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Autore: ChocoCat    30/11/2014    2 recensioni
REVISIONE IN CORSO
"Hermione raccolse la borsetta di perline dalla sedia accanto alla propria e si avviò verso il piano di sopra per entrare nella prima camera che avesse trovato. Si ritrovò davanti al letto sfatto di Ron; sul davanzale della finestra c’era una boccia di vetro vuota, il vecchio Deluminatore e la sua bacchetta. I ricordi la sommersero; in quella stanza, strategie, ansie, affetti, paure, e ancora gioie, disappunto, e amori senza fine…"
Seguiamo le vicende di una Hermione che sta per cambiare definitivamente la rotta della propria vita (e se non lo sapete ancora, sappiate che non andrà come previsto!), un vivace Ronald pronto a tutto - anche a un'avventura nella jungla nera in mezzo ai ragni-, una Ginevra alle prese con il vaiolo magico brasiliano e un passato pronto a ribollirle contro, un Seamus con il suo più grande sogno inconfessato, ed infine... Harry, che dovrebbe avere la mente vuota e non sentire mal di testa da un bel po', ma è risaputo... nella vita... non si sa mai cosa ci aspetta!
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Michael Corner, Seamus Finnigan | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Keepsake Tales'
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Dal capitolo precedente:



Uno...”

Se credete di potermi arrestare vi sbagliate di grosso. Serpensortia!”

Due - è davvero grave considerando i tuoi crimini e da che parte stavi durante la guerra, Zorak – o meglio, Ivan Milbevorich per la giustizia-, non conoscere bene il proprio nemico.”

La vipera scaturita dall’incantesimo di Zorak si arrestò in volo, e invece di attaccare Harry si intrufolò in un barile vuoto accanto alla porta del negozio

Tre…”

Daniel affatturò il fuggitivo.

Non male, Daniel.”

Disse Harry, facendo comparire delle robuste corde per legare le mani al criminale.

Daniel Haroche, pour vous servir. Ma ora andiamo, prima che sia troppo tardi!”













23.



Era ormai notte, ma il caos sollevato da Daniel, Michael e Ginny aveva messo la pulce all’orecchio in ogni strada del fetido sobborgo. Notturn Alley era in subbuglio. Mentre la gentaglia si sparpagliava e spariva a vista d’occhio in un fiorire di Smaterializzazioni, i gendarmi del Ministero accerchiavano Magie Sinister’s in ranghi serrati; la squadriglia Auror di cui Ron era cadetto era arrivata il più presto possibile: c’era Adam, irlandese, primo anno, un ragazzo smilzo con due grandi occhi grigi. Il suo accolita, Rexford, era quello che prendeva tutte le decisioni quando non c’era Shacklebolt; era un ragazzo affascinante e arguto; a Ron non piaceva affatto.
E poi c’era Megan, che era di rango senior rispetto a loro, e non esitava a prenderli in giro quando lo reputava necessario e aveva una predilezione per gli incantesimi offensivi. Essendo la seconda squadriglia, formata principalmente da studenti per primo anno, avevano il compito di starsene impalati fino a quando ci fosse stato bisogno di loro.
Shacklebolt era occupato a parlare con Dawlish, e non aveva notato che mancava uno dei suoi allievi cadetti.

Ron era infatti arrivato per ultimo, trafelato, perché aveva dovuto avvertire i genitori della scomparsa di Ginny.
Non c’era stato verso, ovviamente, di farli rimanere a casa. Aveva dovuto implorare il signor Olivander di prestargli il camino, ma lui aveva insistito che non ne possedeva uno, perché in un negozio di bacchette non ce n’era assolutamente bisogno.
Allora era corso difilato ai Tiri Vispi Weasley, dove George l’aveva accolto e l’aveva condotto al suo camino.
C’era voluta un’ora per convincere i genitori a non mettere piede a Notturn Alley e a starsene buoni nel magazzino di suo fratello.

Era riuscito ad andarsene, con mille raccomandazioni, e a raggiungere la squadra solo dopo aver riferito per filo e per segno ciò che gli era stato raccontato di terza mano. Ginny aveva seguito dei manigoldi, era stata imprigionata e si sospettava Sinister di avere una prigione sotterranea. Inoltre, non era ancora stato chiarito il perché, ma Michael Corner, un suo ex compagno di scuola, pareva essere coinvolto.

