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Autore: Persefone3    19/11/2014    2 recensioni
Salve a tutti, ho deciso di mettere insieme una serie di One Shot che hanno per protagonisti i Capitan Swan perché secondo me spaccano davvero e sono senz'altro la migliore coppia di tutto lo Show. Sono essenzialmente dei Missing Moments tra i due che mi sono venute in mente, rielaborando anche parte della trama. Detto questo, bando alle ciance e allo spiegone, vi auguro buona lettura e spero vi piacciano.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Carissimi, innanzitutto voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto seguito e recensito quello che sto scrivendo: GRAZIE GRAZIE GRAZIE. Si è capito? Spero di essere stata sufficiente chiara, se avete dubbi non fatevi scrupoli a chiedere delucidazioni ... Niente a me vedere Emma scappare via in quel modo nella 4x7 mi ha fatto troppo venire un groppo in gola e mi sono detta, come potrebbe il nostro Capitano mettere una pezza alla situazione? Buona Lettura Persefone
 

NON TI AVVICINARE!
 
- Swan, cosa ha fatto il mostro alla stazione di polizia?
- Il mostro che ha fatto questo non è la Regina delle Nevi, ma sono io.
- Cosa?
- Statemi lontani, non so se posso controllarmi. Non voglio ferire nessuno di voi.

Seduta nel suo maggiolino, Emma ripensa a quello che è appena successo. Chiude gli occhi e per l’ennesima volta rivive quella maledetta scena.
La parete della stazione di polizia è stata polverizzata, lei sta per scappare via, quando Killian la afferra per un braccio. Un’esplosione di magia fuoriesce da lei e colpisce il palo della luce. Killian sembra non accorgersene, rimane fermo e la guarda nella maniera più dolce che può. Il palo sta piombando su di lui, avviene tutto in un attimo: David, rapidissimo si slancia in avanti per spingere Hook fuori dalla traiettoria del palo cadente. Solo in quel momento il pirata sembra destarsi e rendersi conto della situazione. Il palo sfiora la spalla di David che cade a terra. Snow corre verso di lui e per la prima volta pronuncia il suo nome con un tono di verso, che sembra celare un velo di paura. A quel punto le parole di Ingrid le esplodono nella tesata.

 - La famiglia che tanto ami, ha paura di te!

Sui boschi intorno alla città, la notte sta scendendo implacabile, coprendo tutto con il suo nero mantello. Emma spera di sparire anche lei tra le sue pieghe e non riemergere più. Sente che tutto quello che ha costruito dal suo arrivo a Storybrooke si sta frantumando come i cocci di uno specchio. Il cellulare nella sua tasca suona per l’ennesima volta. David la sta chiamando insistentemente da più di un’ora, ma lei continua a non rispondere e ripone il telefono in tasca. Le chiamate di David sono inframmezzate da quelle di Killian. Emma però non vuole parlare con nessuno. È stanca e impaurita. Si toglie la giacca, che usa come coperta, e abbassa leggermente il sedile su cui è seduta. La sola cosa che potrebbe renderla inoffensiva è dormire un po’.  Tutto questo in teoria, perché nella pratica i suoi occhi sbarrati fissano il tettuccio dell’auto. Si gira su un fianco cercando di trovare una posizione che concili il sonno. È in quel momento che nota una cosa nel portaoggetti del lato passeggero. Ha un tuffo al cuore. È una semplice cartaccia, ma Emma ricorda perfettamente come è finita lì. Chiude gli occhi per assaporare fino in fondo quel ricordo.
Era un venerdì. Henry aveva preparato le sue cose per andare a trascorrere il fine settimana da Regina e dopo la scuola vi si era recato. David e Mary Margaret si erano presi una serata tutta per loro, lasciando Neal con Belle. L’idea di passare da sola in casa il venerdì sera non le andava proprio. Ebbe un’idea. Andò da Granny giusto in tempo per prendere qualcosa da mangiare e poi si era diretta al molo. Sapeva che bazzicava sempre da quelle parti perché lì l’odore del mare era intenso. Era scesa dalla macchina e si era messa a cercarlo. Non ci mise molto in effetti: come il capitano aveva visto il maggiolino giallo entrare nel porto, aveva cominciato ad avvicinarsi con passo svelto.

- A cosa devo l’onore Swan?
- Ma da dove diavolo sei sbucato?
- Ti ho vista arrivare … - Killian aveva negli occhi una sensualità che si scioglieva solo quando era con lei
- Pensavo di mangiare qualcosa insieme, ti va?
- Ma non è un po’ tardi per Granny?
- E chi ha detto che andiamo da lei? Sali che ti porto in un altro posto.

Senza fare troppe domande Killian era salito in macchina ed erano partiti. Emma fermò la macchina poco lontano dal porto, su una spiaggia abbastanza appartata.

