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Autore: IdaC91    02/11/2014    3 recensioni
In un mondo in cui la Magia esiste ed è sinonimo di potere, i Signori degli Elementi siedono ai vertici della Società Magica, in virtù delle loro straordinarie capacità. Esistono, però, poteri ancora più straordinari, perché rari, perché estinti...
Ma se non fosse davvero così?
Se il Tempo e il Fuoco fossero destinati a incontrarsi?
Se due vite, apparentemente così diverse, così distanti, ma in realtà così vicine, si trovassero a confronto?
Due uomini in fuga dalla Società Magica, dal loro essere diversi, due uomini in fuga da se stessi, ritroveranno nell'altro la strada da percorrere.
Insieme.
Obviously, it's a Johnlock story.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate. Scusate, scusate, scusatemi! Vi lascio questo luuungo trattato di stor… ehm, volevo dire capitolo, e ci rivediamo giù (se sopravvivete alle POCHE note).
 
Capitolo 5
 
Sherlock Holmes era in attesa, seduto sulla sua poltrona nera, le mani giunte sotto il mento, gli occhi chiusi, nella sua classica posa contemplativa che poteva sembrare una muta preghiera. Attendeva e pensava. Attendeva e analizzava.
 
John Watson.
 
John. Un nome così comune per un individuo così raro. Un personaggio alquanto curioso. Non esisteva termine più appropriato per la sua persona. Di sicuro rappresentava il caso più interessante su cui avesse mai messo gli occhi. Anche più del triplice omicidio con porte bloccate dall’interno in una villa abitata da più di venti persone. Immensamente più importante dell’inseguimento che casualmente li aveva fatti incontrare. Estremamente affascinante per la sua natura.
 
Un Signore del Tempo.
 
Non aveva mai soppesato l’idea di poterne incontrare uno. Nella sua mente, le situazioni improbabili divenivano chiare e lampanti solo quando se ne presentava l’occasione, solo quando erano necessarie, ma comunque non venivano mai scartate a priori. (“Se si esclude l'impossibile ciò che resta, per quanto improbabile, è pur sempre possibile”). La remota possibilità che incontrasse un Signore del Tempo era fra queste, un avvenimento immensamente raro e di una portata significativa considerevole. Ovviamente, non si era mai soffermato a ricreare un ipotetico incontro solo con la mente, perché sarebbe stato oltremodo inutile. Ma ora questo incontro era avvenuto, a scapito di ogni improbabilità. Non poteva lasciarsi sfuggire un’occasione simile, non poteva permettersi di lasciare che quell’inverosimile circostanza fluisse via senza essere colta. Inoltre, voleva scoprire le sfaccettature di John, perché sembrava averne molte.
 
Un Guaritore.
 
Un Dottore, in questo tempo. Abile, a giudicare da come fosse riuscito a mantenersi, in un’epoca come la sua, solo ed esclusivamente del suo lavoro. Capace e intelligente, se contava sul fatto che fosse riuscito a ricreare e perfezionare quella che sembrava la versione originale dell’illegale Brand-Defense, la crema rimuovi-Marchio che anch’egli utilizzava, ricreata e riveduta da lui stesso sulla base di antiche miscele. Ma quel John riusciva ad essere ancora altro.
 
Un fuggitivo.
 
Sherlock voleva avere la conferma dei suoi dubbi. Aveva già la certezza su chi lo stesse inseguendo, ma aveva bisogno di prove concrete. Nei suoi studi sui Signori del Tempo, approfonditi sui diari segreti dei Signori Puri dell’Aria (trafugati sotto lo sguardo non troppo attento di suo fratello), Sherlock aveva letto della sparizione di John. Sapeva da chi e da che cosa era riuscito a fuggire, ma doveva averne la certezza scientifica. Ora aveva un testimone da un passato remoto che poteva aiutarlo nella sua ricerca primaria, lo studio perpetuo che occupava la sua mente da sempre, oltre ai casi che seguiva. Aiutarlo. Sì, perché Sherlock sapeva che John l’avrebbe aiutato, per via della sua natura. Non quella magica, però.
 
Un combattente. Un soldato.
 
John ce l’aveva scritto sul volto, nella postura, nella fermezza del suo sguardo. Sherlock aveva letto il suo animo. Non che fosse particolarmente difficile. Era molto più dell’uomo che voleva e che credeva di essere. Forte. Risoluto. Leale. Coraggioso. Istintivo. Ricolmo di un immenso senso etico. Gliel’aveva dimostrato quando aveva colpito quello sciocco assassino. Gliel’aveva confermato quando l’aveva seguito, senza quasi opporre resistenza alcuna. Gli aveva dato prova di una fedeltà innata in un momento per lui terribilmente sfavorevole. Era un comportamento affascinante. Nessuno aveva mai trovato “fantastico” quello che faceva. Nessuno ne era mai rimasto a bocca aperta. John, invece, paradossalmente sì. Si era fidato e affidato a lui, rassicurato dalla sua conoscenza e dal suo modo di fare, atteggiamento che chiunque avrebbe boicottato ed insultato. Quel John, invece, nonostante venisse da un passato lontano, nonostante vivesse in una condizione vitale antiquata, nonostante avesse sicuramente subito perdite e traumi, lo aveva trovato “fantastico”. Come se non bastasse, aveva fatto intuire a Sherlock anche uno strato più profondo, celato sotto l’armatura da guerriero e legato alla natura stessa del suo “essere soldato”. L’attrazione per il pericolo. Sì, perché John Watson era anche questo, un malato d’azione tremendamente represso, non solo nel Potere, ma anche nell’anima. E, per di più, era solo.
 
Solo. Solo.
 
(“Non più.”) pensò il C.I., un attimo prima che sentisse la voce di John come se provenisse da lontano. Aprì gli occhi e se lo ritrovò praticamente di fronte. Aveva indossato gli abiti che gli aveva dato nella maniera corretta e sembrava perfettamente a suo agio, nonostante l'atteggiamento un po' goffo e insicuro.
 