La parte peggiore l’aveva scoperta arrivando sul campo.

Riconobbe Harry da lontano, perché i suoi occhiali riflettevano gli zampilli del fuoco che ancora bruciava qua e la attorno all’orrendo negozio di Magie Sinister. Lo conosceva bene, ci erano stati qualche volta durante la guerra.
Ora era distrutto, verosimilmente da un’esplosione.

Harry gli venne incontro con un’aria spaventosa.
Dietro di lui arrancava un ragazzo alto e magro, coi capelli biondi, avvolto in un mantello, che non aveva mai visto. Erano entrambi cosparsi di fuliggine e terribilmente stanchi.

Ron finse di non percepire lo scherno dei suoi compagni di squadra qualche metro più in là – sempre in ritardo, che tempismo, Weasleyera sua sorella, poteva almeno fingere di essere interessato, non vi pare?non credo che siano molto legati, sai, i Weasley hanno una famiglia numerosa; forse hanno dei fratelli preferiti; io che ne so, non ne ho di fratelli, e sto bene così.bah, non so cosa ci trovi Potter in un perdente simile. – io ancora non capisco perché gli hanno permesso di entrare in accademia.zitti, che si avvicinano! - e si allontanò con Harry per parlare. Daniel rimase indietro, forse per lasciar loro un minimo di privatezza.



Allora, mi spieghi cosa è successo?” disse Ron, prendendo il braccio di Harry.

Dei Ghermidori hanno preso Ginny e l’hanno portata qui da Sinister. Li abbiamo beccati per caso mentre vendevano merce rubata, li abbiamo legati, sono da Olivander’s. Dovremmo mandare qualcuno a prenderli, ma sembrano tutti troppo stupiti per muoversi, qui.”

Già, che strano, no? Proprio sotto a un negozio pulito, rispettabile come Magie Sinister. Mi facciano il piacere… ipocriti. E Ginny, l’avete tirata fuori dal macello? Come sta?”

A Ron non piacque fin da subito l’espressione dell’amico.
Era un misto fra una rabbia contenuta, il senso di colpa e la paura.
Strinse la presa sul suo avanbraccio.

È da venti minuti buoni che interrogano Sinister. Non riusciamo a cavare un ragno dal buco. Secondo lui si è Smaterializzata, ma abbiamo controllato il sotterraneo, se anche di presunte celle si trattasse, era protetto. Non ci si poteva Smaterializzare là dentro.”

Cosa vuol dire?”

Che qualcuno sta mentendo, oppure che lei è riuscita a scappare abbastanza lontano, fino alla botola – secondo la nostra versione c’era una botola dietro al bancone, ma è andata distrutta nell’incendio- e che si è smaterializzata da lì.”

Starà bene. Ginny se la caverà.”

“…”

Vero?”

Harry guardò l’amico con costernazione.
Gli sembrava di essere di nuovo quel ragazzino che a dodici anni aveva aperto la Camera dei Segreti per ritrovarla.
Lei.
La sorella del suo migliore amico.

La troveremo Ron, te lo prometto. Potrebbe essere la volta buona che uso una maledizione Senza Perdono. Se è questo che vogliono, lo avranno.”

Ti cancellerebbero dall’albo. Meglio una sana dose di botte per quel che mi riguarda. Quello che non capisco è perché mia sorella si trova sempre coinvolta in questo genere di situazioni!”

Me lo chiedo anch’io. Voglio dire, era in Brasile… non è esattamente dietro l’angolo.”

E Michael?”

Michael? È introvabile.”

E qualcuno ha un’idea di cosa c’entri lui in questa faccenda?”

Non c’è traccia di nessuno dei due. Ovunque si trovino, spero che almeno siano insieme.”