- Allora Swan, dov’è questo posto?
- Se ti accontenti del cibo, siamo arrivati.

Tirò fuori dal sedile posteriore la cena e la porse a Killian.

- Lo sai, forse hai ragione. Non sono molto brava ad organizzare gli appuntamenti.
- Ma sicuramente sai come sorprendere …

Da quella sera, avevano iniziato a considerare il maggiolino come uno spazio tutto loro. Del resto non vi erano tanti altri posti per condividere il loro tempo con un minimo di intimità. Non si davano appuntamenti fissi, scadenze, né tantomeno si appartavano come due adolescenti. Lasciavano fare agli slanci del momento. E da allora di cose in quel maggiolino ne avevano fatte, eccome. 
Emma pensa a tutto questo mentre stringe quella carta in mano. Sente la mancanza di lui, del suo incondizionato sostegno e vorrebbe tanto averlo accanto. Riesce a fargli confidenze che si era ripromessa di seppellire dentro di sé, ma lui, in un modo o nell’altro invece, riesce a farle emergere. Si gira dall’altro lato del sedile e cerca di seppellire lontano quei ricordi. Sa che ora non può più riavere quei momenti, almeno fino a quando la sua magia è fuori controllo.  Ad un tratto sente il rumore della portiera della macchina aprirsi e chiudersi un momento dopo.

- Sapevo di trovarti qui.

Emma si gira di scatto. Killian è seduto sul sedile del passeggero.

- Cosa diavolo ci fai qui? Non ti avvicinare! Anzi esci da questa macchina!
- Calmati tesoro, non me ne vado finché non so che stai bene.
- Hai visto cosa è successo a David, cosa stava per accadere a te.
- Nessuno si è fatto male.
- Questa volta. E se faccio del male a Henry? Non me lo perdonerei mai.

La magia comincia a scorrere prepotentemente nelle vene delle mani di Emma. Sente che fluisce dentro di lei in maniera incontrollata. Se perde il controllo rischia davvero di fargli del male.

- Killian ti prego …
- Va bene tesoro, prometto che non ti sfioro. Questo però non ci impedisce di parlare un po’, come d’altronde è già successo qui dentro, o mi sbaglio?
- Non c’è niente da dire!
- Questo non è vero, e non ho bisogno del tuo superpotere per capirlo.

Emma fa una pausa, sa che con lui non può fare altro che arrendersi.

- Il tono di rimprovero, misto a dubbio, nella voce di mia madre. Per la prima volta ha avuto paura di chi sono. È quello che mi ha detto Ingrid mentre la interrogavo.
- E da quando in qua dai retta alla Snow Queen?
- Da quando ho fatto esplodere quella dannata parete.
- Sicuramente ti conosce e sa quali tasti premere, ma non puoi smettere di avere fiducia in chi ti sta vicino.
- Non è di loro che non mi fido ma di me!

Emma si rannicchia sul sedile mentre Killian la guarda impotente. Capisce che è troppo stanca e spaventata per pensare lucidamente. Emma gli da le spalle o la voglia di tuffarsi tra le sue braccia sarà incontenibile e forse anche le conseguenze della sua magia.

- Emma ascoltami, nessuno ha smesso di avere fiducia in te. Sono tutti molto preoccupati. A volte può capitare di ferire involontariamente le persone cui si tiene di più.

Killian non può fare a meno di pensare allo scellerato accordo che ha fatto con Tremotino e che lo ha portato ad essere suo complice recalcitrante. Se si ribella l’Oscuro rivelerà particolari compromettenti che potrebbero metterlo in cattiva luce con Emma. Tacendo, sa che sta tradendo la fiducia della donna che ama, fiducia che si è faticosamente guadagnato col tempo e che ora si sta sbriciolando lentamente. Tutto questo perché voleva essere l’uomo perfetto per lei, forse perché quella donna, per la prima volta in trecento anni, lo rende nervoso e insicuro.
Guarda la schiena di Emma e non può fare a meno di chiedersi se lei sarà in grado di perdonarlo quando scoprirà la verità, perché la scoprirà, e se continuerà a vedere in lui un uomo e non un bugiardo da quattro soldi.  Comprende il dolore di Emma perché è anche il suo tormento.
Abbassa anche lui lo schienale del sedile e lo regola con quello di Emma. Porta una mano dietro la testa e continua a fissarla.

- Killian, per te sono sempre la stessa, vero?
- Certo Swan, ammiro tutto di te.

Emma si gira dal suo lato.

- Credo che se parliamo ancora un po’ non sarà poi tanto male. Dovrei riuscire a non far esplodere questa macchina dopotutto.

Quando l’alba sorge Emma e Killian si sono addormentati già da un po’. Mano nella mano e senza incidenti. Per la verità ci sarà tempo e un’altra notte da superare.
  
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