You're my end and my beginning
« Cause
all of me
Loves
all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me
I'll
give my all to you. »
Quattordicesimo
capitolo:
Il
resto della giornata, da quando Zayn li aveva
lasciati soli e Aileen era stata messa a letto, l’aveva
passata a finire quel
livello del videogioco, lasciato incompleto dal pomeriggio precedente,
per
tenere la mente impegnata e ben lontana dagli ultimi avvenimenti.
Quell’ammettere di provare dei sentimenti contrastanti verso
il moretto - tra
la rabbia e il desiderio - poteva certo essere un modo per rendere le
cose più
semplici tra loro, ma allo stesso tempo implicava più di una
difficoltà,
qualcuna molto più importante dell’altra.
E,
nel caso in cui fosse successo qualcosa, che
cosa avrebbe fatto? Se quella strana situazione - nuovamente in bilico
- tra
lui e Zayn fosse diventata seria? Se quei sentimenti, che cercava di
tenere a
bada, fossero sfociati in un’ennesima dichiarazione
più appassionata? Cosa
avrebbe fatto se si fossero spinti oltre i baci? Un rapporto tra loro
due
avrebbe cambiato tutto di nuovo, questo era piuttosto ovvio. Ma lui era
pronto
ad iniziarlo? Andava contro tutto quel in cui credeva, fare sesso con
quel
ragazzino ed etichettare il tutto come un semplice rapporto o favore
tra amici.
Lui non era mai stato per quel tipo di relazioni, lui dava ad ogni
gesto troppi
significati e forse non era quello che voleva Zayn. Ma cosa voleva Zayn
da lui?
Non era mai stato chiaro, non si era mai esposto. Gli aveva solo
giurato di non
star giocando. Quindi era pronto per una relazione? Per essere
solamente suo?
Ma, anche in quel caso, come avrebbero fatto a stare assieme? Sarebbe
davvero
riuscito a comportarsi come una coppia con quel ragazzino? Ad ignorare
le
occhiate severe e piene di giudizi? E poi Aileen, come avrebbe fatto a
spiegarle quella situazione? Non era nemmeno così certo Zayn
volesse stare con
loro due fino al giorno dopo, come poteva credere di averlo accanto per
più di
qualche mese?
Aveva
ormai messo completamente da parte il
gioco, teneva solamente in mano il joystick e muoveva le dita -
più come
riflesso - sui tasti, risvegliandosi improvvisamente al “Game over” e al “Lili?”
che lo portò ad appoggiare tutto sul tavolino e voltarsi
verso la bambina con
le guance rosse per la febbre.
-
Lyn.- bisbigliò con fare dolce e protettivo,
allungando le braccia verso di lei per invitarla a raggiungerlo e
poterla
prendere in braccio. - Stai un po’ meglio?- le
domandò, premendo le labbra contro
la sua fronte per misurarle la febbre, e la osservò in
silenzio mentre annuiva
e si stringeva a lui con le dita a trattenerlo per la maglia. - Non mi
sembra,
credo sia anche peggiorata.- mormorò tra sé e
sé, spostandole le ciocche di
capelli dietro l’orecchio e lasciando che si riparasse contro
il proprio collo.
Non
appena vide un leggero tremore attraversarle
il corpo, si allungò per poter prendere la coperta dalla
poltrona e avvolgerla
attorno alla bambina, che sospirò e si rilassò
tra le braccia, facendolo
sorridere appena e appoggiarsi contro lo schienale del divano.
Continuò a
muovere una mano lungo la sua schiena, cercando di farla rilassare ed
addormentare, per poi chiedere in un sussurro: - Vuoi qualcosa di
caldo? Un
tè?- e vederla scuotere il capo e “Ho
solo sonno”.
