Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Alexiel Mihawk    18/11/2014    5 recensioni
Hans ha imparato che le due grandi certezze della sua vita sono la morte e l’amore (e a volte anche la morte dell’amore, ma a questo preferisce non pensare). Ha imparato anche che Anna prima o poi ricorda sempre ogni cosa, e che, forse, questa volta sarà quella giusta, questa volta forse lo perdonerà.
[...]
«Ti amo, Anna. Ogni vita precedente l’ho vissuta con la consapevolezza che prima o poi ti avrei trovata, ti ho cercata sempre e a volte non ti ho trovata mai. Ma non era importante, perché sapevo che per quanto lontana tu fossi, per quanto distante, magari legata ad un altro, sapevo che ti avrei trovata e sapevo che avresti scelto me. Ma ora, ora non sono sicuro di volerti imporre questa scelta, perché è sinonimo di morte».

[Hans/Anna, Reincarnation!ModernAU, in cui Hans ha finalmente una seconda possibilità, ma più Anna si innamora di lui, più si ricorda del ciclo di reincarnazione e morte che li ha condotti a quel punto]
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Hans
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non dite che non vi ascolto mai! Ecco qui il secondo capitolo di Chances, e il terzo è già in fase di scrittura, prima di partire, però qualche pallosa nota, che vi prego vivamente di leggere.
Note:
In tutti i miei headcanon Hans è dislessico. Per quanto riguarda il concetto di reincarnazione: ovviamente i personaggi si reincarnano in persone nate in nuclei famigliari diversi, hanno background differenti da quelli originali (Altrimenti vi immaginate che casino se ogni volta rinascessero sempre gli stessi nuclei famigliari? Nopety nope), quindi Hans in questa vita non ha fratelli e non ha avuto unafamiglia bastarda, Anna non ha sorelle (ma Elsa comparirà, non preoccupatevi, perché la amo troppo per lasciarla da parte). Rapunzel giocherà un ruolo abbastanza di rilievo per tutta la storia e più avanti sarà lei a chiarire bene come funzioni il concetto di reincarnazione e in base a cosa ci si ricordi delle vite passate, sappiate che però non capita a tutti, è una cosa molto rara. Ultima nota, Hans e Anna si sono incontrati già altre volte, in un sacco di vite, e quando si incontrano ad Arendelle, non è la prima volta, solo che si tratta della volta in cui Hans rovina ogni cosa e in qualche modo rovina il ciclo.
Le ultimissime due cose, poi giuro che vi lascio andare: 
  • ho scritto una One Shot, sempre su Hans e Anna, di cui vado parecchio fiera e a cui sono molto legata, è parecchio lunga, ma se avete voglia di darci un'occhio è qui: Redemption: under a benign sky (e sì, questa volta è canon era e ci sono anche Kristoff ed Elsa, perché li amo tutti)
  • Io e alcune amiche abbiamo iniziato il FanFiction Meme su Livejournal, funziona così, io dò una lista di fandom e il mondo mi lascia dei prompt su quei fandom, in modo che io possa poi scriverci, trovate la mia lista qui sul mio Livejournal, se volete passare e lasciare dei prompt sentitevi liberi di farlo

 
 
 
 
To be is to be perceived
 
 
 
 
To be is to be perceived. And so to know thyself is only possible through the eyes of the other. The nature of our immortal lives is in the consequences of our words and deeds that go on apportioning themselves throughout all time. Our lives are not our own; from womb to tomb, we are bound to others, past and present, and by each crime and every kindness we birth our future.
Sonmi-451 – Cloud Atlas
 
 
 
 
Il vero amore trascende il tempo e lo spazio, rompe maledizioni e scatena guerre.
Ci sono individui, a questo mondo, che sono legati da un filo sottile e sono destinati a incontrarsi ancora e ancora, in ognuna delle loro vite; per questi individui la morte è solo una linea di passaggio, un confine, che, come ogni confine che si rispetti, può essere superato.
La prima volta che Hans ha ricordato il suo passato, seduto su quella panchina verde bottiglia, ha creduto di essere impazzito, ma quando i flash hanno smesso di scorrere davanti ai suoi occhi ha capito che quella non era altro che una eco di un tempo lontano. Ritornato a casa, nel buio della sua stanza, ha pensato a lungo al significato di quei ricordi, scavando nella memoria senza riuscire, però, a trovare alcun riscontro.
Ora, a distanza di qualche giorno osserva il suo iPhone con aria nervosa e si chiede se ne valga la pena, se sia il caso di tentare; si guarda allo specchio e si dà mentalmente dello stupido, perché è ovvio che vale la pena tentare, altrimenti non avrebbe ricordato nulla.
Invia il messaggio con mano tremante e impreca, sentendosi di nuovo un sedicenne alla prima cotta.
 
