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Autore: Sunny    30/01/2005    39 recensioni
A vent'anni dalla scomparsa di Voldemort, il Mondo della Magia si vede ricomparire il suo Marchio Nero nell'oscurità della notte... ma questa volta in campo scenderanno anche nuove forze, più decise e più agguerrite che mai. Intrighi mortali, lotte all'ultimo sangue, amori inarrestabili e passioni travolgenti sconvolgeranno gli eroi della 'vecchia' e della 'nuova' guardia, in un mondo in guerra in cui il cuore ha la meglio anche sulla ragione...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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FIRE MELTS ICE

FIRE MELTS ICE

 

 

 

 

CAPITOLO 2: BERSAGLIO IDENTIFICATO

 

 

I’m on fire
When you’re near me
I’m on fire
When you speak
And I’m on fire                         
Burning at these mysteries
These mysteries...

                                                           On Fire, Switchfoot

 

 

***************

 

 

“Da questa parte c’è il parco… vieni, ti mostro la strada per il campo di quidditch. Noi ci alleniamo lì.”

 

Alex evitò accuratamente di sbuffare e seguì il prefetto di Serpeverde – la casa in cui il cappello parlante lo aveva mandato la sera prima – che gli stava mostrando Hogwarts in lungo e in largo. Già era stato abbastanza penoso doversi presentare con un nome e un passato diversi – Alexander Templeton, ex studente modello di Durmstrang – ma il giretto turistico stava davvero mettendo alla prova la sua pazienza.

 

“…e infatti si stanno già allenando.” Il prefetto gli indicò sette ragazzi in uniforme gialla e rossa che svolazzavano ad altitudini differenti nel campo davanti a loro. “Sono i Grifondoro. Oggi il campo tocca a loro, noi facciamo i turni.”

 

Alex osservò con attenzione i giocatori mentre provavano gli schemi che il loro capitano nonché portiere urlava con frenesia. Il cercatore non sembrava una cima ma i battitori erano svelti, e poi c’era un cacciatore… cacciatrice… che volava più velocemente degli altri, sfuggiva a tutte le marcature, sembrava quasi inarrestabile… Alex ne seguì i movimenti finchè non le vide lanciare la pluffa dove il portiere non sarebbe mai potuto arrivare in tempo e segnare.

 

“E’ in gamba quella ragazza.” Alex la indicò. “La cacciatrice che ha appena segnato. Chi è?”

 

“La bionda? Si chiama Katie Weasley, è del quinto anno.”

 

Alex inarcò leggermente un sopracciglio. Così quella era la ragazza che doveva conquistare… la osservò attentamente mentre scendeva a terra insieme ai suoi compagni, su ordine del loro capitano. Aveva dei bellissimi occhi così azzurri da sembrare quasi verdi, vispi e pieni di vita, e i capelli biondi che teneva stretti nella coda le incorniciavano il viso angelico… anche se quella ragazza sembrava più un peperino che un angelo.

 

“…voglio anche provare lo schema numero tre, quello in cui…”

 

“Attento, Albert, non ti scoprire davanti a quelli.”

 

Sollecitato da uno dei battitori, il capitano e il resto della squadra si voltarono a guardare le due ‘spie’ di Serpeverde. “Avete così tanta paura di noi che venite a spiarci già dal primo allenamento?” il tono del portiere era palesemente beffardo e provocatorio.

 

“Non vi lusingate troppo, siamo qui solo per vedere la scuola.” Replicò asciutto il prefetto di Serpeverde, indicando Alex con un cenno della testa.

 

“Non che ci fosse molto da vedere, poi.”

 

Alex si assicurò di aver colpito il suo bersaglio quando vide tutti i ragazzi della squadra irrigidirsi vistosamente. “E tu chi saresti?” fece uno dei battitori in tono piuttosto ostile.

 

“Alexander Templeton.”

 

Il capitano si accigliò. “Quello nuovo… che viene da Durmstrang, eh?”

 

Alex annuì, con la sua solita faccia indisponente e arrogante. “E a Durmstrang la farebbero a pezzi una squadra di mezze calzette come voi.”

 

“Mezze calzette a chi?!”

 

“Ma guarda questo…”

 

“Senti un po’, tu…”

 

Alex ignorò gli altri commenti per concentrare la sua attenzione sulla reazione di Katie Weasley: lo guardava più stupita che infuriata. Forse era molto meno combattiva di quanto si aspettasse… valeva la pena stuzzicarla ancora un po’. “Tu, ad esempio.” Le disse. “Voli bene, ma i tuoi tiri sono lenti e prevedibili.”

 

Katie avanzò fino a pochi centimetri da lui, quindi lo guardò e s’inumidì le labbra, inclinando leggermente la testa di lato. “Mi chiedo se insultare gli altri ti faccia sentire migliore di quello che sei veramente.” Mormorò asciutta. “Perché in tal caso sei molto deludente. E neanche troppo originale, a Serpeverde sono tutti così.”

 

Il tono secco e duro di quella ragazza irritò Alex ancora più che se quelle parole gliele avesse urlate. Così la piccola Weasley aveva un invidiabile autocontrollo… perché non metterlo alla prova? “Se riesci a tirare la pluffa con la stessa bravura con cui ti difendi, forse hai qualche possibilità.” Alex incrociò le braccia sul petto e la guardò con aria decisamente sfacciata. “Scommetto che a me non riusciresti a fare neanche un gol.”

 

Katie inarcò un sopracciglio e mise le mani sui fianchi, mentre una leggera brezza di fine stagione le agitava i morbidi capelli biondi. “Mi stai sfidando?”

 

“Ignoralo, Katie.” Fece l’altra cacciatrice.

 

“Andiamo, abbiamo altro da fare che accettare queste stupide provocazioni.” Ribadì il capitano.

 

Katie non aveva staccato gli occhi da Alex per un solo istante. Lui aveva sempre lo stesso sguardo provocatorio e le braccia conserte in attesa di una risposta. Katie rimase immobile… finchè le sue labbra non si curvarono in un graziosissimo sorrisetto furbo. “Tre tiri, tu stai in porta.” Disse alla fine.

 

Alex annuì una volta e le strizzò un occhiolino. “Non ti tratterò con riguardo.”

 

“Neanch’io.” Katie si voltò verso i suoi compagni di squadra. “Ci metto un attimo, ragazzi… dategli una scopa. Dai, davvero ci metto un secondo!”

 

Molto poco volentieri uno dei battitori tirò la scopa ad Alex, che ci salì sopra e subito si alzò in volo, sistemandosi davanti ai tre anelli e assaporando la sensazione del vento fra i capelli. Volare gli era sempre piaciuto. Rimase lì a mezz’aria ad osservare Katie che si sollevava in aria con la pluffa sottobraccio. Aveva decisamente l’aria di chi non temeva le competizioni… anzi, a giudicare dallo sguardo vispo e furbo che aveva mentre palleggiava in aria la pluffa in attesa di dare inizio alla loro sfida, tutto questo era molto piacevole per lei.

 

Alex continuò a guardare la sua avversaria mentre spronava in avanti la sua scopa e partiva alla carica. I capelli biondi le svolazzavano attorno al viso come una cornice d’oro, e la casacca rossa col vento le lasciava scoperte le gambe… Stephen aveva detto la verità quando gli aveva preannunciato un lavoro decisamente piacevole. Peccato che la proprietaria di quelle gambe strepitose fosse anche maledettamente veloce, perché aveva approfittato della sua distrazione per fare una finta molto rapida, gettarsi a sinistra e poi a destra e infine tirare…

 

Un boato di acclamazione della squadra di Grifondoro accolse il punto di Katie, ma il sorrisetto di Alex rimase intatto… specie quando le ritirò la pluffa. “Bel colpo.”

 

Katie afferrò la palla e inarcò leggermente un sopracciglio. “Era lento e prevedibile.” Fece vispa, e lui rise. Aspettò che lui le facesse un cenno per ripartire, quindi schizzò in avanti per la seconda volta. Alex la vide procedere dritta… furba la ragazza, avrebbe deviato all’ultimo secondo… lui fece un sorrisetto e si sporse a destra, Katie si spinse a destra e lanciò a sinistra… la finta di Alex era riuscita, e il tiro fu respinto di pugno.

 

“Peccato.” Alex le tirò la pluffa, recuperata da uno dei battitori. “Sai fare bene le finte, ma a quanto pare non le sai riconoscere altrettanto in fretta.”

 

Katie afferrò la pluffa al volo. “Sei un po’ troppo chiacchierone per i miei gusti.”

 

Per la terza volta in pochi minuti, la ragazza bionda ripartì a razzo… ma stavolta era ancora più veloce. Alex capì che puntava alla soluzione di potenza quando se la vide arrivare a tutta velocità e con la pluffa già pronta per il tiro. Katie aspettò di essere vicinissima… e all’ultimo momento schizzò in alto e tirò da su. Alex non si alzò alla sua stessa altezza, sapeva che non avrebbe fatto mai in tempo. Piuttosto arretrò bruscamente e si piazzò sulla traiettoria della pluffa… parando con una certa durezza. Il tiro in effetti era davvero forte.

 

Katie si morse le labbra, irritata. Alex le volò affianco e le fece un gran sorriso. “Non sei andata male, ragazzina. Forse con un po’ di allenamento in più riuscirai a farmi due reti su tre.”

