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Autore: Ale78    25/11/2014    6 recensioni
La mia storia racconta ciò che immagino sia potuto accadere dopo che Daryl raggiunge la strada sterrata alla ricerca di Beth e vede una macchina poco illuminata che si allontana. Ricordo le grida strazianti del personaggio mentre chiama il suo nome. consapevole che non potrà raggiungerla e probabilmente non la vedrà più. Da qui ci ho ricamato un po' sopra... staremo a vedere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 24- Speranza

 

- Beth-

 

 

I giorni dopo il mio incontro con Dustin passarono uguali a loro stessi: pigri e inconsistenti. 
 

Gareth non sia era più visto dopo l’icidente del bacio, e la cosa se mi poteva fare piacere, mi gettava anche nella più completa confusione. Eo davvero sola per la prima volta nella mia vita, e sapere di essere, magari, a solo pochi metri da dove si trovava lui, mi devastava psicologicamente.

Ogni giorno un tizio sempre diverso mi accompagnava a fare due passi fuori, su una sorta di terrazza, in un palazzo attiguo a dove ero rinchiusa. Attraversavamo il giardino, che avevamo valicato al sera della fuga, passavamo davanti all’armeria, e, dietro una porta,ecco la  scala antincendio, che ci avrebbe portato di sopra. 
 

Stewart, alle volte si univa a me, portandomi un libro da leggere per quando sarei rientrata, o cercando di fare conversazione. 

Apatica. Era quella la parola giusta. 

Ero circondata da nemici o presunti tali, e l’unica persona che potevo considerare mio amico, ed anche qualcosa in più, era segregato chissà dove, magari sofferente, lontano da me.

 

In uno di quegli interminabili e freddi momenti d’aria, e solo quando la neve sembrava dare tregua al cielo, dalla terrazza dove ero confinata, lo vidi. 

Dapprima era un puntino abbastanza difficile da distinguere, ma avvicinandosi, lo avrei riconosciuto fra mille. Era Daryl, ed era in piedi. 

Jake era dietro di lui, armato, e lo stava scortando proprio, non ci potevo credere, stavano venendo verso la costruzione accanto a dove mi trovavo.

Abbandonai il terrazzo in fretta, quando mi scontrai con Stewart che stava salendo da me.

 

-Lasciami passare- gli intimai decisa. 
 

Non vedevo Daryl da quasi tre settimane, e non ce la facevo davvero più. E non era solo una faccenda di attrazione fisica, o forse non solo,ma  sentivo il bisogno di essere di nuovo fra le sue braccia, di parlargli, di baciarlo…di…

 

-Calmati Beth!- mi rispose al limite, della gentilezza il medico, stizzito. – Lo rivedrai entro sera. Pare che Dustin abbia stretto un accordo col figlio, che potrebbe funzionare, questa volta.

 

Sbuffai. 

 

– Si, mi immagino. Stewart, so che non mi hai mai voluto dire come stanno le cose, ma io devo sapere.  

 

Non mi andava per niente di pregare Stewart, non volevo mostrarmi vulnerabile, nel mio unico punto debole ma Daryl, era l’unico mio nervo scoperto in quel posto, e avevo la necessità di sapere cosa gli stava succendendo. 

 

Stewart mi osservò con una tale intensità, che, per un minuto intero,  parve interminabile, ed infine, temetti davvero che stesse per andarsene senza dirmi nulla. Poi, contro ogni previsione, mi prese per un braccio e mi trascinò nel bel mezzo della terrazza al gelo, con il vento che ci sferzava, dicendomi, in modo che lo sentissero fino al cortile interno.

 

-Ora devi restare qui e  prendere aria, ragazzina. E’ in arrivo una nuova perturbazione e chissà quando rivedremo un po’ di sole.

 

Mi fece segno di tacere con un dito e io, lo assecondai, annuendo. Ci spostammo verso il parapetto. 

 

Stewart abbassò la voce sensibilmente, e mi sussurrò.

 

-Quello che posso dirti, e ti giuro che sto rischiando davvero molto, è che Daryl ha accettato tutte le condizioni di Dustin e, in cambio, ha ricevuto la promessa che tu saresti stata liberata. Lo potrai salutare, credo o oggi o al massimo, domani, poi verrai scortata fuori da Terminus.

 

Ero scioccata. 
 

Come al solito, quello stupido testone, faceva l’eroe e non si preoccupava minimantante della consguenze. Come se, per me, potesse essere facile, questa sua decisone.  Come se io avrei mai potuto accettarla. 

