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Autore: Ginny_theQueen    17/10/2014    11 recensioni
[Post war, no spoilers]
Annabeth, Piper, Rachel, Reyna, Hazel e Thalia hanno in programma di passare assieme due giorni indimenticabili. Come? Ovviamente con un bel pigiama party nel nuovo appartamento di Percy e Annabeth. In bilico tra la normalità e la follia. Se ne vedranno delle belle, leggere per credere.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Piper McLean, Rachel Elizabeth Dare, Reyna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'OTP: seaweed brain'
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“Io ve l’avevo detto che quella lì aveva un’aria sospetta.”

“Piantala, Annabeth.”

Passeggiavano sulla affollatissima Fifth Avenue ed erano appena state attaccate da tre dracenae della Scizia. Forti ma non imbattibili. Annabeth aveva neutralizzato la prima in venti secondi, ma le altre due erano state più tenaci e restie a farsi polverizzare. C’erano volute anche Thalia e Reyna per rispedirle nel Tartaro. Annabeth rabbrividì al ricordo di quel posto...

“Le avevo viste anche io,” commentò Rachel. “Annabeth aveva ragione.”

“Come sempre.”

“Che facciamo ora?” chiese Hazel.

“Casa di Percy e Annabeth ci aspetta!” rispose Rachel.

“E’ già ora di andare?”

“Dobbiamo prima passare a fare la spesa, non ho abbastanza viveri per tutte voi, considerando che mangiate come animali.”

“Hey!” protestò Piper.

“Tu non puoi proprio parlare,” disse Rachel ridendo.

 

“Di cosa abbiamo bisogno?” chiese Reyna una volta arrivate da Walmart.

“Dipende da quello che volete mangiare stasera,” le rispose Annabeth.

“Pizza!” dissero in coro Rachel e Piper. Thalia annuì.

“Hazel, per te va bene?”

“Okay.”

“Vada per la pizza, allora.”

“Prendiamo anche qualcosa di dolce. Non so, nutella, burro di arachidi, marshmallow… vedete voi.”

“Che siano blu, altrimenti Percy non li mangia.”

“Quanti anni ha, cinque? Trovati un ragazzo normale, Annabeth,” disse Thalia.

“Comunque non c’è il rischio. Percy non vedrà nemmeno tutta questa roba, perché mangeremo tutto. Non è vero, Rachel?”

“Certo, Pipes.”

 

Lo sguardo di Annabeth cadde sul carrello stracolmo che Piper e Rachel si ostinavano a riempire di cibo spazzatura. “Ragazze!” disse loro. “Non vorrei sembrarvi tirchia, ma vi ricordo che io non sono l’erede di un ingente patrimonio come voi due, il mio papino non mi dà cinquemila dollari di paghetta settimanale, io i soldi devo guadagnarmeli onestamente…”

“Che problema c’è, Ann?” rispose Piper.

Rachel sorrise. “OFFRIAMO NOI!”

 

La metropolitana era affollatissima e il tragitto piuttosto lungo. Le ragazze, piene di buste dello shopping e della spesa, e stanche per aver camminato tutto il pomeriggio, non vedevano l’ora di buttarsi sul letto di Annabeth. Uscite dalla metro percorsero un paio di isolati a piedi ed arrivarono al palazzo di Percy e Annabeth. Thalia e Reyna erano le uniche a non esserci mai state.

“Bel posto,” commentò Reyna.

“Grazie,” rispose Annabeth fiera. “Aspetta di vedere l’interno della casa. L’ho disegnata io.”

Annabeth aprì la porta e tutte entrarono.

“Stupido Testa d’Alghe, ha lasciato la luce accesa in cucina.”

“Annabeth, sei tornata! Oh, ciao ragazze.”

Percy comparve davanti a loro con una scodella in mano.

Tralasciando il fatto che avesse una scodella in mano, tralasciando anche il significativo dettaglio che fosse a torso nudo, c’era da rispondere alla domanda ovvia sul perché fosse ancora in casa.

“Percy, che diamine ci fai ancora qui?”

Lui assunse un’espressione innocente. “Cosa intendi con che diamine ci faccio qui? Io ci vivo qui, Annabeth. Ricordi quella splendida mattina di maggio in cui ti ho chiesto di andare a vivere insieme e tu mi hai buttato le braccia al collo perché –”

“Percy! L’accordo era che te ne saresti andato per le sei! Sono le otto, noi dobbiamo fare il pigiama party,” disse Annabeth stizzita.