Anna gli sorride e il mondo smette di girare, tutto il resto non ha più importanza perché lei è lì, di fronte a lui, e, anche se non l’ha mai vista prima, Hans sente di conoscerla da una vita, sente che l’ha già incontrata, perché lui quelle lentiggini e quel sorriso sbilenco se li ricorda. Quando Citron lo lascia cadere in acqua al principe non importa perché ha incontrato lei e per un attimo si dimentica del motivo per cui si trova lì, si dimentica di Arendelle, del trono e dei suoi fratelli.
 
Quando il telefono di Anna vibra lei è in bagno e ci pensa la sua compagna di stanza a controllare di chi si tratti. L’autore del messaggio è stato salvato come “Hans il figo della panchina” e nel vederlo Rapunzel ridacchia, ripensando al racconto dell’amica di qualche giorno prima.
«Che succede?» domanda la ragazza in questione entrando nella stanza.
«Ti ha scritto Hans» è la placida risposta della bionda mentre provvede lei stessa a replicare al messaggio.
«Che stai? Oh, Punzie, smettila!» Anna le sottrae il telefono arrossendo leggermente nel leggere la conversazione «Un piacere e un onore? Ma chi parla così!?»
«Dai, Anna, in fondo avevi già intenzione di andarci no?»
La giovane arrossisce e annuisce debolmente, certo che sì.
«Lo hai visto di nuovo?» domanda quindi la compagna di stanza sbocconcellando Mikado e lanciandole un’occhiata in tralice.
Anna si lascia cadere sul suo letto e con un braccio si copre gli occhi.
«Ho fatto un sogno, sfioravo le sue mani».
Rapunzel la raggiunge e le lancia addosso la confezione di dolcetti, non c’è niente di meglio per tirare su il morale dell’amica, soprattutto quando è confusa e non sa bene che pesci pigliare.
«Sai, anche io, all’inizio, quando ho incontrato Eugene –»
«Ti prego, Punz, chiamalo Flynn, quel soprannome che gli hai dato è atroce!»
«Quando ho incontrato Eugene continuavo a sognarlo, e ora? Era destino, e fidati, sorella, se il destino ti parla è il caso di ascoltarlo».
«Hai mangiato di nuovo i muffin con la cannabis dei ragazzi di ingegneria?»
 