 

-Dustin – continuò Stewart – Sembra essere riuscito a rimetterlo in riga, ora lo comanda come se non avesse mai fatto altro. 

 

-Lo ha fatto condizionare? – chiesi quasi tremando, ma non era il freddo. 

 

Stewart lo avrebbe saputo, dopotutto lavorava a stretto contatto con Ming. Scosse il capo per diniego. 

 

– No. Credo però che si sia arreso all’idea che a essere pestato ogni volta, non avrebbe resistito a lungo. 

 

-E quindi mi stai dicendo che Daryl avrebbe deciso di immolarsi volontariamente, per salvare me? 

 

- Non solo. Ha anche ottenuto generi di prima necessità, come armi e munizioni, cibo, vestiti, per il vostro campo. La sola condizione è che lui resti. 

 

-Qui? Solo? Esigo parlare con Dustin subito. 

 

- Non vorrà riceverti.

 

-E invece lo farà, quando tu gli riferirai i miei timori. 

 

-Di cosa stai parlando Beth? – chiese lui condiscendente.

 

- Del fatto che Dustin, pur non rendendosene conto, perderà Daryl in ogni senso, se continua a mantenere questa condotta.  

 

Stewart mi guardò senza manifestare nessun sentimento.

 

-Che vuoi dire, Ragazzina?

 

-Gli sta togliendo tutto. Non avrà più nemmeno una speranza minuscola, a cui aggrapparsi, io so cosa significa.. – dissi mentre scoprivo il polso e lo mostravo a un’incredulo Stewart – E se non arriverebbe mai a togliersi la vita, perché lui è troppo forte per un gesto del genere, non  esiterà  a farsi magari mordere… o peggio..  – la mia voce vacillò - Come può essere così stupido da pensare di farcela, qui solo? – chiesi più a me stessa. Era la stessa domanda che avrei rivolto a Daryl, non appena lo avessi visto.

 

-Stupido coglione, - stavolta ero davvero arrabbiata. 

 

Mi ripresi in fretta e mi rivolsi nuovamente a Stewart. – Fammi parlare con Dustin! Dovrà alcoltarmi, e poi affronterò Daryl.

 

-Ma non ti basta di essere libera? – Mi chiese lui esasperato.- Non credo tu abbia capito davvero. Tu sarai libera di andartene da questo posto, da tua sorella, dai tuoi amici. 

 

-E secondo te, - dissi cercando di tenere la voce abbastaza bassa per non farmi sentire. – Il prezzo da pagare sarebbe la vita di Daryl? 

 

Sterwart scosse il capo.- Mi arredo ragazzina, parlerò con Dustin e gli riferitò il tuo messaggio. Mi spiace che tu voglia sbattere via questa occasione, tutto qui. Daryl è suo figlio, ritiene che sia una sua proprietà, quindi il suo destino è segnato. Non capisco questo tuo accanimento, io so riconoscere le cause perse, quando le vedo, perché tu non vuoi accettarle?

 

Lo guardai come se fosse un matto, o forse la vera pazza ero io, ma non  importava. 

 

– Parecchi mesi fa, ho conosciuto un uomo freddo e scostante, che non voleva che gli altri si avvicinassero a lui, era una sorta di gatto randagio, che aveva conosciuto solo sdegno e violenza da parte dei suoi simili.  E’ stato difficile provare a scalfire, anche solo un poco, quella sorta di armatura, ma con la pazienza, la tenacia e tanta dolcezza, di cui nemmeno io credevo di essere capace, ce  l’ho fatta. Ora, non so perché Dustin provi questo attaccamento morboso nei confronti di un figlio che, prima di pochi giorni fa, non sapeva nemmeno fosse vivo, ma so cosa provo io per lui, è non lo abbandonerò. 

 

Stewart mi ascoltò in silenzio, poi aprì le mani in segni di resa, mostrandomi poi una videocamera che aveva registrato il nostro diverbio. 

 

-Messaggio inoltrato, ragazzina. Spera che Dustin non si senta troppo punto sul vivo, dal tuo tono sprezzante.

 

 

-Daryl- 

 

Fui scortato, praticamente in catene, in una palazzina bassa, di solo un piano,  molto vicino alla zona residenziale dove, Beth ed io, eravamo stati confinati. 

