“Io
ve l’avevo detto che quella lì aveva
un’aria
sospetta.”
“Piantala,
Annabeth.”
Passeggiavano
sulla affollatissima Fifth Avenue ed
erano appena state attaccate da tre dracenae
della Scizia. Forti ma non imbattibili. Annabeth aveva neutralizzato la
prima
in venti secondi, ma le altre due erano state più tenaci e
restie a farsi
polverizzare. C’erano volute anche Thalia e Reyna per
rispedirle nel Tartaro.
Annabeth rabbrividì al ricordo di quel posto...
“Le
avevo viste anche io,” commentò Rachel.
“Annabeth aveva ragione.”
“Come
sempre.”
“Che
facciamo ora?” chiese Hazel.
“Casa
di Percy e Annabeth ci aspetta!” rispose
Rachel.
“E’
già ora di andare?”
“Dobbiamo
prima passare a fare la spesa, non ho
abbastanza viveri per tutte voi, considerando che mangiate come
animali.”
“Hey!”
protestò Piper.
“Tu
non puoi proprio parlare,” disse Rachel
ridendo.
“Di
cosa abbiamo bisogno?” chiese Reyna una volta
arrivate da Walmart.
“Dipende
da quello che volete mangiare stasera,”
le rispose Annabeth.
“Pizza!”
dissero in coro Rachel e Piper. Thalia
annuì.
“Hazel,
per te va bene?”
“Okay.”
“Vada
per la pizza, allora.”
“Prendiamo
anche qualcosa di dolce. Non so,
nutella, burro di arachidi, marshmallow… vedete
voi.”
“Che
siano blu, altrimenti Percy non li mangia.”
“Quanti
anni ha, cinque? Trovati un ragazzo
normale, Annabeth,” disse Thalia.
“Comunque
non c’è il rischio. Percy non vedrà
nemmeno tutta questa roba, perché mangeremo tutto. Non
è vero, Rachel?”
“Certo,
Pipes.”
Lo
sguardo di Annabeth cadde sul carrello
stracolmo che Piper e Rachel si ostinavano a riempire di cibo
spazzatura.
“Ragazze!” disse loro. “Non vorrei
sembrarvi tirchia, ma vi ricordo che io
non sono l’erede di un ingente
patrimonio come voi due, il mio papino non mi dà cinquemila
dollari di paghetta
settimanale, io i soldi devo guadagnarmeli
onestamente…”
“Che
problema c’è, Ann?” rispose Piper.
Rachel
sorrise. “OFFRIAMO NOI!”
La
metropolitana era affollatissima e il tragitto
piuttosto lungo. Le ragazze, piene di buste dello shopping e della
spesa, e
stanche per aver camminato tutto il pomeriggio, non vedevano
l’ora di buttarsi
sul letto di Annabeth. Uscite dalla metro percorsero un paio di isolati
a piedi
ed arrivarono al palazzo di Percy e Annabeth. Thalia e Reyna erano le
uniche a
non esserci mai state.
“Bel
posto,” commentò Reyna.
“Grazie,”
rispose Annabeth fiera. “Aspetta di
vedere l’interno della casa. L’ho disegnata
io.”
Annabeth
aprì la porta e tutte entrarono.
“Stupido
Testa d’Alghe, ha lasciato la luce
accesa in cucina.”
“Annabeth,
sei tornata! Oh, ciao ragazze.”
Percy
comparve davanti a loro con una scodella in
mano.
Tralasciando
il fatto che avesse una scodella in
mano, tralasciando anche il significativo dettaglio che fosse a torso
nudo,
c’era da rispondere alla domanda ovvia sul perché
fosse ancora in casa.
“Percy,
che diamine ci fai ancora qui?”
Lui
assunse un’espressione innocente. “Cosa
intendi con che diamine ci faccio qui?
Io ci vivo qui, Annabeth. Ricordi quella splendida mattina di maggio in
cui ti
ho chiesto di andare a vivere insieme e tu mi hai buttato le braccia al
collo
perché –”
“Percy!
L’accordo era che te ne saresti andato
per le sei! Sono le otto, noi dobbiamo fare il pigiama
party,” disse Annabeth
stizzita.
“Oh,
era stasera? Me n’ero dimenticato…”
“Bel
fisico, Jackson,” s’intromise Piper.
“Già,”
aggiunse Rachel.
“Ragazze!”
Annabeth si stava arrabbiando.
