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Autore: AmeliaRose    17/10/2014    6 recensioni
[SusanxLegolas, Crossover "Le Cronache di Narnia" e "Il signore degli anelli"]
Dal primo capitolo:
Quello che riferì non era molto promettente: gli orchi avevano dichiarato nuovamente guerra e le megere si facevano vedere sempre più spesso nei boschi vicini al castello. Era passato troppo poco tempo dall'ultima battaglia e non erano ancora fisicamente pronti a respingerli nuovamente. Aslan, allora, suggerì di chiedere aiuto a un Re appartenente a un altro mondo, Re che Aslan riteneva saggio e più propenso a stringere un alleanza. [...] Il loro Re, dopo molte ore passate a consultarsi, accettò di aiutarli e di creare questa alleanza solo se Narnia avesse concesso loro una cosa: un matrimonio che univa effettivamente i due mondi.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Le Cronache di Narnia, Il Signore degli Anelli e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà, tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento"



03. Il principe del Reame Boscoso.

 
Susan si bloccò di colpo ammirando meravigliata il paesaggio che si mostrava davanti a sé. Il bosco che li circondava era tetro e in molti punti buio, se non fosse stata per la luce che passava tra le frasche degli alberi avrebbero sicuramente camminato nell'oscurità. La Regina Gentile non aveva mai visto in tutta la sua breve vita un posto del genere, molto probabilmente a Narnia non esisteva nulla di lontanamente simile. Mollò la criniera del maestoso Leone e fece lentamente una giravolta, gli alberi del bosco erano altissimi e loro foglie di un bel colore che variava tra l'oro e l'arancione, erano anch'esse molto grandi. Più grandi di qualsiasi foglia di Narnia e delle isole vicine. 

«Questo posto mette un po' di paura, non trovi?» chiese Peter sorridendo nell'oscurità.
Susan annuì senza distogliere lo sguardo dagli alberi. Nonostante il posto tetro ne era tremendamente affascinata. 

«Figlia cara, afferra nuovamente la mia criniera. Il portale rimarrà aperto solamente per poche ore e ogni secondo è prezioso» disse Aslan gentilmente e per nulla irritato. Aveva compreso lo stupore di Susan e non trovò giusto rimproverarla per la sua curiosità.

«Si, scusami Aslan. Sono rimasta letteralmente impressionata da questo posto» disse la Regina, scusandosi.
Afferrò nuovamente la criniera del Leone e cominciarono a camminare facendo attenzione a dove mettevano i piedi e, ovviamente, le zampe. Le grandissime radici degli alberi erano così spesse che a volte dovevano proseguire in fila indiana e quando succedeva teneva ben salda la mano in quella di Peter. Più camminavano e più Susan sentiva una strana sensazione addosso, come se fosse costantemente osservata. Si guardò più volte in giro, ma non trovò nessun paia di occhi a scrutarla nell'oscurità.

«Qualcosa non va?» chiese Peter dopo aver notato l'ansia della sorella.

«Non lo so, Peter. Mi sento strana, è come se avessi la netta sensazione che qualcuno ci osservi» disse con timore continuando a guardarsi attorno. «Ma forse è questo bosco a mettermi questa sensazione» concluse. 

«Non ti preoccupare, Sue. Finché starò accanto a te nulla ti potrà fare del male» Disse Peter con un sorriso incoraggiate. 
Susan sorrise a sua volta un po' più tranquilla.
Continuarono a camminare nel buio, inciampando di tanto in tanto in qualche buco nel terreno e in qualche tana di animali che non avrebbero mai visto. A un certo punto, Susan sentì un brusco rumore provenire dalla sua destra e d'istinto fece un movimento per prendere una freccia dalla sua fedele faretra trovando però solo il nulla. 
"Maledizione, mi sono scordata di prendere l'arco e la faretra" pensò subito con timore. 
Peter sguainò la spada e si mise davanti a lei, proteggendola dalla creatura che aveva provocato quel rumore. Persino Aslan si voltò e scrutò con i suoi occhi l'oscurità. 
"Se pure Aslan si è voltato vuol dire che persino lui è preoccupato" pensò la Regina.

