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Autore: Ale78    20/11/2014    6 recensioni
La mia storia racconta ciò che immagino sia potuto accadere dopo che Daryl raggiunge la strada sterrata alla ricerca di Beth e vede una macchina poco illuminata che si allontana. Ricordo le grida strazianti del personaggio mentre chiama il suo nome. consapevole che non potrà raggiungerla e probabilmente non la vedrà più. Da qui ci ho ricamato un po' sopra... staremo a vedere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 23 – Lealtà? 

 

-Beth- 

 

-Tu mi parli e chiedi lealtà? E in virtù di cosa? 

 

-Suvvia Biondina. In fondo siete ancora vivi, e una sola mia parola, vi farà tornare insieme. Non è poco, di questi tempi, converrai anche tu. In più, cosa da non sottovalutare, siete al sicuro. Nessuno qua a Terminus rischia di morire per colpa di un attacco zombi, di qualche altra fazione, o per fame. A proposito, le condizioni meteo non indicano nessun miglioramento, sei certa che i tuoi amici siano così al sicuro, laggiù vicino al fiume?

 

-Che vuoi dire? 

 

-Niente. Dico solo che li monitoriamo da mesi, e il loro unico sostentamento, a parte le battuta di caccia, sono le riserve che trovano via via, spingedosi sempre più verso la costa. Non potendo muoversi…Dico solo che ci sono, donne vecchi e bambini in quel posto, magari un aiuto da parte nostra, potrebbe essere gradito! Una sorta di ricompensa…

 

-Ricompensa per cosa? – chiesi cupa.

 

-Per avermi riconsegnato mio figlio, per cominciare, e anche il tacito accordo, in modo che a nessuno di loro venga in mente di togliermi qualcosa di mio, di non belligeranza, fra noi.

 

-E credi che un po’ di cibo li possa comprare? Daryl ed io siamo stati rapiti, non consegnati da loro. Come se si potessero, anche solo pensare certe cose. Non siamo merce di scambio, siamo esseri umani.

 

-Perché no? In fondo anche tu, se fossi affamata e qualcuno ti aiutasse, non saresti riconoscente? 

 

-Ci sono i nostri amici laggiù, la nostra famiglia! – cercai di insistere.

 

-La famiglia di Daryl sono io. – sibilò – Tu, in teoria, potresti andartene quando vuoi, ma sei legata a lui, in qualche modo, giusto? L’ho capito dai filmati di sorveglianza quando avete salvato le vostre amiche, poi, una volta visti insieme, è stato palese.

 

-Mi lasceresti andare? - chiesi sfidandolo.

 

- Te ne andresti, senza di lui, se te lo lasciassi fare? 

 

-No. – risposi con un filo d voce. 

 

-Vedi, allora, che ho ragione. Tra l’altro occorerebbe ufficializzare questo vostro rapporto, se Daryl è così deciso a portarlo avanti. Qui a Terminus tutto è finalizzato al bene supremo. E qual è il bene più grande per un essere umano, in mezzo a un’apocalisse zombi? 

 

-Non saprei. Sopravvivere, magari? – risposi annoiata da queste elucubrazioni mentali da pazzo. 

 

-Perpretare la razza umana. Non mi guardare come se fossi un marziano, ragazzina. E’ un dato di fatto: qui a Terminus tutti abbiamo un compito. Coloro che sono troppo deboli per essere di qualche utilità alla causa, sono sacrificabili. Per lo più, si tratta di vecchi o malati, gli individui più forti, quelli che sono sopravvisssuti là fuori più a lungo, hanno sviluppato capacità innate, più sviluppate di altri, e la nostra difesa è affidata loro. Poi ci sono quelli che caratterialmente non potrebbero resistere alla pressione là fuori, - e magari lo stress post traumatico, da impatto con il  mondo di oggi, li ha resi, del tutto o parzialmente,  incapaci di reagire – risultando inutili per l’economia qua dentro, quindi ci aiutano – con il loro sacrificio -  a studiare il virus.  Poi c’è un’altra categoria di persone, quelle forti, ma incapaci di sottostare alle regole. Quel genere di persone sono quelle che preferisco. – mi osservò maligno con gli occhi che brillavano – Pechè sono le stesse persone che, un volta indottrinate, sono più assertive delle altre.  Tu e mio figlio, siete il classico esempio di esse.  Daryl è cresciuto con delle regole, che ha preferito, da un certo punto in avanti, tralasciare e vivere come un derelitto. Merle, in questo, non gli ha fatto un favore, strappandomelo quando stava appena diventando interessante, ma anche questo suo retroterra, lo ha reso  più forte, quindi il mio primogenito, alla fine, ci ha visto giusto, anche se lo ha fatto diventare più selvatico del necessario. D è un ribelle, ora, uno che ritiene di poter fare scelte senza che siano approvate da chicchessia. 