-...perfetto idiota con questi abiti. È normale che calzino così stretti?-
 
Sherlock lo osservò meglio. Certo, il maglione beige gli andava lievemente aderente sulle spalle e torace ed i jeans erano un po' troppo lunghi per la sua statura, ma, nel complesso, il risultato era piuttosto gradevole alla vista. Sicuramente stavano meglio a John che a lui. Erano adatti alla sua persona.
 
-Non possiedo altro della tua misura, spiacente. Mi sono serviti per un'investigazione in cui mi sono dovuto infiltrare e travestire da professore.-
 
-In effetti, in questi.... jeans, giusto? In questi jeans potrebbe entrarci un gigante.-
 
-Non dire assurdità.- Disse a John e gli indicó la poltrona rossa dietro le sue spalle. -Siediti, John.-
 
Il Dottore obbedì, lo sguardo che virò velocemente dal rilassato al serio. ("Attesa. Curiosità. Leggero timore.") Il suo atteggiamento era sempre più interessante. Riusciva a passare da uno stato di momentanea quiete, sia fisica ("Spalle rilassate, braccia abbandonate sui fianchi, espressione rilassata.") che mentale ("Accettazione rapida della situazione. Euforia verso il nuovo. Volontà di conoscenza."), ad uno stato di seria attenzione, la postura rigida, gli arti superiori conserti, lo sguardo vigile. Sherlock ora era il fulcro di tutto il suo interesse. Si accorse che tratteneva a stento le domande, ma c'era sicuramente una che gli premeva più delle altre. Lo vide lottare con se stesso per un attimo, impegnato in una guerra mentale di facile lettura. Sapeva cosa stava per chiedergli. Voleva sapere il suo destino, cosa lui stesso gli avrebbe riservato, ed era      pronto a qualsiasi risposta. Vide John fare un respiro profondo. Decise che poteva concedergli quella domanda, come anche la risposta.
 
-Da chi stavo fuggendo? Voglio dire, so chi era quell'Uomo, ma sono certo che tu ne sai più di me.-
 
Sherlock rimase quasi spiazzato. Era quasi certo che, per John, il futuro prossimo fosse più importante ed impellente da conoscere, piuttosto che un passato ormai completamente archiviato e lasciato dietro una porta chiusa. Possibile che il Guaritore avesse già compreso il filo conduttore fra il tempo ormai trascorso e il presente? Sherlock riuscì a mantenere un'espressione più neutra possibile.
 
-Stavi fuggendo dal Signore dell'Aria. Te ne sarai reso conto dalla Maschera Bianca che indossava, insieme al tipico abbigliamento formale che comprendeva inserti bianchi e dorati. Mi complimento del fatto che tu sia riuscito a fuggire. L'uomo che hai avuto di fronte è stato uno dei più crudeli e potenti detentori di quel Potere. L'attuale Signore Puro dell'Aria è il suo più diretto discendente, e non ha di certo ereditato solo le sue abilità.-
 
-Il Signore del tuo tempo è... suo figlio?-
 
-Esattamente.-
 
-Come è possibile? Voglio dire, ho fatto un salto di 284 anni! Non è umanamente possibile che sia ancora in vita! E poi, come fai a sapere con certezza che sia suo figlio? Le loro identità sono oscure!-
 
Sherlock guardò John con sufficienza. Quell'uomo passava dall'essere incredibilmente sorprendente all'essere sorprendentemente ottuso.
 
-Come ti ho già detto precedentemente, ho avuto accesso a dei diari privati di questi Signori. Secondo te, perché ti dava la caccia? Sei tu quello che ha 309 anni con l'aspetto di un venticinquenne, io mi limito a cacciare fiamme e scaldare l'ambiente.-
 
Sherlock l'aveva detto apposta. Voleva generare sorpresa ed interesse. Voleva metterlo a suo agio, ammettendo di essere quello che sapeva che John avesse intuito. Voleva renderlo partecipe in modo che potesse aprirsi di più. L'effetto voluto riuscì alla perfezione. John lo stava osservando con uno sguardo brillante e acceso di coinvolgimento. Fu proprio lui ad interrompere il silenzio di quella studiata pausa.
 
-Dunque, è vero. Sei un H-Dragon, non è così?-
 
-Ti prego, non usare quel termine! Vedi forse delle ali o zanne da qualche parte?-
 
-No, in effetti.- Sherlock notò il suo imbarazzo. John aveva abbassato il volto, fissando per un attimo il pavimento. Poi, i loro occhi si incontrarono di nuovo. Il Dottore mostrava un leggero sorriso. –Non mi hai risposto, però.-
 
-Ce n’è davvero bisogno? Ne hai avuto una prova lampante e concreta. In più, te l’ho appena ammesso. La tua domanda è retorica.-
 
-Continui a non rispondere.-
 
-Sai essere fastidiosamente testardo.- Sherlock era lievemente seccato dal suo comportamento, ma molto divertito. Decise che poteva concedergli una risposta. –Sì, sono Marchiato del Fuoco.- disse, sottolineando le ultime parole. –L’ultimo esistente.- Aggiunse. Attese la reazione di John, che non tardò ad arrivare. Stupore, subito seguito da uno sguardo diverso. Se doveva in qualche modo sembrare spaventato, non lo era per niente. Anzi. Quanto poteva essere sorprendente?
 
-L’ultimo? Anche tu? Vuoi dire che ci sono state altre Guerre? Siete stati tutti sconfitti? E le rivolte? Come diavolo sono finite? Se devi nasconderti, vuol dire che avete perso, giusto? Ma cosa diamine è successo in tutti questi anni?-
Per la prima volta dal loro incontro, Sherlock vide John sopraffatto dalle domande. In effetti, aspettava questa reazione da un momento all’altro e aveva fatto di tutto per scatenarla.
 
