CAPITOLO
QUATTRO
"Enchanted
Sleep Long"
Charleston,
West Virginia
L'alba era ormai
sorta da alcune ore ed il sole era
alto nel cielo, mentre i quattro ragazzi percorrevano
l’autostrada diretta a
Charleston. Sbirciando nello specchietto retrovisore, Samuel si accorse
che c’era
preoccupazione sul volto della sua ragazza.
“Jade,
è tutto a posto?”
Lei, distratta, fece
un salto, confusa: “Ehm... cosa?”
“Ora che mi
ci fai pensare, – intervenne Brenda - Jade
è molto strana da quando abbiamo lasciato
Dayton...”
“Ragazzi,
state tranquilli! Sto benissimo, capita a
tutti che la stanchezza faccia brutti scherzi, ogni tanto.”
“Sicura?”
“Sicurissima!”
confermò, decisa, mentre di lei si
scatena l’inquietudine. Dal momento in cui ha scorto
quell’ombra fuori dal
motel, infatti, non è più riuscita a essere
tranquilla.
Nel frattempo,
però, giunsero in città e, non appena
si inoltrarono lungo il viale principale, si accorsero che era deserto.
“Accidenti
che vitalità! Dove può essere la gente alle
dieci del mattino?”
Jade, sconvolta,
ignorò il commento dell’amica e si
girò subito verso Samuel: “Stai pensando a
ciò che ho in mente io, vero?”
La reazione del
ragazzo fu analoga: “Purtroppo sì!”
Zack
continuò a spostare lo sguardo da uno all’altro,
poi sbottò, esasperato: “Si può sapere
di che cosa state parlando? A cosa state
pensando?”
“Ah,
già, è vero, tu non ti eri ancora unito a noi,
all'epoca, per questo non capisci. Devi sapere che l'anno scorso io e
Samuel ci
siamo imbattuti in uno dei Cavalieri dell’apocalisse, si
trattava di Morte, e
l'atmosfera che c'è qui sembra la stessa che aveva creato
lui.”
“Già,
però non vedo corpi distesi per le strade,
Jade.”
Brenda, spaventata,
lo interruppe, prima che potesse
dire altro: “Hai detto c...c..corpi?”
“Sì.
Vedi, il fatto è che, al suo passaggio, ogni
persona nel suo raggio d'azione muore.”
“Di certo
– provò a ragionare Zack, altrettanto sotto
shock, ma più razionale - il Cavaliere non può
essersi preso il disturbo di
spostare i corpi. Non credete?”
Mortificato, Samuel
continuò ad addentrarsi nella
città, finchè non si ritrovò davanti
uno spettacolo difficile da dimenticare.
“Ecco i
corpi! A quanto pare al nostro cavaliere non è
passa per la mente l’idea di spostarli...”
Non potendo
proseguire, il ragazzo si fermò e i
quattro, insieme, scesero dall’auto, rimanendo vicini a
contemplare l’orribile
e angosciante scenario che gli si parava davanti: gente stesa ovunque,
per le
strade, nelle caffetterie, nei negozi, nelle case.
Brenda, ormai
completamente sotto shock, venne colta
da una crisi di pianto e Jade si affrettò a consolarla,
mentre i due ragazzi
cercavano di vedere se qualcuno era sopravvissuto.
Avvicinatosi ad un
uomo, Zack con due dita gli toccò
il collo, scoprendo con sua grande sorpresa un accenno di battito:
“Qui c'è un
uomo vivo! Correte!”
Subito i tre lo
raggiunsero. “Ne sei sicuro?”
“Sembra
quasi che stia... russando. O sbaglio?”
osservò la strega, subito appoggiata dagli altri.
Samuel, allora, corse
anche dagli altri, per
verificare se c’era qualcun altro in quelle condizioni.
“Anche qui
c'è gente che respira!”
Brenda si
asciugò gli occhi, sentendosi più calma.
“Allora non
sono morti?”
“No,
Brenda, stai tranquilla. Pare che stiano solo...
dormendo...”
I quattro decisero
quindi di cercare un luogo
tranquillo dove riflettere e confrontarsi sulla situazione senza la
visione dei
corpi davanti, ma, prima che potessero dirigersi alla macchina, Jade
gridò loro
di fermarsi.
“Fermi!”
“Cosa
succede? – le chiese l’amica, spaventata - Hai
visto qualcuno alzarsi?”
In risposta, la
ragazza estrasse la bussola, che stava
proprio in quel momento lampeggiando di rosso.
“A quanto
pare non siamo soli...”
“C'è
da capire, però, chi è in grado di far dormire
una città intera!”
Improvvisamente, in
lontananza, nascosto a un
incrocio, Samuel scorse un uomo incappucciato e vestito di nero
osservarli con
attenzione. Temendo scappasse, corse gridando verso di lui.
“EHI!! Chi
sei?”
“Samuel?
– lo rincorse Jade, preoccupata – Dove stai
andando?” ma Zack la fermò, tenendola per un
braccio.