 

-E’ un uomo, non più un ragazzino spaventato da te o dal mondo esterno. 

 

-Forse è come dici tu, ma io esercito ancora una qualche sorta di controllo su di lui, se non altro perché ho in mano la ragazza che…ama? – mi rispose maligno, dicendolo, come se fosse la cosa peggiore che potesse capitare al mondo.  – E posso manovrare ancora i fili, come meglio credo. 

 

-Non ce la farai. Daryl non è uno stupido. 

 

Dustin mi sorrise arrogante. – E’ vero. Non è stupido, ma purtroppo per lui, ha deciso di diventare vulnerbile, nel momemto peggiore. Se ancora ci fosse Merle, avrei potuto fare leva su di lui. Daryl si sarebbe lanciato nel fuoco per una parola del suo fratellone, ma le cose sono andate così. Per mia fortuna, lui è affettivamente ed emotivamte dipendente da te, ora, in caso contrario, avrei dovuto faticare molto di più.

 

-Non vorrà fargli del male?  - chiesi in ansia, dalla piega che il discorso stava prendendo. 

 

-Miss Greene, - rispose gelido, punto sul vivo - Mi è rimasto solo un figlio, credi davvero che farei qualcosa che gli possa nuocere in maniera, davvero, seria? Se Daryl avrà davvero imparato la lezione, vi lascerò fare la vostra vita, prima o  poi vorrò anche che concretizziate la cosa con un figlio o due, certo…

 

-Ma credi che le persone si possano usare come fossero bestie?  E’ lo stesso principio che si protrebbe applicare, che so, in una fattoria! 

 

-E allora cosa vorresti biondina? Che Daryl ti prendesse come amante? Lo preferiresti?  Glielo protrei proporre, ma non so quanto lui ne sarebbe felice… Tu sei ancora convinta che esistano brave persone, tu sei un idealista, un’inguaribile romantica, che crede che al mondo ci sia ancora del buono da qualche parte, ed è questo che lui ama. Poi è in dubbio che il tuo bel faccino, abbia aiutato…

 

Bruciavo di vera rabbia. Stava analizzando una persona, di cui non sapeva assolutamente niente. Lo odiavo! Lo odiavo davvero.

 

Dustin sorrise beffardo e si alzò dalla sedia, - Ora scusami, ma voglio vedere se il mio figlio prediletto, è disposto a essere più morbido, riguardo a certe posizioni, rispetto alla sua…amichetta del cuore? Forse, un giorno, dovrete chiarire cosa siete voi due. No? 

 

A quel punto si avvicinò alla porta, ma prima di uscire aggiunse. 

 

– Goditi la colazione, tra un po’ qualcuno verrà ad accenderti il camino. Qui dentro si gela, principessa. 

 

Rimasi lì come una stupida, pregando che Daryl, non cedesse ai suoi ricatti.

 

-Daryl - 

 

 Ero lucido, molto più di quello che ero stato nei giorni precedenti, Stewart, finalmente, aveva allentato la morsa degli antidolorifici e dei calmanti che mi doveva aver somminstrato in tutti quei giorni. La schiena era un vero tormento, e il braccio sinistro era coperto da lividi, come parte dello sterno, segno che, non stavo reagendo benissimo, al trattamento d’urto cui ero stato sottoposto.  Stewart mi aveva raccontato che i primi due giorni ero stato tenuto sedato e sotto morfina, per evitare che il dolore mi facesse impazzire, e quello era forse il motivo del mio intontimento. Ma la cosa non mi convinceva, del tutto, ricordavo che nel sangue di Rick e delle ragazze, erano state trovate grosse tracce di efedrina, e io, mio malgrado, conoscevo bene gli effetti  di quella merda. Grazie a Merle li avevo provati, nel peggiore dei modi possibile, a diciassette anni. 

Pensavo spesso a Merle in quei giorni, forse era la sua mancanza che sentivo, oppure, era la consapevolezza crescente che, se lui fosse ancora stato qui, lo avremmo affrontato ed eliminato insieme, questo problema. 

Ogni mattina un tizio mi portava la colazione che consumavo sotto il suo sguardo attento. Probabilmente se mi fossi rifiutato, me l’avrebbero fatta ingurgitare a forza, ma non era il mio intento. Volevo rimettermi in forze al più presto ed espellere tutto quello schifo di droghe che mi avevano fatto ingerire, quando ero privo di conoscenza. 

Quando il tizio si ritirava, il tutto senza mai proferire parola, cercavo di alzarmi e provavo a fare un po’ di movimento. I miei muscoli si lamentavano, e non poco, i primi giorni, ma era mera sopravvivenza, quindi sopportavo, stoico. 