Quando Hans invita Anna ad uscire non sa niente di lei.
Non ha idea di quanti anni abbia, né di cosa faccia nella vita, non sa con chi viva, se abbia sorelle o se sia di nuovo orfana.
Quello che sa è che le sue lentiggini lo fanno impazzire e che vuole scoprire se la sua risata è davvero contagiosa come la rammenta, vuole vedere se è ancora la stessa persona entusiasta dei suoi ricordi e spera che continui a non avere la più pallida di chi lui sia.
Mentre l’aspetta infila le mani nelle tasche della giacca alla ricerca di una sigaretta, si era ripromesso di smettere, ma quando è nervoso non riesce a farne a meno; con un movimento elegante l’accende e ispira, il fumo acre gli invade i polmoni e, senza sapere perché, Hans ha la sensazione che sia giusto così. Quando Anna arriva rimane senza fiato, a dire la verità rimangono entrambi senza fiato, Hans perché si strozza aspirando, la ragazza perché senza accorgersene trattiene il respiro nel vederlo. Merda, è ancora più figo di quanto ricordasse.
«Dove mi porti?» gli domanda con le mani dietro la schiena.
Il ragazzo sorride, osservando il suo vestito verde bottiglia decorato con fiori color panna, e le indica una direzione; camminando a suo fianco scopre che Anna ha quattro anni meno di lui e che no, in questa vita non ha sorelle, ma ha un sacco di amiche. Scopre che studia letteratura inglese, che odia Hardy, adora Shakespeare e il suo scrittore preferito è Conrad. Per tutto il tragitto la ragazza non smette mai di parlare e risponde con gioia alle sue domande, felice di vedere, per la prima volta, un ragazzo davvero interessato a sapere tutto di lei.
Quando arrivano al locale, Anna trattiene un gridolino di gioia, perché quello è il paradiso.
«Una cioccolateria! Mi hai portato in una cioccolateria! Oh, io adoro il cioccolato!»
Lo so, vorrebbe risponderle, ma rimane in silenzio e le sorride, guardandola con dolcezza.
«Vieni, entriamo».
Si siedono ad un tavolino rotondo e una ragazza paffutella dall’aria allegra arriva portando loro un enorme menù: è più il tempo che passano a sfogliarlo – le loro teste vicine, le loro guance che si sfiorano – che quello che ci mettono a decidere. Non devono nemmeno consultarsi perché entrambi ordinano la stessa cosa, nello stesso momento.
«Una fontana di cioccolato, per favore!»
La cameriera li guarda ed emette un risolino, quindi se ne va mormorando qualcosa riguardo al quanto siano adorabili.
Anna arrossisce e per smorzare l’attenzione inizia a riempire Hans di domande sulla sua vita. Cosa fai? Studi? Lavori? Hai fratelli? Vivi da solo?
Lui le racconta tutto quello che può, cercando di essere il più sincero possibile, questa volta. Le dice che ha una sorella più grande e che sì, vive da solo, lavora come giornalista presso un editore locale, ma è contento del suo incarico e spera di riuscire a ottenere una promozione a breve; le racconta della sua famiglia e dei suoi genitori, di come sua madre sia una pediatra e una donna eccezionale e le parla di suo padre, pompiere. Più racconta più gli occhi di Anna si illuminano di eccitazione e interesse.
Hans vorrebbe riuscire a mantenere quel fuoco sempre acceso e dentro di sé spera di riuscirci.
Sulla via del ritorno la mano di Anna sfiora la sua e per il ragazzo è come ricevere una scarica elettrica, ma non osa afferrarla: è ancora presto, si dice, la prossima volta.
La domanda della ragazza lo coglie di sorpresa, perché non ha nessun legame apparente col resto della conversazione e non riesce a capire da cosa l’abbia intuito.
«Sei dislessico?» chiede Anna nel bel mezzo di un discorso sulle foche.
Hans si blocca e la fissa negli occhi, interdetto.
«Beh sì, sono sempre –» cosa sta per dirle? Che in tutte le sue vite è sempre stato dislessico? «Sono migliorato col tempo».
«Scusa, non so da dove mi sia uscita, è solo che a un certo punto mi sono ritrovata con la domanda sulla punta della lingua e BAM!»
Hans scoppia a ridere quando il pugno della mano destra di Anna incontra il palmo della sinistra e un raggio di sole gli illumina il viso facendo risaltare le poche lentiggini e i capelli rossicci; nel vederlo così la ragazza tende la bocca in un sorriso, perché Hans non è figo in quel momento, è bello, ma bello davvero.
«Comunque, se può farti stare meglio» e non sa perché la cosa dovrebbe renderlo triste in primo luogo «Un sacco di giornalisti e scrittori famosi erano dislessici. Lo sapevi che Fitzgerald lo era? E anche Victor Hugo!»
«E Leonardo da Vinci, George Washington, Vincent VanGogh, Wiston Churchill ed Harrison Ford. Lo so, mia madre, quando ero piccolo, mi riempiva la testa delle gesta dei dislessici più famosi della storia. Per farmi capire quanto sono speciale, diceva».
«E aveva ragione!» esclama Anna «Sei speciale».
E lei intende “Ognuno di noi è speciale, ognuno di noi è unico, ed è giusto che tua madre ti abbia aiutato a capirlo”, ma quello che Hans capisce è un’altra cosa e quando Anna finisce di parlare, proprio nel momento in cui realizza quello che ha detto e come potrebbe essere frainteso, prima che possa dire qualsiasi cosa per chiarirsi, Hans si china su di lei e le posa un bacio leggero sulle labbra rosate.
La ragazza sobbalza e solo dopo qualche secondo chiude gli occhi e risponde al bacio; gli passa le mani intorno al collo mentre un braccio di Hans le circonda la vita. È una sensazione strana: quelle labbra, quelle mani, ad Anna sembra di averle già conosciute, il suo corpo le riconosce e risponde al loro tocco.
Quando si stacca è rossa come un peperone e non riesce a smettere di sorridere e quando lo saluta gli promette che la prossima volta deciderà lei dove andare e sarà indimenticabile.
Hans la guarda andare via e come la vede girare l’angolo il suo sorriso si piega in una smorfia triste. Non può durare, prima o poi Anna si ricorderà di lui, prima o poi Anna si ricorderà di cosa ha fatto e le azioni del suo passato torneranno a tormentarlo dimostrandogli che non esistono seconde possibilità per quelli come lui. Le conseguenze delle sue azioni si protraggono oltre il tempo, ripercuotendosi sul presente, cambiandolo e dimostrandogli quanto sia stato un folle, perché ora sta di nuovo per perdere ogni cosa.










Postilla:
Traduzione del quote a inizio capitolo: Essere vuol dire essere percepiti, pertanto conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri. La natura della nostra vita immortale è nelle conseguenze delle nostre parole e azioni, che continuano a suddividersi nell’arco di tutto il tempo. La nostra vita non è nostra, da grembo a tomba, siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro. Non lo traduco perché penso che non siate in grado di capirlo da sole, ma perché l’ho scelto apposta, perché è fondamentale per la storia. Le due grandi ispirazioni di Chances sono l’omonima canzone degli Athlete e Cloud Atlas, quindi quando vedete le citazioni a inizio capitolo leggetele.




 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Alexiel Mihawk