«Fatevi vedere!» urlò Peter senza abbassare la propria spada. 
Susan sentì il suono di strani passi, moltissimi passi. Si guardò attorno e con orrore vide che gli alberi circostanti erano ricoperti da un qualche tipo di sostanza simile alla lana, ma più pregiata. Aslan alzò lo sguardo e la fanciulla lo imitò, e li vide lassù, tre grossissimi ragni neri che scendevano piano dalle loro ragnatele. Per un attimo vide il suo riflesso nei molteplici occhi delle raccapriccianti creature oscure e i brividi cominciarono a salirle lungo la schiena. 

«Sono quassù» urlò Susan spaventata. 
Peter alzò lo sguardo e rimase per un istante a bocca aperta, nemmeno lui aveva visto ragni così grossi e spaventosi allo stesso tempo. Aslan ruggì e si girò verso i due fratelli. 

«Salite figli miei, vi porterò al sicuro!» disse.
Susan e Peter non se lo fecero ripetere due volte e obbedirono, era l'unica cosa da fare. Come potevano stanare delle creature del genere solamente con un spada? Nemmeno Aslan, per quanto forte fosse, poteva riuscirci. Il Leone cominciò a correre velocemente e agilmente, superando le grosse radici che facevano da ostacolo. 
Susan si voltò e vide che i ragni riuscivano a tenere il passo grazie alle ragnatele che permettevano loro di muoversi molto velocemente. 
La Regina, all'improvviso, sentì una freccia sibilare vicino a loro, piantandosi nell'occhio di uno dei grossi ragni più vicini ad Aslan. Col cuore che batteva all'impazzata guardò avanti e vide delle creature simili a loro correre velocemente verso la loro direzione con in mano degli archi e frecce. Un elfo dalla chioma bionda, e con un gradevole profumo di muschio, le passò vicino e si fermò scoccando un'altra freccia colpendo nuovamente lo stesso ragno. Il grande Leone continuò nella sua veloce corsa e Susan, voltandosi nuovamente, rimase a bocca aperta. Quelle creature si muovevano velocemente, scoccando frecce e sguainando grosse  spade e pugnali.

«Cosa sono?» chiese Susan meravigliata.

«Sono gli elfi del Reame Boscoso» disse Aslan con tranquillità. «Sono venuti in nostro aiuto». 

«Siamo quasi arrivati» disse Peter con tono felice prendendo la mano della sorella.
Susan guardò nuovamente davanti a sé e, in lontananza, vide la luce della luna che illuminava l'uscita. Una volta giunta, Aslan si fermò dando la possibilità ai due fratelli di scendere in tutta sicurezza. Susan guardò ancor di più meravigliata il ponte di pietra davanti a lei, sotto a esso scorreva il fiume illuminato dai raggi lunari rendendo la sua superficie brillante e a tratti argentata. Davanti al ponte, invece, si trovava una porta di legno e un muro fatto da alberi dai colori alternati che andavano dal marrone chiaro al bianco, erano così affiancati tra loro che non facevano intravedere cosa ci fosse all'interno. Sembrava una muraglia di alberi che si estendeva per chilometri e chilometri oltre la sua vista da umana. 

«Qui, mia cara, regna Re Thranduil figlio di Oropher e padre del tuo futuro sposo, Legolas» disse a gran voce Aslan.
"È questo, dunque, il suo nome? Legolas?" pensò Susan "Per quanto possa suonare buffo è un bel nome" ammise poi a se stessa. La porta che portava al regno si aprì velocemente mostrando un elfo mingherlino dai lunghi capelli argentati, Aslan si mosse verso di lui e i due fratelli lo imitarono. Susan si sentì agitata, tra poco avrebbe incontrato il suo futuro sposo. Arrivati davanti alla creatura questa s'inchinò ad Aslan e il Leone fece lo stesso. Peter e Susan si inchinarono anche loro, in fondo era pur sempre un segno di rispetto.

«Grandissimo Eru1, miei Re e Regina di Narnia, sono felice che voi stiate bene. Non avevamo idea che quelle orrende creature si fossero spinte fino al portale» disse l'elfo scoraggiato.
"Perché ha chiamato Aslan con quel nome?" si chiese Susan. Aveva una gran voglia di chiederlo ma aveva intuito che quello non era ne il posto ne il momento giusto per fare tale domanda.
«Vi porgo le mie più umili scuse» aggiunse. Aslan si avvicinò di più a lui e mise la  possente zampa sulla sua spalla.

