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Autore: 9CRIS3    08/11/2014    3 recensioni
Amanda è una ragazza madre, non del tutto soddisfatta del suo lavoro, ma deve tenerselo stretto per poter mantenere lei e il suo bambino.
Lei cerca in tutti i modi di dare al figlio più di quanto in realtà possa permettersi, ma la vita non è molto generosa con lei; o almeno non lo è stata fino a quando non fa un incontro piuttosto inusuale dopo un pomeriggio al parco.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rimasero tutti e due in piedi, ad osservare la berlina nera di Hanna allontanarsi ad una velocità sostenuta.
Amanda pensò che avrebbe potuto chiamare un taxi per farsi venire a prendere, o avrebbe potuto chiamare Cassy e chiederle di andarla a prendere. Ma allora la baby - sitter avrebbe dovuto portarsi anche Connor, e con molte buone probabilità il bambino stava già dormendo da un bel po'.
L'opzione più logica sarebbe stata quella del taxi, quindi tirò fuori il suo cellulare ed iniziò a scorrere la rubrica per cercare il numero della società.
James intuì al volo quali erano le sue intenzioni, e le tolse di mano il telefono per poi metterselo nella tasca posteriore dei pantaloni.
La ragazza gli rivolse un'occhiata severa. < Veramente molto maturo > lo apostrofò.
< Esattamente come te >
Amanda si passò una mano per i capelli, spettinandoli. Non si curò però di risistemarli o di evitare di continuare a torturare le lunghe ciocche bionde e James la trovò ancora più bella, ancora più irresistibile.
Si sentiva attratto da lei come se fosse il polo opposto di una calamita; non riusciva a spiegarsi il perchè, ma ogni volta che i suoi occhi si posavano sulla figura longilinea della ragazza, ogni volta che riusciva a percepire il calore del suo corpo, ogni volta che sentiva il suo profumo, si sentiva accendere dentro. Come se il suo essere potesse essere descritto attraverso la metafora più assurda di tutta: quello di essere una fiammella che diventa incendio o che viene spenta definitivamente.
Il problema più grande stava nel fatto che James si sentiva sempre più vicino all'estinguersi, mentre Amanda era in grado di farlo vibrare, di dargli l'impressione che l'incendio in lui potesse accrescere da un momento all'altro. Quella sensazione lo faceva sentire così vivo, così libero, che ora lui.. Lui aveva una maledetta voglia di baciarla ancora.
Amanda lo stava fissando in modo truce. < Ridammi il telefono >
< Vieni a prendertelo > la provocò.
Amanda fece un respiro profondo. Non era il caso di perdere le staffe, soprattutto con lui che in quel momento se ne sarebbe potuto andare con il suo telefono, lasciandola da sola in un parcheggio di un club  e per di più in piena notte.
Inspirò ed espirò, cercando di mantenere la calma e di elaborare una frase coerente e che suonasse almeno un po' gentile. < Ridammi il telefono, per piacere > Certo, non era proprio il massimo della genialità, ma quanto meno aveva chiesto per piacere.
James fece un sorriso sghembo e per un momento Amanda pensò che la terra sotto i suoi piedi si fosse aperta per inghiottirla. Chiuse gli occhi per evitare di guardare come la semplice incurvatura della labbra gli illuminasse gli occhi, come le sue labbra piene sembrassero meravigliosamente rilassate.
< Ti dispiacerebbe dirmi qual è il tuo problema? > gli chiese, continuando a tenere gli occhi chiusi.
< Perchè non lo dici tu a me qual è il tuo problema? >
Aprì gli occhi e lo fissò intensamente. < Non è un gioco > lo rimproverò.
< Non sapevo che stessimo giocando >
Presa dall'esasperazione, si passò ancora le mani tra i capelli. < Okay, James. Hai vinto. Dimmi cosa volevi dirmi > si strinse le braccia al corpo ed aspettò che lui parlasse, pensando intanto a come avrebbe potuto fare per avvicinarsi al punto tale da estrargli il telefono dalla tasca dei pantaloni senza che lui potesse accorgersene.
