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Autore: Kamala_Jackson    21/11/2014    2 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Annabeth, Katniss, Renesmee e Clary sono al loro primo anno ad Hogwarts, smistate in tre differenti Case e apparentemente non hanno niente in comune.
Si incontrano spesso a lezione, nei corridoi o in Sala Grande e ogni volta, come legati da un filo invisibile, i loro occhi si incrociano. E dalle semplici occhiate si passa ai saluti, alle chiacchierate e all'amicizia.
E' Novembre ad Hogwarts e accade qualcosa di strano. I gufi cominciano a sparire. Quelli rimasti non intendono muoversi, sembrano terrorizzati da qualcosa. Non si riesce ad avere più un contatto con gli altri maghi, Hogwarts sembra isolata da resto del mondo.
Nei corridoi cominciano ad aggirarsi strane creature fatte d'ombra, che non esitano a colpire chiunque incroci il loro cammino. E così iniziano a sparire anche gli studenti.
Renesmee fa incubi sempre più strani e orrendi.
Clary si sente attratta irresistibilmente da una strana porta chiusa scoperta per caso.
Katniss sembra essere l'unica sopravvissuta ad un attacco delle Ombre.
Annabeth ha visto qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere.
Hogwarts vive nel terrore più puro e le quattro ragazze decidono di porre fine alla storia.
Ma ci riusciranno da sole ?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Angolino dell’autrice
 
E tra treeee…
…dueeee…
…uno…

Salve gente ! Sappiate che questo capitolo farà abbastanza pena ma avremo una nuova OTF : la PeetaxAnnabeth. Come non potevo mettere il nostro ragazzo bambino del pane nei Corvonero ? Sarà un’amicizia molto simile alla RenesmeexClary ma anche molto diversa per altri. E poi Annabeth ha già il suo Testa d’Alghe a cui badare, non dimentichiamolo ;-).
Per la Sala Comune dei Corvonero ho dovuto far ricorso a fantasia e a Wikipedia, perché sinceramente la collocazione e i vari dettagli mi sfuggivano parecchio, un modo carino per dire che probabilmente soffro di Alzhaimer prematuro.
Ci si vede di sotto,
Bao !

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4.Let Your Words Be Anything But Empty
 