Non
insistette a quella risposta, tenendola
stretta mentre lei si addormentava velocemente, e canticchiò
una vecchia ninna
nanna che la madre era solita ripetergli, quand'era piccolo e quando
ancora le
loro strade non si erano separate. Certe volte gli veniva da ripensare
alla
famiglia, concentrandosi più sul loro presente senza di lui
e le solite domande
- “Mancherò mai a loro?”,
“Ripenseranno mai a me?”
o “Si saranno pentiti dell'avermi
cacciato?”
- a cui non poteva trovar risposta. Cosa doveva fare? Rimettersi in
contatto
con loro? E poi che fare? “Sì,
sono
ancora gay e questa è vostra nipote”.
No, non era esattamente il tipo di
presentazione che avrebbe ricevuto consensi. Però forse con
Aileen sarebbero
stati più clementi, forse poteva renderli al corrente della
sua presenza - un
piccolo tornado di ben sei anni - e vedere come l'avrebbero presa. Non
potevano
cacciarla, aveva gli stessi occhi di Paul e quasi identici lineamenti
del viso.
L'amore di Paul e Kaylyn viveva in lei, era frutto dell'amore e
l'avrebbero
accettata, le avrebbero voluto bene e donato quell'affetto specifico
dei nonni.
Non erano dei mostri, con lui avevano seguito un certo tipo di ideali -
quel
simbolico cacciarlo di casa - ma Aileen era innocente.
Tenne
il volume del televisore basso, mentre
continuava a coccolare la piccola e seguire allo stesso tempo il
telegiornale,
per poi farsi attento ai suoi mugolii e al suo stiracchiarsi,
appoggiando una
mano contro la sua fronte e sentendo come la temperatura non fosse
calata.
Ricambiò il sorriso, sfiorandole la guancia rossa con i
polpastrelli, e ascoltò
in silenzio il racconto di quelle giornate con Haz, di come si fosse
divertita
e del fatto che non vedeva l’ora di tornare a scuola per
rinfacciare tutto
quanto a John, il compagno di classe che proprio non riusciva a
sopportare.
-
Forse quel bambino oggi ti ha cercato ed era
preoccupato per non averti visto.- ipotizzò il castano dopo
qualche secondo,
ricevendo un’occhiata severa e scettica di Aileen e
“A quello piace Lauren”,
facendo scoppiare a ridere Liam, che non
era riuscito a trattenerla per quell’uscita così
infantile e intrisa di
gelosia. - E questa Lauren com’è?- la
istigò l’attimo dopo, sentendola sbuffare
e borbottare semplicemente: - Ha la faccia piena di lentiggini ed
è
antipatica.-, annuendo con fare solenne per non mostrare il
divertimento. - E
se lui sta facendo finta? Se vuole renderti gelosa per capire se a te
piace?-
le domandò infine, vedendola prendere del tempo prima di
rispondere,
mordicchiarsi il labbro e poi affermare: - A me lui non piace,
è antipatico più
di Lauren.-
-
Mi fa arrabbiare.- gli spiegò poi, sedendosi
composta sulle proprie gambe e aggiungendo: - Mi tira sempre i capelli
e mi
pasticcia il banco. Poi dice sempre che non sono carina. E io
sposerò Haz.. o
Zee, Zee dice che sono una principessa e sposerò anche lui.-
Roteò
gli occhi a quella risposta, infilando le
dita tra le sue ciocche per massaggiarle la cute, e poi
bisbigliò: - Vuoi
sposare fin troppa gente. Ne riparliamo quando sarai più
grande, ora pensa a
fare la brava ed ascoltare Lili.-, vedendola annuire e farsi tutta
seria,
mentre sussurrava: - Tu sposerai Zee e vivrete tutti contenti nel
palazzo
magico.- e lo lasciava con la fronte corrugata e una strana ansia nel
petto.
-
Perché, invece di pensare a queste cose, non ci
mangiamo qualcosa di caldo e poi ci guardiamo un bel cartone? Allora?
