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Autore: Isabeckhtorres    27/11/2014    5 recensioni
Dal Capitolo 21:
Dopo aver analizzato ogni singola sfumatura nei capelli di Rose, Scorpius passò a tormentarle il collo e le orecchie di baci, cercando di distrarla.
“Hei.” Protestò lei.
“Sì?” Il tono innocente.
“Mi stai distraendo.”
“Ma davvero?” Questa volta la sfumatura maliziosa nella voce, impossibile da nascondere.
“Lo stai facendo apposta!”
Scorpius era incredulo: come aveva fatto a non rendersene conto? “Rose. Stai ancora pensando a quello che ho detto?”
“Sì!” Rispose. E' ovvio.
Il ragazzo scosse la testa. “Non ci pensare più. Non era importante.”
Rose avrebbe voluto contraddirlo ma non ne ebbe la possibilità: Scorpius la fece alzare, la prese per mano e la accompagnò alla sua stanza. “Ora vai a dormire.” E dopo averla baciata sulla fronte, le rivolse un ghigno storto e la lasciò imbambolata davanti alla porta.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 12: Non Sei Intelligente Come Tutti Sostengono


Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.”
- Inferno, V, Dante Alighieri.

 

Dopo l'emozionante apertura dei regali Lysander ed Ellie si vestirono e uscirono diretti alle proprie Case per augurare 'Buon Natale' ai propri amici; Scorpius e Rose invece restarono sapendo che i loro amici sarebbero stati occupati con fidanzati e conquiste.

Si cambiarono – Scorpius non approvò per nulla la scelta di lei: la maledì un centinaio di volte nella sua testa per aver indossato jeans così stretti – e si risedettero in quelle che avevano deciso essere le proprie postazioni davanti al fuoco.
Rose tentò di concentrarsi sul suo romanzo e non sulle mani che giravano le pagine di un libro davanti a lei, e nemmeno sui jeans chiari che scendevano sulla vita lasciando intravedere l'elastico nero di quelli che dovevano essere boxer. Maledetto Malfoy, pensò arrabbiata con le sue dita, i suoi boxer, se stessa e quell'idiota.

I due ragazzi continuarono a leggere scaldati dal fuoco per qualche ora, ma poi Scorpius aveva alzato lo sguardo e senza pensarci le aveva domandato se volesse giocare a scacchi.

“Malfoy, stai davvero sfidando me a scacchi?”
“Cosa ho appena detto Weasley?!”

Lei lo guardò divertita “Come vuoi.” E con un saltino balzò dalla sedia; ritornò qualche secondo dopo con una scacchiera tra le mani. Alcuni pezzi si agitavano e occhieggiavano tesi la stanza intorno.

“Che stai facendo?” Chiese a Scorpius quando il ragazzo qualche secondo dopo cominciò a sistemare i pezzi neri.

Lui la guardò con le sopracciglia aggrottate “Ehm, sistemando i pezzi forse?”

“Sono io nera, sempre. Ma Albus non ti ha mai detto nulla?”

Scorpius la guardò come se fosse impazzita, era particolarmente schizzata quella mattina. Scosse la testa e ancor più sorpreso osservò il sorriso enorme che le si era formato.

“Oh Merlino, sarà così divertente! E' una vita che non vincevo.”
“Credi che vincerai Weasley?” Scoppiò a ridere.

Rose lo guardò imperturbata, poverino, verrà ridotto in frantumi. Nessuno l'aveva mai battuta, tranne suo padre, ma lui è Ron Weasley, certamente.
Rose non rispose, lo guardò con divertimento e gli fece un cenno: comprendendo Scorpius mosse la prima pedina, lei seguì subito.
Stavano giocando da dieci minuti, silenziosi e concentrati; quello di cui non si accorse Scorpius furono le labbra tirate di Rose, che continuava a stringere i denti cercando in ogni maniera di trattenere un sorriso. Se ne fosse accorto, forse avrebbe potuto evitare, o perlomeno prevedere quello che accadde non più di dieci secondi dopo.

