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Autore: Masayume Pachirisu    17/11/2014    7 recensioni
I loro sguardi si incrociarono.
Entrambi con il fiato corto, le guance rosse e gli occhi liquidi per il piacere appena provato.
La mano destra di Yong Guk finì sul collo di Zelo, tirandolo verso di sé, facendo scontrare così le loro labbra arrossate e gonfie per i troppi baci.
Il piacere li riprese nuovamente e i ruoli tra loro cambiarono, così che Zelo si ritrovò tra quelle coperte.
E Dio se ci stava dannatamente bene tra tutti quei Tigro stampati in mille pose diverse. Accaldato ed eccitato, lo fissava con trepidazione, aspettando che l'altro lo toccasse nuovamente e lo facesse sentire vivo...
Tema: Amori, tradimenti, band e musica. -Attenzione Crack Paring-
Principali: B.A.P (tutti) - SHINee (Onew - Taemin - Key - Jonghyun) - Infinite (Sungjong - Hoya)
Secondari: EXO (Baekhyun - Chanyeol - Kai - Kyongsoo) - Teen Top (?) - Yong Nam
Meteore: f(x)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Siamo giunti a uno dei capitoli più critici che abbia mai scritto per questa fic. La storia era nella mia testa da molto, ma poi mi sono ritrovata a pensare e pensare... la storia non sembrava decente. Quello che avevo deciso era troppo fuori dal normale, troppo lontano dalla realtà, e io cerco sempre di scrivere la realtà, senza esagerare. Ovviamente, una fic con solo ragazzi gay è già di per se una storia poco reale xD ma non importa! 
Questo capitolo è stato difficile. Credo di averlo scritto in un momento di debolezza, per questo mi piace, perché ho scritto proprio quello che volevo, come lo volevo.
Spero di ricevere i vostri commenti e spero di aver scritto bene, per lo meno decentemente^^ grazie a tutti voi che mi seguite sempre. ok lo dico in ogni capitolo, ma per me i vostri commenti sono davvero,davvero, una cosa fantastica. 

grazie a tutti!
 


Bloccato.
Non riusciva a muoversi o dire qualcosa. 
Zelo era sceso a terra tentando di muovere il suo amante, tastandogli il viso, gridandogli contro di andare dietro a Sungjong in qualche modo, ma l'altro pareva completamente fuori dal mondo.
Non sentiva nulla intorno a sé.
Rivedeva solo il momento aveva intercettato lo sguardo del suo ragazzo, triste, pallido, completamente devastato dalla tristezza.
E la colpa era solo sua e della sua idiozia.
Ora che avrebbe potuto fare?
Mentire era fuori discussione, lo aveva visto in pieno e di certo non poteva inventarsi qualche scusa. Intoltre che scusa avrebbe potuto usare?
Aveva detto ti amo a Zelo, mentre erano avvinghiati.

E se avesse anche visto il resto? 
Se avesse davvero guardato da quella porta per tutto il tempo? 
Probabilmente non gli avrebbe nemmeno rivolto la parola per il resto della sua vita.

-Che sta succedendo?- chiese una voce conosciuta.

Zelo spostò lo sguardo verso un ragazzo, o per meglio dire la fotocopia di Yong Guk, solo con i capelli scuri e lo sguardo leggermente diverso, anche se a primo impatto potevano davvero sembrare identici.
Yong Nam si avvicinò al fratello, impalato sul posto con lo sguardo visso verso il pavimento.
Manco si era accorto dell'arrivo del fratello, il quale gli mise entrambe le mani sul volto, alzandoglielo di poco per poterlo guardare negli occhi.
Yong Nam ci vide il vuoto.

-Ho visto Sungjong scappare via... non mi ha nemmeno visto... che... oh no...-

Yong Nam non ebbe il tempo di aspettare una risposta, visto che in un secondo capì la situazione.
Zelo in quella stanza, Sungjong che scappava via di corsa, Yong Guk completamente fuori dal mondo.

-Vi ha visto...- disse semplicemente.

Zelo annuì appoggiandosi al muro, passandosi una mano tra i capelli.
Si sentiva in colpa. Se solo non fosse stato lì, se solo avesse evitato di saltare la scuola, tutto quello non sarebbe mai accaduto.

