Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Sofyflora98    24/10/2014    2 recensioni
Sofia è una ragazza apparentemente comune, ma un incidente avvenuto in un pomeriggio di settembre, dopo la scuola, le svelerà la sua vera natura: lei è un'Astral, una persona che riesce a rendere reale ciò che non esiste. E' stato in seguito a quell'incidente che venne coinvolta nell'Astral project, l'associazione che gestisce e tiene sotto controllo questo strano fenomeno. Tra maggiordomi diabolici, dei della morte fiammeggianti e creature mostruose, Sofia scoprirà un mondo interamente nuovo, iniziando a comprendere meglio la vera natura della fantasia umana e dei sentimenti che si può provare per qualcosa che non esiste. O almeno, che fino a poco prima non esisteva.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando assieme a Sebastian entrai nella sala della pianificazione tattica, c'era già un bel gruppo di membri dell'associazione che discuteva animatamente su come procedere nell'operazione "Ritrovamento e recupero di Grell Sutcliff". Tutti però si zittirono quando noi entrammo.
- Signori, la signorina è arrivata – annunciò il maggiordomo, con un mezzo inchino in perfetto stile gentleman. Il signor Simon mi fece segno di avvicinarmi, così andai alla sua destra, osservando attentamente le altre persone presenti, perlopiù erano gli stessi che mi avevano presentato al mio arrivo, più diversi altri Astral e degli shinigami di cui non conoscevo il nome, probabilmente delle comparse sugli sfondi delle schermate.
- La aspettavamo, Sofia-san – mi disse uno di essi. Io accennai ad un sorriso, nervosa e anche un po' imbarazzata. Notai che sul tavolo c'erano delle mappe della città e dintorni, alcune stradali e altre con zone segnate in vari colori che non sapevo cosa significassero.
- Buongiorno – mormorai.
- Abbiamo già cominciato il raduno, e stavamo ancora una volta teorizzando ipotesi su come rintracciare Grell Sutcliff – esordì William, fissandomi intensamente in una maniera che mi fece sentire sotto esame – Ma purtroppo non sappiamo con che criteri cercare, dato che qualunque posto potrebbe essere buono. Le aree dove sono state segnalate le più intense attività sovrannaturali sono già monitorate – ed indicò le mappe con i colori strani.
- Quello che intende dire – aggiunse Simon – è che speravamo che tu potessi aiutarci, visto che sembri capire molto bene la psicologia del loro collega –
Cosa facesse loro pensare che io capissi la psicologia di Sutcliff rimane a me ancora un mistero, ma in quel momento mi sentii lusingata, e soprattutto felice che ci fosse bisogno di me. Questo perché di solito combino pasticci con il mio modo di camminare goffo e il mio essere dannatamente maldestra, oltre che distratta.
- Insomma dovrei ipotizzare dove potrebbe trovarsi? – domandai.
- Esatto. Ci sono molti modi in cui si può capire la possibile locazione di ciò che si vuole cercare in base a statistiche e conoscenza di ciò che si cerca, ma purtroppo qui nessuno di noi ha ancora ottenuto risultati. Un cervello in più, comunque, non fa mai male, anche se noi abbiamo fiducia in progressi maggiori dei nostri da parte tua –
Non ero abituata a sentir riporre tanta fiducia nelle mie capacità, quindi questo mi diede un'ondata di energia e motivazione, come mai mi era successo prima di quel momento. Allungai una mano verso una delle mappe con segnate le strade, e la studiai per qualche minuto; poi cominciai a ragionare. Dove avrebbe potuto trovarsi? Così dal nulla non avrei mai cavato un ragno dal buco, avevo bisogno di più informazioni. Un brainstorming non avrebbe guastato, quindi iniziai a dire ad alta voce tutto quello che sapevo su di lui.
