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Autore: Laran    26/11/2014    4 recensioni
Una punizione si abbatte sui ragazzi della casa Serpeverde e della casa Grifondoro, ed il povero Ronald Weasley si troverà ad affrontare il suo peggior incubo: Ragni, direte voi? No no. I Mangiamorte? Neanche per sogno! Ve lo dico io: Draco Malfoy. Sì, proprio lui signori! Il Serpeverde più acido e snob presente sulla faccia della terra che gliene farà passare di tutti i colori...
(Ron/Draco ; Blaise/Neville)
[...] Quando entrarono in classe e si sedettero ai loro posti, incuranti del pericolo imminente che li avrebbe travolti presto, iniziarono, come da routine, ad insultarsi e a dirsi così tante parolacce da far impallidire il povero Merlino e la povera Morgana.
Solo quando Piton li guardò con un ghigno che non prometteva niente di buono gli animi iniziarono a chetarsi. Persino Ron, che non brillava certo in intuito, iniziò ad insospettirsi…
Era strano, molto strano, ed un senso di inquietudine iniziò a serpeggiare tra gli studenti. Fu solo quando Piton enunciò quella sentenza che l'inquietudine, poi, si trasformò in terrore.
Non ci sarebbero più stati Grifondoro e Serpeverde ma solo coppie miste che avrebbero condiviso il resto dell'anno insieme...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Pansy Parkinson | Coppie: Ron/Draco
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dedico questo capitolo a Weasleiuccia a cui imploro perdono! Buona lettura.


CAPITOLO TERZO



Carlo Zabini – discendente di una nobile famiglia purosangue di origini italiane e francesi – era uno degli uomini più ricchi dell'Italia magica: dotato di astuzia e destrezza, tessé un'intricata tela di contatti politici e non, da diventare a soli ventitré anni uno dei membri più potenti ed influenti del Wizengamot. Quando compì ventiquattro anni, benché non fosse propenso a contrarre matrimonio ad età così giovane, trovò saggio maritarsi con la figlia del Conte Douglas, uomo che, come un burattinaio, manovrava tutti i commerci di seta del continente.
 Ciò non fece altro che acuire ancor di più il già ingente patrimonio del casato Zabini e rendere Don Carlo – così lo chiamavano – uomo di inestimabile potenza.

Dopo tre anni di matrimonio, nacque Diletta Zabini, che diventò, crescendo, talmente bella ed affascinante da conquistare persino l'allora Ministro della Magia e ricevere, a soli quattordici anni, una proposta di matrimonio da costui. Ben conscia del potere che aveva sugli uomini, finiti gli studi privati in Italia, decise di trasferirsi in Inghilterra entrando ben presto nella bella vita della Londra magica.
Non era raro vederla in qualche circolo di Polo o, per la maggior parte delle volte, flirtrare con i  signorotti Purosangue delle più ricche Casate che le gironzolavano intorno.
Nel giro di poco tempo, nei vari salotti, le signore non fecero altro, tra una tazzina di the e l'altra, tra risatine e fanfaluche, di parlare di Diletta e dei suoi numerosi matrimoni, che nel giro di un anno finivano con la morte misteriosa del marito. E mentre le dicerie sul suo conto incrementavano, la signora Zabini se la rideva, vedendo il conto alla Gringott aumentare esponenzialmente di anno in anno.

Accadde un giorno, tuttavia, che Diletta scomparì dalla circolazione, e nessuno più, per un anno intero, seppe qualcosa di lei. Solo dopo quattordici mesi, la signora Zabini si rifece viva, e nei salotti si ricominciò a parlare di lei e di quel bimbo "nero" che si dicesse essere suo figlio.

Tante furono le ipotesi e dicerie su chi fosse il padre e vani furono i tentativi delle altre Purosangue di scoprire qualcosa da Diletta, che, non perdendosi d'animo e sfoggiando tutta l'astuzia e fascino, riprese a contrarre matrimoni e a vestirsi in nero al funerale del marito di turno, l'anno seguente.

 Naturalmente, la sua camera alla Gringott continuò a riempirsi a dismisura di galeoni e poté da sola, senza alcun problema, crescere il figlio Blaise.