 

“Io spero solo di vederti con la casacca verde addosso quando ci scontreremo coi Serpeverde.” Ringhiò Katie.

 

Alex rise. “Ci vediamo in giro.”

 

Katie lo guardò andare via con un cipiglio furibondo sul viso. Che razza di arrogante… un arrogante molto profumato, ma sempre un arrogante.

 

 

***************

 

 

“Ehi, a che punto sono quei panini?”

 

“Piantala un po’, o vieni a dare una mano!” Amelia fece una smorfia quando sentì Jack e Dan ridere fuori nel giardinetto. “Sempre la solita storia, la pigrizia personificata.”

 

Steacy rispose al sorriso della ragazza e continuò a darle una mano a preparare i panini per tutta l’allegra brigata lì fuori. Aveva avuto finalmente ‘l’onore’ di conoscere alcune delle persone che Jack amava di più – suo fratello e i suoi cugini – ma soprattutto… era faccia a faccia con la famosa Amelia. Non immaginava quasi che fosse veramente così uguale a come l’aveva descritta il suo ragazzo: magra e piuttosto esile di fisico, con un sorriso dolcissimo e un caratterino tutto particolare… la conosceva veramente benissimo, allora, se con due parole riusciva a renderle giustizia fino a quel punto. Steacy sapeva di non doverla temere per l’aspetto fisico, in quello era certa di non avere problemi… alta, bionda e con gli occhi azzurri, di sicuro era ben più appariscente di lei. Però…

 

Però c’era qualcosa. La stava guardando mentre si dava da fare con i panini, qualche volta si fermava per rispondere alle battutine che Jack urlava di fuori… aveva la grazia di un maschio, eppure… allo stesso tempo aveva un fascino tutto suo. Aveva i capelli scompostamente tenuti su da un fermaglio, ma erano di un bel castano riflessante… aveva anche delle belle labbra, ma naturalmente trucco zero… canticchiava a bassa voce qualcosa, e accennava un piccolo movimento dei fianchi… probabilmente sapeva ballare bene, ma Steacy era pronta a giurare che non lo faceva quasi mai in pubblico… eppure tutto in quella piccola casetta accogliente urlava la sua presenza, e quel che era peggio… tra le mura del loro piccolo mondo la personalità sua e di Jack sembravano fuse talmente bene che non si riusciva a distinguere dove avesse messo mano lui e dove lei. Perfettamente integrati. Come un’anima sola.

 

“Sei sicura che non ti stai annoiando qui?” fece piano Amelia, sistemando i tramezzini sul vassoio.

 

“Come? Oh, no… no, è un piacere.” Steacy si pulì le mani. “E poi mi fa piacere passare un po’ di tempo con te. Avevo voglia di conoscerti.”

 

“Davvero?” Amelia inarcò leggermente un sopracciglio e continuò a fare quello che stava facendo.

 

“Si.” Steacy esitò, giocherellando con una delle fettine di pane. “Jack parla sempre di te… dice che sei il suo Koala.”

 

Amelia fece un piccolo sorriso. “Jack adora prendermi in giro. Mi chiama così perché io ho l’abitudine di camminare sulle sue spalle.”

 

“Vi conoscete da molto tempo, giusto?”

 

“Da quando avevamo nove anni.”

 

“Oh. Beh, si vede… ti è molto affezionato.”

 

“Anch’io gli voglio molto bene.”

 

“Certo.” Steacy abbandonò il tramezzino. “A volte sai che sensazione ho? Che tu sia lo standard in base al quale misura le sue compagne. Un po’ come se tu fossi… il suo ideale di donna, diciamo.”

 

Amelia si fermò e la guardò per un lungo momento. La bellissima ragazza bionda le aveva appena lanciato l’amo… ora lei doveva solo scegliere se abboccare o evitarlo. Ma lei era sempre stata diretta e franca, e fare orecchio da mercante non rientrava nelle sue capacità. “Ho capito benissimo dove vuoi arrivare, Steacy.” Le disse, guardandola negli occhi. “Puoi anche rilassarti… non devi temermi. Tra me e Jack c’è un’intimità ben diversa da quella che credi tu.”

 

Steacy ebbe la decenza di sembrare imbarazzata. “Mi dispiace di esserti sembrata così diretta… ma vedi… neanche per me è facile. Tu vivi con lui, lo conosci da sempre, mentre io…”

 

“Tu ci stai insieme da due settimane, Steacy, e credimi quando ti dico che è un record.” Amelia evitò di guardarla e finì di sistemare i panini sul vassoio. “Dovresti ritenerti fortunata.”

 

“Oh, lo sono.” Steacy fece un sorriso sognante. “Jack è il ragazzo più meraviglioso che abbia mai avuto, e poi…”

 

“Andiamo a portare i panini, vieni.” Amelia la interruppe bruscamente, prendendo in mano il vassoio e aprendo la porta-finestra di schiena. Ci mancava pure di sentire la sviolinata su quanto era magnifico il ragazzo dei suoi sogni mentre stava con un’altra!

 

“Ooh, finalmente!” Jack, spaparanzato sulla sua sedia preferita, prese a volo un panino dal vassoio e fece spazio a Steacy per farla sedere sulla sdraio insieme a lui. Il giardino non era particolarmente grande ma era accogliente come la casetta, e le sdraio erano un tocco di comodità in più di cui Jack si vantava sempre di essere stato l’ideatore.

 

“Ma come lo sopporti?” fece allegramente Julie, prendendo anche il suo tramezzino.

 

“Non lo so, guarda.” Amelia mise sul tavolino il vassoio coi panini e si andò a sedere sulle ginocchia di Simon, porgendogli il braccio. “Ho un bisogno disperato di coccole.” Simon ridacchiò e cominciò a passarle lentamente e con dolcezza le dita lungo il braccio, facendola sentire subito più rilassata.

 

Julie si scansò i capelli ramati dalle spalle, aggiustandosi la gonna di jeans sulle ginocchia. “Ehi, cuginetto, bada che mi prenoto anch’io dopo.” Gli disse allegramente, sedendosi sulla sedia più vicina al ragazzo.

 

“Ma guardalo, è disgustoso!” esclamò Dan, scuotendo la testa. E’ sempre pieno di donne, e non deve neanche schioccare le dita! Sei quasi peggio di un Veela, lo sai, pannolone?”

 

Simon fece una simpaticissima faccia buffa. “Quando uno ci nasce con la classe…”

 

“Non è classe, è qualcosina che potresti aver sentito nominare una volta o due, fratellone…” Julie inarcò le sopracciglia in quel suo solito modo di fare furbino ed estremamente femminile. “Hai presente la sensibilità?”

 

“Vero, ce l’hai presente, Dan?” Simon infierì con un  sorrisetto perfido stampato in faccia, continuando il suo massaggio ad Amelia.

 

Jack rise. “Insopportabile piccoletto.”

 

Steacy accarezzò il braccio che Jack le teneva attorno ai fianchi e osservò quei ragazzi con molta attenzione… erano molto, molto affiatati, si avvertiva dall’atmosfera giocosa e complice che emanavano le loro parole e le loro battute… voleva inserirsi anche lei nel discorso, ma si sentiva come un pesce fuor d’acqua… il che era una sensazione del tutto nuova per lei. “Vediamo se mi ricordo bene tutto quello che Jack mi ha raccontato di voi… tu ti sposi con la giornalista, giusto?”

 

Simon scosse la testa. “Mel fa la fotografa per la Gazzetta del Profeta.”

 

“Ah, ecco.” Steacy guardò Julie, quella che il suo ragazzo definiva come ‘la cuginetta’… e che invece era un gran bel pezzo di ragazza, alta e sinuosa. “Mentre tu dovresti stare col metallaro…”

 

Metallaro?” Julie inarcò minacciosamente un sopracciglio, Amelia si voltò dall’altra parte per non ridere, mentre Dan esplose in una sonora risata.

 

Steacy guardò con aria interrogativa Jack, che stava ridendo di gusto. “E’ tutto ok, tesoro, non ti preoccupare.” Le disse lui fra le risatine sghignazzanti.

 

“Zia Hermione ha ragione, sei un troglodita.” Julie gli fece una smorfia.

 

Simon ridacchiò. “E dai, Julie, perché sei così infame e usi questi paroloni, lo obblighi a cercare un vocabolario…” tutti risero, inclusa Steacy.

 

“Perché usare un vocabolario quando nei paraggi ci sei tu?” fece ridacchiando Jack, con quel suo solito irritante sorrisetto paterno.

 

Julie incrociò le braccia sul petto. “Dan, perché non dici a Steacy invece come si chiama la tua ragazza?”

 

Il fratello rise e scosse la testa. “Nah, non ci casco.”

 

“Tanto prima o poi lo scopro chi è.” Brontolò lei, arricciando il naso.

 

Amelia si stiracchiò i muscoli e allungò un braccio sotto la sedia… tutto quel chiacchierare le aveva messo voglia di un po’ di movimento. “Ooh, guardate un po’ cos’ho trovato…” disse vispa, mostrando a tutti un pallone da basket.

 

Simon lo prese e se lo fece rigirare su un dito. “Partitone?”

 

Jack gli strizzò l’occhiolino. “Chi perde lava in cucina?”

 

Amelia fece un sorrisetto losco. “Allora io sto contro di te, ti voglio distruggere.”

 

“Simon e le ragazze contro noi due.” Dan indicò Jack con un cenno del mento. “Così almeno avrete un po’ di vantaggio numerico.”