Nemmeno qualche attimo dopo, il telefono di Yong Guk iniziò a suonare forte, tanto che si sentì ampliato per colpa della stanza quasi vuota. 
Il rosso mise le mani in tasca e notò subito il nome di Jinki sul display. Dovevano già averlo scoperto. Probabilmente Sungjong non era riuscito a tornare a casa e aveva preferito fermarsi lì, al Dream Girl, dai suoi amici. 
Non voleva rispondere. 
Non ne aveva la forza di confrontarsi con Jinki, uno dei suoi migliori amici, colui che aveva sempre approvato la sua relazione con Sungjong e non aveva mai messo il naso nei suoi problemi.
Ma se ora lo stava facendo, se ora lo stava chiamando proprio in quel momento, non poteva essere una coincidenza.
Jinki sapeva e voleva delle risposte, un chiarimento, una cosa qualsiasi.
Ma lui era un fottuto codardo e quel tasto non voleva proprio schiacciarlo.

Yong Nam avvicinò la mano per prendergli il telefono, ma il chitarrista la spostò, come risvegliato da quel gesto.
Prese un respiro profondo e schiacciò finalmente il tasto, portandosi il cellulare all'orecchio.

"Pronto..." disse con poca voce.
"Yong Guk... Sungjong è qui..." rispose l'altro atono.
"Sì... capisco...
"Sta male... piange... ha detto... ha detto che eri con Zelo... con Zelo in negozio Yong Guk..."

Il rosso non rispose. Rimase in ascolto, aspettando che Jinki prendesse coraggio e gli dicesse tutto, che gli facesse la fatidica domanda.

"Dimmi... dimmi che ha sbagliato... che per una volta non ha riconosciuto Yong Nam... dimmi che non eri tu..."

Silenzio.
Provò ad aprire le labbra, ad articolare una frase nella sua testa, cercando poi di tirarla fuori, ma niente. Il comando si perdeva fra i suoi neuroni, sbalzando da una parte all'altra senza mai arrivare a destinazione. 

"Cristo Yong Guk..." ululò il maggiore dall'altra parte della cornetta "Tu... non puoi davvero... non puoi..." continuò sempre più adirato.
"Io..." provò il rosso, costringendo se stesso a dire qualsiasi cosa. Ma Jinki non lo lasciò finire.
"Tu ora vieni qui... porti la tua merda di faccia qua... adesso!" gridò.

La telefonata finì e Yong Guk si ritrovò ad ascoltare il silenzio.
Doveva andare al Dream Girl. 
Doveva affrontare Sungjong e dirgli finalmente quella verità scomoda che non aveva avuto il coraggio di ammettere prima.

-Ti accompagno...- disse Zelo. 
-Sei sicuro che sia la cosa giusta da fare?- chiese Yong Nam guardando sia il minore che il gemello.

Yong Guk annuì guardandosi le scarpe. Forse non avrebbe reso le cose migliori, ma se doveva dire la verità doveva dirla tutta e fino in fondo.
Zelo faceva parte di quella verità e doveva portarlo con sé.
Si avviò verso l'appendiabiti agganciato al muro e recuperò il proprio giubbotto verde pesante, insieme ad una cuffietta nera, cosa che fece anche Zelo con il proprio, lasciato però a terra. 

Insieme uscirono dal negozio, mentre Yong Nam rimetteva il cartello su aperto. Yong Guk avrebbe voluto che anche lui lo accompagnasse, ma il gemello non glielo chiese e lui fece lo stesso. 
Ogni passo che faceva lo rendeva più nervoso, il cuore sbatteva forte contro il petto, e il freddo pareva non scalfirlo nemmeno. 
Zelo di fianco a lui, sembrava tremare a ogni passo. La paura ormai era palpabile intorno a lui e Yong Guk gli prese la mano, stringendogliela forte, ma lasciandola andare poco dopo. 