“No,
lascialo andare! Dobbiamo rimanere uniti!”
“Non
possiamo lasciarlo andare da solo! Non sappiamo neanche
chi o che cosa ha visto!”
Anche
l’amica, sempre più spaventata, cerca di
convincerla a rimanere: “Ti prego, fa come ha detto Zack! Non
voglio che ci
separiamo, soprattutto se siamo gli unici ad essere svegli in questa
dannata
città!”
Capendo di non avere
alternative, la ragazza si decide
a rimanere.
Intanto, il suo
compagno proseguì nell’inseguimento
dell’uomo misterioso, finchè non si
ritrovò in un vicolo cieco, dove lo vide
scomparire nel nulla.
“Cosa
c'è? Non vuoi uscire allo scoperto perchè hai
paura di me? Guarda che ti troverò comunque! In questa
città è facile vedere
cose che si muovono!”
Circa due ore dopo,
ancora non c’è traccia del demone
e Jade, sempre più preoccupata, continua ad camminare in
tondo, sotto gli
sguardi preoccupati dei suoi amici.
“Che ne
dite di trovare un posto dove sistemarci?”
propose Zack a un certo punto.
“Sei
impazzito? – gli urlò lei, trattenendosi a stento
- Sono passate due ore da quando è sparito! Non ci penso
minimamente a
spostarmi da qui!”
Ma Brenda,
guardandosi intorno ansiosa, ancora una
volta la pensa diversamente.
“Forse
è meglio seguire il suggerimento di Zack, sai?
Non mi sento tranquilla qui, in mezzo alla strada, mi sembra di essere
osservata e, sinceramente, la cosa mi terrorizza molto...”
Arrabbiata, la strega
volta loro le spalle, risoluta:
“Voi andate pure, io resto qui ad aspettare Samuel. Non
voglio abbandonarlo, al
contrario di voi due!”
In quel momento,
però, il ragazzo si fece finalmente
vivo e lei gli saltò addosso e lo abbracciò
felice di rivederlo, sano e salvo.
“Che paura
che mi hai fatto prendere! Si può sapere
dove sei stato?”
“Già,
Samuel! – aggiunse Zack, irritato - Dove sei
stato per due, lunghissime ore?”
“Ho
inseguito un uomo con il cappuccio che ci stava
spiando, ma, sfortunatamente, mi è sfuggito. Ho girato per
le strade, cercando
di ritrovarlo, ma niente, sembra scomparso nel nulla...”
Improvvisamente, in
lontananza, esplose il rumore di
uno sparo, mentre uno stormo di uccelli si levava in cielo.
“Oppure non
è sparito è, semplicemente, nascosto qui
intorno ad osservarci.”
“BASTA!
– gridò Brenda, sempre più agitata
–
Ragazzi, non so voi, ma io inizio seriamente ad avere
paura...”
Subito
l’amica l’abbracciò, nel tentativo di
tranquillizzarla: “Cosa vuole questa persona da
noi?”
“E’
ovvio che vuole spaventarci, forse per mandarci
via.”
“Direi che
il messaggio è arrivato forte e chiaro.
Avanti, ragazzi, lasciamo questa città, non dobbiamo per
forza intervenire
ovunque andiamo!” replicò Brenda, sempre
più confusa.
Jade si
staccò da lei, stizzita: “Invece è
proprio
questo che siamo chiamati a fare! Non possiamo andare via e lasciare
queste
persone, come se niente fosse. Per quanto sia terrorizzata, io
resterò qui e
sconfiggerò l'essere che ha fatto tutto questo!”
Zack, sentendola,
subito la interrompe: “E’ meglio che
vi decidiate in fretta: fra qualche ora sarà buio e saremo
dei bersagli
facili!”
Infatti, non avendo
concluso nulla, dopo alcune ore i
ragazzi si recarono in un hotel nel centro della città, in
cerca di una stanza.
Frivola come sempre,
Brenda esclamò: “Potremo prendere
una suite di lusso!” ma venne subito zittita e sgridata da
un’indignatissima
Jade.
“Brenda!”
“Che
c'è? Tanto mica la paghiamo! E poi, quando ci
capiterà
di nuovo una situazione del genere?”
Stranamente, Zack
appoggiò quest’ultima: “In effetti,
non ha tutti i torti... anche io sono stanco di dormire nei
motel!”
“Vada per
la suite allora!” mise fine al discorso
Samuel, sfondando la porta della stanza numero 406.
Brenda corse subito a
farsi una doccia nella vasca
idromassaggio e Samuel scese nelle cucine a prendere qualcosa da
mangiare,
mentre Jade e Zack si sedevano su delle comode poltroncine
nell’ingresso per
consultare il libro.
“Accidenti!
– esclama lei, aprendolo - Non sappiamo
neanche cosa cercare!”
“Prova a
ragionare: sappiamo che questo essere ha
fatto addormentare la città.”
“Non basta,
mi servono più dettagli!”
