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Autore: Asu chan    13/10/2014    2 recensioni
Lucy Heartphilia, figlia del Duca Jude Heartphilia, orfana di madre, compie diciassette anni entrando in quella che suo padre reputa l'età da marito. E dunque è tempo che incontri un pretendente e pensi al suo matrimonio, riguardo cui lei, ovviamente, non ha diritto di parola. Potrà liberarsi dal fardello della nobiltà, da lei tanto odiato, e vivere come tutti gli altri? Riuscirà a fuggire da un padre tanto autorevole?
[Rating Arancione per ogni possibile evenienza 8D]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levy McGarden, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente Lucy fu svegliata dolcemente da Natsu, che la scosse delicatamente all’alba. Dopo un bacio leggero il ragazzo la lasciò sola per permetterle di prepararsi con calma e per approntarsi a propria volta e la biondina, con il cuore pesante, cominciò a vestirsi. Scelse una canottiera verde oliva che aderiva comodamente al suo corpo e dei pantaloncini rosa. Completò il tutto con dei bassi stivaletti bianchi che le avrebbero permesso di spostarsi e combattere senza problemi, quindi legò i capelli in due codini. Era pronta. Appoggiò la mano destra sulla maniglia della porta e prese un lungo respiro: alla fine “domani” era arrivato, e con esso il momento in cui avrebbe dovuto affrontare suo padre una volta per tutte. Si voltò a guardare il locale un’ultima volta, cercando di riempirsi gli occhi di quella familiarità che la sua camera le aveva donato fin dalla prima volta, con quelle pareti lilla, il tavolo contro il muro, la finestra che lasciava intravedere le montagne a est della città, il morbido letto sfatto. Strinse le dita attorno al pomello con decisione. Avrebbe difeso a tutti i costi quel luogo e chi ci abitava, la sua nuova famiglia. E se fronteggiare il suo unico genitore era il prezzo da pagare, allora avrebbe raccolto tutto il proprio coraggio e l’avrebbe fatto. Spalancò la soglia in un colpo solo e si ritrovò nel corridoio del primo piano della locanda, faccia a faccia con Erza che passava di lì proprio in quel momento. La rossa indossava già l’armatura luccicante, la gonna blu e gli alti stivali che portava la prima volta che l’aveva vista. Per un attimo le sembrò di essere tornata indietro nel tempo, quando, circa quattro mesi prima, aveva messo piede per la prima volta in quel luogo. Non appena la guerriera la vide, si fermò.
 
« Buongiorno, Lucy. Sei già pronta? » domandò. Il suo tono era tranquillo, fin troppo atono alle orecchie dell’ereditiera, che si preoccupò subito.
 
« Ciao, Erza. Sì. E a quanto vedo anche tu » rispose abbozzando un sorriso e cercando di mantenere la voce calma. « Va tutto bene? »
 
La maga del Cambio Abito mise su un’espressione perplessa.
 
« Certo, perché me lo chiedi? »
 
Perché là fuori c’è Gerard.
 
« No, niente… è solo che io sono un po’ tesa » cambiò discorso la giovane Heartphilia mentre cominciavano a camminare fianco a fianco verso il piano inferiore.
 
« è normale » la rassicurò la spadaccina con un mezzo sorriso consolatorio. « Si tratta di una battaglia importante e per di più c’è di mezzo tuo padre. Ricordati che non sei da sola e vedrai che ti sentirai meglio. »
 
« Lo farò » replicò la biondina, rincuorata da quella considerazione. Era vero: tutti erano al suo fianco. « è per questo che sei così tranquilla? »
 
Erza ridacchiò quasi meccanicamente.
 
« Certo. Ma è anche perché sono abituata a combattere. Ormai so cosa aspettarmi da una battaglia. »
 
« Anche se è contro Gerard? »
 
Stavolta Lucy non era riuscita a trattenersi. Si era voltata di scatto e fissava l’amica con sincera preoccupazione e mestizia e la costrinse in questo modo a fermarsi proprio all’imboccatura delle scale per il piano terra. Il debole sorriso della rossa si spense e guardò l’interlocutrice con serietà.
 