«Non ci è stato fatto alcun male, non potevate prevedere tale cosa» disse saggiamente il Leone.
Aslan indietreggiò e l'elfo si alzò quasi subito con un piccolo sorriso di conforto. Ora che l'aveva davanti, Susan poteva scrutare meglio l'elfo: indossava dei stivali chiari, dei pantaloni marroni e una casacca verde chiaro. Alla cintura portava una spada dal fodero nero e sulle spalle la faretra e l'arco. La cosa che colpì maggiormente Susan era il suo viso, la sua pelle era perfetta, senza nessun segno di imperfezione. I suoi occhi erano di un azzurro chiaro e i suoi capelli, che prima aveva scambiato per argentati, erano biondo chiaro.Trovò strane le sue orecchie allungate e dalla forma di foglia.
«Vi porto immediatamente dal nostro Re. È impaziente di ricevervi» disse dopo un altro inchino.
Aslan, Peter e Susan seguirono l'elfo all'interno della loro fortezza, la Regina Gentile non sapeva come chiamare quel posto.
Non era un castello, era un regno ma allo stesso tempo  anche una fortezza. 

«Questo posto è magnifico, non trovi?» le chiese Peter guardandola con un sorriso.
Susan annuì, aveva perso il conto delle volte che era rimasta meravigliata da quando aveva varcato il portale. L'interno era pieno di colonne di legno intagliate a forma di alberi con in basso intagliate le radici, dal soffitto pendevano delle lanterne che illuminavano l'intero posto. Susan notò, al suo passaggio, moltissime stanze con delle entrate a forma di arco: Vide la biblioteca, il salone del ricevimento e diverse altre stanze a cui non sapeva a cosa servissero. La fortezza sembrava immensa perché più camminavano e più la meta non sembrava arrivare mai. L'elfò li fece salire per una breve scala e li portò nella sala del Re dove si ergeva il trono. Susan rimase a bocca aperta davanti a quello che doveva essere Re Thranduil: indossava una lunga veste argentata dai ricami dorati, il suo viso ben definito era pressoché perfetto, i suoi occhi erano di un chiaro azzurro e la sua chioma era di un lucente biondo chiaro dove era appoggiata la sua corona di bacche e di foglie rosse2
Re Thranduil s'inchino davanti ai tre e loro fecero lo stesso in segno di rispetto.

«Immenso Eru, sono onorato di vedervi nuovamente nel mio regno. E anche voi Re Peter» disse con tono sincero. Il Re degli elfi guardò Susan, sorrise e, come se fosse il fiore più delicato della Terra di Mezzo, le prese delicatamente la mano.
«Voi dovete essere la Regina Susan. È un onore per me incontrarvi» disse.
Baciò la mano della Regina che arrossì al tocco delle sue delicate labbra.

«È un onore anche per me incontrarla, Re Thranduil» disse Susan facendo nuovamente un inchino.

«Mi hanno informato dell'imboscata da parte dei ragni. Spero che nessuno di voi si sia fatto male» disse scrutandoli attentamente alla ricerca di qualche ferita.

«Nessuno si è fatto male, mio Re» disse Aslan con voce potente.

«Sono lieto di saperlo, grande Eru. Fortunatamente mio figlio aveva ritenuto opportuno aspettarvi assieme ad altri elfi ed è riuscito a farvi fuggire verso la salvezza».

«Spero che nessuno si sia fatto male» sussurrò Susan senza rendersene conto.
Re Thranduil sorrise.

«Mia cara Regina, non dovete preoccuparvi! Noi elfi abbiamo una vista perfetta e siamo molto agili. Nessun elfo si è mai fatto male combattendo contro di loro» disse il Re come per rassicurarla.
Susan sorrise. 

«Non vorrei mettervi fretta ma avete già una risposta?» chiese fissando Peter.
Il biondo annuì

«Certamente Re Thranduil» disse il Valoroso con un sorriso guardando la sorella.
«Mia sorella ha accettato di unirsi a vostro figlio per stringere l'alleanza tra il Reame Boscoso e Narnia». 
Il Re degli elfi sorrise compiaciuto.