L’idea che Ginny fosse di nuovo da sola gli faceva tremare le mani. Non era bastato tutto il tempo passato lontano da lei alla ricerca degli Horcrux a farlo sentire profondamente colpevole. O almeno, si era sforzato che le cose andassero così.
Aveva messo in sordina i suoi sentimenti, perché altrimenti non avrebbe retto alla tensione.
Ricordava bene le reazioni di Ron quando si preoccupava per la sua famiglia durante quel viaggio interminabile; e tutte le conseguenze, con i loro pro e contro.
Lui invece era rimasto concentrato, freddamente impassibile.
Era stato un terribile vantaggio.
Non aveva idea di dove avesse trovato tutta quella tempra, tuttavia per un anno intero era riuscito a chiudere Ginny fuori dalla sua mente. Ma ora era tutto diverso. Sembrava che i suoi incubi e i suoi ricordi peggiori si rianimassero. Aveva tenuto duro per così tanto tempo, che ora bastava una scossa leggera e crollava, completamente fuori di sé.
Prima non aveva niente da perdere.
Ora avrebbe potuto perdere tutto.

Probabilmente se lo sono inventato. Avranno tirato in ballo un nome a caso, per fare polemica. Michael è sempre stato un tipo a posto. Ti ricordi? Neville ci aveva raccontato che si era fatto torturare dai Carrow per proteggere un ragazzo del primo anno. Era nell’ES. È per forza a posto.”

Non ne ho idea, Ron.” Disse Harry con un moto di stizza. “Non mi ricordo un granché di lui. Però sono sicuro del fatto che c’entri qualcosa con questa storia, perché me ne ha parlato Haroche.”

Daniel Haroche? Mia sorella l’ha citato in un paio di lettere, dovrebbe essere un suo buon amico. E che cosa ti ha detto?”

Un bel niente. Ho avuto poco tempo. Non possiamo parlare con lui qui, però. C’è troppa gente.”

Mi stai dicendo che non hai intenzione di fare rapporto?” stridette Ron, sconcertato.

Per il momento no. Sentiamo cosa ha da dirci Haroche.”

Ok, ma prima di tutto voglio vedere cosa ha da dire Sinister.”

Ti accompagno.”

L’uomo, ormai decrepito, aveva due occhi acquosi, i capelli scompigliati e i basettoni troppo lunghi. L’aria sgualcita non andava di certo a suo favore, sembrava ancora più infimo di quanto non fosse. Harry si chiese come potesse essere ancora vivo; ricordava di averlo visto molto più giovane nel Pensatoio, e rimembrava perfettamente anche le circostanze. Aveva dato dieci galeoni a Merope Gaunt per il suo prezioso medaglione di Serpeverde. Meritava seriamente di finire i suoi giorni in gattabuia con i Dissennatori attorno, ma ancora una volta non c’era uno straccio di prova per incastrarlo.

Sinister sosteneva la stessa versione che aveva già raccontato numerose volte a Dawlish e ai responsabili del Ministero: ovvero, che non ci fosse nessuna dannata prigione sotto al suo negozio. Harry e Ron insistettero a lungo, ma conoscevano bene il loro interlocutore; non avrebbe mai ammesso di essere in torto, nemmeno avesse avuto le prove davanti agli occhi di tutti.
E la ragazzina coi capelli rossi?, gli avevano chiesto.
Quale ragazzina coi capelli rossi? Era stata la risposta.
Niente, non c’era niente da fare. Harry lo maledisse mentalmente un centinaio di volte. Quel vegliardo si ostinava a difendersi, come uno di quei parassiti che non vogliono lasciare lo scheletro di casa che hanno rubato a qualcun’altro.
Ripeteva le stesse parole come una litania. Sembrava completamente fuori di sé.

Sibilava appena, spiegando com’era avvenuta l’aggressione da parte del giovane mago biondo, e la sua voce era quasi fastidiosa, come un fischio nell’orecchio, ma anche alterata e falsa, perché Daniel Haroche era innocente, e Harry lo sapeva. Maledizione.

Naturalmente la parte del negozio in cui esponeva la sua merce oscura e più preziosa si era miracolosamente salvata, ma non c’era nessuna traccia del luogo in cui avevano imprigionato Ginny.

Ci avrebbe scommesso la bacchetta: il bastardo aveva sicuramente incentivato le fiamme a divorare ogni prova a suo discapito.

