Capitolo13

Ero in viaggio per il Camp Half-Blood: un centro ricreativo dove le mamme lasciavano i bambini per godersi qualche ora di riposo e i figli si divertivano facendo sport, ma dovevano essere curati da adulti responsabili e questi adulti ricevevano un po’ di soldi dalle madri in cambio dell’impegno a stare attenti ai piccoli.

"Grazie del passaggio, mamma".

"Di niente: se questo impegno ti piace, la strada non è un problema".

Sally percorse i pochi chilometri rimanenti per arrivare.

“Grazie” ringraziai mia madre scendendo dalla macchina.

“Figurati, passo a prenderti alle sei?”.

“Si” risposi incamminandomi verso l’entrata del campo, che si trovava in cima ad una collina.

Entrai un po’ agitato: era il primo anno che ci andavo senza essere un bambino scalmanato che fa disperare il proprio animatore e ora i ruoli si sarebbero invertiti.

“Perry che piacere rivederti!” disse un signore in avvicinamento che riconobbi subito per via della maglietta leopardata.

“è sempre Percy il mio nome” lo corressi sospirando.

Il signor D, Dioniso il proprietario del campo. Avrà almeno 50 anni, detesta i bambini e di conseguenza il lavoro, ma continua a tenere aperto il campo. Fortunatamente, si perché qui è come la mia seconda casa.

“Si, si, okay, ma come mai qui? È da un bel po’ che non ci si vede! Diciamo da quando avevi 13 anni e venivi qui a tormentare gli animatori” sottolineò l’ultima frase, non saprei ben dirvi se con tono ironico o meno.

“Infatti, quest’anno mi sono iscritto come animatore”.

“Ah! Bene, bene, mi fa piacere” confermò il signor D andando ad accogliere un altro ragazzo.

Poco più in là c’era un gruppetto di animatori: decisi di andarli a conoscere.

Man mano che mi avvicinavo non potei fare a meno di notare la ragazza bionda che se ne stava leggermente in disparte.

I capelli che ricadevano sotto le spalle erano più corti ma per il resto era sempre lei: Annabeth.

Ingoiai il groppo che mi si era formato in gola e mi avvicinai.

“C…ciao” .

“Anche tu qui?”.

“Si, sono un animatore”.

“E…ti sei offerto con qualche bugia del tipo: non ho soldi per tirare la fine del mese?” mi domandò con tono acido.

“No, qua nessuna bugia” riuscì a rispondere

“Io sono qui a tenere d’occhio i miei fratellastri.”

Appena finì di dire quello un bambino le se avvicinò: aveva tra i 7 e gli 9 anni, i capelli marroni e gli occhi azzurri.

“Annabeth, mi vieni ad aiutare con la costruzione Lego? Voglio fare una torre più bella di quella di Matthew”

“Sì certo” lo rassicurò prendendolo per mano.

“E lui chi è?” domandò indicandomi.

“Percy” gli rispose.

“Ah…il bamboccione?” ribatté il bambino mentre si incamminavano verso la sala.

Il resto della giornata lo passammo a inventare giochi per intrattenere i bambini, verso le 5:25 i primi bambini iniziarono ad andare, per arrivare alle sei meno venti quando rimasero solo 3 bambini.

“Bam…Percy, dov’è Annabeth? Mamma è arrivata a prenderci: dobbiamo andare, ma non la trovo” mi disse il bambino di prima.

“Tranquillo la cerco io”.

Non fu difficile trovarla perché si trovava nel posto che preferivo anche io quando ero piccolo, un laghetto sul retro della casa.

“La tu … ehm … insomma sono arrivati a prenderti” la informai avvicinandomi.

“Scusa, per prima” farfugliò.

“Ma figurati me lo sono meritato…scusami tu piuttosto” le risposi. Poi pensai che dovevo dirle anche il motivo di quella bugia quindi presi posto accanto a lei.

“Ehm…Annabeth il motivo per cui non ti ho detto niente è perché…”

"Penso di averlo capito da sola, alla fine" mi interruppe .

"Una ragazza intelligente come te …".

Lei accennò un sorriso.

“D'altronde un Testa d’Alghe come te”.

“Perché Testa d’Alghe?”.

“Così…i tuoi occhi mi ricordano il colore delle alghe quando sono vive e poi non sono intelligenti ”.

“Quindi sarei uno stupido?” chiesi, ma senza arrabbiarmi perché il suo tono non era più acido.

“Tu saresti una sapientona allora, perché hai gli occhi grigi?”.

"Può darsi”.

Rimanemmo per un po’ ad osservare il lago.

“Ti concedo una seconda possibilità".

"Davvero? Perché una seconda possibilità si dà a tutti ma.."

"Ti concedo una seconda possibilità" ripeté divertita vedendomi così teso.

"Okay quindi..."

Lei accennò un si con la testa e sorridendo si avvicinò a me, io chinai leggermente la testa e ci baciamo dolcemente.

Quando ci separammo entrambi sorridevamo felici.

In quel momento avrei potuto chiederle di stare insieme: non sapevo se sarebbe continuato o meno, non sapevo cosa sarebbe successo … ma del resto le cose capitano quando meno te lo aspetti.

Angolo della mortale

Ed eccoci alla fine di questa Long. Un super mega ringraziamento a: percy-annie, Ale Herondale, _Diana6_, Thalia Grace, Vanefrancyfourever, melly_melli-fan di libri, tributa, la ragazza di titanio, Laura_Jorgista, Sister of Annabeth Chase, Giady_Delena e a tutti i lettori silenziosi.

Alla prossima!