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Autore: Natalia_Smoak    03/12/2014    3 recensioni
Verione natalizia della raccolta I'm taking prompts.
Dal primo capitolo: La prima volta non si era fatta illusioni, aveva accettato che lui le avesse detto quelle parole per convenienza, per salvare tutti. Aveva accettato che per Oliver Queen non sarebbe stata altro che la bionda informatica e partner nel combattere il crimine.
La seconda volta l’aveva distrutta; la consapevolezza che lui la amasse, ma che avesse deciso di tirarsi indietro era ancora più tremendo che pensare che non la amasse.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice:
Aggiornamento in extremis prima della visone della prima parte della crossover, ovviamente  quando ho dei piani l’influenza si mette in mezzo e rovina tutto. Uff.
Comunque senza tanti preamboli vi lascio al secondo prompt.
Vi ricordo che questa ff ora andrà in pausa, poi riprenderà immagino tra 2/3 settimane  in concomintanza con la pausa natalizia degli episodi .
Alla prossima!
 
Prompt 2

Di dramione 1995:
 
Potevi scrivere di una notte di amore tra Oliver e Felicity e di come l’imbarazzo non li faccia parlare per un po’, ma dopo quella notte Felicity scopre di essere incinta e non sa come dirlo ad Oliver, ma tutti le daranno una mano
 

 
 
Felicity sbuffò e senza nemmeno guardare lanciò una scatola di piselli surgelati nel carrello della spesa.
Per fortuna c’era un 24 ore aperto proprio vicino al suo palazzo, altrimenti con le ore che faceva il suo frigo sarebbe stato sempre vuoto.
Passò davanti al banco delle verdure, ma non prese nulla, ormai in casa sua il cibo fresco non esisteva più, solo surgelati ed alimenti a lunga conservazione. Alle vitamine poteva anche rinunciare.
C’erano però alcune cose che nella abitazione di una donna non dovevano mai mancare.
Andò verso il reparto igienico sanitario e prese una confezione di assorbenti e senza pensare li mise nel carrello. Poi si gelò sul posto.
Che giorno era? Che diavolo di giorno era?
“Signorina, è il 3 di dicembre, ora si potrebbe spostare dal centro della corsia” le disse una signora anziana rispondendo evidentemente  ai suoi pensieri espressi a voce alta.
Senza nemmeno toccare il carrello Felicity si precipitò fuori dal supermercato, si diresse in macchina e come un automa guidò fino alla prima farmacia di turno.
“Calma, sta calma, ci sarà sicuramente una spiegazione a tutto questo, tu non sei incinta, è solo un brutto scherzo delle fasi lunari” pensò tentando di rassicurarsi, anche se il ritardo che aveva non le permetteva certo di stare tranquilla. Lei era puntuale come un orologio svizzero.
Entrò in farmacia e non dicendo nemmeno buongiorno si diresse al bancone:
“Un test di gravidanza” balbettò arrossendo a dismisura
La commessa, una signora mora e anzianotta le sorrise e poi sparì nel retrobottega per qualche minuto tornando con una scatolina lunga e sottile.
“Sono 12 e 90”
Felicity fece per prendere i soldi, ma le mani le tremavano.
“Si sente bene?” chiese premurosa la donna dietro il bancone
“Si,stia tranquilla…”
“è agitata per il risultato del test, vero ? Glielo si legge in faccia “ sorrise soriona a donna
“Io…io….” Non riuscì a finire la frase, le lacrime sgorgarono fuori dal suo viso
“Ehi, cara, no, non piangere… non c’è bisogno, un bambino è la cosa più bella che possa esistere, tu e il tuo compagno dovreste essere felici, fidati, io ho quattro figli e gli ho avuti tutti da molto giovane, ma non rimpiango di averlo fatto” le disse dolcemente la farmacista accarezzandole una mano
“Non ho un compagno” buttò lì Felicity, che senso aveva mentire? Lei ed Oliver non stavano insieme…quello che c’era stato tra di loro era solo  un “momento di debolezza”, citazione di Oliver, che non si sarebbe più ripetuto.
“Oh, questo complica un pochino le cose allora, ma prima di correre ai ripari verifica se sei incinta sul serio e poi pensa sul da farsi, e se avessi problemi rivolgiti pure a me “
 