 

Julie gli fece un verso ironico. “Ma sentili…”

 

“Falli parlare, Julie, falli parlare…” le disse complice Simon, mentre aspettava che Amelia si alzasse per mettersi in piedi anche lui.

 

Jack ridacchiò, poi notò l’aria smarrita di Steacy. “Dai, facciamo le cose per bene… Steacy sta con noi, ok?”

 

“Oh, no no, lascia perdere…” la ragazza si affrettò a scuotere la testa. “Non so giocare così bene…”

 

Amelia sorrise. “Qui nessuno è un campione, ci vogliamo solo divertire.”

 

Steacy si strinse nelle spalle. “…ho i tacchi…”

 

“Se è per questo io ho la gonna.” Disse allegramente Julie, che non sembrava minimamente toccata dall’impedimento.

 

“Resta ferma un secondo.” Simon si sfilò la bacchetta dalla tasca e la puntò contro le scarpe della ragazza, mormorando qualcosa a bassa voce.

 

Steacy si guardò le scarpe, ora due comode scarpette da ginnastica basse e sportive. “…oh, ehm… grazie.”

 

Dan tirò il pallone ad Amelia, spostandosi i capelli corvini dalla fronte. “Prima le signore.”

 

Amelia fece un sorrisetto e passò la palla a Julie, facendo subito iniziare la partita. Julie palleggiò bene sotto il cesto – attaccato alla parete laterale della casa – e quando si ritrovò di fronte Jack tirò subito la palla a Simon, che con un tiro ben piazzato la mise dentro. Dan e Jack non fecero attendere la risposta: un paio di veloci passaggi e ottennero anche loro il primo punto. Amelia raccolse la palla e corse verso il centro del piccolo campo.

 

“Marcala, Steacy, marcala!” urlò Jack.

 

Steacy provò a pararsi davanti alla sua avversaria, che la scartò con un’abile quanto facile finta e passò a Simon, che la buttò di nuovo dentro senza troppi complimenti.

 

“Cominci già a sentire il pavimento della cucina che ti chiama, Jacky?” fece spietata Amelia, mentre lei e Julie schiacciavano il cinque a Simon.

 

“Tutta fortuna.” Dan palleggiò e si avvicinò al cesto… finchè Julie, nella foga di rubargli la palla, non gli graffiò tutto il palmo della mano. Dan vide le stelle. “Porca vacca!! Julie, ma che hai al posto delle unghie?! Rovi?!”

 

Julie si coprì la bocca con le mani e poi subito cercò di constatare il danno per porvi rimedio. “Ooh, scusami! Mi dispiace, guarda qua…”

 

Jack raccolse la palla e la passò a Steacy. “Vai, tesoro, ti copro io!”

 

Steacy provò timidamente ad avanzare, ma Amelia le rubò la palla senza problemi e la passò a Simon. Il suo tiro venne fermato da Jack, che ne approfittò per cominciare la sua cavalcata verso il cesto…

 

“No! Tu devi lavare in cucina!” Amelia balzò sulle spalle di Jack, incrociandogli le gambe e le braccia sull’addome e restando attaccata a lui come faceva sempre.

 

Jack quasi perse la palla, un po’ per la spinta e un po’ per le risate, e quando avanzò con Amelia addosso – e quindi molto più lentamente – continuò a ridere forte… ridevano tutti, per la verità. Il tiro di Jack finì contro il cesto, e Simon prese al volo la palla e infilò il canestro. Ancora ridendo, Jack allungò un braccio indietro e prese per la nuca Amelia, che gli stava sempre incollata addosso come un degno Koala, e le scoccò un lungo e sonoro bacio sulla guancia.

 

Steacy non provò nemmeno a forzarlo un sorriso.

 

 

 

 

 

 

“Scusa, ci siamo lasciati un po’ andare.” Jack sorrise amabilmente mentre si chiudeva la porta alle spalle.

 

Steacy si scansò i capelli lunghi e biondi dalle spalle. “Mi dispiace di avervi fatto perdere.”

 

Jack scosse la testa e le prese la mano. “Nah, non ti preoccupare… e poi hai fatto un favore a quella graziosa piccola tigre della mia coinquilina, che dice che sono un lavativo.”

 

Steacy fece un sorriso teso. “Già. Senti, mi accompagni fino alla fine della strada? Ho voglia di parlare un po’.”

 

“Certo.” Lui le sorrise allegramente, incamminandosi senza lasciarle la mano.

 

Steacy moriva dalla voglia di fargli quella domanda… ma si costrinse ad evitare di essere troppo diretta. “Uhm… tuo fratello sembra molto diverso da te. Praticamente in comune avete solo le lentiggini.”

 

“Lui assomiglia a mamma, io a papà.” Jack si arruffò assentemente i capelli. “Poi c’è mia sorella che assomiglia a tutti e a nessuno… è un po’ un puzzle. Ma ha parecchio di mamma.”

 

Steacy annuì. “Mi piacerebbe conoscere i tuoi genitori.”

 

Jack fece una smorfia e si massaggiò la nuca. “…ehm…”

 

Steacy lo guardò con la coda dell’occhio… e sorrise amaramente. “Ho capito, ho capito…” mormorò, fermandosi e quindi interrompendo la loro andatura lenta. “Sto correndo troppo, vero?”

 

Jack ebbe la decenza di sembrare almeno un po’ in imbarazzo, anche se solo per un secondo. “…già. Scusami.”

 

Lei storse la bocca, ma annuì. “Non ti devi scusare… lo so che tipo sei. Non ti leghi facilmente alle ragazze.”

 

Lui le sfiorò la guancia col dorso della mano. “Però tu mi piaci sul serio, il che è una cosa più unica che rara… li hai sentiti gli altri, no?”

 

Steacy rispose al suo sorrisetto e riprese a camminare. In effetti i suoi cugini le avevano detto che era la prima volta che lo vedevano così preso da una ragazza, anche se naturalmente questo non era il livello che desiderava lei… ancora. Per un attimo provò l’impressione di sentirsi più sicura… però poi le venne in mente lo strano sguardo che il fratello di Jack aveva rivolto ad Amelia mentre loro parlavano… si erano solo guardati e niente di più, ma come se dietro quello sguardo ci fosse stato ben altro… e la domanda tornò a bombardarle insistentemente il cervello. Ora voleva una risposta.

 

“Amelia li conosce bene i tuoi genitori. A quanto ne so li chiama addirittura dandogli del tu.”

 

“Amelia è una figlia per loro, è normale. Non ti dimenticare che siamo cresciuti insieme.”

 

“No, non potrei mai dimenticarlo. Neanche volendo ci riuscirei.”

 

Jack si fermò e la trattenne per la mano. “Sbaglio o era un po’ acida quest’ultima affermazione?”

 

Steacy sospirò. “…Jack, lo so che tu ci tieni molto a me, e anch’io sapessi quanto tengo a te… perciò forse se ti faccio una domanda personale, tu… potresti rispondermi. Dicendomi la verità.”

 

“Non ci sto capendo molto.” Jack incrociò le braccia sul petto e la guardò attentamente. “Che c’è che non va?”

 

E’ ora o mai più.

 

“Che c’è fra te e Amelia?”

 

Jack inarcò le sopracciglia, poi scoppiò a ridere. “E’ questo il problema?”

 

“Beh, allora non ti costerà niente rispondermi.” Protestò Steacy, irritata dal fatto che lui stesse ridendo di una cosa che lei riteneva tanto seria.

 

“Tesoro, non c’è proprio motivo di innervosirsi.” Jack scrollò le spalle, senza smettere di sorridere genuinamente. “Amelia è la mia migliore amica in assoluto, punto.”

 

“Ma siete così… intimi…”

 

“E certo, la conosco da quando avevo nove anni!”

 

“Non è solo questo… c’è qualcosa di diverso.”

 

“Sei solo gelosa, Steacy.”

 

“Allora dimmi che non l’hai mai baciata!” lui esitò e fece una smorfia, e lei alzò le braccia al cielo. “Ecco, lo sapevo!” brontolò, voltandosi e incamminandosi per la strada.

 

“Ma no, non è come pensi tu!” Jack la rincorse e la fermò, appoggiandole le mani sulle spalle. “Eravamo dei ragazzini, non è durata neanche due mesi…”

 

Steacy si morse ripetutamente le labbra. “Così ci sei stato pure insieme, perfetto.”

 

Jack scosse la testa. “Avevamo tredici anni, ci puzzava la bocca di latte… era più un esperimento che altro.”

 

Steacy lo guardò un attimo. “Perché è finita?”

 

“Perché io sono sempre stato uno stronzo.” Jack si grattò la nuca e fece una smorfia. Non era fiero di quel che diceva. “Ho baciato un’altra ragazzina mentre stavo ancora con lei… abbiamo litigato e non ci siamo parlati per mesi, è stato orribile. Ma almeno abbiamo capito che non eravamo fatti per stare insieme… non nel senso romantico del termine, almeno.”

 

Steacy sbattè gli occhi, cercando di credere a quello che le stava dicendo. “Sul serio? …quindi lei è veramente solo un’amica?”

 

“La migliore che abbia mai avuto e che mai avrò, ma si.” Jack le sorrise, scansandole i capelli dal viso. “Non devi essere gelosa di lei, capito? Io con te voglio davvero fare sul serio… ti chiedo solo un po’ di tempo e un po’ di fiducia, prometto che saprò meritarmela, ok?”