“Oh, era stasera? Me n’ero dimenticato…”

“Bel fisico, Jackson,” s’intromise Piper.

“Già,” aggiunse Rachel.

“Ragazze!” Annabeth si stava arrabbiando.

“Che stavi facendo con quella ciotola in mano?” chiese Hazel cercando di non arrossire mentre inevitabilmente incontrava lo sguardo del ragazzo.

“Che stavi facendo a torso nudo?” replicarono Rachel e Piper.

Percy le ignorò. “Stavo… stavo cucinando. Sì, stavo preparando la cena. Volevo fare una sorpresa ad Annabeth, ma…”

Perché stavi cucinando a torso nudo, di grazia?” chiese nuovamente Reyna, scettica.

Percy sfoggiò un sorrisetto. “Vedete, in questa casa ci sono delle regole particolari che ha stabilito Annab–“

“Non interessa a nessuno!” lo interruppe Annabeth. “Percy, possiamo parlare un secondo?”

Posò le buste sul pavimento dell’ingresso e condusse Percy in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.

Prima che potesse dire qualcosa, Percy sorrise malizioso.

“Sbaglio, o era una busta di Victoria’s Secret quella che avevi in mano?”

Annabeth lo ignorò.

“Percy, sono senza parole. Non me la bevo la storia che ti eri dimenticato. Stamattina quando mi sono alzata hai piagnucolato per cinque minuti abbracciandomi e dicendomi di non andarmene perché stanotte non avremmo dormito insieme.”

Si sentì una risatina.

“Piper e Rachel, lo so che state origliando dietro la porta. Smammate.”

“D’accordo, okay non mi ero dimenticato. Almeno ci ho provato. E poi stavo davvero cucinando.”

Annabeth gli posò una mano sul petto. “Senza maglietta, sperando di ottenere la mia compassione?”

“Beh, cercavo di suscitare qualcosa di diverso dalla compassione, ma l’idea generale era quella. E poi le Regole le hai davvero stabilite tu.”

“Non parlare delle Regole con le ragazze! Mi tormenteranno per sempre…”

“Tu adori le nostre regole,” le sussurrò Percy all’orecchio.

“C – certo che adoro le nostre regole.”

Vedendola sussultare, Percy colse il suo momento di debolezza e la baciò. Era difficile resistergli, in quella situazione, incastrata tra lui e la porta, con le mani di lui sui fianchi…

“Percy! Non cercare di corrompermi. Non funzionerà.”

Percy sfoggiò la sua faccia da supplica, quella che Piper definiva cucciolo di foca. “Ma…”

“Mettiti una maglietta e vattene.”

“Sei cattiva,” disse Percy fingendo di piagnucolare. Annabeth non poteva negare che fosse adorabile e magari in un’altra occasione l’avrebbe convinta, ma quella era la sua serata con le ragazze.

Gli diede un bacio veloce sulle labbra. “Domani puoi avere una ricompensa,” gli disse.

Il volto di Percy si illuminò. “C’entra qualcosa con la busta di Victoria’s Secret che hai posato all’ingresso?”

Annabeth rise. “Sì, se ti comporti bene,” gli rispose mentre uscivano dal bagno.

Dopo quella promessa – e molti commenti maliziosi da parte di Rachel e Piper – gli ci vollero solo dieci minuti per preparare uno zaino con le cose che gli servivano per andare a dormire al Campo. Percy salutò tutte frettolosamente, diede un bacio ad Annabeth e quando fu sull’uscio della porta chiamò “Allora ci vediamo domani mattina! Divertitevi ragazze,” e scomparve giù per le scale.

“Che cretino,” commentò Thalia.

Tutte mormorarono un assenso, Annabeth scuoteva la testa.

“Che dite, mangiamo?” chiese Hazel.

 

Tralasciando il fatto che avevano rischiato di far saltare in aria l’edificio lasciando acceso il forno, la pizza era venuta bene.

Annabeth aveva fatto una scenata, rimproverando tutte per la loro l’irresponsabilità e su come era sopravvissuta a due guerre contro mostri, Titani, Giganti e la Madre Terra in persona per poi essere uccisa da un forno.