Intanto, dal bagno,
arrivò rivolto a loro un urlo di
Brenda, che sembrava avere trovato finalmente la
tranquillità.
“Ragazzi?
Perchè non venite a farmi compagnia? L'acqua
è fantastica e questo hotel è il
paradiso!”
“Non siamo
dell'umore per farci un bagno. – replicò
l’amica, esasperata - Goditelo tu!”
“Ci puoi
scommetere, Tesoro!
Improvvisamente,
però, andò via la corrente in tutta
città e la ragazza, spaventatissima, si precipitò
fuori dal bagno, solo con un
asciugamano a coprirla.
“Cosa
è successo?!?”
“Calmatevi,
ragazze! Ho trovato una candela.”
“Zack,
– gli rispose Jade, tranquillissima - guarda
che è Brenda quella spaventata, io sono più che
calma!”
In quel momento,
Samuel irrompe nella stanza,
preoccupatissimo: “State tutti bene?”
Isterica e incapace
di stare zitta, Brenda anticipò
tutti e rispose per prima: “Suppongo che i miei compagni
coraggiosi ti
risponderanno di sì, ma io no! Io non sto affatto bene e
voglio solo andarmene
da questa maledetta città!”
In pochi minuti
l’atmosfera si fece sempre più cupa e
inquietante, finchè non udirono una strana melodia
diffondersi per tutta la
città.
Brenda, confusa, si
appoggiò al braccio dell’amica:
“Non so voi, ma adesso la cosa si sta facendo
davvero…inquietante...e sapete,
credo di non sentirmi tanto...bene...” e svenne.
La musica si
interruppe e Jade poté avvicinarsi a lei,
per cercare di farla rinsavire con dei piccoli schiaffi sulle guance.
“Brenda?
Tesoro? Avanti, svegliati, cosa ti sta
succedendo?”
Dolcemente, Zack la
staccò, facendola sedere sulla
poltrona poco lontano: “Credo sia inutile, Jade: dorme come
tutti gli altri.”
“Ma... come
è potuto accadere?”
“Forse
è stata quella melodia a farla addormentare.”
“Allora
cosa suggerite di fare?”
“La
portiamo nella nostra auto e la chiudiamo dentro,
poi andiamo a cercare il responsabile di questo sonno collettivo. Che
ne dite?”
progettò Samuel, per poi voltarsi verso gli altri in cerca
di approvazione.
Zack subito lo
appoggiò: “Sì, mi sembra la mossa
giusta da fare!”
Ma Jade, sconcertata,
iniziò a inveire contro di loro:
“Siete impazziti?!? Secondo me Brenda aveva ragione: dobbiamo
lasciare la
città, prima che accada la stessa cosa anche a
noi!”
“Se ce ne
andiamo, Jade, la tua amica e il resto della
città continueranno il loro sonno eterno. E poi, non eri tu
quella che voleva
rimanere per salvare tutti?”
“Ho
cambiato idea, ora che Brenda è l’ennesima vittima
di questo essere! E presto faremo anche noi quella fine, se rimaniamo
qui.
Perchè non lo volete capire?”
Nel tentativo di
mettere fine alla discussione,
Samuel, per una volta, alzò la voce:
“Adesso basta, Jade! Siamo due contro
uno, perciò Brenda finisce in auto e noi tre andiamo a
cercare quella creatura.
Inoltre, anche volendo, non te ne puoi andare perchè non sai
guidare!”
“Bene!
Adesso vi siete coalizzati contro di me, perciò
okay, vi seguirò, ma vi avverto: quando sarò io
ad addormentarmi, vi renderete
conto che avevo ragione....”
I due ragazzi,
quindi, presero delicatamente Brenda e
la portarono fuori dall’hotel, mentre la ragazza li seguiva,
facendo loro luce
con una torcia. Raggiunta l’auto, l’adagiarono
delicatamente sul sedile
posteriore e la chiusero dentro.
“Per
fortuna c'è la luna a fare un po’ di luce: odio
il buio totale!” esclamò la ragazza, mentre si
allontanavano.
“Ora che
Brenda è al sicuro, andiamo a cercare quel
bastardo, ragazzi!”
Zack, guardandosi
intorno, incominciò a riflettere sul
da farsi: “Deve aver tolto la corrente direttamente dalla
centrale elettrica,
perciò propongo di andare lì e ripristinare la
luce in tutta la città.”
Samuel
approvò immediatamente, ma la ragazza non ebbe
il tempo di commentare, perchè la bussola, conservata nella
sua borsa, si
attivò, iniziando a lampeggiare.
“Fermi,
ragazzi! Guardate!”
“E’
qui vicino! Ma non riesco a capire dove...”
Proprio in quel
momento, alle loro spalle comparve
l’uomo incappucciato che il demone aveva visto nel pomeriggio.
“Non
disturbatevi a venirmi a cercare, ragazzi!”
Jade, arrabbiata, gli
si scagliò, subito contro:
“Risveglia subito la mia amica e tutto il resto della
città!”