Fu il turno di James, ora, di fare qualche respiro profondo, non appena la sentì pronunciare il suo nome, anche se quello non era propriamente il suo. E riecco che l'incendio iniziava ad accrescere sotto lo sguardo vigile di Amanda.
Cosa avrebbe dovuto dirle? La completa verità su chi lui fosse? Chiederle il perchè aveva messo un punto improvviso a.. a qualunque cosa loro due fossero o sarebbero potuti diventare?
Dio, nemmeno fossero stati insieme chissà quanti anni! Nemmeno fosse stato sedotto ed abbandonato!
E all'improvviso James si ricordò di un particolare che lo aveva tenuto sveglio parecchie notti a pensare e che lo aveva portato ad una conclusione, che necessitava però di essere chiarita dalle labbra piene di Amanda.
< Come sta il tuo "qualcuno"? > un sorriso sfrontato sulle labbra e la speranza che lei gli desse la risposta che lui si aspettava.
Amanda batté le palpebre un paio di volte. < Il mio.. Il mio qualcuno? > sembrava confusa.
< Sì, esatto >
< Cosa intendi? >
< Non sei stata tu che mi hai detto di essere impegnata con qualcuno? >
Amanda trattenne il fiato e spostò lo sguardo alla sua destra, fissando l'ingresso del club. Si morse il labbro inferiore e corse alla ricerca di una scusa che potesse reggere.
< Allora? > la sollecitò James.
< Sì > sospirò.
< Sì cosa? >
< Sì, ti ho detto di essere impegnata con qualcuno >
James annuì piano. < Mi chiedo come mai questo qualcuno sia così disponibile a farti uscire da sola così spesso >
Amanda si sentì messa alla strette. < Non è un tipo geloso >
< Io lo sarei > James rispose di getto ed Amanda sentì il suo basso ventre contrarsi a quelle parole.
La ragazza rimase senza fiato, sentì il cuore cominciare a batterle più forte nel petto e i palmi delle mani iniziarono a sudarle. La stessa solita reazione che le prendeva ogni volta che era troppo vicina a James, e stava sinceramente iniziando a preoccuparsi per il suo corpo traditore.
Cercò in tutti i modi di calmare il proprio cuore impazzito, pensando alle cose più disparate ed immaginando gli scenari più ridicoli che il suo cervello riuscisse a partorire, ma non poteva cancellare il fatto che James le era vicino. Pericolosamente vicino. Talmente tanto che lei sentiva il profumo della sua colonia e il fiato caldo sul suo viso.
< Amanda > James fece un passo verso di lei. < Non c'è nessuno, vero? >
Amanda sbuffò e poi lo fissò negli occhi con un tale intensità che avrebbe voluto poter incenerirlo con uno sguardo.
Quell'uomo le entrava troppo dentro, troppo sotto la pelle e lei perdeva completamente il suo controllo.
< Non sono affari tuoi >
< Io credo proprio che non ci sia nessuno. Credo che tu me l'abbia detto quella sera per tenermi alla larga da te, ma poi le cose non sono andate come speravi. >
< E come sarebbero andate? >
James si avvicinò ancora, fino a sfiorare le mani di Amanda con le sue, provocando un brivido per entrambi. < Siamo usciti insieme e tu sei stata bene. Talmente tanto bene che mi hai baciato, disperatamente >
< Sei stato tu a baciare me > gli ricordò lei.
< E tu hai risposto al bacio >
Amanda si morse la lingua.
< Ti è piaciuto, e tanto. Ammettilo, Amanda >  
< Non c'è niente da ammettere >
< Io credo di sì >
Non capiva dove voleva arrivare. < Cosa vuoi sentirti dire, James? Che sei un bravo baciatore? O che ti confessi che non ricevevo un bacio così da molto, molto tempo?   >
< Magari che è stato il bacio migliore della tua vita > disse lui con aria arrogante.