 
-Attenti a quel punto, manca uno scalino.- la voce di Malcolm Anderson, prefetto dei Corvonero e suo fratello maggiore, fece sobbalzare Annabeth. La ragazza saltò agilmente quel buco nelle scale e riprese a far vagare lo sguardo per i corridoi di Hogwarts.
Fantasmi dall’aria bonaria e gentile svolazzavano tra un dipinto e l’altro, salutando e strizzando l’occhio ai ragazzi.
Annabeth tornò a perdersi nei capitelli delle colonne e nelle volte finemente decorate della scuola. Suo fratello Malcolm continuava a parlare ma lei non si degnò molto di ascolatarlo. Appena ricevuta la lettera aveva convinto Chirone a prendere dei libri su Hogwarts, per poter essere preparata al meglio al nuovo ambiente. C’erano molti semidei nella scuola e alcuni che Annabeth non si sarebbe mai aspettata di vedere lì, come Travis e Connor Stoll, considerati un po’ da tutti i gemelli Weasley della situazione. Annabeth ammirò per qualche secondo la statua di una Gargoyles fin troppo simile ad un’arpia.
Ripresero a camminare con un leggero mormorio di sottofondo, Malcolm che continuava a spiegare cose e lei che continuava a guardare tutt’altro con il naso per aria. Annabeth si dispiacque un po’ per questo. Avrebbe davvero voluto ascoltare il fratello ma il deficit dell’attenzione e l’iperattività non aiutavano molto in quel momento.
E fu così che andò a sbattere contro qualcuno.
-Scu…scusami.- dissero lei e il ragazzino che aveva urtato in coro. Annabeth lo guardò attentamente. Era abbastanza gracile, ma aveva le mani callose. La pelle chiara con le guance rosse per l’imbarazzo, i capelli biondo grano e due occhi azzurri come il cielo. Come quelli di Luke, pensò lei per pi maledirsi subito dopo dato che la sua cotta per il figlio di Ermes era così palese che persino Percy se ne era accorto.
-Non fa niente.- mormorò lei, le guance imporporate per quello stupido pensiero.
Per qualche minuto aleggiò un silenzio imbarazzante, che con suo grande stupore fu interrotto proprio dal ragazzino.
-Peeta Mellark.- disse porgendole la mano. Un po’ dell’incertezza di prima era sparita e la sicurezza stava prendendo piede insieme ad un’innata gentilezza.
-Annabeth Chase.- si presentò a sua volta, stringendogli la mano calda. Come aveva notato prima era callosa, ma era qualcosa di estremamente leggero e delicato, non dava alcun fastidio.
Si sorrisero a vicenda e ripresero a camminare. Annabeth notò che l’ambiente si faceva diverso, meno popolato da fantasmi e più stretto. Si ritrovarono a salire un’alta scalinata a chiocciola sul lato ovest del castello.
Una porta ostruiva il passaggio. Era senza maniglia ma aveva un batacchio incantato in bronzo, a forma di aquila. Malcolm si fece avanti e bussò un paio di volte.
IL batacchio si mosse e prese quasi vita, un po’ come il Cappello Parlante.
-Ha la forza di dieci uomini messi insieme.- disse il batacchio con voce vellutata.
Le rotelle di Annabeth cominciarono a muoversi.
Ha la forza di dieci uomini.
Forza.
Dieci uomini.
In uno.
Bingo !
-Qualcuno sa rispondere ?- chiese Malcolm guardandoli uno ad uno. Due mani scattarono verso l’alto. La sua e quella di Peeta. Annabeth lo guardò leggermente stupita, ma poi piantò gli occhi in quelli di suo fratello con sicurezza.
Lui tentennò un attimo, poi le concesse la parola.
-L’orso. Ha la forza di dieci uomini.- disse lei sicura. Osservò Peeta abbassare la mano e rivolgerle un sorriso.
-Esatto…potete entrare, Corvonero.- mormorò la voce vellutata. E sembrò quasi che sorridesse.
Annabeth si ritrovò nella Sala Comune dei Corvonero e ne restò completamente affascinata.
La Sala era vasta ed ariosa, illuminata da fiaccole appese al muro, dato che l’unico camino non riusciva ad illuminare tutta la Sala. Le finestre da cui si intravedeva il cielo notturno erano ad arco acuto. Sulla moquette era ripetuto il motivo decorativo che adornava il soffitto : un cielo stellato, completo di quasi tutte le costellazioni che lei conoscesse. Era arredata con drappi di bronzo, un tavolo e dei divani nei toni del blu. Di fronte alla porta d’ingresso vi era una stupenda scultura in marmo levigato, che probabilmente rappresentava Cosetta Corvonero.
Annabeth si accorse solo in quel momento di avere la bocca oscenamente aperta. La richiuse con uno scatto, fissando poi la libreria dietro la scultura con una certa avidità.
-Allora ragazzi, da quella parte si accede ai dormitori femminili, da questa invece a quelli maschili.
La ragazza scivolò verso le grandi scale candide che portavano ai dormitori e appena prima di sparire dalla sua vista si scambiò un gesto saluto con Peeta.
Si ritrovarono in un grande spazio pieno di letti, con tre finestre coperte da drappi blu in velluto. Anche le lenzuola erano blu mentre le testiere del letto erano in bronzo. Annabeth ne scelse uno vicino alla finestra, tirò le tende e appoggiò la sacca sul letto. Si guardò intorno con circospezione e tirò attentamente i drappi, nascondendo la visuale alle altre Corvonero. Si buttò sul letto con un piccolo sospiro di stanchezza, avvolta in quel blu che tanto sarebbe piaciuto a Percy.
Aspetta, perché stava pensando a Percy in quel momento ???
Scosse piano la testa e prese la sacca di tela tra le dita. Era di un arancione consumato e al centro, da entrambi i lati, troneggiavano in nero le lettere “CHB”.
Camp Half Blood.
Il Campo Mezzosangue. Casa sua. Annabeth sentì una stretta allo stomaco e le pizzicarono gli occhi. Le mancava il Campo. Le mancava la sua casa. Da quel momento niente più cene al padiglione, niente più falò, niente più allenamenti nell’Arena, niente più lago e niente più Cabina di Atena.
Deglutì un paio di volte, pensando che tanto sarebbe potuta tornarci per le vacanze natalizie ed estive.
Aprì la sacca e tirò fuori il suo pugnale, che ripose accuratamente nel cassetto del comodino, insieme alla bacchetta.
Miti e leggende dell’Antica Grecia, il suo libro preferito, venne appoggiato accuratamente sul comodino, accanto ad una foto in cui c’erano lei, Percy e Grover al ritorno dalla loro impresa.
Ne tirò fuori un’altra e la stretta allo stomaco aumentò, quasi a strapparle il respiro.
Una piccola se stessa di sette anni sorrideva con gli occhioni ridotti verso l’alto, rivolti ad un Luke che sorrideva furbo tenendo un braccio sulle spalle di Thalia. Quella foto era stata scattata pochi giorni prima dell’arrivo di Grover, poche settimane prima che Thalia morisse.
Annabeth scaccio via le lacrime che le bagnavano le guance con un mano, riponendo la foto dentro il libro.
Trovò qualche altra cianfrusaglia nella sacca, come il pacco di noccioline alla cioccolata che gli aveva regalato Connor alla partenza, come se non si dovessero rivedere. Uno specchio grande quanto una mano aperta, regalo di Silena e un piccolo pezzo di bronzo celeste su cui era impressa la frase che Chirone le ripeteva sempre, in greco antico: “ E sofìa estì areté ton gennaìon.”. La saggezza è la virtù dei coraggiosi.
Annabeth accarezzò con la punta delle dita i rilievi del bronzo, per poi riporre anche quello sul comodino. Si alzò e mise nel baule ai piedi del letto i vestiti e la sacca ormai vuota, accuratamente piegati. Prese il pigiama e se lo infilò, sentendo la familiare morbidezza del tessuto sulla sua pelle e rilassandosi. Si sciolse dalla coda alta i capelli biondi e ricci e si lanciò uno sguardo allo specchio. Gli occhi grigi erano stanchi e assonnati e i capelli le ricadevano disordinati sulle spalle.
Si infilò tra le lenzuola e se le tirò fin sotto il mento, sperando di non essere colpita come sempre dai soliti incubi da semidio.
E sperò di non sognare Luke. Dopo il suo tradimento il modo le era crollato addosso.
Così, quasi senza accorgersene, chiuse gli occhi e scivolò tra le braccia di Morfeo.
 

