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Autore: Yoan Seiyryu    27/10/2014    3 recensioni
[ Loki/Sigyn + accenni alla Thor/Sif]
Il Regno di Álfheimr è afflitto dai soprusi dei Giganti di Ghiaccio che per anni si sono abbattuti con violenza sul Popolo dell'Alta Foresta. Odino stringerà un'alleanza con Álfheimr sancita attraverso le nozze combinate tra suo figlio Thor, legittimo erede al trono di Asgard e Sigyn, figlia del Lord di Alta Foresta. Lady Sigyn si troverà ad affrontare una nuova vita alla corte di Asgard, fin quando non comprenderà che il suo futuro sposo è in realtà innamorato di un'altra donna, la guerriera Sif. Nel contempo stringerà amicizia con Loki, il quale la userà a proprio piacimento per far decadere il fratello ed appropriarsi del trono. Su Sigyn cadrà una maledizione che scatenerà una nuova battaglia tra i Giganti ed Asgard.
Le vicende partono dal precedente esilio di Thor al ritorno di Loki dopo aver tentato di asservire la Terra.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XI

Fidelity 



 
Loki

Sedevo accanto alla finestra, avvolto in una lettura di poco conto e a dire il vero non ero nemmeno interessato all’argomento trattato. Ero in attesa, perché sapevo che da lì a poco avrei ricevuto un ospite e lo avrei accolto al meglio. Non mi aspettavo, però, che sarebbe giunto con una tale irruenza da far tremare la finestra, tanto da interrompere il silenzio sacro di quel luogo. Gli occhi colmi di rabbia e di delusione che si prospettarono davanti a me poco dopo non ammettevano perdono, desideravano solo una spiegazione che non avrebbe risolto nulla. Tutti non facevano che richiedere la verità, come se fosse il dono più prezioso concesso. Amavano dilettarsi con le storie più disperate ma vi rifuggivano sempre, timorosi di rimanere incastrati nell’illusione di una bugia. Le menzogne, però, erano più che vere secondo il mio punto di vista. Erano solo un altro modo di raccontare la realtà, senza relegarla ad un fattore prettamente oggettivo. La mia vita sarebbe stata assolutamente noiosa se non fosse stata colorata dalle menzogne. E poi, chi non crede a ciò che vuole credere?
- Come avete potuto? – poco originale, da parte di Lady Sigyn, rimproverarmi in quel modo.
Inarcai un sopracciglio nel momento in cui sollevai lo sguardo su di lei, così lentamente che lo trovò estenuante, come se non avessi preso sul serio il suo rimprovero. Con il suo ingresso impetuoso si era portata dietro un’aria fresca e leggera, anche se gli occhi azzurri, così tipicamente suoi, si ostinarono a guardarmi con una rabbia che cresceva sempre di più.
- Come avete potuto: cosa? – domandai conservando lo stato di calma.
Il mio corpo iniziava a reclamare la tensione dei muscoli che un istante dopo avrei provato, nel momento in cui la conversazione si sarebbe scaldata per bruciare in quella che Sigyn chiamò delusione.
- Conoscere la verità e ricamarci sopra per i vostri scopi – mi accusò senza alcun rimorso.
Corrugai presto la fronte, a dire il vero continuavo a non capire. Lady Sigyn si adeguò al mio comportamento distaccato e privo di interesse, tanto che l’espressione contrita del suo viso finì per lasciarsi andare ad una linea più rilassata delle labbra. 
- Io non ricamo, solitamente è un’attività esclusiva delle donne – sorrisi all’angolo delle labbra.
Non gradì la mia ironia perché di nuovo si atteggiò con uno sguardo più duro.
- Avete rivelato il mio segreto. Vorreste forse nasconderlo? – mi domandò con maggior schiettezza.
Chiusi il volume che avevo tra le mani e allora mi sollevai in piedi.
- Avere la verità in mano e metterne a parte chi dovrebbe conoscerla non vuol dire modificarla – constatai, mostrandomi ancora fintamente disorientato. In realtà sapevo esattamente cosa intendesse lei.
Difatti avevo iniziato a spezzare l’equilibrio della sua pazienza.
- Loki – pronunciò il mio nome con enorme disappunto – non sono una bambina. Non vi accuso per aver svelato ciò che era mio, vi accuso perché avete tradito la mia fiducia. Mi sono confidata perché ero certa che non mi avreste tradita.