«Sono felice di ricevere questa notizia positiva, Re Peter» disse fissando Susan. «Legolas, figlio mio. Hai sentito la lieta notizia?» chiese guardando un punto dietro alla Regina. 
La Regina Gentile si voltò e il suo cuore perse un battito. Davanti a lei c'era la creatura più bella che avesse mai visto. Sotto molti punti di vista assomigliava molto a suo padre, la stessa bellezza eterea, i stessi occhi azzurro chiaro, la chioma bionda leggermente più scura e il fisico atletico. Indossava una casacca marrone scuro con sulle spalle quella che doveva essere un pezzo di armatura a scaglie nere, dei pantaloni neri e dei stivali marrone chiaro. Alla cintura portava un pugnale bianco e sulla schiena una faretra e un arco. 
Legolas si inchinò al suo cospetto e lei, ancora meravigliata dalla sua bellezza, s'inchinò nel modo più regale possibile.

«Ero impaziente di conoscervi mia Regina, mio padre mi ha raccontato delle vostra gesta in battaglia contro la strega Jadis e ne sono rimasto meravigliato. Sono felice che la mia futura sposa sia così tanto coraggiosa!». 
Susan arrossì e, non sapendo cosa dire, sorrise imbarazzata.

«Spero che quei grossi ragni non vi abbiano causato problemi» riuscì a dire.
Legolas sorrise e scosse la testa.

«Non è la prima volta che li affronto, non temete. Nessuno ne è uscito ferito e siamo riusciti ad allontanarli dal portale» disse con tono fiero. 
Susan sorrise nuovamente lieta della notizia. Se qualcuno si fosse fatto male si sarebbe sentita sicuramente in colpa. In fin dei conti erano li per proteggere loro e sicuramente, più di tutti, lei.

«Re Thranduil, non vorrei metterle fretta ma il portale si chiuderà tra due ore e poco più» disse Aslan gentilmente.

«Avete ragione, sommo Eru» disse fissando il maestoso Leone. Guardò Legolas e poi  Susan, e sorrise. «Legolas, perché non portate la vostra futura moglie nella grande biblioteca? Vedo che ha freddo e sarebbe giusto riscaldarla». 

«Certo padre» disse sorridendo a Susan.
«Non dovremmo metterci molto» disse Peter guardando la sorella con un cenno di sorriso.
Susan annuì accorgendosi solamente in quel momento di quanto freddo avesse. 
Legolas porse a Susan il suo braccio, che accettò entusiasta, e la guidò per i corridoi fino alla grande biblioteca. La biblioteca era vastissima, Susan riuscì a contare più di venti scaffali posizionati uno dietro l'altro in fila di due, i candelabri ben intagliati, invece, erano posti agli angoli della stanza mentre delle soffici poltrone erano posizionate davanti a un caminetto dove un fuoco vivo scoppiettava creando ogni tanto delle spirali arancioni. La Regina si andò a sedere sulla poltrona più vicina e rimase in silenzio, non aveva la minima idea di come iniziare un discorso, in fondo l'elfo aveva molti più anni di lei e temeva che qualsiasi cosa dicesse lui già la sapesse. Il principe degli elfi si sedette di fianco a lei e la guardò per interminabili secondi. Susan arrossì, non era abituata a essere osservata in quel modo per molto tempo e chinò il capo imbarazzata. 
Legolas le prese la mano e la Regina Gentile lo guardò con le guance leggermente arrossate.
«Se non vi è troppo disturbo, mi potete raccontare la vostra storia? Sentirla raccontata dalla vostra incantevole voce sarà un onore per me».
Susan sorrise nuovamente e cominciò a raccontare la sua storia.
 
Susan raccontò tutto, della sua vita in Inghilterra, della guerra che c'era in quell'epoca e del trasferimento dal professor Diggory Kirke e, di conseguenza, della scoperta dell'armadio che li trasportò a Narnia. Raccontò per filo e per segno quello che accade fino alla battaglia contro Jadis e della loro vittoria.
L'elfo sembrò catturato dalla sua storia, la guardava interessato e allo stesso tempo meravigliato. Aveva già udito storie di uomini e Re valorosi che combattevano per i loro ideali e per liberare il loro popolo dalla guerra e dal male ma non aveva mai sentito udire che una donna, così tanto graziosa e dolce, e Regina fosse scesa in battaglia per difendere il proprio Regno. 
Susan, finito di raccontare la propria storia, guardò l'elfo con un sorriso.

«È ammirevole il vostro coraggio, mia signora» disse Legolas impressionato. «Non ho mai sentito di una Regina che scende in guerra per difendere il proprio regno»  aggiunse meravigliato.

