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Autore: Freya Crystal    24/11/2014    5 recensioni
- Perché mi hai scelta, Pai? -
Un istinto inspiegabile le suggeriva cosa doveva dire. Retasu non si era mai rifiutata di dare ascolto a quella voce.
Gli occhi viola dell'alieno furono attraversati da un guizzo d'odio.
- Non ho idea di cosa tu stia parlando. -
Il ventaglio era ancora puntato verso di lei, ma Pai non accennava ad attaccarla.
- Sì, invece. Perché sei venuto da me? -
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Dead whisperer
 



Era rimasta lì, immobile, ad ascoltare il rumore delle cascate. A poco a poco la sfera rossa pulsante che aveva assorbito Kisshu e Taruto si era dissolta sotto i suoi occhi. Sapeva dove si trovava, l'aveva capito non appena si era svegliata in quel campo fiorito, ma si era rifiutata di ammetterlo a se stessa. Precipitare in quel buco l'aveva condotta in un luogo lontano dal tempo e dallo spazio, un luogo che credeva non avrebbe mai potuto raggiungere mentre lo osservava attraverso il monitor della sala comandi sull'astronave. E invece...
<< Sono furibonda. >>
Retasu aveva tramutato quel pensiero in parole, come se dirlo a voce alta fosse l'unica cosa che le permetteva di rimanere aggrappata alla vita. 
<< Prima finisco in gabbia, poi perdo di vista le altre mentre stiamo fuggendo, cado in una voragine che mi porta qui, mi ritrovo ad abbracciare Profondo Blu credendo che sia Pai, spuntano Kisshu e Taruto che senza darmi una sola spiegazione scompaiono risucchiati da una sfera d'energia e io rimango qui da sola. Ehy! Qualcuno mi sente!? >>
Aveva preso a camminare furiosamente lungo un percorso immaginario senza accorgersene. Pestava l'erba con veemenza, i suoi stessi passi pregni della rabbia che le stava crescendo in corpo. 
<< Ero già confusa prima, adesso mi sento peggio! Vorrei solo cancellare tutto questo e scoprire che si tratta di un sogno. Dove sono le ragazze? >> Si guardò attorno. << Come faccio ad uscire da qui!? >> 
Fuggire da una gabbia l'aveva fatta finire in un'altra gabbia: se avesse fatto un passo oltre il perimetro di quel campo sarebbe precipitata nel vuoto. 
Tutto il fiato che aveva nei polmoni lo tirò fuori con un urlo. Quando ebbe finito gettò occhiate speranzose in tutte le direzioni. 
Rumore ininterrotto di acqua che scorreva su altra acqua. Monotono, incessante, unico
Retasu si accasciò a terra col fiatone. << Sono sola... >> mormorò sconfitta. 
Passarono una decina di secondi, nei quali si lasciò sopraffarre da pensieri negativi, finché non udì il suono di un sospiro all'orecchio. Rabbrividì, timorosa di voltarsi e scoprire il pericolo. Ogni arto del suo corpo si era irrigidito. 
Una goccia multicolore le passò davanti agli occhi e rimase lì sospesa, come se volesse farsi rimirare. 
<< Sei stata tu? >> 
Era preda del delirio se aveva il coraggio di parlare a una goccia. Retasu alzò il braccio per toccarla e non appena le sue dita entrarono in contatto con essa, la goccia parve strillare da molto lontano, come se il suono della sua voce giungesse da un abisso. Avvertì un formicolio propagarsi lungo il braccio, la spalla, il collo ed infine il petto. Un flash mentale di ricordi non suoi le attraversò la mente.
Una bambina, vestita di giallo con le treccine castane, che correva in giardino con espressione gioiosa. Fujin.
Una donna dai tratti delicati che se la stringeva al petto e si dondolava su un'amaca per farla addormentare. Sua madre.
Un uomo anziano che le porgeva un cono di ghiaccio dolce per farle dimenticare la sbucciatura al ginocchio. Suo nonno.
Il rombo di un tuono, la pioggia che scrosciava sul marciapiede, il corpo della madre riverso sull'asfalto. Fujin piangente.