 

Steacy osservò a lungo i suoi grandi occhi blu… e si rese conto che per quanto inaffidabile potesse essere, Jack era un ragazzo sincero. Anche nell’ammettere i propri errori. Questo la fece sentire più serena… così sorrise e annuì, e accolse con piacere il bacio che lui le diede. Ora che sapeva che Amelia non rappresentava una minaccia si sentiva decisamente più tranquilla.

 

 

***************

 

 

“Grazie ancora per essere intervenuti!”

 

Harry e Ron salutarono il grassoccio proprietario del negozio di paioli e calderoni, dove solo qualche ora prima un paio di mangiamorte – almeno i testimoni li avevano descritti come tali – avevano fatto una rapina e molta confusione. Per un caso fortunato Harry e Ron si erano trovati proprio nelle vicinanze, e subito avevano provveduto a interrogare il proprietario del negozio per capirci di più.

 

“Viviamo tempi veramente duri se i mangiamorte si riducono a rubare calderoni.” Osservò Ron, mentre si incamminavano lentamente lungo la stradina alle spalle della stazione di Londra.

 

Harry scosse la testa. “Qui c’è tutto che non quadra. Con Graham e Liam avremmo già controllato e ricontrollato tutte le facce sporche del Ministero per trovare l’elemento più marcio, invece ora che facciamo? Aspettiamo che siano i mangiamorte a fare il primo passo. Fantastico, decisamente la politica che abbiamo imparato noi in più di vent’anni di carriera.”

 

Ron fece una smorfia. “Onestamente non credo che si possa andare avanti così ancora per molto.”

 

“Seguiamo il suo esempio. Lasciamo che sia Taventoon a fare il primo passo falso.”

 

“Ci servirebbe a poco, ti dimentichi che al Dipartimento gli coprono le spalle.”

 

“Non ce ne può fottere più di tanto del Dipartimento, la cosa più importante sono i nostri ragazzi, gli altri War Mage. Finchè restiamo tutti uniti, possiamo ancora capovolgere questa situazione.”

 

Ron annuì. “Speriamo solo che lo faccia in tempi utili, questo passo falso.”

 

“Oh, lo farà… Taventoon è un burocrate, non sa cosa vuol dire comandare dei…” Harry s’interruppe mentre guardava dritto davanti a sé, e quando il suo volto s’incupì il primo pensiero di Ron fu quello di mettere mano alla bacchetta… ma la lasciò subito quando vide che cosa aveva fatto perdere il buonumore a Harry.

 

Davanti alla vetrina di un negozio di mobili c’erano Julie… e il ragazzo che più di tutti suo padre avrebbe voluto a miglia di distanza da lei. Chad Davidson era alto e biondo, coi capelli tagliati in modo asimmetrico e un ciuffo blu. Aveva tre orecchini a un orecchio e il piercing al sopracciglio – Harry ricordava ancora la mega litigata quando anche Julie si era presentata a casa con quell’affare al naso – e due dei suoi cinque tatuaggi spiccavano sul braccio destro. Ai jeans portava appesa una catena, e la sua maglietta era il tocco di classe finale: una freccia rossa gli indicava il basso ventre, sovrastata dalla scritta ‘DIO SALVI LA REGINA DA ME’.

 

Ron smise di sorridere quando vide il suo migliore amico marciare verso i due ragazzi. “No, Harry, lascia perdere… lasciali stare, Julie non apprezzerà…”

 

“Voglio solo andare a salutarli, che c’è di male?” Harry aveva un’espressione che era tutta un programma.

 

“C’è tutto di male quando fai quella faccia.” Osservò cauto Ron, seguendolo nella speranza che un briciolo del suo autocontrollo lo facesse rinsavire prima di fare stupidaggini.

 

 

 

 

“Guarda il divano a conchiglia, è splendido…” Julie si sentì chiamare e si voltò, e subito sorrise. “Ciao papà, ciao zio Ron!”

 

Chad abbozzò un informale ed allegro saluto militare. “Colonnelli.”

 

Ron li salutò amichevolmente con un cenno della mano, e Harry raccolse il bacio di sua figlia. “Che ci fate voi qui a quest’ora?”

 

Julie smanettò un poco, facendo inevitabilmente comparire davanti agli occhi di suo padre l’immagine di una giovanissima rossa che tanti anni prima gli aveva conquistato il cuore… una rossa tutto fuoco che muoveva le mani proprio in quel modo tutte le volte che era in imbarazzo per qualcosa. “Oh, sai… Chad aveva un’ora libera, così ho preso un permesso anch’io per mangiare qualcosa insieme.”

 

Harry fece una smorfia di falso stupore. “Un’ora libera, eh?” disse, lanciando un’occhiata eloquente a Ron. “E’ bella la vita dell’Auror, decisamente.”

 

Chad inarcò un sopracciglio in modo quasi divertito, ma non replicò. Julie, viceversa, si tolse gli occhiali da sole con fare seccato. “Papà, non è divertente.”

 

“Non doveva essere divertente, era un’osservazione.” Disse placidamente Harry, alquanto irritante nel suo atteggiamento.

 

“Ha ragione, colonnello, è una bella vita.” Annuì tranquillo Chad, infilando le mani nelle tasche.

 

Ron osservò attentamente lo sguardo di Julie, e decise di darle una mano. “Harry, noi abbiamo un po’ da fare, no?”

 

“Già.” Harry fece una piccola smorfia. “Putroppo per noi, non godiamo tutti degli stessi agevoli orari di lavoro.”

 

Julie ridusse gli occhi a due fessure e inarcò un delicato sopracciglio. “Il tuo sarcasmo è decisamente fuori luogo.”

 

Harry le scoccò un rapido bacio sulla fronte. “Ci vediamo stasera a casa.”

 

“Tieni duro.” Ron strizzò a Chad un occhiolino comprensivo, che il ragazzo ricambiò.

 

“Ah, colonnello Potter?”

 

Harry si voltò verso Chad. “Si?”

 

Il ragazzo gli fece un sorriso vispo e furbo, sollevando entrambi i pollici in aria. “Complimenti per il suo tatuaggio. Ottima scelta, le fenici sono animali splendidi… piacciono molto anche a me.”

 

“Ci vediamo.” Prevenendo una reazione fin troppo scontata, Ron voltò Harry di spalle con una bottarella amichevole e lo spinse di qualche passo più avanti.

 

Julie li guardò mentre si allontanavano… e inevitabilmente le sfuggì un sorrisetto. “Colpito e affondato.”

 

Chad le prese la mano e continuarono a passeggiare come stavano facendo fino a un momento prima. “Tuo padre mi ama, lo so, fa così ma sotto sotto mi ama.”

 

Julie sorrise amaramente. “Non lo so perché si comporta così con te, di solito è diverso… beh, ha anche lui i momenti in cui non ne vuole sapere di niente e di nessuno, ma poi gli passa. Non riesco proprio a capire…”

 

“Tiro a indovinare… forse non sono il suo tipo ideale.”

 

Julie sospirò, passandosi una ciocca di capelli ramati dietro l’orecchio. “Non è proprio così… non pensare che lui sia il tipo che si ferma alle apparenze.”

 

“No, forse no… ma in ogni caso uno come me con la sua adorata principessina è abbastanza per fargli uscire il cervello dalle orecchie.” Chad scrollò le spalle. “E’ piuttosto normale, tutti i padri sono così.”

 

“Mio padre non è all’antica, se è questo che vuoi dire.”

 

“Noo, è per questo che fa i salti di gioia all’idea che la sua bambina voglia andare a convivere con il lupo cattivo.”

 

Julie si fermò e lo guardò storto. “Non mi piaci quando parli così.”

 

“E questo è proprio il mio punto.” Chad incrociò le braccia sul petto e scosse stancamente la testa. “Io ti amo, Julie, ma così non andiamo né avanti né indietro. Ti rendi conto anche tu che siamo arrivati a un punto morto?”

 

“Ma non è vero! Avevamo detto che avremmo cominciato a cercare la casa, che poi mio padre si sarebbe dovuto abituare all’idea…”

 

Per come stanno adesso i rapporti, se io e te andassimo a vivere insieme come minimo scoppierebbe la guerra.” Chad tirò su col naso. “Non voglio che tu sia costretta a scegliere fra me e la tua famiglia. E non voglio più avvertire tutta questa tensione nell’aria, lo sai che la odio.”

 

“Insomma cosa vuoi da me?”

 

“Che sistemi questa faccenda quanto prima puoi.”

 

“La fai facile.” Pensò avvilita Julie. Fosse facile come una volta parlare con papà…

 

 

***************

 

 

“…assolutamente non se ne parla, fin quando non l’avrà capito io non desisterò.”

 

“Harry, tua figlia è abbastanza grande per fare tutto quello che vuole, e tu non hai il diritto di impedirle di fare le sue scelte.”

 

“Ho il diritto di impedirle di fare stronzate, maggiorenne o no resto sempre suo padre. E poi non farti tanto maestro, hai una figlia femmina anche tu.”

 

“Calmati un po’, il mio era solo un consiglio.”

 

“Beh, tienitele per te le tue perle di saggezza.”

 

Ron alzò gli occhi al cielo e sbuffò, seguendo malvolentieri Harry nella sua stanza al terzo piano del quartier generale. Parlare con Harry era molto difficile da un po’ di tempo a quella parte, ma ora era diventato proprio impossibile.

