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Autore: _HalWill_    19/10/2008    2 recensioni
Lo scenario di un' imminente guerra interplanetaria. Due mondi opposti ma incredibilmente simili. Un ragazzo piombato dal nulla in una base militare, senza alcuna certezza, senza alcuna sicurezza, ma con la consapevolezza di fare la differenza nelle sorti della specie umana. Un giovane irriverente e spregiudicato, che lotta per una guerra in cui si è ritrovato, ancora inconsapevole del futuro e del proprio ruolo nella battaglia. L'incontro fra due anime sole e complementari, destinate ad un comune destino. Il sogno di una terra lontana dove poter vivere assieme, senza la guerra, senza a morte. L'amore, l'arma perfetta.
Genere: Romantico, Science-fiction, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 17

Non riusciva a prendere sonno. Quello che gli era appena accaduto era stato troppo. Sentiva il cuore esplodergli e aveva una voglia matta di gridare.
Si, voleva gridare di gioia, di bene, di felicità. Tutta la felicità gli era caduta addosso quella sera, quella notte. Tutto ciò che desiderava, ogni cosa, si era realizzata con lui quella notte. Con lui, con Alex.
Si voltò spostando la testa sul cuscino. Il ragazzo era addormentato sul suo braccio che ormai non sentiva più. Ma non gli importava. Quel giovane tesoro si sarebbe potuto portar via anche tutte e due le sue braccia, le gambe o qualsiasi altra cosa se avesse voluto.
Avvertiva la pressione della pelle umida e calda contro il proprio corpo. Guardava quel volto rilassato e stanco.
Si sentiva impazzire. Gli carezzò una guancia e tentò di baciarlo ma si mosse. Gli occhi si aprirono appena . L’uomo sorrise.
- Uha… mi sento tutto appiccicaticcio! Che sensazione orribile!
- “Uha“ ?! E che roba sarebbe?
Risero entrambi. Alex si avvicinò all’altro sollevandosi dal suo braccio.
- Ah… non me lo sento più il braccio!
- Scusa. Mi sono addormentato e….
- Niente, niente.
Gli diede un bacio sulla fronte. Il ragazzo scuoté le lenzuola per farsi aria.
- Fa così caldo adesso!
William sorrise nuovamente avvicinandolo a se e baciandogli la schiena.
- Vieni qui tu…
Le braccia forti lo costrinsero sul materasso mentre ridacchiava.
- Facciamo un altro round ? O anche due se preferisci. La notte è giovane!
Il biondo lo spinse indietro ridendo e schivando giocosamente i suoi baci.
- Dai, restiamo un po’ così…
Gli afferrò la testa e se la poggiò in seno carezzandogliela. L’uomo parve acquietarsi e stare al gioco, lasciando che lui lo coccolasse dolcemente.
- Vorrei rimanere così per sempre Will.
Rimase in silenzio per qualche istante poi, sempre accarezzandogli la testa, con voce bassa e malinconica.
- Mi amerai anche dopo la guerra Will, anche dopo tutto?
Il tono insicuro e dolce. Il moro alzò il capo fissandolo.
- Ehi, che ti salta in testa! Certo che ti amerò! Non crederai di liberarti di me così facilmente. Io ti amerò ancora e ancora fino alla fine di tutto.
Gli baciò il petto con dolcezza. Poi, notando l’espressione insicura di lui, si avvicinò alle sue labbra sfiorandole.
- Quando questa guerra finirà, quando non dovremmo più nasconderci da nessuno ce ne andremo in un posto lontano, solo per me e per te. Un posto dove nessuno ci potrà separare, e che sarà assolutamente splendido. Vivremo assieme nella stessa casa, nella stessa camera, nello stesso letto. E se qualcuno ci vorrà ancora bene allora verrà a trovarci sennò niente!
Il biondo parve convinto e sorrise. Si sporse leggermente in avanti facendogli solo assaggiare le proprie labbra.
- Non mi pare vera tutta la felicità che sto provando; non credevo ne esistesse così tanta. Anche tu sei così felice Will? Non vedo l’ora che arrivi quel giorno, lo aspetterò sempre. Anche se ora sono più felice che mai.
Io sono nato solo per stare con te William, ricordatelo.
Lasciò che l’altro penetrasse fra le sue labbra. Un bacio dolce, rassicurante e sugellatore.
D’improvviso dei tonfi sordi. Qualcuno bussava alla porta. I due balzarono dal letto.
Alex frugò frettolosamente fra le lenzuola in cerca delle proprie mutande. Trovate anche quelle di William gliele lanciò in testa mentre questo intanto si era avvicinato alla porta. Squadrò l’orologio digitale.
- Chi diavolo è alle 4 di notte maledizione!? Forse un'attacco?
Si infilò la biancheria ed i pantaloni osservando il ragazzo che intanto si era rivestito. Gli fece cenno di andare in bagno e mentre l’altro si avviava tolse l’insonorizzazione ed accese la luce.
- …rtnett aprite immediatamente o lo farò io stesso!!! So che siete lì!!!
William rimase immobile. Il biondo si bloccò impietrito.
Un trafficare di rumori sommessi al di là della parete. D’un tratto la porta si spalancò.