-Mettiti comodo, John. Questi ultimi trecento anni non sono stati affatto una passeggiata. Partirò con alcune premesse, sconosciute anche a te che hai vissuto in quegli anni. Molti eventi sono stati manipolati, soprattutto riguardo la mia stirpe. Faceva comodo, all’ora come oggi, dipingerci come folli e sanguinari. Non che non lo fossimo, è chiaro, ma non a certi livelli. Sono sicuro che tu non abbia dato molto credito alle voci circolanti su di noi nella tua epoca, sia per il tuo allontanamento volontario nei confronti della società, sia per il lavoro di tuo padre che, come Guaritore, avrà sicuramente partecipato attivamente alle rivolte fra il 1689 e il 1705, anno della tua nascita e, anche se proibito, avrà inconsciamente fornito indizi più veritieri sulle nostre azioni. –
 
Nonostante fosse un affermazione e non una domanda, John gli rispose ugualmente. Dall’espressione che Sherlock gli vide dipinta sul volto, si sentiva quasi in dovere di puntualizzare.
 
-Ha lavorato per l’Esercito a Cavallo della Società. Era uno dei Guaritori più esperti. Ha spesso avuto a che fare con ferite provenienti dai vostri uomini ma, nonostante tutto, non ho mai sentito l’odio o il rancore nella sua voce, quando parlava di voi. Sapevamo che nominarvi costituiva un rischio, parteggiare per voi equivaleva condannarsi a morte, e mio padre, con due figli a carico, dopo essere rimasto solo, non poteva permetterselo. Per di più, quando comparve il Marchio del Tempo sulla mia pelle, fece di tutto per aiutarmi a celarlo. Sapeva bene a cosa andavo incontro e mi rese partecipe dei pericoli che correvo, anche se con grande discrezione. C’era sempre qualcosa che non poteva dire, celato sotto le sue parole e dietro al suo sguardo vitreo. Fare certe dichiarazioni a voce alta, in qualsiasi luogo, anche in famiglia, era troppo pericoloso. Ho inteso più cose dagli sguardi assenti di mio padre che dai suoi stessi racconti e da quelli della gente. Ora me ne stai dando conferma. Lo sentivo. Sentivo che qualcosa in quelle storie era diverso da come volevano farci credere.-
 
Sherlock divenne ancora più curioso. John gli credeva, senza ombra di dubbio. Aveva posto in lui tutta la sua fiducia. Una lealtà sempre più sorprendente, in un tempo brevissimo. Decise che voleva ulteriormente saggiarla, prima di andare avanti.
 
-Quindi, tu non hai alcun dubbio che le cose che ti dirò equivalgono alla verità? Se tu leggessi un qualunque libro di storia in questa casa o in una qualsiasi libreria sull’intero pianeta, troveresti scritto altro. La deduzione più plausibile sarebbe che io stia portandoti a credere a qualcosa che non sia vero per convincerti della mia lealtà e guadagnarmi la tua fiducia, per poi tradirla al momento opportuno, dato il Potere che possiedi. Come fai a sapere che non sto mentendo?-
 
Il viso di John cambiò espressione immediatamente, sconvolto e stupito. Sherlock sapeva che, con tutta probabilità, era l’ultima domanda che si aspettava. E che lo metteva a dura prova. Tuttavia, sembrava del tutto sicuro della sua scelta.
 
-Lo so e basta. Se tu avessi voluto farmi del male, non ci sarebbe stato bisogno di tutta questa messa in scena. Hai capito che non sono in grado di nuocerti in nessun modo, sarebbe stato uno scherzo per te rapirmi e portarmi qui, ed io non avrei avuto alcuna possibilità contro di te. Non sembri uno che ama sprecare il suo tempo. Perciò, no, non stai mentendo.-
 
John fece una pausa. Il suo viso suggeriva un “Almeno lo spero!” che, però, non arrivò. La sua espressione era seria e determinata. Credeva fermamente in quello che aveva appena detto. Sherlock sorrise, compiaciuto. Quest’uomo era davvero leale e affidabile oltre ogni immaginazione. (“Forse non è idiota come tutti gli altri.”)
 
-Concordo con te. La penserei allo stesso modo.- Pausa. Vide John rilassarsi e concedergli un leggero sorriso. Continuò. –Dunque, come stavo per dirti qualche minuto fa, i riferimenti alla mia stirpe sono stati manipolati a partire dal 1605(1), l’anno della…-
 
-Commemorazione della  Nascita della Società Magica!- esclamò John.
 
-Non interrompere se non strettamente necessario.-
 
-Chiedo scusa.-
 
-Scuse accettate. Il 5 Novembre del 1605 avrebbe dovuto  aver luogo un attentato, ideato da parte di alcuni dei miei Signori. Essi volevano far esplodere la sede del Governo, con tutti i più illustri Marchiati di allora. Già in quegli anni, la situazione di insostenibile Monarchia stava generando numerosi malcontenti tra i nostri ranghi, tuttavia alcuni rimasero fedeli e sventarono quello che sarebbe dovuto essere l’avvenimento del secolo. Gli ideatori del piano vennero torturati ed uccisi e la loro scomparsa passata come una rassegna di dimissioni. La storia intera venne abilmente messa a tacere.- Sherlock fece una breve pausa, per dare spazio a John. Era visibile come stesse a stento trattenendo i commenti.
 
