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Autore: WibblyVale    01/11/2014    4 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Corri!"
"Non ce la faremo!"
Rin lo guardava rassegnata. Aveva già deciso il suo destino. Una scintilla di preoccupazione illuminò il volto del copia-ninja, che però la scansò subito per dare spazio ad un'espressione determinata.
"Ho detto corri!"
Furono circondati dai nemici. Lui attivò il Raikiri, voleva colpire il nemico ma Rin si mise in mezzo.
Si svegliò nel suo letto e guardò fuori dalla finestra. Il cielo era rosso e pieno di fulmini. Rin stava inginocchiata di fronte a lui.
"Mi dici perchè hai quella faccia?" gli chiese scostandogli i capelli dal volto.
"Ho avuto un incubo." rispose il ragazzo tremando.
"Quale incubo?"
"Io... Non importa."
Lei gli sorrise dolcemente.
"Lei è migliore di me?"
"Di cosa stai parlando?"
"Tu lo sai."
Lui le prese le mani nelle sue.
"Obito... Lui ti amava. Io non potevo..."
"Lui ti aveva anche chiesto di proteggermi, ma tu mi hai uccisa."
"No quello era un incubo!" urlò lui disperato.
"Ti sbagli. E' questo che è sogno." gli sussurrò all'orecchio.
Quando tornò a guardarlo, i suoi occhi erano spalancati per il dolore e un rivolo di sangue usciva dalla sua bocca.
"Kakashi."


Il ragazzo si risvegliò in un bagno di sudore. Guardò fuori dalla finestra era ancora buio, ma presto il sole avrebbe cominciato a sorgere.
Si sciacquò la faccia con l'acqua gelida. Sentiva le pareti di quella casa opprimerlo, quindi decise di uscire. Quell'incubo di solito si limitava ripresentargli i suoi ricordi, non a creare nuove inquietanti scene, il cui significato lo disturbava.
Camminò per il Villaggio ancora addormentato, finchè non raggiunse il cimitero. Il sole ora stava facendo capolino all'orizzonte, colorando il mondo di un tenue arancione.
Posò una mano sulla tomba della sua amica e rimase a lungo ad osservarla con uno sguardo vuoto, andando con la mente a momenti più felici. Ma non c'era nessun momento felice, nessuno sguardo gentile che ormai non fosse stato rovinanto da quell'ultimo giorno, da quell'ultima espressione di dolore.
"Rin..." la sua mano tremante si aggrappò ancora di più alla lapide.
"I negozi sono ancora chiusi, quindi ti dovrai accontentare di queste margherite che ho raccolto venendo qui. Direi che sono davvero stupido a giustificarmi con un pezzo di roccia, non credi?" ridacchiò appena, nervoso.
"In quanti modi ti ho già detto che mi dispiace? Non mi sembrano mai abbastanza. Non so nemmeno perchè tra tutti sia io l'unico ad essere ancora in piedi. Mi è capitato di pensare che sarebbe meglio se fossi morto con voi. Ho creduto che questa vita fosse la mia punizione. Invece ora è come se... Non dovrei parlarne con te, vero? Ma tu sei sempre stata così gentile e disponibile, invece io ero sempre lì a comportarmi come se fossi superiore a tutti. Non ho mai meritato la tua amicizia, figurati se potevo meritare qualcosa di più." chiuse gli occhi e prese un lungo respiro. "Mi dispiace Rin, per tutto."
Rimase lì con gli occhi pieni di lacrime, forse sperando di ricevere un segnale di conforto che sapeva non sarebbe mai arrivato. Quando uscì dal cimitero, il Villagio si stava svegliando. Lui non se la sentiva di incontrare gente e tantomeno di tornare nel suo appartamento. Perciò si diresse in un luogo appartato e si sedette su una panchina, cercando di leggere per distrarsi.
Faticava però a concentrarsi e passò quelle che gli parvero ore sulla stessa pagina. Gli capitava raramente di dover leggere e rileggere una pagina per la poca concentrazione, ma quello era uno di quei giorni in cui la sua testa era da tutt'altra parte. Il suo pensiero fisso era la sua squadra. In realtà, si trattava di un membro in particolare: Shiori e i sentimenti che provava per lei lo confondevano. A dire la verità ciò che provava quando era accanto a lei era abbastanza chiaro. Quello che in realtà lo tormentava era il fatto di non voler provare quei sentimenti. Decise quindi di combatterli in modo razionale, elencando nella sua mente le ragioni per cui doveva togliersela dalla testa.
