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Autore: misslittlesun95    18/11/2014    2 recensioni
Claudia Petrolini ha trentun anni ed è già madre, moglie, medico, deputata ed ex ministro.
Questo perché dieci anni prima ha trovato la forza e il coraggio di iscriversi al partito Comunista e abbandonare tutta la sua vita, passata in un quartiere degradato e malfamato di Roma, per inseguire i suoi sogni.
Adesso però il suo passato è tornato, a tre settimane dalle elezioni, con le sembianze di un uomo buttatosi dall'alto di un palazzo in costruzione
quell'uomo è Oscar, amico di Claudia per un periodo che parve eterno fino al giorno della sua scelta.
Catapultata d'improvviso nel mondo reale si scopre fragile e, soprattutto, fisicamente debilitata, malata, non più il forte personaggio pubblico da tutti conosciuto ma una semplice donna.
Abbandona la politica e tenta di salvarsi e guarire, di riprendersi pezzi di vita che temeva di aver perso.
Cercando la forza di essere se stessa nelle parole che le disse Oscar durante il loro ultimo incontro: "Ricordati di guardare il tramonto. [...] Te guardalo, sempre, così magari ti ricorderai di me e di questi anni che ti apparterranno fino alla fine della tua vita."
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo V


La piazza era gremita già da ben prima che arrivassero le personalità che sarebbero salite sul palco.
Claudia e gli altri avevano mangiato in un self-service del centro cercando di tenersi leggeri e discutendo del comizio.
Faceva caldo, era il primo pomeriggio di un giorno di Maggio, e la donna, mentre arrivava, osservava un poco dispiaciuta la folla ammassata, perché, per quanto le facesse piacere vedere come le idee del partito fossero ancora vive tra la gente, vedere quelle persone sotto il sole cocente le dava da pensare, in qualche modo scuoteva la parte più umana del suo essere.
Dietro il palco, dove si preparava per l'inizio del pomeriggio, si accorse anche stando all'ombra di quanto facesse caldo, e per un attimo credette che sarebbe svenuta nel bel mezzo del suo intervento, facendo una figuraccia che sarebbe di certo stata più memorabile di ogni sua azione politica passata e futura.
Fortunatamente non accadde nulla di simile, riuscì a parlare per i suoi pochi minuti senza mai perdere il filo del discorso e ala fine si complimentò con se stessa per come si era preparata.
Fu un lungo pomeriggio di parole e applausi, tanto che il calore emotivo dei presenti parve di gran lunga maggiore rispetto a quello atmosferico.
Il tutto terminò tardi, poco prima che il cielo di Torino iniziasse a riempirsi dei colori del tramonto.
Man mano che la platea si allontanava dalla piazza i politici presenti abbandonavano in fretta il palco per ritornare da dove erano arrivati senza problemi di alcun genere.
Prima però si scambiarono qualche rapido commento sul comizio, tutti abbastanza contenti di come era andato e dell'ampiezza del pubblico, tra il quale si erano visti moltissimi giovani e qualche bambino portato dai genitori.
Probabilmente non sarebbero stati nella maggioranza, ma di certo il consenso popolare su cui potevano contare non era ancora così basso.
Claudia e alcuni colleghi non tornarono immediatamente a casa o in albergo, ma, come avevano già deciso in precedenza, si avviarono verso Piazza Vittorio, la stessa dove erano stati la sera prima, per concludere quei due giorni con un aperitivo e salutarsi.
A differenza della prima volta che vi erano stati, però, era pomeriggio e non c'era molta confusione, fatta eccezione per un gruppo di studenti seduti in terra nella parte perdonale della piazza, fermi a scherzare o prendere l'ultimo sole della giornata.
Era ormai il tramonto, e diverse sfumature di arancio e rosa arrivavano dal fondo
della lunga Via Po, che da dove erano loro si vedeva finire – o iniziare – in Piazza Castello.
Si accomodarono nei tavolini esterni del locale, una sorta di quello che, scoprì allora Claudia, i Torinesi chiamavano dehor, appena fuori dal porticato che circondava la piazza squadrata su tre lati.
La situazione tra i presenti aveva perso ogni tipo di formalità, e la mezza dozzina di presenti, tra uomini e donne, non faceva altro che chiacchierare e ridere.
- In ogni caso mi auguro un gran numero di donne in questa legislatura.- Aveva commentato Eleonora Carlisi, una donna ben più grande di Claudia candidata per la seconda, o addirittura terza, volta al Senato.
- Anche se fossero tutte di estrema destra?- L'aveva presa in giro un altro collega, Cristiano Simeoni.
- Hai capito perfettamente cosa intendo, Simeoni, non fare il simpatico.- L'ultima affermazione della Carlisi aveva scatenato l'ilarità generale e portato, come spesso accade in occasioni simili, a un brindisi, forse di buon auspicio per le elezioni ormai prossime.
Rimasero al bar ancora diverso tempo, poi Claudia si scusò e salutò tutti; per lei era ormai ora di ritornare verso l'albergo e prepararsi per ripartire il giorno successivo.
Le ci vollero quasi dieci minuti per allontanarsi dal tavolino dove ancora sedevano i suoi colleghi, tra baci, abbracci e promesse di sentirsi prima, dopo e durante le elezioni indipendentemente dal loro risultato, e andando via, senza farsi vedere da nessuno, pagò per tutti come ultimo segno di saluto.
Poi imboccò a piedi proprio Via Po ancora illuminata dai colori della fine del giorno che tanto amava.
Poco prima di arrivare nell'altra piazza, quasi al fondo della lunga via, si fermò in un negozio di souvenirs e comprò una calamita e una piccola riproduzione della Mole Antonelliana che le fece venir voglia di tornare presto nella città per visitare il museo del cinema.
Su una bancarella, infine, trovò un libro per bambini su Torino da portare al figlio.
Fece tappa in un supermercato a poche decine di metri dall'albergo per prendere qualcosa con cui cenare, considerandosi troppo stanca anche per scendere al ristorante dell'albergo.
Arrivata per l'ultima volta nella stanza sistemò le sue cose nella valigetta con cui era partita e si fece un'ennesima doccia calda.
Già in pigiama e con i capelli ancora bagnati chiamò a casa e fu contenta quando sentì subito dall'altra parte Guido che le disse. - Mamma ho risposto io perché sapevo che eri tu!-
Sentire la voce del suo bambino la faceva stare bene, l'essere madre le dava la fortuna di avere sempre un motivo per sorridere, anche nei momenti più complessi della sua vita.
Salutò il bambino e il marito e poi, stranamente affamata, cenò con quello che aveva acquistato.
Non si trattava di una cena definibile sana, lo sapeva, ma aveva scelto di lasciarsi un po' andare, quella sera, senza stare attenta ai dettagli della dieta o di ciò che qualcuno si sarebbe potuto aspettare da lei.
Le piaceva, ogni tanto, dismettere totalmente i panni della seria e formale donna in politica per fare ciò che le piaceva sentendosi una ragazzina, lontana dalla vita pubblica.
Spazzò le briciole e tutto quello che aveva utilizzato per mangiare e, come se fosse un automatismo, accese di nuovo sul telegiornale.
Quello che accadde nei momenti successivi fu troppo confusionario perché riuscisse a ricordarlo davvero per bene.
Il conduttore stava lanciando il servizio che lei quella mattina aveva sentito appena mentre usciva dalla camera, quello su un suicidio avvenuto a Roma, dove un uomo si era tolto la vita gettandosi da un palazzo in costruzione.
Solo che quella sera ebbe modo di sentire la notizia in maniera completa, udendo il nome del suicida e potendone vedere la fotografia.
Il resto fu solo un urlo e un pianto, una disperazione che mai Claudia aveva pensato di poter provare.
L'uomo che si era ucciso, la persona che aveva deciso di porre fine alla sua vita, era Oscar.