 

“E a parte tutto, vorrei anche ricordarti che…”

 

“Colonnello Potter!! Colonnello Potter!!”

 

Harry e Ron si fermarono e si voltarono. Cindy, la nuova occhialuta segretaria, veniva verso di loro di corsa e con l’aria trafelata.

 

“Colonnello, mi dispiace… non ho potuto impedirglielo… non ha voluto sentire ragioni…”

 

Harry si accigliò. “Si può capire cosa è successo, Cindy?”

 

La ragazza parve più mortificata che mai. “C’è il generale nel suo ufficio.”

 

Harry vide subito rosso e senza troppi preamboli raggiunse la porta della sua stanza e la spalancò. E infatti Taventoon era proprio lì dentro… seduto dietro la sua scrivania, con alcuni dei suoi documenti in mano. Harry palesò la sua presenza chiudendo la porta in modo assai poco delicato.

 

Taventoon alzò lentamente lo sguardo. “Finalmente ho il piacere di scambiare quattro chiacchiere con gli elementi più conosciuti del gruppo.” Mormorò con tutta calma, senza che neanche un angolo del suo viso quadrato s’increspasse.

 

Ron incrociò le braccia sul petto, senza mascherare in nulla il proprio fisico imponente. “Se cercava noi non doveva fare altro che bussare alla nostra porta.” Taventoon colse la sassata, ma non fece più che una piccola smorfia beffarda.

 

“A quanto vedo le interessava firmare di suo pugno quei documenti.” Fece tagliente Harry.

 

“No… non esattamente.” Taventoon mise via la consistente cartellina di fogli. “Ma vedo che ne ha di lavoro arretrato.”

 

“Anche se sono in grado di esercitare la magia in quasi tutte le sue forme, l’ubiquità non rientra ancora nel mio repertorio. Non posso essere per strada e nella mia stanza contemporaneamente.” Il tono di Harry era glaciale quanto lo era il suo sguardo. “D’altronde la gestione del proprio tempo lavorativo è una questione soggettiva, non le pare?”

 

“Il suo concetto non è sbagliato. Ma il suo grado le imporrebbe di prendere le decisioni più tempestivamente, credo.”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Francamente penso che non sia dietro una scrivania che si prendono le decisioni.”

 

Taventoon si tirò fuori dalla tasca un sigaro e lo accese lentamente, sputando fuori il fumo con una calma irritante. “Mai sottovalutare l’importanza del proprio grado, Weasley. Ci sono nuove forze qui alla War Mage Team, incluso suo figlio, se non sbaglio… dovremmo lasciare ai più giovani il compito di agire, a noi più… cresciuti… compete un ruolo più complesso e delicato qui in sede, come quello di gestire e coordinare le forze.”

 

“Complesso davvero, firmare scartoffie e archiviare dati.” commentò aspro Ron. “C’è l’amministrazione per queste cose.”

 

“Siamo nei War Mage da più di vent’anni, generale, e i nostri superiori sono sempre stati in strada con le nuove leve e con noi più giovani, per creare un equilibrio tra irruenza ed esperienza.” Harry inarcò leggermente un sopracciglio. “E’ sempre stato così, e tutto ha funzionato perfettamente finora.”

 

Taventoon lo guardò coi suoi piccoli occhi scuri e soffiò fuori altro fumo. “Molte cose stanno per cambiare, Potter. L’innovazione è il progresso, è per questo che il Ministero mi ha mandato qui.”

 

“Per stravolgere tutto?”replicò bruscamente Ron.

 

“Tutto ciò che va modificato, si.”

 

Harry provò un’irrefrenabile voglia di prendere per il collo quell’insopportabile ameba e suonarlo di testa contro il muro a ripetizione. “E cosa vorrebbe cambiare, signore?”

 

Taventoon lo guardò con una beffarda espressione ghignante e si alzò lentamente dalla sedia. “Voglio tutti i colonnelli qui in sede, a stretto contatto con i più giovani fuori attraverso talismani e trasmittenti.”

 

Harry scosse la testa. “Non è prudente.”

 

Taventoon scoprì i denti non molto bianchi in una smorfia di soddisfazione. “Ma questo è un ordine, non un’opzione.”

 

Ron lo guardò cupamente. “Generale, riconsideri bene la cosa prima di emettere l’ordine ufficiale.”

 

Taventoon gli si avvicinò. “Weasley, mi stupisce… proprio lei dovrebbe fare salti di gioia. A quanto ne so il colonnello Granger è sua moglie, le sto offrendo la possibilità di metterla al sicuro da rischi inutili…”

 

“Il colonnello Granger prima di essere mia moglie è un War Mage, forse il migliore in circolazione.” Ron alzò leggermente la voce. “E non mi sento di fare salti di gioia sapendo che i nostri ragazzi devono vedersela da soli là fuori.”

 

“I War Mage non sono impiegati ministeriali.” Ribadì Harry. “Ci pensi bene, generale, sarebbe un errore imperdonabile.”

 

“La decisione è stata presa con la dovuta riflessione, Potter.” Taventoon finse un sorriso. “Ci vediamo nei corridoi… signori.”

 

“Figlio di puttana.” Sibilò Ron quando l’uomo fu uscito, stringendo forte i pugni.

 

“Al diavolo!!” con tutta la rabbia e la frustrazione che aveva in corpo, Harry rovesciò a terra la pila di cartelline che stava sulla sua scrivania. Non riusciva a crederci… aveva amato quel lavoro fin dai tempi del loro addestramento, e adesso doveva finire a fare lo scribacchino dietro a una scrivania stracolma di mucchi e mucchi di scartoffie! Era semplicemente assurdo… e quello era solo l’inizio!

 

 

***************

 

 

Dan atterrò con la sua solita agilità, smontò dalla scopa e afferrò al volo la bottiglietta d’acqua che il suo preparatore atletico gli lanciò.

 

“Potter, quante volte devo ripeterti che quando sei in aria non puoi fare quella specie di… giro della morte, o come diavolo lo chiami tu?” un uomo calvo e con un vistoso cappellino arancione smise di seguire il resto dei giocatori che si allenavano in aria, e si rivolse al suo cercatore. “Una di queste volte ci rimetterai l’osso del collo, te lo dico io.”

 

Dan fece un sorrisetto e smise di bere. “Me lo sono mai rotto, Mike?”

 

Mike Royson, l’allenatore dei Cannoni di Chudley, scosse la testa e alzò gli occhi al cielo. “Non sfidare tanto la sorte, pazzo scatenato che non sei altro.”

 

“Dacci un taglio, paparino, è sempre tutto sotto controllo lassù.” Dan si asciugò con la manica il viso sudato, e i capelli neri che gli aderivano alla fronte umida si proiettarono in tutte le direzioni possibili e immaginabili. E nonostante questo, metà delle sue fans lo veneravano proprio per quei ciuffi indomabili e corvini. “Tanto lo sai che so anche cadere.”

 

“E poi il pubblico ama quando Dan Potter fa il presuntuoso, no?” fece una morbida voce femminile alle loro spalle.

 

Dan fece un sorriso a dir poco straripante, e indicò con un cenno della testa la bella mora alta che aveva appena parlato. “Sentito cos’ha detto la nostra manager?”

 

Mike si tolse il cappellino e si grattò la testa pelata. “Tu gli dai troppa corda, Sarah, te l’ho sempre detto.”

 

Sarah gli diede una pacchetta sulla schiena, mentre il vento le scompigliava i morbidi capelli lisci. “Te lo posso rubare per dieci minuti, Mike? Devo dargli i biglietti per la partita di sabato prossimo.”

 

“Che siano solo dieci minuti, però, questo lavativo ha un allenamento da completare.”

 

Dan ridacchiò. “Hai un bel coraggio a chiamare lavativo il tuo uomo migliore.”

 

Royson si rimise il cappello in testa. “E chi l’ha detto che sei tu il mio uomo migliore?”

 

Sarah scosse la testa e sorrise. “Andiamo, dovrei lavorare anch’io se non vi dispiace.”

 

Dan fece un cenno con la mano per salutare il suo allenatore, quindi seguì la sua manager oltre il corridoio che dallo stadio portava agli spogliatoi dei Cannoni, su fin nella stanza riservata alle conferenze… e lì, appena chiusa la porta, il ragazzo si ritrovò addosso una Sarah decisamente assatanata, e per questo più bella che mai. Si baciarono come due pazzi invasati contro il muro, su una delle sedie, sul tavolone coi microfoni… non si capiva niente.

 

Sarah interruppe malvolentieri un bacio per riprendere fiato, e le scappò da ridere. “… c’è tutta la squadra là fuori…”

 

“E chi se ne frega.” Dan ripartì alla carica. Adorava gli occhi verdi della sua donna quando erano scuriti dal desiderio come in quel momento.

 

Qualche istante dopo Sarah lo spinse leggermente indietro. “Sono passata negli uffici di Scarlett stamattina.”

 

Dan continuò a baciarle il collo. “…si?...”

 

Sarah gli passò le mani fra i capelli. “…si… mi ha confermato che le convocazioni in nazionale si aspettano per Aprile prossimo… ma stanno già spuntando i primi nomi…”

 

“…mh mh…”

 

“Daniel Potter, hai capito quello che ho detto?”