«All'epoca non ero ancora Regina, mio principe» disse con un sorriso.
Legolas scosse la testa.

«Ma lo siete diventata. E poi, da quanto ci ha detto vostro fratello, avete nuovamente combattuto poco tempo fa contro gli Orchi» disse guardandola con stupore.

«È un mio dovere proteggere la mia gente» disse dolcemente Susan.
Legolas, ancora meravigliato, si voltò verso la porta e dopo pochi secondi arrivò un elfo donna con in mano un piatto pieno di strano cibo che assomigliava moltissimo a sottili tartine. Il principe ringraziò l'elfa e prese il piatto porgendolo alla sua futura sposa.

«Queste, mia Regina, sono lembas».
Susan prese quella specie di tortina dalla superficie dorata e ne diede un morso, il suo palato si riempì di quel gusto dolce e nutriente e, famelica, diede un altro morso. 
«È un tipo di pane elfico, viene dato ai viaggiatori che devono sostenere lunghi e faticosi viaggi. Basta un piccolo morso per saziare un uomo» disse semplicemente «Ho pensato che dopo quello che vi era accaduto, un po' di lembas fosse più appropriato» aggiunse con un sorriso.

«Sono molte buone» ammise sincera.
Legolas parve essere soddisfatto della cosa. Si sedette nuovamente vicino a Susan e la guardò mangiare un'altra lembas. 

«Posso farvi una domanda?» chiese lei dopo aver finito la seconda tortina.
Legolas annuì, felice della sua curiosità.

«Perché avete chiamato Aslan in quel modo?» chiese curiosa. Ora che erano da soli, poteva chiedere qualsiasi cosa senza temere lo sguardo di rimprovero da parte del fratello.

«Intendete Eru?» chiese con gioia Legolas.
Susan annuì. "Ha persino un incantevole voce" pensò meravigliata, starebbe ore a sentire solamente la sua voce.

«Per noi Eru è il nostro creatore, viene anche chiamato il Padre di Tutto. Aslan non è altro che Eru chiamato diversamente nel vostro regno. Eru ha creato il nostro mondo, il vostro e chissà quanti altri» disse con voce suadente.
Susan guardò il fuoco, il tutto per lei aveva un senso. Aslan aveva creato Narnia e le sue creature, come poteva non pensare che avesse creato altri mondi? 
«Volete vedere una cosa?» le chiese con uno strano luccichio negli occhi.
Susan, curiosa, annuì. Legolas le porse la mano e lei la prese, si alzò dal suo posto e si avvicinarono alla finestra. La Regina guardò fuori e vide il giardino, a differenza del bosco in cui avevano messo piede quasi un'ora fa, era ben curato, pieno di cespugli con fiori ancora chiusi  e il fiume che scorreva poco distante da loro.

«È bellissimo» disse Susan meravigliata

«Sono felice che troviate questo posto gradevole. Temevo che, dopo aver visto quello che il bosco offriva, non volevate più stare qui» disse sincero l'elfo con un sorriso triste sul volto.
Susan sentì lo stomaco serrarsi, per un breve istante aveva dimenticato che, dopo la guerra e il matrimonio, sarebbe venuta ad abitare in quel posto. Non aveva visto ancora tutto il Regno ma non poteva competere neanche lontanamente con Narnia. Forse, se avesse visto Bosco Atro alla luce del sole, avrebbe cambiato idea un giorno. Chissà perché ma non era del tutto sicura che sarebbe stato così. Capì all'istante che non era del tutto pronta ad abbandonare la propria famiglia.

«Ho visto che siete molto bravo con l'arco» disse la Regina per cambiare discorso voltandosi verso i scaffali pieni zeppi di libri.
Legolas sentì del dispiacere crescere dentro di sé, aveva ben intuito quello che provava la sua futura moglie e sapere che si sentiva costretta a fare tutto ciò lo rattristava parecchio.

«Vi ringrazio mia signora, vostro fratello mi ha detto che siete l'arciere più brava di tutta Narnia» disse Legolas cercando di tirarla su di morale. 
Susan sorrise a quelle parole, suo fratello elogiava sempre il suo talento e ogni volta che finivano di combattere ripeteva sempre quelle parole.

«Beh, non brava quanto voi» rispose con un sorriso.
Era la verità, poteva essere la più brava in tutta Narnia ma non poteva battere un elfo, specialmente dopo quello che aveva visto in quel bosco.