Mi inumidii le labbra e lasciai ricadere il libro sul davanzale della finestra, poi scossi la testa per rimproverarla.
- Fedeltà, dite! E voi la donate a chiunque? Avete compreso la mia indole prima di riceverne le prove, se alla fine la vostra scelta è stata quella di riporre fiducia in me, dovete anche assumervi le conseguenze.
Lady Sigyn chiuse appena le mani per formare pugni contratti e forse scavare dentro di sé alla ricerca di una forza che aveva bisogno di trovare. Sigyn non mancava di coraggio, tutt’altro, era una donna forte che aveva imparato ad essere indipendente, ma spesso peccava nel volersi affidare ad altri, più per fiducia a priori che non per un’accettazione di sé.
- Avete ragione: ho intuito la vostra indole perché a differenza di tutti coloro che vi circondano non mi sono limitata a temere la vostra ombra, ho cercato di afferrarla e di provare a farne parte. Tutti vi mostrano rispetto, ma nessuno vi accoglie davvero. Non è forse questa la mia medesima condizione? Non sono trattata alla stessa maniera? Mi sono illusa poiché credevo di potermi fidare e che proprio da voi non sarei stata tradita. Ho peccato di ingenuità nel momento in cui ho creduto di essere considerata da voi in maniera superiore rispetto a tutti gli altri.
Aveva ancora altro da dire, Lady Sigyn, ma non glielo permisi. Le afferrai le mani che aveva stretto in pugni serrati e le sciolsi per soppesarne la leggerezza nelle mie. Erano morbide e fredde, di un freddo che era in grado di trasmettermi un calore piuttosto improbabile.
- Lo siete, infatti. Eccetto mia madre, siete l’unica qui a corte di cui riesca a provare rispetto.
- Un grande esempio di rispetto è stato il vostro – sfilò via le mani dalla mia presa e si voltò per darmi le spalle.  I lunghi capelli biondi le cadevano morbidi sulla schiena e non potei fare a meno di sorridere: non si era ancora decisa a tagliarli, come era uso fare e anzi si ostinava a tenerli in quel modo per reclamare il suo passato e la sua stessa essenza. Tagliarli avrebbe voluto dire, per lei, abbandonarsi ad un presente che non accettava ancora.
– Perché non avete dato ascolto alla mia richiesta? – insistette - Thor ha intenzione di attaccare i Giganti con il suo piccolo gruppo di guerrieri all’insaputa di Odino, gli avete dato un pretesto per fare ciò che desiderava.
In questo modo però rischierà di uccidersi!
Soffocai una risata che avrebbe lacerato ogni nostro rapporto ed iniziai ad aggirarmi per la sala, conducendo un passo misurato e lento, perché non la perdessi di vista anche ora che le davo le spalle.
- Gli ho dato un pretesto per proteggervi. Sarete sua moglie e nessun guerriero può ritirarsi da uno scontro aperto.
Sigyn inizialmente non rispose, forse aveva compreso perfettamente le mie reali intenzioni e questo doveva averla fatta tentennare. Quando tornai ad osservare i suoi occhi, persino da lontano, avevo riconosciuto quel flusso di acqua fluida che si generava nelle iridi che non riuscivano a fermare la potenza di un fiume in piena.
- Vi prego di non illuderVi ulteriormente: non è la mia vita che avete a cuore, né il mio futuro. Avete condannato la volontà folle di vostro fratello davanti al Padre degli Dèi e subito dopo gli avete dato la possibilità di agire, andando contro il volere di Odino. Una giustificazione di cui Thor si è approfittato immediatamente.
Sogghignai appena. IlluderVi? Dunque lei non ero riuscito ad ingannarla, ma non avevo dubbi a riguardo, sapevo non le sarebbe sfuggito quel particolare. Aveva ragione, però, nel dire che non avevo interesse nei riguardi del suo futuro e nemmeno della sua incolumità. L’avevo usata in modo tale da ottenere ciò che desideravo.
Per una volta, però, mi sentii desideroso di condividere con qualcuno ciò che non avrei confidato ad altri. Se fosse stata un’altra persona avrei negato o mi sarei interpellato alla mie capacità sofistiche per spostare l’attenzione altrove. No, Sigyn mi aveva compreso sin troppo per ingannarla con tanta naturalezza.
- Dunque quali sono le vostre conclusioni? – le domandai.