"Numero uno, a suo tempo rifiutai Rin perchè non mi interessavano i legami, anche ora, a maggior ragione, li dovrei evitare. Numero due, lavoriamo insieme e non conviene rovinare l'armonia del team per una leggera attrazione. Ma quale attrazione! Attrazione era quella che avevo per la ragazza che vendeva la frutta, questo è... Così non funziona, andiamo oltre. Numero tre, non posso permettermi di perdere un'altra persona cara. Numero quattro, almeno in un paio di occasioni lei deve aver percepito ciò che provavo e non sembrava interessata. Potrebbe non avere detto nulla perchè era in imbarazzo, non perchè non gli interessavo. Non importa quale sia la ragione, è sempre meglio non tirare fuori questo argomento. Numero cinque ..."
Improvvisamente qualcuno gli si parò davanti.
"Ehi che c'è che non va, mio eterno rivale?"
Il copia-ninja osservò il nuovo arrivato. Come al solito Gai indossava la sua tutina verde fin troppo attillata e lo squadrava con quei due boschi che aveva per soppracciglia corrugati.
"Nulla. Che ci fai qui?"
"E' ora della nostra sfida!" disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Non mi va Gai."
"NON PUOI RIFIUTARTI! DOBBIAMO DARE SFOGO ALLE NOSTRE ENERGIE! QUESTI SONO GLI ANNI DELLA GIOVINEZZA E NON TORNERANNO PIU'!" urlò, alzando un pugno verso il cielo.
Kakashi sorrise. Come faceva ad essere così pieno di vita? Sapeva che non l'avrebbe lasciato in pace finchè non avesse accettato, così decise di arrendersi.
"Cosa proponi?"
"Il primo che riesce ad arrivare in cima al monte degli Hokage."
"Ci sto." disse con tono piatto, non mostrando all'amico che anche lui si stava entusiasmando per la sfida.
"Se vinco mi dirai cosa ti tormenta."
"E se vinco io?"
"Farò tutto quello che mi chiedi."
Faceva lo spavaldo, ma temeva ciò che gli avrebbe fatto fare l'amico. L'ultima volta che avevano scommesso qualcosa, lui aveva perso e l'Hatake l'aveva fatto girare per il villaggio vestito da donna. Il suo eterno rivale sapeva essere decisamente sadico.
"SEI PRONTO?!" Kakashi annuì.
I due ninja si misero in posizione. Gai lanciò un sasso. Apenna quello toccò terra i due partirono, lasciandosi dietro una scia di fumo. Il ninja dai capelli argentati era in vantaggio, aveva lasciato alla Bestia Verde un bel po' di metri da recuperare. Però Gai non si arrendeva, non era nel suo stile. Ben presto dimezzò la distanza che c'era tra loro. Attraversarono il centro del villaggio, subendo gli insulti delle persone spaventate che si dovevano spostare al loro passaggio. Erano loro i re della strada! Kakashi non si sentiva così spensierato e leggero se non in quei momenti. Quelle sfide, anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, gli piacevano e gli risollevavano il morale. E Gai? Ovviamente lui era un caro amico. Non riusciva a capire come un uomo spensierato come il ninja verde si fosse affezionato a lui, l'eterno depresso.
Tutto ad un tratto Gai gli fu accanto e percorsero gli ultimi tratti prima della montagna fianco a fianco, spintonandosi l'uno con l'altro. Il copia-ninja sapeva che doveva ottenere il vantaggio prima di raggiungere la montagna o avrebbe sicuramente perso. La Bestia Verde però aveva fatto le sue stesse valutazioni e non era intenzionato a mollare. Con una accellerazione improvvisa lo superò definitivamente, facendogli mangiare la polvere. Rimase in testa per gli ultimi tratti di strada, guadagnandosi così la vittoria.
"TI HO BATTUTO MIO ETERNO RIVALE! GRAN BELLA SFIDA!"
Gai fece uno dei suoi scintillanti sorrisi a trentadue denti e alzò il pollice in su.
Subito dopo si appoggiò le mani sui fianchi per riprendere fiato.
"Ora devi dirmi cosa c'è che non va."
Aveva perso la sfida e doveva farlo, poi Gai non l'avrebbe mai lasciato in pace se non l'avesse fatto. Dopotutto, forse sfogarsi gli avrebbe fatto bene.