« Sì. L’ho già affrontato una volta, so come si muove. »
 
« Vuoi affrontarlo da sola?! »
 
La guerriera distolse lo sguardo e chiuse gli occhi.
 
« è una cosa che devo fare io. »
 
« Erza- » cominciò la maga della luce accorata, ma l’altra la interruppe aprendo di scatto le palpebre e guardandola fisso.
 
« Non preoccuparti, Lucy. Non mi accadrà nulla. È solo che, come tu hai detto di voler affrontare tuo padre, io voglio affrontare Gerard. Sono cose che possiamo fare noi sole, capisci? » spiegò con un tale impeto che l’ereditiera rimase colpita. E, d’improvviso, capì i sentimenti e le intenzioni della spadaccina e le sfuggì un sorriso addolcito.
 
« Ho capito » affermò, e strinse delicatamente il braccio della sorella adottiva là dove le piastre dell’armatura non lo coprivano. « Allora sono con te. Ricordati che se sarai in difficoltà dovrai chiamarci, d’accordo? »
 
Per la prima volta quella mattina Erza le dedicò un sorriso sincero e affettuoso, poi annuì posando la mano su quella della biondina. A quel punto, entrambe rincuorate, scesero insieme le scale e si ritrovarono nel salone principale. Là trovarono il Master, Gildarts, Aquarius, Lluvia e Natsu. Quest’ultimo affiancò la fidanzata non appena ebbe raggiunto il gruppo.
 
« Tutto a posto? » domandò in un soffio, ricevendo un’espressione calma e sollevata in risposta.
 
« Assolutamente » aggiunse la giovane Heartphilia lanciando uno sguardo alla guerriera accanto a lei, che sembrava più sicura e rilassata rispetto a poco prima. Il rosato la fissò con un’aria a metà fra il tranquillizzato e il perplesso, ma non fece altre domande.
 
I presenti parlarono sottovoce fra loro in attesa degli altri, che arrivarono a breve: prima Gray, a cui subito si accostò Lluvia, che però non disse nulla, poi Gajeel e Levy, Macao e infine Cana. L’ex bibliotecaria fece un bel sorriso alla biondina e si avvicinò per sussurrarle:
 
« Sarà strano tornare a palazzo dopo tutto questo tempo, eh? Sii forte e sta’ attenta, mi raccomando. Insieme risolveremo tutto! »
 
Le sue parole ebbero il potere di incoraggiare ulteriormente l’amica, che le fu profondamente grata. A quel punto erano tutti presenti.
 
« Molto bene, siamo tutti pronti » esordì Makarov davanti a loro, coperto da un piccolo cappotto con i bordi di pelo. « Ricordatevi che dal momento in cui usciremo da qui, dovremo mantenere la massima allerta. È giunto il momento, ragazzi miei. Proteggete chi sta accanto a voi. Se lotteremo uniti, nulla ci potrà fermare! »
 
Ci fu un grido unanime di risposta al discorso e, stringendosi gli uni agli altri, avanzarono fino al portone e lo spalancarono, partendo alla volta di Palazzo Heartphilia.
 
 
 
La marcia fu snervante. Non perché particolarmente stancante – tutti erano fisicamente allenati –, ma perché la mezz’ora di tempo che impiegarono per raggiungere le mura della tenuta Heartphilia fu accompagnata da un silenzio opprimente e occasionali chiacchiere tese. Quando raggiunsero infine la cinta, la sensazione che la battaglia fosse ormai incombente si era fatta ancora più forte, quasi insopportabile per ognuno, e la speranza comune era che finalmente cominciasse per poter smettere di tendere ogni senso alla ricerca del nemico. A Lucy, comunque, sorse una domanda: avrebbero scavalcato il muro aiutandosi l’un l’altro, come avevano fatto lei e Natsu mesi prima? La risposta al suo quesito giunse presto con la voce del Master.
 
