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Autore: Destyno    06/11/2014    1 recensioni
Come avrete sicuramente intuito, questo è un remake de "La Caduta di Aetheria".
Perché? Semplice.
Mi sono accorto che i miei personaggi facevano schifo, il titolo non aveva senso e i capitoli mi hanno provocato il vomito dopo averli riletti.
Spero che questa sia un po' meglio XD
La trama è più o meno la stessa di prima: Michael è un ragazzo più o meno normale, che vive ad Aetheria, mondo magico dove due forze, il Creatore e la Tenebra, si combattono da millenni.
La Tenebra venne sigillata molti anni prima della nascita del nostro protagonista, ma il sigillo sembra stia per cedere.
Michael si scoprirà Custode del Tempo, uno dei Sette Elementi che sigillarono la Tenebra dentro l' Accademia che Michael frequenta, dove i giovani cittadini di Ten'nazil, la capitale, imparano la magia degli Elementi.
Assieme agli altri Custodi, dovrà lottare duramente per non farsi sottomettere dalla Tenebra.
Spero che sia meglio della prima versione ;)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo II: Destino
 
La sala è piccola, e il caldo mi soffoca lentamente.
È a forma di ettagono, e ogni parete ha un colore diverso.
Ogni parete, immagino, corrisponde ad un Elemento, ma l’unica che mi interessa è quella dove si trova la porta, di un colore grigio fumo.
È da lì che ci chiameranno, uno per volta, per decidere del nostro destino.
 
C’è troppa gente, decisamente.
Sono fortunato, questa volta. La folla e la confusione mi permettono di nascondere i miei occhi color nocciola.
La gente non vede di buon occhio i mezzosangue.
Il matrimonio tra due razze diverse, se dieci anni fa era proibito, adesso è malamente tollerato.
La maggioranza degli Umani ha la straordinaria capacità di non riuscire ad accettare qualcosa di diverso.
 
Aetheria è divisa, in tutti i sensi.
Uomini, Angeli, Sirenidi, Demoni, Sem’par e Jahan.
Troppe razze, per una terra piccola come la nostra.
Ma il fatto che l’Imperatore Etereo sia un Umano porta alcuni di loro a sentirsi i padroni del mondo.
 
Mia madre venne ripudiata da suo padre, quando confessò di essere incinta di quello che sarebbe potuto essere il mio fratello maggiore, se non avesse perso il bambino.
A volte ci penso.
Come sarebbe stato avere qualcuno con cui litigare, ridere e scherzare, qualcuno pronto ad aiutarti quando ne hai bisogno?
Come sarebbe stata la mia vita, se non avessi avuto bisogno di combattere ogni giorno per affermare la mia uguaglianza sui miei compagni di classe?
 
 
La folla è diminuita.
 
A dir la verità, siamo in pochi. Forse una decina, rispetto al centinaio di ragazzi vocianti ed eccitati che c’erano all’inizio.
In piedi, aspetto il mio turno, ignorando - a fatica, lo ammetto - la tentazione di sedermi per terra, finché il mio isolamento dal resto del mondo viene spezzato.
«Ciao» mi saluta qualcuno.
«Ciao.» rispondo meccanicamente, studiando la persona che mi ha salutato con la cosa dell’occhio.
Sembra un Demone, alla prima occhiata. Ma c’è qualcosa che non mi convince… i Demoni hanno per definizione occhi rossi oppure neri, ma quelli di questo qui sono più sul blu scuro.
Non proprio un mezzosangue come me, ma di sicuro aveva un lontano parente tra gli Angeli o tra i Sirenidi.
 
Cavolo.
Mi sento un idiota, a classificare la gente in questo modo.
 