Un alieno che le puntava contro una daga, lei che non se ne accorgeva rapita dal fiume rosso che scorreva intorno a sua madre.
Lei che cadeva sul corpo di sua madre.
La pioggia che si macchiava di un rosso più scuro. 
L'alieno che la guardava negli occhi con espressione dolente. 
Lei che sentiva un dolore fortissimo e chiudeva gli occhi per sempre.
Retasu ritrasse la mano come scottata. Il suo corpo brillava, attraversato da sottili fili luminosi di luce arcobaleno. 
<< Di chi sono questi sentimenti? Di Fujin?... Miei? >>
Aveva provato un turbine di emozioni: gioia, sicurezza, gratitudine, shock, paura, dolore. Aveva percepito sulla propria pelle il calore materno di quell'abbraccio, come se fosse stata sua madre a stringerla a sé, poi il tocco insolente della pioggia fredda, la lama della daga che le perforava lo stomaco, mozzandole il respiro, il suolo bagnato contro la sua schiena, il suo sangue caldo che vi colava sopra. 
Sprazzi di una vita non sua le avevano invaso la mente, la carne, le ossa, le vene
<< C-cosa sta succedendo? >>
La goccia sospesa di fronte a lei emise un altro lieve strillo, vibrò, s'illuminò, poi tornò ferma. Retasu vide il volto di Fujin al suo interno, la bambina dalle treccine castane. 
<< Aiutami. Aiutami a uscire da qui. >>
Inerme. 
La goccia le aveva parlato. Fujin, le aveva parlato. Aveva visto la bocca sottile della bambina muoversi per articolare quella supplica, attraverso la superficie trasparente di quella goccia, il suono della sua voce infantile che riecheggiava nell'area circostante . 
Allora capì. Retasu aveva visto i suoi ricordi, aveva percepito i suoi sentimenti e le sue sensazioni perché lei glieli aveva voluti mostrare. 
Fujin le aveva voluto mostrare com'era morta.
<< Non sono la sola che vuole chiederti aiuto. Qui ci sono moltissime persone insieme a me. >>
Retasu provò a dire qualcosa, ma le parole le morirono in gola. Non riusciva a metabolizzare quello che i suoi occhi le stavano mostrando e quelle che le sue orecchie stavano sentendo. 
<< Non voglio che il signore cattivo torni. Ho paura quando si avvicina. >>
Un altro sospiro. E un altro. E un altro ancora. 
Retasu voltò la testa a destra e a sinistra. Oltre il velo della nebbia comparvero una decina di gocce fluttuanti che si moltiplicarono in pochi, brevi istanti. Ognuna di essa emise un lieve strillo, vibrò, s'illuminò, poi tornò ferma, proprio come aveva fatto la goccia che racchiudeva i ricordi e i sentimenti di Fujin. Retasu vide una serie di volti riflessi al loro interno, volti di uomini, donne, bambini. E di alieni. 
La triste consapevolezza di ciò che quelle gocce rappresentassero e il modo in cui si erano manifestate  le suscitarono raccapriccio, ma anche meraviglia. La loro bellezza multicolore si sposava armoniosamente col profumo dei fiori aleggiante nell'aria, rendendo quella visione un antidoto per i sensi. C'era un che di sacro e assoluto in quel fenomeno, l'espressione di una magia unica e irripetibile.
<< Siete tutti morti... non è vero? >>
La sua voce le risultò rauca, affaticata, quasi lo sforzo di pronunciare quella frase l'avesse debilitata. 
Di colpo i volti riflessi sulle gocce svanirono ed esse si dispersero. 
<< Fujin!... >> richiamò la bambina che le aveva chiesto aiuto, ma non ricevette alcuna risposta.
L'eco delle sue parole fu seguito da un fischio. 
Retasu si alzò in piedi e impugnò le nacchere. 
<< Chi c'è? >> urlò, cercando di assumere un tono di voce fermo. 
Sentì un secondo fischio in risposta. 
<< Sono quaggiù. >>
Retasu avvertì un serpente di fuoco risalirle dallo stomaco fino alla gola. Di nuovo quella voce. Profondo Blu aveva intenzione di ingannarla di nuovo. 
Cosa n'è stato di Kisshu e Taruto?
Coraggio, sta calma.

