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Autore: effe_95    30/11/2014    2 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.
 
92.Darling don’t be afraid, I have loved you for a thousand years, I love you for a thousand more
 
 
The day we met
frozen, I held my breath
right from the start
I knew that I found a home for my heart,
Beats fast
Colors and promises
How to be brave
How can I love when I'm afraid to fall
But watching you stand alone
All of my doubt
Suddenly goes away somehow
 
Il giorno che ci incontrammo
Immobile, ascoltavo il mio respiro
Sin dall’inizio
Sapevo che avrei trovato una casa per il mio cuore
Che batte forte
Colori e promesse
Come esse coraggiosa?
Come posso amare quando ho paura ti cadere
Ma vedendoti da solo
Tutti i miei dubbi
Improvvisamente sono andati via in qualche modo
 
 
<< Claudia ti prego sii ragionevole! Non puoi farti tutti gli Champs Elysees a piedi! >>
<< Ma visitare Parigi in un bus o attraverso la metropolitana non è come farlo a piedi! Ti perdi la metà delle cose, e sono sicura che non mi capiterà più, voglio vedere tutto nei minimi dettagli >>
<< Sei incinta dannazione! Se poi vuoi partorire Ivan in mezzo alla strada e a sei mesi sono fatti tuoi! >>
Yulian finì di parlare incrociando le braccia al petto, l’entrata dell’albergo alle sue spalle, le luci natalizie tra le strade infreddolite e le spalle curve.
Claudia lo osservava un po’ più indietro, si era appena lasciata la porta alle spalle e non avevano fatto altro che discutere per tutto il tragitto dalla camera alla strada.
Quando lo affiancò, Yulian non le rivolse nemmeno uno sguardo e continuò a tenere gli occhi puntati sull’asfalto, le mani screpolate strette intorno al petto e la sciarpa nera attorno alla gola messa un po’ alla bell’e meglio.
<< Così prendi freddo >> Claudia afferrò saldamente con le piccole mani la sciarpa e gliela sistemò meglio aggiustando anche il colletto della giacca, Yulian la osservò con i suoi occhi azzurri e freddi come la neve e dopo un po’ Claudia non poté fare a meno di ricambiare quello sguardo apprensivo e pieno d’amore. << Non puoi avere la febbre durante il mostro viaggio di nozze >> Yulian sospirò pesantemente e le afferrò le mani ancora occupate a chiudergli la giacca, Claudia sentì la pelle ruvida e screpolata accarezzare la sua e provò una sensazione così familiare da scaldarle il cuore.
<< Non mi ammalo per così poco lo sai, sei tu che mi preoccupi. >>
Claudia si sollevò leggermente sulle punte e lo baciò a timbro centrando solo un labbro, così che la sua bocca si scontrò con la barba ruvida che stava ricrescendo e la pelle morbida del mento spigoloso. << Hai ragione, non posso fare gli Champs Elysses a piedi. A volte dimentico che devo prendermi cura anche di un’altra persona, e voglio darti questo figlio più di qualsiasi cosa al mondo Yul, quindi farò come vuoi tu >>
Lui continuava a tenerle le mani strette nelle sue, che avevano ripreso a sanguinare sulle nocche, e non disse nulla fino a quando il sangue non fu così tanto che i guanti di Claudia si macchiarono e lei se ne accorse.
<< Cielo Yul! Torniamo immediatamente in camera a disinfettare queste mani! >> La voce di Claudia era così piena di apprensione che Yulian sorrise in automatico intenerito.
<< Ma non muoio per così poco Clo >> Lei non rise affatto a quelle parole, una piccola ruga le si era formata sulla fronte e Yulian l’ accarezzò con il pollice facendo attenzione a non sporcarla di sangue. << Non mi importa Yulian! Non voglio vedere nemmeno una goccia di sangue uscire dalla tua pelle, mi fai morire di dolore! >>
Claudia era così preoccupata che Yulian non replicò e la seguì nuovamente in albergo crogiolandosi nella meraviglia di quelle parole, una volta raggiunta la stanza gli gettò le mani sotto l’acqua calda senza fargli togliere nemmeno il giubbotto, poi afferrò il disinfettante dalla borsetta dei medicinali che si erano portati dietro e glielo gettò sulle ferite facendole schiumare di pus, e fu soddisfatta solo quando le mani vennero fasciate ed infilate in un paio di guanti neri come la sciarpa.
<< Adesso possiamo andare a vedere l’Arco di Trionfo, oppure no? >>
<< Si che possiamo >>
Lasciarono nuovamente l’albergo sotto lo sguardo perplesso delle parsone che lavoravano nella reception e arrivarono all’Arco di Trionfo con un taxi, la soluzione migliore per accontentare entrambi, Claudia riuscì a vedere tutte le strade che voleva dal finestrino e Yulian si rilassò sapendola riposata e al sicuro.
Un’altra lotta fu impedirle di salire sull’Arco e fare tutte quelle rampe di scale, ma Claudia fu così irremovibile, che Yulian la portò sulle spalle per metà del percorso spezzandosi la schiena dalla fatica e imprecando in russo ogni gradino mentre Claudia lo incitava con un bacio ad ogni passo. Tuttavia la fatica venne ben ripagata una volta che scorsero il panorama di tutta Parigi davanti i loro occhi, il giorno prima erano stati alla Tour Eiffel senza riuscire a salirvi sopra a causa di una fila di ore, il panorama sarebbe stato molto pi bello, ma anche quella vista non era male.
<< Quando Alješa e Ivan saranno più grandi dovremmo portarli di nuovo non credi? >> Commentò Claudia beandosi di quella vista meravigliosa, Yulian era rapito quanto lei.
<< Sono d’accordo >>
 
