Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |       
Autore: Ginny_theQueen    10/10/2014    9 recensioni
[Post war, no spoilers]
Annabeth, Piper, Rachel, Reyna, Hazel e Thalia hanno in programma di passare assieme due giorni indimenticabili. Come? Ovviamente con un bel pigiama party nel nuovo appartamento di Percy e Annabeth. In bilico tra la normalità e la follia. Se ne vedranno delle belle, leggere per credere.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Piper McLean, Rachel Elizabeth Dare, Reyna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'OTP: seaweed brain'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Qualche nota prima che iniziate: Questa fanfiction era cominciata come una cosa seria. Non che poi sia diventata demenziale, solo che ho cercato di renderla realistica. Insomma, chi ai pigiama party con le amiche non va fuori di testa? Per questa volta, ho voluto che Annabeth e le altre avessero un’esperienza normale, come possiamo averla io e voi. Con tanto di follia e qualche mostro in più, magari. Insomma, non prendetela come una cosa seria.

Buona lettura, ci vediamo giù.

 

 

A Percy non piaceva essere cacciato di casa.

Finito il liceo, e dopo aver compiuto  diciannove anni (Annabeth a luglio e Percy ad agosto), si erano trovati una casa vicina a Long Island ma non troppo distante dall’università, in modo che Percy potesse andare al Campo ogni giorno senza prendere la macchina, e che Annabeth potesse frequentare Architettura con un paio di fermate di metropolitana.

La convivenza non si era certo rivelata come Percy se l’era immaginata, ma litigare per le cose più stupide e per i dettagli più insignificanti era una cosa che lui e Annabeth sapevano fare benissimo, più o meno da quando avevano dodici anni.

Solo un paio di volte le litigate erano state così violente che un allontanamento provvisorio era stato necessario: una volta era stato lui ad andarsene sbattendo la porta e ad aver passato la notte nella Cabina azzurra del Campo Mezzosangue che era – e sempre sarebbe stata – aperta per lui, ed un’altra volta era stata lei a richiedere con un sussurro che la lasciasse sola, trattenendo le lacrime. In entrambe le occasioni i due avevano gestito la situazione come adulti, ed avevano affrontato i problemi nel migliore modo possibile.

Questa volta, invece, a Percy proprio non andava giù.

Annabeth gli aveva cortesemente chiesto di trovarsi un altro posto per la notte, non perché avessero litigato o perché volesse stare un po’ da sola, anzi non voleva stare sola affatto. Voleva fare un pigiama party.

Per i primi dieci secondi, Percy aveva davvero creduto  che la sua ragazza stesse scherzando. Poi, vedendo che continuava a ridere, lei gli aveva seriamente detto che era una cosa da ragazze, e che almeno per una notte le sarebbe piaciuto tornare ad essere una bambina, vivere un’esperienza così stranamente ordinaria che in effetti, non aveva mai provato.

“E con chi vorresti farlo questo pigiama party, sentiamo un po’?”

“Con le ragazze, naturalmente.”

“Posso almeno sapere il nome della persona che occuperà la mia parte del letto?” aveva chiesto drammaticamente lui.

“Beh, dubito che c’entreremo tutte, nella tua parte del letto. Comunque le ragazze sono Piper, Rachel, Reyna, Hazel, e Thalia, se Artemide le dà il permesso.”

“Quindi sareste in sei?” chiese Percy sconvolto.

“In realtà avevo invitato anche Clarisse, ma dice che è una cosa troppo femminile per una figlia di Ares…”

“Avevi invitato Clarisse a dormire nel nostro letto senza nemmeno chiedermelo?”

Annabeth non riuscì a trattenere una risata vedendo l’espressione esasperata del suo ragazzo.

“Che problema hai, scusa?”

“In effetti, un altro problemino ci sarebbe. Piper e Reyna, nella stessa stanza, durante la notte? Non sono sicuro che poi uscirebbero entrambe vive…”

“Sotto il mio tetto si fa quello che dico io, e se quelle due non dovessero andare d’accordo se la vedranno fuori di qui,” sentenziò Annabeth.

Percy pensò di ribattere che quello era anche il suo tetto, ma Annabeth riprese a parlare.

“Sono entrambe due delle mie migliori amiche, se mi vogliono bene sapranno come comportarsi.”