Non ti
piacerebbe quest’idea?- le domandò per cambiare
completamente discorso,
prendendola tra le braccia al suo annuire, e spostandosi in cucina per
lasciarsi alle spalle tutte quelle parole e quei significati. Il fatto
che
Aileen stesse già pensando ad un futuro con Zayn presente lo
metteva in una
posizione scomoda, pericolosa e fraintendibile. Non voleva allontanarlo
da loro
- da lui in particolar modo -, ma non poteva ignorare quella fastidiosa
sensazione che non sarebbe durato per sempre, che molto presto avrebbe
trovato
altro o semplicemente si sarebbe stancato di lui. Non c’era
nulla in Liam - o
almeno era questo che pensava - che riuscisse a trattenere uno come
Zayn, un
ragazzo così vivace e ancora fin troppo giovane. Aveva la
certezza di non
essere una fine per lui - una costante - ma di essere più un
inizio, una di
quelle prime esperienze importanti e non durature. Si sarebbero
cambiati la
vita a vicenda, questo riusciva già a vederlo, ma non
l’avrebbero vissuta
assieme. Liam aveva quasi trent’anni, aveva fin troppe
complicazioni alle
spalle ed effetti che ricadevano tutt’ora nel presente; Zayn,
al contrario, era
pieno di quella carica giovanile e voglia di guardare il mondo con gli
occhi di
un adulto. Non l’avrebbe trattenuto, non sarebbe riuscito ad
impedirgli di
seguire la sua strada, dovunque questa lo portasse. Stava diventando
così
importante per lui, in quelle poche settimane, e mai
l’avrebbe bloccato lì, mai
l’avrebbe costretto a rinunciare ai suoi sogni.
Fu
la questione che occupò la mente del maggiore
per tutta la serata, persino quando si trovò nel letto - la
bambina stretta al
proprio fianco - e con gli occhi fissi sul soffitto, non riusciva a
smettere di
pensare al fatto che non aveva le basi per durare, che sarebbe finita
male per
entrambi e se volesse seriamente rischiare in quel modo. Zayn gli
piaceva, era
attratto da lui più che da qualsiasi altra persona, ma era
disposto a vivere
quella storia, quel che ne sarebbe seguito e poi ripensarci come ad un
ennesimo
fantasma nel passato? Era come se fosse diventato improvvisamente un
chiodo
fisso ed era rimasto sveglio tutta la notte col nome di Zayn sulle
labbra,
prendendo sonno fin troppo tardi e svegliandosi con un forte mal di
testa e
nessuna voglia di uscire da quel letto caldo.
Fu
costretto quando il pensiero del lavoro - di
Zayn che lo aspettava - lo fecero
trascinare fin dentro la doccia e successivamente vestire, suonando
alla porta
della signora Hall e chiedendole di dar un’occhiata ogni
tanto alla bambina a
casa da sola, per poi prendere un caffè lungo la strada e
raggiungere lo
studio.
E
Zayn era proprio lì, ad aspettarlo con un Louis
evidentemente scocciato, la sua sola vista aveva provocato una serie di
movimenti nel proprio stomaco e la voglia di abbracciarlo o baciarlo
davanti a
quei pochi passanti. Sarebbe stato davvero difficile tenere quel
rapporto tra
loro nascosto, soprattutto con quel ragazzino che lo fissava come se
sapesse
bene cosa volesse fare e lo invitasse a ridurre le distanze e
raggiungerlo.
Cosa
che naturalmente fece, ma restò con il
bicchiere di cartone stretto tra le dita e gli occhi sfuggenti,
schiarendosi la
voce e mugolando un frettoloso "Buongiorno".
Ignorò poi i borbottii di Louis, che aveva preso a
lamentarsi del fatto che
quella mattina avrebbe potuto dormire in pace, e continuò a
lanciare veloci
occhiate al moretto, che sorrideva con gli occhi puntati ai loro piedi
e
sollevava di tanto in tanto lo sguardo per poterlo intrecciare col
proprio.
-
Ho deciso di darti un'ennesima opportunità.-
spiegò dopo qualche minuto di silenzio, aggiungendo subito
dopo: - Ma è
l'ultima e son serio, alla prossima cazzata scordati di me e di questo
posto.