 
<< Questo Louvre è grandissimo! >>
Claudia sbuffò pesantemente lasciandosi cadere su una di quelle panchine che adornavano il centro degli immensi corridoi del museo, era da ore che lei e Yulian visitavano la sezione italiana dopo quella greca e latina, ma sembrava non finire mai.
<< Sei già stanca Clo? Ma c’è così tanto da vedere ancora, andiamo alla sezione russa, dai? Sono troppo curioso! Che c’è? La Gioconda non ti è piaciuta? >>
Yulian era divertito come un bambino davanti ad un gioco nuovo o tanto desiderato, Claudia si passò una mano sulla pancia pesante e sospirò sonoramente.
<< Mah, una fila lunghissima per vedere un quadro minuscolo! Te l’avevo detto che era piccolo Yul, credo che Ivan abbia preso un bel po’ di gomitate nel frattempo! E poi non tartassarmi chiedendomi tutte queste cose sugli autori dei dipinti! >>
Yulian si lasciò sfuggire una risata mentre prendeva posto accanto a lei, una coppia straniera li osservava divertiti, lui le prese le mani e gli accarezzò la pancia gonfia.
<< Ma sei tu l’architetto qui, se proprio vuoi possiamo parlare un po’ di Gogol’ >>
Claudia alzò gli occhi al cielo e lo guardò esasperata, ma allo stesso tempo divertita.
<< Va bene, ma solo se andiamo a vedere anche Amore e Psiche di Canova! >>
Si alzarono nuovamente in piedi tenendosi per mano, mentre camminavano ridendo in quegli immensi corridoi pieni di gente curiosa che veniva da tutto il mondo.
<<  Да моя любовь , хорошо >> Da moya lyubov, karosho … Si amore mio, va bene…
Passarono tutta la giornata all’interno del Louvre fino alle sette del pomeriggio, Claudia era stanchissima e si reggeva al braccio di Yulian camminando nei corridoi verso l’uscita.
<< Oh, guarda Clo, lì c’è scritto Austeliz >> Commentò Yulian indicando un quadro enorme che non aveva notato precedentemente, raffigurante la battaglia di Asterliz contro Napoleone, Claudia sollevò gli occhi al cielo, ma fu rapita anche lei dalla grandezza dell’opera. << Certo che lì le abbiamo proprio prese eh >>
Il commentò amaro di Yulian la fece sorridere, ma non si trattennero di più perché lui la riportò in albergo, e Claudia crollò immediatamente addormentata tra le sue braccia dopo un bagno caldo.
 
