Capitolo 7
Tonks e Remus
decisero di aspettare il mattino seguente per avvisare Silente.
Dopotutto, a
casa di Remus, Sirius era al sicuro per il momento quindi, finito il
loro tè,
salirono delle rispettive camere, sperando di riuscire consumare le
ultime ore
della notte in un sonno ristoratore.
La pallida luce del
sole entrò dalla finestra e, gettando una patina leggermente
dorata sulle
pareti e sul pavimento della camera da letto, andò a finire
proprio sul viso di
Sirius Black, ancora profondamente addormentato. Questi
mugugnò, si rigirò un
paio di volte ma poi fu costretto a socchiudere gli occhi grigi.
Di già mattina? Ma
si era appena coricato!
Accanto a lui, Remus
continuava a dormire beatamente, anche se il sole aveva ormai inondato
completamente la stanza. Qualcosa nell’espressione beata
dell’amico indusse
Sirius a non sveglialo.
Si alzò dal letto di
malavoglia, sbadigliando e stiracchiandosi e si diresse a passi
strascicati
verso il bagno, benedetto bagno.
Una volta appoggiate
le mani sul lavandino, alzò gli occhi e
fronteggiò la propria immagine allo
specchio.
Il suo primo
pensiero fu “ chi è questo mostro??”.
Fu dura, dirsi che
quel mostro era proprio lui: capelli neri lunghissimi e sporchi, volto
scarno e
pallido, occhi infossati.
Con una certa dose
di orrore, Sirius si disse che somigliava a Piton, soprattutto per i
capelli.
Si chiese da quanto
tempo non si guardava allo specchio, e la risposta non tardò
a venire: il
sorcio. Da quando il sorcio l’aveva mandato a marcire ad
Azkaban, ecco da
quando non si specchiava.
Dov’era finito il
bellissimo Sirius Black? Quello che faceva sospirare le ragazze e
morire
d’invidia i ragazzi?
L’aveva ucciso quel
sorcio, ecco dov’era finito. Quel Sirius Black era morto.
Esisteva solo Sirius
Black l’assassino, adesso. Sirius Black il criminale, Sirius
Black l’unico mago
mai fuggito da
Azkaban.
Con un sospiro
triste, Sirius buttò nella doccia, per affogare i suoi
brutti pensieri in un
getto d’acqua calda…
Dall’urlo che
uscì
dal bagno, qualche minuto dopo, si può dedurre che
l’acqua calda non c’era.
Quando il
“trattamento” fu concluso, Sirius si sentiva
decisamente meno mostro, con i
capelli corti e puliti e il
volto
rasato.
Non era certo il
bellissimo Sirius Black, ma poteva andare.
Almeno, si disse, non sembrava un invasato.
Stava guardandosi
allo specchio da varie angolature, quando delle voci provenienti dalla
cucina
attirarono la sua attenzione. Scese al piano di sotto e vide Silente e
Doge che
discutevano.
-…proprio un colpo
di fortuna.- stava dicendo l’anziano Doge.
-Si.- rispose il
Preside, ma il tono di voce non era quello di una persona che si
sentiva
fortunata. – Ma la nostra fortuna si ferma al felice incontro
con la giovane
Ninfadora, temo.- Aveva l’aria stanca e sembrava anche
più vecchio di quanto
non fosse. – Non abbiamo ancora trovato un posto che funga da
Quartier
Generale. Non possiamo restare qui ancora a lungo, tuttavia dobbiamo
iniziare
ad agire.-
A quelle parole,
qualcosa si accese nella testa di Sirius. Sentì che
finalmente, dopo tanto
tempo, aveva il modo di riscattarsi. Avrebbe dato il suo contributo
nella
cattura del sorcio.
Forse c’era un modo
per far tornare il vecchio Sirius Black, e forse quello era il punto
d’inizio:
aiutare l’Ordine l’avrebbe riportato indietro
forse…
Questi
o quasi tali erano i pensieri di Sirius quando, dopo aver annunciato la
propria
presenza con un colpo di tosse, disse: -Forse conosco un posto che fa
al caso
nostro.