« Gildarts. »
 
« Lo so » fece l’uomo staccandosi dal gruppo di maghi e avvicinandosi in solitaria alla cinta. La biondina lo fissò perplessa e fu solo grazie all’intervento del fidanzato, il quale l’attirò a sé qualche passo lontano dal padre, che si accorse che anche gli altri erano indietreggiati. Capì perché pochi istanti dopo. All’inizio percepì solamente un silenzio assordante, come se l’aria si fosse fermata improvvisamente, poi nella parete s’illuminarono infinite crepe e infine un’ampia porzione dell’ostacolo si polverizzò in una nuvola di detriti finissimi. Nonostante l’ereditiera fosse ormai abituata al vedere manifestarsi la magia di ognuno, non aveva ancora avuto occasione di contemplare quella del signor Dragneel e la potenza distruttiva del suo incantesimo la lasciò allibita. Gildarts proseguì oltre la breccia senza voltarsi, seguito da Makarov e lentamente dagli altri, mentre la giovane Heartphilia rimase ferma ancora qualche istante ad osservare il buco.
 
« Il mio vecchio è forte, vero? » la riscosse Natsu con un sorriso enorme ed orgoglioso. « Ha fatto la stessa cosa quando siamo scappati da casa. Solo che invece di polverizzare il muro lo distrusse e basta, così non poterono inseguirci. »
 
« è… straordinario » riuscì a dire alla fine la maga della luce, ripresasi dalla sorpresa, affrettandosi finalmente a seguire gli altri all’interno della tenuta e ricompattando il gruppo. « Quindi può controllare la grandezza dei detriti in cui separa le cose? »
 
« Certamente » replicò il rosato al suo fianco, recuperando l’aria seria e attenta che aveva tenuto durante la marcia all’esterno. Proseguivano tutti rapidi e silenziosi, scivolando sull’erba curata della proprietà come ombre, il cielo che ormai stava abbandonando le scure tinte notturne. « Proprio come noi possiamo controllare la potenza del nostro incantesimo. »
 
« Fenomenale » mormorò la ragazza gettando uno sguardo alla chioma arancione di Gildarts, che spuntava alla testa del gruppo più avanti.
 
Dopo quel breve scambio di battute, calò nuovamente il silenzio carico di tensione di poco prima, se possibile ancora più intollerabile. Man mano che si avvicinavano al Palazzo aumentava la consapevolezza di essere in territorio nemico, di essere osservati e di poter essere attaccati da un momento all’altro. Arrivarono in vista della magione con i nervi a fior di pelle, e ancora nessun avversario allo scoperto.
 
« Dannazione » sputò Gray tra i denti all’improvviso. « Dove diavolo sono finiti? Avrei pensato che ci avrebbero attaccati finché ci fossimo trovati esposti… »
 
« Lluvia ha un brutto presentimento » soffiò la ragazza al suo fianco, preoccupata. Era da un po’ che il moro non tentava più di evitarla, e la riprova era che avesse marciato insieme a lei per tutto il tragitto senza respingerla. Anche in quella situazione negativa Lucy non poté non provare un moto di gioia per Lluvia: pian piano era riuscita a farsi accettare dal mago del ghiaccio, oltre che da tutti gli altri. Ma quel momento di soddisfazione durò poco. Con un tintinnio sinistro e un tonfo leggero, una sfera simile a vetro cadde proprio in mezzo al gruppo e cominciò a sfolgorare.
 
« Lacryma esplosiva! Via, via tutti! » gridò Cana a squarciagola e il suo urlo fu seguito da altri mentre i maghi si sparpagliavano lontano dalla bomba e si gettavano a terra, in una confusione infernale che raggiunse il suo apice con l’esplosione della sfera. Polvere, zolle di terra e frammenti dell’oggetto piovvero tutt’intorno alla voragine che si era creata. Natsu si era gettato sopra la fidanzata per proteggerla dallo scoppio e si rialzò insieme a lei e agli altri solo quando i detriti furono esauriti.
 
« Merda! » ringhiò il rosato, e seguendo il suo sguardo Lucy capì il motivo dell’imprecazione. Dal portone, centocinquanta metri circa da loro, stavano uscendo file di soldati armati di tutto punto e protetti da armature e scudi che splendevano al primo sole del mattino, che ormai era riuscito a sollevarsi appena sopra le montagne. Continuavano ad accumularsi davanti al palazzo in file ordinate, come automi luccicanti e impassibili, e l’ondeggiare ritmico del riflesso dell’astro del dì sulle loro corazze faceva intuire la loro marcia verso di loro.
 
