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Autore: TheRedPhoenix    17/11/2014    3 recensioni
Doctor Who ottava stagione episodio 8.
I fratelli Winchester, Sherlock Holmes e John Watson, si ritrovano misteriosamente in un treno che viaggia nello spazio.
Come ci sono arrivati lì? E perchè i passeggeri muoiono misteriosamente?
Toccherà a loro risolvere la situazione, assieme al Dottore.
Primo tentativo di un crossover SuperWhoLock.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 


Quando Sam e Dean aprirono gli occhi, dopo essere stati accecati momentaneamente dalla forte luce, si ritrovarono a bordo di un treno di gran classe. 
Erano seduti a un tavolo, quelli che utilizzavano nel vagone ristorazione e tutti i presentanti indossavano abiti stile anni venti . Nessuno sembrava preoccupato dalla situazione, anzì, il loro atteggiamento indicava il completo opposto, come se non ci fosse niente di strano.
Oltre a Sam e Dean, gli unici,  a trovarsi in evidente disagio erano i due tizi seduti di fronte a loro allo stesso tavolo, Inoltre, a differenza del resto dei passegeri, anche loro indossavano vestiti attuali.
Il primo, quello alto, indossava un lungo cappotto scuro, con tanto di sciarpa legata al collo.
Il secondo, quello basso, aveva addosso uno di quei tipici maglioni da pensionato.
I quattro si fissarono a lungo, sperando che qualcuno parlasse per primo, dando così un senso a quell'assurda situazione. Purtroppo ciò non accadde.
"Sammy, cosa diamine sta succedendo?"SBottò alla fine Dean, spazientito.
"Non sei il solo a volerlo sapere."A parlare fu il tipo basso seduto di fronte a Sam.
"John, evidentemente siamo stati drogati  e questa è un allucinazione, molto realistica devo ammettere, forse un qualche nuovo tipo di droga..." Sherlock era riuscito solo a capire che i due uomini seduti di fronte a loro erano americani, indossavano delle camice a quadri sotto delle vecchie t-shirt e aveva l'aria presuntuosa tipica degli americani; non era in grado di dedurre nient'altro perchè il suo cervello era troppo annebbiato dall'alcool, che per sfortuna aveva intaccato momentaneamente le sue eccellenti capacità deduttive di detective-
Sam fece un colpo di tosse, interrompendo il monologo dell'uomo ben vestito e dagli zigomi pronunciati.
"Credo che dovreste tutti guardare fuori dal finestrino."
Dean, Sherlock e John girarono le teste all'unisono, impallidendo di fronte allo scenario  che si ritrovarono davanti agli occhi. Il treno non viaggiava sui binari, ma bensì nello spazio, potevano vedere i pianeti e le stelle circondarli.
"Qui deve esserci lo zampino di Crowley! Quel demone schifoso." Dean sbattè il pugno sul tavolo per la rabbia.
"Scusa, hai usato la parola demone?"John sembrava l'unico ancora capace di mantenere la calma , forse per merito dell'alcool che aveva ancor in circolo, mentre Sherlock fissava oltre il vetro del finestrino in religioso silenzio.
"Si amico, mi dispiace informarti che è colpa di un demone se siamo qui, per la precisione è colpa del re dell'inferno."
John fissò Dean per poi scoppiargli a ridere in faccia.
"Okay, okay, tu mi stai dicendo che siamo in un treno anni 20, che viaggia nello spazio, per colpa di un demone, no scusa, per colpa del re dell'inferno?"
"Ascolta, io sono Sam e lui è mio fratello Dean, siamo cacciatori. CI occupiamo di demoni, mostri, fantasmi, streghe e qualsiasi altra creatura sovrannaturale. So che è difficile da accettarlo, ma queste cose sono reali."
"No!" 
Tutti e tre si voltarono verso Sherlock, che era appena uscito dal suo stato di mutismo, ma sembrando comunque ancora sotto shock.
"I demoni non posso esistere e un treno non può viaggiare nello spazio, siamo sotto l'effetto di un potente allucinogeno, è l'unica spiegazione razionale!" 
A uno dei tavoli vicino a loro una signora stava alzando la voce con un cameriere.
"Mandi via quel...mostro dalla carrozza!"Stava dicendo.
Alle parole mostro i Winchester si voltarono allarmati e pronti ad agire, nella direzione indicata dall'anziana donna, ma non videro nulla di sospetto e potenzialmente pericoloso.
"Mamma, non c'è nessuno" La figlia della signora cercò di rassicurarla.
"NO, no, basta!Levatemelo di dosso" L'anziana donna era impaurita e agitava le mani davanti a  sè, come per scacciare qualcosa, come se ci fosse qualcosa. Poiché nessuno sembrava vedere quello che vedeva lei,  tutti  presero a fissarla, chi impietosito, chi invece vagamente seccato, pensando si trattase solo di un momento di squilibrio dovuto alla vecchiaia.
Alla fine, la signora anziana si accasciò su se stessa, immobile.
"Mamma!"La figlia della donna si alzò in piedi  "C'è un dottore?Ho bisogno di un dottore!"
"Io sono un dottore"John si avvicinò subito alla donna e in modo professionale, le toccò prima il polso, poi il collo.
"Mi dispiace, ma è morta"Con rammarico sia nello sguardo che nella voce, informò la ragazza, la quale portandosi le mani sul viso  iniziò a piangere a dirotto. A quel punto i il capo treno, si fece avanti e cercò di consolarla allontanandola dalla confusione di quel vagone. Intanto Sherlock, Dean e Sam fissavano la scena incuriositi, tutti e tre erano assolutamente convinti che non si trattasse di una morte naturale, così come sapevano che c'era altro e che bisognava andare oltre l'apparenza.
"Allora inglesino, continui a non credere al sovrannaturale?"Dean lanciò una frecciatina al detective.
"Ovviamente.Tutto quello che vedo, è un caso"Sherlock sorrise pieno di entusiasmo, ma risultando inquietante agli occhi dei WInchester. Quale razza di persona poteva essere così euforica davanti alla prospettiva di un omicidio?
"Chi sei tu?" Chiese Sam.
"Sono Sherlock Holmes, lui è il mio collega John Watson. Probabilmente avete già sentito parlare di noi sui giornali" Rispose Sherlock con un leggero autocompiacimento.
Ma le espressioni sul viso dei Winchester lasciavano intuire che non l'avessero mai sentito nominare prima di ora.
Sherlock sospirò spazientito "Americani..."