Blaise, cresciuto senza una figura paterna stabile e con le attenzioni labili della madre, con tanti elfi ai suoi ordini e tanti precettori, crebbe come un ragazzo alquanto taciturno e restio a parlare con gli altri. Eccetto il rampollo dei Malfoy e dei Nott che vedeva per costrizione una volta a settimana, non aveva alcun amico da bambino con cui condividere giochi e schermaglie.

Poteva a prima vista sembrare "timido" ma in realtà Blaise di timido non aveva proprio nulla! Aveva preso lo stesso fascino travolgente di Diletta, la stessa astuzia, la stessa scaltrezza e determinazione del nonno.

 Sapeva sempre cosa voleva e, a costo di utilizzare qualsiasi mezzo, pretendeva di ottenere qualsiasi cosa catturasse la sua attenzione.
Fino al suo quinto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Zabini riteneva poche le cose degne del suo interesse: gli amici Nott e Malfoy che per forza di cose erano diventati i compagni più fidati, l'alcool, le sigarette, le carte e le scommesse.

Fu strano, quindi, quando si trovò incuriosito da un qualcosa, o meglio qualcuno, che mai e poi mai – e Blaise se lo ripeteva ogni volta – avrebbe pensato essere meritevole  dei suoi pensieri. Paffuto, imbranato, un po' bruttino ed impacciato. Ebbene sì, Neville Paciock, mentre litigava con gli ingredienti ed i fumi nell'ora di pozione, mentre faceva scoppiare sistematicamente l'intera aula sotto lo sguardo malefico di Piton, aveva destato uno  Zabini ancora immune a qualsiasi ragazza o ragazzo.

Tanta fu la vergogna e vani furono i tentativi di soffocare e calpestare questa inspiegabile attrazione per Paciock da parte di Blaise.
Di notte si girava e rigirava nel letto, chiedendosi come avrebbero reagito i compagni Serpeverde, e quanta alta sarebbe stata la probabilità di diseredazione se Diletta avesse scoperto il misfatto. "Misfatto", perché Zabini, dopo mesi e mesi, si trovò perdutamente innamorato ed ossessionato di un Paciock ignaro, che nelle sue morbide forme inciampava, correndo verso l'aula di Trasfigurazione, o cadeva nel fango, avviandosi nelle serre dalle sue amate piante.
Era stata dura per Blaise scendere a patti con questo sentimento ma, giunto al settimo ed ultimo anno di scuola, con ormai due anni di infatuazione alle spalle, si convinse finalmente di mandare a quel paese tutto e tutti per farsi avanti e conquistare Paciock.

 Ed internamente gioì e fece salti di gioia quando entrò nella camera, con accanto un Neville impaurito e tremante più che mai... Paciock sarebbe stato suo e suo soltanto, ed avrebbe fatto tutto, di tutto, per farlo innamorare di lui.


 
***

 
Una luce vivida e vivace proveniente dalla finestra illuminava la stanza, avvolgendola con un tenue e sottile calore che, leggero, abbracciava i mobili ed i letti che la occupavano.
 La camera avrebbe rimandato agli occhi di chiunque l'avesse guardata, l'immagine di un luogo comodo e caldo, tranquillo e pacifico, raccolto e confortevole.
Coperte color arancione rallegravano ancor di più l'ambiente, riposando placide e ferme su letti di sicuro comodissimi che giacevano vicini.
... Fin troppo vicini.

Rivoltante, pensò Malfoy

Tutto era rivoltante.

La stanza era piccola ed i letti non lontani, il bagno era uno ed i germi di Weasley, ai suoi occhi, fluttuavano felici riempiendo l'aria e persino l'angolo più lontano.

Nauseante. Disgustoso.

«Pezzente, dimmi che è un'allucinazione ed i letti sono lontanissimi l'uno dall'altro!»

«Zitto Malfoy, non riesco a respirare.»

«Magari pezzente, magari! Se così fosse, i tuoi germi non affollerebbero la camera ed il mio cervello...»