Prima mi fossi rimesso in forma, prima mi avrebbero fatto uscire da quella cella e prima avrei, probabilmente, rivisto Beth, accertadomi che stesse bene. Solo a quel punto, ci saremmo scervellati per andarcene da qui, o almeno, lei lo avrebbe fatto, mi fosse anche costata la vita. 

Passarono almeno due settimane in quella maniera, e per quanto mi sentissi in forma ogni giorno di più, nessuna visita di Dustin, né nessun accenno alla possibilità di uscire da quell’angusta cella, si era palesato.

 

L’inizo della seconda settimana era stato scandito da un incidente. In un momento di frustrazione, più pesante del solito, avevo dato un pugno allo specchio del bagno, ferendomi la mano e procurando, a Stewart, almeno due ore di lavoro per togliermi le schegge. 

Niente. Nessuna reazione.
Dustin non si era fatto neanche sentire, con la sua voce baritonale, nel corridoio antistante. 

L’inizio della terza settimana, mentre ammazzavo il tempo e lo scoraggiamento, facendo alcune flessioni, lui entrò nella stanza e si fece lasciare dalle guardie. 

 

Eravamo soli.

 

-Finalmente in piedi! – esordì, quasi allegro. - Non ci avevo visto male pensando avresti reagito in fretta. 

 

Non proferii parola, restando in attesa. Quelle settimane mi avevano aiutato a riflettere sulle mie azioni e su ciò che avrei dovuto o non dovuto, fare. Non mi mancava di sentire la mia voce, in fondo ero sempre stato un tipo abbastanza silenzioso. 

 

Dustin pareva scontento del mio silenzio, ma non lo diede a vedere troppo.

 

-Vediamo come sta procedendo la guarigione, togliti la maglietta e mostrami la schiena Daryl! 

 

Non era una richiesta gentile, o il mero interesse di un essere umano nei confronti di un’altro. Meno che mai, la preoccupazione di un pade nei confronti del proprio figlio, senza contare, che era stato proprio lui, la causa della mia condizione.  Era un ordine perentorio e sterile. 

 

-Non farmelo ripetere. Io non voglio arrivare a metodi drastici. Hai già avuto un assaggio di quella che può essere la mia ira, ma non hai ancora visto tutto. Tu sei forte, l’ho capito sai? Me lo hai dimostrato ampiamente. Non hai più niente del ragazzino che eri una volta, ma io non voglio arrivare al punto di spezzarti, voglio solo che tu ti pieghi.

 

Sospirai pesantemente. Non volevo dargliela vinta, ma, o mi piegavo a quello che mi veniva ordinato, o a Beth sarebbe capitato qualcosa di ancora peggio delle frustate, e non potevo permetterlo. 

Mi sfilai la maglietta nera che mi era stata data, dalla testa, e gli voltai le spalle per mostrare lo scempio, che avevo sulla schiena.  Era un campo di battaglia, su cui più eserciti si erano fronteggiati, e avevano perso. 

 

-Devo dire che, forse, Jake, ci è andato giù un po’ pesante con te!

 

Mi voltai e lo guardai con risentimento. Un po’ pesante era una pietosa bugia, se erano dovuti ricorrere alla morfina, per permettermi di sopportare il dolore, durante le cure. 

Avevo dato anche io un’occhiata alla mia schiena, prima di distruggere lo specchio, e mi ero sorpreso di essere riuscito a reggere la vista, senza autocommiserarmi o vomitare. 

 

-Dovresti ringraziarmi, al giorno d’oggi, chiunque  portassse segni del genere addosso, darebbe chiari segni, al suo prossimo, di essere qualcuno con cui non puoi scherz…

 

-Che puoi prendere a calci in culo, a vista. Non sono un monito per gli altri, tipo statemi lontani sono pericoloso, ma solo un faro per chiunque creda di potermi piegare. E con i vaganti, credi che possa funzionare?  Per loro sono solo cibo, come chiunque altro.

 

Dustin rise. – Andiamo Daryl! Non ti lamentare come una checca! Tuo fratello, sarebbe stato il primo a dirtelo. 

 

-Cosa c’entra Merle? – chiesi esausto dalle sue altalenanti connessioni mentali.

 

- Quando eri svenuto hai nominato solo tre persone. La tua amichetta bionda, tuo fratello, e …Rick? Sei diventato uno stramaledetto bisessuale, ora, figliolo? 

 

Tentare, anche solo di spiegare, che fra me Rick, c’era un legame fraterno, anzi, probabilmente, qualcosa di ben più profondo, era fiato sprecato con uno come Dustin. 

Scrolla le spalle, per liquidarlo.

 

-Se anche fosse davvero così… - risposi scoraggiato - Non sarebbe un tuo problema. Sarebbe bello, sapere di essere libero di assecondare le mie inclinazioni, almeno per ciò che riguarda il sesso, visto che non mi è rimasto più molto altro…- lo guardai sfidandolo. – Comunque tranquillo. Rick ed io siamo amici, per quanto tenga a lui, nessuno dei due ha mai pensato, cose del genere, nei confronti dell’altro.