 

Lui si fece indietro e annuì. “Tutto.”

 

“Bene.” Sarah lo agguantò per le spalle e lo baciò di nuovo, spingendolo contro la parete. Dan le mordicchiò il collo mentre lei gli sbottonava i primi bottoni della casacca. Stava avvenendo tutto così magnificamente in fretta, così perfettamente…

 

KNOCK KNOCK

 

“Dan, sei qui?”

 

Miseria ladra!

 

Dan e Sarah si staccarono al volo, e il giovane cercatore si risistemò i bottoni a tempo di record. “Mamma?” balbettò, affannando lievemente.

 

Ginny Potter fece capolino dalla porta con la sua solita espressione vispa e birichina, che negli anni non aveva mai perso. I suoi occhi nocciola si posarono ora sul figlio ora sulla ragazza che era davanti a lei. “…ehm… scusate, ho interrotto qualcosa? Mi hanno detto di cercarti qui…”

 

“No, non ti preoccupare, mamma.” Dan cercò di mostrarsi disinvolto il più possibile. “Ti presento la nostra manager, Sarah Douglas. E lei è la mia cara mammina.”

 

Sarah le tese subito la mano. “Molto piacere di conoscerla, signora Potter.”

 

“Il piacere è mio.” Ginny gliela strinse amichevolmente. “Sei una manager davvero molto giovane.”

 

“E anche molto brava.” Fece orgoglioso Dan. “Nell’ambiente si fa rispettare meglio di chiunque altro.”

 

Sarah gli rivolse un sorriso grato, quindi tornò a guardare la signora rossa davanti a lei. Con lo svolazzante taglio corto e gli occhi ancora molto pieni di vita, la mamma di Dan aveva l’aria di chi la sapeva lunga. “Suo figlio ha il suo stesso taglio d’occhi. E anche il suo naso, a guardarla bene.”

 

“Per sfortuna sua, di me ha solo questo.” Ginny sorrise tranquillamente. “Per il resto Dan è tutto suo padre. Li vedi quei capelli? E’ una vita che combatto contro i suoi e quelli di mio marito, ormai mi sono arresa.”

 

Sarah rise vedendo Dan che si appiattiva inconsciamente i ciuffi ribelli. “Che hanno che non va i miei capelli?” protestò il ragazzo.

 

Ginny scrollò le spalle. “Almeno lui ha la scusante che passa otto ore al giorno su una scopa.” Sarah sorrise di nuovo.

 

“Ah ah.” Fece ironico Dan. “Si può capire che ci fai qui, mamma?”

 

“Mi hai detto tu di passare a prendere i biglietti per la partita.”

 

“Li ho io.” Sarah frugò nella sua borsa ed estrasse un blocchetto colorato. “Quanti gliene servono?”

 

“Undici. Viene tutta la famiglia al gran completo.”

 

“Ecco qui undici posti per la tribuna d’onore.” Sarah glieli porse.

 

“Fantastico, tutti gli svitati di famiglia a far baccano allo stadio.” Dan si accigliò. “No, un momento… uno di quei biglietti daglielo per la curva invece che per la tribuna.”

 

Sarah lo guardò confusa. “Perché, scusa?”

 

“E’ per Jack… non vorrai trovarti addosso quell’arrapato di mio cugino per tutta la partita, no?”

 

“Dan.” Ginny scosse la testa, ma era un rimprovero allegro il suo. Quasi rassegnato.

 

Sarah sorrise sorniona. “Non c’è bisogno, Amelia fa trottare tuo cugino già molto bene, direi.”

 

Ginny inarcò un sopracciglio. “Conosci Jack e Amelia?”

 

Dan fu abile a mantenere i nervi saldi. “Sono venuti a un paio di allenamenti.”

 

“Ah.”

 

Dan si schiarì la gola. “Bene, io adesso dovrei tornare agli allenamenti. Ci vediamo in giro, Sarah… vieni, mamma, ti accompagno all’uscita.”

 

“E’ stato un piacere conoscerla, signora Potter.”

 

“Anche per me. Ci vediamo alla partita.” Ginny ricambiò il sorriso della ragazza e uscì, seguendo suo figlio lungo il corridoio. “Molto carina la manager.”

 

Dan scrollò le spalle. “Si, non c’è male.”

 

Ginny si morse le labbra per non ridere… e per non far notare a suo figlio che si era abbottonato la casacca tutta storta.

 

 

***************

 

 

Katie si sollevò sulle punte dei piedi e prese il grosso volume dallo scaffale polveroso, soffiandoci sopra per togliere almeno uno strato di polvere e poterlo aprire. Tornò a sedersi nell’angolo più tranquillo della biblioteca, quello che lei preferiva, e riprese a dedicarsi alla sua ricerca, scorrendo fra le pagine e le righe del libro con uno sguardo particolarmente attento.

 

“Sono sfinita.” Quinn si lasciò crollare sulla sedia accanto alla sua, abbandonando la testa contro la spalliera. “Ho appena finito il saggio per la Bloomfield, e mi scoppia ancora la testa.”

 

Katie non alzò gli occhi dal libro. “Io lo sto finendo adesso, perciò non mi distrarre.”

 

“Siamo un po’ acidine, eh?” Quinn fece un sorrisetto. “C’entra qualcosa il figurone che di oggi pomeriggio?”

 

“Non so di cosa parli, Quinn.”

 

“No, eh? Beh, Alyssa Morris mi ha raccontato della sfida con quella specie di divinità greca di Templeton, quello nuovo.”

 

“Alyssa Morris ha la bocca come una fontana.” Katie continuò a prendere appunti indisturbata. “E Templeton è tutto meno che una divinità greca.”

 

Quinn inarcò maliziosamente un sopracciglio. “Però ti ha battuto.”

 

“Per un punto.” Sibilò lentamente Katie, alzando per un attimo gli occhi dal libro. “E sono convinta che sia più fortunato che abile.”

 

Quinn fece una smorfia divertita. “Sarà… comunque perché non mi dici com’è da vicino?”

 

“Come deve essere, Quinn?” fece irritata l’amica. “Due occhi, un naso, una bocca…”

 

“Cretina, è carino?”

 

“No.”

 

“Katie, potresti per un attimo dimenticarti che ti ha fatto rimediare un due a uno?”

 

Katie esitò e smise di scrivere. “E’… profumato.”

 

Quinn sorrise sognante. “Davvero?”

 

“E i suoi occhi sono freddi come il ghiaccio…” Katie si sfiorò la fronte con la punta della penna. “… ma sono di un bel colore, devo ammetterlo.”

 

“Non ho ancora deciso se essere lusingato o onorato.”

 

Quinn sobbalzò e Katie spalancò gli occhi… Alex Templeton era in piedi appoggiato a uno degli scaffali del mobile alle sue spalle, e con aria divertita e vispa si andò a sedere proprio accanto a Katie.

 

La biondina non si scompose. “Ritieniti fortunato… mi hanno chiesto un parere puramente estetico.”

 

Alex si sporse in avanti. “Oh, ma io mi accontento… è un buon inizio, se consideri che la prima volta che mi hai visto volevi buttarmi giù dalla scopa.” Quinn rise, e lui la guardò. “E tu sei…?”

 

“Quinn Allister, piacere.”

 

“Ciao, Alex Templeton.” Lui le strinse la mano. “Sei amica della biondina?”

 

“La biondina ha un nome.” Sibilò Katie.

 

Quinn la indicò con un cenno della testa. “Miss Simpatia si chiama Katie Weasley.”

 

Alex annuì. “La cugina del cercatore dei Cannoni di Chudley, giusto?”

 

Katie si accigliò. “E tu che ne sai?”

 

“Leggende di corridoio.” Alex sfoderò un sorriso che Quinn si perse a rimirare. “E poi il tuo stile di volo non è lontano dal suo.”

 

Quinn appoggiò il mento in una mano. “Così te ne intendi di quidditch.”

 

“Si, abbastanza.”

 

“Ooh…”

 

“Se voi due avete finito.” Esclamò irritata Katie. “Io avrei un saggio da completare.”

 

Alex le si avvicinò. “Ti posso aiutare?”

 

“Grazie, ma ce la faccio benissimo da sola.”

 

“Perché? Non hai appena detto che sono profumato?”

 

Katie fece un sorriso beffardo. “E sei anche molto arrogante e presuntuoso, se è per questo.”

 

“Ahi ahi, pessima accoppiata.” Alex le rivolse un gran sorriso. “Che fai questo sabato?”

 

“Devo studiare.” Katie si accigliò. “Che t’importa?”

 

“Vuoi uscire con me?”

 

Katie sorrise largamente, si sporse in avanti e avvicinò il proprio viso al suo. “Non se ne parla neanche.” Quinn si passò una mano sulla faccia.

 

Alex ridacchiò e scosse la testa. “Bene, secondo la tabella di marcia ti mantieni stabile… al nostro prossimo incontro probabilmente mi bacerai in uno dei corridoi più bui di Hogwarts, e magari dopo mi tirerai anche un ceffone.”

 

“Aspetta e spera, Templeton.” Katie riprese a prendere appunti.

 

Alex si alzò e strizzò un impertinente occhiolino a Quinn. “Io so aspettare, non temere… ci si vede in giro.”

 

“Ciao.” Quinn si voltò verso la sua amica e le disse distintamente a bassa voce un accorato e avvilito ‘Ma sei scema?!?