"Si tratta di una ragazza."
"Immagino che tu non stia parlando della ragazza che vende la frutta."
"No non è quel genere di problema, è decisamente più serio. Poi quel prurito me lo sono tolto mesi fa."
"Oh allora si tratta di Shiori."
Kakashi lo guardò a bocca aperta per la meraviglia.
"Non guardarmi così! Una cosa così evidente la noto anche io! Ti conosco troppo bene."
Kakashi non sapeva se essere più scioccato per la sagacia dell'amico o per il fatto di aver potuto lasciar trapelare qualche sua emozione. Cercando di riprendersi dallo shock, provò ad andare avanti a spiegarsi.
"Non so come togliermela dalla testa. Voglio pensare a lei solo come una compagna di squadra, ma.."
"Eppure sei intelligente!" sbuffò Gai.
"Cosa vorresti dire?"
"Se non riesci a togliertela dalla testa, forse vuol dire che non devi."
"Non dire sciocchezze."
"Perchè non provi a lasciarti andare? Magari riusciresti a scoprire di poter essere felice. E se Shiori prova lo stesso potresti rendere felice anche lei. Rimuginarci ti fa stare male lo stesso, no? Guarda che occhiaie che hai."
"Queste sono le conseguenze di quando ho provato ad avere una vita normale. Io non sono molto fortunato per quanto riguarda le relazioni personali. Non voglio che lei debba subire..." si interruppe, non c'era motivo di spiegarsi oltre.
"Nessuno di loro vorrebbe che vivessi in questo modo. Poi devi ammettere che un po' di fortuna nelle relazioni personali ce l'hai. Io sono ancora il tuo eterno rivale o no?"
Alla fine del discorso fece uno dei suoi scintillanti sorrisi.
"E questa la chiami fortuna Nocciolina?" lo prese in giro il ninja dai capelli argentati.
"SMETTILA DI CHIAMARMI COSI'!"
Kakashi scoppiò a ridere. Di certo Gai sapeva come risollevargli il morale però aveva torto. Lui non si poteva permettere il lusso di lasciarsi andare. Avrebbe mantenuto il segreto e di certo con il tempo gli sarebbe passata.

In quei giorni Kakashi non era l'unico che si scervellava per questioni di cuore. Anche Shiori, dal canto suo, faticava a smettere di pensare a lui.
Dopo la missione di scambio, i ragazzi avevano affrontato insieme altre missioni e loro due ora cominciavano a capirsi. Era finalmente nata una bella armonia. Questo però implicava ulteriori problemi per la ragazza.
Infatti, quella che poteva essere scambiata per semplice attrazione nei confronti di un ragazzo affascinate, stava diventando decisamente qualcosa di più. Tutto ciò non andava bene. Lei era una kunoichi e il suo scopo era proteggere il Villaggio, non poteva sprecare le sue energie con i ragazzi. Per di più non poteva perdere tempo con un tipo così arrogante, che sicuramente non era interessato a lei.
Doveva ammettere però che ogni volta che lo vedeva, che per sbaglio la sfiorava o nelle rare volte in cui lui le sorrideva, il suo stomaco faceva le capriole. Non sapeva proprio cosa fare. Probabilmente avrebbe dovuto parlarne con qualcuno, ma con chi?
"Allora?"
Tenzo continuava ad osservarla con impazienza.
"Cosa?"
"Tocca a te scartare ma sembri su un altro pianeta. Mi dici cosa succede?"
Erano nella sala ristoro del centro Anbu e si stavano prendendo una piccola pausa, giocando a carte. Shiori però non era molto concentrata.
Soppesò la possibilità di parlare dei suoi problemi con l'amico, ma non era il caso. Non voleva metterlo in una situazione imbarazzante. In fondo loro tre lavoravano insieme, se ci fosse stato qualche problema tra lei e Kakashi ci sarebbe andato di mezzo anche lui.
"Niente."
"Davvero?"
"Sono solo un po' stanca."
"Se vuoi ti copro per il turno successivo."
"Dici sul serio? Mi spieghi qual è il tuo problema?"
Tenzo scoppiò a ridere.
"Io e te affrontiamo i problemi in modo diverso. A me non piace passare molto tempo a fare nulla. Sai cosa intendo?" "Se non sei impegnato hai tempo per pensare."
"Esatto."
