
«Perché io?»
«Beh diciamo solo che la fama vi precede...»
«Ci precede?»
«La famiglia Eaton ovviamente»
«Com'è morto? L'altro stratega intendo, com'è morto?»
«Prima o poi tutti dobbiamo morire signor Eaton» Tobias sapeva bene che c'era qualcosa in più che la presidentessa stava omettendo.
«Allora? È intenzionato ad accettare?»
«Ho bisogno di tempo per valutare la cosa»
«Le do due giorni. Il tempo di arrivare a Capitol City»
«D'accordo»
«A presto» lo schermo si spense e Tobaias poggiò la fronte sulle mani. Cosa stava succedendo? Perché? Come poteva essere stratega proprio in questa edizione degli Hunger Games?! Beh avrebbe potuto anche reclinare l'offerta... Ma se fosse andato lui, Tris avrebbe avuto più possibilità di sopravvivere; vero anche che non poteva favorirla così esplicitamente e soprattutto lei non doveva sapere, perché non glielo avrebbe mai permesso; non avrebbe mai voluto che lui facesse parte di un team che tentava di ucciderla, anche se sapeva che avrebbe tentato di salvarla; in quel caso sarebbe stato lui in pericolo, l'avrebbero preso come un gesto di ribellione e sarebbe diventato un senza-voce o peggio... L'avrebbero ucciso.
Tris non doveva sapere. Doveva diventare una pedina del suo gioco; un gioco che forse le avrebbe salvato la vita.






NOTE DELL'AUTRICE

La storia è ufficialmente cominciata. Quale modo migliore di iniziare se non con un colpo di scena? E bene sì, Tobias farà parte degli strateghi. Entrambi giocheranno col fuoco e proveranno sulla loro pelle la sensazione di bruciature dovute a decisioni ardue da prendere e negligenze che potevano essere risparmiate.
Recensioni belle e brutte sono sempre gradite, e possa la buona sorte sempre essere a vostro favore!
Princess Leila.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Princess Leila