Le indagini erano in corso da quel pomeriggio, ma Harry non era riuscito a ottenere ulteriori informazioni.
Edwin e Basil, ex matricole in procinto di diventare Auror, erano i suoi compagni di squadra.
Avevano loro il compito di fare le analisi; dopodiché ci avrebbero lavorato insieme in serata, durante una riunione nella sala studio dell’Accademia.

Dawlish aveva preferito escludere Harry sul campo, considerandolo troppo emotivamente coinvolto.



Puoi avvisare i familiari dei presunti scomparsi, se ti va bene. Altrimenti, ci aggiorniamo stasera in Accademia.” Gli aveva detto poco prima che arrivasse Ron, lasciando Harry basito ma ben determinato a non restarsene con le mani in mano.

Capisco.” Aveva detto con semplicità.

Niente improvvisate Potter, siamo in due sul caso, noi e la squadra di Shacklebolt. Ce la caveremo senza di te. Anzi, ho appena mandato i cadetti di Shacklebolt a recuperare i due criminali da Olivander’s. Tra poco dovremmo poterli trasferire.”

Molto bene. Posso almeno ospitare per questa notte il testimone francese? Non ha un posto dove dormire.”

Haroche? E perché mai dovresti ospitarlo tu?”

Me lo ha chiesto personalmente.”

No, Potter. C’è il Paiolo Magico a meno di dieci minuti da qui.”

È venuto senza soldi.”

Pagheremo noi per lui.”

Questo non è legale, Dawlish, e lo so anche io.” Touché. Aveva la situazione in mano, finalmente.

E va bene, Potter. Evita di stressarlo. Mi è sembrato piuttosto suscettibile.”

A stasera, capo.” Harry annuì con aria grave.

A stasera. E niente sciocchezze di cui faresti pentire l’intera squadra, spero di essere stato chiaro.”

Trasparente.”

Voltò le spalle al suo superiore e andò a cercare Daniel. Non ci mise molto a trovarlo.

Harrì, non so come ringraziarti. Se non avessi testimoniato a mio favore sarei già rinchiuso in una cella a quest’ora.”

Non posso garantirti che non succeda più in là, purtroppo Sinister spara a zero su di te, sei il suo unico appiglio per salvare il negozio dallo sfacelo e sé stesso da Azkaban. Insiste a dire che tu l’hai derubato e hai dato fuoco al negozio senza motivo. Essendo andato effettivamente a fuoco, e avendoti io visto con la statuetta rubata, non si può certo dire che le cose vadano a tuo favore. Però, c’è un però. Se riusciamo a dimostrare che c’era una prigione sotterranea, puoi star certo che ti scagionano. E io non solo non denuncerò quello che ho visto, ma farò tutto quello che mi è possibile per innocentarti.”









Harry, stai scherzando?!”

Ron, fidati di lui. E di me.”

Hai camuffato delle prove. Se ti scoprono finisci nei guai, stavolta. Hai idea di quello che può succederti se non riesci a dimostrare che c’era una fottuta prigione sotto al culo di Sinister?”

Harry camminava su e giù per camera sua.
Era arrabbiato con Ron perché non voleva assecondarlo, e anche con se stesso, perché sapeva che il suo amico aveva ragione.
Il ragazzo coi capelli rossi, in quel momento estremamente arruffati, lo osservava sfuriarsi mentre sedeva a gambe incrociate sul letto. Giocava con i fili di lana della trapunta; era una coperta patchwork che Ginny aveva regalato a Harry per natale. Nessuno dei due guardava l’altro negli occhi troppo a lungo. Harry era brusco, agitato, fervente. Ron era preoccupato e abbattuto; ne aveva abbastanza. Entrambi erano stanchi e poco inclini ad ascoltarsi. Un Ron più giovane non avrebbe sopportato le sfuriate dell’amico; era cambiato molto, da quando studiava all’Accademia, e da quando stava con Hermione.
E ora, nonostante fosse sommerso dai problemi – ed Hermione facesse effettivamente parte di quelli -, non aveva ancora perso la calma.

Tu non ti preoccupare di questo, lo scopriremo stasera quando Ed e Basil faranno rapporto. Senti, nessuno ne saprà niente. Sarà una cosa rapida, andiamo alla Gringott e depositiamo questa statuetta senza una parola, e ce ne andiamo così come siamo venuti.”

