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Autore: Luce_Della_Sera    22/11/2014    2 recensioni
(Sequel di "L'amore è sempre amore").
Irene e Sara, ormai sposate da quattro anni, continuano a vivere la loro vita, insieme alla piccola Vittoria, che ormai frequenta la seconda elementare. Tutto sembra procedere per il meglio, finché il passato non comincia a riemergere, nella persona del padre naturale della bambina... da quel momento, due tipi di pensiero inizieranno a scontrarsi: da una parte, chi sostiene la famiglia tradizionale, dall'altra chi sostiene quella dell'amore. Chi avrà ragione?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 24: esempi di normalità

“Papà è tornato a vivere con te? Dici sul serio? Ma che bello!”.
Vittoria, seduta al suo banco, smise di mangiare il panino e fissò il fratellastro, ignorando le occhiate curiose di alcuni dei loro compagni di classe.
“Sì, sì! Lui e la mia mamma hanno fatto pace!”.
“Sono contenta!”.
“Davvero lo sei? Non … non ti dispiace?”.
“No! Perché dovrebbe, scusa?”.
“Beh, perché in fondo il mio papà è anche il tuo!”
“E allora?”
“Non ti manca?”.
“No, non particolarmente. Sto bene con le mie mamme! Voglio bene anche a lui, non fraintendermi”, si affrettò ad aggiungere la bimba, notando l’espressione stupita di Kevin, “Ma ho sempre vissuto con mamma Irene e mamma Sara, e sto bene così. Mamma Sara in realtà non è la mia vera mamma, ma per me è come se lo fosse, capisci? Voglio bene ad entrambe allo stesso modo!”
Kevin annuì, convinto: anche se lui aveva una mamma ed un papà, in un certo senso capiva come si sentiva Vittoria. Sua madre gli aveva spiegato che le famiglie erano formate da due persone adulte che si amavano, e dai loro figli; non importava se le due persone adulte erano un maschio ed una femmina oppure due femmine o due maschi, la cosa fondamentale era che ci fosse amore…e lui le credeva. Il papà diceva invece che la famiglia vera era composta solo da un uomo e una donna con i bambini, ma forse sbagliava!
“Sì, ho capito. Però … posso chiederti una cosa, per curiosità?”.
Vittoria diede un altro morso al panino, e lo masticò; infine, deglutì e rispose, curiosa:
“Ma certo, chiedi pure!”.
“Tra le tue due mamme, chi è che assomiglia più ad un maschio?”.
La bambina lo guardò, stupita. “In che senso?”.
“Non so … una delle due fa cose che sono più da maschio che da femmina?”.
“Kevin, le mie mamme sono due femmine. Nessuna di loro assomiglia ad un maschio, o si comporta come tale!”.
“Ho capito. E … loro odiano i maschi, per caso?”. Non sapeva se fosse corretto porre questa domanda, ma aveva voluto farla lo stesso: voleva capire fino a che punto suo padre si sbagliasse.
“Certo che no! Perché dovrebbero? Ho un fratellino piccolo, se ben ricordi, e ti assicuro che loro non lo odiano. All’inizio pensavo che volessero più bene a lui che a me, ma poi ho capito che vogliono bene a tutti e due ugualmente! Sono tipe davvero normalissime, credimi.”.
Kevin voleva aggiungere altro, ma il suono della campanella lo costrinse a desistere: la ricreazione era finita! Mentre lui correva al suo banco, Vittoria si affrettò a mettersi in bocca l’ultimo pezzo del suo panino, e poi corse a buttare la carta stagnola; appena si fu riseduta al suo posto, la maestra di italiano entrò e lei prese il suo quaderno a righe, pronta per iniziare la lezione.
 