 

Alex se la rise, ma non permise a quell’episodio di fargli perdere la concentrazione. Doveva mantenere gli occhi ben aperti e raggiungere il passaggio segreto per uscire da Hogwarts. Era quasi ora di cena, i ragazzi stavano studiando e i professori non si vedevano da nessuna parte, così fu facile per lui trovare il quadro con lo specchio che una volta aperto lo condusse – attraverso una serie di cunicoli e grotte sotterranee – esattamente sulla fiancata occidentale dell’isolotto dove sorgeva Hogwarts, poco prima del lago. E lì, appoggiato ad una roccia a braccia conserte, c’era un ragazzo con dei cortissimi capelli castani e uno strato sottile di barba.

 

“Cominciavo a pensare che non saresti venuto.”

 

“Per darti buca al primo appuntamento, Anthony? Nah, non è da me.”

 

Il ragazzo rise. “Povero te, questa vita da studentello perfetto finirà per rovinarti la cera.”

 

“Vallo a dire a quel genio di Stephen.” Alex scrollò le spalle. “Sviluppi?”

 

“Calma piatta.” Anthony gettò via la sigaretta che aveva fra le dita. “Stephen vuole sapere se hai agganciato la ragazza.”

 

Alex annuì. “Ci sto già lavorando. E’ un tipo tutto pepe, non particolarmente socievole ma decisamente un gran bell’esemplare. Lavorarla sarà uno scherzo, vedrai… è sempre uno scherzo.”

 

Anthony si passò una mano fra i cortissimi capelli scuri. “Vacci sempre molto cauto, capito, Malfoy?”

 

“Tranquillo.” Alex si grattò assentemente la nuca. “Ti terrò aggiornato.”

 

Anthony gli diede una pacca sulle spalle. “Corri a cena, studentello… potrebbero sentire la tua mancanza.”

 

“Ti darò notizie migliori la prossima volta che ci vedremo.” I due ragazzi si salutarono con un cenno della mano e si allontanarono, uno per tornare a scuola, l’altro per prendere la passaporta che l’aveva portato fin lì. C’era ancora parecchio da fare… e il tempo delle parole era già finito da un pezzo. Molto presto sarebbero stati i fatti a parlare.

 

 

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*0* …io sono davvero senza parole… o meglio, sono onorata! Davvero, non ci credevo nemmeno io… ho ricevuto una quantità di recensioni per lo scorso chap che mi ha riempita di gioia! Ma ragazzi, graaaaaazie!!! ^____________^  Scusate il ritardo, ma a scuola ormai i ritmi sono diventati insostenibili… -_____-  Non vedevo l’ora di pubblicare questo nuovo chap per poter ringraziare tutti voi, uno dopo l’altro, perché FMI è nato un po’ come un esperimento e tante conferme mi hanno entusiasmato infinitamente… vi adoro, grazie! ^______^ E adesso, prima di passare ai thanks personali, vorrei dare un paio di risposte ‘comuni’ (nel senso che sono state le domande fatte dalla maggior parte di voi): chi è Alex Malfoy? Eh eh… -_____- credo sia abbastanza chiaro a tutti almeno vagamente di chi possa essere figlio il giovanotto, ma per quanto riguarda la sua vita e i suoi natali… beh, diciamo che Mr. Alexander Malfoy è un tipo alquanto arrogante e non gradisce che siano gli altri a parlare di lui… perciò la sottoscritta si chiama fuori, sarà lui stesso a rivelarvi tutti questi segreti quando sarà il momento opportuno… ^_____- E per quanto riguarda Harry, Ron, Hermione e Ginny stagionatelli… credetemi sulla parola, nessuno di loro avrà il tempo di sedersi a tavolino a contare le candeline sulla torta… li aspetta una nuova sfida molto diversa da quelle che hanno sempre affrontato, e che li metterà in gioco nuovamente… li vedrete attivi come mai prima! ^___^ E adesso… special thanks to:

 

Kim: tesoruccio, la dedica è il minimo! Già sai tutto quello che ti voglio dire, soprattutto che sono in attesa di un certo paio di cosette… ^____^

Vale: amicissima, adoro te e le tue recensioni lunghe, mi mettono sempre di buonumore! Eh eh, per il momento quello di Alex e Katie più che un incontro è stato uno scornamento in piena regola… aspettiamo di vedere come si muoveranno! Si, Katie ha dei poteri speciali che sarà lei stessa a raccontare più in là… w il mistero! ^___^ Quanto al Pannolone Nazionale, beh lui è sensazionale proprio per questo… calmo calmo guarda cos’è capace di combinare! ^___^ Jack e Frank? Si schifano un tantino, ma mica si nota… -______-  Ti voglio un bene infinito…e aggiorna!!! *___*

Didi: sono molto felice di aver stuzzicato la tua curiosità! E spero che continuerai ad appassionarti! ^__^

Dorothea: il piacere è mio di aver ricevuto la tua recensione! Un bacio!

Alewen: grazie! ^___^ Si, posso confermare la tua intuizione: Alex è partito tutto sparato… ma poi? *___* Quanto a Jack e Amelia… diciamo che il giovanotto è un po’ troppo farfallone… secondo te la mette la testa a posto? ^__-

Luna Malfoy: amica!! Che bello sentirti! Ehi, ehi… leggi pure la mia storia, ma non osare distrarti dalle tue! Sei una pietra miliare in questa sezione dell’EFP ormai! ^___- Cmq sai, lo zio Strek sa bene che anche io ho dovuto reprimere istinti omicidi nei suoi confronti… ti aiuto eccome, cara! Ma nel frattempo… va bene lo stesso il figliolo del tuo Dracuzzo per consolarti un po’? ^___^

Daffydebby: che bello, allora stavolta mi godrò tutte le tue recensioni chap per chap! ^___^ Jack simile a Ron? Noooooo, da cosa lo deduci mai? ^__________^ Eccola qua la Ginny, non l’avevo dimenticata… è che in un chap solo tutti gli ‘aggiornamenti’ non ci stavano! Mi sa che dovranno darsi un po’ il cambio!

Blacky: ma grazie, tesoro! Eeh, Frank non sta simpatico quasi a nessuno… -____- Si, lo so che lo vorresti vedere morto ucciso squartato, ma purtroppo mi sa che ce lo ritroveremo tra i piedi ancora per un bel po’… °_____°  Anch’io sono molto affezionata a Simon e Mel! Un bacio forte forte!

Daisy: e io sono contenta che a te piaccia questo seguito! Hai fatto perfettamente centro, Katie è il classico tipo fresco e puro e semplice che ne trovi tipo cinque o sei uguali in tutto il pianeta… ama la vita e adora la sua famiglia, e cerca sempre di dimostrarlo in ogni circostanza. E Julie… il suo metallaro è un grande! ^____^

Eli: amore mio!! Se ti dicessi grazie sarebbe qualcosa come la seicentesima volta, ma non farci caso… te lo devo troppo dire di nuovo! Sei adorabile! Si, love, Simon e Mel sono belli perché non si stanno a fare tutti i casini mentali che si fanno tutti… si amano, dunque cosa gli impedisce di vivere felici insieme? Beati! Mentre Jack e Amelia… qualcosina mi dice che il tuo presentimento sia giusto… *____* Ron resta il solito affascinantissimo Ron… e ha fatto la sua comparsa… l’uomo dei tatuaggi! (io e mia sorella ancora ci ridiamo per questo nome… sei grande! ^^) Un bacio schioccoso e pieno di love! *3*

Eugenie: e tu sei dolcissima, grazie mille millissime! ^_____^ Seguili bene Alex e Katie, ne faranno di numeri… ^___- Un bacio bacioso!

Strekon: amicissimo! *sunny si affretta a calmare la nuvoletta rosa che ha già sfoderato il coltellaccio* Beh, zio Strek, livelli alti mi sembra un po’ tanto… diciamo che cerco di raggiungerli, è più adeguato! ^__^ Si, caro, la tua Julie e il metallaro… *_____* Non ti preoccupare, c’è sempre in cantiere quella cosuccia… ^___- Wow, mi piacciono questi commenti tutti professionali… grazie mille e smack smack!

Fabry: grazie! Sai che sono in parecchi a volere la stessa cosa che vuoi tu? Mmh… vediamo che si può fare, chi lo sa… ^___-

Vega: amica infinita! Che monella che sono, a pubblicare a tradimento così… ^___- Eh si, love, i cattivi sono cattivissimi stavolta, e credimi non hai ancora visto niente… è per questo che non ho dato per certo che ci arriveranno tutti sani e salvi alla fine di FMI, perché abbiamo a che fare con dei veri mostri! Ma non ti preoccupare, adesso stacco qui e vado a strozzare Frank! ^___- P.S.: hai ricevuto la mia mail? Smack smack!

Angèle87: looove! Ma dove sei finita… DAAB cercasi disperatamente! *____* Ebbene si, Ron è rimasto il solito figo e la cara Hermione è rimasta una frana coi dolci… mi diverte molto vederli così, dopo tanto tempo così affiatati e ancora tanto innamorati! Si, tesoro, ci hai preso… Amelia non passerà dei momenti facili in questa parte della saga… come andrà a finire? Eeh… non saprei! *___* Katie è mooolto speciale, lo vedrai col tempo… eh si, ce l’hanno proprio con lei! *sunny spalanca gli occhi sotto lo sguardo truce di angèle* Un bacio colossale!