 
Circa un’ora dopo Felicity era lì, seduta sul bordo della vasca da bagno e con uno stick bagnato della sua pipì in mano. Era positivo. Inutile farne un altro; era incinta, lo sapeva benissimo, una donna se le sente certe cose.
Sospirò pesantemente mentre si passò una mano sul pancino ancora piatto. Come avrebbe fatto a dirlo ad Oliver?
Dopo quella notte non si erano quasi più parlati e le poche conversazioni che facevano erano intrise di un imbarazzo latente.
Non sapeva cosa fare e come farlo. Aveva bisogno d’aiuto. Peccato che le uniche persone a cui potesse chiederlo erano un uomo di colore ed un ragazzino adolescente.
La scelta fu ovvia; Felicity compose immediatamente il numero di Digg.
 
 
 
 
Diggle la trovò in bagno, seduta sul pavimento con la la schiena appoggiata alla parete della vasca e rannicchiata su se stessa
“Ehi, che ti è successo, mi stai spaventando”
La ragazza non rispose, ma si limitò ad indicare con lo sguardo un punto sul lavandino. Digg si girò e prese l’oggetto tra  le sue mani.
“Felicity…sei…se…”
“Incinta” sussurrò lei per lui
“Oh mio Dio.”  Esclamò Diggle sedendosi  per terra affianco a lei, poi aggiunse: ”è di Oliver?”
La bionda annui debolmente.
“Glielo hai detto?” domandò esitante l’uomo di colore
“No. Ho bisogno d’aiuto non so come fare” rispose lei atona
“E giustamente decidi di chiedere aiuto da uno che ha scoperto di aspettare un bambino durante una potenziale missione suicida. Logico” disse l’uomo sorridendo e facendo sorridere anche lei.
“Cosa credi dovrei fare?”
“Essere sincera, devi parlare con lui. Lo devi fare per lui, per te, ma soprattutto per il bambino. Non importa il come, in qualsiasi modo glielo dirai non reagirà in maniera differente. Conta che tu gli parli” affermò Diggle accarezzandole la pancia
 
 
 
Felicity si sedette sul bordo del materasso che fungeva da letto ad Oliver. Aveva approfittato del fatto che Roy fosse di pattuglia e Digg a casa con Layla e Sara.
Oliver sarebbe tornato a minuti, Si sentiva nervosa e per sfogare la tensione si tormentava le dita.
Proprio in quel momento sentì dei rumori provenienti dalla scala. Eccolo. Il momento della verità era giunto.
“Felicity, che ci fai ancora qui?” domandò il ragazzo sorpreso di vederla
“Ho bisogno di parlare con te” rispose lei a disagio e senza smettere di guardarsi la punta delle dita
Oliver sospirò e si sedette vicino  a lei, le loro ginocchia si toccavano
“Ascolta, se è per quello che è successo tra di noi…io…ho sbagliato. Non avremo dovuto farlo, ma io non avrei dovuto negarlo, non è stato un semplice momento di debolezza, lo volevamo, entrambi.” Sussurrò roco.
Felicity non disse nulla.
Oliver prese un grosso respiro:” Non mi pento di quello che c’è stato, ma ora dobbiamo fare i conti di come questo abbia modificato la nostra relazion..”
“Oliver, sono incinta” ecco, aveva sganciato la bomba
“cosa?”  domandò lui incredulo
“Sono incinta, ed è tuo” ripeté chiudendo gli occhi e col magone
Oliver gelò completamente, sembrava spaventato, felice, arrabbiato, era difficile capire cosa gli passase per la testa in quel momento
“Oliver? Ti prego, dimmi qualcosa qualsiasi cosa, ma ti prego, non chiuderti in uno dei tuoi silenzi. Mi ucciderebbe” disse lei piangendo.
Il ragazzo si mosse piano piano, la toccò e la fece stendere dolcemente sul letto, poi si distese lui, la abbracciò e iniziò a cullarla.
“Non so cosa faremo, non ho idea di come si cresca un bambino, ma qualsiasi sia la tua decisone ti garantisco che non me ne andrò via, lo affronteremo, insieme. Non fuggirò via”  sussurrò dolcemente nel suo orecchio per poi tornare a cullarla finchè la stanchezza fisica ed emotiva  non ebbe il sopravvento su entrambi.
  
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