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Autore: Tefnuth    07/11/2014    1 recensioni
Eos ed Alec sono due demoni sopravvissuti all'assassinio della loro famiglia da parte di un componente del loro clan. Per poter sopravvivere si nasconderanno tra gli umani che fanno parte di un'equipe scientifica. Ma il pericolo è dietro l'angolo e il rischio è alto non solo per loro ma anche per coloro che gli stanno attorno.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~“Sempre a rovinarmi i piani” pensò Keres mentre, atterrando nuovamente sul cemento freddo della terrazza, osservava Alec portare in salvo il fratello e la donna umana soccorrerlo immediatamente per accertarsi che non avesse ferite gravi  “E’ da molto che non ci vediamo Alec, ti vedo in splendida forma” disse Keres al demone nero attirandone l’attenzione “Ecco il re dei topi, ti strapperei volentieri la faccia con le unghie” lo minacciò Alec, il suo viso trasudava odio e se avesse avuto il demone rosso più vicino avrebbe volentieri messo in atto la minaccia “Mi mancava la tua lingua biforcuta, non ho ancora avuto il piacere di constatare se sia vero oppure no. Perché non vieni e me la mostri?” lo provocò, non vedeva l’ora di dargli una bella lezione alla vecchia  maniera “Credi che sia così scemo? Perché piuttosto non vieni tu qui?” rispose Alec, non sarebbe caduto in un tranello simile. Sicuro del suo successo, Keres scattò in avanti verso il giovane demone con l’intenzione di sferrargli un pugno dritto in bocca per fargli sparire quel sorrisino dalla faccia. Rimase di stucco quando Alec riuscì a bloccare il suo assalto con il braccio sinistro, tanto che non riuscì a far a meno di abbassare il torace dopo aver ricevuto una gomitata in mezzo all’attaccatura delle ali per subire infine una ginocchiata talmente forte da spaccargli il setto nasale “Maledetta serpe” urlò indietreggiando, l’area attorno al naso era violacea e già sporca di sangue “Avrei dovuto ucciderti quel giorno in cella e prendermi tuo fratello con la forza” continuò a gridare.

Udendo quelle parole  Alec intuì subito di essersi cacciato in un brutto guaio e si preparò ad un secondo attacco che non riuscì a bloccare, tanta era la furia di Keres. Sentì le sue unghie impiantarsi sulle sue spalle, il suo corpo sollevarsi in aria e poi toccare di nuovo terra; Keres lo aveva scagliato con tanta forza che il mondo di Alec restò sottosopra per qualche istante “Oh poverino, il cucciolo non sta bene. Devo chiamare la mamma ora che il fratellone non può venire a salvarti?” ironizzò il demone alato, stava impersonando il gatto che gioca con il topo prima di mangiarselo “Fottiti e chiudi quella bocca, il tuo alito puzza di merda” fu la risposta di Alec, era in inferiorità fisica ma avrebbe risposto ad ogni offesa con una ancora più grossa “Continua pure, ti faccio passare io la voglia di dare aria alla lingua” le dita di Keres fremevano, con il prossimo colpo lo avrebbe definitivamente messo k.o. . Nella nebbia che ancora copriva i suoi occhi, Alec non riuscì a vedere il demone rosso caricare l’attacco e  poté solo sentire il braccio di Keres impattare sulla sua gola togliendogli il respiro, la caduta che ne conseguì fu il suo canto del cigno. Le sue orecchie fischiavano come se fosse circondato da uno sciame di api, il suo corpo non si muoveva. Vide Keres portar via Narlees sottobraccio come si fa con un sacco “Maledetto bastardo” rantolò mentre cercava di riprendere a respirare normalmente.