Non sprecare quel che ti concedo.-
Restò
concentrato su Louis, vedendo una scintilla
di malizia attraversare i suoi occhi azzurri, e poi lo
osservò far spallucce e
borbottare un "Ci sto" a
denti stretti, aggiungendo qualcosa sulle abilità di
qualcuno a convincerlo;
discorso che lo fece arrossire completamente e distogliere lo sguardo,
ascoltando di sfuggita i lamenti di Louis alla gomitata dell'amico.
-
In fondo, devo ammetterlo, questo posto mi era
mancato.- ridacchiò infine Louis, afferrando le chiavi dalle
mani del maggiore
e dirigendosi a passo spedito verso l'ingresso, maneggiando con la
serratura ed
entrando subito dopo, lasciandosi alle spalle gli altri due
completamente
imbarazzati.
Passarono
almeno due minuti prima che Zayn e Liam
riuscissero a scambiarsi un frettoloso buongiorno, poi tornò
il silenzio e le
occhiatine veloci. Solo dopo altri cinque minuti, Liam prese coraggio e
sussurrò: - Vuoi venir dentro? Non voglio farti andar via
subito.-, ricevendo
il cenno d'assenso immediato e superando un Louis confuso per potersi
chiudere
nello studio.
Osservò
con un sorriso celato il più piccolo, che
prendeva posto sulla poltrona di fronte alla scrivania, e si
avvicinò a lui con
passi studiati, lasciando che la sua mano scorresse lungo il proprio
braccio e
chinandosi per premere le labbra contro la sua guancia.
-
Mi sei mancato stanotte.- bisbigliò quella
confessione, vedendo l'arricciatura delle sue labbra e coprendole
immediatamente con le proprie, ridacchiando appena e aggiungendo: - Il
letto è
freddo, senza di te.-
-
Io invece ho dormito magnificamente.- si vantò
il minore, intrecciando le dita tra le ciocche marroni per poter tenere
le loro
bocche a quella distanza ravvicinata, e continuò: - Nessuno
che mi fotte le
coperte, mi stringe troppo forte e mi russa nelle orecchie.-, ricevendo
come
risposta un difensivo: - Io non russo! E non ho detto di aver dormito
male,
Malik.-
Si
lasciò sfuggire un mugolio, quando una sua
mano gli percorse il viso, e si sporse per tenere quel contatto contro
la
propria guancia ruvida per la barba, sentendo la sua risatina e il suo "È evidente il tuo non aver chiuso occhio"
come un qualcosa in lontananza. Preferiva concentrarsi sul piacere
causato da
quelle piccole attenzioni, così delicate da dar tregua al
mal di testa e alla
stanchezza.
-
Aileen ha la febbre.- mugugnò come spiegazione,
lasciandosi guidare dalle sue mani strette attorno al colletto della
camicia e
prendendo posto sulla poltrona nuovamente libera, lasciandosi sfuggire
un
piccolo sbuffo e appoggiando la fronte contro la sua spalla nel
trovarselo
seduto in braccio. - Ero preoccupato per lei e non riuscivo a smettere
di
pensare, diciamo che ho dormito per qualche oretta. E ora ho mal di
testa e credo
di aver la febbre.- si lamentò con un tono di voce sottile,
appoggiando il capo
contro il rivestimento in pelle e lasciando che si muovesse sopra di
lui per
trovare la posizione più comoda. - Diciamo pure che ho un
mal di testa
allucinante. E mi pulsano le tempie. Mi sembra di avere un martello
contro il
cranio.- borbottò nuovamente, chiudendo gli occhi nel
percepire le sue labbra
contro la fronte e la pelle, e allungò le dita per stringere
la stoffa della
maglia e trattenerlo in quella posizione.
