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Autore: embracemydreams_    12/11/2014    3 recensioni
"Li chiamano così i Titani, gli Hunger Games, i giochi della fame. Lo scopo è far divertire Gea e i suoi figli, ah e dimenticavo, far soffrire i nostri genitori che sono costretti a vedere i loro figli uccidersi a vicenda. Ecco a cosa servono : 24 ragazzi, dodici del campo Giove e dodici del campo Mezzosangue, sono rinchiusi in un’arena, devono uccidersi e solo uno può sopravvivere. Tutto questo è avvenuto quando Gea ha preso il sopravvento sull’Olimpo, o meglio io glie l’ho lasciato fare,ma tralasciamo. "
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO V

La serata delle interviste è finalmente conclusa e finalmente io ed Annabeth possiamo tornare nei nostri appartamenti. 
Mentre stiamo per prendere l'ascensore, salgono con noi anche Luke e  Thalia e questo mi tranquillizza. Ero seriamente preoccupato per lei. Il suo bellissimo vestito ormai è tutto strappato e ora che la guardo meglio, ha un labbro spaccato.
«Quegli esseri me la pagheranno cara. Ormai questo vestito mi dà  fastidio, potresti tirare giù la zip?» Solo dopo alcuni minuti mi rendo conto che lo sta chiedendo a me. Sento lo sguardo pungente di Annabeth addosso e sono terrorizzato da ciò che potrebbe succedermi. Forse morire dell'arena non è così male. Mentre abbasso la chiusura noto che ha dei tagli sulla schiena. Il vestito cade sul pavimento dell'ascensore e Thalia è nuda, ma non sembra curarsene. Luke ha una faccia divertita mentre la figlia di Atena lancia occhiatacce a tutti quanti.
Finalmente l'ascensore si ferma e la mora scende.
« Dovremmo farlo più spesso, a domani ragazzi» 
Domani.
l colloquio.
***
 La stanza dove ci accoglie Gea assomiglia allo studio di un avvocato: i mobili sono antichi e molto eleganti e tutto è in ordine, ogni misero oggetto sembra essere al suo posto. Nell'aria si sente l'odore nauseabondo del sangue mischiato al profumo della  rosa. Seduta su una poltrona nera, dietro la scrivania di noce situata al centro della stanza, c'è una donna. Ha una cinquantina d'anni e capelli grigi che le scendono sulle spalle come una lastra solida. I suoi occhi sono grigi, ma non come quelli di Annabeth. Sono molto chiari, come se ne avessero aspirato quasi tutto il colore. E' il colore della neve sciolta che vorresti che si sciogliesse del tutto.
« Benvenuti Annabeth Chase e Perseus Jackson. Accomodatevi. » Il modo in cui ha pronunciato il mio nome mi fa rabbrividire. Nessuno mi ha mai chiamato Perseus, a parte i miei amici... e i nemici.
 Ora che a separarci è solo una scrivania quel tanfo è molto più forte. Noto che sul tavolo c'è una rosa bianca, quasi candida.
« Non ho intenzione di trattenervi ancora per molto. In teoria dovrei augurarvi solo buona fortuna per i giochi, come a tutti i tributi, ma voi non siete come gli altri e dobbiamo parlare di ciò che avete fatto ieri sera .» Anche se il suo tono è freddo, posso sentire la cattiveria che le pervade il corpo mentre dice quelle parole.
« Beh devo dire che avete fatto colpo. Il tridente e la civetta. Sono entrambi dei simboli di due divinità. Cosa credevate di fare?» Dai suoi occhi pare che escano delle fiamme.
«Volevamo solo far stupire il pubblico in sala. Niente di più» Dice Annabeth, prendendo coraggio.
«Esistono tanti modi per far stupire il pubblico, Annabeth. Oh, voi non volete creare problemi vero?»
Si. Aspetta solo che entri nell'arena.
« Ehm no» Le rispondo.
« Bene. Era ciò che volevo sentire. Perchè  sapete, gli unici che ci rimetterebbero sareste proprio voi. Io gestisco i giochi. Io gestisco il Campo Mezzosangue e il Campo Giove e ho in pugno i vostri genitori. Se tenete ai vostri cari, vi conviene non mettermi i bastoni fra le ruote di nuovo. Sono stata chiara? » Annabeth risponde un flebile sì mentre io cerco di contenere la rabbia. Per l'ennesima volta lei è il burattinaio e noi siamo i burattini. Lei ci ha in pugno, o almeno crede così.