 
Sigyn

Sorpresa, perché non mi sentivo sorpresa? Avevo smascherato ogni maschera, avevo tolto ogni illusione dalle illusioni create ed ero giunta ad una verità di cui non ero rimasta affatto sorpresa. Mi aspettavo davvero un comportamento simile da Loki? Al tempo stesso non riuscivo davvero a biasimarlo per ciò che aveva fatto. Mi sentivo tradita, ma il tradimento più grande, forse era stato quello di non essere stata messa a parte dei veri piani di lui. Di fedeltà non si nasce, si diventa. Io non mi fidavo di chiunque, mi fidavo solo di chi desideravo fidarmi e ciò capitava solo verso coloro verso cui provavo profonda stima.
- Sono il frutto di un inganno che ha imparato a guardarsi dagli inganni stessi. So bene che le vostre intenzioni non sono quelle di proteggermi, né di entrare in conflitto aperto con i Giganti di Ghiaccio. C’è qualcosa che desiderate molto di più, ma che io non riesco ad afferrare.
La stretta delle sue mani da cui mi ero liberata mi aveva fatta tentennare. Avrei desiderato ancora sentirle sulle mie, accolte da una freddezza che mi riusciva familiare. Le avevo distolte, però, perché le avvertii come pericolose.
- Avete ragione, ciò a cui aspiro va al di là di tutto questo e sono piuttosto certo che non abbiate bisogno di una spiegazione. Presto o tardi capirete. Non vorrei rovinarvi la sorpresa – sorrise in modo tagliente, come era solito fare.
Certo che avevo compreso, ma non volevo crederci. Per questo continuavo a fingere di non sapere, di non aver intuito le sue reali intenzioni. Non potevo assecondare una follia simile e al contempo preferii mentire a me stessa, illudendomi di esserne totalmente all’oscuro.
Loki professava una verità completamente sua, una verità soggettiva che per diventare universale si mascherava di inganni ed illusioni. Ma chi era davvero depositario della verità? Chi poteva fregiarsi di una tale nomina? Riuscivo a sentire tutte le mie certezze crollare e sapevo già che presto o tardi sarei rimasta incastrata in un mondo diverso da quello che mi ero costruita.
- Non mi schiererò dalla vostra parte, questo lo avrete intuito ma nemmeno mi intrometterò per fermare i vostri piani. Tra una settimana, molto probabilmente, cadrò sotto la maledizione di Laufey e di me non ne rimarrà nulla. Non farò mai parte del futuro di nessuno e non avrò idea di ciò che farete.
Forse fu quella l’unica volta in cui vidi balenare in lui l’idea che sarei svanita davvero dal calore di una vita che mi era sembrata troppo breve. Fino a quel momento aveva considerato la mia maledizione come qualcosa che lo avrebbe aiuto a portare a termine i suoi piani, ma non aveva realizzato completamente che al termine di tutto, di me non sarebbe rimasta che l’ombra di un’esistenza arrestata prima del tempo. E persino io non riuscivo a rendermene conto. Ero viva, ma non per molto. Mi sarei trasformata nell’elisir dei Giganti e di me non sarebbe rimasto più alcunché, forse il vago ricordo di una promessa sposa che non avrebbe mai raggiunto l’altare.
- Siete talmente certa che il destino non sia tra le vostre mani da accettarlo senza rammarico – non era un rimprovero, solo una constatazione – ma dimenticate che siete circondata dal futuro Re di Asgard, dalla giurisdizione di Odino e… - sorrise all’angolo delle labbra, poi si avvicinò ed io non ebbi il coraggio di muovere un muscolo.
Riuscivo a sentire la tensione del corpo immobilizzare ogni parte di me quando il suo respiro si confuse con il mio, ad una distanza che avrei dovuto accrescere. Invece non mi tirai indietro e anzi, di mia spontanea volontà, non soppesai più nessuna delle mie azioni e andai alla ricerca delle sue labbra per avvolgerle in una morsa estenuante di cui volevo liberarmi, ma non potevo. Mi sentii imprigionata in un bacio che non avrei dovuto chiedere ma al contempo feci in modo di non lasciarlo andare tanto facilmente. E lo sapevo, lo sapevo che in fondo si stava soltanto prendendo gioco di me perché di tanto in tanto le sentivo quelle risate trattenute in gola. Si divertiva perché era cosciente di avermi ormai completamente in pugno e si divertiva perché sapeva anche che non gli avrei concesso più nulla, da quell’istante in poi. Ero ormai devota nei suoi confronti, ma non potevo abbandonarmi in quel modo dimenticandomi della mia posizione. Mi ero lasciata andare ad una passione che non potevo nascondere e lui rideva, silenzioso, tra quei baci che speravo desiderasse ardentemente. Eppure non mi era facile comprendere cosa pensasse. Cosa ne sarebbe stato di Lady Sigyn, fedele promessa sposa di Thor?








NdA: 

Ed eccoci qui con l'undicesimo capitolo! Ebbene potete aver fiducia perché concluderò questa raccolta, ce la farò. Ringrazio Mania che come sempre beta i capitoli. Ringrazio chi continua a seguire e chi seguirà fino alla fine. 
Alla prossima! 
 
   
 
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