-Incredibile.-
 
-Ma vero. La situazione degenerò sempre più, fino ad arrivare al periodo compreso fra il 1642 e il 1649(2) quando si scatenarono le Guerre Civili dopo che il Governo tentò di legalizzare la persecuzione contro i Signori del Tempo e contro gli Umani stessi, nonostante ormai rappresentassero già la stragrande maggioranza della popolazione.-
 
-Oh mio Dio, era questo il vero motivo?-
 
-Mi hai interrotto di nuovo.-
 
-Le mie scuse, di nuovo. E’ solo che è tutto così pazzesco! Non solo non conosco cosa è accaduto negli ultimi trecento anni, ma, a quanto pare, anche quello che in teoria dovrei conoscere è tutto falso! E’ sconcertante.-
 
-Posso provare a capire, ma comunque gradirei non ci fossero ulteriori interruzioni inutili.- Sherlock stava perdendo la pazienza. Serrò le mani sulla poltrona per un attimo e guardò John con aria imperiosa. – Come ben sai, fummo noi Signori del Fuoco a detenere il potere durante quegli anni nel Consiglio di Governo, anche se le ragioni esposte al pubblico furono quelle sbagliate. La popolazione credeva fosse una decisione interna del Consiglio, presa arbitrariamente e in democrazia. Idiozie.  Fino al 1660 riuscimmo a mantenere il controllo della situazione, ma poi si ebbe il totale ripristino della Monarchia ad opera degli altri Signori Puri che vedevano sempre più minacciati i loro poteri con noi al comando. La Bill of Rights del 1689(3), come ben sai, sancì definitivamente la loro vittoria, garantendo la supremazia della Stirpe Magica su quella Umana con una ridicola dichiarazione che serviva solo da facciata. Il Potere, da allora, fu in mano solo ai rappresentanti più abili dei tre Poteri Puri, Fuoco escluso, ovviamente. A capo dei tre, il Signore dell’Aria aveva i diritti maggiori, anche se nessuno ne era davvero a conoscenza. Le nostre rivolte furono più sanguinose che mai. E’ a queste che ha sicuramente partecipato tuo padre.-
 
-Corretto.-
 
-Ora arriva la storia contemporanea alla tua vita. Nel 1707(4), con l’annessione della Scozia, patria dei restanti detentori dei Poteri, Aria e Fuoco esclusi, i Signori dell’Aria si garantirono l’alleanza più stretta degli altri Marchiati per far fronte le nostre rivolte. Se non lo sai, noi detentori del Fuoco siamo di discendenza Irlandese, mentre Acqua e Terra sono di origine Scozzese.  Eravamo piuttosto potenti, nonché potevamo contare su una forte superiorità numerica. Le campagne di diffamazione contro i nostri ideali raggiunsero l’apice e parlare di noi, come hai precedentemente confermato, divenne tabù. Le voci sulle persecuzioni nei riguardi degli ultimi Signori del Tempo, però, riuscirono a trapelare anche tra gli Umani, soprattutto quelli che lavoravano per il Governo. Ecco come tuo padre sapeva di noi. Quelli che ci credevano, però, erano sempre più pochi e il timore verso le nostre figure crebbe a dismisura. Le persecuzioni continuarono, celate ed indisturbate, fino alla vostra completa scomparsa. Il penultimo avvistamento di un Time Traveler documentato risale al 1726 e l’ultimo ce l’ho qui, davanti ai miei occhi.- Indicò John con un dito e fece una pausa.
 
-Questa storia è orribile.-
 
-Concordo. E il peggio deve ancora venire.  Le guerre si estesero anche ai paesi confinanti e la Società aveva bisogno di combattenti come noi.  Per quanti fossimo scomodi, eravamo pur sempre i migliori esistenti. Tra il 1756 e il 1763(5) la nostra nazione dovette confrontarsi con altre potenze Europee nella Guerra dei Sette Anni, così ci fu una specie di tregua fra le parti per permettere alla nostra nazione di ottenere l’egemonia come Potenza Magica Europea. Questo periodo di relativa pace culminò nel 1801(6) con l’annessione dell’Irlanda, nostra terra natia, e la formazione del Regno Unito. Le nostre condizioni per tale annessione erano una rinuncia dello schiavismo nei confronti della popolazione Umana, cosa che avvenne qualche anno dopo, nel 1808(7). In questo modo, oltre che ingraziarsi la nostra stirpe, la Società apparve ancora più magnanima e leale agli occhi inesperti della sciocca popolazione del tempo. Gli Umani non si erano quasi accorti di essere trattati come schiavi. Ci fu un periodo di stallo, fino a quando la nostra alleanza portò la nazione a sconfiggere la vicina Francia nella Battaglia di Waterloo nel 1815(8). Le truppe di Napoleone, detentore del Potere della Terra, subirono una delle più sanguinose sconfitte della storia. Ne bruciammo a migliaia. Il prestigio che ne conseguì fu immenso. La popolazione, ormai, non ci vedeva più come sanguinari disertori, ma come eroi. Non lo eravamo. Non lo siamo mai stati. Gli eroi non esistono.-
 
-Non sono d’accordo.- Sherlock vide John scuotere energicamente la testa, l’espressione fiera, una luce che brillava nei suoi occhi. -Avete combattuto per la libertà, siete andati avanti, anche se tutti pensavano che foste degli esaltati assassini, avete difeso con il sangue i diritti degli Umani, i diritti delle persone come me! Queste sono cose da eroi!-
 
-No, John. Alla base c’è sempre l’interesse personale, la brama di potere. Chi può dire che, se avessimo avuto una miglior sorte, non saremmo diventati anche noi dittatori? La storia è intrisa di sangue e polvere generato dalle battaglie per la supremazia dell’uno o dell’altro Potere. Con tutta probabilità, avremmo fatto la stessa, identica fine.-
 
-Permettimi di dissentire e di rimanere della mia idea.- Quanto quell’uomo poteva essere testardo e irragionevole?
 
