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Autore: Dastrea    26/10/2008    2 recensioni
In una tranquilla Tokyo tre ragazze diverse, una americana, un'amica della natura ed una piccola gothic lolita, sebbene le divergenze tra la prima e l'ultima riusciranno a diventare amiche e a passare un indimenticabile anno scolastico tra amori e piccoli problemi. //Spero di avervi incuriosito, il resto è tutto da scoprire//
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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7 L’incubo peggiore

Gi altri quattro ritornarono alle proprie case dandosi appuntamento l’indomani davanti ai cancelli della scuola, Higashi salutò Tsuki dandole un bacio sulla guancia che la fece arrossire parecchio, ma in fondo non era tanto stupita visto che ormai le era chiaro che il ragazzo provava qualcosa per lei, ma non era ancora pronta per ricambiare, doveva capire prima ciò che lei pensava di Higashi.
Rientrò in casa salutando i suoi e negando la cena anche quella sera, aveva mangiato un’ottima crepe e non se la sentiva di cancellare quella dolcezza con altro, in fondo si sentiva dannatamente felice in quel momento e non voleva rovinare quel momento, chissà quando sarebbe stata di nuovo così.
Si cambiò mettendosi la sua camicia da notte rose antica coi pizzi al collo e alle maniche, lunga fino ai piedi, si pettinò i capelli e si struccò, sebbene il trucco pesante le dava un’aria misteriosa e tremendamente triste anche senza di questo era identica a prima, come se il trucco esaltasse soltanto i suoi occhi color nocciola, andò nella stanza del pianoforte, e si sedette a questo iniziando a suonare una musica allegra, doveva essere la Primavera di Vivaldi, le dita percorrevano i tasti del pianoforte facendo ben attenzione a quali pigiare e  quali lasciare lì. I piedi nudi pestavano i pedali per dare più accento al suono; dalla sala da pranzo i suoi genitori la sentirono suonare e compiaciuti sorrisero, conoscevano la figlia e se suonava quella melodia voleva dire che stava bene, che era successo qualcosa di particolare, la madre pensò subito all’incontro con un ragazzo, in fondo essendo donna capiva le esigenze della figlia.
In realtà però Higashi era completamente diverso dalle aspettative dei genitori della ragazza, lui e la loro piccola Tsuki erano come la stessa persona, due entità uguali divise solo dal sesso diverso, potevano persino sembrare gemelli per i loro gusti. Forse quelli di Tsuki più dark, ma compatibili con quelli del ragazzo, ma la pensavano allo stesso modo solo che il modo pessimista di lei apparentemente poteva sembrare contrario a quello di Higashi. In tutta la casa risuonò quella melodia per due volte consecutivi, sembrava come se in quella casa il sole splendesse ancora nel cielo sebbene fossero già nate le tenebre e quella stanza rimasta antica era illuminata da candelabri d’argento.
Tsuki ormai stanca spense tutte le candele e ritornò nella sua stanza stendendosi nel suo letto, era stanca infatti le braccia di Morfeo l’avvolsero prima che lei potesse solo iniziare i suoi sogni.

Correva scappando da tutte le porte per cui era passata, in tutte quelle stanze c’erano sempre le stesse figure, teschi e corpi ancora ricoperti dalle loro carni, e quel che più era brutto era che erano tutte persone che lei amava, fuggiva ancora cercando si scansare quelle immagini.
Giunse in una porta, e l’aprì il tutto era circondato da sangue, e appeso alla parete il corpo ormai morto e decomposto di Higashi, urlava e piangeva mentre vedeva fantasmi avvolgerla e una donna vestita di nero armata di una falce, la Morte, l’avrebbe riconosciuta tra mille, aveva letto di lei e aveva sognato ancora tutto questo, non ce la faceva più e non sopportava che i volti dei suoi amici fossero presenti anche lì, in quell’orribile incubo, era spaventata finchè non vide il sangue avanzare verso di lei come comandato dalla morte stessa finchè non le tocco i piedi.