Colway aveva assistito alla scena nascosto nel buio del corridoio, la porta era rimasta aperta, gli era quasi venuto un infarto quando assistette alla trasformazione di Alec “Incredibile” le sue dita tremavano. Avrebbe voluto salvare la sua amica  ma la paura lo aveva tenuta bloccato, fu il lamento di Alec a scuoterlo dal suo torpore “Devo andare da lui” i muscoli ricominciarono a muoversi e con pochi passi il dottore fu a fianco ad Alec “Fermo ragazzo, hai una brutta ferita” affermò il dottore dopo aver esaminato le ferite alla spalle, necessitava di punti “Pensi prima a mio fratello, è messo peggio di messo” disse il ragazzo-demone alzandosi, la spalla gli doleva terribilmente e l’aria faticava ancora ad entrare nei polmoni ma doveva stringere i denti. Sul corpo di Eos stavano comparendo gli ematomi dei colpi subiti, anche il suo respiro era affaticato “Ti hanno trattato male eh?” sussurrò Alec mentre il dottore prestava il primo soccorso, naturalmente Eos non rispose “Possiamo muoverlo, ma con molta attenzione” affermò Colway, era sollevato e preoccupato a un tempo.

Le dita del dottore tremavano mentre con maestria cuciva le ferite sulle spalle di Alec, credeva di aver visto tutto nella sua carriera ma solo adesso poteva affermarlo con certezza. Era stata dura ma alla fine era riuscito a convincere Alec, il demone dalla pelle nera, a farsi curare una volta curate le ferite di Eos che ancora era in stato di incoscienza sul letto dell’infermeria “Le faccio paura dottore? Sono sempre io, o preferisce forse che mi faccia vedere da umano?” disse Alec, non era un medico ma sapeva intuire la paura in chi aveva accanto “No ragazzo mio, non ce n’è alcun bisogno” rispose Colway cercando di trattenere la tensione, ma in un attimo la pelle di Alec era diventata rosata e il suo viso quello che aveva imparato a conoscere “Mi dispiace, capirai che per me è una situazione strana” tentò di scusarsi, come risposta ricevette un sorriso  “Mi piacerebbe sapere perché quel… demone, fosse così interessato a tuo fratello” domandò cambiando argomento, era l’occasione perfetta per fare veramente conoscenza “Penso che sia perché mio fratello è una Furia ” rispose il ragazzo, era diventato più cupo “Cosa sarebbe esattamente?” “Le nostre leggende narrano di demoni che in presenza di un grande pericolo riuscivano a sprigionare una grande forza fisica e spirituale” “Nel senso di magia?”  “Una cosa del genere. In tutta la nostra storia ci sono state pochissime Furie, ma forse è  meglio così” “Come mai?” “Erano tanto forti quanto incontrollabili, e rispondevano unicamente al loro istinto di sopravvivenza” “E’ mai successo che Eos mostrasse questa sua…peculiarità?” il dottore aveva appena messo l’ultimo punto “Solo una volta, il giorno in cui sono stato sigillato” Colway attese in silenzio che il ragazzo continuasse “Sebbene fossi già stato confinato avevo ancora percezione di ciò che mi circondava, iniziai a vedere e sentire il mondo attraverso il corpo di mio fratello. La sua rabbia era inarrestabile come un fiume in piena, il suo cuore rimbombava nelle mie orecchie come il passo di un gigante e poi…” si fermò un instante “Cosa accade?” il dottore non si astenne “Vidi il mostro dentro di lui distorcerne il corpo, non era poi così terribile perché era come se fosse cresciuto di anni in pochi secondi e i suoi glifi si erano illuminati, ma è stato ugualmente terribile perché non riconoscevo più in lui mio fratello.  Per me poi ci fu il nulla, lasciai il modo dei vivi con la promessa che se mai fossi tornato l’avrei fatta pagare a Keres, che sarei stato io a proteggere Eos ma non è stato così” il suo viso si fece ancora più cupo “Allora le tue scenette sono solo una maschera” sogghignò il dottore, aveva capito il suo gioco fin da subito “Non del tutto, sono impulsivo e adoro la caccia, ma non avrei mai ucciso Gage” “Ah si, Narlees mi aveva accennato qualcosa. Non sentirti in colpa, anche tuo fratello lo ha strapazzato per bene da piccolo” un mugolio destò l’attenzione dei due, Eos stava riprendendo conoscenza “Ben svegliato Eos” disse Colway “Narlees, dov’è?” esclamò invece Eos alzandosi di scatto, il suo gesto gli provocò un forte giramento di testa “Con calma, hai ricevuto in brutto colpo” lo intimò il dottore invitandolo a sdraiarsi “Narlees” ripeté il ragazzo mentre i suoi occhi esploravano la selva di puntini neri in cerca di una via d’uscita “Keres l’ha rapita” rispose secco Alec “Mi dispiace dottore, avrei voluto proteggerla meglio” si scusò Eos “Non avresti potuto fare di più, come Alec. Sono certo che non la ucciderà, lui vuole te e lei è solo un’esca” “Lei crede?” “Lo penso e posso ripeterlo all’infinito” il dottore mise l’ago nella macchina sterilizzante e ripose con cura gli strumenti “Devo andare a riprenderla, subito” il tentativo di Eos di alzarsi venne nuovamente impedito da un giramento di testa “Prima devi riposarti e riprenderti o servirai a ben poco” si oppose nuovamente il dottore “Tanto prima dobbiamo scoprire dove l’hanno portata, non possiamo girare a casaccio” disse Alec, la delusione si dipinse sul volto di Eos “Giusto, maledizione”  “In realtà una possibilità c’è – intervenì Colway monopolizzando su di se gli occhi dei ragazzi - . Alcune guardie hanno trovato un demone ancora vivo e lo hanno messo nella cella frigorifera” “Andrò personalmente a fargli una visita” esclamò  Alec, sul suo volto era tornata l’espressione del demone.