Ma lui la
ignorò e, tenendosi nascosto nell’ombra,
iniziò a parlare: “Dovevate ascoltare la vostra
amica e andarvene fin
dall'inizio. Lo sparo, la corrente e quello che ho fatto alla ragazza
che era
con voi erano tutti avvertimenti: se continuerete ad ostacolarmi,
farete la
stessa fine degli altri, uno ad uno. E’ chiaro? Cosa decidete
di fare, allora?”
Risoluto come sempre,
Zack fu il primo a rispondere:
“Inizia a darti da fare, allora, perchè noi da qui
non ci muoviamo!”
L’uomo
scoppiò a ridere: “Bene, come volete!”
A quel punto, dalla
giacca tirò fuori un flauto e, una
volta in mano, iniziò a suonarlo. La melodia,
però, fu talmente potente da
rompere i vetri delle auto e delle finestre degli edifici e dei negozi
e da
scaraventare lontano da lui i tre ragazzi.
Jade, quando
riuscì a rialzarsi in piedi, si accorse,
guardandosi intorno, che era sceso il silenzio e che l’uomo
era sparito.
“Tutto
bene?”
Zack, un
po’ stordito, si stava alzando proprio in
quel momento: “Più o meno! Voi?”
La ragazza,
però, non lo ascoltò, perchè si stava
avvicinando al demone, ancora steso sull’asfalto.
“Oh mio
Dio! Samuel!”
“Dorme
anche lui, vero?”
Inginocchiata
sull’asfalto, con l’amato fra le
braccia, la strega annuì, ignorando le lacrime che le
stavano rigando le
guance.
“Perchè
lo hai provocato? Perchè hai voluto fare
l'arrogante con quell'essere? Adesso ci ha lasciati anche Samuel e Dio
solo sa
come andrà a finire!”
“Mi
dispiace tanto, ma siamo comunque rimasti in due e
credo che dovremmo iniziare a inquadrare chi abbiamo davanti.”
Lei si
asciugò le lacrime con la manica del maglione e
si rialzò: “Credo che ormai non abbiamo altra
scelta.”
L’altro
annuì e iniziò a sollevare l’amico
addormentato: “Aiutami a metterlo in macchina!”
Lei, però,
si limitò a guardarlo, preoccupata: “Qual
è
la prossima mossa?”
“Credo che
tu abbia abbastanza elementi. Un uomo che
con un flauto è capace di far dormire una città
intera? Sul libro lo troverai
di sicuro!”
Dopo aver sistemato
Samuel in macchina e averlo chiuso
dentro, i due si sedettero sul cofano dell’auto e, tirato
fuori il libro dalla
borsa, iniziarono a consultarlo, finchè non trovarono la
pagina che cercavano.
(sezione
modificata) Il pifferaio magico
Si
tratta di una creatura mistica capace di
incantare i mortali con la melodia prodotta dal suo flauto magico.
E’ creatura
malvagia per natura e con i suoi poteri è stato in grado di
addormentare i suoi
nemici per secoli o, addirittura, costringerli a fare quello che vuole.
*Il
pifferaio magico, se infettato da un disordine, aumenta il suo potere
per ogni mortale che addormenta, perchè ne assorbe, man
mano, l'energia vitale.
Con un numero elevato di esseri umani sotto il suo influsso, nessuna
formula è
in grado di contrastarlo. L'unico modo è inibire il suo
potere, per poi
eliminarlo.
Incantesimo di
eliminazione: “
Musica
maledetta che è dentro la mia testa, che
circola insidiosa e striscia rumorosa, al pifferaio che per noi non
suonerà, un
destino crudele spetterà”
Zack,
però, non era molto contento di ciò che aveva
letto.
“Se ha
fatto addormentare l'intera città, significa
che il suo potere è di gran lunga aumentato e che la formula
non lo eliminerà.
Giusto?”
“E’
vero! Allora come possiamo fare? Come si elimina
qualcuno che non può essere eliminato?”
“Aspetta!
Il libro parla di inibire in qualche modo il
suo potere. Hai idea di che cosa intenda dire?”
Lei, sarcastica,
replicò subito: “Cosa dovremmo fare?
Suonargli una serenata?”
“Qualcosa
del genere...” rispose lui, sorridendo.
Confusa, lei non
sapeva se prenderlo sul serio o no:
“Ehm... non vorrai mica prendermi sul serio! Guarda che
scherzavo!”
“Hai mai
sentito parlare di falene e pipistrelli?”
“Ti
sembrerà strano, ma sì. Credo che il mio clone a
Morney Hill l'abbia studiato in questi giorni, perchè
improvvisamente mi sta
tornando tutto in mente.”
“Dev'essere
bello imparare, senza andare a scuola!”
Lei rise:
“E’ il piccolo prezzo da pagare per essere
la salvatrice del mondo, ma mi farò forza, non preoccuparti.
Piuttosto,
continua il tuo discorso di prima, qualcosa mi dice che
comprenderò ogni tua
parola, per una volta...”