Malfoy, guardando dinanzi a sé l'incubo peggiore di quella giornata già dal principio iniziata male, non si capacitava della malignità della McGranitt e di Silente. E sarebbero Grifondoro, si ripeteva. Continuava a non capire perché il destino stesse prendendosi beffe di lui. Non gli passava nemmeno per l'anticamera del cervello che, forse, le tante malefatte compiute avessero deciso di ritorcersi contro.

Sì, fondamentalmente non era una persona buona – lo sapeva – ma non aveva mai fatto niente di così cattivo da meritarsi tale condanna.

Urgeva una soluzione prima che i batteri puzzolenti del Pezzente annientassero i suoi neuroni sani: Weasley non poteva dormire su quel letto vicino a lui ma, pensandoci bene, nemmeno in quella stanza! Diede una rapida occhiata alla stanza ed intravide una porta.

 Il bagno.

 Doveva essere il bagno

Weasley doveva dormire in bagno.

«Expelliarmus.»

«Malfoy ma cosa ... ? » Ron si vide improvvisamente senza la bacchetta, trovatasi, dopo quell'incantesimo, stretta nella mano sinistra di  un Malfoy ghignante.

Lo vide fare un sorriso malefico e...

«Incendio.»

Ronald Weasley guardò allibito lo spettacolo di fiamme amaranti che sfrigolavano sul letto destinato a lui, bruciandolo lentamente. Guardò Malfoy che se la rideva ed una rabbia accecante ed impetuosa si impossessò di lui.

 Come cavolo si permetteva di fare una cosa del genere quel furetto ossigenato?

 Come cavolo si permetteva quel figlio di Mangiamorte schifoso?

Con uno scatto, afferrò le boccette di inchiostro che teneva in borsa e corse a rovesciarle sul letto ancora intatto del Purosangue.

«Come osi pezzente?» Malfoy si trovò a sbraitare contro Weasley che, felice e soddisfatto, sadicamente, continuava a svuotare le boccette e a riempire di inchiostro le sue lenzuola ed il suo cuscino.
Oltreggiato e collerico più che mai, si buttò addosso all'altro dandogli un pugno in faccia. Fu l'inizio della fine. I due ragazzi si trovarono a darsela di santa ragione in un vortice di pugni, graffi, calci e schiaffi mentre le fiamme divampavano e si muovevano verso i tendaggi della finestra ed il comodino di legno affianco al letto.
 Se non fosse stato per Ron che, dopo essersene accorto, richiamò Malfoy facendogli notare il fuoco avvolgerli, sarebbero diventati spiedini arrostiti.

Era possibile che un odio così grande potesse renderli così ciechi?
Era possibile con un odio del genere, convivere insieme?

Mentre Draco gettava con un Aguamenti l'acqua a destra e manca per spegnere le fiamme, il rosso ritornò a chiedersi cosa ne sarebbe uscito da quella convivenza forzata. Scoraggiato, abbattuto ed indolenzito per i tanti graffi che lo ricoprivano, tra i residui bruciacchianti ed il fumo che lo avvolgeva, si accasciò a terra.

 
***

 
Mia cara Pansy, come stai?

Ci è giunta voce dell'ignominiosa decisione di quel vecchiaccio di Silente di far convivere voi Serpeverde con quegli inutili Grifondoro.
Figlia mia, non sai quanto dolore e spavento mi abbia inflitto l'immagine di te sofferente in vicinanza di quei traditori del proprio sangue,  Mezzosangue e Nati Babbani! Come ti senti? Ti senti male?

Io e tuo padre, insieme agli altri genitori dei tuoi compagni di Casa, stiamo cercando di convincere Silente a ritirare la sua punizione, ma sai quanto sia arduo convincere quel vecchio rimbambito! Tuo padre era così arrabbiato che ha rotto quel set di bicchieri di cristallo che mi piaceva tanto, ahimé...
Resisti figlia mia, vedrai che troveremo una soluzione per farti evitare questo supplizio.