« State pronti! » abbaiò Makarov. « Dividetevi in piccoli gruppi, avranno più difficoltà a colpirci! »
 
« Stammi vicina, gamberetto! » esclamò Gajeel schermando Levy con il proprio corpo.
 
« Signor Gray! » fece Lluvia con serietà posizionandosi di fronte a lui. « Vi proteggerà Lluvia! »
 
« Pensa a portare a casa la pelle invece di proteggermi! » la rimproverò il giovane concentrandosi sui nemici.
 
Cana, Macao e Aquarius si accostarono, Lucy fu affiancata da Gildarts e Natsu ed Erza coprì il lato libero del rosato.
 
« Natsu, mi raccomando » disse suo padre con tono eloquente.
 
« Lo so » ribatté lui secco, senza guardarlo.
 
« Abbi cura di Lucy » aggiunse la rossa.
 
« Insomma, volete concentrarvi sulla battaglia?! So benissimo cosa devo fare! »
 
Una seconda Lacryma sfiorò la testa di Gajeel e pochi istanti dopo ci fu un’altra esplosione.
 
« Levy! » gemette la giovane Heartphilia, ma il fidanzato intervenne subito.
 
« Non preoccuparti, c’è la vecchia ferraglia con lei. Ha la pellaccia dura. »
 
A conferma delle sue parole, si udì una sonora imprecazione e quando la nuvola di polvere e terra si fu diradata videro la coppia di nuovo in piedi. Ma non c’era tempo per avere paura per gli altri. I gruppetti di maghi dovettero cominciare ad avanzare verso i soldati correndo a zig-zag per evitare le Lacryma esplosive. Se non altro ora la tensione e l’aspettativa erano stati sostituiti dall’adrenalina della battaglia.
 
« Dobbiamo riuscire a crearci un varco » fece notare Erza mentre scartavano di lato per evitare una bomba. Un’ottantina di metri dai soldati. « Se riusciamo a penetrare nel palazzo e sconfiggere Gerard e Jude, le truppe si arrenderanno e riusciremo a liberare Polyushka e Wendy! »
 
« Acuta osservazione » ammise Gildarts. « Voi dovete entrare. »
 
« E tu? » chiese Lucy perplessa.
 
« Rimarrò fuori per cercare di farvi guadagnare tempo. Così avrete campo libero per cercare quei due. »
 
« Fa’ attenzione, vecchio » si raccomandò Natsu gettandogli un’occhiata intensa. Trenta metri, poi venti…
 
« Non ti sembra che sia dovere dei padri dire certe cose? » commentò l’uomo sogghignando.
 
Sentirono delle urla, tonfi sordi e il clangore delle armature. Con la coda dell’occhio la biondina intravvide Cana lanciare dei tarocchi verso i soldati, Macao plasmare delle strane fiamme viola, Aquarius evocare curiose bombe d’acqua e Makarov cominciare a ingrandirsi terribilmente, ma non aveva tempo per stupirsi della varietà delle magie dei suoi compagni. Alla sua sinistra Gildarts deviò improvvisamente staccandosi dal gruppetto che avevano formato e dalla parte opposta Erza tuonò:
 
« Spostatevi! »
 
L’ereditiera si ritrovò a scostarsi insieme a Natsu per lasciare spazio d’azione alla rossa, che era già circondata da una luce intensa, quasi liquida.
 
« Cambio Abito! »
 
In un battito di ciglia, tra un passo e l’altro della sua corsa, l’aspetto della sua armatura cambiò completamente.
 
« Armatura Ruota dei Cieli! »
 
Ora portava piastre a forma di piuma che le splendevano sul seno, lasciandole scoperte spalle e pancia; le braccia erano invece protette da altre placche metalliche incastrate per consentirle ottima mobilità; anche l’ampia gonna bianca era sormontata da parti di armatura e sotto quella che quasi sarebbe potuta apparire come un vezzo femminile si scorgevano i piedi, anch’essi coperti da ferro lucente; quattro ali metalliche le partivano dalla schiena e dieci spade fluttuavano in cerchio attorno alla giovane donna, che ne stringeva altre due tra le mani. Così armata, si gettò a capofitto verso i soldati.
 