“Sei più isterica di Era, Annabeth,” aveva commentato Thalia.

“Sicura di non essere incinta?”

“Muori, Piper,” fu l’amorevole risposta della bionda.

 

Comunque, era arrivato il momento dei film.

“Vediamo un Harry Potter,” decretò Annabeth. “Ho il cofanetto edizione speciale con tutti e otto i film che Rachel mi ha regalato il Natale scorso, ci sono anche le scene tagliate e le interviste al cast. Quale preferite vedere?”

“Il quarto,” rispose Rachel. “C’è Robert Pattinson.”

“Il terzo!” replicò Thalia. “E’ il più bello, e ci sono Remus e Sirius.”

“Sì ma non c’era ancora Luna! Io voglio un po’ di follia,” disse invece Piper.

Dopo una lunga discussione, finirono per vedere L’Ordine della Fenice, il preferito di Reyna.

 

“Oi, Annabeth,” cominciò a un certo punto Piper mentre si mettevano lo smalto alle unghie, “Che cos’era quella storia delle regole di cui parlava Percy?”

“Niente,” rispose velocemente l’interrogata. Non aveva vie di fuga per evitare l’argomento, dal momento che Rachel stava cercando di riprodurre un Van Gogh sul suo alluce. L’unico modo per scappare dalla domanda imbarazzante era porre un’altra domanda spostando l’attenzione delle ragazze su qualcos’altro. Atena ha sempre un piano.

“Hazel, tesoro, mi passeresti le patatine al formaggio? Grazie. Reyna, come se la sta passando Octavian? Sempre un coglione?”

“L’idiota che sventrava i peluches? Continua a farlo?” s’intromise Rachel.

“Purtroppo sì. Ma fortunatamente Frank sta ottenendo sempre più consensi tra i senatori... Octavian non avrà mai il pretorato, né cerca più di ottenerlo. E’ solo un fastidio, più che altro. L’altro giorno gli ho sguinzagliato Aurum contro, credo che mi eviterà per un bel po’,” concluse sorridendo.

“Sei malefica, – aspetta, com’è che ti chiami di cognome?” disse Thalia.

Reyna sospirò. “Arellano.”

“Sei malefica, Arellano,” ripeté Thalia alzando un pollice in approvazione.

“No, aspetta. E’ molto meglio di così,” intervenne Rachel. “Il suo nome completo è Reyna Avila Ramirez Arellano.”

“Cioè,” si intromise Piper. “Vuoi dire che le tue iniziali sono R.A.R.A.?”

Reyna si diede uno schiaffo da sola. “Ci risiamo.” Poi, rivolta ad Annabeth disse: “Ora capisci perché evito di dirlo in giro? Non dovevi divulgarlo!”

“Guarda che è un bel nome,” commentò Hazel. “Un nome importante. Hai due nomi e due cognomi, proprio come una vera regina.”

“Hazel Levesque, questa pessima battutina potevi anche risparmiartela. Me l’ha già detta Leo Valdez quando cercava di far colpo su di me. E comunque tutto il mondo sa che reina in spagnolo significa regina.”

“Giusto per avvertirti, sappi che ti chiameremo RARA per sempre.”

Thalia rise. Reyna si diede uno schiaffo da sola, rassegnata.

“Sì, okay, d’accordo, che RARA sia,” disse Piper con aria sbrigativa. “Annabeth, non credere di potermi sfuggire. Cos’era quella storia delle regole?”

Beccata di nuovo. Piper la conosceva proprio bene.

“Mi appello alla facoltà di non rispondere.”

Piper rise. “Sorella, sai che non esiste una facoltà del genere qui. O rispondi adesso o ti costringo a rispondermi. Ti conviene sputare il rospo, non ho voglia di ipnotizzarti al momento.”

Annabeth sapeva benissimo di non poter resistere ai poteri di Piper. Sarebbe stato solo più imbarazzante, tanto valeva confessare da sola, magari sarebbe riuscita a tralasciare qualche dettaglio…

“Okay, d’accordo, ve lo dico,” disse alzando le mani. “E’ proprio bello avere delle amiche che rispettano la tua privacy…”

“Parla!”