Mi sporsi in avanti per scorgere qualcuno in giardino. Sapevo che l’avrei rivista entro poche ore, ma sarebbe stata l’ultima volta, quindi volevo sfruttare tutte le occasioni possibili.  
 

A un tratto avvertii quasi la sua voce, ma era sicuro un'allucinazione, quindi proseguii, spintonato da Jake. 

Ero svuotato dalle emozioni, mi sentivo davvero senza speranza.
 

La stanza in cui mi fecero entrare pareva un salone per appuntamenti d’infimo ordine, non che ne avessi frequentati molti, intendiamoci, ma con Merle, non era difficile incappare in posti del genere. La cosa che mi colpì maggiormente fu il letto rotondo , avvolto in drappi di damasco rosso e con delle manette fissate alla testata.  Deglutii nervoso. 
 

Notai anche dei frustini di varie domensioni fissati alle pareti,  e sapevo già che non avrei tollerato di prendere ancora scudiscate, neanche, e soprattutto, per qualche gioco perverso.  Già così,  mi reggevo in piedi per miracolo Jake mi indicò la stanza da bagno. 

 

-Vatti a fare una doccia, poi torna qui e vedi di non metterci un’eternità. 

 

 Ressi il suo sguardo per un secondo. Non ero ancora sconfitto, volevo che almeno quel bestione, lo capisse.  Lui non mi degnò nemmeno di risposta, mettendosi a lucidare la sua pistola. 

 Mi gettai sotto l’acqua calda e provai a  pensare alle ultime dodici ore. 

 

Avevo accettato un contratto capestro con il Diavolo in persona, avrei perso l’unica ragazza che per me contava davvero, e sarei rimasto solo. Se non fosse stato per le mani che mi tremavano in modo vistoso,  avrei giurato di non stare per crollare.  

 

Uscii dalla doccia e mi legai un asciugamano in vita, anche perché i miei vestiti erano spariti.  Una volta uscito dal bagno, trovai Amaral, la sorella di Gareth, che mi accolse. 

Vedendola mi vennero in mente le odalische, il suo abbigliamento era alquato succinto. 

Avrei voluto parlare, ma rimasi interdetto dalla velocità con cui mi bloccò le mani dietro la schiena, fissandole a un palo in mezzo la stanza,  che non avevo notato prima.

 

-Ti conviene tacere. So che non hai il permesso di rivolgerti a me.

 

-Ma veramente…

 

Fu in quel momento che Amaral accese una sigaretta, tirandone almeno una boccata, poi la spense sul mio braccio.
 

Maledissi la mia boccaccia per non aver mantenuto il mio proposito di mantenere un basso profilo. 

 

-Era un avvertimento. – disse. 

 

Annuii. Era davvero semplice il giochino, ero sottomesso anche alla donna di Dustin, stupendo! Se avessi fatto qualcosa per cercare di parlare o oppormi, avrei sofferto. Lineare. In fondo non ero così stupido. 

 

-Ora ti medicherò la schiena con gli unguenti prescritti da Stewart, qundi non provare a fare il furbo. 
 

Non dissi niente e mantenni gli occhi puntati a terra. Non volevo nemmeno sapere cosa avrebbe potuto farmi se avesse interpretato male un mio sguardo. 

 

-Sai Daryl…- iniziò la ragazza mentre delicatemente apponeva l’unguento sulle mie ferite – Dustin ha deciso che non desidera più avermi intorno e questo fa di me una donna libera. Quindi, d’ora in poi, 

sarò in grado di vivere la mia vita e prendermi l’amante che preferisco… 

 

Sapevo dove sarebbe andata a parare, conoscevo quel genere di donna, non era la prima volta che una così, mi si strusciava addosso, anche se non pensavo, davvero, mi sarebbe più successo. 

 

Amaral cercava un nuovo amante e aveva pensato bene di buttarsi sull’anello più debole della catena, cioè io. 

O forse non lo pensava nenmeno lei, forse le era stato suggerito. Di certo era una bella donna e quello che indossava, non lasciando molto all’immaginazione, dava anzi, parecchi indizi sul dove volesse arrivare. Quando mi passò le dita sul margine esterno dell’asciugamano, e avvertii che qualcosa al piano di sotto, stava rispondendo agli stimoli fisici, ripresi quindi il controllo della situazione. 

 

-Posso parlare? – Chiesi.

 

-Vuoi che ti sciolga, - domandò lei speranzosa. 

