Vi faccio tre domande: Credete in Dio? Credete nel Destino? Credete nella Casualità Degli Eventi?
Bene, allora state sbagliando tutto.
Forse non crederete a nulla di ciò che vi racconterò ma di sicuro vi farò aprire gli occhi su voi stessi e, forse, riuscirete a comprendere il vostro reale potenziale.
Mi chiamo Aaron O'Neal, quando iniziò tutto avevo ventisei anni ed ero uno studioso di storia antica e un tipo piuttosto solitario, anzi diciamo completamente asociale. Facevo fatica a fare amicizia, soprattutto per via del mio comportamento aggressivo.
La causa fu la perdita di una persona a me molto cara per overdose, fu uno shock.
Un anno dopo questo evento traumatico ricevetti una richiesta per uno scavo a sud del sito di Uruk per dare un parere su un reperto importante. Partii immediatamente, non potevo di certo farmi sfuggire un'occasione così ghiotta.
Appena atterrato a Bagdad fui prelevato da un tassista che mi accompagnò al sito. Quindici ore di viaggio compresi scali e viaggio soffocante in taxi, caldo estivo e niente aria condizionata.
Arrivati al sito di scavi un uomo sulla cinquantina tarchiato e sudato mi porse la mano.
- Salve, sono il professor Kurush, il direttore degli scavi! - esordì in lingua inglese l'uomo.
- Salve! Quindi è questo il villaggio che avete rinvenuto. - avevo poco entusiasmo.
Era un sito archeologico relativamente piccolo, un buco quadrangolare circondato da quattro trincee rettangolari e strette.
"Che cosa puoi trovare di tanto rilevante in un piccolo villaggio." pensai deluso.
- Si, è stato un colpo di mortaio a far riaffiorare alcune costruzioni. Sembra risalente a circa ventimila anni fa, il che lo colloca tra i primi insediamenti della civiltà! - spiegò Kurush col fiatone.
Sbuffai, ero stanco, assonnato e pure irrequieto.
- Non me ne frega niente della datazione storica, voglio solo vedere questo cazzo di manufatto! - sbottai.
- Oh... si certo, di qua prego! -
Kurush mi accompagnò al capanno dei reperti dove alcune ragazze stavano pulendo dei cocci, continuammo a camminare fino ad arrivare alla sua scrivania. Era un disastro, coperta di cartacce scarabocchiate e cartine geografiche della zona. Aprì uno dei cassetti e mi porse una tavoletta coperta da un panno nero.
- Ecco qua, questa è forse la scoperta più importante dal ritrovamento della stele di rosetta! - fece lui tutto eccitato.
"Sì, come no! Dicono tutti così!" ne avevo conosciuti tanti di archeologi e tutti loro pensavano di aver scoperto chissà cosa, e invece...
Presi la tavoletta, era pesante, grande quanto un quaderno. Aprii delicatamente il panno.
La guardai attentamente in ogni suo dettaglio. "Non è possibile!"
- Mi avete fatto fare un viaggio di quindici ore, spendendo i pochi risparmi che avevo, per una cosa del genere? Mi prendete per il culo? Sembro forse uno a cui piacciono gli scherzi? - urlai.
- Assolutamente no, le assicuro che è autentica... e c'è di più, lo strato di terreno in cui è stata rinvenuta è databile a trentamila anni fa, prima della comparsa dell'homo sapiens. - spiegò il professore ancora turbato.
- Mi sta dicendo che questa tavola è autentica? Anche se sembra venuta fuori da un film di fantascienza? - ero furente.
"Sapevo che gli archeologi erano fuori di testa ma questo è troppo!"
Posai sulla scrivania la tavola di pietra, mi girai e feci per andarmene.
- Se quella tavola dice il vero allora sotto a queste rovine c'è la prova che cambierà il mondo come lo conosciamo, so che è stanco per il viaggio ma le chiedo solo di pensarci a mente lucida prima di andarsene, noi abbiamo bisogno di lei e delle sue competenze! - supplicò Kurush.
Mi fermai di colpo. Avevo esagerato, era la stanchezza a parlare.
- Va bene, avrete il mio aiuto per una settimana a partire da domani mattina alle otto. Scaduto il tempo segnalerò la cosa a chi di dovere! Chiaro? - lo fissai, volevo una risposta.
- Cristallino, col suo aiuto ,signor O'Neal, una settimana è anche troppa! - sorrise il professore.
Andai in un camper preparato a posta per me. Ero stanco, mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.