Percy fece un altro paio di tentativi per farla desistere, ma la questione era chiusa. Quando Annabeth prendeva una decisione era irremovibile.

Sconfitto, sfoggiò la sua migliore faccia da cucciolo e provò un’ultima volta: “Posso rimanere a dormire sul divano? O sul tavolo della cucina? O nella vasca da bagno? Ti prego, non cacciarmi, questa volta non ho fatto niente!”

“Infatti, Percy, non sono minimamente arrabbiata con te, ma capirai che se ti caccio c’è una ragione. Non puoi stare qui mentre ci sono le ragazze.”

“E perché no?”

“Perché è una cosa tra ragazze!”

“E io dove dovrei passare la notte, scusa?”

“Che ne so, dov’è che vai quando non dormi qui? Al Campo?”

“Non voglio andarci, penseranno tutti che abbiamo litigato e faranno un sacco di domande, a cui francamente mi vergognerei di rispondere con onestà.”

“Da tua madre?”

“Peggio.”

“Non ce l’hai un’amante?” chiese lei con una risatina.

“In effetti sì, peccato che Reyna sia già invitata al tuo stupido pigiama party,” rispose lui sarcastico, “Quindi non posso andare nemmeno da lei.”

“Credi di essere divertente…”

 

Era deciso: le ragazze avrebbero passato insieme tutta la giornata di venerdì e poi sarebbero andate a ‘dormire’ nell’appartamento di Percy e Annabeth.

Volevano semplicemente passare una giornata normale tra loro, niente di più. Ma erano ben consapevoli dei rischi che correvano: sei semidee così potenti non protette dalle barriere del Campo creavano un’aura molto forte, quindi avevano preso le loro precauzioni in caso di attacco di mostri. Sotto i vestiti casual ognuna di loro portava infatti la propria arma personale e una zolletta di ambrosia in tasca.

Annabeth aveva seguito i corsi mattutini all’università, Thalia aveva avuto una giornata libera da Artemide, e Reyna – arrivata il giorno prima da San Francisco – aveva passato la notte come ospite al Campo Mezzosangue. Piper, residente per tutto l’anno al Campo, l’aveva accompagnata a Manhattan (erano entrambe gioiose); Rachel che viveva ancora nella sua lussuosa villa nel Queens doveva raggiungerle alla Goode High, dove si dovevano incontrare tutte per passare a prendere Hazel, che si era trasferita lì per un semestre.

Le prime ad arrivare furono proprio Piper e Reyna, che se ne stavano imbarazzate pregando gli dei che Annabeth arrivasse presto. In genere quando il gruppo si riuniva cercavano di ignorarsi cordialmente. Non c’era precisamente una ragione ufficiale per la loro reciproca antipatia – ehm, Jason – ma si erano sempre comportate in modo freddo e distante. Immaginate che spasso percorrere il tragitto dal Campo alla Goode in un imbarazzante silenzio…

Piper non ce la faceva più. Quel silenzio era così ostinato che faceva praticamente rumore. 

“Allora… Reyna, come ti sei trovata al Campo Mezzosangue? Noi greci siamo famosi per l’ospitalità,” cercò con tutta se stessa di suonare amichevole.

“Sì, la vostra fama vi precede. Sono stati tutti molto gentili con me, specialmente Chirone. Ieri Annabeth mi aveva addirittura offerto di dormire nella Cabina di Atena, ma temo che i suoi fratelli non avrebbero gradito l’intrusione in uno spazio così privato. E il vostro cibo è divino.”

Piper ridacchiò nervosamente. “Mi pare di ricordare che anche al Campo Giove non ci scherzate con la cucina.”

“Già.”

Tra le due calò di nuovo il silenzio. Reyna non si stava sforzando molto per essere amichevole, aveva solo risposto cortesemente alla sua domanda, ma non sembrava interessata nel continuare un discorso.

Per fortuna arrivò Thalia, che abbracciò Piper e strinse la mano a Reyna. Nelle poche volte che si erano viste, Piper e Thalia avevano instaurato un buon rapporto. Thalia approvava pienamente della relazione di Piper con suo fratello Jason, nonostante spesso le chiedesse provocatoriamente di unirsi alle Cacciatrici, perché era una ragazza forte e indipendente. Se Thalia considerava lei forte e indipendente, Piper si chiedeva quante volte avesse chiesto ad Annabeth di unirsi alle Cacciatrici.

