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Autore: PoisonLover    20/10/2014    1 recensioni
[Lucky Luke/Cocco Bill]
[Lucky Luke/Cocco Bill]“Chi sei tu?”
Dopo eterni minuti d'attesa, delle mani gli cinsero le spalle, e il sangue gli si gelò nelle vene.
“....Io. Sono. Te.”
Storia ispirata al capolavoro di R. L. Stevenson, "Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde", ma che ha come protagonisti Lucky Luke e Cocco Bill.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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L'oscurità l'avvolgeva, soffocandolo come un pesante mantello, e non vedeva nulla, nè sentiva nulla.

Era sul pavimento del saloon? Qualcuno l'avrà aiutato? I Dalton erano riusciti a scappare?

 

Era morto?

 

D'un tratto, a pochi passi da lui, un fuoco s'accese: un falò di intensa luce verde, spettrale, si stagliava al di sopra della sua testa;

le fiamme si alzavano e si calmavano ad un ritmo regolare, come se stesse respirando.

Desiderava avvicinarsi, ma si scoprì pietrificato.

Immobile nel buio, poteva solo guardare il fuoco alzarsi ed abbassarsi, con un movimento ipnotico e sempre uguale.

 

Attese.

 

Poi, dopo un attimo, o forse un'ora, il fuoco cominciò a strepitare, mandando zampilli ovunque, come un vulcano impazzito: il ritmo divenne più veloce, quasi frenetico, e le ombre che creava presero forme diverse, e si fermarono attorno al fuoco, pazienti.

 

Poteva percepire la solennità del momento, ma non capiva per che cosa.

 

I suoi occhi increduli incontrarono quelli di un altro essere che stava uscendo con le sue gambe dall'ormai enorme falò.

 

Era un uomo, nudo, il fisico simile al suo...sentì però un'aura maligna e perversa provenire dall'altro, e terrorizzato chiese:

 

“Chi sei tu?”

 

Non fece in tempo a vederne il volto; il fuoco si spense all'improvviso lasciandolo di nuovo nel buio.

Solo. Con quell'essere.

 

Il panico si fece strada nel suo cuore, che cominciò a battere all'impazzata:

Doveva scappare!

Ma le sue gambe non si mossero.

Lo sentiva respirare e girargli intorno, calmo come un predatore.

 

Dopo eterni minuti d'attesa, delle mani gli cinsero le spalle, e il sangue gli si gelò nelle vene.

“....Io. Sono. Te.”

 

 

 

Si svegliò di colpo, sudato e con un terribile mal di testa. Soprattutto per il fatto di aver sbattuto contro la testa di un'altra persona più che familiare.

 

“Mondopistolaecannone! Che male cane!” si lamentò questi massaggiandosi la fronte e il naso.

 

“Oow....Bill?...Cosa?...”

 

“Ti sei ripreso vedo, stavo morendo di preoccupazione,sai? Non ti posso lasciare da solo una giornata che....bah,non importa...”

Cocco Bill, pistolero esperto e forte bevitore di camomilla DOC, vide gli occhi stanchi e lievemente lucidi del suo partner, e non potè fare a meno di sedersi sul letto tenendogli una mano.

 

“Il medico ha detto che è stata l'afa e il saloon affollato a provocarti il malore, e che hai solo bisogno di riposare. Ma da come ti svegliato immagino che non ci riesca, eh?”

 

Sorrise lievemente giocando con le dita.

 

Luke ricambiò il sorriso e annuì.

 

“Già...beh...solo un incubo.”

“Colpa della febbre alta.”

“Per quanto tempo sono rimasto svenuto?”

“Una ventina di ore.”

 

“Che??”

“Avevi le convulsioni e la temperatura era alle stelle. Ti abbiamo portato in una delle stanze del saloon e chiamato il medico.

“Oh...il saloon...i Dalton!”

“Ah, sì, di quello mi sono occupato io.” Disse Bill ammiccando. “sono già nel penitenziario.”