“Che
stavi facendo con quella ciotola in mano?”
chiese Hazel cercando di non arrossire mentre inevitabilmente
incontrava lo
sguardo del ragazzo.
“Che
stavi facendo a torso nudo?” replicarono
Rachel e Piper.
Percy
le ignorò. “Stavo… stavo cucinando.
Sì,
stavo preparando la cena. Volevo fare una sorpresa ad Annabeth,
ma…”
“Perché
stavi cucinando a torso nudo, di grazia?” chiese nuovamente
Reyna, scettica.
Percy
sfoggiò un sorrisetto. “Vedete, in questa
casa ci sono delle regole particolari che ha stabilito
Annab–“
“Non
interessa a nessuno!” lo interruppe
Annabeth. “Percy, possiamo parlare un secondo?”
Posò
le buste sul pavimento dell’ingresso e
condusse Percy in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Prima
che potesse dire qualcosa, Percy sorrise
malizioso.
“Sbaglio,
o era una busta di Victoria’s Secret
quella che avevi in mano?”
Annabeth
lo ignorò.
“Percy,
sono senza parole. Non me la bevo la
storia che ti eri dimenticato. Stamattina quando mi sono alzata hai
piagnucolato per cinque minuti abbracciandomi e dicendomi di non
andarmene
perché stanotte non avremmo dormito insieme.”
Si
sentì una risatina.
“Piper
e Rachel, lo so che state origliando dietro
la porta. Smammate.”
“D’accordo,
okay non mi ero dimenticato. Almeno
ci ho provato. E poi stavo davvero cucinando.”
Annabeth
gli posò una mano sul petto. “Senza
maglietta, sperando di ottenere la mia compassione?”
“Beh,
cercavo di suscitare qualcosa di diverso
dalla compassione, ma
l’idea generale
era quella. E poi le Regole le hai davvero stabilite tu.”
“Non
parlare delle Regole con le ragazze! Mi
tormenteranno per sempre…”
“Tu
adori le nostre regole,” le sussurrò Percy
all’orecchio.
“C
– certo che adoro le nostre regole.”
Vedendola
sussultare, Percy colse il suo momento
di debolezza e la baciò. Era difficile resistergli, in
quella situazione,
incastrata tra lui e la porta, con le mani di lui sui
fianchi…
“Percy!
Non cercare di corrompermi. Non
funzionerà.”
Percy
sfoggiò la sua faccia da supplica, quella
che Piper definiva cucciolo di foca.
“Ma…”
“Mettiti
una maglietta e vattene.”
“Sei
cattiva,” disse Percy fingendo di
piagnucolare. Annabeth non poteva negare che fosse adorabile e magari
in
un’altra occasione l’avrebbe convinta, ma quella
era la sua serata con le
ragazze.
Gli
diede un bacio veloce sulle labbra. “Domani
puoi avere una ricompensa,” gli disse.
Il
volto di Percy si illuminò. “C’entra
qualcosa
con la busta di Victoria’s Secret che hai posato
all’ingresso?”
Annabeth
rise. “Sì, se ti comporti bene,” gli
rispose mentre uscivano dal bagno.
Dopo
quella promessa – e molti
commenti maliziosi da parte di Rachel e Piper – gli ci
vollero solo dieci minuti per preparare uno zaino con le cose che gli
servivano
per andare a dormire al Campo. Percy salutò tutte
frettolosamente, diede un
bacio ad Annabeth e quando fu sull’uscio della porta
chiamò “Allora ci vediamo
domani mattina! Divertitevi ragazze,” e scomparve
giù per le scale.
“Che
cretino,” commentò Thalia.
Tutte
mormorarono un assenso, Annabeth scuoteva
la testa.
“Che
dite, mangiamo?” chiese Hazel.
Tralasciando
il fatto che avevano rischiato di
far saltare in aria l’edificio lasciando acceso il forno, la
pizza era venuta
bene.
Annabeth
aveva fatto una scenata, rimproverando
tutte per la loro l’irresponsabilità e su come era
sopravvissuta a due guerre
contro mostri, Titani, Giganti e la Madre Terra in persona per poi
essere
uccisa da un forno.
“Sei
più isterica di Era, Annabeth,” aveva
commentato Thalia.
“Sicura
di non essere incinta?”
“Muori,
Piper,” fu l’amorevole risposta della
bionda.
Comunque,
era arrivato il momento dei film.