- Stiamo cercando uno shinigami, ovvero un dio della morte, dall'indole selvaggia e violenta, disperso in un mondo che non conosce nel quale è stato trascinato all'improvviso. Sappiamo che è molto forte, che ha ucciso diverse persone, anche fuori dai suoi doveri di mietitore, che non chiederebbe aiuto a nessuno e non si lascerebbe vedere da nessuno. Dove potrebbe nascondersi una persona così? –
Nessuno mi rispose.
Pensandoci meglio, era strano che con tutte queste creature sovrannaturali in circolazione non fosse successo mai niente. Voglio dire, mostri come quello che mi aveva aggredita non passano certo inosservati! Sempre che chi li veda fosse ancora vivo per raccontarlo, e che se ci fosse morti non venissero attribuiti a fattori più comuni. Uno shinigami come lui non poteva passare così inosservato, però! Non Jack lo Squartatore, accidenti! Non era il tipo che si sarebbe semplicemente appallottolato in un angolino sperando che nessuno lo veda!
Forse, semplicemente, nessuno dell'Astral Project ha notato qualche evento che avrebbe dovuto notare.
Sbarrai gli occhi. Mi era venuta un'idea, era solo un'ipotesi, ma comunque un'idea.
- Signor Simon, avete i quotidiani di tre settimane fa? –
Lui rispose di sì, sorpreso, e li fece portare. Sfogliando tra tutte le pagine, le notizie e le date, finalmente trovai quello del giorno che volevo. In effetti avrebbero dovuto capirlo, era così ovvio! Non ci voleva un otaku per intuire una cosa del genere, era lampante. Iniziai a leggere ad alte voce l'articolo.
- Il 22 settembre, alle sei del mattino, i corpi senza vita di un Scarabellin Giacomo (27 anni) e Papalia Giada (25 anni) sono stati trovati nei pressi della fabbrica di vernici abbandonata nella periferia. L'assassino non è stato identificato, né sono ancora stati trovati indizi sulla sua possibile identità. Il movente è ignoto, non avendo avuto i due né nemici né motivazioni economiche che avrebbero potuto essere il motivo della loro uccisione. Si suppone, però, che si tratti di un omicida che conosca accuratamente l'anatomia umana dalla precisione con cui ha reciso le vene giugulari di entrambi, morti infatti per dissanguamento. Nonostante però sia stata quella la causa della morte, pare che l'assassino abbia comunque dilaniati i corpi già inanimati. La polizia sta impiegando gran parte delle sue forze nelle indagini, ma brancola ancora nel buio –
Ora mi fissavano pietrificati. Molti erano addirittura a bocca aperta.
- E tu ricordavi dopo tre settimane questo evento? – mormorò Simon.
- Beh, non è che sia esattamente qualcosa che possa passare inosservato, no? E ne abbiamo discusso anche a scuola – ribattei io. William sembrava particolarmente innervosito, cosa che capii dal tic al sopracciglio.
- Se è davvero stato lui, allora significa che ha di nuovo ucciso persone non presenti nella lista – sibilò, stringendo le mani a pugno – Quell'idiota se la vedrà con me, prima o poi –
- Calmati, William – gli dissi, alzando gli occhi al cielo – Probabilmente li ha uccisi perché l'avevano trovato, sempre che sia davvero stato lui, s'intende. La mia è solo un'ipotesi, non prendertela subito con lui. –
- Eccola! – esclamò un Astral circa della mia età, indicando un punto nella mappa della città. Mostrò a tutti l'esatta posizione della fabbrica, che fu subito annotata dal signor Simon.
- Ci occuperemo di verificare l'attività sovrannaturale nella zona, senza farci vedere da Grell. Avanti, andate al lavoro, gente – e presto tutta la squadra scientifica stava già freneticamente armeggiando con i computer.
- Un posto del genere è proprio quello in cui lui si rifugerebbe – disse Ronald, cogliendomi di sorpresa.
- Già – risposi – Un luogo vuoto dove nessuno andrebbe, un posto da scenografia di film horror, dove sarebbe anche più difficile rinvenire un cadavere, visto che nessuno ci si avvicina. Dove potrebbe crearsi un rifugio o una base –
- Sei veramente attenta ai dettagli! –
- Scommetto che è terrorizzato dall'idea che qualcuno gli si avvicini – sospirai – E questo lo rende ancora più pericoloso. Al momento è come un animale ferito, ovvero letale e instabile –