È rischioso, Harry.”

Se incastrano Daniel se ne va l’unico che può aiutarci e che è dalla nostra parte!”

A proposito di questo, io voglio proprio sentire cosa ha da dirci. Tutte queste elucubrazioni non ci portano da nessuna parte, finché non possiamo aggiungerci la sua versione integrale della faccenda.”

D’accordo. Va bene.” Asserì Harry, stufo di trovarsi un muro davanti. “Penso che stia parlando con un altro apprendista medimago, un certo Liam. Il loro accampamento è rimasto decimato, hanno bisogno di rinforzi, ma soprattutto deve avvisare che probabilmente non tornerà prima di un tot e che quindi dovranno cercare un sostituto permanente. Ci sarà la fila, al College del San Mungo.”

Harry, hanno suonato?”

Aspettami qui. E tieni questo.”

Harry gli appioppò la statuetta – Ron si apprestò a nasconderla fra i cuscini – e tornò in salotto, dove il mago francese parlava animatamente, nel suo inglese farlocco, con un giovane medimago che spuntava dal caminetto.

Quando Harry aprì la porta, trovò sull’uscio il signore e la signora Weasley, e dietro di loro apparve anche George.

Entrate, presto.”

Grazie, Harry.”

Ciao, Harry.”

Chiamo Ron e vi spiego tutto.”

Passò l’ora seguente a raccontare quello che avevano scoperto, per filo e per segno.
L’idea che ci potesse essere
quel Corner rassicurò anche il signor Weasley, ma non attecchì con sua moglie.
Il the che aveva preparato per confortarli sembrava aver invigorito gli animi, forse anche troppo.

Voglio parlare con il ragazzotto biondo.”

Molly, ti prego.” Cominciò Arthur, sperando di placare il suo animo istintivo.

No, avete ragione. Non aspetteremo oltre. Per ragioni di sicurezza, però, ci parleremo io e Ron in privato, e poi vi spiegheremo tutto.”

Ha un pessimo accento, non capireste nulla.” Aggiunse Ron, incoraggiandoli a lasciare la cucina.

George lasciò la stanza poco convinto, dietro ai genitori. Lanciò un’ultima occhiata al fratello, una di quelle minatorie, che lasciano sottintendere tutto. Noi abbiamo il diritto di sapere. Ron lo ignorò e tornò a sedersi. Non era il momento di lasciarsi distrarre, e non era giusto che si sentisse colpevole; dopotutto, era una faccenda da Auror.
Non erano più ai tempi di scuola, quando quello che facevano lui e Harry era sempre, immancabilmente illegale.
Beh, circa.

Daniel sembrava determinato a parlare. Ron e Harry lo guardavano intensamente, pronti a captare qualsiasi dettaglio utile.
Forse lo intimidirono un poco, ma il giovane Curatore non perse il coraggio.

Posò la tazza di the caldo sul tavolo, e piazzò gli occhi in quelli di Harry.

Spiegò tutto quello che sapeva su Michael, sul suo lavoro, sul perché sapesse dove si trovava Ginny, del fatto che fosse sicuro della presenza di una prigione da Sinister perché c’era stato lui stesso. Spiegò inoltre che Michael non aveva dato molte spiegazioni, ma che forse Tia Haldale, la loro compagna di viaggio, ne sapeva più di lui.



Perché non l’ha denunciata a quell’epoca? La prigione, intendo.” Lo interruppe Ron.

Il francese fece una smorfia. Harry gli sfiorò l’avanbraccio con la mano; il gesto ebbe l’effetto voluto.

Ho molta stima per quel ragazzo, è un vero spirito libero. Però credo che questo implichi la sua dissociazione dalle regole implicite della nostra società. Forse sperava di cavarsela da solo, forse non ha fatto in tempo a parlarne con nessuno.”

O forse ha qualcosa da nascondere.” Insisté Ron.

Forse. Però non ha esitato un attimo a Smaterializzarsi direttamente a Notturn Alley per salvare la sua amica.”

Anche questo è molto strano.” Mormorò Harry, guardandolo in tralice con i suoi occhi verdi.

Ha perso due dita e si è spaccato lungo tutto un braccio.”