<< Chi sei? >> urlò, voltandosi alla sua sinistra.
Un alieno si fece avanti oltre il velo della nebbia, le mani in alto in segno di resa.
<< Mi riconosci? >>
Retasu strinse a forza le nacchere, l'unico appiglio al quale poteva aggrapparsi. La luce negli occhi dell'alieno era quanto di più familiare ricordasse di lui. Stavolta non c'era nulla di diverso, non c'era alcuna traccia di un sentimento sconosciuto a brillargli negli occhi d'ametista. 
Incredibilmente alto, incredibilmente serio, incredibilmente Pai.
Retasu annuì impercettibilmente con un cenno del capo. 
<< So che potrà sembrarti strano sentirtelo dire ma... sono felice di rivederti. >>
La sua voce la percosse internamente, risvegliando in lei un calore rimasto troppo a lungo in letargo. 
Felice. Sono felice di rivederti.
Pai avanzò verso di lei, annullando la loro distanza. 
<< Ti sei fatta catturare. Come hai potuto? >>
Un'allarme risuonò dentro di lei. Il sogno che aveva fatto prima di risvegliarsi in gabbia le sembrò premonitore. 
Consegnandovi nelle loro mani, avete reso il nostro sacrificio vano. Se potessi tornare indietro, credimi, vi ucciderei io stesso con queste mani.
Che senso avrebbe difendere delle vigliacche?
Ho commesso un errore. 

Quelle parole risuonarono in lei come una stoccata ai polmoni, così chiare e precise che le sembrò di sentirle uscire dalla sua bocca. Voleva solo abbracciarlo, abbandonarsi allo stupore, alla felicità, al sollievo, a quella confusione così bella, ma era pietrificata dal timore.
Pai chiuse gli occhi, le palpebre frementi in lotta per tenere a freno il nodulo di emozioni impigliate in essi. Solo quando li riaprì parve avere riacquistato il proprio autocontrollo.
<< Vorrei poterti spiegare cosa sta succedendo. Ma non c'è tempo. >>
Con uno scatto deciso le afferrò le braccia, fissandola con intensità. 
<< Ti chiedo perdono per quello che sto per fare. >>
Retasu realizzò cosa stava per fare, ma non ebbe il tempo di impedirglielo. Non ebbe modo di dirgli che prima voleva parlargli, assicurarsi che fosse reale.
Non ebbe modo di chiedergli se si sarebbero mai rivisti. 
L'ultima cosa che vide, mentre il suolo svaniva sotto ai suoi piedi, fu il brillio delle sue iridi malinconiche. 