“Vediamo
un Harry
Potter,” decretò Annabeth. “Ho
il cofanetto edizione speciale con tutti e
otto i film che Rachel mi ha regalato il Natale scorso, ci sono anche
le scene
tagliate e le interviste al cast. Quale preferite vedere?”
“Il
quarto,” rispose Rachel. “C’è
Robert Pattinson.”
“Il
terzo!” replicò Thalia. “E’ il
più bello, e
ci sono Remus e Sirius.”
“Sì
ma non c’era ancora Luna! Io voglio un po’ di
follia,” disse invece Piper.
Dopo
una lunga discussione, finirono per vedere L’Ordine
della Fenice, il preferito di
Reyna.
“Oi,
Annabeth,” cominciò a un certo punto Piper
mentre si mettevano lo smalto alle unghie, “Che
cos’era quella storia delle regole
di cui parlava Percy?”
“Niente,”
rispose velocemente l’interrogata. Non
aveva vie di fuga per evitare l’argomento, dal momento che
Rachel stava
cercando di riprodurre un Van Gogh sul suo alluce. L’unico
modo per scappare
dalla domanda imbarazzante era porre un’altra domanda
spostando l’attenzione
delle ragazze su qualcos’altro. Atena
ha
sempre un piano.
“Hazel,
tesoro, mi passeresti le patatine al
formaggio? Grazie. Reyna, come se la sta passando Octavian? Sempre un
coglione?”
“L’idiota
che sventrava i peluches? Continua a
farlo?” s’intromise Rachel.
“Purtroppo
sì. Ma fortunatamente Frank sta
ottenendo sempre più consensi tra i senatori... Octavian non
avrà mai il
pretorato, né cerca più di ottenerlo.
E’ solo un fastidio, più che altro.
L’altro giorno gli ho sguinzagliato Aurum contro, credo che
mi eviterà per un
bel po’,” concluse sorridendo.
“Sei
malefica, – aspetta, com’è che ti chiami
di
cognome?” disse Thalia.
Reyna
sospirò. “Arellano.”
“Sei
malefica, Arellano,” ripeté Thalia alzando
un pollice in approvazione.
“No,
aspetta. E’ molto meglio di così,”
intervenne Rachel. “Il suo nome completo è Reyna
Avila Ramirez Arellano.”
“Cioè,”
si intromise Piper. “Vuoi dire che le tue
iniziali sono R.A.R.A.?”
Reyna
si diede uno schiaffo da sola. “Ci
risiamo.” Poi, rivolta ad Annabeth disse: “Ora
capisci perché evito di dirlo in
giro? Non dovevi divulgarlo!”
“Guarda
che è un bel nome,” commentò Hazel.
“Un
nome importante. Hai due nomi e due cognomi, proprio come una vera regina.”
“Hazel
Levesque, questa pessima battutina potevi
anche risparmiartela. Me l’ha già detta Leo Valdez
quando cercava di far colpo
su di me. E comunque tutto il mondo sa che reina
in spagnolo significa regina.”
“Giusto
per avvertirti, sappi che ti chiameremo
RARA per sempre.”
Thalia
rise. Reyna si diede uno schiaffo da sola,
rassegnata.
“Sì,
okay, d’accordo, che RARA sia,” disse Piper
con aria sbrigativa. “Annabeth, non credere di potermi
sfuggire. Cos’era quella
storia delle regole?”
Beccata
di nuovo. Piper la conosceva proprio
bene.
“Mi
appello alla facoltà di non rispondere.”
Piper
rise. “Sorella, sai che non esiste una
facoltà del genere qui. O rispondi adesso o ti costringo a rispondermi. Ti conviene
sputare il rospo, non ho
voglia di ipnotizzarti al momento.”
Annabeth
sapeva benissimo di non poter resistere
ai poteri di Piper. Sarebbe stato solo più imbarazzante,
tanto valeva confessare
da sola, magari sarebbe riuscita a tralasciare qualche
dettaglio…
“Okay,
d’accordo, ve lo dico,” disse alzando le
mani. “E’ proprio bello avere delle amiche che
rispettano la tua privacy…”
“Parla!”
“Calmatevi…
sembrate Era l’ultima volta che ha
scoperto che Zeus aveva infranto il patto.” Il cielo
tuonò, ma nessuna ci fece
particolarmente caso. “Comunque. Le Regole sono delle norme
che ho inventato
quando Percy ed io siamo venuti a vivere qui. Regole di convivenza,
insomma.”