“Vedi,
all'università ho frequentato un corso che
parlava del fatto che le falene sentono gli ultrasuoni emessi dai
pipistrelli
e, così, li evitano. In pratica creano una sorta di segnale
contrastante che
inibisce il loro orientamento e si salvano dall’attacco dei
predatori
distorcendo gli ultrasuoni che loro emettono.”
“Quindi, se
ho capito bene, il pifferaio ha
addormentato tutta la città usando una specie di lunghezza
d'onda particolare e
noi dovremmo, in qualche modo, assorbirla o interromperla. E’
corretto?”
“Accidenti!
– esclamò l’altro, stupito - Se un anno
fa
mi avessero detto che queste parole sarebbero uscite dalla tua bocca,
non ci
avrei mai creduto! Sono fiero di te secchio-Jade!”
“Ho
imparato dal migliore, secchio-Zack!”
Pochi secondi dopo,
discussi gli ultimi dettagli, i due
si alzarono e iniziarono a camminare.
“Perchè
ci stiamo muovendo?”
Il ragazzo le rispose
continuando a guardarsi intorno:
“Devo trovare un locale dove ci siano degli strumenti
musicali, perchè mi
servono delle casse. Poi andremo alla centrale elettrica e
lì useremo il mio
portatile per scaricare un programma per suoni. Vabbè, ti
spiego tutto strada
facendo, ok?”
Ma lei, perplessa,
continuò a chiedere spiegazioni:
“Perchè non puoi usare il tuo portatile
qui?”
Zack cercò
di nascondere, inutilmente, il suo nervosismo:
“Perchè il mio portatile ha quasi esaurito la
batteria e, sinceramente, non
saprei cos'altro inventare se tutto non va secondo il mio
piano.”
La loro ricerca,
purtroppo, si rivelò infruttuosa, ma,
proprio quando si stavano per arrendere, Jade scovò un
negozio di strumenti
musicali.
“Zack!
Vicino alla videoteca c'è il negozio che fa per
noi!”
Sollevato, il ragazzo
si precipitò nella direzione
indicatogli: “Perfetto! Dobbiamo fare presto,
però!”
Quando si
avvicinarono ad esso, però, si accorsero che
era chiuso.
“E’
chiuso!”
“Avanti,
fallo!” la incitò lui.
“Fare
cosa?”
“Usa il tuo
potere per distruggere la vetrina, così
entriamo!”
Ma lei scosse
energicamente la testa: “Non se ne parla
nemmeno! È da criminali!”
Capendo che non
avrebbe ceduto, Zack riuscì a
recuperare poco lontano un bidone dei rifiuti.
“Di certo
non suonerà l'allarme e sicuramente nessuno
è abbastanza sveglio da venire qui ad arrestarci, non
credi?”
“In
effetti... Comunque, cosa vorresti fare con quel
bidone?”
Lui lo
sollevò in aria, sopra di sè:
“Allontanati e
sta a vedere!” poi lo lanciò contro la vetrina,
mandandola in frantumi.
La ragazza lo
guardò sconvolta, immobile: “Non posso
credere che tu l'abbia fatto!”
“Invece
l’ho fatto!” esclamò lui, risoluto,
entrando
nel negozio.
Fortunatamente,
riuscì a trovare delle casse
abbastanza grandi, mentre l’amica rubava un carrello dal
supermercato vicino,
stupendo l’amico, che ricordava bene la sua reazione di poco
prima.
“Wow! Non
posso credere tu abbia rubato quel
carrello!”
Lei lo
guardò con un sorrisino, avvicinandosi a lui:
“Invece l’ho fatto! Ora metti quelle casse nel
carrello. Sarai anche un pazzo,
ma, di certo, non hai abbastanza forza per portarle fino alla centrale
elettrica.”
Poiché
avevano recuperato tutto l’occorrente, i due si
misero in viaggio per la centrale.
“Secondo
te, – gli chiese lei dopo un po’, rompendo il
silenzio - il pifferaio ci ha sentiti quando abbiamo distrutto la
vetrina di
quel negozio?”
“Ma certo
che sì! – replicò lui, spavaldo - Con
il
silenzio che c'è qui si sentirebbero anche i passi di un
topolino, figuriamoci
una pioggia di vetri rotti!”
“Okay,
okay, non c'è bisogno di farla così lunga, era
solo una domanda!”
Mancavano pochi
metri, ormai, e la centrale si
presentava enorme, silenziosa e buia davanti a loro.
“Eccola!
Siamo quasi arrivati!”
Dopo essere entrati,
Zack chiuse tutte le porte e i
cancelli, mentre l’amica lo osservava perplessa.
“Adesso che
ci hai intrappolati come topi, che
intenzioni hai?”
“Per prima
cosa – iniziò, avviando il computer -
ridiamo la corrente a questa città!” e, con poche
e semplici mosse, riuscì
nell’intento, illuminando a giorno la stanza in cui si
trovavano.