 
*****



L'oscurità era talmente elevata da dare del filo da torcere anche a quegli occhi felini. L'aria era carente d'ossigeno. Un comune mortale sarebbe morto in cinque minuti, se si fosse trovato in quel posto. 
<< Allora, sei felice di aver ricevuto un segno? >>
Kisshu ignorò le parole del compagno, continuando a guardare davanti a sé. Non poteva permettere a se stesso di distrarsi in un momento del genere, non c'era tempo per pensare. Non c'era mai tempo.
<< Credi che Pai l'abbia trovata? >>
Come diavolo c'è finita una Mew Mew nel passaggio per l'Aldilà?
<< Miseriaccia, Kisshu! Rispondimi! >>
Taruto gli afferrò un polso, fissandolo arrabbiato. Kisshu lesse un lampo d'impazienza nei suoi occhi e si concesse di arcuare le labbra in un mezzo sorriso malizioso.
<< Ti è proprio mancata, a quanto pare. >>
Taruto sussultò, la sua espressione cambiò di colpo, poi, a seguito di un'istantanea riflessione, tornò quella di prima. << Piantala di fare battutine da saputello! >>
<< Ma se sei stato tu il primo a farne una! >> 
<< La mia era una semplice domanda, non un'allusione perversa! >> 
Kisshu sospirò. << Paraculo. >>
<< Idiota! >>
<< Piuttosto, sì, credo che Pai l'abbia trovata. Se era tornato indietro per cercarci non può non essersi accorto di lei. >>
Taruto parve dimenticare la loro breve scaramuccia. << Così anche Pu- ... le altre sapranno che siamo vivi! >>
Kisshu lottò con tutto se stesso per trattenere le risate. Inutile che il fratello provasse a mascherare la propria felicità, sapere che la Mew verde avrebbe consegnato alla Mew scimmia una videosfera da parte sua lo mandava fuori di testa.
<< Smettila di prendermi in giro! Credi che non lo sappia che stai ballando mentalmente al pensiero che la befana riceverà una videosfera da parte tua? >>
A quel punto Kisshu si lasciò andare ad una risata liberatoria. Era bello poter parlare, per una buona volta, di qualcosa di diverso dai piani di Profondo Blu col proprio fratellastro . << Allora lo vedi che stavi pensando a una Mew Mew in particolare? E non chiamare Ichigo befana. >>
Taruto portò le braccia dietro alla nuca, cercando di assumere un'aria rilassata. << E anche se fosse? Cosa avresti da biasimarmi, tu che sei fissato con la befa-... con Mew Ichigo? >>
Kisshu si strinse nelle spalle. << Niente. >> Gli sorrise solidale, esprimendo in quel gesto una tacita sintonia. Voleva far capire a Taruto che non c'era niente di sbagliato in lui se si era affezionato a una nemica. Ex-nemica, oramai. Nelle vita poteva capitare anche questo e lui ne era un fedele testimone. 
L'alieno dagli occhi d'ambra ricambiò il sorriso, grato. << Secondo te perché Mew Retasu era lì da sola? Dove saranno le altre Mew Mew? >>
Kisshu scacciò il forte senso di istintiva preoccupazione che provava per Ichigo. << Non lo so. Ma di sicuro non in prigione, se la sanno cavare. >>
<< Nessuno è mai uscito vivo dalla prigione dei nostri avi >>, gli fece notare il fratello.
<< Nessuno tranne noi, vorrai dire >>, lo corresse Kisshu. << E se quelle maledette serpi erano in grado di metterci sempre i bastoni tra le ruote, sono sicuro che anche loro ce l'hanno fatta a fuggire. Ti ho convinto? >>
Taruto annuì, rincuorato. Sì, la sua Purin era forte. La sua Purin stava bene.
<< Cavolo, più andiamo avanti e più diventa tutto nero. Questo labirinto ci farà uscire di testa, me lo sento. >>
Kisshu aguzzò la vista. << Hai ragione. >>
La fine non è lontana. 
Le parole che Profondo Blu aveva rivolto a Mew Retasu avevano sconcertato Kisshu.
Che cosa diavolo ha in mente quel folle? Senza l'acqua cristallo non può contrastare le Mew Mew, tantomeno distruggere il pianeta. Come fa a dire che la fine non è lontana?
Kisshu tese le orecchie, alla ricerca del minimo suono che potesse tradire la presenza della sua ombra. Nello stato in cui si trovava, Profondo Blu era perfettamente in grado di mimetizzarsi nell'oscurità senza farsi individuare. I due fratelli potevano avercelo alle costole da un bel pezzo senza saperlo, perciò ascoltare ogni minimo movimento nell'aria era di vitale importanza per entrambi. 
Forse voleva solo spaventare la Mew Mew. Oppure... No, se fosse riuscito ad assorbirle la forza vitale, Mew Retasu avrebbe dovuto perdere i sensi, cosa che non è avvenuta, perciò il motivo delle sue parole resta un mistero.
"La fine non è lontana". 
Perché? Cosa diavolo te lo fa credere, lurido verme?