- Lo conosci davvero molto bene! – esclamò Ronald, fischiando.
- Ovvio, lui è il mio preferito! –
Il signor Simon mi chiamò, facendomi segno che voleva dirmi qualcosa. Lo seguii fuori dalla sala tattica, salutando Ronald con la mano. Quando fummo fuori Simon si schiarì la voce e si aggiustò il colletto della camicia, come se stesse per fare un annuncio importante.
- Dunque – esordì – Nell'ultimo mese ci siamo occupati di far sì che tu sia in grado di combattere, cosa in cui sei riuscita egregiamente. Mi dispiace che la tabella di marcia sia stata così stretta, e che tu non abbia nemmeno potuto conoscere gli altri Esterni, ma in questa operazione credo che la tua presenza sia di vitale importanza, viste le tue conoscenze del soggetto in questione –
Già, mi era già stato detto che gli altri Astral imparavano tutta quella roba in tempi molto più lunghi.
- Potremo considerare questa come un esame finale, diciamo. Per capire in quale ambito sei più dotata, intendo. Di solito dividiamo gli Astral per categoria prima di mandarli a combattere, ma viste le circostanze penso che sia la cosa migliore, visto che comunque non riusciamo ad individuare qualcosa che tu riesca a fare meglio del resto –
- Bene – commentai ironica. Andare incontro ad un serial killer immortale non era esattamente ciò che consideravo "la cosa migliore" per una che non ha mai combattuto in vita sua, ma non ero io l'esperta lì.
- Se ti stai preoccupando per il fatto che tu non hai ancora combattuto davvero prima d'ora, non preoccuparti – disse ancora lui, come se mi leggesse nel pensiero – Scendere direttamente in campo non è come prendere a calci un manichino o un ologramma –
- Ma davvero? – ridacchiai a denti stretti.
- Dipende dalla tua natura di Astral: l'adrenalina ha una forte influenza sulla vostra capacità di amplificare la vostra forza, e naturalmente questa non può esserci in un allenamento. In una lotta vera, invece, la scarica di adrenalina non si fa mai aspettare, soprattutto in voi adolescenti. Quando sarai di fronte ad un avversario, ti accorgerai di avere tutti i sensi acuiti e le capacità fisiche aumentate di molto –
Sentire questo mi rincuorò non poco, dato che già di mio non è che fossi mai stata esattamente un'atleta. In verità sarei negata per qualsiasi tipo di attività fisica, ma stranamente negli allenamenti di combattimento ero straordinariamente agile e veloce. La prospettiva che l'adrenalina mi facesse diventare ancora più forte mi dava già qualche speranza di non farmi ammazzare.
- Grazie al cielo! Non ci tengo ad essere sventrata con una motosega! – esclamai, nel mio solito tono tra il teatrale ed il sarcastico. Simon soffocò una risata, ed estrasse una scatola di plastica (bianca, come quasi tutto lì) grande come il palmo della sua mano.
Al suo interno c'era un dischetto di un metallo grigio chiaro, liscio e sottile. Aveva al centro un cerchio che riportava il simbolo dell'Astral Project, e l'anello che lo circondava era suddiviso in sei parti.
Mi prese il polso, appoggiandolo sulla cute appena sopra la mia mano. Immediatamente una fascia di placchette dello stesso materiale uscì da sotto il dischetto, circondandomi il polso, e trasformandosi in una specie di bracciale. Notai che era estremamente flessibile per essere metallico.
- Questo – disse il signor Simon – È uno dei nostri dispositivi. Aiuta a catalizzare il vostro potere in modalità ben definite, che solitamente sono molto difficile da utilizzare. Queste sono le istruzioni per l'uso – e mi porse un foglio ben ripiegato – Mi raccomando, leggile bene. Ora ti saluto, farai meglio a riposarti per bene e pensare a qualche maniera di avvicinare Grell quando lo troveremo –
Lo salutai, e lui mi aprì un varco per tornare nel mondo dove il tempo scorre, nel quale erano appena le 13.07, due minuti dopo la fine delle lezioni.
 