“Reyna, la settimana scorsa ho finalmente avuto modo di incontrare la tua sorella maggiore… siamo state ospiti delle Amazzoni a Seattle. Somigli moltissimo a Hylla.”

Reyna sorrise. “Un incontro diplomatico tra Amazzoni e Cacciatrici di Artemide? Non credevo fosse possibile…”

“Siamo state molto bene – oh, Annie!” con un cenno della mano salutò Annabeth che stava arrivando.

“Ciao ragazze,” disse entusiasta. Le abbracciò una ad una, prima Thalia.

“Thals, mi sei mancata.”

“Anche tu, piccola. Hai avuto proprio una bella idea a riunirci.”

Poi Reyna. “Reyna! Non ci vediamo da quanto? Due mesi? Dovevi proprio venire.”

“Ti ringrazio,” rispose lei, sempre così dannatamente formale.

E per ultima Piper, che vedeva quasi tutti i giorni.

“Oh, ci sei anche tu,” la stuzzicò.

“Stanotte non ti farò chiudere occhio, Chase,” rispose Piper.

Dopo aver salutato tutte, Annabeth guardò l’orologio.

“Manca solo Rachel, giusto? La campanella dovrebbe suonare tra cinque minuti, prendiamo Hazel e andiamo.”

“Rachel è la solita ritardataria,” commentò Piper.

Trenta secondi dopo furono travolte da una massa di capelli rossi.

“Ciao a tutte!” disse Rachel, esuberante come al solito­.

“Stavi dicendo qualcosa, Piper?” le chiese con aria consapevole.

“Ma come diamine fai a sapere che stavo parlando di te, Dare?”

Rachel fece un gesto molto teatrale. “Sono l’Oracolo di quel figo di Apollo, bella. Conosco passato, presente e futuro.”

Annabeth sbuffò divertita. “Non te la tirare tanto, rossa. Devo ricordarti a cosa hai dovuto rinunciare?”

Annabeth la prendeva continuamente in giro per ciò che il suo giuramento aveva implicato, cioè la castità. La loro amicizia era praticamente fondata su quello: Annabeth sfotteva, Rachel aveva una rispostina pronta che faceva scoppiare a ridere entrambe. L’antica rivalità per Percy era più che dimenticata.

“Oh, ma oggi ho il supporto di un’altra eterna vergine! Thalia, come va la vita?” disse dandole una pacca sulla spalla.

“Benissimo. Ricordiamo ad Annie che è meglio restare sole che male accompagnate, e quel cretino di Percy è decisamente una cattiva compagnia.”

“Sono d’accordo,” ammise Reyna che si era concessa una risatina.

Dopo poco furono raggiunte da Hazel, che salutò cordialmente tutte.

“Allora, dove si va?”

“Avete fame? Pranziamo prima e poi andiamo a farci un giro?”

“Io ho una fame che mangerei anche Hazel,” disse Rachel.

A volte si scordavano che Hazel era cresciuta negli anni ’30 e non capiva affatto il loro umorismo.

“Oh, non preoccuparti, Hazel. Rachel stava solo scherzando,” aggiunse Annabeth vedendo l’espressione sconcertata della più piccola.

“Certo che stavo scherzando. Sennò poi chi la sente Piper? Già mi guarda male quando mangio una bistecca, figuriamoci cosa farebbe trovandosi di fronte al cannibalismo. Vegetariani, non li capirò mai…”

“Hey!” urlò Piper.

“Sei vegetariana, Piper?” chiese Reyna cercando di suonare interessata.

“Una vegetariana convinta,” rispose Annabeth per lei. “Non hai idea dei drammi che succedono quando Jason vuole portarla fuori a cena.”

“Vogliamo parlare dei casini che provochi tu quando Percy vorrebbe galantemente pagarti la cena e tu fai sproloqui di mezz’ora sulla parità dei sessi? Povero ragazzo, Annabeth riesce a rovinare le serate più romantiche,” rispose Piper.

“Sì, ma poi quando arriviamo a casa si aggiusta tutto,” Annabeth ammiccò.