Un uomo dai capelli grigi e l’aria severa si fece largo nella stanza seguito da un altro più giovane, castano alto e muscoloso che William riconobbe subito.
Il generale puntò lo sguardo iroso e sorpreso verso il giovane che lo riguardò a sua volta con espressione terrorizzata.
- …p-papà…
Anche il moro si puntò sul Alex. Tremava ed era impallidito.
Il più anziano stringeva i pugni ed i denti contemporaneamente guardandosi attorno, dal letto sfatto, al moro e di nuovo al figlio. Compresa la situazione chinò il viso, tremante di rabbia. Poi l’espressione delusa e rassegnata.
- posso…posso spiegare…io…
La voce flebile e spezzata dall’agitazione del biondo. Tentò di avvicinarsi tendendo la mano ma gli fu respinta con un gesto nervoso. Gli occhi si fecero lucidi e arrossati.
Il generale si voltò tornando alla porta.
- Ti voglio vedere nel mio ufficio. Sistemati.
Poi sparì dietro la porta.
Peter li osservava con rabbia e soddisfazione. Non poteva sopportare di sapere che l’altro si era offerto a quell’uomo preferendolo a lui. Aveva trovato presto il modo di vendicarsi.
- Vi ho visti assieme in spiaggia. Credevi che non me ne sarei accorto Alex? Credevi davvero che non avrei fatto caso a come sei cambiato? Non avevi mai dato confidenza agli altri così facilmente prima d’ora!
Il moro lo squadrò irosamente. Il viso teso e rabbioso, i pugni stretti.
- Ti conviene andartene perché stavolta ti ammazzo!
La voce come un sibilo soffocato.
Il castano si voltò tentando di ignorare le minacce dell’altro. Fece per intimare qualcosa al biondo ma fu bloccato.
- Non ti azzardare a toccarlo con quelle tue luride mani, sono stato chiaro o hai bisogno di passare ai fatti per capirlo?!
Gli afferrò il colletto della maglia strattonandolo.
- Basta. Basta vi prego…
Alex aveva il volto chino, ma le lacrime che scendevano lungo le gote erano più che visibili. William abbandonò la presa squadrando l‘altro con disgusto. Questo indispettito e più arrabbiato di prima si voltò e si diresse a passi pesanti verso la porta accennando un gesto di scherno.
Quando furono nuovamente soli il moro si avvicinò al giovane sfiorandogli un braccio. Lo strinse poi contro di se fermandogli le lacrime sul proprio petto. Le braccia di lui gli si strinsero addosso con fare disperato. Ormai era talmente abituato a quei suoi abbracci malinconici ed intensi.
Non si meravigliò di sentire quanto piccolo fosse il suo corpo perso nella propria stretta, mentre singhiozzava sommessamente, per la prima volta.
- Era tuo padre …
La voce dolce e tenera nel tentare di rassicurarlo. Annuì senza parlare.
- Non volevo deluderlo… non volevo che lui…
Lo strinse con forza come nel tentativo di bloccare i suoi singhiozzi.
- Quello schifoso. Si può sapere che diavolo vuole da te?
Il biondo non reagì.  Poi si distanziò appena, tentando di fermare il pianto. Lo sguardo basso, come se si vergognasse.
- …è mio fratello…
Lo disse con un filo di voce che uscì strozzata.
L’uomo si bloccò come non avendo realizzato le parole che avevano appena raggiunto le sue orecchie. Rimasero uno di fronte all’altro, immobili, senza dire nulla. Le lacrime continuavano a rigare il volto del giovane copiosamente.
- Peter. E’ il mio fratellastro, il figlio naturale del generale. Sin da quando eravamo ragazzini abbiamo sempre avuto un rapporto particolare, anche se all’inizio non mi sopportava.
Fece una pausa.
- Avevamo una relazione prima che partisse per venire qui. Era solo una cosa platonica, o almeno lo era per me. Non credo che per lui fosse stato molto di più. E’ sempre stata una persona materiale. Credo lo abbia fatto per gelosia, per puro possesso.
Si avvicinò all’uomo tendendo un braccio e carezzandogli una guancia. William lasciò che l’altro lo sfiorasse e che gli si avvicinò.
- Perché non me lo hai detto?
Il ragazzo lo osservò con aria malinconica e dispiaciuta.
- Io… non credevo di arrivare fino a questo punto. Ma essere qui con te è la cosa più bella che mi sia mai capitata… anche se  ci saranno dei problemi, anche se dovremmo soffrire; non mi pento affatto di nulla.
Il moro rimase pensieroso. Alex lo abbracciò dolcemente, stringendogli contro.
- Ti amo… ti amo Will.
A quelle parole anche lui gli circondò le spalle con le braccia e lo avvicinò con forza a se.
- Lo so.

P.S. Ed eccoci di nuovo! Salve a tutti! Dopo tanta attesa sono di nuovo qui finalmente. Il mio compiuter si era rotto ed ho dovuto formattarlo tentando di recuperare tutti i dati, e vi assicuro che è stata un'odissea!
Spero sinceramente nei vostri commenti e grazie per aver atteso. =)
Posso assicurarvi che posterò prestissimo!

  
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