0.0 Premendo il pulsante centrale si attiva l'armatura protettiva, da usare assolutamente prima di ogni combattimento. L'armatura protettiva funge da scudo per quasi tutti gli attacchi fisici e per la maggior parte di quelli magici. L'armatura è differente per ogni Astral, assume la forma più adatta alla persona che la utilizza, ed è fatta di materiali leggerissimi e simili al tessuto.
 
0.1 Il primo pulsante, segnato nell'illustrazione sottostante, consente di aprire facilmente portali. Per l'utilizzo, bisogna pensare intensamente alla destinazione, e pigiarlo.
 
0.2 Il secondo pulsante è il comunicatore. Per usarlo, bisogna pensare intensamente alla persona con cui si vuole comunicare, e pigiarlo. Per parlare, è sufficiente avvicinare le labbra al quadrante circolare. Eventualmente, può anche visualizzare l'immagine dell'interlocutore.
 
0.3 Il terzo pulsante ha la funzione del camuffamento. Per utilizzarlo, visualizzare nitidamente nella propria mente l'immagine dell'aspetto che si vuole assumere e pigiarlo. Permette anche di modificare solo il vestiario.
 
0.4 Il quarto pulsante è il dispositivo del volo. Per utilizzarlo, pigiarlo ed appoggiare alla schiena il dispositivo che verrà creato dal bracciale.
 
0.5 Il quinto pulsante permette di creare armi e strumenti vari a piacimento, per utilizzarlo, visualizzare nitidamente l'immagine di ciò che si vuole e pigiarlo.
 
0.6 Il sesto pulsante funge da localizzatore e da mappa. Per utilizzarlo, pigiarlo e dire con voce chiara che persona, oggetto o luogo deve essere visualizzato o localizzato.
 
1.0 Facendo ruotare l'anello che comprende i sei pulsanti, è possibile utilizzare altre funzioni. È sufficiente pensare chiaramente a cosa si desidera fare e come deve funzionare l'eventuale dispositivo o programma.
 
1.1 pigiando due volte rapidamente il pulsante centrale, si attiva il computer. Lo schermo sarà visualizzato nell'aria, e funzionerà con il tocco delle dita nell'aria stessa.
 
Per rimuovere il bracciale dal polso, dare due colpetti sulla fascia di placche metalliche con il dito. La fascia verrà rimossa immediatamente, lasciando solo il quadrante, che potrà essere riposto nell'apposita custodia.
 
Mi stiracchiai, sbadigliando rumorosamente, mentre finivo di leggere le istruzioni per l'utilizzo di quell'aggeggio sdraiata sul letto. Il mio gatto nero, Yoru, stava facendo le fusa e strofinava ripetutamente il musetto contro la mia testa.
- Ehi, birbantello! – lo rimproverai affettuosamente – Spostati di lì, o mi riempirai il cuscino di peli! –
Lui miagolò spalancando la bocca in maniera che mai avrei creduto possibile per un gattino minuto come lui. Quel micio miagolava di continuo, come se rispondesse a quel che gli dicevamo, e apriva le mandibole di diversi centimetri. Insomma, non stava mai zitto per essere franchi.
non riuscivo a capire come mai avessero chiesto a me sia di trovare una maniera di localizzare Grell, sia di capire come riuscire a parlargli senza farci ammazzare. Ero appena arrivata, voglio dire, non ne sapevo nulla di tattica militare o roba simile. Non avevo fatto altro che tirare calci a fantocci e sacchi da box, tirare frecce sui paglioni, eccetera. Avevo come l’impressione che mi stessero giudicando, mettendo alla prova. Come se volessero vedere cosa fossi in grado di fare. E per quel che ne sapevo, non avevano fatto fare nulla di simile agli altri Astral.
Qualche idea per bloccare lo shinigami l’avevo, però… non è che fossero questo granché. Sospirai, accarezzando il bracciale che mi era stato dato. In verità tutta quella situazione mi piaceva un sacco, ma non avrei mai osato ammetterlo davanti a qualcuno.
“Se andrà tutto bene lo vedrò. Presto lo vedrò”
 