 
“Davvero gli ha risposto così?” chiese Irene a Sara, quella sera, mentre come al solito erano intente a riordinare la cucina; ogni tanto, si fermavano per sentire cosa combinava Gabriele, anche se lo sapevano al sicuro nel suo box.
“E brava la nostra piccola! E’ proprio vero: i bambini spesso sono più saggi degli adulti. Secondo me, Kevin la pensava come lei sin dall’inizio … solo che Dario in questi mesi gli ha fatto sorgere dei dubbi, con tutte le sue considerazioni omofobe. I bambini vengono su come l’adulto li plasma: se gli si insegna che due donne insieme finiscono per odiare gli uomini e/o che una delle due assomiglia sempre ad un uomo per qualche sua caratteristica, allora lui crescerà con quelle convinzioni. Se invece gli si dice che la normalità è relativa e che di essa ci sono vari esempi, tra cui anche le famiglie con due uomini o due donne più i figli, allora diventerà una persona equilibrata e ricca di valori …”.
“Pensi che cambierà mai?”
“Chi, Dario?”.
“Sì, lui”.
“Boh … chissà, magari sì, anche se non credo che succederà dall’oggi al domani. Dopotutto, anche mia sorella era omofoba: ricordi quante me ne ha dette quando ho fatto il mio coming out? Eppure, guardala adesso: va persino ai gay pride!”.
“Sì, ma lei è tua sorella. Mica poteva restare senza parlarti a vita, no?”.
“Non è mica detto: ci sono famiglie in cui questo capita spesso!”.
“D’accordo … ma sono certa che Sofia è un’eccezione”.
“E di Jasmine invece che mi dici? Era omofoba anche lei, e non è mia parente!”
“E’ vero. Ma lei è una mamma … era normale che prima o poi capisse che quello che il marito intendeva fare non era una cosa buona!”.
“D’accordo, capisco cosa intendi. Però, la mentalità delle persone cambia, non resta sempre uguale: l’omosessualità, la bisessualità e le famiglie omogenitoriali presto verranno considerate cose normali da tutti, vedrai, così come è stato per il divorzio e per i matrimoni misti! Se anche Dario non cambiasse, sarà uno dei pochi della nostra età che ancora la pensa in quel modo: e la sua ignoranza morirà con lui, perché Kevin di certo non seguirà le sue orme. Ne sono più che sicura!”.
“Spero tu abbia ragione, ma per ora il tuo ex continua a starmi antipatico! Hai intenzione di fargli incontrare Vittoria a breve, a proposito?”.
“Devo: me l’ha chiesto lei proprio ieri sera! Credo che nonostante tutto gli voglia bene, e voglia cercare di capire perché non ha voluto stare con lei in tutto questo tempo”.
“Voglio proprio vedere cosa le risponderà, quando glielo chiederà!”
“Lo vedrai davvero, molto probabilmente: tanto, gli ho fatto chiaramente capire che potrà vedere la bambina solo con una di noi due presente!”.
“Ah, già, è vero: mi divertirò un mondo, allora!”.
“Sì, però la prima volta voglio starci io, ok? Tanto, dubito che mi aggredirà ancora!”.
“Va bene. Non sarò molto tranquilla, in quel caso, ma contenta tu!”.
“Vedrai, non succederà niente di male! E poi, dovrei vederlo comunque, perché ho dimenticato di parlargli della storiella che ho inventato per giustificare la sua assenza a Vittoria!”.
“Quale era? Non mi ricordo!”
“Era quella secondo cui lui era troppo giovane per prendersi la responsabilità … ammetto che non è un granché come scusa, perché potrà reggere soltanto per un altro paio d’anni al massimo, ma non mi veniva in mente altro”.
“Sei troppo buona!”
“Forse: ma mica potevo dirle la verità, no? E’ ancora troppo piccola! E poi, è comunque suo padre: non posso metterglielo contro in questo modo, anche se lui ha cercato di fare lo stesso con me appena ne ha avuto l’occasione. Quando sarà grande, deciderà come considerarlo!”.
Le due donne si guardarono e si sorrisero.
Nonostante tutto quello che si erano dette, erano entrambe ugualmente fiduciose riguardo al loro avvenire: sapevano che, ora che il processo era solo un ricordo e che probabilmente non ce ne sarebbero stati altri, le cose sarebbero migliorate, e loro avrebbero potuto continuare a vivere con tranquillità …
Certo, la loro famiglia avrebbe sempre avuto dei problemi, e sia loro due che Vittoria e Gabriele avrebbero dovuto affrontare ancora tantissimi pregiudizi riguardo la loro condizione; ma sapevano anche che l’affetto che li legava avrebbe superato ogni cosa.
A prescindere da ciò che avrebbero mai potuto dire gli altri, infatti, erano convintissime che la vera essenza delle famiglie fosse l’amore; e avrebbero di sicuro continuato a trasmettere quello e tanti altri valori ai figli, man mano che questi fossero cresciuti.

  
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