Il Dream Girl non era mai stato così vicino come quel giorno.
La strada doveva durare almeno quindici minuti, eppure entrambi ne percepirono al massimo due. 
La strada laterale dove si trovava il bar era praticamente a una manciata di metri da loro, ma entrambi si erano bloccati sul posto e non riuscivano a muoversi.
L'idea di scappare in un altro continente sembrava l'unica buona in quel momento, ma Yong Guk sapeva che non sarebbe potuto scappare in eterno. 

Iniziò a camminare e Zelo lo seguì come un automa, svoltando poco dopo sulla sinistra e percorrendo quel vicolo, che gli sembrò anche troppo corto.

La saracinesca era per metà abbassata, segno che Jinki aveva chiuso prima, molto prima del solito.
Non erano nemmeno le due del pomeriggio. 
Stava per avvicinarsi alla porta, ma qualcuno lo fece al posto suo e l'aprì di scatto. Yong Guk poteva vedere solo dal petto in giù, ma capì subito che quel corpo era di Jinki.
Si avvicinò e oltrepassò l'entrata, guardando il barista con la coda dell'occhio proprio alla sua sinistra, mentre Zelo gli stava alle spalle.

-TU!- gridò in quel momento una voce.
-NO DAEHYUN!- gridò subito dopo un altro.

Yong Guk non riuscì a capire da dove arrivassero quelle voci, ma poté vedere Daehyun subito dopo, correre nella sua direzione e tirargli un pugno feroce sulla mascella.
Il sapore del sangue si fece largo nella sua bocca e nel naso, mentre toccò forte il pavimento per il colpo subito.
Sentì in lontananza altri insulti del vocalist dei Badman, seguiti dalle grida di Zelo e dalla lite di questi due.
Non capì molto fino a che qualcuno non lo tirò su, mettendolo a sedere su una delle sedie del locale, posandogli poi sulla faccia un panno bagnato.

-Yong Guk?- chiese qualcuno.

Jonghyun.
Lui lo aveva aiutato a mettersi seduto e ora gli stava tamponando la ferita.
Probabilmente Daehyun gli aveva spaccato il labbro perché questo ora pulsava da morire.

-CRISTO ZELO! CRISTO SANTO! COME HAI POTUTO!?- gridava ancora Daehyun come un pazzo.
-Calmati! CALMATI!- continuava Youngjae poco distante da lui.

Ma sembrava che l'altro nemmeno riuscisse a sentirlo, infatti il vocalist continuava a ululare frasi e sputare bestemmie contro Zelo e contro Yong Guk.
Stava quasi per tornare all'attacco, ma Jonghyun gli si mise davanti. Si fissarono negli occhi per un po' e alla fine Daehyun sbuffò forte e fece qualche passo indietro, tornando poi verso un tavolo dalla parte opposta del locale, trascinando Zelo con sé, anche se quest'ultimo non sembrava dell'idea.

Fu in qual momento che cadde il silenzio.
Sungjong era appena uscito dalla stanza sul retro e tutti i presenti, tra cui anche Hoya rimasto in disparte, si voltarono verso di lui.
Con alle spalle Taemin e Kibum, il batterista degli Humanoids fece la sua entrata.
Le guance rosse come gli occhi, la bocca rovinata e le labbra gonfie, anche se ora di lacrime non ne scendevano più. 

Yong Guk si alzò in piedi, lasciando lo straccio ormai sporco di sangue su un tavolo poco distante da lui, camminando fino al centro del locale. 

Sungjong  guardò a quel punto i suoi occhi, allungati, sempre seri e pronti a scrutarti dentro, a farti venire dubbi, pronti a farti paura.
Gli "occhi indagatori" - così li chiamava lui - che veloci sfrecciavano a destra e sinistra alla ricerca di qualcuno da fissare, scrutare, capire, mettere in crisi.
Occhi che ora erano tristi, malinconici, preoccupati, bastonati, pieni di lacrime che tentavano di rimanere aggrappate alle palpebre, perché sapevano di non aver nessun diritto di scendere, di scorrere giù, lungo quella pelle pallida. Di mostrarsi davanti all'altro.
Non ne aveva nessun diritto.
Quegli occhi ora gli procuravano solo fastidio.
Li aveva sempre amati, si era perso in loro tante volte, ma ora gli facevano solo una gran pena. E lui odiava provare pena per la gente.
Lo guardava, mentre se ne stava fermo in mezzo al locale, fissato da tutti i presenti con tristezza, odio, ribrezzo.

