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Autore: LimoneMenta    09/11/2014    7 recensioni
Federico sa cos’è l’Amore, quello con la A maiuscola: per lui ha un nome, e si chiama Edoardo. Il loro amore è fatto di menzogne, costruito sulle bugie dette ai genitori. Sì, perché oltre ad essere due ragazzi (che in realtà non è un problema) i due sono anche fratelli. Gemelli.
***
Mi piacerebbe intitolare almeno un capitolo (ma magari anche più di uno) per ogni lettera dell'alfabeto, perciò questa storia avrà (spero!) parecchi capitoli. E spero anche che vi piaccia.
P.S. Non sono solita inserire commenti o note per ogni capitolo, perciò per qualsiasi dubbio non esitate a chiedere (magari con una recensioncina :3 )
Se qualcuno avesse una richiesta particolare (magari un capitolo specifico che vorrebbe leggere) sono disponibilissima per qualsiasi proposta, anzi!
P.P.S. storia ispirata a persone realmente esistenti, (consapevoli dell'esistenza di questa storia) e con nomi e riferimenti completamente diversi dalla realtà :)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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3. CRISI

Quando Federico torna a casa quel pomeriggio, si ritrova davanti ad una scena che ha visto già troppe volte e che spera sempre di non vedere più. Edo se ne sta rannicchiato a terra, incastrato nella nicchia tra il divano del salotto e la parete, dove fino a poco tempo prima si trovava un appendiabiti. Che in quel momento è abbandonato sul pavimento. Lascia andare la porta con una spinta, fregandosi del forte boato che questa produce quando si richiude. Vedere suo fratello in quelle condizioni è l’unica cosa che possa davvero ferirlo, che possa renderlo vulnerabile. Ogni lacrima, ogni fremito, ogni singhiozzo è come una coltellata dritta al cuore. Lo raggiunge in un paio di falcate, tirandoselo in grembo e stringendolo fra le braccia. Sente il dolore dell’altro bagnargli la maglia, stretta fra le sue mani tremanti.                                                                                                
«Ci divideranno, Fede, ci separeranno e non ci permetteranno più di stare insieme! Non voglio perderti, non voglio!» La voce di Edoardo è interrotta da violenti singhiozzi e ad ogni intervallo si alza di un’ottava, mentre viene scosso da violente spasmi. Non è la prima volta che ha una crisi del genere e spesso nascono da cazzate insignificanti. Come quella volta che, a quindici anni, era tornato a casa in lacrime per aver preso l’ennesima insufficienza in Storia. Poi però era peggiorato, fino a scaraventare un bicchiere contro il muro, in preda al terrore che qualcuno un giorno li avrebbe separati. Quali collegamenti facesse tra una storia e l’altra Fede no l’aveva mai capito.           
Gli stringe il viso tra le mani, portandolo ad appoggiare la fronte contro la sua. «Guardami, Edo. Guardami! – esclama scuotendolo – Nessuno potrà mai portarmi via da te, hai capito? Nessuno!»                                                                                                                      Edo scuote la testa, lo colpisce ripetutamente al petto. «Loro ci separeranno, ci divideranno! Come faremo da soli? Io non posso stare senza di te, non sono capace, io...»                        
Fede sorride amaramente: e lui, lui cosa potrebbe fare senza suo fratello? Morirebbe, ecco cosa. «Ehi, ascoltami - cerca di usare un tono pacato, per calmarlo, nonostante la presa ferrea in cui è imprigionato – Non sono un veggente e non posso assicurarti che nessuno ci separerà mai – in quel momento pensa che probabilmente non uscirà vivo da quella morsa letale – Ma ti posso giurare, io ti giuro su ciò che preferisci che se un giorno non dovessimo più essere insieme, comunque non ti lascerò mai. Intesi?»                                
Sente il naso freddo dell’altro strusciarsi contro il suo collo in un muto cenno d’assenso.                          
«E poi, mi vedi ogni volta che ti guardi allo specchio! Non ti stufi mai?» ridacchia nervoso. Cerca di alleggerire un po’ l’atmosfera tesa che c’è, ma sa che non è ancora abbastanza. In tutta risposta, Edo gli aggredisce le labbra, mordendole e tirandole.                       
«Mai, mai, mai...» bisbiglia sulla sua pelle, riprendendo la domanda. Fede sorride a quelle parole, ripetute contro il suo orecchio come una litania, le mani intrecciate fra i suoi capelli. Gli avvolge le braccia intorno alla vita e lo tira su, permettendogli di circondarlo con le gambe lunghe. Mentre si dirige verso la loro camera gli accarezza ripetutamente la schiena, senza staccarsi dalla sua bocca, neppure quando vanno a sbattere contro lo stipite della porta. Lo sdraia sul letto, lasciandogli un morbido bacio sulla fronte, sulla punta del naso (cosa che lo fa sbuffare) e sul mento.
Lo sveste lentamente, sfiorandogli a lungo la pelle calda con labbra, per fargli capire che lui è lì. Tutto gli abiti spariscono, prima la felpa grigia (che tra l’altro è sua), poi la maglietta e i jeans strappati. Fa altrettanto con i suoi, per poi sdraiarsi su di lui e coprirlo interamente. Quando era venuta fuori la prima crisi, aveva pensato che Edo potesse sentirsi soffocare, così stretto tra il suo corpo e il materasso, e che preferisse aver maggior libertà di movimento possibile. Ma l’altro aveva confessato che solo in quel modo si sentiva davvero al sicuro, protetto, perciò Fede gli si era premuto ancora un po’ più addosso, abbracciandolo forte.            
E come allora, non ci sono né gemiti né versi d’altro tipo, solo labbra che si scontrano, mani intrecciate fra i capelli e il corpo di Edoardo che accoglie il suo in un tacito ringraziamento. L’aria è colma di sospiri e di “ti amo” bisbigliati, morsi sulla pelle, scritti con le unghie ininterrottamente. E da lì poi è tutto in discesa, un qualcosa di vissuto infinite volte eppure sempre nuovo, magico. Un cercarsi, trovarsi, mettersi a nudo e salvarsi. Insieme.
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