-Sai, da un mese a questa parte ti vedo bene, Sofia – mi disse Angelica la mattina dopo.
- Davvero? –
- Certo! – confermò la mia amica – Sei più allegra, più in forma, sempre meno assonnata, e se devo essere sincera parli anche meno di manga rispetto a prima! –
- Ed esattamente, in che modo il parlare meno di manga sarebbe una cosa buona? – ribattei, tirandole un’occhiataccia. Lei fece finta di spaventarsi, e si nascose dietro a Beatrice, che tanto per cambiare stava riordinando i suoi appunti (per la quinta volta nel giro di un quarto d’ora).
- Comunque è vero – dissi all’improvviso – Mi sento meglio, in tutti i sensi. E ti dico solo che tra un po’ starò ancora meglio –
Angelica sgranò gli occhi, e fece un sorriso perverso – Perché? Stai per caso leggendo montagne di manga yaoi ed hentai? Su Kuroshitsuji Grell e William si sono messi insieme? O hanno s… -
- Oh, smettila, maniaca! Non sono pervertita come te! – esclamai, spettinandole i capelli.
- Carino il tuo bracciale. Dove l’hai preso? – disse la voce di Beatrice, giungendo all’improvviso. Ora la ragazza con gli occhiali aveva finito di copiare in bella copia le formule algebriche, e indicava il mio polso.
- Me l’hanno regalato degli amici di un’altra città – risposi, evasiva, sperando che mi credesse.
Grazie al cielo in quel momento l’intervallo terminò, e sarei pronta a giurare di non essere mai stata così felice di fare architettura. La situazione si stava facendo imbarazzante.
Ma proprio mentre la “piccola Hitler” spiegava come eseguire il rilievo di un edificio, ebbi un flash. Non fu proprio una vera idea, piuttosto un’immagine che mi si visualizzò in testa. In poche parole, capii come avrei potuto fermare Grell se lo avessimo trovato.
- Rosso… - mormorai, attirando l’attenzione del mio ignaro vicino di banco, che fu subito ripreso per disattenzione. Quella volta mi sentii davvero in colpa nei suoi confronti.
 
Come al solito, Sebastian mi attendeva fuori dalla scuola, elegantemente appoggiato al cancello. Quando mi vide accenno ad un inchino, cosa che fece girare di scatto tutte le ragazze lì presenti.
- Lady Sofia – mormorò chinando il capo, quando mi avvicinai a lui.
- Ehi, Sofia, ma chi è questo figone pazzesco? – sussurrò Angelica al mio orecchio, già su di giri. Quando lui le sorrise lei parve prendere fuoco. Le si avrebbe potuto cuocere un uovo sulle guance.
- Una specie di amico, diciamo – risposi, ancora più vaga di prima – Scusami, ma siamo di fretta. Se davvero non riesci a distrarti da lui vedrò di scattargli qualche foto di nascosto. Bye bye! –
Mentre ce ne andavamo, riuscii a sentire le sue lamentele deluse, per non parlare delle risatine di Sebastian ed una richiesta di spiegazioni sul come esattamente intendessi fargli foto di nascosto. Lo rassicurai, dicendogli che era solo per zittirla. Ovviamente anche questo era solo per zittire lui: non si sa mai quando possono servire foto di Sebastian, nella vita!
Quel giorno, non appena misi piede nella sala d’ingresso dell’associazione, il signor Simon mi si parò davanti con un sorriso da un orecchio all’altro. Sembrava molto soddisfatto. Troppo, se devo essere sincera: avevo imparato già che la sua soddisfazione preannunciava tutto fuorché pace e tranquillità.
- Buongiorno, Sofia! – mi salutò allegramente.
- Buongiorno. Immagino che ci siano notizie, a giudicare dalla tua espressione felice – risposi, nella mia solita maniera sarcastica e diretta. Lui, come al solito, non sembrò farci caso, ed annuì energicamente.
- Abbiamo controllato meglio le rilevazioni di attività sovrannaturale nella zona del colorificio abbandonato, ed effettivamente ci sono stati alcuni picchi in cui si vedeva chiaramente una forte massa di potere estraneo a questo mondo accendersi; si tratta di intervalli di non più di quindici minuti, alla fine dei quali la forza sovrannaturale si affievolisce, come un animale che si fa piccolo piccolo per nascondersi –
Sì, sì, si! Ci avevo visto giusto, accidenti! Le mie mani furono prese da convulsioni nervose dovute all’ eccitazione crescente, dovuta all’idea che presto avrei finalmente visto il mio idolo.
- E… ? – chiesi, ansiosa.
- E stasera andiamo a controllare! – annunciò Simon – Ed è tutto merito tuo, ragazza mia! Sei davvero un fenomeno!| -
Non potei fare a meno di sentirmi in imbarazzo, mentre gli battevo il cinque. Non mi capitava spesso di sentirmi fare tutti quei complimenti, in verità!
Notai, però, una cosa strana: c’era troppo silenzio. Mi guardai attorno, e vidi gli altri Astral (con i quali non avevo ancora parlato per i motivi che ho già raccontato) che ci fissavano insistentemente. Quando però si accorsero che me ne ero accorta, si affrettarono a tornare a qualunque cosa stessero facendo prima.
- Dirò a mia mamma che vado a vedere un film con qualche mia amica. Tanto è sabato, quindi non devo andare a letto presto, e le dirò anche che mi riaccompagnerà il papà di una di loro. Okay? – proposi ai due.
- Perfetto, lady. Verrò personalmente a prendervi verso le otto, allora? – fece Sebastian, chinando il capo.
- Yes, devilish butler – gli risposi scherzosamente. Non sono sicura che abbia capito la battuta, perché sorrise come al solito senza dare alcuna reazione. Probabilmente era abituato a sentirsi dare del demone, quindi gli era apparsa una comune frase detta casualmente. C’è da notare che anche conoscendo alla perfezione le loro personalità avendo letto il manga e visto l’anime, affrontarli nella realtà spesso lasciava comunque stupiti delle loro reazioni. Temo che sia grazie al cattivo influsso di noi gente reale.
 