Il Dottore e Clara stavano per affrontare insieme il loro ultimo viaggio. Clara aveva deciso che non poteva più viaggiare alle condizioni del Dottore, non dopo che lui l'aveva abbandonata proprio nel momento del bisogno.
Erano saliti a bordo di un treno spaziale, un imitazione fedele dell'Orient Express, solo più grande e invece delle rotaie viaggiava sospesa nello spazio.
Il Dottore le stava illustrando le caratteristiche di alcuni vecchi pianeti scomparsi migliaia di anni prima a causa di un buco nero.
Clara lo ascoltava affascinata, il Dottore in apparenza poteva sembrare un tipo saccente, ma in realtà era piacevole ascoltare le sue storie, storie che raccontava con intensità.
"E' una bugia! Thedion 4 è scomparso migliaia di anni fa"Una ragazza interruppe il discorso del Dottore.
La ragazza non sembrava affatto stare bene, gli occhi erano lucidi, la carnagione del viso un pò troppo pallida e le mani le tremavano leggermente.
Uno degli addetti del treno le si avvicinò, fissandola con apprensione la giovane.
"Signorina Pitt, è sicura che non preferirebbe riposare nella sua stanza?Permetta al signor Carlyle di scortarla." Le si rivolse con calma e condiscendenza, come se parlasse a una bambina.
La signorina Pitt non ebbe nulla da obiettare e seguì il cameriere.
"Mi dispiace, ma credo che sia comprensibile viste le circostanze."Aggiune l'uomo quando la signorina Pitt lasciò il vagone. Fece una pausa, in cui ne approfittò per fissare attentamente Clara e il Dottore "Credo che non ci abbiano presentato.Capitano Quell." Si portò una mano al capello insegno di saluto.
Aveva un aria molto formale e distinta, il tipico atteggiamento da capitano.
"Io sono Clara e questo è il Dottore."Si presentò la giovane, indicando la figura dietro di lei.
"Ah un'altro." Commentò il Capitano.
"Come scusi?"
"Abbiamo dottori, professori, perfino un detective e due agenti dell'FBI spaziale"Si premurò di spiegare.
Alle parole "FBI spaziale" il Dottore fece un faccia perplessa, ma non disse nulla.
Quando, più tardi, Il Dottore e Clara si recarono nelle loro cabine, la compagna non faceva che parlare della morte misteriosa, mentre il Signore del Tempo ne sembrava indifferente.
"Potrebbe non essere nulla, le vecchie signore muoiono di continuo, è il loro lavoro."
"E per quanto riguarda il mostro?"Chiese Clara con una vena di eccitazione.
"Be' visto da nessuno tranne lei, questo fa suggerire che non ci fosse. Un cervello morente, mancanza di ossigeno, allucinazioni.Comunque a volte la gente muore e basta, avrà avuto più di 100 anni."Il Dottore cercava di essere la voce della ragione, sperando così di placare Clara.
"Dice l'uomo di 2000 anni."
Il Dottore fissò la sua compagna negli occhi, cercando la verità.
"Clara, parli come se tu volessi che ci fosse davvero qualcosa.Lo vuoi?"
"No"Subito rispose lei "Se tu pensi che non ci sia qualcosa di cui preoccuparsi per me va bene."
Si guardarono per qualche istante.
"Al nostro ultimo viaggio"Aggiunse tristemente il Dottore.
"Al nostro ultimo viaggio"Ripetè Clara.
Fecero tintinnare i calici, in un brindisi per onorare il loro viaggio.




Angolo dell'autrice.

Vi starete chiedendo come facciano Dean e Sam a non conoscere Sherlock Holmes, quando esistono i libri di Arthur Conan Doyle. Ho deciso in questo caso di seguire il canone di Sherlock(BBC) in cui i libri non esistono ovviamente e Sherlock e John sono personaggi reali.
Grazie per quella buona anima che ha messo la storia tra le seguite <3.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate :)


   
 
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