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Autore: effe_95    05/11/2014    2 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.

90. Mam.


Aleksej non accennava a lasciare la mano di Claudia, la teneva stretta come se si stesse aggrappando alla vita stessa, mentre quella donna dall’aria gentile e i lunghi capelli biondi come il grano gli rivolgeva un caldo sorriso.
<< Oh, allora Alješa, dimmi, non ti piace la tua classe? Hai visto quanti bimbi? Puoi giocare con loro se vuoi, che ne dici?>> Aleksej scosse ripetutamente la testa, gli occhi gli si riempirono di lacrime e si aggrappò ancora di più alle gambe di Claudia.
Era da tre settimane che Alješa si rifiutava di andare a scuola, e ogni volta Claudia era costretta a lasciarlo tra le lacrime e sentirsi dire di essere cattiva.
Si chinò sul bambino e lo prese in braccio, quasi istantaneamente Aleksej si attaccò a lei come una piovra stringendola in un abbraccio strangolatore.
<< Oh, signora non lo prenda in braccio nelle sue condizioni! >> Claudia contrasse le sopracciglia per un momento, come se non avesse capito il motivo di tutta quella preoccupazione, poi seguì lo sguardo apprensivo della donna verso il suo ventre leggermente rotondo e capì. << Non si preoccupi, sono abituata, Alješa non è così pesante >>
Le rivolse un caldo sorriso mentre accarezzava i lisci capelli del bambino biondi come il grano, la donna non disse più nulla, ma contemporaneamente nei suoi occhi albergava ancora la preoccupazione.
<< Allora Alješa, vogliamo andare a scuola? >> Domandò la ragazza un po’ afflitta, non aveva idea che fosse così difficile poter lasciare un bambino di quell’età a qualcun altro, infatti fu presa dall’irrefrenabile desiderio di riportarlo a casa e lasciare che stesse con lei, tuttavia non era il caso che facesse una cosa del genere.
<< No! Vuoi lasciarmi con quei bambini cattivi! >> Piagnucolò il bimbo nascondendo ancora di più la faccia nei capelli di Claudia, la ragazza contrasse le sopracciglia, guardò per un attimo la maestra confusa, poi si chinò giù per mettere Aleksej a terra e guardarlo negli occhi mentre se li stropicciava ancora lacrimanti.
<< Bambini cattivi? Che significa Alješa? >> Claudia si inginocchiò per terra nel tentativo di guardare il piccolo negli occhi, la sciarpa le scivolò lungo il pavimento ma lei non se ne accorse nemmeno, era troppo impegnata a prendere le mani di Aleksej e stringerle nelle sue, mentre il bambino la guardava torvo con gli occhi rossi e le guance rigate dalle lacrime.
<< Quei brutti bambini dicono che la mia mamma non mi voleva bene, dicono che è morta perché non voleva stare con me! >> La voce di Alješa uscì frammentata mentre era scossa dai singhiozzi che gli attraversavano il petto, Claudia ascoltò il resoconto con le sopracciglia contratte e il cuore in tempesta nel petto. Il primo giorno di scuola Aleksej era andato senza fare storie, non aveva pianto, l’aveva lasciata andare con un bacio sulla guancia, poi era tornato a casa con un’espressione sofferente e adesso Claudia capiva il perché.
<< Ma non è vero Alješa! Non è vero! >> Proruppe lei stringendolo in un forte abbraccio, l’amore che Claudia provava per quel bambino era così grande che lo sentiva anche figlio suo, era anche suo figlio e non avrebbe permesso che soffrisse.
 << Ascoltami, la tua mamma era la donna più bella che io abbia mai visto! Aveva le lentiggini proprio come te, sai? >> Sorridendo calorosamente gli accarezzò il nasino con l’indice, Alješa aveva smesso di piangere e la guardava con gli occhi pieni di curiosità e vita. << Quando eri ancora nella sua pancia ti cantava una ninna nanna tutte le sere. Lei ti ha pensato tutti i giorni! Tutti i giorni! Purtroppo è dovuta andare via, ma non è troppo lontana sai? Adesso la tua mamma è un angelo, una stella, la luce della stella che rischiarerà le tue notti buie, per questo si chiamava Svetlana >>
Tutte quelle cose Claudia le aveva dette con un peso nel cuore, ma dopotutto non avrebbe mai provato nessun tipo di rancore verso una persona che aveva amato Yulian così tanto, e anche se quella Svetlana gliel’aveva portato via per così tanto tempo, Claudia non avrebbe mai, mai parlato male di lei. Quelle cose che aveva raccontato ad Alješa gliele aveva ripetute Yulian molte volte, e il solo fatto che lui le ricordasse, aveva fatto capire a Claudia che nonostante tutto, le aveva voluto bene.
<< Davvero? >> Domandò il bambino, non piangeva più e gli occhi erano piano piano tornati azzurri come il cielo più limpido, la maestra alle loro spalle osservava la scena con un caldo sorriso stampato sul viso giovanile. Claudia gli strinse più forte le mani e sorrise affettuosamente baciandolo su entrambe le guance.
<< Davvero! E se ti dicono quelle cose, tu non credergli Alješa, loro non conoscevano la tua mamma, e lei ti amava tantissimo >>
Aleksej annuì timidamente ma continuò a guardarla negli occhi per dirle altro.
<< Hanno anche detto che tu non puoi essere la mia mamma perché hai i capelli rossi. Hanno detto che tu non mi vuoi bene >> Claudia sospirò pesantemente, era chiaro che avrebbero capito presto che lei non poteva essere la mamma di quel bambino, era giovane e non avevano nulla in comune con lui, ma non le importava affatto.
<< Hanno detto una bugia Alješa, io ti amo con tutta me stessa, come se tu fossi figlio mio per davvero, come se tu fossi stato qui >> E nel dire quelle parole si indicò il ventre, Aleksej la guardò per un attimo con quell’aria intelligente che lo distingueva.
<< Lì con Ivan? >> Claudia rise accarezzandogli i capelli e Aleksej finalmente sorrise.
<< Si, con tuo fratello Ivan. >>
<< E vuoi essere tu la mia mamma? >> La domanda di Alješa la commosse.
<< Certo che si >> Questa volta fu il bambino ad abbracciarla e tenerla stretta.
Quando sciolsero l’abbraccio Aleksej non fece più storie, diede la mano alla maestra senza più piangere e prima di andare rivolse a Claudia un caldo sorriso.
 