 

-Felice di saperlo, se no la Biondina ci sarebbe rimasta male! – aggiunse sprezzante - Quella ha bisogno di un amante focoso, - dammi retta!- non di una checca.

 

-Se mi ritieni tale, adotta Gareth. Sembra che lui non abbia problemi con le donne, visto che le aggredisce quando meno se lo aspettano, non rispettando la volontà di chi si trova di fronte. Io ho sempre saputo che se una donna dice no.. .

 

-Tu sei sempre stato un debole in quel senso e, per quanto mi dispiaccia dirlo, anche Merle, non credo sia mai andato troppo oltre… Non è impossibile cambiare, lo sai vero? 

 

-Vai a farti fottere, stronzo!. – Dissi rinfilandomi la maglietta e sedendomi sul letto. 

 

Fu veloce e inaspettato. Dustin mi colpi con la mano aperta, in piena faccia, con un malrovecio che mi spaccò il labbro inferiore e mi fece voltare la testa di lato. 

 

Rimasi sgomento dall’accaduto asciugandomi il sangue dal labbro con la manica e guardandolo in faccia. L’anello con una croce uncinata che portava da una vita, all’anulare,mi aveva dato un bel colpo.

 

-D’ora in poi, parlerai solo se direttamente interrogato. E non sarà solo con me, ma lo farai con tutti quelli che vivono qui. Il comando va guadagnato, e la disciplina sarà la tua migliore medicina. 

 

Stavo per ribattere, mandarlo a fanculo di nuovo, ma qualcosa nei suoi occhi, di antico, mi fece desistere. 

 

Dustin annuì soddisfatto.  

 

-Visto che ti senti abbastanza in forma, dirò a Jake di iniziare con il tuo addestramento, vedremo se trattarti come un cane, porterà qualche beneficio alla tua condotta. 

 

-Posso parlare? 

 

Dustin sorrise quasi gongolando.- Prego, figliolo.

 

-Da quello che ho capito, e fermami se sbaglio, se faccio quello che mi viene detto, non verrò più pestato a sangue, ogni due per tre, guisto? 

 

Dustin mi concesse di proseguire.

 

-D’accordo – dissi deciso. – Lo farò, ma io voglio poter vedere Beth, stare con lei, assicurarmi che stia bene.. oppure…- un’idea logica quanto terribile nelle sue implicazioni, ma solo per me, arrivò, chiara come un lampo, nella mia testa. - Voglio che sia rilasciata. Riaccompagnata al campo al fiume, con provviste anche per gli altri, in modo che possano passare quest’ inverno, e munizioni..Ci sono bambini e vecchi in quel posto, per quanto per te la vita umana conti il giusto, per me è ancora importante. 

 

-E tu credi di valere così tanto per me, Daryl? – disse schietto. 

 

-Non lo credo, lo so. Farò quello che mi verrà detto di fare, mi comporterò come facevo con Merle, non farò domande, ma alle mie condizioni. 

 

-E tu restereresti qui, solo? Senza un amico al mondo, senza il supporto di un letto caldo la notte, solo per salvare la vita a lei e ai tuoi amici? 

 

-Io non ho amici. Loro sono la sola famiglia che mi è rimasta, e, per quanto per te sia incomprensibile, loro, vengono prima di me e della mia sicurezza. Rick e gli altri si sacrificherebbero nelle stesse condizioni, è il minimo che possa fare io. 

 

Dustin si alzò dalla sua sedia,alzando le mani, come a dire, "se va bene a te..."

 – E sia! Lo hai voluto tu! Stasera ti concedo due ore con il tuo grande amore, e domani sarà scortata al suo accampamento. 

 

Dustin uscì, e io andai in bagno per tamponare il labbro rotto. Mi osservai nello specchio, - che era stato sostituito - se non fossi stato certo di conoscermi, avrei giurato che stavo per crollare.
Ero solo. Lo ero sempre stato dopo tutto, ma ora lo sarei stato davvero e per sempre, in una condizione che non avrei retto a lungo, ma sapevo che era necessario.  Per la sicurezza di Beth e degli altri, era vitale, quindi lo avrei fatto.
Pensai a Rick e Carol, loro avrebbero capito, mentre Beth? Cosa avrei dovuto dirle? Le avrei spezzato il cuore, lo sapevo, esattamente come stavo spezzando il mio, dannazione, ma almeno così lei avrebbe potuto rifarsi una vita.
Magari Sean non sarebbe, a quel punto, stato una scelta così deprecabile, e allora perché mi sentivo come se fossi stato appena pungnalato al cuore?

 

   
 
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