“Scacco matto!”
Cosa? COME? Gli occhi del ragazzo dilatati dall'orrore. Gli alzò a incontrare quelli azzurri della ragazza, che gli tolsero il fiato, insieme ai pensieri.
Rose lo guardava con immensa soddisfazione, ma mancava della sua solita aurea di superiorità, era semplicemente divertita e non appena vide l'espressione sconvolta sul viso del ragazzo scoppiò a ridere.
“Oh – Merlino – Malfoy” Riuscì a blaterare tra le risate “Oh – porco – Salazar, - la – tua – faccia!”
Scorpius non riuscì ad arrabbiarsi, troppo sconvolto dal nuovo trattamento che gli stava riservando la ragazza. Rideva.
“Voglio la rivincita.” Disse con il tono più serio che riuscì a formulare. “Ora”
Dovette passare ancora un minuto buono prima che la ragazza riuscisse a formulare una frase di senso compiuto. “Come vuoi Malfoy. Nessun problema.”
Giocarono per tre ore intere, finché i loro stomaci non cominciarono a brontolare.
Rose vinse ancora e ancora.

***

Erano scesi a pranzo non appena Malfoy era riuscito a dichiararsi sconfitto e mantenere un briciolo di dignità; raggiunsero gli altri giusto in tempo per il banchetto di Natale.
Scorpius notò Albus seduto al tavolo dei Grifondoro e decise di raggiungerlo, Rose era già corsa in direzione dei cugini, il ragazzo si fermò un secondo a guardarla: sembrava così pacifica. Mi stai uccidendo Rose Wealsey.
Raggiunto il tavolo si sedette a fianco dell'amico.
“Come mai ci avete messo tanto” Domandò Albus, le cui mani erano strette attorno a quelle di Elisabeth.
Prima che Scorpius potesse rispondere, Rose intervenne “Ha provato a sfidarmi a scacchi.”
Tutti i Weasey-Potter lo guardarono con orrore, Albus gli mise una mano sulla spalla compassionevolmente.
“Quante volte?” Chiese Lily con preoccupazione.
Ancora una volta Rose lo batté sul tempo “Dieci.” Poi aggiunse “Avreste dovuto vedere la sua espressione!” Che un paio di volte mi ha quasi portata all'errore, dannatamente distraente. Ma questo lo tenne per sé.
“Mi spiace davvero per te Malfoy, dovresti chiederle di giocare a Gobbiglie.”
“Hugo!” Rose si indignò. “Dovresti essere dalla mia parte e non da quella di quel-quel- quel coso!” Puntò la forchetta verso Scorpius che la guardò inarcando un sopracciglio.
Per l'ennesima volta, prima che riuscisse ad aprire bocca con un adeguata risposta in direzione della vipera, Louis si intromise “Che ne dite di una battaglia di neve dopo pranzo?”
Tutti risposero con entusiasmo all'invito.

***

Ellie e Lysander erano ormai via da un paio di ore, probabilmente nelle loro rispettive Sale Comuni con qualche amico, e sinceramente Rose non li comprendeva: come potevano preferire la caotica sala delle loro Case quando avevano a disposizione una stanza tranquilla, una poltrona comoda e un fuoco scoppiettante? Incomprensibile. Oltretutto, pure Malfoy la pensa come me. Beh, ultimamente pensa tante cose come me.
Rose aveva deciso che la poltrona accanto al fuoco sarebbe stato il suo rifugio per il resto dell'anno scolastico e Malfoy pareva pensare la stessa cosa, sdraiato sul divano che le stava davanti; avevano passato accoccolati lì praticamente ogni singolo giorno delle vacanze e in una condizione di pace assoluta.
Non avevano sbuffato, criticato, insultato, maledetto. Avevano parlato. E tanto.
Malfoy, agli occhi di Rose, si era rivelato non un demone incredibilmente attraente, ma un ragazzo umano. Maledettamente attraente, continuava a suggerire la vocina nella sua testa.
Nei giorni dopo Natale i due avevano parlato e discusso e giocato; si erano sforzati di cominciare a pensare al Ballo del Due Maggio, ma l'argomento era presto sfumato e cinque ore dopo si erano ritrovati a discutere del loro libro preferito, affamati per aver saltato la cena. Così erano scesi insieme dagli Elfi nelle cucine senza veramente interrompere i loro discorsi, anzi ridendo e scherzando ancora di più. Avevano riso. Riso. C'era sempre un tono ironico e sarcastico nelle battute che si erano scambiati, ma era leggero, e assolutamente privo di offese.