Quella sera, come pianificato, dissi ai miei genitori che andavo a vedere un film al cinema con le amiche; e devo dire che gliela diedi a bere più facilmente del previsto. Sebastian era già ad aspettarmi sul luogo prestabilito, e aprì subito un varco per la fabbrica di vernici abbandonata dove ci aspettavano il resto dei componenti scelti per la missione.
L’edificio era di un color grigio slavato, coperto di licheni ed edera, e pericolante in diversi punti. Non avrei trovato ambientazione migliore per un film horror, tranne forse un ospedale abbandonato e nelle stesse condizioni. Si trovava in mezzo a quello che una volta avrebbe dovuto essere un campo cementato, ma che ora si era spaccato e sgretolato, lasciando a piante selvatiche e piccoli arbusti la possibilità di crescere. Il posto perfetto per cercare una belva assassina, insomma. Per fortuna la polizia aveva sgombrato il luogo del delitto già da qualche giorno dopo aver cercato eventuali indizi (i quali erano assenti).
La squadra della missione era formata da cinque Astral più grandi di me, tutti dall’aria combattiva, alcuni membri della squadra scientifica, che erano forniti delle loro classiche attrezzature fantascientifiche, e dei membri della sicurezza dell’associazione.
- Hai già un’idea di come affrontare la situazione? – mi chiese l’onnipresente signor Simon, sbucandomi alle spalle. Poco ci mancò che mi venisse un infarto, ma risposi comunque il più tranquillamente possibile.
- Certo. Conto sul fatto che essendo spaventato dall’accaduto, sia distratto e più facile da cogliere di sorpresa. Poi intendo attirare la sua attenzione con una tecnica che ho appreso proprio dalle pagine del manga –
Lui mi guardò accigliato – Che sarebbe…? –
- Non te lo dico, altrimenti mi fermeresti. Fidatevi e basta, okay? –
- D’accordo. Attiva l’armatura, allora. Stiamo per entrare –
Premetti il pulsante centrale del bracciale, che s’illumino. Sul quadrante apparve la scritta “Fight Suit Loading”. Dopo neanche due secondi si trasformo in “Loading Complete”, e la luce si proiettò su di me, avvolgendomi completamente. Tutta quest’operazione avvenne in un tempo brevissimo in realtà. Quando la luce scomparve, abbassai lo sguardo per vedere come fosse effettivamente l’armatura descritta nel foglio d’istruzioni.
Era decisamente carina, a dir la verità. Mi ero già aspettata qualche vestito noioso e monotono, invece…
- Bella! – esclamai, facendo una piroetta – Ed è leggerissima! Sembra un normale tessuto, però! –
Simon sorrise compiaciuto – Questo è frutto delle nuove tecnologie sommate ai vostri poteri. Questo materiale è più resistente del ferro, e protegge da qualsiasi arma ideata dagli esseri umani, oltre che la maggior parte degli attacchi magici e di creature sovrannaturali –
- Forte! Però… mi sembra di essere un’eroina da manga majokko, non so se mi spiego… Cioè, questa è più bella, non ha tutti quegli strati di tulle delle maghette, però mi ricorda una squadra di eroine di un anime che ho visto. Mi aspettavo qualcosa di più serio – ammisi, sconcertata, osservando il mantello.
