Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Aura    02/12/2014    1 recensioni
“Aspetta un attimo, i bravi ragazzi non baciano così!”
“Fanno anche di più, cazzo”
(cit. Il diario di Bridget Jones)
Lexie ha solo ventidue anni, eppure ha ereditato una figlia. Ha chiuso le ambizioni di carriera e la sua giovinezza dentro a un cassetto, la sua vita gira intorno alla piccola Alanis: fa la commessa in una libreria e il suo momento di trasgressione settimanale è quando può avere il controllo del telecomando e gustarsi Dirty Dancing fantasticando su Johnny, il primo di una lunga lista di bad boy che le hanno rubato il cuore. Il suo nemico giurato? L'altezzoso maestro di Alanis, tale William Parker ribattezzato Testa di Corno, la classica persona che guarda tutti dall'alto in basso e che vuole sempre aver ragione, anche sull'educazione di sua nipote. O no? Comunque Lexie lo trova ridicolo e insopportabile, fuori moda ed esasperante nella sua ostinazione a volerla chiamare Miss Spencer, quasi per tenere le distanze da lei. O no?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
sconvolta


L'amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo.
L'amore può condurci all'inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo.
È necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza. Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
È necessario ricercare l'amore là dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza. Perché, nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore, anche l'amore muove per venirci incontro, e ci salva...
(Paulo Coelho, Sulla Sponda del Fiume Piedra)





Io e William ci osserviamo da lontano, a scuola e quando ci vediamo da Pam, ci guardiamo negli occhi sapendo che non è il momento giusto, e aspettiamo. Che il momento giusto arrivi, che ci sia l'occasione per rimanere da soli e riprendere da dove domenica sera ci siamo interrotti; e nel frattempo passiamo ore al telefono: la sera, quando Allie si addormenta, mi infilo sotto alle coperte e lo aspetto, in qualche modo sa sempre quando farlo. Il telefono suona e parliamo a volte di tutto e a volte di niente, della nostra giornata o di un film che stanno dando alla tv.
La sua voce mi culla e qualche mattina mi sveglio con il cordless ancora in mano, è la cosa più sciocca del mondo ma sono le mattine in cui sono più felice. È passata una settimana dalla cena a casa sua e mentre la sera, per telefono, è praticamente la mia metà mancante, quando ci vediamo sono ancora incredibilmente nervosa.
Questa è la seconda sera che ci incontriamo a casa di Pam e la tensione si taglia con un coltello: a lei ho raccontato quello che è successo e delle nostre chiacchierate; mentre Paul, Scott e ovviamente Allie sono all'oscuro di tutto. Non so come ci siamo cristallizzati in questa situazione, ogni cosa è amplificata, perfino quando le nostre dita si sfiorano quando mi passa l'insalata è un gesto che mi risuona dentro.
Scaccio dalla mente la voce di Scott che ci sta raccontando qualcosa a riguardo del nuovo gioco che uscirà settimana prossima, l'evento dell'anno, che mi sembra una cosa ben insignificante paragonata al modo in cui suo fratello mi ha appena guardato. Metto un paio di forchettate di insalata nel mio piatto e in quello di Allie, appoggio l'insalatiera davanti a me e cerco di nuovo il suo sguardo. William annuisce a qualcosa che gli ha detto Paul, e quando lui inizia a prendere in giro Scott per la sua fissazione, finalmente mi guarda. Lexie, non arrossire: è la stessa persona con cui parli al telefono tutte le sere, per la miseria.
È inutile, dopo qualche attimo di contatto visivo mi arrendo e torno a concentrarmi sul mio piatto.
Pam osserva i nostri teatrini e si astiene da qualsiasi commento, ormai mi conosce talmente tanto bene che deve aver capito la fragilità di questo momento.
In fondo ci siamo baciati per una sera, e poi la cosa è scivolata subito su un altro piano fatto solo di sguardi e telefonate che di certo non avevano come argomento le nostra labbra.
Mi riscuoto dai miei pensieri per rispondere a Allie, e mentre Paul va a prendere lo spumante dalla cantinetta vicino alla tv io vado in cucina a prendere la macedonia che Pam ha preparato questo pomeriggio.
Quando sento qualcuno seguirmi, dato che ormai è una legge universale il fatto che io non sia in grado di trasportare una portata da una stanza all'altra senza combinare danni, spero per un istante che sia William e lo stomaco mi si contorce nervosamente. Apro il frigorifero lanciando un'occhiata casuale alle mie spalle e ho un piccolo tonfo di delusione scoprendo che non è che Scott.
- Cosa succede a mio fratello?