Erano le undici
circa quando Remus aprì gli occhi.
Ancora inebetito dal
sonno, si trascinò fin al piano di sotto, dove
salutò con un –‘iornoh.- la
cucina completamente vuota.
Ci mise un bel po’
per capire che era solo in casa; allora le immagini della conversazione
della
sera prima con Tonks, in quella stessa cucina, si fecero largo nella
sua mente
come quando, nei film, un flash back riporta un particolare sfuggito al
protagonista.
Controllò in ogni
stanza, chiamando Silente.
Doveva trovare Silente!
Ma
perché diamine non mi hanno svegliato?? , pensò quando,
alla fine, si appoggiò contro la
parete, in preda all’ansia…
-Sono
sulle
tracce di Sirius??-
-Si. Kingsley Shacklebolt
è il responsabile della
ricerca a Sirius.-
-Dobbiamo avvisare Silente.-
…perchè
Silente non sapeva
nulla.
Il Preside non era al
corrente delle ultime indagini del Ministero su Sirius Black, mentre
lui, Doge
e il suddetto malandrino, sotto forma di grosso cane nero, si facevano
strada
tra le persone che si accalcavano lungo una stradina affollata di
Londra.
-…così,
pensi sia un posto
sicuro, quello che propone il ragazzo?- stava domandando un preoccupato
Doge.
-Credo di si. –
Silente
aveva un’espressione fiduciosa, difficilmente fraintendibile.
Non
si curavano delle persone più attente che
guardavano con stupore quei due strani uomini con ampi mantelli, che
sembravano
seguire un grosso cane nero che li teneva giusto alle calcagna.
-Ma non pensi che ci
potrebbero essere degli incantesimi di protezione…?-
continuò Doge, per niente
rassicurato.
-Elphias, ho piena fiducia
in Sirius. Se lui ci sta conducendo lì significa che ha
preso in considerazione
tutti i possibili pericoli.- rispose Silente con un tono di voce calmo
ma
assolutamente risoluto.
A quelle parole Sirius si
sentì scosso da una nuova forza: Silente si fidava ancora di
lui.
Allora, il vecchio Sirius
Black non era poi così lontano dal tornare.
Con un balzo, il grosso
cane nero accelerò il passo.
Kingsley Shacklebolt era il
responsabile della caccia a Sirius Black.
Detto così sembra
quasi
semplice.
Sirius Black,
l’assassino
più temibile degli ultimi tempi, il servo più
fedele di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato,
l’unico mai fuggito da Azkaban, era anche inafferrabile come
il fumo. Era ormai
un anno che Kingsley e la sua squadra erano costantemente impegnati a
cercare
Black: prendevano in considerazione ogni avvistamento, ogni possibile
impronta,
qualsiasi cosa potesse costituire una pista; ma era anche un anno che
facevano
clamorosamente fiasco.
L’unico passo avanti
che
avevano fatto era stato il ritrovamento della casa dei genitori di
Black,
magicamente nascosta a Grimmaulde Place, tra il numero undici e il
numero
tredici, di cui lui era l’unico proprietario. La squadra
anti-Black aveva
pensato che sarebbe stato il posto perfetto per nascondersi, date anche
le
innumerevoli protezioni che le erano state imposte, per questo facevano
a turno
per sorvegliarla e non la perdevano mai di vista.
Nemmeno questo, tuttavia,
era servito a molto; evidentemente Black non aveva ritenuto la sua
vecchia casa
un nascondiglio adeguato.
L’ennesimo fiasco.
Poi, un giorno,
la speranza: un Babbano disse di aver
avvistato un uomo emaciato, rispondente alla descrizione di Black, che
si
aggirava nelle strade poco fuori Londra, in compagnia di un altro uomo.