Seduta sulla poltrona, Rose ripensava alla riscoperta umanità del ragazzo che le stava seduto di fronte: l'aveva sempre paragonato a un robot, un automa, indifferente al resto del mondo, incurante del resto della specie umana.
E così, fissando pensierosa la sua figura, le venne in mente qualcosa.
“Aspetta qui.” Disse infrangendo il silenzio. Senza un'altra parola scivolò giù dalla poltrona e si fiondò verso la sua stanza, lasciandosi dietro un ragazzo basito.
Quando ritornò qualche secondo dopo, si posizionò davanti a Malfoy “Dammi il tuo libro. E tieni questo.”
Scorpius la guardava a bocca aperta “Cosa?”
Rose sbuffò, perché devo sempre spiegarmi e nessuno capisce mai niente? “Allora. E' giorni che leggi quel libro, e non ti piace – ah, non mi interrompere – con tutte le volte che l'hai preso in mano avresti già dovuto terminarlo. Ora, io so, che questo ti piacerà molto di più.” Gli porse un tomo impolverato. “Ci ho messo un po' a trovarlo – era una vita che non lo leggevo - non è proprio il mio genere, ma ti piacerà vedrai.”
Il ragazzo chiuse quello che teneva in mano e prese quello che gli veniva porto, in caratteri oro tondeggianti, su una copertina nera, era impresso “La Divina Commedia”; soppesò il libro incuriosito, era spessissimo.
“Cos'è?”
“E' un'opera scritta nel 1300 da un letterato italiano, penso fosse un semplice Babbano. Comunque, è estremamente importante sia per il significato che racchiude, sia per il ruolo che ha avuto nella letteratura successiva. Ora.” Respirò “Se chiedi a me, era un pazzo. Ma, visto che hai detto che ti piace la nostra letteratura, vedrai che amerai questa. Gli italiani erano bravi con le parole.”
Scorpius fu sorpreso che lei ricordasse una cosa simile, e accettò il libro contento. Rose lo fissava soddisfatta e lui rimase nuovamente, ormai gli capitava tutti i giorni, colpito dalla bellezza del suo viso.
Quel viso inarcò un sopracciglio “Puoi dire grazie... La conosci la parola?”
Le rispose con un ghigno “Certo.” Aspettò qualche secondo e poi aggiunse “Grazie.” Il tutto per vedere l'espressione irritata della rossa che infatti tornò al suo libro sbuffando.

Rose continuò a occhieggiare il ragazzo per tutta la sera, tentando di decifrarne l'espressione e capire se il libro gli piacesse o meno. Che poi, ma perché mai mi interessa? Cavoli suoi se non gli piace.
- Vedo che non ti piace più solo il suo aspetto...
- Eh?
- B
eh, è evidente.
- Cosa?
- Davvero. Non sei intelligente come tutti sostengono.
- Io sono intelligente.
- Stai parlando con una voce nella tua testa.
- Arriva al punto. O taci.
- Ti rendi conto che stai insultando il tuo stesso cervello? Comunque. Intendevo che il fatto che ti interessi la sua opinione è segno che cominci a interessarti il ragazzo stesso.
- Assolutamente no.
- Assolutamente sì.
- No.
- Oh, sì.
- Taci.

La voce nella testa di Rose, di cui continuava a non comprendere (e maledire) la presenza, tacque, eppure un'altra voce le stava parlando.
“Weasley. Ehi. Weasley.” Delle dita affusolate continuavano a fare su e giù davanti al suo viso.
“Che vuoi?”
Scorpius innalzò un sopracciglio. “E' ora di cena. E, chiedendoti se vuoi scendere con me, stavo usando le maniere di cui continui a insistere io sia carente.”
“Divertente.” Rose era ancora scossa dalle supposizioni del suo cervello. Possibile che le piacesse Scorpius Malfoy?
Il ragazzo intanto aveva raggiunto la porta. “Vuoi che ti porti qualcosa schizzata?”
“Sto arrivando, per Merlino!” Alzò gli occhi al cielo.
Mentre scendevano le scale continuò a essere innaturalmente silenziosa: non mi piace. No, Scorpius Malfoy non mi piace. Io lo odio.
Se lo ripeté convinta per tutta la strada e tutto il pasto, eppure non riuscì ad allontanare la sensazione che stesse mentendo a se stessa.
E nemmeno sapeva che la stessa discussione andava avanti da giorni nella testa del ragazzo biondo seduto davanti a lei.