«Se non fosse per la mia vista, mia signora, saremmo allo stesso livello» disse saggiamente.

«In quanti verrete a Narnia?» chiese guardandolo negli occhi. "Oh, i suoi occhi. Sono così belli" pensò Susan con le gote in fiamme. Abbassò lo sguardo imbarazzata "Il suo sguardo è dolce e letale allo stesso tempo. Un perfetto angelo tentatore".

«Secondo mio padre ne bastano centocinquanta. Fortunatamente con me verrà un nobile elfo di Lórien, nonché amico».
Susan lo guardò curiosa.

«Lórien?» chiese la Regina.

«È un regno in cui governa Dama Galadriel, anche lei è un elfo. Devi sapere che questo non è l'unico regno governato dagli elfi, se vorrete un giorno vi potrei portarvi a visitarlo. Sono sicuro che vi piacerà» disse il principe sicuro delle sue parole.
Susan sorrise e le si illuminarono gli occhi, se era rimasta rapita da Bosco Atro lo sarebbe stata anche da Lórien.
«E vi porterò a visitare anche l'ultima casa accogliente fondata da Re Eldrond. Gran Burrone è uno spettacolo alla luce della luna» disse guardandola negli occhi.

«Non vedo l'ora di vistare questi posti, mio principe» disse con aria sognante. 
Susan amava moltissimo visitare nuovi posti e visto che aveva visitato più o meno tutta Narnia era curiosa di visitare la Terra di Mezzo e gli altri Regni sotto dominio degli elfi.
Legolas si avvicinò a lei al tal punto che i loro corpi si sfioravano appena e Susan arrossì nuovamente.

«Vorrei darvi una cosa» sussurrò l'elfo.
Susan sentì nuovamente quel profumo di muschio, lo stesso che sentì nel bosco quando furono attaccati dai ragni.

«Che cosa?» chiese Susan senza smettere di fissarlo nei suoi occhi così tanto ipnotici.
Legolas si mise una mano nella tasca e prese un piccolo cofanetto quadrato di velluto nero e glielo porse.
La giovane Regina lo prese curiosa.

«È tradizione che i due promessi sposi indossino gli anelli per un po' di tempo prima che vengano sostituiti da quelli nuziali3» disse l'elfo aprendo il cofanetto tra le mani di Susan e svelando i due anelli d'argento.
Susan rimase a bocca aperta,  non si aspettava di certo di indossare già l'anello di fidanzamento. 
«Vostro fratello mi ha detto che funziona così anche nel vostro mondo che chiamate Terra» sussurrò con un sorriso.
Susan annuì e Legolas prese l'anello più piccolo e lo infilò nell'anulare sinistro della Regina che fortunatamente calzò a pennello. Susan a sua volta, prese l'anello più grande e lo infilò nell'anulare sinistro del principe.
"Ora sono ufficialmente fidanzata con un elfo" penso agitata mentre si guardava la mano, l'anello le donava molto e sorrise leggermente, contenta.
Legolas indietreggiò di un passo e si voltò verso la porta dove, pochi secondi dopo, entrarono suo padre il Re accompagnato da Peter.

«Abbiamo terminato le trattative» annunciò a gran voce Re Thranduil.
Peter guardò la sorella e la scrutò attentamente.
«Eru ha premura di partire, mi ha chiesto di riferirvi di raggiungerlo al ponte. Vi aspetterà con l'armata che verrà con voi a Narnia».
Susan annuì e raggiunse il fratello.
«Legolas, dobbiamo parlare un momento da soli».
Il principe degli elfi guardò suo padre con sguardo curioso e Peter prese per mano la sorella e la trascinò fuori dalla stanza. Susan capì che c'era qualcosa che non andava, suo fratello sembrava agitato e non faceva altro che stringere forte la sua mano.

«Qualcosa non va?» chiese con timore la Gentile.
Peter scosse la testa e la guardò negli occhi.