 

-Amaral. No. Cioè, se vuoi sciogliermi fallo, ma non accadrà nulla di ciò che ti immagini. Per quanto ti possa sembrare inconcepibile, c’è solo una donna nella mia vita, e resterà tale, anche se non la dovessi rivedere più, quindi smetti di affannarti, per favore e ridammi i miei vestiti.

 

Lei mi guardò come una bambina, a cui avevano sottratto la bambola preferita. 

 

-Mi spiace. Ma le cose stanno così. Capisco che per te debba essere difficile, ma non più di quanto lo sia per me, fidati!

 

Amaral mi sciolse le mani e indicò dove erano riposti i vestiti. 

 

-Non sono convinta che col tempo, non riuscirò a toglieterela dalla testa, - ammise sovrapensiero- Ma per ora, devo arrendermi all’evidenza dei fatti. 

 

Bussò alla porta tre volte e Jake entrando, mi guardò sogghignando. 

 

– Non sarai mai abbastanza uomo, per una così. 

 

Sorrisi, mio malgrado, della battuta, che credesse quello che voleva e al diavolo tutto. 

 

Uscimmo di nuovo, e il vento ghiacciato, dopo la doccia calda, mi fece uno effetto strano.  Era davvero difficile che sentissi freddo in circostanze normali, ma in quel frangente mi sentii gelare. 

 

Riattraversammo il giardino e mi fece entrare nella villetta in cui avevo vissuto con Beth quei pochi giorni. 

 

-Tu aspetta qui.

 

Mi gettai sul divano – che a breve sarebbe stato solo mio- chiusi gli occhi e appoggiai le mani sulla fronte. Mi stava per venire una forte emicrania, ma era solo lo stress, a cui ero sottoposto e lo capivo bene.

 

Dopo qualche ora, probabilmente mi dovevo essere addormentato, senti una porta aprirsi. Non aprii nemmeno gli occhi e restai disteso in penombra.

 

-Amaral, se sei tornana alla carica, ti ho già spiegato che non voglio fare sesso te, né ora né mai. 

 

Sentii i passi avvicinarsi al retro del divano, e due mani piccole e fredde, tirarmi indietro i capelli e accarezzarmi, gentili. Non erano le mani d Amaral quelle, non lo sarebbero mai state. 

 

-E se una persona volesse, invece,  fare l’amore? – mi sussurrò a pochi millimetri dalle labbra. 

 

Sospirai senza riaprire gli occhi e concentrandomi su quello che sentivo. Avvertii le sue labbra morbide sulle mie, ma non ricambiai il bacio. Sarebbe stato troppo dopo, troppo duro, dover affrontare un addio.

 

Quella ragazza mi aveva conquistato in ogno modo possibile, prima intaccando il mio orgoglio, poi la corazza che ci avevo costruito intorno, per non far avvicinare nessun e, nello stesso tempo, mi aveva salvato, anche da me stesso. Ora, lei era ancora qui, a chiedermi qualcosa che non avrei mai più potuto dargli, considerando, che se ne sarebbe dovuta andare entro un paio d’ore.

 

-Beth. – Provai a dirle, ma lei mi baciò di nuovo. E quel bacio non poteva essere frainteso, a nessun livello. C’erano amore, trasporto, passione e dolcezza, c’era tutta la fiducia della sua giovane età, a dispetto di tutto lo schifo in cui eravamo incappati, e al mondo di merda che c’era ormai là fuori. 

 

-So cosa hai in mente brutto idiota! - mi disse lei decisa, quando si staccò da me, notando la mia distanza e la freddezza che cercavo di manifestare.  -Qualunque cosa sia, non te lo permetterò. Non puoi decidere anche per me. 

 

-E questo chi lo avrebbe detto, ragazzina? – cercai di ribattere, allontanandomi da lei.

 

-Io. E smetti di chiamarmi ragazzina. Sono diventata decisamente molto più matura e grande di te, da quando hai deciso di intraprendere questa tua crociata suicida…Vuoi tentare la sorte, qui? Ok. Ma non lo farai da solo. So cosa vuole dire essere disperati, so cosa vuol dire credere di non avere scelta! Ho tentato il suicidio, ricordi? Ma non ti immolerai per salvare tutti e poi, tentare di resistere chiudendoti in te stesso. Lo hai già fatto per troppi anni, e poi allora c’era Merle. Ora che cosa vorresti fare? 