«Mi chiamo Seraphin.» continua lui.
«Michael.» rispondo, senza guardarlo negli occhi.
Seraphin resta un istante in silenzio.
«Non mi importa minimamente se non sei… come gli altri, sai?»
E che è, il mondo è diventato improvvisamente più tollerante o la mia sfiga ha preso un giorno di vacanza?
«Non c’è bisogno di nascondersi.»
Mi giro del tutto.
Ha i capelli neri, ma di un nero diverso da quello di Vyola.
È più… come se assorbisse la luce che gli viene troppo vicino.
«Non sei un Demone completo.» affermo, piuttosto stupidamente.
Lui sorride, mostrando i canini leggermente appuntiti.
«Già. Mio padre era per metà un Demone e per metà un Angelo. Strano, vero? Considerato che gli Angeli sono praticamente l’antitesi dei Demoni, sembra un miracolo che mio padre sia potuto nascere.»
«Immagino.»
«È stato un miracolo anche che io sia potuto nascere. La famiglia Shaitan * non è molto tollerante verso gli Angeli e i mezzosangue…»
A quel nome sussulto.
«Shaitan? Tu sei-»
Seraphin sbuffa.
«Sì, un membro della famiglia dei Demoni che custodiscono il sacro e antichissimo  Tempio delle Lune. E, dato che assieme al mio caro cugino» e scocca un’occhiata irritata verso un ragazzo, che a questo punto è palese che sia il cugino «mio nonno e compagnia bella si aspettano che diventi un bravo mago dell’Ombra, poco importa se diventerò un Combattente o un Guaritore.»
«Shaitan, Rakhsasa. *» lo interrompe una voce.
Il cugino di Seraphin si avvia con nonchalance verso la porta.
Accompagnato da una serie di sguardi svenevoli.
Un attimo prima di entrare si gira e sorride ad una delle ragazze che ancora devono essere chiamate, che probabilmente sta tentando di creare una nuova tonalità di rosso.
«Idiota.» sento sibilare.
«Deduco che non hai molta stima per tuo cugino…» sorrido.
«Sei un genio, proprio.» ironizza Seraphin.
Oggettivamente parlando, il cugino di Seraphin è bello.
Ha gli stessi capelli di Seraphin, e due occhi rossi talmente brillanti da sembrare incandescenti, ed è solo grazie a questo bizzarro particolare che sono riuscito a notarli… di solito non mi metto a fissare gli occhi della gente. Ha la pelle pallida come la neve e le orecchie leggermente appuntite e, immagino, i canini più appuntiti di suo cugino.
Sì, parlando oggettivamente è bello.
Se poi usa la sua bellezza solo per rimorchiare e farsi figo agli occhi degli altri, beh, allora è proprio un idiota.
 
 
I minuti scorrono lentamente, e studio, per l’ennesima volta, il salone dove mi trovo, dato che ormai siamo rimasti in tre.
Ma perché, o Creatore, mi hai dannato con un cognome che inizia per “W”?
Seraphin mi ha salutato qualche minuto fa, dicendomi che sicuramente mi verrà a cercare.
Non so se considerarlo un amico oppure uno stalker…
E, finalmente, pronunciano il tanto atteso e al tempo stesso temuto
«Wynter, Michael.»
“Amen.” Sussurro tra me e me, per poi avviarmi verso la porta.
Tuttavia, un attimo prima di entrare mi giro, quasi involontariamente, e incrocio lo sguardo di una ragazza, dai capelli viola scuro tagliati corti, poco sopra le orecchie, e due occhi color marrone chiaro, quasi gialli, che mi trapassano l’anima.
Ho il tempo di notare un piccolo orecchino di giada all’orecchio destro - o sinistro? Così a naso non me lo ricordo mai - prima che la porta di legno si chiuda dietro di me senza un fruscio.
 
 
C’è un tavolo.
Un foglietto di carta, bianco.
Una matita.
Un dado.
Un vecchio mi chiama al tavolo.
Non è da solo, ma dentro quella stanza non vedo ad un palmo dal mio naso.
Mi impartisce degli ordini.
«Prendi la matita.»
«Vieni più vicino.»
Mi mette una mano sulla fronte.
«Disegna.»
E la mia mano si muove da sola.
Non riesco nemmeno a capire che cosa ho disegnato.
«Prendi il dado.»
Lo prendo.
«È semplice. Tira il dado. Se esce un uno o un sei, verrai assegnato alla sezione Sapienza. Se esce un due o un cinque, verrai assegnato alla sezione Guarigione. Se esce un tre o un quattro, verrai assegnato alla sezione Combattimento.»
Non mi faccio domande, non mi chiedo perché.
Semplicemente, la mia volontà si annulla e tiro il dado.
È uscito un sei.
«Verrai assegnato alla sezione Combattimento.»
«Ma …» tenta di obiettare una voce femminile.
«È uscito un tre.»  tronca il vecchio.
Poi il mio mondo si sfalda e cado nel buio.
 
* Shaitan è il nome di un demone nella demonologia ebraica. Sì, è lo stesso Shai’tan de “La Ruota del Tempo” di Robert Jordan, se lo conoscete.
* Rakhsasa è un demone (credo) della mitologia induista.
   
 
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