“Calmatevi… sembrate Era l’ultima volta che ha scoperto che Zeus aveva infranto il patto.” Il cielo tuonò, ma nessuna ci fece particolarmente caso. “Comunque. Le Regole sono delle norme che ho inventato quando Percy ed io siamo venuti a vivere qui. Regole di convivenza, insomma.”

“E…?” la incitò Rachel.

“E una delle Regole dice che quando siamo soli a casa nostra, Percy non deve indossare magliette. Certo, poi in inverno –“

Il resto del suo discorso fu interrotto dalla fragorosissima risata di Rachel e Piper. Thalia la guardava male. Hazel cercava di non guardarla affatto, e Reyna ebbe il buon gusto di fingere di non stare ridendo insieme a quelle altre due disgraziate.

“Avete finito? Siete voi che me l’avete chiesto.”

“Annabeth, è una cosa –“

“Fantastica? Lo so. La convivenza è meravigliosa. Possiamo fare sesso dove e quando vogliamo, senza preoccuparci di essere sgamati dalla suocera – senza offesa, sapete che adoro Sally, ma una volta è successo ed è stato molto imbarazzante, non sono riuscita a guardarla in faccia per un mese…”

“Annabeth –“

“Lo so che mi invidiate la vita sessuale.”

“Annabeth –“

“Che c’è?”

“Non fare certi discorsi davanti ad Hazel, si sente male.”

“Scusa, piccola.”

“Smettetela di trattarmi come se avessi nove anni!” disse Hazel lanciando un cuscino in aria. Ora, se avesse o meno avuto intenzione di colpire qualcuno, non ci è dato sapere. Fatto sta che colpì Piper in pieno.

“Ahi! Hazel!” la figlia di Afrodite ricambiò la cuscinata.

“Non toccare Hazel!”

Cuscino volante.

Tu non toccare Piper!”

Altro cuscino.

Inutile dire che scaturì una battaglia di cuscini in piena regola e senza esclusione di colpi tra tutte e sei le ragazze.

 

 

Visto che Rachel aveva deciso che proprio non dovevano chiudere occhio quella notte, si dettero da fare con i giochi. Dopo un lungo torneo a carte, Piper fece una proposta.

“Ognuna di noi deve raccontare un segreto. Qualcosa di divertente e che nessun altro sa, altrimenti non c’è sfizio. Meglio se è imbarazzante. E se raccontate delle balle vi picchio. Tutto chiaro?”

“Un normale Obbligo o Verità non ti piaceva?”

“Oh, ma questo è più diretto: posso obbligarvi a dire la verità,” rispose Piper facendo l’occhiolino.

Le altre annuirono, intimidite dalla figlia di Afrodite che avrebbe potuto usare il suo potere contro di loro.

“Bene, comincia tu, Thalia.”

La Cacciatrice dovette pensare un po’.

“Beh, visto che Annabeth vi ha già rivelato che anni fa avevo una cottarella per Apollo, devo pensare a qualcos’altro. Vediamo… okay, questo è imbarazzante. Quando ho rivisto Jason per la prima volta, mentre era in missione con Leo e con te, Piper, giuro che per un attimo lo credevo il fantasma di Luke.”

Annabeth impallidì visibilmente, poi si riprese. “Beh, in effetti i colori sono quelli.”

“E quindi? Hai scambiato Jason per Luke Castellan?” chiese Piper.

“Ho rivisto il ragazzo di cui ero innamorata nel mio fratellino, non credo che sia una cosa del tutto normale, Pipes. Tocca a te.”

Piper sospirò. “Quello che sto per raccontarvi è più che imbarazzante. Dovete promettermi di non dirlo a nessuno, okay?”

Le altre promisero.

“Una volta, quell’impicciona di mia madre ha pensato bene di farmi visita mentre io e Jason…” lasciò la frase in sospeso, arrossendo visibilmente.

“Mentre tu e Jason cosa?”chiese Rachel ghignando sotto i baffi.

“…facevamo l’amore.”

“Mi stai dicendo che Afrodite è scesa dall’Olimpo per vedere te e Jason che scopavate?”

“Il succo è quello,” rispose Piper grattandosi la nuca.

Annabeth, Rachel e Thalia scoppiarono a ridere.