“WOW! Ci
sei riuscito. Ora puoi caricare il tuo
computer.”
“Era questo
il mio obiettivo: niente corrente, niente
batteria.”
“Ora cosa
stai facendo, invece?”
“Sto
scaricando dalla rete un programma per suoni, per
contrastare l'effetto di quel dannato flauto.”
L’amica,
nonostante conoscesse già le sue capacità,
era sempre più stupita: “Bravo! Non pensavo ti
interessassi anche di musica...”
Lui la
guardò, distogliendo per un attimo lo sguardo
dallo schermo, e sorrise: “Beh, dopo la battaglia contro
Wolf, mi sono dedicato
anche a questo, creando decine e decine di effetti sonori per alcuni
spettacoli
teatrali di un mio amico, perciò sarà una
passeggiata!”
Mentre aspettavano
che il programma finisse di
scaricarsi, i due continuarono a parlare come non erano mai riusciti a
fare da
quando si erano rivisti.
“Sai, Zack,
quando Samuel è stato colpito dalla musica
del flauto, ho pensato che per noi era finita, ma adesso mi rendo conto
che mi
sbagliavo: lui non sarebbe mai riuscito a fare tutto questo e un po' mi
sento
sollevata che sia rimasto tu con me, alla fine.”
Nel sentire le sue
parole, Zack si innervosì: “Quindi
sei sollevata, non perchè è il tuo amico ad
essere rimasto con te, ma solo
perchè sono la tua unica speranza?”
Lei, spiazzata,
rimase senza parole per qualche
secondo: “Non intendevo questo! Come ti viene in
mente?”
“Guardiamo
in faccia alla realtà: avresti voluto che
ci fosse Samuel al posto mio, ma ora che ho la soluzione per salvarci,
ti senti
sollevata che sia andata così. Quindi è solo per
il mio cervello che sei
contenta di avermi al tuo fianco!”
La ragazza, ferita,
si innervosì e alzò la voce:
“Adesso, basta! Sai benissimo che ti voglio bene e che sei il
mio migliore
amico, perciò perchè ti comporti
così?”
“La tua
amica, che viaggia con noi da poco più di un
mese, ha capito tutto già dal primo giorno, mentre tu, che
mi conosci da più di
un anno, non ti sei resa conto di nulla! Come fai ad essere
così cieca?”
“Okay! Ho
notato che, nel mese in cui non ci siamo
visti, sei cambiato radicalmente e ammetto che è da un
po’ che sei strano, però
non riesco ancora a capire cosa ci sia che non va, mi
dispiace.”
Zack, frustrato e
quasi in lacrime, fece un ultimo
tentativo per farle capire la verità: “Non ti sei
mai chiesto come mai io abbia
cambiato look o frequentato corsi di arti marziali? Non ti sei mai
chiesta
perchè mi sono unito a te in questo viaggio? O
perchè, quella volta, abbia
usato su di me quella formula, in modo da avere dei poteri?”
Confusa e fragile,
Jade non capiva dove voleva
arrivare: “Tu... tu ti sei unito a noi per il piacere del
soprannaturale.”
“No, Jade!
– scosse la testa - Il soprannaturale era solo
un hobby. La verità è che era te che volevo, sei
tu la ragione per cui mi sono
unito a voi. Ti amo, Jade. Come fai a non vederlo?”
Una solitaria lacrima
segna il volto della ragazza:
“Io... mi dispiace... non immaginavo che...”
“Che
potessi essere innamorato di te? Invece lo sono,
dal primo giorno che ti ho vista alla cassa di quel centro commerciale
e non
immagini quanto sia stato difficile per me sopportare la faccenda della
profezia. Il demone e la strega, destinati ad amarsi per
sempre… Fino a quando
tu e Samuel non potevate toccarvi, potevo sopportarlo, ma adesso le
cose sono
cambiate e ogni volta che vi vedo insieme è un dolore che
non può essere
paragonato nemmeno al peggiore dei mali...”
“Ma io ti
voglio bene! Non puoi farmi questo! Sai che
non potrò mai darti quello che tu vuoi!”
“Lo faccio
perchè tu capisca cosa sia il dolore che
provo io tutti i giorni!”
L’eco
dell’ultima parola del ragazzo riempiva ancora
la stanza, quando la melodia del flauto ruppe il silenzio.
Zack aprì
velocemente il suo programma per i suoni,
mentre la ragazza si asciugava ancora una volta le lacrime.
“Uno di noi
si addormenterà. Cosa facciamo?”
Lanciando
un’occhiata alle telecamere di sorveglianza,
il ragazzo scosse la testa: “Non credo: il pifferaio sta
controllando alcuni
cittadini e vuole farli entrare qui per impedirci di
fermarlo.”
Spaventata, Jade
iniziò a tenere d’occhio l’ingresso.
“Stanno scavalcando il cancello!”
“Usa il tuo
potere!”
“Come? Da
qui dentro non può funzionare.”
“Invece
puoi farlo! Sei abbastanza potente da
riuscirci anche da qui!”