***

 

I capelli erano assolutamente fradici, avevano perso volume e le cadevano gocciolanti sulle spalle.
“Ti piace la mia mira Weasley?”
“Non quanto a te piace la mia Malfoy, dritta sul naso.” Rose sorrise soddisfatta.
“Non mi hai colpito, hai bisogno di un paio di occhiali.”
“Io ti ho colp-..”
“Ok. Basta.” Albus rivolse ai due amici un'occhiata esasperata “Siete stati bravi in questi giorni, sapevo che non poteva durare, ma vi prego. Almeno per oggi.”
“Ma non stav-” Rose provò a giustificarsi con il cugino, che la interruppe nuovamente.
“Sì. Non vi stavate insultando, wow. Avete fatto un patto, e no” Bloccò con un mano le tentate lamentele della ragazza “Vale in tutti i sensi. Ora, andate a farvi una doccia e piantatela. Ci vediamo stasera.”
“Oh, Albus, sei così tenero.” Elisabeth sembrò impressionata dal comportamento maturo del suo ragazzo.
Rose e Scorpius alzarono gli occhi al cielo disgustati.
“Muoviti Weasley, dai.” Il ragazzo la incitò ad allontanarsi dalla scena, i due si diressero verso il castello.
Era la sera di Capodanno e ci sarebbe stata una festa, assolutamente segreta, se non fosse che lo sapeva tutta la scuola. E i quattro Caposcuola si erano guardati bene dall'impedire a una sessantina di studenti di festeggiare: avevano anzi contribuito a rendere il luogo – la Sala Comune dei Serpeverde – assolutamente protetto.
Avevano concluso l'ennesima battaglia di neve e il resto dei loro compagni si era rifugiata nel castello almeno una mezz'ora prima, ma Rose e Scorpius, troppo intenti ad abbattersi con accurate palle di neve, non si erano accorti di nulla. Albus aveva tentato di richiamarli alla realtà un paio di volte con le buone, alla fine aveva optato per le cattive e li aveva immobilizzati con la bacchetta, lasciandoli poi dieci minuti buoni a congelare come statue.

Quando rientrarono nella loro Sala Comune – dopo aver affrontato una lunga discussione con i Professori – di Ellie e Lysander non c'era traccia.
“Abbiamo anche saltato la cena, credo.”
Rose annuì dispiaciuta “Se ti fossi arreso prima non sarebbe mai successo.”
“Non potevo perdere l'occasione di farti affondare.”
La ragazza sbuffò e si diresse verso il bagno, ma Malfoy la superò, si fiondò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.
“MALFOY!” Sbatté entrambi i pugni sulla porta ripetutamente.
Dal bagno non provenne alcun rumore.
“STUPIDO. IDIOTA. CHE. NON. SEI. ALTRO.” A ogni parola, un colpo sulla porta.
Una porta si aprì “Rose, si può sapere cosa stai facendo?” Lysander la guardava con preoccupazione.
“Quel coso mi ha rubato il bagno. C'ero prima io.” Poi urlò rivolta verso la porta “Non ti hanno insegnato nemmeno un po' di cavalleria?”
La porta del bagno si aprì leggermente e spuntò una testa “No. Ma mi hanno insegnato cose più utili, posso dimostrartelo.” La testa ghignò maliziosamente.
Rose urlò di frustrazione e gli lanciò un cuscino, afferrato dal divano, ma ovviamente i riflessi del ragazzo erano ben allenati e chiuse la porta in tempo. Il cuscino cadde in un tonfo.
Lysander, ancora in piedi, fissava la scena divertito.
“Non credo che continuare a tirare pugni alla porta possa aiutare. E poi non è così male” Fece un cenno “ Pensavo aveste fatto un patto di pace.”
L'unica risposta che ricevette fu un grugnito di rabbia: Rose si era buttata sul divano con forza. Lysander ritornò nella sua stanza ridendo.
La ragazza restò coricata sul divano a fissare il fuoco per dieci minuti, e poi finalmente una voce interruppe il silenzio “Ora, Weasley, puoi andare.”
Si alzò dal divano e si girò verso la porta del bagno, pronta a insultarlo, ma le parole le rimasero bloccate in gola insieme al respiro. Oh. Santissimo. Merlino.
Il ragazzo era appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto e un ghigno divertito sulle labbra; un asciugamano bianco legato intorno ai fianchi lasciando ben visibile le linee del bacino, gli addominali scolpiti e le braccia muscolose. Ma ciò che più colpì la ragazza fu il viso: le ciglia lunghe erano ricoperte di goccioline d'acqua che scivolavano dai capelli bagnati e scompigliati.
“Visto qualcosa che ti piace, Weasley?” Il ghignò si allargò, mente Malfoy si domandava se davvero fosse riuscito a colpire Rose Weasley.
La ragazza si riprese in fretta “No, decisamente, no. Mi domandavo solo dove fosse il tappino da togliere per sgonfiarti.” Poi gli passò accanto (Oh. Mamma: il-suo-fottutissimo-profumo) e sussurrò, prima di chiudersi la porta alle spalle “Pallone Gonfiato.”