“E cosa è successo? Intendo, quando è comparsa lei. Suppongo–” si interruppe per prorompere in un’altra breve risata, “suppongo che abbiate smesso.”

“Certo che abbiamo smesso! Jason era imbarazzatissimo, cercava di coprirsi in tutti i modi possibili – il ragazzo non realizza che quella pervertita ci avrà guardato innumerevoli volte anche da lassù – io invece sono rimasta com’ero e mi sono incazzata. Lei ha cercato di calmarmi, dicendo che voleva solo ‘passare a salutare’. Certo, come no. Per farvela breve, si è congedata con un ‘divertitevi, mi raccomando’. Ma che razza di madre è? Inutile dirvi che Jason si è rifiutato di scopare per due settimane.”

“E’ la dea dell’amore carnale, Piper,” disse semplicemente Annabeth, che stava seduta accanto a lei. “Almeno tua madre approva la vostra relazione. Atena ha minacciato Percy più volte, intimandogli di starmi alla larga.”

“Sul serio?” chiese Hazel.

“Sì, e lo ha fatto prima che ci mettessimo insieme. Il mio cucciolo vive con il costante terrore di essere trasformato in una civetta ogni volta che mi sfiora.”

“Annabeth, ‘il mio cucciolo’? ti stai proprio rammollendo,” la stuzzicò Thalia. “Comunque, il tuo anneddoto?”

“Mi avete già costretto a parlarvi delle Regole. Certo, ce ne sono altre, ma onestamente, sapete già fin troppe cose sulla mia vita. Lasciatemi conservare un briciolo di dignità.”

Le altre stavano per replicare, ma le fermò con aria dittatoriale: “Casa mia, decido io. Reyna, è il tuo turno.”

“Octavian ci ha provato con me.”

A Piper andò di traverso il popcorn che stava masticando, e Hazel prese a darle dei colpetti sulla schiena. Quando non fu più in pericolo di soffocamento – cosa che pure aveva suscitato diversi risolini – chiese a Reyna: “Cosa?”

“Voleva che lo candidassi al pretorato, subito dopo la sparizione di Jason. Ha cercato di flirtare per una settimana, poi alla fine l’ho preso a schiaffi davanti a tutto il Senato.”

“Così si fa,” approvò Thalia, sorridendo.

“Tocca a me?” chiese Rachel impaziente. “Bene. Questa fa ridere. Però ho bisogno di un elmo e di uno scudo per difendermi perché so che qualcuno vorrà uccidermi. No? Okay, poi se muoio farete i conti con Apollo. Volevo raccontarvi com’è andato il mio ultimo bacio prima di diventare Oracolo. Che, per inciso, non è stato il mio primo bacio.” Lanciò un’occhiata preoccupata ad Annabeth, poi riprese. “Quel cretino del suo attuale fidanzato era candidato per diventare il mio ragazzo. Annabeth non guardarmi così, almeno io ci provavo! Voi litigavate soltanto in quel periodo e Percy cercava conforto in me… comunque, per farla breve, un giorno Percy mi passa a prendere con la Prius di Paul – e non aveva ancora la patente, che cattivo ragazzo – e ci facciamo un giro romantico sulla South Shore. Nel momento esatto in cui comincio a fargli il discorso per dirgli che mi piace, un fottuto pegaso atterra sulla macchina! Ma io non mi faccio intimidire e lo bacio lo stesso, prima di lasciarlo andare via con Charles Beckendorf in sella a Blackjack. Che tempismo perfetto. No, ma capite? Trovo finalmente il coraggio di baciare il ragazzo che mi piaceva da mesi e un dannato cavallo alato mette fine a tutto! Avrei dovuto capirlo allora che non eravamo destinati a stare insieme… Ora tu non uccidermi.”

“Rachel,” disse Annabeth, “Guarda che lo sapevo già.”

“Cosa??”

“E’ una lunga storia*. Tocca ad Hazel.”

“Una volta mi sono trovata un’iguana sul letto. Era Frank.”

“Spiega meglio,” disse Thalia.

“Beh, in genere Frank non fa molto uso del suo potere di mutaforma, quindi non sono abituata a trovarmi strani animali intorno. Insomma, se fosse stato un gattino o un coniglio okay, ma mi sono svegliata e ho trovato un’iguana che mi dormiva accanto, cavolo! Chi di voi non avrebbe urlato? Le mie grida l’hanno svegliato ed è caduto dal letto. Quando è atterrato sul pavimento era di nuovo un ragazzo.”