« Qualcosa non va Percy? Non ti è bastato perdere tua madre nell'ultimo scontro che abbiamo avuto? Vuoi che qualcun altro muoia per te?»  Mi dice Gea divertita.
«Non hai il diritto di nominare mia madre» Stringo forte i pugni, la mia ira è fuori controllo. Vorrei aggiungere altro, ma la dea tira fuori una clessidra e ci dice che il tempo è scaduto e dobbiamo lasciare subito la stanza.
***
Da quando ho chiuso la porta dello studio, i flashback si mischiano alla realtà e non riesco più a capire se mi trovo nel mio appartamento o se sono ancora su quel campo di battaglia.
Io e Jason ci guardiamo le spalle a vicenda. Siamo allo stremo delle forze ma stiamo vincendo. Dall'altra parte Annabeth e Piper stanno facendo la stessa cosa.
Nico è al fianco di Ade e sta combattendo contro un Titano
Hazel invece è insieme ad Ecate e anche loro  ne stanno annientando uno.
Leo e Frank stanno unendo le forze e stanno lottando senza tregua.
La vittoria è nostra ormai. Stiamo per mettere fine a tutto questo. Ce l'abbiamo quasi fatta. Tutto sta procedendo bene fino a quando non sento un urlo agghiacciante provenire dall'altro lato del campo. Piper è riversa a terra priva di sensi e la sua maglietta è intrisa di sangue. Jason corre verso di lei e la allontana dalla battaglia. A quanto pare si è inflitta una pugnalata con katoptri senza un motivo apparente.
« Parte del sacrificio è stata compiuta. Il sangue di una semidea è stato versato e niente potrà fermare il versamento del sangue di un semidio» Interviene una voce fuori campo. In un attimo tutti i Titani che erano stati uccisi si ricompongono dalle ceneri e sono più agguerriti che mai. Ora sono loro ad avere la meglio. Sono distrutto,ma non mi arrendo. Non posso lasciare che ad altre persone venga fatto del male.
Mi trovo davanti Crio e provo a ucciderlo, ma lui è più forte di me. Abbasso un attimo la guardia e il Titano mi sta per infliggere un colpo fatale.  Ma proprio in quel momento qualcuno si mette in mezzo tra me e la creatura. 
« MAMMA, MAMMA » La scuoto, sperando che mi risponda. E' pallida e trema. Il colpo è stato profondo.
« MAMMA NON MI LASCIARE TI PREGO. MAMMA NON PUOI MORIRE PER FAVORE. PERCHE' L'HAI FATTO MAMMA? » Urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Si avvicina Poseidone e prova anche lui a chiamarla. Tutto questo è straziante. Lei apre gli occhi e mi sfiora tremante il viso.
« Percy ti voglio bene» Mi dice con un filo di voce. Due lacrime le rigano il viso e richiude gli occhi per un'ultima volta. Il suo cuore smette di battere. Se ne è andata. E' morta tra le mie braccia senza che io potessi fare qualcosa per salvarla.
« Quante altre persone dovrai perdere prima che ti renderai conto che non poi fare nulla contro di me, Perseus?» Si intromette Gea. Sono arrabbiato e il dolore mi esplode nel petto, non riesco più a ragionare lucidamente. Afferro vortice e provo a colpire Crio, ma fallisco. Lui affonda la spada nella mia spalla e io cado in ginocchio.
« Dammi ciò di cui ho bisogno e la farò tornare nel regno dei vivi. Un'anima in cambio di un'altra» 
Quest'ultima frase attiva  dentro di me qualcosa che non riesco a controllare.Impugno la mia arma e la punto contro di me. E' come se qualcuno stesse manovrando i miei gesti. Sento delle urla che mi dicono di fermarmi, ma è troppo tardi. Vedo la mia maglietta che piano piano diventa rossa e i sensi mi abbandonano.
E' stato molto più facile del previsto, grazie figlio di Poseidone» E poi tutto cade nell'oblio. Ogni singola cosa viene assorbita dal nero più totale.
Ho distrutto l'Olimpo.

« Percy, tutto bene?» Mi dice Annabeth mentre mi afferra la mano.
«N-no. Voglio restare un po' da solo» Rispondo quasi sussurrando. Lei mi lascia un bacio sulla fronte e va in camera sua.