« Danzate, mie spade! Circle Sword! »
 
Le lame iniziarono a ruotare vorticosamente attorno a lei, consentendole di aprire rapidamente una breccia in mezzo ai soldati, che tentavano di sottrarsi alla trottola mortale delle armi della guerriera.
 
« Adesso! » gridò Natsu scattando alle spalle della compagna e portandosi dietro anche Lucy. Sfruttando l’apertura creata da Erza, che dirigeva con grazia letale le spade attorno a sé, riuscirono a sfondare le fila degli armati quasi senza combattere. Si voltarono per contemplare il campo di battaglia solo quando ebbero raggiunto il portone d’ingresso del palazzo. I boati della lotta erano ancora assordanti e molti dei soldati erano già a terra feriti, o peggio. Fortunatamente l’attacco frontale dei maghi aveva rotto le righe e i soldati si erano sparpagliati in modo disordinato attorno agli avversari per circondarli, così che nessuno si preoccupò di gettarsi all’inseguimento di chi era riuscito a superare il primo ostacolo: i tre giovani, che vennero presto raggiunti da Gray, Lluvia, Levy e Gajeel.
 
« Gli altri staranno bene? » domandò la biondina preoccupata, dopo che Natsu ebbe sfondato i battenti con la magia. La sua voce echeggiò lugubre nell’enorme atrio del palazzo, seguita dal rimbombo attutito dei rumori della lotta che si consumava all’esterno.
 
« Ci sono anche i vecchi là fuori » le ricordò Gray. « Andrà tutto bene. Ora dobbiamo pensare a trovare Wendy e Polyushka. »
 
« Hai qualche idea di dove possano averle nascoste, Lucy? » chiese Erza, che indossava di nuovo la sua armatura più tradizionale, anche se stringeva ancora una spada in una mano.
 
« Non saprei… Che io sappia questo palazzo non è dotato di segrete, quindi potrebbero essere ovunque… »
 
« Perciò non avete idea di dove andare, dico bene? » li schernì una voce maschile che riecheggiò potentemente da una parete all’altra. Come un sol uomo, i maghi si voltarono tutti di scatto verso la larga scalinata che si trovava dal lato opposto dell’enorme stanza, alla ricerca del proprietario di tale voce. Anche prima di vederlo, dal fremito della spadaccina la giovane Heartphilia aveva già capito di chi si trattasse.
 
Gerard scese la scalinata coperta da un morbido tappeto rosso con un sorriso deliziato in volto. Non indossava alcuna armatura, ma una canotta aderente scura a collo alto, guanti, pantaloni scuri e larghi infilati in un paio di stivali alti.
 
« Dove sono, bastardo? » abbaiò Natsu, incapace di controllarsi.
 
« Sempre impulsivo, vedo » commentò l’altro, soffermando i propri occhi verdi sul rosato. « Non ti aspetterai certo che ve le serva su un piatto d’argento. Ma diciamo che potrei aiutarvi… A patto che mi facciate divertire. »
 
Si scostò un ciuffo blu dagli occhi con un sogghigno. Mentre scendeva con snervante, studiata lentezza la seconda metà dei gradini, Erza si parò davanti ai compagni e fece loro un cenno con la spada.
 
« Non possiamo permetterci di farci fermare adesso da lui. Andate a cercare Polyushka e Wendy e trovate Jude. Qui ci penso io. »
 
« E dovremmo lasciarti qui dopo l’ultima volta? » esclamò il mago del fuoco facendo per avanzare, ma Lucy lo bloccò.
 
« Sa quello che fa, Natsu… Dobbiamo fidarci di lei e lasciarglielo fare. »
 
« Ma… »
 
« Lucy ha ragione, cervello di gallina! Non è il momento per le tue paturnie, dobbiamo sbrigarci! » sputò Gray lanciandosi, seguito a ruota da Lluvia, verso il lato sinistro dell’atrio. Il rosato digrignò i denti ed esitò per qualche istante prima di correre insieme a Lucy, Levy e Gajeel verso la parte opposta.
 
« Non farti ammazzare, chiaro? » ringhiò sulla soglia della stanza adiacente e scomparendo solo quando vide il sorriso di risposta della rossa. Quest’ultima tornò poi a concentrarsi sull’avversario, che nel frattempo aveva terminato la scalinata.
 