Tsuki si ritrovò nella sua cucina, immobile con in mano un coltello, non appena lo vide lo fece cadere e a quel minimo rumore i suoi genitori accorsero e la videro cadere per terra svenuta, sconvolta da tutto quello, notarono il coltello però videro che non aveva lesioni sul corpo, quindi non aveva intenzioni malvagie, non riuscivano a farla rinvenire, chiamarono un’ambulanza e quella stessa notte Tsuki fu rianimata più volte.
Chiamarono lo psichiatra che il giorno dopo l’avrebbe visitata, parlò con i suoi genitori, si chiamava Subaru Kaze e per ironia della sorte era il padre di Higashi Kaze, il ragazzo aveva confessato più volte quell’amore a suo padre che sebbene fosse molto severo con lui aveva capito perfettamente cosa provava suo figlio ed ora si ritrovava davanti alla ragazza di cui il figlio era innamorato.
I suoi genitori dissero che era un’autolesionista e l’uomo fece finta di non sapere nulla, ma in realtà lui conosceva profondamente quella ragazza dalle descrizioni che suo figlio le aveva fatto. Adesso Tsuki era in una camera d’ospedale con la flebo al braccio e un’infermiera che le prendeva la pressione. I dottori avevano detto che era stato lo spavento di un incubo e null’altro, però poiché era svenuta e non si era svegliata decisero di tenerla in osservazione qualche giorno sotto le cure dello psichiatra
.

 Subaru Kaze ritornò a casa, suo figlio Higashi era già in piedi non riusciva a dormire e andò in cucina, ma sentì la porta aprirsi e vide il padre rientrare.
“Dove sei stato? Perché sei uscito a quest’ora di notte?” chiese curioso.
“Emergenza in ospedale.” Disse vago, in realtà non voleva dirgli chi era la sua nuova paziente, forse avrebbe fatto preoccupare il figlio.
“Chi è?” chiese lui sorseggiando un po’ d’acqua, ecco la fatidica domanda a cui non voleva rispondere, ma per far sì che lui non sospettasse lo accontentò, forse ne avrebbe sofferto, ma c’era lui a consolarlo.
“Tsukiyoru Kuroi.” Quel nome fece andare di traverso l’acqua ad Higashi, non ci credeva, la sua Tsuki in ospedale a quell’ora? Non poteva crederci, non voleva farlo, si sedette su una sedia prendendosi la testa fra le mani, sentì la mano di suo padre sulla spalla.
“Ha avuto un incubo e per lo spavento è svenuta senza rinvenire, hanno deciso di affidarla a me, per il momento farò degli incontri in ospedale poi dovrà venire nel mio studio qui.”
Lui non osava dire parola, non capiva come potesse essere successa una cosa del genere la sera quando erano usciti era felice e spensierata, gli aveva persino sorriso ed ora era in ospedale.
“Non ci posso credere, prima era felice e spensierata ora in ospedale. Ha tentato il suicidio?” chiese lui nel caso fosse successo di nuovo.
“No, non aveva lesioni sul corpo ecco perché hanno pensato all’incubo. Ma ora mi dici che ha tentato il suicidio?” disse sconvolto l’uomo che prese il figlio per le spalle facendolo voltare verso di lui.
“Sì sta mattina, l’ho fermata e poi siamo usciti questa sera e mi ha sorriso, lei sta bene papà non ha nulla di grave. È solo diversa.”
Proferì il ragazzo, il padre annuì e lo portò in camera dove prese finalmente sonno, ma l’indomani dopo scuola sarebbe andato all’ospedale dove suo padre avrebbe seguito la ragazza, voleva starle vicino.

 

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Eccomi qui col settimo capitolo, prima di tutto ringrazio  xXBlack Rose OSheaXx per la recensione e _New_Moon_ e Isuzu per aver aggiunto la storia tra i preferiti, grazie infinitamente. Poi volevo aggiungere anche alcune precisazioni, sì lo so che lo psichiatra non c'entra poi tanto nell'ospedale, ma in realtà la scena mi è scivolata via senza che io abbia avuto il tempo di definire bene il ruolo del medico, e so che sembra stupido farla finire in ospedale per un'incubo, ma la ragazza è mooooolto sensibile^^  tutte alla povera Tsuki vanno a capitare XD^^  bene adesso passo alle recensioni^^

xXBlack Rose OSheaXx:  Gazie mille per i complimenti^^ sono contenta che le mie descrizioni vengano bene da poterti far immaginare un pò la situazione, riguardo alla scena quando danzano, mi sembrava il minimo perchè l'ho scritta quando mi preparavo per fare un esame di danza ed allora ho unito tutto quello che diceva la mia insegnante per poi scriverlo perfetto. Spero che il personaggio di Tsuki non sembri troppo fasciato di testa, ma il prossimo capitolo ci saranno delle belle...

Ora penso che sia tutto concluso, spero che il capitolo non abbia deluso i lettori ed aspetto lo stesso calore per la prossima volta grazie infinitamente.

  
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