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Autore: unholy spirit    21/11/2014    1 recensioni
“Devi ascoltarmi, non puoi fuggir così…”
Una voce profonda risuonava nella sala del trono di Las Noches, melodiosa, mentre intonava un’armonia dalle origini sconosciute.
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- Questa storia è una serie di flashfic/one-shot demenziali/non-sense con protagonista Gin Ichimaru. Le storie non sono in ordine cronologico, ma episodi casuali. Buona lettura -
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-Aggiornamenti lunghi (cause di forza maggiore) -
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gin Ichimaru, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piccola premessa: in questa storia non sarà Gin il protagonista, ma sarà il nostro nobile preferito.
La pubblico ugualmente nel “Diario di un Volpino”, leggete e scopritene il motivo!!
 
 
 
 
 
 
Words of love… Or so he was told
 
 
 
 
 
Renji Abarai misurava nervosamente il suo ufficio a grandi passi. Ancora una volta aveva aspettato troppo, e adesso era in alto mare.
Non era mai stato bravo con le parole, questo era risaputo, ma questa volta si sarebbero aspettati qualcosa da lui, lei si sarebbe aspettata qualcosa.
E lui non aveva intenzione di deluderla; non il giorno del loro fidanzamento ufficiale.

Già….

Peccato che non fosse ancora riuscito a produrre niente che potesse essere adatto; non era così ambizioso da sperare in qualcosa che soddisfacesse o sorprendesse i presenti, ma, quantomeno, non voleva fare una pessima figura.
In preda alla frustrazione tirò un calcio al muro, trovandosi poi a rotolare per terra imprecando per il dolore.
Era così perso nei suoi pensieri che non si accorse dell’intruso nell’ufficio, finchè un colpo di tosse non lo fece sobbalzare.
 

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Byakuya Kuchiki stava perdendo la pazienza, era già al terzo colpo di tosse, e il suo luogotenente non si era ancora accorto della sua presenza.
Scocciato per il fatto di non essere stato notato, e per la poca considerazione che il suo sottoposto mostrava verso le pareti della divisione, già più volte ricostruite, diede l’ennesimo colpo di tosse, e stavolta il rosso lo notò.

- Capitano? Cosa fate qui? – chiese imbarazzato.
- Sono quasi le otto, Renji. Spero tu non intenda fare tardi – rispose con il solito tono impassibile, fingendo di non aver assistito alla patetica scena.
- No signore – cominciò con un filo di voce – è solo che… -

Il nobile lo guardò interrogativo, con un sopracciglio leggermente alzato.

- Insomma – l’ananas cominciò a gesticolare e si sedette sul divano, ancora non si fidava di poggiare il peso sul piede offeso – sono mesi che penso a qualcosa da dirle. Ma non sono in grado. Oggi è il grande giorno ed io non ho ancora preparato niente – si fermò per riprendere fiato.

Byakuya si sedette di fronte a lui, invitandolo a continuare.

- Ho provato più volte a scrivere qualcosa: un haiku, una semplice lettera o una dichiarazione d’amore. Ho chiesto anche aiuto, ma non è servito. Kira suggerisce solo cose deprimenti, Hisagi scrive belle poesie, ma non sono nel mio stile. Ho chiesto ad Ichigo, ma è stato ancora peggio, come se non avesse mai visto una ragazza in vita sua. Mi sono persino abbassato a chiedere consiglio ad Urahara, con le conseguenti figure di merda che mi hanno portato a fare le sue assurde ed inutili “lezioni di dichiarazione” – la sua voce salì leggermente di tonalità – sono disperato Capitano, non so più dove sbattere la testa –
-Ti sarei grato se non considerassi il muro atto a questo scopo – si lasciò sfuggire Byakuya.
- Come? – arrossì il rosso, capendo di essere stato visto pochi minuti prima.
- Passami carta e penna Abarai. Poi lavati, indossa qualcosa di decente e presentati a Villa Kuchiki per le otto in punto – ordinò.
- Carta e penna – ripetè stupidamente - Mi aiuterete voi? – si illuminò – Taichou... quindi siamo amici? –

Byakuya sgranò gli occhi per l’infantilità di quell’affermazione.

- No Renji. Ma voglio bene a mia sorella, e merita che le venga detto qualcosa di carino, di romantico, che le scaldi il cuore, se vogliamo. Qualcosa che chiaramente, per quanto possano essere sinceri i tuoi sentimenti, non può uscire fuori da quell’ananas che tu chiami testa -  concluse freddamente.
- Grazie Capitano, vi voglio bene! – disse uscendo di corsa dalla stanza.
 

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Alle otto in punto Renji si presentò a Villa Kuchiki.
Rilesse per l’ultima volta il biglietto scritto da Byakuya, sorrise ed entrò. Gli ospiti erano già arrivati e la serata si prospettava serena e tranquilla.

La cena proseguì senza intoppi, tra risate, ottimo cibo, sake e buon umore generale. E finalmente arrivò il grande momento di Renji, finalmente avrebbe fatto il suo discorso.
Stirò nervosamente l’orlo del suo haori e si alzò, annunciando di dover dire qualcosa alla donna della sua vita. Si girò verso Rukia e, guardandola dritta negli occhi, cominciò a parlare per quelli che sarebbero stati i cinque minuti più lunghi ed emozionanti della sua vita.
 