E tu l’hai visto aprire una botola? Perché di questo si tratta, purtroppo.”

Io non dubito di quello che mi ha detto, mi fido di lui come di voi.”

Ma non l’hai visto aprire la botola.” ripeté Harry, perentorio.

No, non ho visto niente. Ero occupato a fare diversione.” Ammise lui, suo malgrado.

Harry e Ron si scambiarono un lungo sguardo.

Non abbiamo niente che possa aiutarti per ora, Daniel, mi dispiace.”

E non è tutto, ragazzi” Si intromise George dalla porta del salotto, con in mano una busta con il sigillo ufficiale. “Ti è appena arrivata questa.”

Harry lesse la lettera, poi la stropicciò in mano e la scagliò in un angolo della stanza.

Sono scappati i due Ghermidori.”

Impossibile, Harry. C’era Shacklebolt.”

Rexford è al San Mungo.”

Non è possibile…”

Cazzo!” esclamò Harry, battendo una mano sul tavolo.

Può voler dire solo una cosa.” Disse Ron, con gli occhi socchiusi, temendo la reazione di Harry.

Sì. Ci sono degli infiltrati fra gli Auror.”

Di nuovo.”











24.



Sì, forse avrebbe dovuto sentirsi ridicolo, conciato per le feste, con quell’armatura addosso, la bacchetta in mano e il sedere per terra ma Seamus Finnigan si rialzò dolorante in un solo balzo. Ignorò il dolore sordo del suo fondoschiena offeso e riprese a saettare ora su un piede e ora sull’altro.

Expelliarmus! Reducto! Stupeficium!”

Il suo avversario, un guerriero di legno incantato, se ne stava fermo a subire gli incantesimi. Esplodeva e si ricomponeva; perdeva la bacchetta ma quella tornava indietro, al ritmo delle offensive del ragazzo; erano mesi che si allenava discretamente e ancora non aveva avuto il coraggio di dirlo a nessuno, per scaramanzia.

Forse, se avesse tenuto la bocca chiusa, la sua vita non gli sarebbe esplosa in faccia come aveva fatto fino a quel momento con una puntualità da record. Era una riserva. Solo una riserva. Quella piccola R accanto al suo nome, nella lista delle prove di ammissione all’Accademia Auror di Londra significava suo malgrado molto per lui. In barba a quelli che lo credevano incapace, in barba a se stesso – il più gran sostenitore di quella massima -.

Naturalmente, aveva due anni di ritardo rispetto ai suoi coetanei; ma che importava? Avrebbe aspettato il tempo necessario. Era pronto a tutto, per perseguire il suo sogno.

Expelliarmus! Stupeficium! Reducto! Expecto Patronum!”

Niente. Da quando era stato messo in riserva, marchiato come R, non era più riuscito a produrre un Patronus. La sua volpe era scomparsa. Si afflosciò su se stesso e lasciò cadere la bacchetta in un tintinnio ligneo.

Si slacciò i proteggi-polso e disfò le bende che portava alle caviglie. Doveva riuscire quel dannato incantesimo, ce l’aveva fatta quando aveva appena quindici anni. Possibile che non fosse più in grado?

Il ricordo infuriava ogni volta che falliva un tentativo.
Quanti tentativi, e quanti rimorsi.

Molto bene, signor Finnegan. Ci è giunta voce che sapesse produrre anche un Patronus corporeo. Non lo consideri come una prova ufficiale, ma come una dimostrazione della sua personale abilità.”

Certo… io… certo.”

E niente. Il vuoto.
Non era riuscito a farlo, nel giorno più importante della sua vita.
Gli era riuscito un milione di volte, a Hogwarts, cullato dal candore dell’età innocente e dal calore dell’amicizia.
Una volta finita la guerra, gli era stato chiaro fin da subito il suo destino.
Doveva essere un Auror, come Harry e Ron.
Non gli importava un accidente che tutti l’avessero deriso, chiamandolo il Signore del Fuoco, la Fenice Ardente e stronzate simili.
Ma nonostante tutto il suo duro allenarsi, non era entrato in classifica. Perfino Ron ce l’aveva fatta, e a scuola non era poi tanto più bravo di lui in Difesa delle Arti Oscure.