Amanda scosse la testa, e fece un passo indietro. Questo era chiederle troppo.
Non poteva fare questo a sé stessa, non poteva farlo a Luca, non poteva farlo a James. Perchè lui non si accorgeva di quanto lei fosse incasinata, di quanto fosse impossibile per lei, al momento, costruire qualcosa di nuovo con lui? Perchè non si accorgeva di quanto fosse ancora profondamente innamorata di Luca? Perchè non la lasciava stare e basta? Perchè lei si sentiva così vulnerabile con lui? Così tanto esposta?
< Devo proprio andare. La baby - sitter può rimanere fino ad una certa ora > gli disse.
< Amanda, per favore > la esortò lui.
< Per favore cosa? Cosa, James? Arriva dritto al punto e dimmi quello che devi, senza tanto giri di parole. Senza farmi ammettere cose idiote come se fossimo alle elementari, come se a vincere è quello che cede per ultimo >
James rimase al suo posto, le mani in tasca e un'espressione seria che aveva preso il posto del ghigno soddisfatto che aveva avuto per tutto il tempo precedente. < Voglio sapere come mai sei sparita all'improvviso >
Amanda non si aspettava che lui la smettesse con tutti i suoi giochini e arrivasse dritto al punto. Si era preparata a non ricevere nessuna risposta, o sentirsi dire ancora una volta qualche frase ad effetto che non voleva nemmeno sapere chi gliel'avesse detta o dove l'avesse letta. Si era aspettata che lui facesse bella mostra delle sue doti di seduttore, ed invece l'aveva sorpresa chiedendole come mai lei aveva messo un punto a qualunque cosa avessero condiviso.
E ora cosa avrebbe dovuto rispondere?
Aprì la bocca un paio un volte, in cerca delle parole giuste da dire, ma la verità era che lei non sapeva bene che risposta dargli.
La realtà dei fatti era che aveva deciso di non vederlo più per quello che era successo con Connor, perchè suo figlio in quel periodo della sua vita necessitava della sua completa attenzione ed Amanda non poteva permettersi di dedicargli meno cure di quante erano necessarie per un suo capriccio di donna.
Non le importava assolutamente nulla del fatto che erano cinque anni che non aveva un rapporto che andava oltre l'amicizia  con un uomo, che era da quando era morto Luca che lei non si metteva in gioco come donna o che non faceva sesso da quando aveva perso l'unica persona con cui avesse mai avuto un rapporto così intimo.  Non erano queste le cose che la preoccupavano al momento; era sopravvissuta fino ad ora senza nulla di tutto questo e poteva continuare a farlo probabilmente per il resto della sua vita.
Adesso doveva preoccuparsi per Connor, e James rappresentava una fonte di distrazione troppo grande.
Fece l'ennesimo respiro e chiuse gli occhi, stringendoli forte, cercando il coraggio per dire quello che doveva.
< Connor sta avendo dei problemi al momento, e io devo rimanergli accanto >  gli spiegò.
James parve non capire. < Che generi di problemi? >
< Problemi per via di suo padre. >
< E non può occuparsene direttamente il tuo ex? >
Amanda si morse l'interno guancie per evitare di scoppiare a piangere o di prenderlo a pugni; in fondo lui non sapeva nulla della vita di Amanda ed un commento del genere era più che giustificabile, ma il tono in cui lo aveva detto l'aveva fatta innervosire. James aveva parlato come se Luca fosse uno stronzo insensibile che lascia la compagna e il figlio al proprio destino, fregandosene di tutti i casini in cui possono trovarsi.
< È morto > disse seccamente.
James tacque per un lunghissimo momento ed Amanda pensò che adesso l'avrebbe lasciata in pace, che il pensiero di dover avere a che fare con una madre single, e per lo più vedova, fosse un peso troppo grande per lui da sopportare, ma ancora una volta James la sorprese.