-Non serve a nulla idealizzare le persone, John. E faresti meglio a non farlo nemmeno con me.- A quell’affermazione, John rimase in silenzio. Sherlock lo osservava a fondo. Dalla sua espressione, era chiaro che voleva ribattere, ma ebbe il buonsenso di lasciar correre. Si rese conto che le sue parole non ebbero alcuno effetto sull’idea che il Guaritore si era fatto sia della sua stirpe in generale, sia di lui, nel particolare. Per la prima volta nella sua vita, Sherlock si sentì strano. Proprio lui, che sapeva definire tutto nel minimo dettaglio, in quel preciso istante, non sapeva definire cosa stava provando. C’era qualcosa, qualcosa che premeva nel suo interno. Qualcosa di lieve, ma presente. Non sapeva cosa fosse e non sapeva dargli un nome. La cosa certa, però, era che John ne rappresentava sicuramente la causa scatenante. Represse immediatamente quella… cosa… e continuò con la sua storia, interrompendo il cupo silenzio che era calato fra loro.
 
-Come dicevo, dopo la sconfitta della Francia, avemmo un periodo di pace. Era solo una facciata. Documentazioni varie che ho impiegato molto a ritrovare attestano che alcuni Marchiati del Fuoco sospettavano attività di contrabbando di Umani, ma non ne ebbero mai le prove. Iniziarono a serpeggiare le voci più disparate. Nessuno sapeva a chi e a cosa credere. Solo in seguito scoprimmo le stragi che vennero perpetrate sotto i nostri occhi, troppo accecati dalla benevolenza che ci avevano donato. Nel 1819(9) ci fu una massiccia rivolta di operai Umani a St. Peter Fields, repressa nel sangue dall’Esercito, ma tenuta strettamente segreta. Ne ho scoperta l’esistenza solamente in questo secolo. La Società, con noi alleati, vide aumentare immensamente il suo potere e il Regno Unito raggiunse l’apice del prestigio e del progresso. Lo sguardo della Nazione si spostò anche oltre i confini, con le due Guerre Afghane nel 1839-1842 e nel 1878-1880, intervallate dalla Guerra di Crimea nel 1853-56. Finché fummo impiegati ed impegnati altrove, non avemmo tempo per pianificare nulla, ma sapevamo che la situazione peggiorava. Con queste Guerre era sempre più evidente la smania di potere della Società e la sua volontà di imporsi non solo sulla popolazione Umana, ma anche su quella Magica. Le nazioni vicine non furono da meno. Il tutto porto allo scoppio della Prima Grande Guerra Magica Mondiale(10).- John non riuscì a trattenersi e mormorò un commento sottovoce, un ghigno triste dipinto sul volto.
 
-Credo fosse inevitabile. Era questione di tempo prima che accadesse una cosa simile. La Magia non può portare ad altro.- Sherlock capì che questo commento rispecchiava la visione negativa che John aveva della Magia. (“Trauma forte di natura familiare. Una morte. Con tutta probabilità, ha a che fare con la madre, visto che il padre era ancora vivo quando è stato Censito.”) Sentimenti. Gli errori più grandi della natura umana. Se non fosse stato per essi, John probabilmente avrebbe trovato pace altrove, in un tempo e in un luogo sicuri. Se non avesse seguito i sentimenti, si sarebbe sicuramente trovato in una condizione migliore di quella attuale. Invece, il Guaritore si era lasciato trascinare dal cuore. Un grande errore. Avrebbe potuto utilizzare la Magia a suo vantaggio, la stessa l’aveva portato ad ustionarsi il braccio sinistro, la stessa che l’aveva portato a nascondersi, la stessa che, infine, l’aveva portato lì, davanti a lui, in quel momento.
 
-Concordo sul fatto che fosse inevitabile, ma non sul resto. La Magia non è solo distruzione e potere. E’ conoscenza e forza. Non è obbligatorio che sia impiegata per scopi malvagi. Può migliorare tante cose, se utilizzata nel giusto modo.- John non sembrava essere convinto. Tutto nella sua postura e nel suo viso mostravano il suo dissenso e stava quasi per ribattere, quando Sherlock decise di interromperlo sul nascere. - Sono le nostre scelte a dimostrarci quel che siamo veramente, John, non soltanto le nostre capacità, se non anche più di esse, in alcuni casi*. Il tuo caso, ad esempio. Eri e sei l’ultimo Signore del Tempo, possiedi un Potere che tutti bramano ed hanno sempre desiderato, quello più potente di tutti gli altri, eppure, nel corso della tua intera vita, non hai mostrato presunzione, non sei caduto alle lusinghe di una magia così imponente, ovviamente come riflesso dell’ambiente in cui hai vissuto e delle vicende che ti hanno segnato. Non che io condivida le tue scelte, ma ti hanno portato dove sei ora e sono la dimostrazione lampante che la Magia dipende specialmente dal possessore. Le nostre abilità sono inutili se non avvalorate dalle decisioni che prendiamo nel corso della vita, che siano esse giuste o sbagliate. Non fare, però, l’errore di pensare che la strada del Potere porti in un’unica direzione.-
 
John soppesò le sue parole, l’espressione dubbiosa ma interessata. Sembrava che stesse capendo il suo punto di vista, che si stesse aprendo ad esso, che stesse affacciandosi su quel nuovo panorama che gli era sempre stato oscurato fino a quel momento. (“Confuso, spiazzato ma affascinato. Interessante.”)
 
-Non l’avevo mai pensata in questo modo.-
 
-Ed hai commesso un grande sbaglio, ma, proprio tu, hai tempo per rimediare.- Il sorriso di John, stavolta, fu più deciso. –Ritornando al discorso interrotto, durante la Prima Grande Guerra Magica, la situazione interna del Regno andava disgregandosi. Finalmente, molti dei nostri Marchiati avevano preso piena coscienza di quel che significava sia la Guerra con i confinanti, sia la finta stabilità della Società. Le sparizioni di Marchiati cominciarono a diventare sempre più evidenti, e non si limitavano più ai Poteri Puri. Le Famiglie Magiche, impiegate nei fronti, diminuivano sempre di più. Il sangue magico versato aumentava a dismisura, per non parlare di quello Umano. Stanchi di tutto questo, nel 1916(11) tutta l’Irlanda del Nord insorse, con noi a capo. Come puoi facilmente dedurre,   i rappresentanti della mia stirpe furono barbaramente sconfitti ed uccisi. L’autore della nostra sconfitta fu niente meno che il figlio del tuo amico dell’Aria. Fummo colti completamente impreparati.-
 