“Ah, giusto. Dimenticavo le tue capacità amatorie. Qui non tutti sanno che sei una dea del sesso, Annabeth, e che vuoi spodestare mia madre Afrodite.”

“Attente, stanotte potrebbe saltarvi addosso!” aggiunse Rachel ridendo. “Piper, ti ricordi quella volta che –“

“Rachel Elizabeth Dare!” la interruppe Annabeth. “Non azzardarti a raccontare quella cosa o quanto è vero che mia madre è Atena ti ammazzo, ” aggiunse decisa. “E poi è stato un incidente,” disse arrossendo.

Un incidente. Hai sentito, Pipes? E’ stato un incidente,” scoppiò a ridere.

Rachel era decisamente la più pettegola tra loro, e pretendeva che Annabeth e Piper le raccontassero tutti i dettagli (soprattutto quelli più piccanti) della loro vita sentimentale, per il semplice fatto che lei non poteva viverli in prima persona. La cosa a volte diventava imbarazzante. Sapeva tutto di tutti. Al Campo si era persino aperta un business, scambiando informazioni per favori di ogni genere.

 

 

“Dai Piper, ti prego, assaggia questo pollo! E’ fantastico,” le stava dicendo Rachel.

Tutte e sei stavano sedute a un tavolino per quattro, Reyna e Hazel occupavano comodamente due lati del tavolo, mentre Thalia e Annabeth e Rachel e Piper si erano divise i restanti due.

“Per l’ultima volta, Rach, non mangerò carne! Non vi sto guardando male, voi potete continuare a mangiare tutto quello che volete, io ho i miei hamburger di tofu, pace! Hai proprio rotto le palle.”

“Piper, guarda che ci sono persone non abituate alla tua scostumatezza,” la prese in giro Annabeth, che ricevette un’occhiataccia dalla figlia di Afrodite.

“Come ci disponiamo stasera?” chiese Reyna. “Per dormire intendo.”

“Se credete che stanotte chiuderemo occhio avete proprio capito male,” rispose Thalia.

“Già,” appoggiò Rachel. “Stanotte ci si diverte. Prima facciamo qualche gioco, che so, qualcosa di imbarazzante, poi scegliamo un film da vedere e poi ci faremo i capelli e le unghie a vicenda spettegolando.”

“E’ questo che si fa ai pigiama party delle mortali?” chiese Piper.

Thalia annuì e aggiunse: “Hai dimenticato la parte più bella. Mangiare tante schifezze e bere tanto alcol.”

“Alt, alt, calme, tigri! Niente alcol a casa mia. Prima di tutto, molte di voi sono ancora minorenni – Rachel non guardarmi così – e poi suppongo che nessuna di voi si ricordi cosa è successo l’ultima volta che vi è entrato un po’ di alcol nell’organismo, eh? Piper e Leo hanno vomitato sul tappeto, Jason stava per volare fuori dalla finestra ed è un miracolo che Frank non si sia trasformato in un elefante nel mio salotto. Hazel, ti prego, appoggiami.”

“Ragazze, Annabeth ha ragione. E poi è casa sua, dovremmo seguire le sue regole,” disse timidamente.

“Visto?” Annabeth indicò Hazel. “La voce della ragione. Hazel ha parlato: a casa mia non bevete più. Il massimo che posso concedervi se sentite che state per addormentarvi è una tazza di caffè, che è già troppo, considerando che siete tutte piuttosto iperattive. Raccontate a Reyna cosa succede se Leo assume caffeina.”

Piper, Hazel e Rachel scoppiarono a ridere, Thalia scosse la testa in rassegnazione.

“Beh insomma, come avrai notato, Leo ha una sindrome di iperattività e deficit di attenzione davvero molto alta, anche per un semidio.”

“E’ più o meno come Percy quando era più piccolo, ma ancora peggio. Te lo ricordi, Thal? Non riusciva a concentrarsi su qualcosa per più di venti secondi,” commentò Annabeth. Thalia annuì.

“Ecco, Leo è peggio. Abbiamo dimostrato scientificamente, dopo un’acuta e attenta osservazione, che non riesce a stare fermo per più di sette secondi. Nemmeno quando dorme,” proseguì Hazel.