Note


Eccomi, dopo oltre un mese sono finalmente riuscita ad aggiornare.
Sto scrivendo davvero moltissimo, a mano, ma purtroppo per cause di forza maggiore (scuola e salute) non riesco a copiare al computer con regolarità e quindi ad aggiornare.
Inoltre mi scuso per il capitolo piccolino, d'ora in poi si alterneranno, senza un vero e proprio schema, capitoli molto lunghi e molto brevi, a seconda di quanta suspance voglia lasciare in voi lettori :D E ancora per un poco narrerò quasi giorno per giorno la vita di Claudia, motivo per cui mi scuso se appariranno noiosi o ripetitivi i prossimi capitoli, ma voglio lasciare ancora sprazzi di felicità raccontati nei dettagli prima che... *ghigno malefico*
Me l'hanno detto in molti e sì, ammetto che Claudia abbia avuto una vita “super” e impossibile, fuori dal normale, disumana (mi sono concessa un po' di inventiva e irrealismo), ma l'umanità e il realismo arriveranno e lo faranno, purtroppo, insieme al dramma.
Questo capitoletto, lo si legge alla fine, dà una scossa alla protagonista, e questa scossa andrà a farle ricalcolare tutto ciò che ha pensato fino ad adesso.
Ma tempo al tempo...

Io ringrazio davvero tutti; lettori silenziosi, lettori recensitori, gente che ha messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate.
Scusate davvero, ma sono molto distante dal pc in queste settimane!

Un abbraccio e a presto!

   
 
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