Immediatamente si
organizzò
una spedizione sul posto ma, per essere sicuri che quell’uomo
fosse veramente
Black, Shacklebolt ideò un piccolo piano.
Tra
i nuovi Auror c’era la cugina di Sirius
Black, tale Ninfadora Tonks, che spesso chiedeva di prendere parte alle
ricerche del cugino, richieste sempre rifiutate.
Tonks era la figlia della
cugina di Black che aveva sposato un Babbano di nascita. Molto
probabilmente,
se Black l’avesse incontrata, l’avrebbe
riconosciuta e avrebbe cercato di
ucciderla. Sarebbe stata la prova schiacciante
dell’identità di Black.
Non potevano sbagliare di
nuovo, ne andava del loro posto. Questa volta dovevano essere
sicuri.
Non potendo portarla
ufficialmente con loro, Shacklebolt fece in modo di parlare a voce
molto alta
della spedizione, tanto per essere sicuro che Tonks sentisse.
Li avrebbe seguiti, lui ne
era sicuro.
Infatti, una volta in
viaggio, subito si rese conto della presenza Disillusa di Tonks.
Una volta arrivati sul
posto, fu semplice costringerla a mostrarsi, farle un incantesimo di
Memoria e
mandarla dal presunto Black.
Kingsley sapeva che non era
molto carino da farsi, era quasi come mandarla al macello, ma era
sicuro anche
che ,se necessario, sarebbero intervenuti in tempo.
Era buio ormai, e Black era
solo, quando accadde qualcosa.
Un’enorme bestia
balzò
fuori dall’oscurità, cogliendo Kingsley e i suoi
di sorpresa.
Fecero giusto in tempo a
Smaterializzarsi e l’ultima cosa che Kingsley vide era la
povera Tonks, a
terra, svenuta…
Fortunatamente, Tonks era
tornata proprio quel giorno,sorridente e
perfettamente incolume, proprio in tempo per godersi
un’altra ottima
notizia…
Un gufo entrò tutto
arruffato nell’ufficio della squadra Anti-Black, posandosi
accanto a Kingsley
Shacklebolt.
Lui prese il messaggio e
quasi non buttò un urlo di gioia quando lesse ciò
che ivi era contenuto:
“Capo, qualcuno
è entrato
nel numero dodici di Grimmaulde Place. Presto, venite.”
Salve a tutti. Rieccomi [dopo un mese °ò°] con un altro insulsissimo capitoletto. Immagino che sia scontato che dia la colpa alla scuola per uesto immenso ritardo.
>.< maledettissimi prof. Il nuovo orario semi-definitivo è un palese tentato omicidio di massa.
Comunque, parliamo di questo "capitolo".
Mi rendo conto che il mio Kingsley sembra un infame, ma così me lo immagino: devotissimo al lavoro. E posso assicurarvi che era sicuro di riuscire a salvare Tonks, in caso di necessità.
Passiamo a ringraziare coloro che, con estrema buona volontà, mi hanno recensito:
Lily_Snape: Grazie per i complimenti ^_^. Oh si *o* Dora e Rem sono dolcissimi.Adoro scrivere di loro. Purtroppo in questo capitolo non era previsto niente tra loro, ma mi rifarò. ^__^ Fammi sapere se ti è piaciuto ^__^.
Star Petal:... altro capitolo non in anteprima per te, more. Mwahahahah. Ma non ti offendere, resti comunque la donna della mia vita xD. Mi recenCisCi anche quEtto capitolo? *°* Siiiii, siiiiii.
Teeevobbè. E che Caspian [ormai è assodato u__u] sia con ME. *çç*
Bellis: Ma graazie *ò*. Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo, eh! ^___^
Akita: Grazie anche a te *O*. Tra un po' spiegherò anche come è andata con Kingsley ^ç^. Fammi sapere che ne dici di questo capitolo ^___^.
In fine, ma non per importanza, ringrazio coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti [ nove, NOVE!!! *ç*] e coloro che hanno letto ^___^.
Alla prossima, ciauu.
Milla.