Profondo Blu era fuggevole come il vento o l'acqua che si cerca inutilmente di trattenere tra le mani. Kisshu e Taruto erano riusciti a localizzarlo solo due volte da quando lo stavano cercando, la prima volta insieme a Pai, la seconda quando si era avvicinato a Mew Retasu. Non potevano lasciarsi scappare l'imperdibile occasione di catturarlo. 
Una volta compiuta la missione, non avrebbero dovuto fare altro che materializzarsi in superficie e consegnarlo alle Mew Mew, che lo avrebbero tolto di mezzo una volta per tutte. 
<< Lo sai che l'abbiamo perso di nuovo, vero? >>
La voce di Taruto lo riportò alla realtà, distogliendolo dai propri pensieri. Kisshu si lasciò sfuggire un ringhio d'esasperazione. Continuavano a vagare in quel labirinto buio completamente uguale, privo di qualunque fonte di luce e di vita. << Il passaggio l'ha aperto Profondo Blu e solo lui può farlo. Una volta tornati indietro potremmo trovarlo chiuso >>, gli fece notare.
<< Lo so, ma se così fosse nemmeno Pai potrebbe raggiungerci. E noi rischieremmo di rimanere bloccati qui per chissà quanto. >>
Taruto aveva ragione. Non gli restava altro da fare che smaterializzarsi.
Se solo non avessimo perso tempo con quella Mew Mew, forse... questa volta ce l'avremmo fatta a catturarlo. 
Kisshu si maledì per non essere stato più veloce a liquidare le domande di Mew Retasu, ma allo stesso tempo provò un moto di ribellione verso se stesso. Sapeva che consegnare le due videosfere alla ragazza era stato necessario e che avrebbe dovuto benedire quel colpo di fortuna che gli aveva permesso di incontrarla.
<< Allora, cosa facciamo? >> insistette Taruto. 
Kisshu trattenne l'impulso di iniziare a scagliare sfere d'energia in tutte le direzioni. << Torniamo indietro. >>