 

-Metterti in salvo, Biondina o salvarti il culo, se preferisci. Qua dentro che vita faresti? L’amante di qualcuno? Magari, la mia… Credo che sia troppo deprimente per la tua intelligenza, la tua forza d’animo e il tuo coraggio, fare una fine del genere… Non lo sopporterei io per primo, come puoi pensare di riuscirci, tu? 

 

-Preferirei, di gran lunga, finire come dici, che sapere di averti abbandonato qui, solo. Una volta mi hai detto che non ce l’avresti mai fatta, là fuori, senza il gruppo.. Ora cosa dovrebbe essere cambiato? 

 

Cos’ era cambiato? Il fatto che tu sia diventata molto più importante della mia sicurezza, o della mia felicità. Ecco cosa era cambiato davvero, ma non ebbi il coraggio di rivelarlo così apertamente.  

Beth sarebbe dovuta tornare al campo, Rick ed Earl si sarebbero occupati di lei, anche Carol l’avrebbe difesa a questo punto. Un giorno, forse, nel caso fossi riuscito a occuparmi di Dustin, una volta per tutte,  e, se fossi sopravvissuto.. chissà…

 

-Ti sei incantato? Credi di poter fare quello che vuoi, come se io non ci fossi? Dopo tutto quello che c’è stato fra di noi?

 

Aveva e lacrime agli occhi. Sentivo il suo respiro più pesante e sapevo cosa sentiva in quel momento. Avrei dovuto essere forte per entrambi, questa volta. 

 

- E cosa c’è stato, Beth? – ero bravo a fingere indifferenza, ma soprattutto a dissimulare. Lo ero sempre stato, in fondo. - Siamo stati insieme, quante? Tre, quattro volte la massimo.

 

In realtà potevo ricordare, perché ben impresse nella mente, ogni singolo bacio, anche i più sofferti, ogni carezza, ogni singola manifestazione d’affetto che quella ragazza scosì straordinaria mi aveva regalato, anche quando, né io né lei, aavremmo mai sospettato che ci fosse altro, se non una normale collaborazione fra sopravvissuti. Ricordavo perfino,anche se non avevo la minima idea se fosse stato un sogno o qualcosa di realmente accaduto, un bacio a fior di labbra, che pensavo di aver ricevuto da lei, quando combattevo fra la vita e la morte, incosciente e del tutto in balia degli eventi, nell’ambulatorio della Dottoressa Morton.
Ora non avrei nemmeno più potuto domandarglielo. 

 

- E quello che mi hai detto quella sera? 

 

Beth mi scosse dal flusso, sconnesso, dei miei pensieri. 

 

Strinsi i pugni e mi misi a braccia conserte, affrontandola. Dovevo essere fermo. Duro. 

 

 – E credi che tutto quello che esce dalla bocca di un uomo, sia vero? Sei una ragazzina, - sputai perfido - D’altronde lo sapevo. – sorrisi mantenendo un atteggiamento strafottente. Ce la postevo fare.
 

- Beth, cosa vuoi che ti dica? Magari ti ho detto quelle cose per farmi una scopata…o due..

 

Mi guardò come se mi vedesse per la prima volta. I suoi occhi chiari erano impenetrabili e tersi. Era decisa, come mai lo era stata prima. 

 

-Bel tentativo Signor Dixon, Bravo. Stai diventando bravo quasi come Dustin…a mentire. Ma non crederò mai a una parola di quello che hai detto se non hai nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi e ripetermi parola per parola, quello che hai appena rivelato, evitando il mio sguardo. Dimmi che fra di noi non c’è niente, guardandomi negli occhi e sarà l’ultima volta che mi vedi. 

 

 

Beccato. Bravo Daryl, complimenti!!

 

 

Sospirai esaperato. 

 

- Io ti ho preso in giro. Non ho mai provato nulla per…

 

Cercai il contatto visivo con lei, ma niente. Non riuscivo a dirle quella serie di cazzate tutte insieme. Merle mi avrebbe sfottuto, fino alla morte. La mia. 

 

Provai ad attaccarla. 

 

-Credi sia facile per me? Dovevo provarci. Io non ho scappatoie, ma tu puoi andartene. Magari, col tempo, potresti anche non dico dimenticarti di noi, di me almeno, ma trovare qualcosa di positivo in Sean…

 

Beth si avvicinò e mi diede un cazzotto al costato con forza.

 

-Ahio! Ho due costole incrinate!