“E…?”
la incitò Rachel.
“E
una delle Regole dice che quando siamo soli a
casa nostra, Percy non deve indossare magliette. Certo, poi in inverno
–“
Il
resto del suo discorso fu interrotto dalla
fragorosissima risata di Rachel e Piper. Thalia la guardava male. Hazel
cercava
di non guardarla affatto, e Reyna ebbe il buon gusto di fingere di non
stare
ridendo insieme a quelle altre due disgraziate.
“Avete
finito? Siete voi che me l’avete chiesto.”
“Annabeth,
è una cosa –“
“Fantastica?
Lo so. La convivenza è meravigliosa.
Possiamo fare sesso dove e quando vogliamo, senza preoccuparci di
essere
sgamati dalla suocera – senza offesa, sapete che adoro Sally,
ma una volta è
successo ed è stato molto
imbarazzante, non sono riuscita a guardarla in faccia per un
mese…”
“Annabeth
–“
“Lo
so che mi invidiate la vita sessuale.”
“Annabeth
–“
“Che
c’è?”
“Non
fare certi discorsi davanti ad Hazel, si
sente male.”
“Scusa,
piccola.”
“Smettetela
di trattarmi come se avessi nove
anni!” disse Hazel lanciando un cuscino in aria. Ora, se
avesse o meno avuto
intenzione di colpire qualcuno, non ci è dato sapere. Fatto
sta che colpì Piper
in pieno.
“Ahi!
Hazel!” la figlia di Afrodite ricambiò la
cuscinata.
“Non
toccare Hazel!”
Cuscino
volante.
“Tu non
toccare Piper!”
Altro
cuscino.
Inutile
dire che scaturì una battaglia di cuscini
in piena regola e senza esclusione di colpi tra tutte e sei le ragazze.
Visto
che Rachel aveva deciso che proprio non
dovevano chiudere occhio quella notte, si dettero da fare con i giochi.
Dopo un
lungo torneo a carte, Piper fece una proposta.
“Ognuna
di noi deve raccontare un segreto.
Qualcosa di divertente e che nessun altro sa, altrimenti non
c’è sfizio. Meglio
se è imbarazzante. E se raccontate delle balle vi picchio.
Tutto chiaro?”
“Un
normale Obbligo
o Verità non ti piaceva?”
“Oh,
ma questo è più diretto: posso obbligarvi
a dire la verità,”
rispose Piper facendo
l’occhiolino.
Le
altre annuirono, intimidite dalla figlia di
Afrodite che avrebbe potuto usare il suo potere contro di loro.
“Bene,
comincia tu, Thalia.”
La
Cacciatrice dovette pensare un po’.
“Beh,
visto che Annabeth vi ha già rivelato che
anni fa avevo una cottarella per Apollo, devo pensare a
qualcos’altro. Vediamo…
okay, questo è imbarazzante. Quando ho rivisto Jason per la
prima volta, mentre
era in missione con Leo e con te, Piper, giuro che per un attimo lo
credevo il
fantasma di Luke.”
Annabeth
impallidì visibilmente, poi si riprese.
“Beh, in effetti i colori sono quelli.”
“E
quindi? Hai scambiato Jason per Luke Castellan?”
chiese Piper.
“Ho
rivisto il ragazzo di cui ero innamorata nel
mio fratellino, non credo che sia
una cosa del tutto normale, Pipes. Tocca a te.”
Piper
sospirò. “Quello che sto per raccontarvi
è più che
imbarazzante. Dovete promettermi
di non dirlo a nessuno, okay?”
Le
altre promisero.
“Una
volta, quell’impicciona di mia madre ha
pensato bene di farmi visita mentre io e Jason…”
lasciò la frase in sospeso,
arrossendo visibilmente.
“Mentre
tu e Jason
cosa?”chiese Rachel ghignando sotto i baffi.
“…facevamo
l’amore.”
“Mi
stai dicendo che
Afrodite è scesa dall’Olimpo per vedere te e Jason
che scopavate?”
“Il
succo è quello,”
rispose Piper grattandosi la nuca.
Annabeth,
Rachel e
Thalia scoppiarono a ridere.
“E
cosa è successo?
Intendo, quando è comparsa lei.
Suppongo–” si interruppe per prorompere in
un’altra breve risata, “suppongo che abbiate
smesso.”