«No Sue, va tutto bene. Sono solo felice che tutto sia andato a buon fine»  sussurrò con un sorriso tirato.
Susan lo guardò attentamente e decise di lasciare la questione in sospeso, per ora.
Raggiunsero la porta e uscirono all'aria aperta, la temperatura si era abbassata drasticamente e la fanciulla indossò il mantello per evitare di prendersi qualche malanno.
«Vi siete scambiati gli anelli» disse Peter notando l'anello scintillante che portava all'anulare. «È un buon segno, il principe Legolas prende seriamente questa unione» aggiunse soddisfatto.
Susan si guardò attorno e notò che dall'altra parte del ponte c'erano tantissimi elfi in armatura, con tanto di sacche a tracolla, inchinati al cospetto di Aslan. 
Il Re e la Regina di Narnia raggiunsero il maestoso Leone e rimasero in silenzio mentre gli elfi si rialzarono.

«Mae govannen, Haldir4» urlò una voce alle loro spalle. 
Susan si voltò e vide il suo futuro sposo avanzare guardando fisso davanti a sé. "Persino la loro lingua è così armoniosa" pensò subito Susan affascinata da quel linguaggio.
Un elfo dalla corporatura muscolosa e dallo sguardo feroce avanzò verso Legolas e sorrise, si scambiarono un cenno di saluto e cominciarono a parlare nella loro lingua.

«È tempo di andare» dichiarò, poco dopo, Aslan a gran voce. 
Tutti gli elfi smisero di parlare all'istante e fecero passare il Leone verso l'entrata del bosco.
«Re e Regina di Narnia, stringete nuovamente la mia criniera» ordinò ai due fratelli che obbedirono sollevati. 
Susan, con la coda dell'occhio, notò che dietro di lei c'era Legolas che la scrutava attentamente. Fortunatamente il viaggio di ritorno fu molto più tranquillo, la Regina inciampò più di una volta, a causa delle grosse radici degli alberi che fuoriuscivano dal terreno, e ogni volta trovava Legolas pronto ad afferrarla e stringerla a sé. Con grande sollievo di Susan, dei ragni non c'era più traccia, quelle creature non l'avevano mai disturbata, ma ritrovarseli davanti e più grossi del normale, avrebbe spaventato anche il più coraggioso dei guerrieri.
Aslan si fermò davanti al portale e guardò gli elfi.

«Valorosi Elfi, quando attraverserete questo portale vedrete una terra che non avete mai visto, nemmeno nei vostri sogni più segreti. Ora, so benissimo com'è il vostro rapporto con i Nani. Con grande dispiacere sono venuto a conoscenza di vari fatti accaduti anni or sono» disse il Leone guardando Legolas. «Anche a Narnia ci sono i nani ma sono molto diversi da quelli che voi conoscete. Vi prego di non considerarli nemici, ma come amici e di trattarli con rispetto. Loro vogliono solamente la pace e non vedono l'ora di poter collaborare con voi». 
Legolas annuì serio.

«Grande Eru, avete la mia parola! Nessun nano di Narnia verrà trattato come inferiore e con disprezzo» disse con tono fiero. 
Aslan annuì e varcò il portale assieme a Peter e Susan. Si fermò poco più avanti dando la possibilità agli elfi di avere spazio a sufficienza per varcare la soglia.
Quando Legolas fece il suo passaggio a Narnia si guardò attorno meravigliato, si avvicinò a Susan con un sorriso.

«Questo posto è tutto nuovo per me, per noi. Persino l'odore dell'erba è diversa da quella del mondo da cui provengo» sussurrò estasiato.

«Spero che, alla luce del sole, Narnia vi possa piacere di più. Dovreste vedere le sirene al mattino quando ci salutano dal mare» confessò Susan guardando l'elfo.

«Sirene?» chiese ingenuamente Legolas.

«Pensavo che nel vostro mondo ci fossero» ammise Susan. «Le sirene sono creature del mare, hanno la coda da pesce che permette a loro di muoversi velocemente sotto acqua e il loro aspetto è abbastanza simile a quello umano» cercò di spiegare Susan. «È complesso da spiegare, domani mattina vedrete con i vostri occhi» aggiunse con un sorriso.

«Non vedo l'ora» ammise l'elfo, incuriosito da queste nuove creature del mare.
Quando tutti gli elfi passarono a Narnia il portale sparì e Peter sospirò.

«Appena in tempo» disse con un sorriso.
Ripartirono pochi minuti dopo, dando agli elfi il tempo di orientarsi tra nuovi alberi e nuovi odori. A quanto pare era vero, gli odori e i profumi di Narnia erano diversi da quelli di Bosco Atro e della Terra di Mezzo. 
Mezz'ora di cammino dopo arrivarono finalmente al Castello di Cair Paravel.

