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Autore: TsunamiZN    19/11/2014    3 recensioni
Erano alla resa dei conti, dovevano rispettare l'accordo pirata stretto con Trafalgar Law, un alleanza decisa dal loro capitano ma di cui ogni componente della ciurma doveva farne parte. Ognuno il suo ruolo e quello di Zoro al momento era ostacolato da quell'enorme uomo di roccia che gli si parava davanti. O era quella stupida bambola che si ostinava a restare attaccata alla sua gamba?
**Dedico a tutte le utenti del Midori Mikan, in onore del 10° anniversario, che mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere.^^**
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donquijote Family, Franky, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente quell’uomo roccia era caduto sotto la sequenza dei suoi colpi. Era stato facile, non poteva permettersi di essere messo in difficoltà all’inizio della rotta nel Nuovo Mondo, non dopo quei due anni di separazione. Lui non avrebbe più perso, ma questa promessa rivolta al proprio Capitano era stata infranta. Per non venir nuovamente meno a questa parola, ormai consapevoli della loro passata debolezza, erano rimasti lontani il tempo necessario per crescere. Non dover affrontare nuovamente il sapore della sconfitta e dell’impotenza, l’idea che le loro vite sarebbero finite a metà del cammino dei loro sogni. Aveva piegato il suo orgoglio, chiesto al suo peggior nemico, il suo traguardo, di allenarlo. Si era umiliato nel farlo, ma ora poteva osservare chiaramente i frutti di quel gesto. Il corpo inerme di quell’uomo di roccia giaceva ai suoi piedi, caduto nell’ignoranza che l’avversario aveva tagliato perfino l’acciaio in passato.


Franky, Robin e Usop dovevano distruggere la fabbrica di Smile. Sanji si era diretto alla Thousand Sunny per verificare che Brook, Chopper e Momonosuke stessero bene e Rufy aveva il compito di sconfiggere il capo di tutto. Lui aveva assolto al suo dovere, pienamente fiducioso delle capacità dei compagni, decise di concedersi un breve riposo poggiandosi contro un enorme macigno. Non ebbe nemmeno il tempo di terminare lo sbadiglio e stirarsi le braccia, che qualcosa si mosse sotto la sua giacca ricordandogli la sua presenza. Era talmente preso dalla lotta, da aver scordato la bambola di pezza che soggiornava all'interno del suo completo nero.


<<
Che facciamo bamboccia, ti riparo prima di andare a cercare gli altri?>>
In risposta, una testolina tonda sbucò dalla chiusura della giacca porgendogli il braccio mozzato.
<< Dovrò procurarmi ago e filo.>>
Si tirò in piedi cominciando a ispezionare le case vuote. La sua aria tranquilla e ormai annoiata, era in netta contrapposizione con il clima di terrore intorno a loro: spari e urla di panico, si distinguevano chiaramente, nonostante fossero in lontananza. Un altro paese ingannato, la buona fede degli abitanti messa a dura prova: quel mondo era profondamente malato e perfino lui se ne stava rendendo conto, avanzando nel loro viaggio. In ogni isola entravano in contatto con nuove persone, realtà che non avrebbero dovuto avere forma, eletti salvatori per l’ennesima volta. L’unica speranza.


Il giocattolo, si sentì afferrare sgarbatamente per la vita dalla mano dello spadaccino. Si sorprese, nell'osservare come la sua presa fosse salda, ma non eccessivamente da farle male. Un tocco rude, colpevole solo di essere stato svezzato da else di Katane e boccali di birra. Era strano e divertente, osservare lo sguardo di Zoro mentre passava l’ago da una parte all’altra della sua pelle di feltro. Quei punti non erano sicuramente la cosa più dritta che avesse visto nella sua vita, avrebbe obiettato anche sul colore del filo, ma stava assolvendo alla promessa stretta prima.

<<Sei nuovamente un pezzo solo!>> 
Sorrise soddisfatto, mentre il giocattolo poteva ammirare nuovamente la mano destra al suo posto. Forse, quell'inutile forma del suo corpo di stracci le sarebbe tornata utile in qualche modo, poteva sperare. Sperare di poter tornare nuovamente a fare quello che più amava nella vita: disegnare.
Vacillò qualche istante prima di provare a piegare il braccino, trovare la forza di verificare se la sua teoria fosse giusta. Se avesse potuto trattenere il fiato in quegli istanti, lo avrebbe sicuramente fatto, ma i suoi polmoni erano ormai morbida ovatta e il respiro non risiedeva più da quelle parti. Chiuse gli occhi per prendere coraggio, ma una volta riaperti, il suo sguardo cadde accanto al piede dello spadaccino, dove un pezzo di cotone era rimasto. Caricò tutta la forza che il suo corpo di bambola poteva donarle per sferrare un pugno allo stomaco del ragazzo dai capelli verdi.

<<Hey, ti sembra questo il modo di ringraziare?>> Disse Zoro. La bambola si mise una mano sul fianco indicando l’oggetto del misfatto.
<<Son cose che succedono.>> Controbattè ironico lo spadaccino, portando le braccia dietro la testa, intenzionato a riprendere il riposo interrotto.
Gliel’avrebbe fatta pagare, pensò il giocattolo, non appena avesse trovato il modo di tornare umana. Non si era resa conto che aveva recuperato la forza, e il pieno controllo della sua mano.

  
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