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Angolino dell’autrice parte due
 

Chiedo umilmente perdono se fa schifo ma l’ho scritto ora, di getto, dopo aver perso la versione originale, dopo essere andata alla festa del Comenius a scuola e dopo una giornata pesantissima. Se non si è capito sono distrutta.
Non mi dilungherò più di tanto, quindi, a spiegarvi le varie piccole cose su Annabeth Chase.
Il bronzo celeste è il materiale con cui sono fatte le armi dei semidei greci e viene direttamente dall’Olimpo.
Thalia Grace è il mio personaggio preferito in assoluto, figlia di Zeus e morta tentando di proteggere Annabeth, Luke e Grover. Zeus, per questo atto di coraggio, l’ha trasformata in un pino hai confini del campo.
Il Campo Mezzosangue è il posto dove i semidei greci possono vivere al sicuro dai mostri e come direttore delle attività del Campo c’è nientepopodimeno che Chirone, il centauro che ha addestrato i più grandi eroi greci.
Annabeth lo considera un po’ come il suo papà, dato che quello vero… Be’, di Fredrick Chase parleremo un’altra volta.
Connor e Travis Stoll sono i miei figli di Ermes preferiti e sono dei Serpeverde. Travis è il maggiore ma spesso sono considerati come gemelli per la somiglianza. Sono dei gran combina guai e fanno scherzi di tutti i generi.
Peeta Mellark credo che lo sappiamo tutti chi è, no ?
Anche di Luke Castellan parleremo un’altra volta e con questo, ho finisciuto.
Ringrazio chi ha recensito l’altra volta, chi ha inserito questa storia tra le preferite, o le seguite o le ricordate. Anche chi ha solamente letto questa cosuccia qua.
Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando !
A presto,
una stanchissima Kam.
PS: Ho già finito House of Hades e il mio povero cuoricino è a pezzi, ma questo non c’entra, quindi dimenticatelo.
PPS: Dimeeeeentiiiicaaateeeeloooo !!!
   
 
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