<< Le piacerebbe farmi compagnia per un caffè? >>
Selena guardò il professor Raimo, imbarazzata per la proposta inaspettata. << Certo, >> rispose dopo un momento in cui la sua capacità di parlare sembrava ormai svanita, << mi farebbe molto piacere. >>
La proposta l'aveva alquanto sorpresa ed era imbarazzata all'idea di uscire con il suo professore – il suo professore –, anche solo per un caffè. Di cosa avrebbero dovuto parlare?
Ma la cosa si rivelò più facile del previsto: fu lui a “condurre il gioco”, facendole domande sulla scuola, sui suoi interessi personali e, ovviamente, sulla letteratura inglese.
<< Mi sono appassionata alla lettura fin da bambina e gli scrittori inglesi sono stati i miei più grandi maestri: devo loro tutto! Purtroppo, più libri leggo, più vorrei leggerne, ma il tempo a mia disposizione è piuttosto scarso... >> Ripensò a quando era stata rimproverata proprio dal signor Raimo per via della lettura e sorrise, imbarazzata. << Mi piacciono tutti: fantastici, horror,... In particolare i libri che la critica del tempo definì “immorali”. >>
<< “Non esistono libri morali o immorali, come la maggioranza crede. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.” >>
Selena lo fissò assorta, un sorriso appena accennato sulle labbra che però coinvolgeva anche gli occhi. << Oscar Wilde... >> mormorò. << Il mio preferito. >>
Continuarono a parlare per oltre un'ora e, più il tempo passava, più Selena si rendeva conto delle affinità tra lei ed il suo insegnante.
<< Ora devo proprio andare, Selena. >> disse l'uomo guardando contrariato il quadrante del suo orologio da polso.
Si alzarono, lui pagò il conto per entrambi – nonostante le proteste della ragazza – ed uscirono fuori, subito accorti nelle braccia gelide del pomeriggio novembrino.
<< Mi ha fatto molto piacere parlare con lei, professore! >> disse lei, sincera.
<< Quando ti deciderai a chiamarmi per nome? >> ribatté lui serio.
Selena stava per rispondere che, no, non sarebbe mai riuscita a farlo, quando lui si avvicinò, le prese il mento tra le dita affusolate e le posò un bacio sulle labbra.
Incredula, meravigliata, spaventata e, contemporaneamente, al settimo cielo, la ragazza balbettò per qualche secondo, riuscendo a dire, infine, solo tre parole: << Sei pazzo, Manuel! >>
Lo disse così, senza pensarci su, troppo sconvolta per definirsi lucida. Ma sul volto del suo insegnante si dipinse un'espressione soddisfatta. << Ah, sapevo che mi avresti chiamato Manuel... >>
Detto questo la salutò con un cenno della mano e se ne andò, lasciando dietro di sé la giovane in compagnia solo del freddo autunnale e di un'altra citazione di Oscar Wilde.