-“ Non dire mai che il mio cuore ti è stato infedele
Sebbene la lontananza sembrasse attenuare la mia fiamma:
Potrei forse allontanarmi da me stesso? No, come non potrei
Abbandonare la mia anima che è chiusa nel tuo petto […]” – lesse con voce alta e chiara.
-“ […] Perché nulla è per me l’intero universo…
Tranne te, mia Rukia: nell’universo sei tu il mio tutto.” – Renji concluse sorridendo e guardando Rukia con amore e soddisfazione.

Tuttavia le reazioni dei presenti non erano quelle che aveva immaginato.
Ichigo ed Inoue erano basiti, pallidi e congelati sul posto, Ukitake e Kyouraku lo guardavano sorridenti ed applaudivano deliziati, Yoruichi fissava Renji con la bocca spalancata, prima di voltarsi sospettosa verso Byakuya, cosa che portò Soi Fon a dubitare di aver sentito una bella dichiarazione d’amore, e Urahara aveva portato il ventaglio davanti al viso con aria imbarazzata.
Ed infine Rukia, lei doveva essere radiosa, ed invece era sconvolta e sull’orlo delle lacrime.

- Rukia? Perché piangi? – domandò preoccupato il Luogotenente della Sesta Brigata.
- Renji – cominciò la ragazza tra un singhiozzo e l’altro – pensavi che non me ne accorgessi? IO ho passato più tempo di te nel mondo umano! Sei uno stronzo! Hai copiato una poesia d’amore di Shakespeare dal libro che mi aveva prestato Ichigo! Non merito niente di meglio per te? – urlò prima di uscire dalla sala.
- Ma... Chi è Shakespeare? – chiese sconvolto il tenente.
Si voltò verso il suo Capitano in cerca di spiegazioni. Non riusciva a credere che fosse successo, non per mano di Kuchiki Byakuya!

Il suo cervello cominciò a lavorare come mai aveva fatto, tentando di trovare il modo giusto di spiegare a Rukia il malinteso e salvare, se possibile, il loro fidanzamento.
 

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- Byakuya Kuchiki – Yoruichi gli diede una gomitata nelle costole, brutto segno per il bel Capitano – intendi rimediare? – suonava come una domanda, ma era chiaro che fosse un ordine.
- Rimedierò – rispose con tono piatto. Quando Yoruichi lo chiamava per nome e cognome, era meglio non contraddirla.
- Bene. Ti aspetto in camera, e se non torni con buone notizie... – abbassò la voce per non farsi sentire dagli ospiti, ma la minaccia arrivò chiara alle orecchie del nobile.

Byakuya si alzò ed uscì.
Era una notte tranquilla, una di quelle che preferiva. L’aria era fresca e il cielo era limpido.
Entrò in una stanza, accese un incenso e si sedette.

- Forse ho esagerato, me lo diresti persino tu. Ma mentiresti, tu esageravi sempre. Non sai quante volte Hisana si sia arrabbiata con me per colpa dei tuoi scherzi – si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.
Si diresse alla porta per andare a cercare Rukia, ma prima di uscire si girò nuovamente verso una fotografia.
- Buon compleanno, Gin –
 
 
 
 


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Oss!
Eccomi tornata con una nuova storiella fresca fresca. Dopo un anno di assenza, mi rendo conto adesso…..
Avevo già pubblicato questa storia, ma siccome non mi soddisfaceva, l’avevo cancellata. (Spero che adesso piaccia di più anche a chi la legge)

- la parte in cui Byakuya dice a Renji che lo aiuterà è un piccolo omaggio a Scrubs, quando Turk deve preparare il discorso da dire a Carla. Probabilmente a chi ha visto la serie sarà suonata familiare. (Questa raccolta sta diventando un gigantesco omaggio a qualunque cosa… ma che ci posso fare? Mi piacciono)

- Renji indossa un haori, ma non è un haori da Capitano. Spiego per chi non lo sapesse. L’haori è un soprabito giapponese, lungo fino all’anca o alla coscia. È un indumento che aggiunge maggiore formalità all’abbigliamento. Inizialmente era riservato solo agli uomini, ma in seguito furono introdotti anche per le donne. ^-^

- Ichigo è un grandissimo appassionato di Shakespeare, da qui l’idea di mettere una sua poesia (può darsi che Rukia abbia letto qualcuno dei libri di Ichigo, mi sembrava più realistico che inserire una poesia di altri autori). La poesia è il “sonetto CIX (109)” – W.S.

- Doveva essere una storia per il compleanno di Gin… ma è già passato, e io sono sempre in ritardo.

Mantengo la linea (delle altre mie storie) sul “Troublesome Trio” di Artsy-chan (qui il link alla sua pagina http://artsy-chan.deviantart.com/gallery/25837881).
Bene, credo sia tutto. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Bye bye

unholy spirit

Ps: prometto che dal prossimo capitolo cambio bersaglio per gli scherzi!! P.p.s.: si ringrazia Saeko_san
  
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