La ragazza, allora,
provò a impegnarsi e, infatti,
riuscì a buttare gli uomini giù dal cancello con
la sola forza della mente. Il
suono si interruppe e il ragazzo le fece cenno di avvicinarsi al
computer.
“Voglio che
tu stia attenta a ciò che sto per dirti,
d’accordo?”
Benché
confusa, lei annuì. “Cosa vuoi fare?”
“Alla
prossima melodia, io mi addormenterò e tu
rimarrai sola, perciò devi ascoltarmi attentamente. Quando
il pifferaio suonerà
di nuovo quel flauto, tu dovrai registrare il suono sull'hard-disk,
selezionarne una parte, tagliarla e copiarla in un'altro file, per poi
selezionare tutto. A quel punto usa il programma per suoni e inverti la
forma
d'onda, copiala e incollala cinque volte in coda, per poi riselezionare
l'intero progetto e mandarlo in LUP e...”
“Fermo!
E’ troppo per me, non sono in grado di farlo!”
Lui, allora, le prese
le mani e la guardò negli occhi:
“Sì che puoi. Io non potrò aiutarti ed
è per questo che, nel poco tempo che ci
rimane, ti ripeterò quello che devi fare fino alla nausea. E
sono sicuro che ci
riuscirai, perchè sei la ragazza più in gamba che
io abbia mai conosciuto!”
“D'accordo!”
esclamò lei, risoluta, sentendosi più
sicura.
Pochi minuti dopo, il
suono ritornò, proprio come
avevano previsto.
“Ci siamo!
Ricorda tutto quello che ti ho detto di
fare. Quando hai finito, premi play e, se tutto è andato
bene, la gente si
risveglierà e lui si indebolirà. A quel punto
toccherà a te farlo fuori con
l'incantesimo, d’accordo?”
Riuscì
appena a finire la frase che iniziò a
vacillare, sempre più debole, sotto gli occhi inorriditi
dell’amica.
“Zack! No,
non lasciarmi!”
“Mi fido di
te, Jade! So che ci riuscirai e che fra
cinque minuti ci rivedremo di nuovo...” poi cadde a terra,
addormentato.
Jade, allora, si mise
davanti al computer e,
incredibilmente, riuscì a seguire tutte le istruzioni.
Finalmente, arrivò
all’ultimo punto, proprio mentre il flauto riprendeva a
suonare: era giunto il
momento della verità. Non appena toccò il tasto
Play, dalle casse partì un
suono potentissimo e, subito, si accorse che stava funzionando e che
era ancora
sveglia. Decise, quindi, di uscire dalla centrale e tornare in
città per
cercare l’uomo, mentre tutti i cittadini di
Charleston e si suoi amici si
risvegliavano, lentamente.
Intanto, vagando per
i vicoli della città, il
pifferaio si accorse che tutti si stavano svegliando e che il suo
potere stava
diminuendo sempre di più, mentre Brenda, chiusa in auto
assieme a Samuel,
cercava di capire cosa stava succedendo.
“Cosa
diavolo è successo?”
Il ragazzo, confuso
quanto lei, non sapeva cosa
rispondere: “Non chiederlo a me! Ricordo solo di essere
stato scaraventato
in aria.”
“Io e
te…non abbiamo fatto nulla, giusto?
“NOO!”
L’altra,
roteò gli occhi, mentre si alzava dal sedile:
“Okay, okay,Scusami! Era solo una domanda!”
Samuel, intanto, si
voltò verso il finestrino,
rimanendo sorpreso da ciò che c’era fuori:
“Guarda! Si sono svegliati tutti!”
“Forse Jade
e Zack hanno eliminato il pifferaio...”
In quel momento
comparve proprio il ragazzo con le
chiavi dell’auto in mano. Subito, i due furono liberati e
poterono tornare
all’aria aperta.
“Ragazzi,
state bene?”
“Direi di
sì! Avete sconfitto il pifferaio?”
“In
realtà l'abbiamo solo contrastato, ma Jade si sta
occupando di lui ora che è debole...”
Il demone
sobbalzò bruscamente, sconvolto: “COSA?!?
L'hai lasciata andare da sola?”
“Guarda che
dormivo anche io! Non potevo certo
seguirla da sonnambulo!”
“D’accordo,
– rispose, più calmo - allora vado a
cercarla. Voi restate qui!”
Nel frattempo Jade
vagava per la città, senza riuscire
a trovare da nessuna parte il pifferaio e, con la gente tornata a
riempire le
strade, la sua ricerca diveniva di minuto in minuto sempre
più difficile.
Esasperata, fu costretta a bloccare l’intera città
con il suo potere.
“Ora va
meglio!”
Poi chiuse gli occhi
e si concentrò.
“D'accordo,
Jade, sei una strega potente ed è ora di
utilizzare una formula inventata da te per localizzarlo. Sperando
funzioni... Il male
è una traccia che non sempre scompare, aiuta la mia mente a
trovare
quello che i miei occhi non possono osservare...”