“Una volta, questa cretina qui,” disse Annabeth indicando Piper, “ha pensato bene di fargli una tazza di caffè, extra zuccherato, come se la caffeina non bastasse. Sembrava ubriaco, giuro. Saltellava qua e là per il Campo canticchiando. Ed erano le due di notte. Alla fine siamo dovute andare a svegliare Clovis, un figlio di Hypnos – e ti assicuro che è praticamente impossibile svegliare un figlio di Hypnos – per far cadere Leo in un sonno profondo, o lo avremmo ucciso.”

Reyna rise.

 

 

“Okay ragazze. Sapete che non amo questo genere di cose, ma se vogliamo vivere una giornata normale, un po’ di shopping è d’obbligo. E poi ci sono i saldi,” disse Annabeth con un sorriso.

Piper sbuffò, chiaramente disapprovando.

“Ma che razza di figlia di Afrodite sei?” chiese Thalia.

“Già, è così noiosa che potrebbe essere una figlia di Atena,” aggiunse Rachel, che si beccò uno schiaffo dalla figlia di Afrodite appena sfottuta.

“Devo cacciarvi di casa ancora prima di farvi entrare?” minacciò Annabeth.

Hazel scosse la testa. “Ce la facciamo a stare dieci minuti senza battibeccare?”

Rachel rise sotto i baffi.

Annabeth sospirò mentre prendeva Reyna sotto braccio. “Ho fatto un grave errore a far conoscere quelle due,” e indicò Rachel e Piper che si scambiavano un’occhiatina complice.

Thalia annuì. “Sono spaventose insieme.”

“Persino Travis e Connor Stoll hanno paura di loro.”

“Se aveste un po’ di buon senso anche voi ci temereste. Non appena una di voi si addormenta stanotte, la conciamo per le feste.”

“Annabeth, l’idea del pigiama party comincia a non piacermi…”

 

 

Erano in un negozio di sport e lo stavano svaligiando. Tute e scarpe da ginnastica tornano utili quando combatti mostri quasi tutti i giorni.

Hazel, non tanto familiare con l’idea degli shorts si stava provando una deliziosa gonnellina da tennis bianca che risaltava sulla sua pelle color cioccolato.

“Haze, quella non va bene,” disse Piper entrando nel camerino di prova. “Non ucciderai nessun mostro se sei intenta ad assicurarti che non ti si alzi la gonna,” le disse dolcemente.

Hazel era come la sorellina di tutte: aveva un’aria di innocenza che destava in ognuna di loro la voglia di proteggerla.

“Chi dice che la deve indossare per combattere mostri?” s’intromise Annabeth. “Magari le viene voglia di giocare a tennis. Guarda come le sta bene.”

Piper capì. “In effetti hai ragione, Ann. Hazel, che gambe chilometriche. Da quando sei così figa? O meglio, perché nascondi la tua figaggine sotto quei pantaloni non aderenti?”

Hazel arrossì. “E’ solo che non mi sento molto a mio agio con certi capi…”

“Oh, piccola, siamo nel ventunesimo secolo, devi adeguarti!”

“Piper, perché tu e Reyna non andate a scegliere qualcosa con Hazel?” propose Annabeth. Il suo piano della giornata era stato quello di coinvolgere il più possibile Reyna, che era l’estranea del gruppo, e di farle fare amicizia con Piper. Non le andava giù che due delle sue amiche più strette non si sopportassero.

Piper la guardò in cagnesco, ma Hazel si era rivestita e la stava tirando per un braccio fuori dal camerino. “Andiamo, Pipes! Reyna, che ne dici di cominciare da quel reparto?”

Thalia aveva in mano due t-shirt: una a sfondo nero con una scritta che diceva pink is the enemy e un’altra con l’immagine di una bambola impiccata con scritto DEATH TO BARBIE in caratteri cubitali. Annabeth sorrise. Thalia non sarebbe mai cambiata.

“Ti piacciono?” le chiese.

“Sembrano fatte apposta per te.”

Poi Annabeth si avvicinò a Rachel, che sembrava particolarmente interessata allo stand monocolore che stava scorrendo con le mani.

“Rach… non puoi comprare quella roba. Il colore cozza con i tuoi capelli.”

Rachel fece un ghigno divertito. “Chi se ne frega! Sono rossa e indosso vestiti rossi. Tutto di me grida rosso, persino il mio nome. Rachel Elizabeth Dare. RED. La moda non mi impedirà di sfoggiare la mia vera natura!” disse con fare drammatico.