Arricciò
le labbra in una smorfia al suo: - Non
era più conveniente passare la giornata nel letto?- e scosse
la testa,
replicando: - Preferivo venir qui, a lavoro, e vederti.-
Zayn
stava per rispondere a quella frase, ma si
voltarono entrambi verso la porta e Louis, che se ne stava a braccia
incrociate
con un'espressione scocciata e "Volevo
solo avvisarti dell'arrivo dei primi pazienti", lasciandoli
nuovamente
soli e in un silenzio imbarazzato.
-
Sarà meglio che vada.- si affrettò a mormorare
il più piccolo, alzandosi dalle gambe di Liam e premendo le
labbra contro il
suo viso, aggiungendo: - Stasera potrei passare, se vuoi.- e sorridendo
al
cenno d'assenso veloce dell'altro. E poi Liam non riuscì a
capire molto, Zayn
l'aveva baciato e aveva sussurrato un "Buona
giornata, amore", per poi lasciare il posto al primo piccolo
paziente
della giornata.
Non
aveva smesso un secondo di pensare alle
ultime parole del moretto, quell’amore
continuava a risuonare nelle proprie orecchie e gli stava offrendo
più di un
futuro in cui erano assieme, in cui si svegliava col suo corpo addosso
e le sue
labbra sulle proprie, con quell’amore sussurrato dolcemente e
le loro mani
strette assieme. Sapeva che, solo pensare a quel possibile futuro,
avrebbe
fatto ancora più male un domani, ma come poteva smettere se
l’unica cosa che
desiderava davvero era sdraiarsi nel letto e avere quel ragazzino
accanto?
L’aveva completamente conquistato ed era difficile resistere
dall’ammettere di
provare qualcosa di ben più forte del semplice affetto.
Possibile che stesse
andando tutto così velocemente?
Quando
finalmente arrivarono le sei di sera,
l’emicrania era aumentata e si era aggiunto il dolore alle
ossa, gli sembrava
di non essere capace di reggersi in piedi, nel momento in cui si
sarebbe alzato
da quella poltrona, ma il semplice pensiero di poter tornare a casa e
stare nel
letto gli diede la forza necessaria per trascinarsi fino al portone
d’ingresso
e muovere le chiavi nella serratura; Louis al proprio fianco, che non
smetteva
di parlare della festa lussuosa a cui aveva partecipato col padre, e
Zayn, che
stava seduto sullo skate ad aspettarli.
Arrossirono
entrambi al “Io vi saluto qui,
piccioncini” di un Louis tutto soddisfatto,
camminando poi fianco a fianco verso il sottopassaggio della
metropolitana, e
continuarono a studiarsi in silenzio, preferendo scambiarsi quei veloci
sguardi
che rompere il silenzio con qualche parola sbagliata o fin troppo
frettolosa.
Solo quando raggiunsero l’appartamento, Zayn
sembrò risvegliarsi e si sporse
verso di lui per chiedere: - Posso dormire con te stanotte?-,
scegliendo il
momento esatto in cui Amber Hall apriva la porta e restava a fissarli
con una
confusione chiaramente leggibile negli occhi. Evitò di
soffermarsi troppo su
quel che poteva celarsi dietro quell’espressione, preferendo
non trovare di
fronte del rifiuto o dei giudizi negativi, e
s’informò sulla salute della
bambina, ringraziandola per essersi fermata direttamente nella propria
abitazione e scambiandosi una veloce stretta di mano per poter chiudere
la
porta alle proprie spalle.
Si
lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e solo
dopo si accorse dell’occhiata perplessa del moretto,
allungando un braccio
verso di lui e avvolgendolo attorno alla sua vita, attirandolo quindi
contro il
proprio corpo e premendo le labbra contro la sua guancia, respirando
lentamente
il suo odore e chiudendo appena gli occhi per rilassarsi. Mosse il capo
in un
cenno al suo chiedere: - Hai ancora il mal di testa?- e si
lasciò guidare lungo
il corridoio, tenendo la fronte contro la sua spalla e le braccia
attorno alla
sua vita, riuscendo a percepire le sue labbra tra i capelli e le sue
dita a
massaggiargli la cute. Restò in silenzio, mentre Zayn si
dedicava ad ogni
bottone della camicia, e sprofondò nel letto con un semplice
paio di boxer,
sdraiandosi a pancia in giù e sospirando nel sentire
più di un bacio contro la
nuca e le scapole.