“Grazie...”

“E di che?”

 

Rimasero in silenzio per alcuni minuti, accarezzando le mani dell'altro teneramente.

 

“Sai...ora che le nostre questioni sono state sistemate...potremmo prenderci una vacanza.”

“Una vacanza?”

“Beh,sì.”

“Non credo che il nostro cosiddetto lavoro ci permetta di prenderci una vacanza.”

“Il West sopravviverà per una settimana senza te e me. Tra l'altro, il dottore ha detto che hai bisogno di riposo: c'è una cittadina verso nord, fondata da Inglesi, molto tranquilla, tempo fa c'ero andato e sono stato in una capanna che ho affittato da uno del posto. Vista lago, isolata e con un clima che non supera i venticinque gradi. Che dici?”

 

Non aveva molta voglia di muoversi adesso, ma non poteva rifiutare un'offerta simile; un po' di pace e tranquillità gli avrebbero fatto comodo.

 

“Va bene,sì. Lascia che prepari le mie valige.” Scherzò lui, facendo la faccia da snob.

Bill scoppiò a ridere e si alzò dal letto.

 

“Adesso riposati, vado a prendere qualcosa per cena. Partiremo domani, con calma.”

 

Chiuse la porta, lasciando Luke da solo.

 

Sdraiandosi nuovamente cominciò ad immaginare loro due, seduti in riva al lago o facendo passeggiate, senza che nessuno li disturbasse. Magari qualche nuotata al chiaro di luna, nudi...

Apparve un sorriso imbarazzato e pensò che la temperatura gli si fosse alzata di nuovo, perchè faceva davvero caldo là dentro.

 

 

 

Il giorno seguente, dopo una buona colazione e aver sellato i loro compagni quadrupedi, i due cowboys si misero in viaggio per Utter Town, una tranquilla cittadina di origini britanniche, decisamente più grande del classico paese del West, ma più piccola di una città.

Piena di vita (e pub), Utter Town si era sviluppata in fretta, tant'è che avevano l'elettricità, strade asfaltate e negozi d'ogni tipo, e tuttavia circondata da una natura selvaggia.

 

Arrivati ai confini del paese, Bill guidò Luke verso una casetta in legno circondata da un giardino; una casa in puro stile West che faceva in qualche modo a pugni con la cittadina accanto.

 

“Aspetta qui.” Disse Bill, che entrò nella proprietà senza problemi.

Luke sbuffò, guardandosi intorno, annoiato: il viaggio era stato lungo, ma erano riusciti ad arrivare poco prima del tramonto.

Tutto sommato, sembrava un luogo tranquillo, e poteva già da lì vedere il lago brillare sotto la luce rossa del sole.

 

Dopo qualche minuto, vide Bill uscire assieme ad un vecchietto che gli strinse la mano e gli consegnò un piccolo mazzo di chiavi.

 

“Grazie Jonah, avevamo proprio bisogno di rilassarci.”

“Ma grazie a te, ragazzo mio! Mi hai salvato da quei brutti ceffi un paio d'anni fa, il minimo che possa fare è prestarti la mia casa sul lago quando hai voglia di riposarti. Oh, e benvenuto anche a lei, signor Luke!” Disse sorridendo sdentato.

Luke fece un cenno di saluto e contraccambiò il sorriso.

 

“Vabbè, allora ci vediamo presto. Ora è meglio portare i cavalli al pascolo prima che divorino le tue carote.”

Di tutta risposta il vecchietto diede una risata rauca.

 

Jolly sembrò un poco indignato.

“Per tua informazione, ho gusti ben più raffinati.”

Trottalemme nitrì “Sempre meglio di quei cactus che abbiamo mangiato a colazione...”

 

Cocco roteò gli occhi e salì in groppa al suo destriero.

“Allora, la vogliamo finire? I cavalli non parlano.”

 

E così galopparono verso la capanna sul lago.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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