La domanda mi prende alla sprovvista e prima che trovi qualcosa di sensato da dire passa qualche secondo.
- Perché lo chiedi a me?
Scott mi guarda di sottecchi.
- Niente, pensavo che foste  come al solito in convalescenza dopo uno dei vostri litigi. - commenta, con tono ovvio. - Comunque ci ho iscritto a un corso di Fit Boxe.
- “Ci” sta per te e William? - gli chiedo.
- No, io e te.
Appoggio la macedonia sul banco.
- Cosa? - Ma come diavolo gli è venuto in mente? Scott ha davvero perso qualche rotella.
- Dai, Lexie: dobbiamo rimorchiare e un corso in palestra è l'occasione ideale.
- Rimorchiare non è nella lista delle mie preoccupazioni attuali, e non ho tempo per un corso. - taglio corto, cercando un mestolo nel cassetto e affidandogli la ciotola grande, mentre io mi occupo delle coppettine.
- Si tratta di un'ora a settimana, che sarà mai? La ranocchietta può stare con Paul e Pam, o perfino con Will, che problema c'è? Dai, venerdì prossimo c'è la lezione di prova, vieni a fare un salto.
Sollevo un sopracciglio, spingendolo via senza degnarmi di rispondere. Se sapevo che sarei finita a fare la spalla a Scott, col cavolo che incrociavo le dita perché lasciasse quella stronza della sua ex. Beh, più o meno.
- Comunque questa storia che deve sempre esserci qualcuno ad aiutarmi quando porto qualcosa sta iniziando a diventare ridicola. - dichiaro, tornando in soggiorno. Neanche l'avessi detto, inciampo nel tappeto e rovino addosso a William a cui finisce il vassoio in testa, ci guardiamo brevemente e subito torno in piedi, imbarazzata.
Paul mi spettina i capelli,
- Ed ecco che il servizio da dolce in plexiglass si è rivelato un ottimo acquisto.
- Lexie odia Paul. - borbotto, guardandolo storto.
Pam viene in mio aiuto,
- Non prenderla in giro, è stato un caso. - dice, cercando con tutte le forze di trattenere un ghigno.
- A questo punto, Paul, - dico, lasciandomi cadere sulla sedia, - vai tu in cucina a lavarle: io potrei farle cadere di nuovo, tornando qui.
Sono offesa, sì, perché ho fatto un'altra figuraccia davanti a William. Come se già non gli avessi dimostrato ampiamente che disastro ambulante sono.
Paul, per nulla scocciato, va a sciacquare le scodelle cadute, Allie parla alla pancia di Pam e Scott è andato a prendere la panna montata, che sopra alla macedonia non può mancare. Mi rendo conto che tutti sono distratti solo quando la mano di Will attraversa il tavolo e sfiora la mia. Dopo essermi velocemente guardata intorno, mi azzardo a guardarlo e per un attimo mi sento un po' meno stupida. Poi Allie si gira per dirmi qualcosa, e a bolla di sapone scoppia mentre le nostre mani si allontanano.

Come da copione la serata si è conclusa con un saluto imbarazzato tra me e William, poi una volta a casa, messa a letto Allie, prendo coraggio e lo chiamo, e per telefono la tensione svanisce.
- Tuo fratello deve essere impazzito. - dico spaparanzata sul letto a pancia in su. - Ti rendi conto che mi ha iscritto a un corso di fit box?
Lo sento sorridere,
- Ha un modo tutto suo di prendersi cura delle persone. - ammette. - E poi è uno sport che ti si addice. Ti vedo, a tirare pugni a un sacco.
Trattengo il respiro, sapendo che c'è un'altra cosa che gli devo dire.
- Sì, beh... il fatto è che è stata una cosa inaspettata e non credo di avere tempo. E poi... ci ha iscritti per farci da spalla a vicenda e... - deglutisco, - non sono interessata a rimorchiare degli sconosciuti.
Il breve silenzio che segue mi fa rimbombare il battito del cuore nelle orecchie, avrà capito cosa intendo?
- Domani mattina porti Alanis a casa dei tuoi genitori? - l'ha capito. Mi tiro su a sedere,
- Sì. - trattengo il fiato.
- Quando torni vuoi...
- Sì! - dico, precipitosa.
Sorride ancora.
- A che ora vuoi che ti passo a prendere?
Faccio un veloce calcolo, - Pranzo da loro, per le tre va bene?
- Va bene. - Hey baby suona all'improvviso a tutto volume, facendomi sobbalzare. - Stai guardando ancora quel film?
Mordicchio il labbro inferiore mentre recupero il cellulare dal comodino, indecisa se dirgli o no la verità, sapendo che nel caso dovrei salutarlo.
- È la suoneria della mia compagna di stanza. - ammetto, - Della mia vecchia compagna di stanza. - mi correggo subito.
- A domani, allora.
Cerco di trattenere il più possibile il suono della sua voce, - A domani. - lo saluto, dopo un istante.