-
Buonanotte, Lee.- sentì sussurrare dal ragazzo,
che aveva preso posto al proprio fianco e gli sfiorava la pelle della
schiena
con i polpastrelli. - Riposati, penso io ad Aileen.- aggiunse quello in
un
bisbiglio leggero, passando le dita tra le proprie ciocche e facendolo
addormentare in meno di un minuto.
Si
risvegliò solamente molte ore dopo, aveva
passato un palmo contro il viso e notato quel “3:00
AM” sulla radiosveglia,
grugnendo e rigirandosi su un fianco, restando sorpreso nel trovare il
ragazzino seduto e con un libro tra le mani.
-
Che stai facendo?- riuscì a chiedergli dopo
qualche minuto, schiarendosi la voce per cercare di scacciare quel tono
roco
dovuto alla stanchezza, e lo osservò mentre sollevava il
volume, senza staccare
gli occhi dalle parole. - Ti sei messo a curiosare in giro?- lo riprese
con un
tono scherzoso, riducendo le distanze tra i loro corpi per poter
appoggiare il
capo contro il suo stomaco. - Era il libro preferito di Kaylyn, una
delle poche
cose che ho tenuto. A me non piace leggere.- spiegò alle sue
domande, tenendo
la guancia contro la sua maglia e sfiorandogli con le dita la striscia
di pelle
lasciata libera dagli indumenti. - Ho provato a leggerlo qualche volta,
pensavo
di poter portare alla memoria il suo ricordo. Ma è troppo
noioso.- borbottò con
una smorfia, arricciando il tessuto con le dita e premendo le labbra
contro la
pelle calda, passandoci subito dopo contro la lingua e sentendolo
trattenere il
fiato. - Tu continua pure a leggere.- aggiunse con un sorrisino
malizioso,
sdraiandosi tra le sue gambe e sollevandogli la maglia per rivelare il
suo
addome e i suoi tatuaggi.
Gli
rivolse un sorriso innocente, quando lo sentì
chiedere “Cosa stai facendo?”,
e si
strinse nelle spalle, risalendo con le labbra lungo la sua pelle e
soffermandosi su qualche tatuaggio, fino a trovarsi di fronte alla sua
bocca e
allungarsi per poter annullare le distanze, sussurrando: - Mi stavo
solo
intrattenendo, mentre tu finivi il tuo libro.- e ricevendo un grugnito
in
risposta e una stretta tra i capelli. Scoppiò a ridere
contro la sua bocca,
sporgendosi nuovamente verso di lui, e continuò a baciarlo
mentre finivano
sdraiati nel letto e con le mani impegnate a liberare il più
piccolo degli
indumenti. Non sapeva se era merito della febbre, che aveva abbassato
tutte le
barriere, ma ora gli sembrava importante solamente il passare la lingua
contro
il suo collo, succhiare per lasciargli qualche segno e strofinarsi
contro la
sua gamba per trovare del sollievo all’erezione confinata nei
boxer. E non
aiutava nemmeno il respiro affrettato di Zayn, quel suo ripetere
continuamente
“Lee” con un
tono roco e basso, o le
sue mani tra i capelli, lungo la schiena e a premere contro le spalle.
Sembrava
entrambi stessero cercando un appiglio, qualcosa a cui aggrapparsi e
poter poi
riprendere il controllo, un modo per non lasciarsi vincere da tutto
quel
desiderio, che li stava portando velocemente e inesorabilmente verso
quella
spirale del piacere.