L’acqua scorreva copiosamente tra le dita di Yulian, la vedeva scivolare freneticamente facendo sembrare la pelle ancora più bianca, le vene verdastre sul dorso erano messe ancora più in risalto. Il flusso venne improvvisamente interrotto però, Claudia aveva chiuso il rubinetto con la sua mano sottile e ossuta e lo stava fissando.
<< Vuoi scavarti un buco nella mano per caso? >> Yulian spostò gli occhi chiari sulla fidanzata e la trovò con un sorriso bonario sulle labbra, i capelli legati in una coda alta le sfuggivano in alcune ciocche disordinate e nella mano libera stringeva ancora quella carota mezza ripulita. << Ti ho solo chiesto di sciacquare le patate Yul >>
Il ragazzo guardò per un attimo le mani ancora bagnate e pallide, i tuberi abbandonati nel lavandino eccessivamente bagnati e sospirò pesantemente.
<< No, è che Alješa non me l’aveva detto, e io non me ne sono nemmeno accorto >>
Commentò lanciando un’occhiata fugace al bambino che giocava per terra con le costruzioni, tutto concentrato nell’incastro di due pezzi non combacianti.
Claudia riprese a pulire le carote e a tagliarle automaticamente, si era pentita di aver riferito quell’avvenimento a Yulian, il ragazzo era così preoccupato che una piccola ruga gli si era formata tra le sopracciglia sottili e bionde.
<< Non devi fartene un dramma Yul, saranno tante le volte in cui non lo capirai, in cui non ti dirà cosa gli passa per la testa. L’importante è che sia tu a chiederlo >>
Yulian la guardò negli occhi e si lasciò sfuggire un sorriso, allungando una mano ancora bagnata e sfiorando con le dita il ventre leggermente rigonfio di Claudia.
<< Ad ogni modo spero che Ivan sia meno problematico >> Claudia si beò di quel contatto anche solo accennato e sentì il figlio muoversi impercettibilmente, come se avesse risposto lui stesso al padre, come se volesse far sapere ad entrambi che era già lì e li ascoltava.
<< Con due genitori come noi? Stai chiedendo troppo Yul >> Il ragazzo scoppiò a ridere, per poi afferrare Claudia per la vita e stringerla tra le due braccia, lei ne rimase così sorpresa che rimase con le mani sospese davanti a lei stringendo ancora il coltello e una carota.
Yulian seppellì la faccia nel suo collo e le sciolse il codino.
<< Grazie per avergli detto quelle cose. A volte le ripeto nella mia mentre per far si che Svetlana non sparisca dai miei ricordi, e nonostante io la riveda in Alješa, a volte dimentico il colore dei suoi occhi, ma so che non dovrei dirlo a te e che … >>
Claudia si girò di scatto e lo baciò sulle labbra, Yulian fu così sorpreso che lasciò gli occhi aperti e smise di stringerla, ma anche quando lei lo lasciò andare lui non disse più nulla, con quel semplice gesto, lei aveva voluto dargli il suo consenso.
<< Beh, adesso me lo dici perché hai scelto proprio Ivan come nome? >>
Claudia riprese a trafficare con il cibo e Yulian si appoggiò al bancone incrociando le braccia al petto, con lo sguardo fisso su Alješa ma la mente completamente altrove.