-Come può il Fuoco essere sconfitto dall’Aria?-
 
-E’ proprio questo il punto. Sapevamo di essere superiori e la nostra presunzione fu la nostra rovina. Il Signore dell’Aria riuscì a creare il vuoto per tutto il perimetro del campo di battaglia. Il Fuoco non sopravvive senza ossigeno (la componente principale dell’aria che respiriamo). Le conseguenze sono di facile immaginazione. Quei pochi di noi rimasti, si diedero alla fuga. Quelli che vennero catturati, furono dichiarati Traditori della Patria e condannati a morte pubblica. Fu la sconfitta definitiva dei Signori del Fuoco, caduti con onore in battaglia e disonorati dal resto della Nazione, dipinti da tutti come i nemici principali della Società, i nomi infangati, le vite distrutte. Non ne rimase alcuno. Prima di me, l’ultimo Signore del Fuoco di cui si abbia conoscenza è stato Alan Turing(12), una delle menti più brillanti che il mondo abbia mai potuto avere. Un uomo geniale, riuscì a nascondere la sua identità per diverso tempo e lavorò in incognito al fianco della Società per decifrare i codici Tedeschi nel corso della Seconda Grande Guerra Magica Mondiale, avvenuta fra il 1939 e il 1945(13). Le scelte, di nuovo. Nonostante sapesse che correva un grande rischio, non volle permettere che venissero stroncate ulteriori vite. Volle mettersi alla prova, volle dimostrare il suo genio, la sua abilità. Questo gli costò la vita. Dopo essere riuscito a decrittare i codici Tedeschi, la Società, ormai vittoriosa, impressionata dal suo genio, lo mise sotto torchio e scoprì la sua vera identità. Il suicidio di un anonimo matematico è quello che il mondo vide ed ignorò.-
 
Sul volto di Sherlock si stagliò un ghigno amaro. La storia di quell’uomo lo affascinava e lo ripugnava allo stesso momento, ed aveva la stessa reazione ogni volta che la ripercorreva. Da un lato ne ammirava il genio, l’intelligenza, il suo essere tanto brillante da riuscire non solo a nascondere la sua natura, ma anche ad incanalare il suo Potere in una ricerca considerata impossibile. Dall’altro, invece, ne commiserava la sua debolezza di umano, il suo curarsi degli altri, la sua imprudenza. Era stato quello a condurlo verso la morte. Una sola scelta sbagliata. I sentimenti. Di nuovo. John, evidentemente, per l’ennesima volta, non la pensava per niente come lui.
 
-E questo è perché gli eroi non esistono.-
 
-No, John, non esistono! E, se anche esistessero, io non voglio essere fra questi! Guarda cosa è successo a Turing, guarda a cosa porta essere degli eroi!- gridò, sbattendo una mano sul bracciolo della poltrona. Aveva raggiunto l’apice. Come poteva John continuare a credere a delle figure simili?
 
-Porta a rimanere nella storia, porta a salvare delle vite, porta ad essere immortali!-
 
-Non mi interessa nessuna di queste cose.- disse, riacquistando una gelida calma.
 
-E perché mi hai salvato, allora?-
 
John, in un impeto di rabbia, era scattato in piedi. Sherlock rimase seduto sulla sua poltrona, gli occhi freddi fissi sul suo interlocutore, le mani di nuovo giunte sotto il mento. Decise di non rispondere, e non solo perché aveva perso la pazienza. Decise di evitare la domanda perché non riusciva a vederne l’esatta risposta. Certo, era interessato a  John per l’aspetto puramente scientifico del suo Potere e sicuramente voleva scoprire di più sul Signore dell’Aria per dar credito alle sue teorie. Aveva bisogno del parere di un testimone. Quando riapri una porta e ti ritrovi davanti un uomo del 700 che è sfuggito per puro caso al tuo mortale nemico? Voleva fargli delle domande, voleva scoprire tutto dei Signori del Tempo e del loro ultimo esponente. Ma… Ma. C’era dell’altro, altro che sfuggiva alla sua mente acuta, la stessa mente a cui non sfuggiva MAI nulla. Quella sorta di fascino che lo aveva attratto, quella lealtà istantanea, quella completa assenza di paura, che poteva essere associata a mancanza di intelligenza, ma non nel caso di John, quella sensazione (perché era una sensazione, giusto?) che aveva provato e represso. No. Non avrebbe risposto. Era decisamente il momento di scoprire di più su John. Aveva parlato fin troppo.
 
-Cosa è successo esattamente prima che arrivassi qui?-
 
Vide John assumere una posa corrucciata, lo sguardo basso verso di sé, la mandibola serrata. Il Guaritore sbatté le palpebre e sospirò, richiudendo subito le labbra. Poi chiuse gli occhi e voltò la testa verso sinistra. Quando tornò a fissarlo, Sherlock vide una nuova consapevolezza brillare nei suoi occhi. Aveva accettato il suo silenzio come parte di lui e continuava a fidarsi. Era pronto a parlare e ad aiutarlo, nonostante quello che gli aveva appena detto. John si sedette nuovamente sulla poltrona e cominciò a raccontare tutta la sua storia. Dall’attacco di sua madre al giorno in cui gli uscì il Marchio sulla pelle. Da come suo padre riuscì a nascondere la sua natura ai loro vagabondaggi fra le contee poco popolate. Dalle disavventure con la Magia che spuntava all’improvviso al suo abbandono dei genitori, fino ad arrivare al giorno della sua “partenza temporale”.
 