“Lo spirito di Delfi ti ha dato alla testa,” commentò Annabeth ridendo.

Dopo che tutte ebbero pagato, uscirono dal negozio con un paio di buste ciascuna.

“Oi, Annabeth!” disse Piper. “Dobbiamo assolutamente andare lì!”

Stava indicando un punto vendita di Victoria’s Secret.

“Io là dentro non ci metto piede,” si tirò indietro Thalia.

“Già, tutto quel pizzo… neanche per sogno,” aggiunse Rachel.

“Vorrà dire che ci andremo solo io e Annabeth allora. Non è che voi altre ve ne fareste molto, dell’intimo sexy. Voi due avete giurato castità eterna ad Apollo e Artemide, mentre Hazel è ancora pura e non si decide a darsi una mossa… Reyna, ovviamente sei la benvenuta se vuoi venire con noi,” lo disse quasi con aria di sfida.

Reyna valutò le sue possibilità. Fissò intensamente Piper. Annabeth pensava che avrebbe detto di no, ma alla fine annuì. “Vengo con voi.”

Una volta dentro, Piper cacciò fuori il suo lato Afroditesco.

“Annabeth, dobbiamo trovarti un completino blu. O azzurro. Basta che sia di quella scala cromatica…”

“Perché?” chiese ingenuamente Reyna.

“Perché Percy va pazzo per il blu. Annabeth e i completini intimi blu sono la sua combinazione preferita. L’ultimo gliel’ha distrutto,” aggiunse con una risatina maliziosa.

Piper! Vogliamo raccontarlo a tutto il negozio?” la riprese Annabeth arrossendo. “Per te invece… il colore preferito di Jason è –“

“Il viola,” rispose automaticamente Reyna. Poi sembrò accorgersi di averlo detto ad alta voce e si schiarì la gola. “Il colore preferito di Jason è il viola,” ripeté.

Quella conversazione stava andando a parare in zone pericolose…

“No,” disse tranquillamente Piper. “Il colore preferito di Jason è l’arancione.”

“Oh, beh una volta era il viola, il colore della toga che portava al Campo Giove quando era pretore.”

Cazzo. In quei pochi attimi di silenzio Annabeth pregò gli dei affinché Piper non rispondesse a tono rovinando la loro serata.

Funzionò.

“Poi Era gli ha rubato i ricordi e si è scelto un altro colore preferito, magari. Non ne faccio una questione di filosofia, davvero… ma sono un’indiana Cherokee, il viola cozzerebbe con la mia carnagione. Un bell’arancione fluo è quello che mi serve,” Piper disse con il suo migliore sorriso. Reyna non replicò.

Crisi scampata.

 

Annabeth fu molto felice del suo acquisto: tanga e reggiseno coordinati di un bell’azzurro acceso e con le rifiniture in pizzo nero. Non vedeva l’ora di indossarli e vedere la faccia che Percy avrebbe fatto dopo averle tolto i vestiti.

Reyna optò per un comodo reggiseno sportivo color carne e due paia di mutandine che erano in saldo.

Piper alla fine aveva comprato due completini più del necessario, forse per irritare Reyna, forse perché non poteva resistere. Uno arancione fluo, uno con una fantasia a fiori e uno semplice di pizzo nero. Piper non era una figlia di Afrodite per niente, e Annabeth doveva ammettere che agli occhi di un uomo era decisamente irresistibile.

“Jason ti salterà addosso,” le sussurrò mentre uscivano dal negozio.

“Lo fa sempre,” ripose Piper ammiccando.

 

“Finalmente, quanto ci avete messo?” si lamentò Thalia.

“Piper ha svaligiato Victoria’s Secret,” commentò Reyna.

Rachel sorrise maliziosamente. “Sono sicura che Jason apprezzerà… e io sarò più che felice di ascoltare i resoconti dettagliati.”

“Rachel, lasciatelo dire. Sei una pervertita e mi fai paura,” l’accusò Annabeth.

“Almeno voi fate sesso!”

“Forse avresti dovuto pensarci prima di diventare l’Oracolo di Delfi.”