Yong Guk sentiva su di sé i loro occhi indagatori, pieni di accuse e rabbia. Ora erano tutti contro di lui, contro i suoi occhi che rimanevano fissi verso un'unica direzione, senza cambiare il soggetto da guardare.
Nonostante la colpa, non abbassò lo sguardo perché sapeva di non potersi meritare nemmeno quello. Non poteva scappare.

Sungjong lo guardava, mentre il respiro gli si faceva pesante, la rabbia prendeva lentamente il sopravvento e la tristezza gli riempiva le vene, il cuore, gli occhi, la gola.
Faceva male.
Faceva davvero troppo male pensare che tutta la loro storia fosse finita così.
Dolore.
Era atroce pensare che tutto quello che c'era stato ora non ci fosse più, che mentre perdeva tempo ad amarlo l'altro lo tradiva con consapevolezza, come se fosse stato ovvio, come se fosse stato normale farlo.

Era inaccettabile.

Il volto dell'altro era leggermente deturpato sul lato destro e il labbro sembrava essere spaccato. Daehyun l'aveva picchiato davanti a tutti per quello che aveva fatto e, in parte, gli dispiaceva. Doveva far male e avrebbe voluto andare nel retro a prendere la cassetta delle emergenze per medicargli la ferita - prima che s'infettasse - e magari prendere del ghiaccio per passarglielo sopra la pelle livida ed evitare che si gonfiasse troppo.
Avrebbe davvero voluto farlo, pregò le sue gambe di muoversi da quel punto per portarlo nell'altra stanza, ma non ci riuscì.
Per fortuna, il suo cervello non lo fece spostare per rimanere lì, senza espressione in volto, a guardare l'altro soffrire.

"Tanto non soffrirà mai quanto me..." pensò stringendo i pugni.

E si chiese il perché.
Si domandò come fosse potuto accadere.
Forse era stata colpa sua, della sua gelosia, della sua troppa paura di perderlo in qualsiasi modo. Forse, inconsapevolmente, l'aveva spinto lui da Zelo.
Forse, senza accorgersene, aveva creato lui quel filo che ora legava il suo non più Yongguk a quel ragazzino, che nel frattempo piangeva infondo al locale, seduto a terra con le spalle contro il muro, il fiato rotto e i vari tremiti che gli rapivano il corpo. Il viso rosso i capelli distrutti dalle mani che continuavano a passarci contro.

Sungjong era triste per lui.
Sungjong avrebbe voluto che qualcuno andasse lì a consolarlo, perché sicuramente non era facile dover superare tutto quello alla sua età.
E si diede del deficiente, perché non poteva provare dispiacere per colui che gli aveva portato via il ragazzo.
Tuttavia, il batterista era fatto così, istintivo, semplice, forte e allo stesso tempo fragile, 
stupido, troppo sensibile.

Sungjong era tutto quello che Yong Guk non voleva più.
Yong Guk ormai voleva Zelo.

Sungjong non sapeva più che fare. Per questo rimase lì fermo, in mezzo al Dream Girl, avvolto da quel familiare profumo di cannella che gli scaldava leggermente il cuore.
Quante giornate avevano passato lì dentro.
Quante risate, discussioni, pianti di gioia, di tristezza, serate in compagnia, abbracci. Quante emozioni aveva provato in quel luogo.
Non poteva crederci che proprio quel giorno, in quello stesso luogo, doveva dire addio all'amore della sua vita, alla sua band, ai suoi amici di sempre.