Con sua grande
sorpresa, l’uomo si materializzò
davanti ai suoi occhi, confuso.
“Ma... ma,
come sono arrivato qui?”
La ragazza lo
guardò, sorridendo trionfante: “Hai
commesso un grosso errore a lasciarmi per ultima!”
“Ti avevo
sottovalutato, strega!” replicò lui,
arrabbiato.
“Un vero
peccato... Ma adesso basta perderci in
chiacchiere! “Musica
maledetta che è dentro la mia testa, che circola insidiosa e
striscia rumorosa, al pifferaio che per noi non suonerà, un
destino crudele
spetterà” E l’uomo si
disintegrò,
urlando.
“Non
finisce qui! Siamo ancora in tantiiiiiiiiii....”
L’altra
sbuffo, seccata: “Ma non hanno altro da dire
quando muoiono? Come se non lo sapessi che sono in
tanti…quando mai i disordini
sono stati pochi!”
Jade tornò
quindi dai suoi amici, per poi far
ripartire il tempo. Samuel rimase sconvolto, trovandosela davanti
all’improvviso.
“J...Jade?
Sei qui! Hai fermato il tempo, per caso?”
“Esatto!”
Non appena la vide,
Brenda corse ad abbracciarla,
sollevata: “Hai ucciso il signor Ninnananna,
quindi?”
“Sì,
Brenda. L’ho ucciso!”
Incapace di
resistere, Samuel le si avvicinò per
baciarla, sussurrandole: “Ho temuto per te, ma vedo che non
ce ne era bisogno...
Ti amo, Jade...”
Notando Zack poco
lontano, però, la ragazza si scansò:
“Non mi piace molto che ci baciamo davanti ai nostri amici,
Samuel.”
Lui, perplesso, si
allontanò da lei: “Non è mica una
novità!”
“Mi mette a
disagio... preferisco baciarti quando siamo
da soli, okay? È ancora tutto nuovo per me e
preferisco andarci piano.
Cerca di avere pazienza con me!”
Benché
confuso, il ragazzo annuì: “D'accordo, come
vuoi tu.”
In quel momento,
dall’auto, Brenda li richiamò:
“Allora, piccioncini, ci muoviamo o avete intenzione di
restare lì?”
In silenzio, i due
raggiunsero l’auto e gli altri,
mentre Zack, curioso, si chiedeva cosa si fossero detti.
Villa di Terence,
Augusta, Maine
Sentendo il
campanello suonare, la domestica si
affrettò ad aprire.
“Buonasera,
signore. Desidera?”
“Sono John.
Ho un appuntamento con Terence” si
presentò lui, quando quella aprì la porta.
La donna si fece da
parte per farlo passare: “Ah, già!
Il signor Terence mi aveva avvisata che sarebbe venuto. Entri
pure!”
Sentendo delle voci
nell’ingresso, Terence si affacciò
per accogliere l’ospite.
“John! Ti
stavo aspettando. Vieni nel mio studio, così
possiamo parlare con calma.”
Entrati nella stanza,
l’uomo si accomodò su una
poltrona al centro della stanza.
“Allora, ti
piace la villa che ti ho dato? Mi sembra
che tu ti sia ambientato bene!”
“Non
c'è male, grazie.”
“Solo il
meglio per i cinque del cigno d'argento, lo
sai. Piuttosto, come mai mi hai convocato?”
“Ti ho
chiamato perchè abbiamo un problema: i
prescelti si stanno avvicinando a Xandra.”
“Non vedo
quale sia il problema. – replicò
l’altro,
indifferente - Xandra è stata dotata di potenti poteri dal
cigno d'argento e
non riusciranno a sconfiggerla tanto facilmente.”
“Questo
è vero, ma... – continuò Terence,
preoccupato
- se dovesse essere eliminata?”
“Di questo
non dobbiamo preoccuparci. – concluse
l’altro, alzandosi - I prescelti non sanno ancora cosa
c'è dietro a tutto
questo e, di certo, non verranno mai a saperlo!”
“Non
sottovalutarli! Hai visto che fine a fatto Wolf!”
“Non
preoccuparti... – lo tranquillizzò John, uscendo
dalla stanza - per accedere all'arma bisogna eliminarvi tutti e cinque
e dubito
che ci riusciranno.”
“Tu cosa
farai, intanto?”
“Andrò
a trovare una persona a me molto cara. Una
persona che non mi vede da tempo e che forse non sarà tanto
felice di vedermi o
magari lo sarà: chi può dirlo!”
CONTINUA NEL QUINTO EPISODIO
Testo a cura di Lady Viviana.
Angolo autore: Il viaggio
continua e il mistero del cigno d'argento è rimane ancora
tale. I nostri quattro avventurieri scopriranno cosa sta succedendo?
Scopritelo nel prossimo appuntamento della serie con l'episodio 2x05
"La maledizione della sirena" martedì prossimo. Buona
settimana stregata!