Solo
quando Zayn mugolò nuovamente “Lee”,
incidendo le unghie nella pelle
dei propri fianchi, si decise a staccarsi dalla sua gola e fissare
quello con i
capelli scombinati e due occhi accesi, mentre gli indicava con un
braccio i
jeans e “Ci sono i preservativi e il
lubrificante, ti prego”. Restò per
qualche minuto immobile, quando il
pensiero di quel che includeva tutto quello lo colpì, e
incise i denti sul
labbro inferiore, sedendosi sul suo bacino e passando una mano tra i
capelli,
lungo il collo e sul viso, per poi allungarsi verso i jeans strappati e
rovistare nelle tasche, prendere il portafogli ed estrarre quel che gli
aveva
elencato.
-
Non ti resisto più.- confessò con le guance in
fiamme, concentrandosi sulla confezione del lubrificante e sulle
proprie dita,
per poi deglutire e puntare gli occhi nei suoi, trovandolo intento a
fissarlo
con un sorriso teso. - Sei così bello, Zayn. E sembri
impossibile, sei
impossibile.. più penso a te e più mi sembra
assurdo il fatto che tu voglia
me.- parlò velocemente, mettendo allo scoperto uno dei punti
per cui fosse così
sicuro di non trovarlo accanto a lui per sempre. Zayn era una delle
persone più
belle che avesse mai visto, mentre lui era semplice, pieno di problemi
e grande,
troppo grande per potergli offrire quel che stava cercando, un amore
giovanile.
Era
rimasto in silenzio per qualche minuto, la
fronte aggrottata per quell’improvvisa spaccatura nella loro
bolla, e fece un
verso sorpreso allo strattone, nel trovarsi poi le sue labbra contro -
“Non pensare a nulla, Lee. Solo a
me, pensa
solo a me” - e le sue mani su ogni muscolo del
proprio corpo. Prese
coraggio, prima di sussurrare: - Penso solo a te ultimamente.-, e
strinse le
dita sull’elastico dei boxer, facendoli scivolare lentamente
lungo la sua
pelle, per premere poi un bacio contro il suo stomaco e strofinare le
dita tra
loro per cercare di scaldare il liquido freddo, sentendo i suoi occhi
bruciare
contro la nuca.
-
Non.. questa non è la prima volta che tu..-
cercò di chiedere per rompere l’improvviso
imbarazzo, mordicchiandosi il labbro
nel vederlo distogliere lo sguardo e farfugliare parole confuse. - Sei
sicuro
di voler..- stava per domandargli nuovamente, assicurandosi fosse
davvero
quello che volesse, ma si bloccò al suo ringhio tra i denti
e “Smettila di far domande”.
Mosse il capo
in un cenno veloce, appoggiando una mano sulla sua coscia, e
borbottò: - Volevo
solamente esser sicuro.- ricevendo un’occhiata severa e un
verso sorpreso nel
penetrarlo con la prima falange, prendendolo completamente di
sprovvista. E
continuò a portare avanti quel discorso, chiedendogli se
andasse bene o se
dovesse cambiare il meccanismo, arricciando le dita dentro di lui e
vedendolo
strizzare gli occhi e inarcare la schiena.
Solo
quando fu sicuro di averlo preparato a
sufficienza - aveva ignorato tutti i suoi farfugli e “Smettila di prendere tempo” -,
scartò il preservativo e avvolse una
mano attorno al proprio membro, toccandosi con gesti frettolosi e
preoccupandosi di non raggiungere immediatamente l’orgasmo.
Una figuraccia di
quel genere avrebbe lasciato una ferita nell’orgoglio, ma
Zayn era ancora più
bello, con la luce della luna ad illuminare la sua pelle dorata e i
suoi occhi
accesi, il suo esser pronto a scattare e difendersi, non fidandosi
completamente del maggiore e preparandosi ad attaccare in quel momento
in cui
era fin troppo esposto. E come poteva un ragazzo del genere volere lui?