«È questo il vostro castello?» chiese Legolas meravigliato.
Susan annuì felice, anche gli altri elfi, persino quello che doveva chiamarsi Haldir, erano rimasti meravigliati dalla bellezza e dalla grandezza del castello.

«È arrivato il momento di dividerci figli miei» annunciò il Leone.
Susan si sentì triste e sperò con tutto il cuore di poterlo rivedere nuovamente.
«Non disperatevi, ci vedremo molto presto» annunciò con un sorriso.
Tutti i presenti si inchinarono a lui e lo guardarono addentrarsi nuovamente nel bosco fino a sparire dalla loro vista. 
Salirono le molteplici scale ed entrarono, finalmente, nel castello.

«Ebbene, l'ora è tarda. Credo che sia il caso di andare a dormire» annunciò Peter guardando gli elfi. «Domattina, principe Legolas, potremo parlare delle tattiche di guerra e comincerò a farvi conoscere ogni luogo di Narnia» annunciò Peter.

«Non vedo l'ora, Re Peter» disse guardandolo negli occhi.
Peter sorrise.
«È tradizione, a Narnia, fare una festa a ogni nuova alleanza, spero proprio che domani sera voi tutti ci sarete per festeggiare con noi».

«Sarà un onore» annunciò Legolas con un sorriso.
Peter annuì e guardò Susan.

«Sei molto stanca Sue, perché non vai a stenderti a letto? Ci penso io a fare gli onori di casa mostrando i loro appartamenti».
Susan annuì felice, era stanchissima e non vedeva l'ora di mettersi a dormire sotto a delle calde coperte.

«Buonanotte mia Regina» disse Legolas baciandole la mano.
Susan arrossì e si inchinò.

«Buonanotte a voi, mio principe» disse con un sorriso. «E buonanotte a tutti voi» aggiunse educatamente a tutti gli altri.
Salì di corsa le scale ed entrò, stanca, nella sua camera. Si tolse i suoi vestiti con lentezza e indossò il pigiama fresco di bucato, andò a rinfrescarsi il viso e si mise subito a letto addormentandosi poco dopo mentre, dal castello, si alzò al cielo una melodia cantata dagli elfi provocando a tutti quelli che la udivano sogni di pace e tranquillità.


Note:
1Secondo la mitologia di Tolkien, Eru è l'Essere Supremo, il creatore di tutte le cose così come lo è Aslan, creatore di Narnia e delle creature parlanti. I due stessi scrittori ritenevano questi due personaggi un Dio. Spero che la cosa abbia un senso. E spero di non aver offeso nessun amante della saga.
2: Secondo le stagioni il Re cambia la corona. In autunno indossa la corona di bacche e di foglie rosse mentre in primavera una corona di fiori di bosco. Nonostante i cicli lunari siano completamente uguali, le stagioni sono diverse. Quando a Narnia è estate nella Terra di Mezzo è in arrivo l'autunno. 
3: Ho cercato in giro e non ho trovato quasi nulla riguardo ai cerimoniali elfici se non l'uso e il materiale dell'anello di fidanzamento. Per il resto l'ho preso dai cerimoniali cattolici/cristiani che entrambi i scrittori credevano e praticavano.
4: In elfico vuol dire "Benvenuto, Haldir". Ho trovato giusto infilare ogni tanto qualche frase in elfico (ovviamente con traduzione) giusto per rendere più "vera" la natura di Legolas.

 
Angolo Autrice:
Ebbene, eccomi qui con un nuovo e lunghissimo capitolo.
Spero che non vi abbia annoiato e spero che vi sia piaciuto!
Ringrazio la mia beta YoungRevolverOcelot, dovrebbero farti Santa!
Oggi vorrei consigliarvi il profilo di due autrici. Il primo è quello di Shiner Lannister, scrive principalmente su opere de "Il signore degli anelli" e "Il Trono di Spade", passate perché merita tantissimo!
Il secondo invece è quello di SusanTheGentle, se amate le Suspian DOVETE passare da lei! È bravissima e ogni capitolo fa emozionare!
Chiarisco subito la cosa dicendo che non me lo hanno chiesto e nemmeno pagato, ritengo giusto ogni tanto consigliare autrici che meritano , almeno per i miei gusti.
Al prossimo capitolo, spero!

 
 
 
 
 
 
   
 
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