Davanti alla cella frigorifera c’erano circa una decina di persone, tutte intente a guardare lo strano essere dall’oblò ma non osavano guardare per più di dieci secondi “Fatemi passare” esclamò forte Alec, il gruppo di spettatori si divise in due file senza chiedere nulla “Deve fare delle domande al nostro insolito ospite” intervenne Colway con gran tranquillità rispondendo alle espressioni interrogative dei colleghi, fu anche l’unico a restare davanti all’oblò dopo che il ragazzo ebbe oltrepassato la porta.


“Hanno abbassato ancora di più la temperatura” pensò Alec una volta dentro alla cella, brividi di freddo fecero intirizzire i peli sulle sue braccia mentre gli occhi erano fissi sull’essere in fondo alla cella “Dove l’hanno portata?” domandò secco. Non ricevendo risposta, il giovane prese di peso il demone e gli fece sbattere violentemente la testa contro il muro una, due, tre volte “Dov’è?” ripeté più forte mescolando la propria voce umana a quella reale, non gli importava se fuori avrebbero sentito “Chi?” chiese l’essere rialzandosi da terra “La donna, dove la nascondete?” Alec diede un calcio allo stomaco del demone facendolo stramazzare nuovamente a terra “Chi diavolo sei tu? Non certo un umano” la creatura sputò sangue nero, cercò di rialzarsi ma Alec lo bloccò mettendo il piede sulla sua schiena “Bravo, io non sono come quelle larve là fuori” la voce umana era del tutto sparita lasciando il posto a quella da demone che era molto inquietante, ciò che il demone vide quando alzò lo sguardo fu una figura nera “Se tu non mi rispondi – continuò il ragazzo – io ti asporto gli organi uno ad uno, non sto scherzando” “Te lo dirò, tu però tieni le unghie a posto” la paura si era completamente impossessata del demone.


Nel frattempo, il gruppo di uomini che era rimasto fuori si era allontanato ancora di più dalla porta per il timore di veder uscire quella strana creatura con la testa di Alec tra le fauci. Fu proprio il ragazzo ad aprire la porta, le sue mani erano intrise di sangue scuro “Ho dovuto ucciderlo – disse a tutti Alec – mi ha aggredito” e si incamminò a passo svelto con il dottore al passo; chi invece entrò nella cella vide quella creatura orribilmente torturata e i suoi organi interni asportati, si poteva vederne la colonna vertebrale. La dimostrazione di quanto possa essere crudele un demone in cerca di vendetta.

 
  
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