 
*****



Retasu provò una sensazione completamente nuova. Un attimo prima i suoi piedi si erano staccati dal suolo, un attimo dopo una forza sconosciuta cercava di trattenerla. 
Il lampo d'allarme che attraversò gli occhi di Pai di fronte a quel fenomeno la sconcertò ulteriormente.
<< Cosa sta succedendo? >> gli domandò.
<< Non riesco a smaterializzarmi. >>
Un'esplosione di suoni e luci li investì in pieno. Il suolo iniziò a tremare e il cielo si oscurò. Retasu si aggrappò inconsapevolmente a Pai, nascondendo il viso sul suo torace, le ossa attraversate da un freddo pungente. 
<< Vogliono proteggerti. >>
La voce dell'alieno le risultò ferma come al solito, tuttavia avvertì una certa rigidità in lui e, nell'istante successivo alla formulazione di quel pensiero, si chiese come facesse a sentirlo. Realizzò quello che aveva fatto e si scostò velocemente. << D-di che parli? >> domandò, il sangue che le fluiva con velocità doppia alle guance. 
Pai non sembrò minimamente scosso da quel breve contatto avvenuto con la ragazza. << Guarda tu stessa. >>
Retasu vide una coltre di nubi addensate sopra di loro attraversate da lampi rossi. Si accorse che l'acqua delle cascate si era cristallizzata a causa del gelo sopraggiunto e che il campo nel quale si trovavano era ricoperto da uno spesso strato di neve. Ma ciò che la lasciò senza fiato furono le gocce arcobaleno che l'attorniavano. Erano state loro a strillare e a permeare l'aria di luci. Su ciascuna di esse si rifletteva il volto di una persona. Rabbia, affanno, paura e supplica furono i sentimenti che Retasu lesse negli occhi di ognuna di loro. 
<< Vattene! >>
<< Allontanati da lui! >>
<< Maledetto mostro, lasciala stare! >>
Vogliono proteggerti.
<< Vi state sbaglian-
Pai non fece in tempo a concludere la frase che alcune gocce gli si scagliarono contro, emettendo scintille elettriche. L'alieno trattenne un gemito di dolore non appena venne investito da piccole scosse in tutto il corpo. Un tuono si abbatté sul suolo, a pochi centimetri da lui.
Vogliono proteggerti. 
<< Basta! Non fategli del male! Lui non è un mostro! >> 
Le gocce si allontanarono da Pai e circondarono Retasu. Un piacevole senso di calore l'attraversò da capo a piedi, debellando il gelo nelle sua ossa. Non avrebbe saputo dire se avvenne realmente o se la sua fu una sensazione illusoria.
<< Lui non è Profondo Blu. >> A quel punto guardò Pai dritto negli occhi, cercando una conferma alle sue stesse parole. << Vero? >>
L'alieno si chiese se la confusione riflessa negli occhi di lei fosse sincera. Trovò una risposta immediata. Quegli occhi, anche volendo, non sarebbero mai stati capaci di mentire, nemmeno di inscenare una farsa per risultare più convincenti. Dunque il dubbio di Mew Retasu sulla sua identità era reale. Perché? 
<< Non sono Profondo Blu >> sentenziò alla ragazza che aveva assunto una posizione di guardia. 
L'acqua delle cascate tornò a scorrere, il cielo si aprì, la neve svanì, il campo rifiorì e le gocce, fautrici di quello sconvolgimento, si allontanarono. Tutto avvenne in una manciata di secondi. 
Retasu continuò a fissare Pai con aria circospetta, il cuore che le tamburellava nel petto, unico muscolo in movimento. << Non sei Profondo Blu, vero? >> ripeté. 
Pai sussultò. << L'hai visto >>, realizzò, un'ondata di rabbia che gli si agitava nello stomaco al pensiero di quello che il suo ex-sovrano avrebbe potuto fare a lei.
In quegli occhi azzurri saettavano emozioni contrastanti: confusione, speranza, delusione, paura. Gli faceva male vederli in quello stato. 
<< Ha cercato di assorbire la tua forza vitale, non è così? >>
Retasu si strinse su se stessa. << E' quello che ha detto Kisshu. >>
Pai annullò la distanza tra di loro senza accorgersene. << Cos'è successo? >> 
La ragazza percepì una velata urgenza nel tono della sua voce. Le parole le rimasero incagliate in gola. Non poteva avere la certezza che lui-
<< Mew Retasu, qualunque cosa tu abbia visto, sappi per certo che io sono chi ti dico di essere. >>
Bastò quello. Non appena l'aveva visto si era subito accorta della luce diversa che gli brillava negli occhi, una luce che non avrebbe mai potuto dimenticare e che Profondo Blu non era stato in grado di imitare. Quella luce era caratteristica unica di Pai, colui che adesso le stava di fronte.
Forse stava ingannando se stessa pensando ciò, forse il suo bisogno di rivederlo era così grande da ottenebrarle la mente. Forse...
<< Non ti fidi di me. >>
<< No!... No, ti sbagli >> si affrettò a replicare Retasu. << E' che me ne sono capitate di tutti i colori e fatico ancora a mettere ordine in testa. >>
Pai incrociò le braccia al petto. << Metteremo ordine insieme. >>
Insieme.
<< Quelle che mi hanno attaccato poco fa sono le anime dei morti, più precisamente le vittime della guerra.Quando ti ho afferrata per smaterializzarmi hanno creduto che ti avrei fatto del male: la mutazione del paesaggio è stata opera loro, volevano spaventarmi. >>
Anime dei morti. Anime dei morti...
<< So che è difficile crederlo, ma è la verità. >>
<< Profondo Blu aveva assunto le tue sembianze >>, sputò fuori Retasu, senza guardarlo negli occhi. Se l'avesse fatto, li avrebbe visti sgranati per lo stupore. 
<< Ecco perché ti osservavo con circospezione. Temevo che fosse di nuovo lui al tuo posto. >>
<< Che cosa ti ha fatto? >> 
Retasu tornò a guardarlo negli occhi e arrossì. << Niente, sono arrivati Kisshu e Taruto e a quel punto mi sono accorta che non eri tu quello che avevo di fronte, poi Profondo Blu se n'è andato. >>
<< Ha attraversato il portale? >> 
<< Se per portale intendi una sfera rossa, sì. >>
Pai l'afferrò per i polsi, facendola sussultare. Aveva di nuovo assunto quell'espressione malinconica. << L'importante è che non ti abbia fatto del male. Cerca di non farti più catturare, intesi? >>
Retasu assunse un'aria allarmata. << Che cosa vuoi fare? >>
Pai avvicinò le labbra al suo orecchio e le sussurrò con voce mesta: << Lo sai già. >>
Questa volta nessuna forza sconosciuta la trattenne al suolo.




 
*****






 
Spazio dell'autrice
Ciao, mi scuso per il ritardo, col lavoro a volte diventa difficile aggiornare con puntualità, specie se ti fanno fare gli straordinari -.- 
Passando al capitolo, ci avviciniamo a una parte molto importante della storia che non vedo l'ora di condividere con voi. Cercherò di aggiornare una volta a settimana come sempre. Fatemi sapere che ne pensate, a presto! :)












 
  
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