Amanda si ritrovò tra le sue braccia, con la testa premuta sul suo petto e il naso a stretto contatto con la camicia che profumava di bucato e di lui. Le braccia di James le circondavano il corpo e la sua bocca le stava posando un bacio delicato in cima alla testa.
L'unica cosa che Amanda riuscì a pensare durante quell'abbraccio era quanto la sensazione di essere al posto giusto nel momento giusto la stesse destabilizzando, ma non fece nulla per mettere fine a quel contatto.
Si strinse ancora di più al corpo di James e lasciò che il calore di lui la avvolgesse e le scaldasse anche le ossa, lasciò che lui per pochi attimi potesse prendersi cura di lei, consolandola e facendola sentire meno sola. Ma tutto per un momento, si promise Amanda, poi sarebbe tornata nelle sue piene facoltà mentali e avrebbe ripreso la situazione in mano, impedendo a James di rientrare così violentemente nella sua vita.
Cercò di non pensare al suo corpo sodo a stretto contatto con il suo, alle sue braccia forti che la sorreggevano senza nessuno sforzo, dei loro bacini che si sfioravano e il martellare ritmico del suo cuore che pareva impazzito.
Lui la stava abbracciando perchè lei gli aveva appena confessato che il padre di suo figlio era morto e lei invece stava pensando che essere stretta da James le piaceva molto.
Scosse la testa e sciolse la stretta, seppure a malincuore.
< Mi dispiace > disse lui.
Amanda non sapeva bene per cosa. Per essere stato uno stronzo fino a poco prima? Per aver fatto un commento indelicato su Luca? < Non importa > si ritrovò a dire. Prima se ne sarebbe andata, meglio sarebbe stato. < Ora posso riavere il mio telefono? >
James era ancora titubante a ridarglielo, sapendo perfettamente che Amanda ne avrebbe approfittato per chiamare un taxi. < Ti accompagno io a casa > le disse.
< Vorrei comunque avere il mio telefono >
< Sono quando saremo arrivati >
La ragazza decise di non insistere ancora. Ora che aveva dato una sorta di spiegazione a James, sapeva che lui non avrebbe fatto nessun' altra mossa nei suoi confronti e che questo suo essere così gentile era solo una qualcosa dovuto al senso del dovere.
< Seguimi > le disse, facendo un cenno del capo e conducendola verso una Lamborghini gialla.
Amanda scosse la testa. Prima la moto, poi la macchina sportiva.. Aveva capito benissimo che tipo di uomo fosse ed era sempre più convinta che la sua fosse una decisione giusta, sia per Connor che per lei.
James le aprì la portiera e lei salì a bordo, giustificando il suo gesto come un riflesso incondizionato di chi è sempre abituato a fare il galantuomo per assicurarsi una certa cosina.
Quello di cui non aveva nemmeno idea, era che tutti i gesti per cui James stava parecchio attento, come l'abbraccio o l'aprirle la portiera o offrirle un passaggio a casa, erano qualcosa che non faceva con nessun'altra donna.
Solitamente seguiva uno schema ben preciso: andava in qualche discoteca, pub, club o bar, rimorchiava la ragazza più bella della sala e poi se la trascinava in bagno o in macchina o nel prima albergo che trovava per la strada e se la scopava. Fine della storia. Al massimo poteva lasciarle i soldi del taxi per tornare indietro, ma di certo non prometteva loro l'inizio di una grande storia d'amore, non si proponeva di riaccompagnarle a casa né tanto meno le abbracciava. E queste erano tutte cose che James riusciva a spiegarsi: quelle ragazze erano solo l'avventura di una sera, niente di più e niente di meno.
Invece Amanda risvegliava una parte di lui che non sapeva nemmeno di avere. Bastava pensare al perchè si fosse intestardito tanto nel voler avere una risposta sul perchè lei avesse voluto chiudere con lui così improvvisamente.