 

***

Un'ora dopo i quattro Caposcuola si ritrovarono nella Sala Comune, pronti a Disilludersi e dirigersi verso i sotterranei.
Lysander indossava un paio di pantaloni neri e una camicia bianca, Ellie un vestitino azzurro che le lasciava scoperta la schiena, mentre beh, pensò Malfoy, Weasley ha superato se stessa. Rose aveva indossato un vestito nero a maniche lunghe, che le si allargava sotto il seno scendendo fino qualche centimetro sopra alle ginocchia. Le gambe lunghe e bianche contrastavano perfettamente con i capelli, che le ricadevano in onde sulle spalle, liberi dal solito elastico.
E, mentre la guardava chiacchierare con la Macmillan, così tranquilla e sorridente, e le vedeva scintillare gli occhi azzurri, Scorpius non ebbe più dubbi al riguardo: Rose Weasley gli piaceva.
La constatazione non gli piacque per nulla e fu con tono irritato che sollecitò gli altri a muoversi.
Una volta usciti dai loro 'appartamenti' i due uomini camminarono davanti, le due ragazze continuarono a parlare qualche passo più indietro.
“E' indubbiamente il ragazzo più bello che io abbia mai incontrato” Sbottò all'improvviso Ellie.
Rose la guardò a bocca spalancata “Stai SCHERZANDO? Proprio tu lo dici!”
La Tassorosso arrossì leggermente “Beh, è inevitabile. Lo vedi?” E fece un cenno verso il biondino.
Rose seguì il suo sguardo e osservò Malfoy, sapendo benissimo che Ellie aveva ragione: jeans chiari né stretti né larghi, una maglietta grigia con uno scollo a V e una giacchetta nera, come quella che usavano sempre i Babbani sopra alle camicie.
“E allora?” Sillabò Rose, mostrando indifferenza.
“Allora, è maledettamente bello. E non lo penso solo io, Rose, lo pensa tutta la scuola, lo sai benissimo. Lui e tuo cugino Louis se la giocano, ma la loro differenza è che tuo cugino è perfettamente bello, mentre Malfoy è maledettamente bello. E ovviamente, ha charme.”
“Ma davvero discutete di queste cose? Dovreste indire una competizione per eleggere il più sexy” Rose scherzò.
“E' stato un pareggio...”
“COSA?”
“Non è proprio stata una vera competizione, chi voleva dava il suo parere e hanno sommato i voti ricevuti e così...” Ellie lasciò la frase in sospeso.
Rose era senza parole, la fissava con occhi stralunati ed Ellie rise.
“Sai, tuo cugino Albus è arrivato terzo con Zabini e Lewis, poi credo ci fossero Patil e Bryan e-”
“No, no, no. Non ne voglio sapere niente.
Ellie rise di nuovo.