Spostò finalmente lo sguardo da Yong Guk.
Fissò prima Jinki, che ricambiò il suo sguardo. Si vedeva che soffriva per lui, lo capiva dai suoi occhi spenti, dal sorriso scomparso dal suo volto, dalla tristezza che emanava ogni angolo del suo viso.
Teamin era al suo fianco con la faccia priva di qualsiasi emozione. Probabilmente non sapeva cosa dire, cosa fare, cosa pensare. Non riusciva a credere a tutta quella situazione, troppo assurda per essere vera.
Kibum vicino a lui, con le lacrime che gli rigavano il viso, la mascella contratta e i pugni serrati. Era arrabbiato con Jonghyun che gli aveva mentito, ma ancora di più ce l'aveva con Yong Guk, che aveva commesso un errore così grande, nonostante Sungjong non gli fosse mai andato così a genio.
Jonghyun, proprio dietro a Yong Guk e più lontano da tutti loro, sembrava avere lo sguardo di chi supplica perdono, nonostante sapesse già che non lo avrebbe ricevuto, non quel giorno almeno.

Sungjong spostò lo sguardo verso destra, dalla parte opposta del locale, verso Zelo che stava ancora seduto a terra. Vicino a lui, Daehyun si era seduto su una sedia, lo sguardo arrabbiato fisso su Yong Guk. Probabilmente voleva picchiarlo ancora perché dagli occhi iniettati di sangue, non sembrava abbastanza soddisfatto del lavoro compiuto.
Youngjae a un palmo da lui, era in piedi e ricambiò lo sguardo di Sungjong con tristezza, non sapendo che diavolo dire o fare in una situazione del genere.

Tra tutti,  l'unico che non lo guardava con tristezza era Hoya, che gli restituiva uno sguardo serio, pieno di forza e coraggio.
Sembrava volergli dire: "muoviti, vai avanti, non ti fermare ora... non buttarti giù".

Ma come poteva non buttarsi giù?
Come poteva andare avanti e dimenticarsi tutto?
Sungjong non lo sapeva e avrebbe voluto che qualcuno glielo dicesse, ma non voleva parlare.
Sentì le forze abbandonarlo. Tutta la sua sicurezza - o almeno quel poco che gli era rimasto - scivolava via insieme alla rabbia, svuotandogli il cuore, la mente, il corpo.
Le lacrime iniziarono a sgorgare copiosamente dai suoi occhi e si portò istintivamente mani contro il volto, iniziando a piangere forte, singhiozzando, tremando, lasciando tutti con il fiato sospeso.

Yong Guk impallidì a dismisura, il cuore gli si spaccò in mille pezzi, ma non riuscì a muoversi.
Sapeva che se avesse provato ad avvicinarsi all'altro, quest'ultimo lo avrebbe preso a pugni.
Non poteva avvicinarsi.
Qualcuno però lo fece al posto suo, qualcuno che probabilmente aveva capito il suo dolore interiore, qualcuno che aveva compreso che non doveva lasciarlo piangere in quel modo.

Kibum si era avvicinato a Sungjong e lo aveva abbracciato, lasciando che questo si sfogasse riempiendo il locale di grida soffrocate e gemiti di dolore.
Sungjong si strinse a Key, lo abbracciò forte infossando la testa nell'incavo della spalla sinistra, lasciando che tutto il suo dolore prendesse forma e colore.

-Forse è meglio che andiamo via...- sussurrò Key all'orecchio di Sungjong, ma tutti sentirono comunque quelle parole pronunciate con un po' di tremore.
Anche Key stava piangendo.
-No...- rispose Sungjong, spostandosi leggermente dall'abbraccio dell'altro e prendendo un fazzoletto che Hoya che, dopo essersi avvicinato, gli aveva offerto un pacchetto.
-Io... Io devo dirgli una cosa...- continuò soffiandosi il naso.

Il suo sguardo si fermò di nuovo su Yong Guk, che si sentì di nuovo colpito e affondato. Il volto di Sungjong era distrutto dal dolore, la pena più dolorosa da dover sopportare.
Tuttavia sapeva che sarebbe finita così prima o poi. L'aveva saputo fin dall'inizio che sarebbe accaduto.

-Ti ho amato... e tu... tu hai buttato via tutto. Spero... spero che ti capiti lo stesso, Yong Guk... spero che quel ragazzino...- disse, mettendosi a indicare Zelo che stava ancora più rannicchiato su se stesso - Spero che lui ti faccia lo stesso... spero che ti tradisca con un altro, che ti faccia male, tanto male da volerti uccidere. Ma sappi... che non soffrirai comunque quanto sto soffrendo io ora... perché non lo amerai mai tanto quanto io amo te...-

Smise di parlare e riprese a piangere con il fiato che aveva ripreso a mancargli.
Hoya si avvicinò a lui e gli mise una mano intorno alla vita, portandosi poi il braccio destro dell'altro intorno al collo.