E ora che sapeva qualche era il motivo, cosa avrebbe fatto?
< Qual è l'indirizzo? >  le chiese ed Amanda glielo diede senza nessun problema, sapendo che tanto non avrebbe più rivisto né lui, né i suoi particolari mezzi di trasporto.
< Quanto tempo fa  è successo? > le chiese poi di punto in bianco.
< Circa cinque anni fa > rispose lei, capendo di cosa stesse parlando senza bisogno di chiedere di specificare.
< Connor non l'ha mai conosciuto? >
< Sì, ma era troppo piccolo. Non aveva ancora un anno quando è successo >
< Come è successo? >
Amanda non capiva come mai stesse facendo tutte quelle domande e come mai lei era così disponibile a dargli quelle risposte, come se non ci fosse nulle di più naturale al mondo.
"Perchè tanto non lo rivedrò più", si rispose mentalmente.
< Un incidente stradale >
James strinse convulsamente il volante della sua auto e fissò avanti a sé.
< Quanti anni avevi? >
 < Mi  sembra di essere sottoposta ad un interrogatorio > gli fece notare lei.
< Scusa. Non sei obbligata a rispondere. >
< Lo so >
< Ma stai rispondendo lo stesso >
< Non dovrei? >
< Dipende >
< Da? >
< Da quanto veramente vuoi condividere >
Amanda sospirò. < Tenerlo nascosto non modificherà le cose >
< Già > James frenò ad un semaforo e si voltò poi a guardare Amanda.
Il suo profilo era teso, come se si aspettasse che qualcosa potesse succedere prima o poi, i capelli erano scompigliati, le labbra piene ed invitanti. Era bella, di quella bellezza classica che fece sentire James ancora più in difetto per il suo desiderio di volerla baciare.
Amanda si voltò a guardarlo e notando l'intensità nei suoi occhi sentì il suo stomaco contorcersi. < Cosa c'è? > gli chiese, con la voce strozzata.
James scosse la testa e tornò a fissare il semaforo. Qualunque commento sarebbe risultato fuori luogo in quel momento, ma si ripromise di dirle quanto era bella in un futuro prossimo.
< Vi conoscevate da tanto? > le chiese poi.
< Sì >
< E Connor è stato voluto?  >
< No >
< Le mie domande ti infastidiscono? >
< Devo ancora decidere >
James arricciò le labbra, ma trattenne una risata. < Se non vuoi rispondere non sei obbligata >
< Questo me lo hai già detto >
< Voglio solo che tu lo ricordi >
< Certo >
< Sono molto curioso >
< Lo avevo capito >
< È una strana conversazione >
< Non potrei essere più d'accordo >
James morse forte il suo labbro superiore e poi ricominciò con le domande. < Come vi siete conosciuti? >
< Nell'istituto dove entrambi eravamo >
Lui aggrottò la fronte. < Istituto? > le chiese.
< Sì >
< Nel senso che eravate due orfani? >
< Nel senso di collegio. Un collegio strano però > Amanda sospirò, al pensiero del posto dove aveva passato tutta la sua infanzia e adolescenza le si accapponò la pelle.