Taylor, insieme a Luke e Rachel, è un po' l'arto che mi hanno amputato quando Becca è morta e io ho dovuto mollare tutto.
Ci siamo conosciute al primo anno e non appena abbiamo svuotato gli scatoloni, trovandoci nello stesso momento con in mano le rispettive copie del dvd di Dirty Dancing, non ci siamo più lasciate. Rachel ha iniziato a rifugiarsi nella nostra stanza qualche sera dopo, per scappare alla sua compagna sociopatica e ai ragazzi che si portava al dormitorio, e Luke si è aggiunto quando lui e Taylor hanno studiato insieme per l'esame di economia, diventando il nostro D'artagnan.
Avevamo il nostro micro clima perfetto e inattaccabile, fino a quando la giostra si è improvvisamente fermata e l'altoparlante ha annunciato il mio nome chiedendomi di scendere. Io mi sono trasferita a New York e loro sono ripartiti senza di me, e per quanto un tempo eravamo inseparabili adesso non è più lo stesso: è stato subito chiaro che vivessimo su due mondi paralleli destinati a non incrociarsi più, loro avevano le lezioni e la vita del campus, io Allie e i problemi di un altro tipo di vita quotidiana. Sono venuti a trovarmi a New York, una volta durante le vacanze primaverili lo scorso anno e un'altra prima di ricominciare il semestre autunnale; continuiamo a sentirci di tanto in tanto ma l'arto che è stato staccato non si riattaccherà mai al corpo.
Quando Taylor mi parla della vita che fa ho quasi le vertigini, come il senso di deja-vu di qualcosa che non si è mai vissuto, e non posso fare altro che consolarmi pensando che forse quando finirà il college sarà diverso, saremo più simili.
Mi racconta le ultime novità: la nuova ragazza di Luke che né lei né Rachel sopportano, la festa che hanno dato al dormitorio ieri sera e Rachel che si è svegliata in una stanza di uno tizio di cui non ricordava nemmeno il nome. Abbiamo una teoria, io e Taylor: Rachel è pazza di Luke ma non lo vuole ammettere, e lui è troppo rispettoso del patto che ci siamo fatti al primo anno di non andare a letto con nessuna di noi per accorgersene.
Io vorrei raccontarle di William, ma non so come fare: Taylor è come me, con la tessera onoraria al fan club dei bad boys; apprezzerebbe molto di più Drew e non riuscirebbe a capire William, a meno di conoscerlo. Nemmeno io so spiegare perché, cosa mi fa e com'è successo.
Prima di chiudere a telefonata mi chiede, come al solito, se ho deciso qualcosa per la lapide; e come al solito dico di no.











Nda Eccomi qua, dolorante dopo una seduta abbastanza invasiva dal dentista non sono riuscita a revisionare più di questo pezzo, ma mi impegno come al solito a postare qualcosa prima di settimana prossima. Ormai l'avrete capito, ce la metto tutta per rispettare i tempi che vi dico, ma questa è la settimana prima delle ferie e ho un sacco di lavoro in arretrato, se non dovessi farcela so che mi capirete.
Veniamo all'introduzione di un nuovo personaggio: Taylor non sarà una regular, ma non l'ho inserita a caso. Rappresenta il passato di Lexie, la sua vita sarà il paragone più ovvio rispetto a come vive lei; soprattutto avendo conosciuto la Lexie "prima", è anche a conoscenza di certe cose che lei cerca di procrastinare e che per ovvi motivi di istinto di sopravvivenza non ha confessato a Pam.
Quindi, ecco, il suo personaggio ha senso, non l'ho presentata solo per occupare righe u.u
Grazie mille per le vostre recensioni, a presto!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Aura