Passando a fatti più importanti, lo sai che ieri sono andata a prendere il the a casa dei Greengass con le amiche di sempre? Non immagini quanto alcune siano diventate ancor più galline! La signora Nott indossava un completo che le faceva risaltare in modo incredibile i fianchi larghi – avrà messo almeno tre chili – mentre la Bulstrod aveva un'acconciatura così orrenda da farle accentuare ancor di più quel naso a becco che tiene. Naturalmente solo Narcissa si salvava anche se sembra invecchiata di almeno due anni da quando il marito è stato sbattuto ad Azkaban (aveva tre rughe in più, le ho contate!).

Ad ogni modo, ti ho scritto per avvisarti di una cosa che ti farà fare i salti di gioia!
Tuo padre ed io abbiamo parlato con Narcissa per stilare il contratto di matrimonio tra te e Draco. Adesso è il momento più propizio per fare ciò: tra il marito in carcere ed i debiti contratti da Malfoy senior, quale miglior cosa se non contrarre matrimonio con i Parkinson?
Narcissa dopo un po' di titubanza ha detto di esser d'accordo ed ora le tocca solo informare Draco.

Ci pensi, Pansy cara? Realizzerai il tuo più grande sogno quando finirai l'anno scolastico. Sei contenta vero?
Mi raccomando, tieniti Draco stretto e di sera, per favore, resta a mollo nella vasca per almeno un'ora. Non vorrai mica contrarre qualche malattia vicino a quei Mezzosague?

Tanti baci dalla tua adorata mamma.


 
***


«Senti, io ti odio e tu mi odi. Io ti disgusto e tu mi disgusti. Ma non possiamo fare questo ogni giorno.»

La voce di Ron ruppe quel silenzio denso che come velluto ricopriva la stanza in sobbuglio di Draco Malfoy e di Ronald Weasley.
 Il letto, le tende ed il comodino giacevano bruciacchiati e fumanti; le lenzuola, aggrovigliate e sporche di inchiostro, riempivano la moquette inzuppata d'acqua; del fumo aleggiava rendendo l'aria satura ed inspirabile; un ragazzo rosso ed uno biondo, stravolti, affannati e zuppi d'acqua, sedevano a terra, l'uno appoggiato all'armadio, l'altro al muro, in angoli opposti della camera.

«Non voglio essere bocciato questo anno e non voglio ricevere nessun'altra punizione» continuò Ronald.

Silenzio di nuovo, denso e pesante da potersi tagliare col coltello.

Malfoy era consapevole di quanto Weasley avesse ragione, non potevano continuare così. Non poteva permettersi il lusso di farsi beccare in qualche punibile atteggiamento dalla McGrannitt.

Faceva male ammetterlo, ma Draco aveva capito, fin da quando suo padre era stato sbattuto ad Azkaban, che la sua famiglia non si trovava più in una posizione agevole.
Draco, fin da quando aveva visto suo padre allontanarsi dal Manor scortato dagli Auror, aveva compreso che tutto era cambiato: la sua famiglia era piena di debiti, aveva perso appoggi, e la madre soffriva per questo.

Per quanto Malfoy sembrasse egoista e strafottente, per quanto Malfoy pensasse la maggior parte delle volte solo ed esclusivamente a se stesso, voleva bene alla madre e non voleva recarle altro dolore. Compromettere il suo anno scolastico e non superarlo, avrebbe aggiunto altra vergogna al Casato dei Malfoy e alla stessa Narcissa... e lui non voleva. Lui non poteva.

«Per una volta ti do ragione pezzente»

Fece un respiro profondo e continuò:

 « Dobbiamo trovare un compromesso...»




NOTE DELL'AUTRICE.
Ciao ragazze :D .Scusatemi per questo enorme ritardo! Mi dispiace tanto tanto tanto! Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento.
Come si può notare questa storia sarà incentrata su più personaggi e sui loro conflitti e sui loro problemi... In questo capitolo abbiamo visto un po' Blaise e la sua cotta per Neville :D. Ron e Draco si odiano e si detestano come a che e sarà ardua un avvicinamento tra loro. Ma ce la faremo! beh che dire. Vi lascio alla lettura e magari fatemi sapere che ne pensate! Alla prossima. Laran


 
   
 
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