-E’ ovvio che ti avesse sotto stretta osservazione, da quando hai alzato per errore quella barriera fra quei bigotti e tua sorella. Il fatto che non sia riuscito a scovarti prima è notevole. I vostri spostamenti strategici devono averti reso una preda meno preferibile rispetto all’altro Signore del Tempo, sparito nel 1726.-
 
-Cosa sai di quest’ultimo?-
 
-Ho potuto scovare solo un suo pseudonimo, Leoithne, nient’altro. So per certo che possedesse la Magia del Tempo  e che diede filo da torcere al Signore dell’Aria. Poche cose sono scritte su questa persona, anche se sono quasi certo fosse una lei. Non ne ho la certezza matematica, per questo dovevo sapere se fossi tu quello del ’26 o del ’30. Assumendo che fosse una donna, dopo aver perso l’occasione di catturarla, le sue attenzioni si sono rivolte tutte su di te e sull’attuare un piano per catturarti. Ovviamente, non aveva mai perso di vista la tua famiglia e il tuo precedente salvataggio di tua sorella aveva già mostrato a lui il tuo punto debole. Deve averci messo un po’ per trovarti, ma, alla fine, ce l’ha fatta.-
 
-E mi ha messo faccia al muro. Mi sono sentito come un coniglio in trappola, anzi, come il Bianconiglio in trappola.-
 
-Ripeti quello che hai appena detto.-
 
-Che… mi ha messo faccia al muro?-
 
-No, ripeti le esatte parole, non il concetto.-
 
-Mi… mi ha messo faccia al muro e sono sentito come un coniglio in trappola o, come il Bianconiglio in trappola?-
-Il Bianconiglio, John! Com’è possibile che tu conosca un personaggio immaginario di un romanzo scritto nel 1865? Hai detto che non hai mai fatto uso della tua Magia, eppure hai citato un animale che è comparso per la prima volta più di cento anni dopo la tua scomparsa. Questo è davvero interessante.-
 
-Troverai ancora più interessante il fatto che anche il Signore dell’Aria sembrava conoscerlo.-
 
Sherlock si bloccò di colpo. Se John diceva sul serio (e tutto nel suo corpo mostrava come non stesse mentendo) aveva una prova concreta della sua teoria. Scattò in piedi, si protrasse in avanti ed afferrò il viso di John fra le dita, il quale, impotente e disarmato, spalancò gli occhi dallo stupore e portò d’istinto le mani sulle sue.
 
-Cosa stai…?-
 
-John, ricorda le sue e-s-a-t-t-e parole! Chiudi gli occhi e richiamale alla mente! Chi è stato il primo a nominare il Bianconiglio?-
 
-Io, ma il Signore Bianco aveva già accennato ad un coniglio bianco che saltava da un cilindro all’altro, riferendosi a me.-
 
-E poi?-
 
-E poi è stato più esplicito, dicendo che ormai ero in ritardo e che “ogni favola ha bisogno di un buon cattivo vecchio stile”.-
 
Sherlock lasciò andare John, ancora attonito e sconvolto. Era tutto chiaro! Il Signore dell’Aria non poteva in alcun modo sapere la storia di Alice nel Paese delle Meraviglie, e il richiamo al ritardo non poteva essere una semplice coincidenza! La frase sulle favole, poi, non lasciava alcun margine di errore. La sua teoria aveva una prova reale. Ma c’era di più. John poteva conoscere cose che ancora non erano accadute, senza sapere come. Sicuramente era parte del suo potere, ma poteva controllarlo in qualche modo o il Guaritore aveva accesso casualmente a squarci temporali diversi? E doveva ancora risolvere la questione di come aveva perso il controllo della sua Magia del Fuoco, perché era certo che anche quell’evento dipendesse dal Signore del Tempo che stava di fronte e lui in quel momento. Subito, corse a prendere il suo cappotto (che John aveva lasciato nel bagno) insieme ad un altro, che porse poi al Dottore, rimasto immobile al suo posto, incapace di muoversi.
 
-John Watson, come portatore di luce sei il migliore! E pensare che quello che genera fiamme sono io. Mi hai fornito le basi per accertare la mia teoria sui Poteri del Signore dell’Aria! Infila questo e andiamo.-
 
-Ma come, scusa? Le basi per cosa? E dove diamine stiamo andando?-
 
Anche se quel John non stava capendo assolutamente nulla, si infilò il suo giubbotto e cominciò a seguirlo. Sherlock, stavolta, non seppe non trattenere un sorriso.
 
-Il Gioco, John, è cominciato!- disse, per poi sparire giù per la rampa di scale, con John Watson alle calcagna.
 