Shiori l'osservò triste. Non riusciva ad immaginare nemmeno la metà delle cose che gli erano state fatte. Lui le aveva raccontato qualcosa, ma preferiva non ricordare. Lei capiva ciò che provava e non l'avrebbe mai obbligato a dirle nulla.
"Che ne dici se fai il prossimo turno con me? Almeno se ci facciamo compagnia mi passerà la stanchezza!" disse allegra.
"Non ti distrarrai?"
"Io non mi distraggo mai." fece, fingendosi offesa.
"Allora perchè hai perso?" le chiese il ragazzo trionfante.
Il turno in compagnia di Tenzo parve volare e nel tardo pomeriggio potè finalmente dirigersi verso casa.
Arrivata a casa andò a sedersi in giardino, dove i piccoli Ino-Shika-Cho stavano giocando. Vide Yoshino lasciare accanto ai bambini il vassoio della merenda, poi raggiungerla. Le si sedette accanto e le porse un biscotto.
"Mi dici cos'è che ti fa tanto sospirare?"
Shiori ponderò l'eventualità di rivelare a lei i suoi pensieri. Se glielo avesse fatto promettere, non avrebbe detto nulla a Shikaku. In fondo lei era stata la sua migliore amica per tutti quegli anni, sin dal giorno in cui l'aveva conosciuta. Si a Yoshino poteva dire qualunque cosa. Shiori diede un morso al biscotto e si schiarì la gola.
"Per prima cosa devi promettermi che non ne parlerai con Shikaku."
"Ehi con chi credi di avere a che fare?" chiese fingendosi offesa.
Shiori la guardò storto.
"D'accordo prometto!"
La ragazza prese fiato.
"C'è un ragazzo che mi piace, ma ci sono varie ragioni per cui sarebbe saggio non dirglielo. La cosa però mi tormenta. Ho cercato di togliermelo dalla testa, ma quando sono con lui trovo difficile dimenticarmelo."
Yoshino sorrise. Shiori sentiva che era eccitata all'idea che lei avesse una cotta, ma cercava di trattenersi perchè lei continuasse a sfogarsi.
"Tu gli piaci? Tu almeno su questo punto non puoi avere dubbi."
"Invece ne ho. Non mi va di invadere la privacy delle persone per fini personali, anche se... Mi è capitato in certi momenti di sentire sprazzi di ciò che provava."
"E...?" la incalzò sua cognata.
"E mi è parso di sentire un certo...interesse." continuò Shiori, arrossendo al ricordo.
"Allora non capisco quale sia il problema?"
"A parte il fatto che potrei aver letto ciò che mi sarebbe piaciuto leggerci. Si può capitare, soprattutto se sei confusa come me in questo momento."
Aggiunse l'ultima frase perchè era evidente che sua cognata fosse scettica.
"In più lavoriamo insieme e non sarebbe professionale."
"Certo che voi Nara siete assurdi! Vi tenete tutto dentro e mantenete quell'aria di calma che fa saltare i nervi. Anche tuo fratello, a suo tempo, ha faticato a dirmi ciò che provava e acora di più a rivelarmi i suoi pensieri. Ora però dice che se non fosse per me scoppierebbe. Quello che sto cercando di dire è che hai bisogno di qualcuno da amare e che ti ami a sua volta. Poi non credo che tu abbia sbagliato a interpretare ciò che hai letto. Sei una ragazza così dolce e bella, è più che normale che tu faccia girare la testa ai ragazzi."
Shiori si prese la testa fra le mani e cominciò a soppesare le parole di Yoshino, ma potè farlo per poco, perchè quest'ultima non riuscì più a contenere l'entusiasmo.
"Chi è? Chi è? E' quel ragazzo con cui vai in giro ultimamente. Tenzo, giusto? E' lui? Su rispondi!!!"
Shiori sorrise.
"No, Tenzo è solo un caro amico."
"Dai allora dimmi chi è?"
"Grazie per l'aiuto Yoshino-chan. Ti prometto che quando riuscirò a risolvere il problema ti dirò di più."
Le diede un bacio sulla guancia e corse in casa.

Qualche giorno più tardi Shiori leggeva sdraiata sul suo letto, quando ad un tratto sentì bussare alla finestra. Si voltò e vide Kakashi che la salutava con la mano. Che cosa ci faceva a casa sua?
La ragazza posò il libro sul letto e andò ad aprire.
"Ciao!"
"Ciao. Posso entrare?"
Il ragazzo le sembrava un po' a disagio, ma poteva anche essere scocciato di dover essere lì.