Daphne: si, tante novità! E tante sono ancora in arrivo, anzi tantissime! ^____^ Carini Simon e Mel, hanno fatto la sorpresa a tutti! ^____- Un bacio, alla prossima!

Oryenh: grazie mille, tesoro! Si, anch’io adoro Jack e Amelia… brutto segno però quando io adoro qualcuno… poi finisco sempre per… come dire? Tormentarlo un po’? ^____- Un bacio esplosivo!

Pepita: Pepy carissima! Devi essere stata bellissima a ballare la danza del ringraziamento! ^___^ Non farti influenzare dal parere di Harry, tesoruccio, il ragazzo di Julie non è un mollaccione… ma è il classico tipo che fa venire i capelli bianchi a un papà! ^_____^ Un baciotto!

Seyenne: e infatti hai fatto centro, tesoro: Alex è Serpeverde! (ma nooo, come mai? °_____°) E Ron e Hermione sono più affiatati che mai! Povero Harry, meno male che c’è Ginny perché come papà lo tortureremo un po’… *___* E Povera Amy, che quel tonto…! Ah, questi uomini! ^____- Vorrei poter aggiornare prima, ma purtroppo a scuola non hanno pietà di me! ç_______ç

AvaNa Kedavra: il mio mito, come te la passi? Comincia a sorridere, amica, ce ne saranno di dolcissimi Harry/Ginny moments in questa parte della saga! Guarda, le shotty le lascio sempre aperte… per qualsiasi ispirazione lampo che mi venga! ^_____- E non preoccuparti per l’età dei ‘giovincelli’… li vedrai indaffaratissimi e ancora più affiatati di prima! ^___^

Elivi: mi fa un gran piacere sapere che mi hai sempre seguita! Non mi perdere di vista, allora! ^_____^ Bacioni!

Solarbeam: povera anima, veramente hai fatto le quattro di notte con tutta BAWM? Bella, ti sei distrutta! *____* Sono onorata… sei molto gentile! Brava, è precisamente il modo giusto di definire questa FMI… un episodio a tutto figlioli pestiferi! ^_____^ Bacissimissimi!

Ruby: grazie mille, sei dolcissima! Spero di non deluderti! ^___-

Lallotta12: grazie! Cercherò di aggiornare sempre quanto prima! ^___^

Marta: mi piace la tua richiesta bella diretta! ^_____^ E hai una gran ragione, Jack e Amy hanno molto di Ron e Hermione… Ron però a un certo punto è rinsavito. E Jack? Per lui la situazione è un po’ diversa… tu continua a fare il tifo! ^____^ Baci!

Vale86: la mia disegnatrice da 110 e lode! A proposito… mi mancano i tuoi capolavori! Novità? *.* Rimanda l’infarto, tesoro, resta qui con noi e continua ad elettrizzarti… qui non siamo che all’inizio! Baci schioccosi e tanti tanti!

Iceygaze: tu mi fai troppo morire dalle risate, amicissimo! ^_____^ I tuoi suggerimenti sono stati presi in seria considerazione, tranquillo… Jack e Amelia… perché ho la sensazione che mi odierai una volta o due durante questa storia? °.°  Mentre per Alex e Katie… guarda, mai dire mai… ^___- Il caz-zone generale ti stava lì dove non batte il sole… ho paura che arriverà anche più in fondo, credimi! ^___-  Quanto al puzzone da rosolare… ho la vaga sensazione che avrai più di un motivo per odiarlo a morte più in là… *.* Ehi, buona sciata! Io adoro la neve, soprattutto quella che si è depositata nel mio giardino negli ultimi giorni! ^___^

Bebba: grazie mille! Mi piace il tuo entusiasmo, è contagioso! ^___^

Marilia: caaara, che bella recensione lunga lunga… e utile, perché quel bellissimo riassunto lo si può utilizzare per fare una sintesi di tutta BAWM finora… bravissima! ^____^ Grazie, tesoro, sei sempre dolcissima… sono felice di saperti così entusiasmata! E dì a papà di fare attenzione a tutto il riso che gli hai lanciato nell’ufficio! ^_______- Baci baci baaaaaci!

Hiromi91: ciao amica! Ricevuta la mail? Visto, c’è la Katie (quella presentazione da cantante mi è piaciuta troppo, sei fenonemale! Diciamo che al momento la signorina avrà un po’ da fare e si limita a fare la studentessa… ma mai precludersi niente! ^___^) e c’è questo benedetto di Alex Malfoy… e tu ci hai azzeccato in pieno, ma sshh… non lo dire a nessuno! ^___- Ehi, voi altri che state leggendo! Girate alla larga un momento, devo parlare con la mia amica! +__+ Ooh… dicevo… le shotty? Tranquilla, quelle me le lascio sempre aperte… non si sa mai! ^___-

Ginny: mi ricordo benissimo di te, e mi fa un gran piacere ritrovarti! Mi mancavi! Grazie, carissima, e non sparire di nuovo! ^_____^

Clo87: tesoro, maestra mi sembra un po’ troppo! ^___^ Sono felicissima di sapere che ti piace FMI e che ti appassiona… vedrai che ti rassicurerai con i ‘senior’, e i ‘junior’… per niente casinari, eh? ^___^ Bacissimi!

vale: niente da fare, i Malfoy sono peggio dei sassolini nelle scarpe! ^___^ Dunque, vediamo… Harry &co. sono grandicelli perché altrimenti non ci troviamo con le età dei figlioli… Dan e Jack e (quasi) Amelia si aggirano intorno ai 25 anni, Julie ne sfoggia 23, Simon il ‘piccoletto’ appena 22 (ma è molto più adulto degli altri, alla fine… ^^), Alex ne ha 17 e Katie 15… ci troviamo? Smack smack! ^___^

Giulietta89: mi fa piacere saperlo, allora sei una lettrice accanita! ^___^ Vedrò di non farti rimpiangere niente, e poi mi farai sapere se questa parte di BAWM ti ha emozionato come le altre! Un baciotto!

Lulu: ma grazie non mille, mille milioni! Sei molto gentile! ^____^ Spero proprio di trovare ancora altre tue recensioni andando avanti! E vediamo un po’ se questo Alex, pur essendo un Malfoy, ti intrigherà… con Katie sicuramente dovrà sudare, ma… *___* E come dice mia sorella, se puede, se puede… ^_____^ Un bacio grande grande! P.S.: e non scusarti…le recensioni lunghe sono la mia passione!

Saturnia: no, tesoro, non mi crollare dalla sedia! Ti voglio tutta intera! ^____^ Farò il possibile per non tenerti troppo in attesa, ok? Un kissone!

Cloudy: bravissima, questo è proprio un futuro disastrato! ^___^ Rassicurati, cara: la ffic sarà molto più lunga del solito (anche i chaps diventeranno più lunghi!) e tutti a turno si prenderanno i loro spazi… Harry/Ginny e Julie/Chad inclusi! ^____^ baci baci!

Yaya: grazie! Mi sento di rassicurarti per Harry &co…. e lo sai che il tuo nick mi è molto caro? Le mie cuginette mi chiamano sempre così, perciò adoro questo nomignolo! ^____^ Baci!

Judie: Giulietta mia!! Innanzitutto salutami tua sorella, che adesso che ho finito il chap posso darmi alla sua lettura… ti fidi di me? Non te ne accorgerai nemmeno che Harry&co. sono così grandicelli, invece li vedrai in un’inedita versione ancora più affiatata e alle prese con un lavoro clandestino… ma non ti anticipo altro! ^____^ Bacissimissimissimi!

Giuggy: sei tornataaaaaaaa!!!!!!!!!! *me lancia coriandoli* Giuggy, finalmente! Quanto mi hai fatto preoccupare… ehi, bada di dire a mamma e papà che DEVONO comprarti il pc nuovo, altrimenti mi avranno sulla coscienza! E guarda che quando tornerai dovrai farti perdonare per l’assenza, eh! ^_____^ …cosa stai facendo ancora lì? VOLA a disegnare! Guarda che ti riammetto solo se quando ritorni hai un minimo di dieci fanny da postare, eh? *_____* Kissonissimi!

Maga Magò: la tua recensione mi ha regalato un sorriso immenso! Sei molto gentile, ti ringrazio infinitamente! E’ stato un vero piacere poterti sorprendere… spero di continuare! Un bacio grandissimo!

Sissy: grazie mille! Sai, i ragazzi sono tutti opera mia e non di mamma Rowla, per cui quando mi dici che ci sei tanto affezionata è come se mi facessi un complimento doppio! Per cui un doppio grazie! ^_____^ Jack, beato pollastro felice e distratto… si, in effetti bisogna essere proprio ciechi per non vedere certe cose… o è Amelia che ha un controllo ineccepibile? Ti lascio nel dubbio! ^_____^ Un bacio grande grande grande!

 

 

…benissimo, quasi quasi è più lunga la lista dei thanks del chap! Ma è così che vi voglio, lovosissimi amici, così! ^____^ (…si, in effetti sembro un tifoso che fomenta la propria squadra allo stadio… contegno! ^^) Bene… e adesso torno ai miei pallosissimi libri, ci si rivede al terzo chap “Segreti”… ehi, me la fate fare una bella listona grande grande di thanks anche la prossima volta? ^_____^ Vi adoro tutti! Un bacio grandissimo e innevato

 

Sunny

  
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