<< Io me ne torno in albergo! >>  Claudia afferrò velocemente Yulian per la manica del cappotto e lo trascinò verso di lei ridendo divertita, il biondo aveva messo su un broncio degno di un premio.
<< Dai! Dopo il lungi viaggio in treno che abbiamo fatto per raggiungere Versailles?! >>
Si trovavano esattamente all’entrata degli immensi cancelli dorati e Versailles si stagliava in tutta la sua magnificenza davanti ai loro occhi.
<< Ma dobbiamo fare due file! Una per i biglietti e l’altra per entrare! Io mi rifiuto! >>
<< La fila per i biglietti la fai tu, quella per entrare la faccio io, va bene? Non puoi impedirmi di vedere Versailles, hai capito quanto l’ho studiata all’Università?! >> Yulian lanciò uno sguardo veloce alle immense file che si estendevano lungo il cortile, scrutò gli occhi minacciosi e pini di curiosità di Claudia e si arrese, comunque non sarebbe tornato indietro riprendendo il treno dopo nemmeno dieci minuti dall’arrivo.
<< Va bene, ma ricordati che hai un cellulare Claudia! Qualsiasi cosa succeda devi chiamarmi >> Claudia alzò gli occhi al cielo ma promise ugualmente, altrimenti Yulian si sarebbe intestardito al punto tale da non lasciarla andare e costringerla a fare due file intere.
Durante tutto il periodo di attesa, Yulian la chiamò tre volte per farle compagnia, ma siccome lo spingevano o cadeva la linea, il biondo imprecò tutte e tre le volte e poi si arrese.
Riuscirono ad entrare dopo tre ore di file e Claudia era già stanca, ma si riprese immediatamente quando entrò nella “Stanza degli specchi”.
<< È bellissima! >>
<< Direi proprio di si >>
Claudia si girò a guardare Yulian, il ragazzo guardava ogni centimetro della stanza con un interesse negli occhi che raramente gli aveva visto, senza nemmeno rendersene conto gli prese una mano e lui spostò l’attenzione su di lei.
<< Non ti senti un po’ una principessa o qualcosa di simile? >> Claudia sorrise divertita.
<< Con questi vestiti e il pancione? >> Yulian scoppiò a ridere e l’attirò verso di se facendola ridacchiare divertita.
<< Beh, per me sarai sempre una principessa, lo eri anche quando vomitavi ovunque e sulle mie scarpe a causa della nausea. E siccome io sono un conte, mi concede questo ballo? >>
Claudia guardò la mano tesa di Yulian e sentì l’altra premuta sul suo fianco, alcune persone li stavano guardando, notò una ragazza intenta a rimirare una statua girarsi verso di loro e sorridere, aveva i capelli ricci lunghi fino a metà schiena, gli occhi erano grandi e castani, ma non riuscì a scorgere altro perché Yulian poggiò a terra la borsa e la macchina fotografica e la guidò in un lento un po’ improvvisato sotto gli occhi di tutti, tuttavia Claudia non vi badò più agli altri e si lasciò guidare ridendo come lui.
Più tardi, quando recuperarono la macchinetta e la borsa, si accorsero che qualcuno aveva scattato una foto di loro mentre danzavano, quella foto poi, sarebbe finita in bella mostra su una parete di casa loro una volta tornati a casa, ma Claudia non smise mai di avere la sensazione che a scattarla fosse stata quella ragazza riccia e dal viso rotondo.
 
 
One step closer
I have died everyday
waiting for you
Darlin' don't be afraid
I have loved you for a
Thousand years,
I love you for a
Thousand more
 
Un passo avanti
Sono morta tutti i giorni
Aspettandoti
Tesoro non preoccuparti
Ti ho amato per mille anni
Ti amerò mille anni ancora
 

Christina Perri ft Steve Kazee – A thousand years.
 
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Effe_95

Buongiorno a tutti.
Allora, mi sembrava necessario inserire un capitolo come questo, volevo a tutti i costi che Yul e Clo avessero la loro luna di miele.
Ho scelto come città Parigi perchè l'ho visitata io personalmente e avrei potuto inserire molti più particolari, infatti Claudia e Yulian hanno seguito un po' quelli che sono stati i miei passi, e diciamo che la cosa mi piaceva parecchio e la trovavo carina :)
Poi, chi poteva essere la ragazza che scatta la foto a Yul e Clo? Se si viene in mente qualche idea comunicatemela ;)
La canzone che ho inserito, praticamente è la canzone di Yul e Clo.
Mancano solo sette capitoli alla fine della storia.
Alla prossima.

 
 
  
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