 

-Dì un’altra stronzata del genere, e te ne potrei incrinare altre due magari, se continui a fare questi discorsi di merda. E sai cosa ho deciso io, invece? Che se prorio non mi vuoi come amante, sarai tu il mio… Dato che tuo padre, non ti ha dato la minima scelta, non lo farò neanche io. Se hai deciso di assecondare il suo volere, e non credere che non sappia che lo fai anche perché Dustin aiuti anche gli altri, al campo, so tutto delle provviste e del resto, ma non puoi includermi nel pacchetto regalo, perché non ci sto.  

 

-Non te lo posso lasciare fare! – dissi deciso. – Non a queste condizioni. 

 

-Daryl… quando tu mi dicesti quelle cose, alla baracca quella sera, per me, per quello che mi riguarda, non erano una novità, perché le avevo già maturate di mio, molto prima che tu fossi ritrovato dai ricognitori di superficie e portato dalla Morton.  Ho passato giorni a chiederemi se fosse giusta una cosa del genere, e se fosse davvero quel genere di sentimenti che provavo per te. In fondo tu eri, sei, - mi sorrise-  Daryl Dixon, l’uomo solitario che aveva cercato come una missione,  Sophia per giorni, rischiando la pelle. Quello che alla prigione, all’inizio, lasciavi avvicinare solo Carol e Rick, e non credevo ti fossi mai realmente aperto nemmeno con loro. Poi, dopo l’arrivo di Judith e la perdita di Merle, ho iniziato a vedere i primi segni di disgelo, ma era una cosa graduale, e terribilmente difficile per te, lo potevo solo immaginare. Quando mi dicesti di Zack e io ti abbracciai, mi accorsi di un primo cambiamento nel tuo atteggiamento,infatti,  pur non ricambiando il gesto, non ti scostasti. E ciò fu importante per me, perché, per la prima volta, mi accorsi realmente che mi sarei potuta fidare ciecamente di te. Ed anche se fu più che difficle, per entrambi, il momento della fuga dalla prigione in fiamme, ero certa che non avrei mai potuto trovare una persona migliore con cui fuggire. Tu ci saresti stato, comunque, anche se abbiamo avuto i nostri scontri. – Beth si interruppe per bere un sorso d’acqua e io restai impalato, troppo confuso per ribattere. Quella ragazza mi aveva seguito e cercato di capire per mesi, quando nemmeno io sapevo realmente in cosa stavo credendo, se mai fossi rimasto con loro, e che cosa sarei diventato.

 

- Ma fu quella notte in cui ci separammo, in cui fui rapita, quando realizzai che il mio unico pensiero, era sapere che tu fossi in salvo, lontano da quella casa infestata, piuttosto che la mia sicurezza, che capii davvero l’entità di quello che provavo.

Carol, al campo, faticò non poco a tenermi al sicuro, perché volevo partecipare alle ricerche e tutte le notti in cui ti ho vegliato, non sapendo se ti saresti più svegliato… Dio, non hai la minima idea di come mi sentissi. Ma ancora non lo avevo realizzato pienamente, fino a che, una sera, la Morton, prima di lasciarmi per la notte, mi disse che se le cose non fossero migliorate in breve, aveva i suoi dubbi, sul fatto che ce l’avresti fatta.  Ecco, quella sera, feci qualcosa che non credo che la Beth di un tempo, avrebbe mai anche solo ipotizzato di fare, dopo averti parlato per ore, come d’abitudine, ti diedi un bacio sulle labbra…

 

Beth a quelle parole e a quel ricordo, arrossì, ma volle comunque continuare il suo racconto.

 

- Fu niente di più di un bacetto, ma capii a pieno, forse solo in quel momento, che tu non eri per me solo un compagno di sventura, ma qualcuno che amavo…

 

Beth si interruppe e io mi buttai a peso morto di schiena sul divano, in parte perché faticavo a restare in piedi per molto, in parte perché finalmente capivo che, tutti i dubbi che avevo passato io, non erano stati solo miei. 

 

-E io,- sospirai – che credevo di esseremelo solo sognato quel bacio…

 

Beth mi si accoccolò di fianco dandomi un bacio sulla guancia. – Ora capisci zuccone celebroleso, perché il solo pensiero di lasciarti mi sia così estraneo? 

A quel punto si distese di fianco a me e l’utima cosa che ricordo, fu di averla circondata con il braccio per riscaldarla, il mattino dopo il sole ci svegliò, trovandoci ancora abbracciati sullo stesso divano. 

 

 

 

   
 
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