“E questa cosa quando è successa?” domandò Annabeth.

“Già, Haze, scusa ma da quando Frank entra in camera tua nel bel mezzo della notte?” s’intromise Piper.

La figlia di Plutone si era ovviamente fatta rossa.

“Ragazze, secondo me dormono insieme da secoli e non ce l’hanno mai detto,” propose Rachel.

“N-no! Ma che dite! Lo sapete che sono una tipa all’antica, io… è capitato, okay? Non dormiamo mai insieme o cose del genere. Credo che avesse avuto un incubo e quindi era venuto a cercarmi, ma visto che mi aveva trovato addormentata aveva pensato bene di non svegliarmi e di mettersi a dormire accanto a me.”

“Sì, certo, ti crediamo, Hazel.”

“Ma è la verità!”

 

Erano le tre, ed era arrivata l’ora del secondo spuntino della nottata.

Reyna stava spalmando il burro d’arachidi sui panini, mentre Thalia arrostiva i marshmallow con delle piccole scariche di elettricità. Tre quarti della loro scorta erano bruciacchiati.

Finito con il burro di arachidi, Reyna aprì lo sportello del mobile per prendere il barattolo di Nutella che Annabeth, da brava maniaca dell’ordine, aveva subito messo a posto dopo la spesa, e notò le tante buste di colorante blu. Sorrise impercettibilmente.

“Quei due si sono organizzati bene. Durante la guerra, Percy aveva maturato l’idea di venire a vivere a Nuova Roma, e invece…”

“Credimi, è meglio che abbiano trovato un posto solo per loro. Percy sente la necessità di staccare la spina una volta ogni tanto, e non posso certo biasimarlo. Non ha avuto un attimo di tregua negli ultimi sette anni e non deve essere stato facile essere l’Eroe di entrambe le profezie. Meglio che si siano stabiliti qui, dove possono essere indipendenti. Il padre di Annabeth crede che giochino a fare gli adulti, ma fanno sul serio.”

“Si vede lontano da un miglio che questa situazione sarà permanente,” commentò Reyna.

La figlia di Zeus sorrise. “Permanente… è la parola preferita di Annabeth. Sì, penso che rimarranno qui per molto. E chi se ne frega se i vicini sentono le urla.”

“Litigano parecchio?” chiese Reyna.

Thalia ridacchiò. “Non mi riferivo necessariamente a quel tipo di urla…” Anche Reyna rise.

“Ragazze, a che punto siete? Qui abbiamo fame!”

 

Ore cinque e trentacinque.

“Ragazze,” chiamò Rachel da vicino alla finestra. “L’alba.”

“Hey, Thalia, il tuo amore Apollo sta facendo sorgere il sole.”

“Sei divertente quanto le battute di Nico di Angelo, Annabeth,” rispose la Cacciatrice.

“Apollo è mio,” ricordò Rachel con aria assassina.

“Bene, ora che abbiamo anche assistito a questo irripetibile spettacolo, che ne dite se ci spostassimo in camera?”

“Non ditemi che avete sonno.”

“Un po’,” ammisero Hazel e Reyna.

“No, se salite sul nostro lettone Percy vi ammazza. E’ tipo una cosa sacra per lui.”

“Sacra? Credo che tu e Percy lo rendiate piuttosto profano con le vostre attività notturne.”

 

 

*la lunga storia su come Annabeth sia venuta a conoscenza del bacio tra Rachel e Percy la trovate qui.

Angolo autrice: rieccomi! Sono riuscita ad aggiornare in tempo come promesso :)

Ditemi cosa ne pensate della seconda parte: cosa vi è piaciuto di più? (ed eventualmente cosa non vi è piaciuto) Vorrei sentire il vostro parere su questo capitolo visto che il terzo è in fase di scrittura e posso ancora lavorarci.

Vi do una piccola anticipazione: Percy torna!

Se volete stalkerarm- ehm, volevo dire seguirmi, qui trovate il mio Twitter ed il mio Tumblr. Avvisatemi se mi seguite così posso ricambiare!

Un bacione,

Ginny_theQueen ♥ 

 

   
 
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