<< Per vari motivi in realtà. Il primo è che mio nonno, il marito di nonna Natasha, la ricordi? Si chiamava proprio Ivan, poi, Ivan è anche il nome del mio migliore amico in Russia. Terzo, Ivan e Aleksej come i Karamazov, no? >> Claudia alzò gli occhi al cielo ma si lasciò ugualmente sfuggire un sorriso, con l’impulso terribile di baciarlo di nuovo e bagnarlo.
<< Ma non era Ivan quello più grande tra i due? >> Yulian sollevò un sopracciglio sorpreso dal fatto che lei conoscesse quel dettaglio, non sapendo che Claudia l’aveva letto tutto quel libro quando lui non c’era.
<< Beh, questo è un piccolo dettaglio. La verità è che quando nacque Alješa, quando non sapevo che Svetlana sarebbe morta, credevo che avrei avuto solo lui come figlio. Vedi, lei non era nelle condizioni fisiche per sostenere altre gravidanze, e io non ero nelle condizioni per legarmi ancora di più a lei. Non ci sarei più cascato. >>
Tra i due cadde ancora una volta il silenzio, Claudia condiva l’insalata e controllava che il polpettone nel forno non bruciasse, Yulian guardava distrattamente Alješa gettare per terra quei pezzi di costruzione leggermente infastidito.
<< Quindi il mio è un regalo? >> La voce di Claudia lo riportò improvvisamente alla realtà, Yulian guardò nuovamente il ventre della ragazza, notando che un lembo della maglietta di era sollevato mostrando una porzione di pelle rigonfia.
<< Un bel regalo >> E come attratto dalla sua pelle appoggiò tutta la mano, ancora umida, sulla pancia della fidanzata, Claudia rabbrividì e contemporaneamente Ivan lanciò un calcio proprio dove si trovava la mano del padre. Yulian spalancò la bocca, mentre Claudia imprecava tra i denti per il colpo.
<< Vedi, già ti ama >> Commentò lei sorridendogli, Yulian ricambiò con il suo classico sorriso provocatore, quello che Claudia aveva notato sempre di meno in quel periodo.
Si sarebbero baciati se Alješa non fosse corso a raffica verso di loro, con la faccia paonazza e le mani incrociate al petto.
<< Basta! Non ci gioco più con quelle costruzioni cattive! >>
Yulian e Claudia scoppiarono a ridere, mentre il bambino si arrampicava tra le braccia del padre e nascondeva la faccia sulla sua spalla.
 
 

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Effe_95 

Buonasera :)
Per prima cosa mi scuso per il ritardo, ma i corsi universitari sono un casino xD
Per quanto riguarda questo capitolo, era da molto tempo che volevo scriverlo, spero di avergli dato il giusto peso e il giusto senso. Ci tenevo poi a specificare perchè ho paragonato Svetlana ad una luce, beh, perchè " Svet" in russo significa proprio "luce" xD quindi mi sembrava bello poter vedere la cosa in questo modo.
Far si che anche lei avesse uno scopo, soprattutto per il figlio che avrebbe voluto crescere.
Poi, ho finalmente detto perchè Yulian ha scelto proprio Ivan come nome, spero che le morivazioni vi siano piaciute :) 
Nel libro di Dostoevskij tecnicamente Ivan è più grande del fratello Aleksej di quattro anni, ma questi sono dettagli xD
Comunque non posso fare a meno di conscigliarvi la lettura di quel libro, I Fratelli Karamazov, è la vita! 
Grazie mille e scusate le note così lunghe.
Alla prossima.

P.S  Il porssimo capitolo è sul matrimonio di Yul e Clo. E dopo aver lanciato la bomba, vi saluto.

 
  
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