« Che gesto nobile » fece questi, sarcastico. « Hai scelto di sacrificarti per la seconda volta per i tuoi amici… »
 
« Non mi sto sacrificando » lo corresse Erza, dura. « Nulla che faccio per i miei compagni è un sacrificio, e mi sembrava di avertelo detto anche l’ultima volta. »
 
Gerard ridacchiò e scosse la testa, continuando ad avanzare verso la giovane donna.
 
« Nulla che si fa per gli altri non è un sacrificio » affermò. « Persino creare dei legami è doloroso. »
 
Lo sguardo della guerriera si fece più triste.
 
« Che vuoi dire? E perché? Pensaci… Una volta non avresti mai detto cose simili… »
 
Il giovane uomo sollevò entrambe le mani e le portò alla testa.
 
« Smettila… Smettila! Le persone cambiano, Erza! Non sono più quello di un tempo, non da quella notte! E nemmeno tu sei quella di una volta da allora! Non si può tornare indietro! »
 
L’aria attorno a lui tremolò, come scaldata da una fiamma, e deboli sprazzi di luce si sparsero intorno come scintille.
 
« è vero » confermò lei calma, quasi con dolcezza. « Nessuno di noi due è lo stesso da quel momento e non possiamo tornare a prima che tu uccidessi Kagura. » Fece un sorriso triste. « Ma ciò non significa che non sia rimasta della luce dentro di te, Gerard. »
 
Il mago sussultò al sentir pronunciare il suo nome con quel tono e fissò intensamente l’avversaria, sorpreso.
 
« E ciò non significa che i miei sentimenti siano cambiati… L’ho compreso io stessa solo dopo averti affrontato. Io posso… Anzi, io voglio ancora aiutarti. »
 
Lunghi istanti di silenzio seguirono quella dichiarazione. La spadaccina conservava un sorriso mesto ma addolcito mentre guardava l’altro e quest’ultimo ricambiava attonito lo sguardo, immobile. Il tremolio dell’atmosfera attorno a lui si esaurì, le sue mani si abbassarono e piegò la testa in avanti. Poi, d’improvviso, rise. Rise di una risata fredda e colma di disincanto e disperazione che squarciò il cuore di Erza per la tristezza.
 
« Non puoi. Tu, nessuno può più aiutarmi… è troppo tardi per me. La mia anima è nera, Erza, e nemmeno tu puoi purificarla. Per questo devo combatterti. »
 
« Gerard… »
 
« Preparati, Erza! Lotteremo finché uno dei due morirà! » urlò il giovane uomo, ma nei suoi occhi la rossa lesse angoscia, tormento e, più forte di tutto, un tacito grido d’aiuto che solo lei avrebbe potuto sentire.
 
« Nessuno di noi morirà, perché io ti salverò! »









A.A.A.
Da-daaan! E siamo di nuovo qui! *^* Devo dire che sono particolarmente soddisfatta di questo capitolo (lo dico ora, ma capace che lo rileggo 2 volte e mi fa schifo.) ** Mi piace molto descrivere le battaglie (sicuramente si rischia molto meno OOC rispetto alle parti introspettive 8D), e adoro le scene Jerza. Davvero. Quasi più scriverle che leggerle. Perché così ho la possibilità di apprezzarli meglio, nel senso che riesco a entrare nella psicologia della coppia oltre che dei due personaggi singoli... Hanno un rapporto molto particolare, e spero di essere riuscita a renderne un frammento in questo capitolo. Stiamo per avere il secondo scontro tra loro due! Preparate i feels, ho in serbo roba forte. ;__; Non ho molto da dire, se non che riuscire a postare ogni tanto mi rende molto soddisfatta! Spero che continuerete a leggermi fino alla fine, che ormai è vicina (e magari, se vorrete, nel corso delle prossime long che si stanno accumulando nella mia testolina! v.v)! ^______^ Non so che dire, spero che il capitolo vi sia risultato gradito ** (fan Jerza, finalmente avete la vostra porzione. XD)

MATA NE! (<- sto iniziando a studiare giapponese, quindi è il caso di essere più propri. u.u)
AnB
   
 
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