-Andiamo...- disse senza mezzi termini avviandosi verso l'uscita del locale.

Kibum gli andò dietro, senza degnare di uno sguardo Jonghyun, il quale abbassò lo sguardo.
Jinki si guardò intorno, prese le chiavi del locale e le mise in mano a Jonghyun, dicendogli poi qualcosa all'orecchio.
Il vocalist annuì e il maggiore - insieme a Taemin - seguì il resto degli amici già praticamente pronti a uscire, bloccati sull'entrata per mettersi i giubbotti.

-Andiamo Daehyun...- disse Young Jae, tirando il fidanzato che si alzò dalla sedia.
-No- rispose l'altro, ancora con lo sguardo fisso verso la schiena di Yong Guk.
-Hai già fatto abbastanza... ora basta.-
-Non ho fatto ancora nulla! Lo voglio massacrare!-

Solo sentendo quelle parole, Zelo si riprese di colpo e in un attimo si alzò andando davanti a Yong Guk, aprendo poi le braccia coma scudo.

-Picchia me se vuoi! Lui no! Non lo toccare!- gridò mentre le lacrime continuavano a scenderdo poco dopo sulla sinistra e pe non mutò lo sguardo, si spostò da Yong Jae - il quale aveva tentato invano di bloccarlo contro il muro - e si avvicinò al fratello.
Yong Guk ancora gli dava le spalle, mentre Zelo gli faceva da scudo. Pareva non essersi reso nemmeno conto di quello che stava accadendo.

-Togliti brutto idiota!- si sentì sputare quelle parole dal fratello maggiore.

Ma Zelo non si mosse. Allora Daehyun gli mise entrambe le mani su colletto della maglietta, stringendolo forte.

-HO DETTO CHE TI DEVI LEVARE!- gli gridò contro.
-NO!-

Solo in quel momento Yong Guk sembrò riprendersi e con uno scatto veloce si mise tra i due fratelli, spingengo il più grande più lontano, facendolo barcollare.

-Non toccarlo...-

Young Jae si mise davanti al fidanzato, aveva l'aria malinconica e lo sguardo di chi non voleva che accadesse un disastro. A quel punto Daehyun capì e sospirò pesantemente, sistemandosi il giubbotto che si era leggermente sgualcito dalla spinta.

-Siete solo merda... fate bene a rimanere soli...-

Fece male.
Quelle parole bruciarono come fuoco nel cuore di Zelo che riprese a piangere, lasciandosi andare a terra, stringendo le braccia intorno alle ginocchia piegate.
Daehyun si spostò verso l'uscita, dando poi una spallata a Jonghyun mentre si allontanava.
Young Jae guardò Zelo, il suo fidanzato, poi di nuovo verso Zelo e infine Yong Guk.

-Ti prego, stagli vicino...- disse a quest'ultimo con sguardo triste, avviandosi poi verso l'uscita dove il suo ragazzo lo stava aspettando.

Rimasero così solo loro, avvolti dal pianto soffocato di Zelo.

Jonghyun si avviò, lento, verso il bancone. Prese un boccale e lo riempì di birra, bevendone poi un grande sorso, sperando che quello fosse solo un brutto sogno, che presto si sarebbe svegliato e tutto quello in realtà non era mai successo.

Ma non fu così.

-Zelo...- disse Yong Guk sedendosi a terra, abbracciando il più piccolo in modo da farlo appoggiare con il volto al proprio petto -Basta piangere... passerà...- disse baciandogli dolcemente la nuca.

Ma questo non bastò e Zelo pianse più forte, stringendosi alla vita del più grande.

-Non ti lascerò... mai...-continuò il chitarrista, piangendo in silenzio, mentre Jonghyun continuò a bere, sapendo di aver fatto un casino. Sapendo di aver distrutto tutto anche lui.
  
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