Non
riusciva a darsi pace su quel punto, perché una risposta gli
sembrava
impossibile. E Zayn non si era mai esposto troppo, non si era rivelato
come lui
e non aveva mai spiegato il perché si fosse improvvisamente
interessato a lui.
Mise da parte tutti quei pensieri, appoggiando una mano su una sua
coscia e
aiutandosi con l’altra per guidare il proprio membro verso la
sua apertura,
incidendo con forza i denti sul labbro inferiore per non riempirlo
completamente.
Risalì
con la mano lungo il suo petto, fermandosi
con il palmo al centro del suo stomaco, e mosse appena il bacino,
sentendo i
suoi gemiti e le sue unghie ad incidere sulle spalle, mentre cercava di
attirarlo nuovamente contro il suo corpo e si stringeva attorno a lui,
puntando
i piedi sul materasso e inarcando la schiena. Non riuscì a
negarsi oltre,
sporgendosi verso il suo collo e premendovi contro il viso,
lasciandogli una
scia di baci e “Sei una meraviglia”.
Dopodiché fu un cercare di trovare un ritmo tra gli affondi
di Liam e i
movimenti del più piccolo, che teneva le dita di una mano
premute contro la
nuca del castano e il braccio libero a muoversi lungo la schiena,
risalendo con
dei graffi verticali ad una spinta più profonda e contro la
prostata.
Fu
solo quando raggiunse l’orgasmo nel
preservativo, che bisbigliò contro il suo collo: - Vorrei
tenerti qui per
sempre.-, uscì da lui, gettando tutto nel cestino, e
allungò un braccio per
raccogliere una maglietta da terra e passarla sul petto sporco del
ragazzino,
evitando di guardarlo negli occhi e trovare la sorpresa sul suo viso.
Ci mise
il doppio del tempo a ripulire l’addome del moretto,
sdraiandosi e puntando gli
occhi sul soffitto, vedendolo di sfuggita mentre si rigirava sul fianco
e
teneva il viso sollevato con il gomito puntato tra i cuscini. Trattenne
la
voglia di dargli le spalle, in quel modo avrebbe sicuramente evitato un
qualsiasi
discorso tra loro, ma inclinò il viso per poter guardare la
finestra e non
incrociare il suo sguardo; cosa del tutto inutile, nel momento in cui
quello si
avvicinò maggiormente a lui e appoggiò il mento
sul proprio pettorale,
sfiorandogli la pelle con i polpastrelli e sussurrando: - Vorrei
restare qui
per tanto tempo.-
Liam
aggrottò la fronte a quelle parole, cercando
di non farsi vincere da tutto quel calore sprigionato, e
mugugnò un “Ah,
sì?” non del tutto convinto, venendo
obbligato a ricambiare lo sguardo allo strattone delle dita del minore
attorno
al proprio mento, per poi arrossire appena al suo cenno
d’assenso e “Vorrei mi
tenessi stretto a te questa notte”.
-
Mi piaci.- ribadì il concetto il maggiore,
tornando sull’argomento affrontato quella mattina, e si
rigirò nel letto, per
poter restare sdraiato su un fianco e guardarlo mentre aggiungeva: - E
penso
continuamente a te, non riesco a smettere di pensare a te. E non voglio
allontanarti, però se un giorno tu dovessi..-
Si
zittì, quando Zayn premette le labbra contro
le proprie, e gli rivolse l’accenno di un sorriso al suo: -
Stanotte sono qui e
non voglio andare via.- per poi avvolgere le braccia attorno ai suoi
fianchi e
attirarlo maggiormente contro il proprio corpo, lasciandogli un bacio
contro la
fronte e aspettando che fosse lui il primo ad addormentarsi.
Angolo
Shine:
Se
dovessi commentare questo capitolo sarebbe un
insieme di “Si torna al magico top!Liam” e
“Stanno diventando sempre più
fluffosi”, quindi mi limiterò a salutarvi e
augurarvi un buon fine settimana!
A
venerdì prossimo, non smetterò mai di
ringraziarvi per l’affetto.