Note:
  1. 1605: La Congiura delle polveri (The Gunpowder Plot) del 1605 fu un fallito complotto progettato da un gruppo di cattolici inglesi a danno del re Giacomo I d'Inghilterra. Il piano dei congiurati era quello di far esplodere la camera dei lord e di uccidere così il re ed il suo governo durante la cerimonia di apertura del Parlamento inglese, lo State Opening, che si sarebbe tenuta il 5 novembre 1605, e di rapire i suoi figli nel caso in cui questi non fossero stati presenti alla cerimonia.
  2. 1642-1649/1651: La guerra civile inglese (conosciuta anche come rivoluzione inglese o prima rivoluzione inglese) fu un conflitto civile combattuto in Gran Bretagna tra il 1642 e il 1651, nell'ambito delle cosiddette Guerre dei tre regni.
  3. 1689: Il Bill of Rights è un documento stilato dal parlamento britannico nel 1689, considerato uno dei cardini del sistema costituzionale del Regno Unito. Il nome "Bill of Rights" indica letteralmente un progetto di legge (bill) sui diritti (rights), ma l'espressione è entrata nell'uso col significato di dichiarazione sui diritti (e in inglese è in effetti comune anche la denominazione alternativa "Declaration of Rights". Il titolo originale del documento era An Act Declaring the Rights and Liberties of the Subject and Settling the Succession of the Crown ("un atto che dichiara i diritti e le libertà dei sudditi e definisce la successione della corona").
  4. 1707: Nascita della Gran Bretagna con l’annessione della Scozia.
  5. 1756-1763: La guerra dei sette anni fu un conflitto che si svolse tra il 1756 e il 1763 e coinvolse le principali potenze europee dell'epoca, fra cui la Gran Bretagna, la Prussia, la Francia, l'Austria e l'Impero russo.
  6. 1801: Nascita del Regno Unito con l’annessione dell’Irlanda del Nord.
  7. 1808: In epoca moderna una svolta di portata mondiale nel processo di abolizione avvenne in Inghilterra. Dopo 7 proposte di legge presentate da William Wilberforce (con l'appoggio di Thomas Clarkson) a partire dal 1792, il 25 marzo 1807 il Parlamento approvò lo Slave Trade Act, effettivo dal 1 gennaio 1808.
  8. 1815: La battaglia di Waterloo (denominata inizialmente dai francesi battaglia di Mont Saint-Jean e dai prussiani battaglia di Belle-Alliance) si svolse il 18 giugno 1815 durante la guerra della settima coalizione fra le truppe francesi guidate da Napoleone e gli eserciti britannico del Duca di Wellington e prussiano del feldmaresciallo Gebhard Leberecht von Blücher.
  9. 1819: Con l'espressione di massacro di Peterloo si indica lo scontro tra la cavalleria e la popolazione in rivolta che si verificò a Manchester il 16 agosto 1819, in località St. Peter Fields (da cui il nome, ricalcato ironicamente su quello di Waterloo, data anche la presenza, tra i soldati che spararono, di alcuni veterani che avevano partecipato alla celebre battaglia). Durante un comizio pacifico convocato per chiedere al parlamento britannico la riforma elettorale, la folla di circa 60.000 persone fu dispersa con la forza dalla cavalleria che provocò undici morti e diverse centinaia di feriti.
  10. 1914-1918: La prima guerra mondiale fu il conflitto armato che coinvolse le principali potenze mondiali e molte di quelle minori tra l'estate del 1914 e la fine del 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei "guerra europea", con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d'America e l'Impero giapponese, prese il nome di "guerra mondiale" o anche "Grande Guerra": fu infatti il più grande conflitto armato mai combattuto fino alla seconda guerra mondiale.
  11. 1916: La Rivolta di Pasqua (in inglese Easter Rising, in gaelico Éirí Amach na Cásca) fu una ribellione avvenuta in Irlanda nella settimana di Pasqua del 1916. La rivolta fu un tentativo dei militanti repubblicani irlandesi di ottenere l'indipendenza dal Regno Unito con la forza delle armi. Fu la più significativa ribellione in Irlanda sin dal 1798. La Rivolta, che fu per gran parte organizzata dalla Irish Republican Brotherhood, durò dal 24 al 30 aprile 1916. Membri dei Volontari irlandesi, guidati dal poeta, insegnante e avvocato Pádraig Pearse, si unirono alla più piccola Irish Citizen Army di James Connolly, occuparono punti chiave e simbolici di Dublino e proclamarono la Repubblica irlandese indipendente dalla Gran Bretagna dal General Post Office.
  12. Alan Mathison Turing (Londra, 23 giugno 1912 – Wilmslow, 7 giugno 1954) è stato un matematico, logico e crittografo britannico, considerato uno dei padri dell'informatica e uno dei più grandi matematici del XX secolo. Questo vuole essere un tributo non solo all’interpretazione di Benedict Cumberbatch nell’attesissimo The Imitation Game, ma anche ad un uomo semi-sconosciuto che ha salvato moltissime persone ed ha pagato con la vita per la sua omosessualità, un qualcosa su cui nessuno, NESSUNO, ha il diritto di giudizio.
  13. 1939-1945: La seconda guerra mondiale fu il conflitto che tra il 1939 e il 1945 vide contrapporsi da un lato le potenze dell'Asse e dall'altro i paesi Alleati. Viene definito "mondiale" in quanto, così come già accaduto per la Grande Guerra, vi parteciparono nazioni di tutti i continenti e le operazioni belliche interessarono gran parte del pianeta. Iniziò il 1º settembre 1939 con l'attacco della Germania nazista alla Polonia e terminò, nel teatro europeo, l'8 maggio 1945 con la resa tedesca e in quello asiatico il successivo 2 settembre con la resa dell'Impero giapponese a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
*Citazione tratta dalla saga di Harry Potter e pronunciata da Albus Silente in “Harry Potter e la Camera dei Segreti”, riveduta ed adattata al discorso. Ringrazio Federica per l’aiuto <3.
 
Ce l’avete fatta? Siete vivi e vegeti?? Bene!!
Spero che la (per niente) “breve” attesa di questo capitolo sia stata compensata dal contenuto. Fidatevi quando vi dico che ho rischiato un leggerissimo esaurimento nervoso XD
Se non sono diventata più pazza di quella che già sono, devo solo ringraziare la meravigliosa e fantastica Federica (o Leoithne, Signora del Tempo ;) <3) che ha sopportato e supportato ogni follia e dato un notevole contributo alla ricerca di date, guerre e pazzie simili! Perciò, amatela anche voi e fiondatevi a leggere le sue fantastiche fanfic, tra cui “Mechanical Heart, Human Nature” qui su efp e “Getting to Know Me Through You” e “Glukupikron” su AO3, che meritano da morire e sono sicura che amerete, perché è una scrittrice formidabile! <3 <3 <3 Lo sai che ti adoro a dismisura, vero?
Un grazie anche e soprattutto a voi per la vostra pazienza e per chi continuerà a seguire questa fanfic! Fatemi sapere se la storia riveduta e corretta dell’Inghilterra sia stata di vostro gradimento! Spero che nessuno si rivolterà nella tomba…
Un abbraccio immenso a tutti! Ci rivediamo col prossimo capitolo (in un tempo più umano, giuro.)
Ida <3
  
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