< Cosa intendi? >
< Luca.. > Amanda fece una pausa subito dopo aver pronunciato il suo nome. Riprese fiato e poi continuò a parlare. < Luca e io lo abbiamo sempre definito come il posto per i bambini non voluti. Era un posto poco accogliente, ecco. Non era un orfanotrofio vero e proprio, ma ci assomigliava molto >
< Cioè i tuoi genitori ti hanno spedita lì?  >
< Sì >
< Perchè? >
Amanda scosse la testa, quello non era un argomento che le andava di condividere. < Non mi va di parlarne >
James annuì. < Insomma vi siete conosciuti in questo posto >
< Sì >
< E poi? >
Amanda capì l'antifona e decise di dirgli quello che voleva sentirsi dire. < Ci siamo innamorati, siamo diventati maggiorenni, siamo usciti dall'istituto, sono rimasta incinta e poi siamo andati a vivere assieme >
< Quando è successo, voi..? >
La ragazza non aveva idea di cosa James avrebbe voluto chiederle ma parlò di nuovo, spiegandogli la situazione telegraficamente. < Quando è successo, Connor aveva quasi un anno e io  e Luca avevamo deciso di sposarci >
< Mi dispiace >
Ora sapeva a cosa si riferiva. < Anche a me >
James rimase un attimo in silenzio. < Anche io ho perso mio fratello e mio padre in un incidente stradale >
< Non sapevo che tu avessi un fratello. >
Lui si strinse nelle spalle. < Sappiamo veramente molto poco l'uno dell'altro >
Amanda fu colpita da quanto vera fosse quella frase. Cosa sapeva lei effettivamente di quell'uomo? Praticamente nulla, e allora perchè si sentiva così attratta da qualcuno che conosceva a malapena e che di lei invece era venuto a conoscenza di dettagli di cui neppure Hanna aveva vagamente idea? Perchè lei si era aperta così tanto con lui, mentre lui per lei rimaneva un mistero?
Ancora una volta, era lei ad essersi messa in gioco troppo con qualcun altro e questo qualcuno stava ricambiando voltandole le spalle. Poteva dargli torto? Chi sarebbe stato l'uomo che avrebbe deciso di rimanerle accanto in un momento simile? Chi avrebbe deciso di competere con l'ombra di qualcuno che la ragazza aveva praticamente innalzato ad idolo?
Molto probabilmente nessuno, quindi non aveva nessun motivo per sentirsi tanto sorpresa dalla reazione di James. Lei avrebbe reagito allo stesso modo, se i ruoli fossero stati invertiti.
< A cosa pensi? > le chiese poi James.
< A tutto e a niente > rispose enigmatica Amanda. Non voleva fargli capire quanto il pensiero di non vederlo più la tormentasse.
< È molta a cui pensare >
< Forse sì, forse no >
James non riuscì a trattenere più una breve risata. < Sei la donna più misteriosa che io abbia mai conosciuto >
< Lo stesso vale per te. Di te so solo il tuo cognome e tu invece conosci tutto il mio passato >
< Non direi proprio tutto. >
< Sono sicuramente più informazioni rispetto ad un cognome >
< sai che faccio l'osservatore > mentì.
< James Evans l'osservatore > ripeté lei.
< Non ti piace? > chiese lui, continuando a tenere gli occhi sulla strada, come se temesse che Amanda potesse indovinare che le aveva appena mentito solo guardandolo.
< Conta qualcosa a questo punto? >
< Cosa vuol dire? > James era confuso.
< Sappiamo tutti e due che una volta che mi avrai riaccompagnata a casa, non ti farai mai più vedere. Quindi, che il tuo nome mi piaccia o meno, conta veramente qualcosa per te? >
James era sempre più stupito. < Chi ti ha detto che non ci vedremo mai più? >
< Andiamo, James! Saresti un pazzo a voler insistere con una come me e poi ti ho appena detto che non posso perchè sto avendo dei problemi con Connor >
Lui scosse la testa e la guardò fugacemente, prima di tornare a concentrare la sua attenzione sulla strada. < Non ti chiedendo di passare il resto della tua vita con me > mise in chiaro.
< E allora cosa mi stai chiedendo? >
James si strinse nelle spalle. < Magari qualche corsa spericolata con la moto >
Amanda rispose repentinamente: < Non se ne parla >
James sorrise. < Sul serio, Amanda. Non ti chiedo di.. non sono nemmeno io cosa.. > sbuffò, incapace di fare una frase che potesse essere capita. < Solo.. non sparire >
Amanda lo fissò esterrefatta. < Tu non hai idea di cosa vuol dire dover avere a che fare con me, o con Connor >
< Lascia che lo scopra, allora >
La ragazza era sempre più incredula. < Sul serio? >
< Sul serio >
< Ma.. >
< Ma? >
< Cioè, io.. > Amanda si appoggiò al sedile. Ora era lei che aveva bisogno di prendersi un attimo per pensare bene a cosa dire.