***

Rose stava ballando con Lily e Amelia, qualche metro più in là Elisabeth dondolava al collo di Albus, così come Roxanne a quello di Sam; Anant e Luke erano andati a prendere da bere.
La musica era così forte che Rose si preoccupò più volte che potesse superare i loro incantesimi e rifiutò di bere qualunque cosa che si avvicinasse all'alcool per poter intervenire in caso fosse necessario: lei e gli altri Caposcuola l'avevano deciso insieme, ma dubitava seriamente Malfoy l'avrebbe fatto.

Quando Luke e Anant tornarono, Rose decise di prendersi una pausa e lasciare le coppiette ai loro baci, prima che cominciassero a farlo davanti a lei e lei desse di stomaco: doveva sopportare smancerie tutti i giorni ormai.
Avvistò Jake Lewis tra la folla e decise di cambiare direzione e fuggire il più lontano possibile.
“Hei, bellezza.” Disse una voce strascicata.
Rose si girò e si ritrovò davanti Zabini. “Ciao” Lo guardò con un sopracciglio inarcato, che voleva?
“Ti va di ballare splendore?”
Cosa? “Ehm, no grazie, sto benissimo così.”
“Ma... ma...” Il ragazzo non sembrava in grado di continuare la frase. “Ma, io voglio ballare.”
Dov'è quell'idiota di Malfoy quando serve? Non sarò io a gestire il suo cazzo di amico ubriaco.
“Sono sicura che se chiedi a quella ragazza lì, lei acconsentirà.” E indicò una ragazza del suo anno, Serpeverde, che fissava Zabini con occhi affamati.
“Ma io voglio te.”
“Ehm. Io però devo andare.” Perché toccano sempre a me queste situazioni? Gli fece un cenno e si dileguò tra la folla, cercando di rintracciare Malfoy affinché andasse a recuperare il suo amico ed evitasse che il suddetto si facesse del male, o peggio, lo facesse a qualcun altro.
Non riusciva a trovarlo da nessuna parte: avvistò quell'altro lurido amico, Nott, e dovette di nuovo cambiare direzione per evitare Jake Lewis e poi.
E poi lo vide.
Malfoy era appoggiato a un muro e teneva fra le braccia una ragazza bionda, con le gambe lunghissime, e un vestito rosso. La guardava con il suo solito ghigno e lei ridacchiava divertita.
Rose credette di riconoscere Amber Eiden*, una Serpeverde del Settimo anno che Lily aveva molto gentilmente definito 'La Troia'. Girava voce che il quartetto, di cui suo cugino faceva così tristemente parte, se la passasse come una palla regolarmente. Disgustoso, pensava sempre Rose.
Si diresse verso Malfoy irritata, pronta a interrompere il suo divertimento, quando la Eiden si sollevò in punta dei piedi e si schiacciò totalmente contro la figura del ragazzo; aveva cominciato a strusciare le dita sul suo e a mordicchiarsi il labbro.
Si alzò ancora di qualche centimetro e poi lo baciò.
E Rose pensò che avrebbe vomitato davvero.
Si fermò sui suoi passi e rimase a guardare la scena qualche secondo: si sentiva male ma non capiva esattamente come mai.
La biondina davanti a lei si sistemò meglio tra le braccia del ragazzo e lì, in quel momento, Rose sentì una morsa allo stomaco. E rabbia mista a tristezza. E poi capì, senza bisogno che la vocina nella testa le spiegasse nulla.
Si era presa una cotta per il misogino davanti a lei.
Girò sui tacchi e corse via, il più lontano possibile.


* Mia invenzione. 


Angolo Autrice

Hola! SCUSATE, scusate, scusate per il super-ritardissimo. La scuola mi assilla ed è il mio ultimo anno, quindi un pochetto devo studiare.

Siamo finalmente giunti a una svolta, il Capitolo è un po' lunghetto infatti, tenete duro, nel prossimo ci saranno un paio di cosette da chiarire... 

Grazie come sempre a chi mi legge/preferisce/ricorda/segue e a chi mi RECENSISCE.
Continuate a farlo, vi leggo e vi amo, se non rispondo è solo per questione di tempo.

Grazie mille,
@isabeckhtorres


 

   
 
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