“Certo
che abbiamo
smesso! Jason era imbarazzatissimo, cercava di coprirsi in tutti i modi
possibili – il ragazzo non realizza che quella pervertita ci
avrà guardato
innumerevoli volte anche da lassù – io invece sono
rimasta com’ero e mi sono
incazzata. Lei ha cercato di calmarmi, dicendo che voleva solo
‘passare a
salutare’. Certo, come no. Per farvela breve, si è
congedata con un
‘divertitevi, mi raccomando’. Ma che razza di madre
è? Inutile dirvi che Jason
si è rifiutato di scopare per due settimane.”
“E’
la dea
dell’amore carnale, Piper,” disse semplicemente
Annabeth, che stava seduta
accanto a lei. “Almeno tua
madre
approva la vostra relazione. Atena ha minacciato Percy più
volte, intimandogli
di starmi alla larga.”
“Sul
serio?” chiese
Hazel.
“Sì,
e lo ha fatto
prima che ci mettessimo insieme. Il mio cucciolo vive con il costante
terrore
di essere trasformato in una civetta ogni volta che mi
sfiora.”
“Annabeth,
‘il mio cucciolo’?
ti stai proprio rammollendo,”
la stuzzicò Thalia. “Comunque, il tuo
anneddoto?”
“Mi
avete già
costretto a parlarvi delle Regole. Certo, ce ne sono altre, ma
onestamente,
sapete già fin troppe cose sulla mia vita. Lasciatemi
conservare un briciolo di
dignità.”
Le
altre stavano per
replicare, ma le fermò con aria dittatoriale:
“Casa mia, decido io. Reyna, è il
tuo turno.”
“Octavian
ci ha
provato con me.”
A
Piper andò di
traverso il popcorn che stava masticando, e Hazel prese a darle dei
colpetti
sulla schiena. Quando non fu più in pericolo di soffocamento
– cosa che pure
aveva suscitato diversi risolini – chiese a Reyna:
“Cosa?”
“Voleva
che lo
candidassi al pretorato, subito dopo la sparizione di Jason. Ha cercato
di
flirtare per una settimana, poi alla fine l’ho preso a
schiaffi davanti a tutto
il Senato.”
“Così
si fa,”
approvò Thalia, sorridendo.
“Tocca
a me?” chiese
Rachel impaziente. “Bene. Questa fa ridere. Però
ho bisogno di un elmo e di uno
scudo per difendermi perché so che qualcuno
vorrà uccidermi. No? Okay, poi se muoio farete i conti con
Apollo. Volevo
raccontarvi com’è andato il mio ultimo bacio prima
di diventare Oracolo. Che,
per inciso, non è stato il mio primo bacio.”
Lanciò un’occhiata preoccupata ad
Annabeth, poi riprese. “Quel cretino del suo attuale
fidanzato era candidato
per diventare il mio ragazzo.
Annabeth non guardarmi così, almeno io ci provavo! Voi
litigavate soltanto in
quel periodo e Percy cercava conforto in me… comunque, per
farla breve, un
giorno Percy mi passa a prendere con la Prius di Paul – e non
aveva ancora la
patente, che cattivo ragazzo – e ci facciamo un giro
romantico sulla South
Shore. Nel momento esatto in cui comincio a fargli il discorso per
dirgli che
mi piace, un fottuto pegaso atterra sulla
macchina! Ma io non mi faccio intimidire e lo bacio lo
stesso, prima di
lasciarlo andare via con Charles Beckendorf in sella a Blackjack. Che
tempismo
perfetto. No, ma capite? Trovo finalmente il coraggio di baciare il
ragazzo che
mi piaceva da mesi e un dannato cavallo alato mette fine a tutto! Avrei
dovuto
capirlo allora che non eravamo destinati a stare insieme…
Ora tu non uccidermi.”
“Rachel,”
disse
Annabeth, “Guarda che lo sapevo già.”
“Cosa??”
“E’
una lunga storia*.
Tocca ad Hazel.”
“Una
volta mi sono
trovata un’iguana sul letto. Era Frank.”
“Spiega
meglio,”
disse Thalia.
“Beh,
in genere
Frank non fa molto uso del suo potere di mutaforma, quindi non sono
abituata a
trovarmi strani animali intorno. Insomma, se fosse stato un gattino o
un
coniglio okay, ma mi sono svegliata e ho trovato un’iguana
che mi dormiva
accanto, cavolo! Chi di voi non avrebbe urlato? Le mie grida
l’hanno svegliato
ed è caduto dal letto. Quando è atterrato sul
pavimento era di nuovo un
ragazzo.”