Io ho bisogno di prendere una boccata d'aria ed esco dal mio appartamento.
ti voglio bene Percy.
Quella frase si ripete all'infinito nella mia testa. E' come un disco rotto e fa sempre più male
L'ho uccisa io. La colpa è mia.
****
Leo's Pov
Leo Valdez, il ragazzo di fuoco, ha acceso una scintilla che, se lasciata incustodita, può crescere e trasformarsi in un incendio che distruggerà tutto.
Ecco come mi ha accolto Gea nel suo studio. 
Mentre ritorno nel mio appartamento cerco di dare un senso a quelle parole. Da quando sono qui non ho fatto nulla di straordinario, se non far uscire dai gangheri Percy.
Da quando Gea ha preso  il mondo è diventato fragile, basta anche solo una parola di troppo per ferirlo irreparabilmente. Saranno passati anni dall'ultima volta che l'ho visto sorridere. Ha sempre gli occhi stanchi, di chi ha abbandonato tutte le speranze e si sta lasciando andare, ogni volta è un colpo al cuore vederlo così.
Assorto in questi pensieri, sto per entrare nella mia abitazioni, ma una figura che corre verso le scale cattura la mia intenzione: Percy. Parto all'inseguimento e gli urlo di fermarsi, però non sembra ascoltarmi. Finalmente gli afferro il braccio e gli dico :«  Percy che sta succedendo? Hai litigato con Annabeth?. 
«L-l' ho uccisa. Mi è morta tra le braccia e non ho fatto nulla. L'ho uccisa»
Sta parlando della morte di sua madre. Gea deve aver fatto un altro dei suoi sporchi giochetti, conoscendo la vulnerabilità di Percy.
« Percy, fermati e guardami negli occhi, guardami. Sei nel palazzo di Gea e non in quel campo di battaglia. Ritorna al presente»
«Non posso. Non riuscirò mai a perdonarmelo capisci? Se chiudo gli occhi posso ancora sentire le grida, gli scudi e le spade che si scontrano. Posso avvertire il tocco tremante di mia madre»
«Io invece se chiudo gli occhi sento le urla di mia madre mentre l'officina prende fuoco. Il fumo mi entra nelle narici e io con le mie manine, cerco disperatamente di sfondare la porta. Almeno Sally ti ha potuto sfiorare per un'ultima volta. Io non mi ricordo neanche  l'ultima carezza che mi ha fatto mia madre. Per anni sono vissuto con il senso di colpa che mi opprimeva e quindi posso capirti meglio di chiunque altro. »
«Ma tu hai superato tutto» Mi dice tremante.
Oh no, io non riuscirò mai a dimenticare ciò che è successo in quell'officina, come te non ci riuscirai mai. Ma se loro fossero qui, ci direbbero di non disperarci. Ci smuoverebbero a fare di più e a smetterla di piangerci addosso, anche se il più delle volte è inevitabile. Gea sa che stai acquistando fiducia in te stesso e l'ultima carta che poteva giocare prima dell'arena era questa. Vuoi far vedere ad occhi risucchia-vita che lei ha avuto la meglio su di te?»
 Finalmente dopo tanto tempo sorride e mi abbraccia, cogliendomi alla sprovvista. Io invece mi abbandono alle lacrime, so che non dovrei, ma è inevitabile perchè dopo tutti questi anni, mia madre mi manca sempre di più.




SALVE SEMIDEI!
ORA CREDO CHE MI ODIERETE PER L'ETERNITA',
sia perchè non ho aggiornato da agosto (?), (ma ho avuto un blocco, non riuscivo più a scrivere e non so se questo capitolo è venuto come l'avevo pensato)
e sia per la morte di Sally.
Mi odio anche io, ma non disperatevi cari eheheeh.
Duuuuunqueee spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto il mio capitolo, in particolare il confronto Percy-Leo e la parte dell'ascensore (eheheeh)
Che ne pensate del mix Snow-Coin-Gea? 
REcensite in numerosi!
Vi ringrazio per tutte le recensioni e le visualizzazioni, vi amo.
Ah se non sono ancora stati fatti dei capitoli dal punto di vista di certi personaggi, non preoccupatevi: ho in mente tutto.
Vi saluto e cercherò di postare quanto prima il primo capitolo nell'arenaaaaaa (zan zaaan)
A presto!




  
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