Shiori lo fece accomodare, imponendosi di respirare profondamente e di ignorare quel maledetto groviglio allo stomaco.
Kakashi si guardò intorno. Quella stanza era un disastro: libri, mappe e oggetti vari erano accatastati su di un invisibile scrivania, alcuni vestiti erano gettati all'aria e il letto era totalmente sfatto. Quel luogo era così in contrapposizione con la sua casa in cui c'era un ordine innaturale. Daltronde lui non la viveva molto, era solo un luogo dove ripararsi dal freddo e riposarsi, non era una Casa, con la C maiuscola, non era il luogo in cui c'era la sua famiglia.
Shiori sembrò leggergli i pensieri o chissà forse lo fece davvero.
"Scusa il disordine. Yoshino si è arresa anni fa dal costringermi a riordinarla. Ora si limita ad urlare 'non so come fai a trovarci le tue cose in quello schifo' e volta la testa dall'altra parte."
Stava parlando a vanvera. Perchè lo stava facendo? Accidenti ritrovarselo in camera la stava mettendo in crisi.
"Sono qui perchè mi manda l'Hokage." affermò lui ignorando il suo commento.
Il fatto che dovesse parlarle di lavoro permise a parte della tensione di svanire.
"Dei ninja hanno rubato dei rotoli contenenti importanti informazioni sul Villaggio: codici, turni di guardia, vie di fuga. Noi dobbiamo raggiungerli e recuperarli. Dobbiamo partire al massimo tra un'ora. Ho già inviato Pak e gli altri a fiutare le tracce del nemico."
Come al solito era professionale, conciso ed esaustivo.
"Perfetto. Chi sostituisce Tenzo?"
Il ninja dell'Arte del Legno era partito giusto il giorno prima per un'altra missione.
"Non abbiamo il tempo di formare un'altra squadra. Ci saremo solo noi."
"D'accordo. Allora ci vediamo tra un'ora alle porte del Villaggio."
Kakashi annuì e si diresse verso la finestra. Prima di uscire però ci ripensò e si voltò verso di lei.
"Ti piace leggere?"
"Si. In perfetto stile Nara il mio passatempo preferito prevede lo sdraiarsi su qualcosa di soffice e limitare i movimenti."
"Non lo sapevo. Anche io adoro leggere."
"Lo so. Ho notato che ti piace farlo anche durante le missioni, nei momenti di calma. Non so come fai. Io quando sono in missione non riesco a concentrarmi su nient'altro."
"Ho la fortuna di riuscire a mantenere la calma in qualsiasi momento."
A volte non sai quanto sia difficile.
"E dire che pensavo che quell'aria indifferente fosse il tuo modo per infastidire le persone. Invece è uno stile di vita." scherzò lei.
"Magari invece mi diverto solo a farti arrabbiare. Ti viene una vena davvero carina sulla fronte quando lo fai."
Il ragazzo ammiccò e uscì dalla finestra, lasciandola per l'ennesima volta a bocca aperta.
Le sembrava che quel ragazzo avesse un milione di personalità in una sola. Quei cambi di umore le facevano girare la testa. Ma c'era una cosa a cui non riusciva a smettere di pensare: ha detto carina?

Kakashi non poteva credere di aver detto quella frase. Come gli era uscita? Già era difficile nascondere quei sentimenti ad una persona che poteva vederli bene come lui vedeva in quel momento il terreno su cui camminava. Poi ci si metteva lui che si rincretiniva totalmente davanti a lei, perdendo la capacità di controllare ciò che gli usciva dalla bocca. Dandosi dell'idiota, recuperò le sue cose e controllò da dietro una finestra che Naruto stesse bene.
Fatto ciò raggiunse le porte del Villaggio, sospirando al pensiero di quanto quella missione sarebbe stata emotivamente complicata.




Angolo dell'Autrice.
Ciao :)
Ecco finalmente un nuovo capitolo!!!
Sinceramente non ho idea di come stia venendo questa storia. So dove voglio andare a parare (nella mia testa è quasi tutta formata), ma non sono certa se il modo in cui lo sto facendo sia quello giusto. 
Comunque, finalmente i nostri protagonisti stanno per affrontare una missione soli soletti, entrambi cercando di combattere (o no?) con sentimenti che non capiscono o non vogliono capire. Come andrà a finire?
Per saperlo vi rimando al prossimo capitolo :)
Un abbraccio 
WibblyVale

 
  
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