- La forma dipende dalla persona. Poi col tempo può mutare a  seconda dei vostri mutamenti, oppure se ne creano diverse versioni, attivabili a scelta. Abbiamo creato questo sistema perché sapevamo che avreste preferito tutti sentirvi come dei personaggi anime. Abbiamo fatto bene? –
- Eccome! –
Ed era vero: nonostante a prima vista sembrasse un po’ ingombrante, in realtà era comodissima. La trovai subito estremamente carina e fashion. Per non parlare del fatto che fosse completamente rossa e nera, cosa che mi facilitava il compito di attirare l’attenzione di Grell positivamente.
Ci avvicinammo con cautela all’edifico abbandonato. Proprio davanti all’entrata c’era una grossa chiazza di sangue secco, sul quale ronzava uno sciame di mosche. Storsi il naso, non particolarmente impressionata, ma perlomeno disgustata. Dalle mosche, non dal sangue.
Appena mettemmo piede all’interno, la porta venne sbarrata da quelli che avevano tutta l’aria di essere Cinematic Records. Non ci preoccupammo della cosa, visto che per ora uscire non era nelle nostre intenzioni.
- Quindi ci hai proprio visto giusto – commentò una donna della squadra.
In fondo alla stanza piena di secchi di vernice lasciati lì dopo la chiusura e attrezzature abbandonate assieme ad essi, c’erano altre tracce. Si trattava di orme, tutte di un colore rosso cupo. Altro sangue, tanto per alleggerire l’atmosfera. E in un angolo, più in fondo, c’era una sagoma scura, appallottolata per terra.
Io mi staccai dal resto del gruppo, avvicinandomi di più. Era una sagoma antropomorfa, una persona che si stringeva le ginocchia. Il rumore dei miei passi, però, fece scattare quella persona.
Si alzò in piedi a velocità strabiliante, già in posizione di difesa.
Tutta la stanza s’illumino di luce rossa, proveniente da delle lampade che erano state colorate con la vernice dei secchi dietro a me. E potei vedere la cosa più rossa di tutta la stanza.
In un certo senso era terrificante, in un altro splendido, o almeno dal mio punto di vista (che non è molto affidabile). Sta di fatto che un giovane dai lunghissimi capelli scarlatti mi fissava con gli occhi spalancati ed un espressione a metà tra la paura e la follia.
Quando provai ad parlare, questi scoprì i denti appuntiti e acuminati, emettendo un suono simile al soffiare dei gatti.
- Ti uccido, DEATH! –
 
******
Cella di manicomio dell’autrice:
La scuola ha rallentato la pubblicazione del capitolo, ma finalmente eccomi qui, spero che i disegni rendano l’idea del costume della protagonista e del bracciale. Nel prossimo capitolo ci sarà il combattimento tra  Sofia e Grell, eccetera eccetera….
Non voglio fare troppo spoiler, quindi è meglio che la smetta. Vorrei ringraziare le tre persone che hanno recensito questa storia!
Grazie! Kiss<3
Sofy





Questi sono i link della pagina dove li ho caricati:
http://sofyflora98.deviantart.com/art/Fanfiction-item-490396394?ga_submit_new=10%253A1414166500
http://sofyflora98.deviantart.com/art/Fanfiction-Character-490396503?ga_submit_new=10%253A1414166549
   
 
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