“E
questa cosa
quando è successa?” domandò Annabeth.
“Già,
Haze, scusa ma
da quando Frank entra in camera tua nel bel mezzo della
notte?” s’intromise
Piper.
La
figlia di Plutone
si era ovviamente fatta rossa.
“Ragazze,
secondo me
dormono insieme da secoli e non ce l’hanno mai
detto,” propose Rachel.
“N-no!
Ma che dite!
Lo sapete che sono una tipa all’antica, io…
è capitato, okay? Non dormiamo mai
insieme o cose del genere. Credo che avesse avuto un incubo e quindi
era venuto
a cercarmi, ma visto che mi aveva trovato addormentata aveva pensato
bene di
non svegliarmi e di mettersi a dormire accanto a me.”
“Sì,
certo, ti
crediamo, Hazel.”
“Ma
è la verità!”
Erano
le tre, ed era
arrivata l’ora del secondo spuntino della nottata.
Reyna
stava
spalmando il burro d’arachidi sui panini, mentre Thalia
arrostiva i marshmallow
con delle piccole scariche di elettricità. Tre quarti della
loro scorta erano
bruciacchiati.
Finito
con il burro
di arachidi, Reyna aprì lo sportello del mobile per prendere
il barattolo di
Nutella che Annabeth, da brava maniaca dell’ordine, aveva
subito messo a posto
dopo la spesa, e notò le tante buste di colorante blu.
Sorrise impercettibilmente.
“Quei
due si sono
organizzati bene. Durante la guerra, Percy aveva maturato
l’idea di venire a
vivere a Nuova Roma, e invece…”
“Credimi,
è meglio
che abbiano trovato un posto solo per loro. Percy sente la
necessità di
staccare la spina una volta ogni tanto, e non posso certo biasimarlo.
Non ha
avuto un attimo di tregua negli ultimi sette anni e non deve essere
stato
facile essere l’Eroe di entrambe le profezie. Meglio che si
siano stabiliti
qui, dove possono essere indipendenti. Il padre di Annabeth crede che
giochino
a fare gli adulti, ma fanno sul serio.”
“Si
vede lontano da
un miglio che questa situazione sarà permanente,”
commentò Reyna.
La
figlia di Zeus
sorrise. “Permanente…
è la parola
preferita di Annabeth. Sì, penso che rimarranno qui per
molto. E chi se ne
frega se i vicini sentono le urla.”
“Litigano
parecchio?” chiese Reyna.
Thalia
ridacchiò.
“Non mi riferivo necessariamente a quel
tipo di urla…” Anche Reyna rise.
“Ragazze,
a che
punto siete? Qui abbiamo fame!”
Ore
cinque e
trentacinque.
“Ragazze,”
chiamò
Rachel da vicino alla finestra. “L’alba.”
“Hey,
Thalia, il tuo
amore Apollo sta facendo sorgere il sole.”
“Sei
divertente
quanto le battute di Nico di Angelo, Annabeth,” rispose la
Cacciatrice.
“Apollo
è mio,”
ricordò Rachel con aria assassina.
“Bene,
ora che
abbiamo anche assistito a questo irripetibile spettacolo, che ne dite
se ci
spostassimo in camera?”
“Non
ditemi che
avete sonno.”
“Un
po’,” ammisero Hazel
e Reyna.
“No,
se salite sul
nostro lettone Percy vi ammazza. E’ tipo una cosa sacra per
lui.”
“Sacra?
Credo che tu
e Percy lo rendiate piuttosto profano
con le vostre attività notturne.”
*la
lunga storia su
come Annabeth sia venuta a conoscenza del bacio tra Rachel e Percy la
trovate qui.
Angolo
autrice:
rieccomi! Sono riuscita ad aggiornare in tempo
come promesso :)
Ditemi
cosa ne
pensate della seconda parte: cosa vi è piaciuto di
più? (ed eventualmente cosa
non vi è piaciuto) Vorrei sentire il vostro parere su questo
capitolo visto che
il terzo è in fase di scrittura e posso ancora lavorarci.
Vi
do una piccola
anticipazione: Percy torna!
Se
volete
stalkerarm- ehm, volevo dire seguirmi,
qui trovate il mio Twitter
ed il
mio Tumblr.
Avvisatemi
se mi seguite così posso ricambiare!
Un
bacione,
Ginny_theQueen
♥