Il nuovo Seamus era molto più caparbio, maturo e forte di quello che aveva affrontato la prova due anni prima.
Eppure non era in grado di produrre il Patronus. Quello stesso ragazzo, stanco e avvilito, stava raccogliendo la bacchetta per andare a riposarsi. Il sudore che gli imperlava la fronte scivolò lungo il naso obliquo, fino alle labbra, dove si mescolò al gusto del sangue e del catarro. Era stanco, davvero stanco, e anche mortificato, ma non era ancora pronto a demordere.

Incendio!”

Il manichino prese fuoco, arse per qualche lungo istante, poi rinacque dalle sue ceneri. Le grosse fiamme blu che avevano invaso la stanza, illuminando tutto di un chiarore accecante, erano scomparse. Se non altro, questo mi riesce sempre.
Sì, Seamus aveva sfruttato la sua indisponente capacità di produrre fiamme fino a comandarla alla perfezione.
Si era allenato nei boschi, in montagna, a lungo. Si era provocato ustioni di vari gradi, e qualche menzione poco meritevole sui giornali, ma ora era in grado di controllare un incendio, se necessario. Si scrollò le spalle, poco appagato.
Non era di questo che aveva bisogno.

Il fruscio di un paio d’ali attirò la sua attenzione, e indirizzò la bacchetta verso un allocco che sfrecciava difilato verso di lui, senza dare cenni di riuscire a fermarsi.

Cosa succede, Paldor? Immobilus!”

Il rapace si ritrovò suo malgrado immobilizzato a qualche centimetro dal viso del mago. Portava una lettera dalla busta rossa, segno che era un messaggio urgente. Seamus liberò la busta dalla presa del suo allocco, che liberato dall’incantesimo volò sulla sua spalla per mordicchiargli l’orecchio.

Caro signor Finnigan, siamo costretti ad annunciarLe che un posto si è momentaneamente liberato fra i nostri ranghi. La sua candidatura è risultata idonea fra molte, e presto provvederemo, con il Suo dovuto accordo, a inserirlo nell’Albo degli Auror della nostra Accademia, nel caso in cui Lei fosse ancora interessato alla Nostra offerta, e a permetterLe di seguire i Nostri corsi.

La preghiamo di recarsi il più rapidamente possibile in segreteria per concordare e firmare alcuni documenti, ed eventualmente pagare la retta.



A fra poco,



Distinti saluti

Kingsley Shacklebolt



Seamus non poteva credere ai suoi occhi. Strinse la lettera fra le mani, mentre un improvviso tremore gli invadeva gli arti. Mise la lettera in tasca, non senza fatica. Stava fremendo di gioia e di smania.

Questa si che è una notizia! Cielo… andiamo, Paldor. Dobbiamo prendere il camino e in fretta, ma prima meriti una fetta di crostata alla marmellata. E una porzione anche per me, diamine. Pensavo non sarebbe mai arrivata.” Questa dannata lettera.









25.



Era forte come non mai. La sofferenza, lo spavento, il disagio, il batticuore; li aveva tutti temuti e poi sconfitti.
Ora respirava affannosamente, tossendo con forza, fino a espettorare l’elettricità pura, guidata dall’adrenalina endogena, che si era impossessata di lei e le aveva salvato la vita.

Appena un attimo prima niente contava più che salvarsi la pelle, e lei non aveva esitato.
Aveva sorretto il suo salvatore e l’aveva salvato a sua volta. Michael giaceva fra le sue braccia, inerme.
Ginevra avrebbe potuto svegliarlo con un Incantesimo Rigenerante, ma non volle farlo.
Quel ragazzo era un incubo anche mentre dormiva.

Era atterrata in mezzo ai campi, a qualche centinaio di metri dalla porta di casa sua, la Tana.
Aveva lo zaino sulle spalle, la bacchetta in mano, e trascinava l’amico svenuto fra le braccia, fra le pozzanghere e le irte spighe che la sovrastavano.
Non
poteva tornare a casa.

Non voleva dare spiegazioni, voleva solo riposare, dimenticare.

Aveva bisogno di tempo, e conosceva una persona, nel vicinato, che non le avrebbe mai chiuso la porta in faccia.





   
 
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