Amanda non riusciva a capire bene cosa diavolo stava succedendo nella sua testa. Un momento prima era rassegnata al fatto di non vedere mai più lui e i suoi modi da seduttore accompagnato da macchine sportive e moto da corsa, e quello dopo lui le chiedeva di non sparire. La cosa più strana tra tutte però, era che Amanda si sentiva stranamente disposta a continuare a vederlo, sentirlo, uscirci anche insieme.
E tanti cari saluti al fatto che Connor potesse aver bisogno di lei. Tanti saluti al fatto che sarebbe potuto essere una madre pessima che ha messo davanti il suo bene e poi quello del figlio.
Dio, in cosa si stava trasformando?
< Non posso >
< Che vuol dire che non puoi? >
< Esattamente quello che le parole significano. >
James si fermò accanto ad un condominio giallo ed Amanda appoggiò la mano sulla maniglia per poter scendere. < Mi daresti il mio telefono? >
James la fissò per un attimo, decidendo sul da farsi: lasciarla andare a insistere fino ad ottenere una risposta affermativa e convincerla ad uscire con lui?
Se si fosse trattato di qualsiasi altra donna, si sarebbe avvicinato e le avrebbe ficcato la lingua in gola; avrebbe allungato le mani fino a raggiungere il punto centrale del suo interesse e poi l'avrebbe convinta ad uscire con lui. Ma ricordò a sé stesso che non era mai uscito con nessuna, prima di Amanda; o meglio lo aveva fatto e solo per raggiungere un certo obiettivo finale.
Non sapeva spiegarsi se tutto questo accanimento per lei fosse dovuto al fatto che ancora non erano arrivati al lato fisico e che, con molte buone probabilità, ci sarebbero arrivati con molta calma, ma non era questo il punto. No. La questione stava nel fatto che James voleva sentire il suo fuoco ardere, voleva sentirsi vivo, voleva sentire quella familiare sensazione di aria nei polmoni che a quanto pareva riusciva solo a percepire quando era  con lei.
James sapeva che si fosse comportato immaturamente, prendendo il telefono o rifiutandosi di ridarglielo, con una come Amanda avrebbe avuto poche chance, mentre lui voleva averne ben più di una. Era disposto a giocarsi qualunque carta, pur di riuscire a trascorrere un po' di tempo assieme a lei.
Prese il telefono e glielo restituì, accompagnandolo con un sorriso furbo sulle labbra.
< Perchè stai sorridendo?  >
< Sono una persona solare > le mentì. Sapeva già cosa avrebbe fatto l'indomani, sapendo perfettamente che lei non se lo sarebbe mai aspettato.
Amanda lo guardò in modo sospettoso, ma poi scosse la testa rassegnandosi a quanto aveva deciso.
< Bé, grazie per il passaggio e scusami.. per.. per come sono andate le cose >
< Certo > James continuava a sorridere ed Amanda si chiese per caso non fosse ubriaco.
Scese dall'auto e si diresse verso l'ingresso del suo palazzo, aprì il portone e poi si infilò nell'atrio.
Stava per richiudere la pesante porta dietro di sé, quando si sentì afferrare per un braccio e sbattere contro il muro più vicino.
In un attimo le labbra di James catturarono le sue e la inchiodarono in un bacio da togliere il fiato.
Amanda ebbe poco tempo per capire cosa stava succedendo e quando si rese conto che era alla ricerca disperata di un contatto simile tra di loro, quando cominciò a rispondere al bacio, James si staccò e le sorrise, mostrando di nuovo il suo lato arrogante.
Un ultimò sfioramento di labbra ed era fuori dall'androne del condominio, lasciando Amanda senza fiato e le sue parti intime che stavano strette nei pantaloni.
 
  
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