“Bionda, te l’ho già spiegato. Non avevo altra scelta! La castità era compresa nel pacchetto, non potevo rinunciare. Quindi, visto che non potrò mai vivere un’esperienza sessuale con qualcuno, mi accontento di vivere attraverso di voi, mie care e belle migliori amiche con fidanzati da urlo, e devo festeggiare i vostri successi come se fossero i miei.”

“Io non le racconto più niente,” borbottò la figlia di Atena.

“Idem,” aggiunse Piper.

“Comunque ho pensato che una persona con cui potrei… in realtà ci sarebbe.”

“Chi, le tue dita?”

“PIPER!” urlò Annabeth.

Hazel si era fatta rossa. Thalia si era tappata le orecchie in disgusto e Reyna sembrava indecisa se fare lo stesso o continuare ad ascoltare e scoppiare in una fragorosa risata.

“No, stronza.” Rachel fece un profondo respiro come se dovesse confessare un crimine, poi disse semplicemente. “Apollo.”

Ci fu un coro di “Apollo?

Mentre le altre erano nella più totale confusione, Annabeth scoppiò improvvisamente a ridere. Tutte si voltarono verso di lei per accertarsi della sua salute mentale.

“Ah. Ragazze… era una battuta. Annabeth l’ha capita prima di noi. Figlia di Atena…”

“No, Piper. Non rido perché penso che Rachel abbia fatto una battuta. Al contrario, penso che fosse disperata e serissima… Rido perché – dei, non ce la faccio,” Trattenne un’altra risata. “Rido perché quando eravamo piccole, Thalia aveva una cotta per Apollo!”

“Annabeth Chase, ti ammazzo!” la minacciò Thalia.

E’ uno splendore, diceva sempre…”

“Che Artemide mi fermi se cerco di ammazzare la mia migliore amica…”

Le altre – tranne Rachel – ridevano.

“Scusate? Stavamo parlando del mio problema col sesso!”

Annabeth cercò di calmare le risate. “Sì, scusa, rossa. Dicci di questa tua fantastica idea. E non preoccuparti, non devi essere gelosa di Thalia. Non è mai successo niente tra lei e Apollo.” Scoppiò di nuovo a ridere.

“In realtà mi ha fatto guidare il suo carro! Mica lo fa fare a tutte quante!” dichiarò fiera Thalia.

Piper non riusciva quasi a respirare e si manteneva lo stomaco.

“Non so se ridere o piangere, visto quanto è ridicola questa situazione,” disse Reyna, e Hazel fu d’accordo.

“Okay, stop. Annabeth, smettila di ridere così sguaiatamente. Rachel, parla. E evita di dire cose che potrebbero provocare ulteriore ilarità, per favore. Altrimenti perdiamo Annabeth.”

“E’ molto semplice, ragazze. Quando ho pronunciato il mio giuramento mi sono impegnata con Apollo. Ho consacrato la mia esistenza a lui. Non ho pronunciato parola sulla castità come invece fate voi Cacciatrici,” si girò verso Thalia come per cercare approvazione, e quest’ultima annuì. “Quindi, niente mi impedirebbe di… insomma, se lui volesse, io dovrei accettarlo, ecco.”

“A me sembra che tu sia più che consenziente,” commentò Piper.

“Dettagli,” la liquidò Rachel con un gesto della mano.

“Questo è il tuo piano geniale? Aspettare che Apollo ci provi con te?” chiese Annabeth.

“Secondo me vuole proprio sedurlo,” disse Piper.

“Non so se mi fate più schifo o paura,” commentò Reyna, ponendo fine alla discussione.

Beh, pensò Annabeth, almeno si è ambientata.

 

 

 

Angolo autrice: eccoci qui. Come avete sicuramente notato, questa era solo una parte introduttiva, il pigiama party in sé deve ancora venire.

Ho cercato di non sfociare troppo nell’OOC, anche se in questa situazione è un po’ difficile, (Rick non ha mai trattato certi argomenti o descritto una situazione simile) ma faccio del mio meglio. Se mi conoscete sapete che sono abituata a scrivere cose serie e decisamente meno comiche xD

Fatemi sapere se questo primo capitolo di follia vi è piaciuto, ho quasi terminato il prossimo e lo pubblicherò tra una settimana.

A presto,

Ginny_theQueen ♥

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Ginny_theQueen