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Autore: Zomi    03/12/2014    4 recensioni
Inizia tutto con un appuntamento disastroso.
Per Sanji.
Un calcio in faccia.
Per Sanji.
Un epistassi nasale.
Per Sanji.
Ma sarà un incontro che cambierà la sua vita per sempre... per Violet.
*Fan Fiction partecipante al SaViolet’s Day*
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanji, Un po' tutti, Violet
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6: Zafferano

 
Sentì senza il minimo dubbio la terra mancarle sotto i piedi.
Sapeva che sarebbe successo, oh eccome se lo sapeva, certo non credeva succedesse proprio quando aveva preso lo slancio giusto e aveva distanziato Sanji già di una decina di metri.
Ma alla legge della fisica non si comanda, e come una bambina di cinque anni, si ritrovò ad ondeggiare con le braccia sulla pista ciclabile, urlacchiando e sculettando in modo innaturale, per evitare di cadere.
Cosa inevitabile purtroppo.
-Ahia!!!- strillò, scivolando a terra, supina sull’asfalto caldo di quel pomeriggio, i piedi doloranti per le strette cinghiette dei pattini, le mani sbucciate e un ginocchio dolorante.
-Violet!!!-
In un lampo giallo, Sanji le fu accanto, aiutandola a sollevarsi e sedersi sul ciglio della pista, esaminandola con attenzione.
-Stai bene?- si preoccupò, fissandole le mani arrossate e tagliuzzate sui palmi.
La mora annuì, agitando il capo velocemente, strizzando gli occhi affinché non lasciassero fuggire nemmeno mezza lacrima, di tutte quelle che le annebbiavano la vista.
Si morse un labbro, sentendo il dolore al ginocchio aumentare non appena provò a stendere l’arto, ritraendolo al petto e abbracciandolo con entrambe le mani, nascondendolo.
L’iride chiara di Sanji l’osservò in quel suo testardo tentativo di celare il dolore, con un sorriso tenero.
-Violet, tesoro…- sorrise, inclinando il capo su un lato e accarezzandole il dorso delle mani, sposandole lievemente dal ginocchio ferito.
La mora storse le labbra, mordendosele per trattenere le lacrime, mentre la pelle lacerata veniva sfiorata dal vento, bruciandole.
Sanji osservò attento i tagli, ripetuti e numerosi, sul ginocchio della sua bella, alzando un angolo della bocca.
Non erano profondi, ma di certo alcuni punti di sutura sarebbero stati necessari, assieme a una buona medicazione.
Scese con la mano aperta ad accarezzare il polpaccio della gamba lesa, portando la mano opposta ad immergersi nei jeans, estraendone una sigaretta e lo zippo.
Si portò la stecca alle labbra, accendendola e inarcando le labbra in un sorriso tenero e dolce, interrotto solamente dal filtro arancio dondolante sul labbro inferiore.
Con chalnace si sfilò i pattinino in linea, smuovendo un po’ i piedi dentro le All Satrs, per riprendere la circolazione dopo la limitazione delle cinghie di sicurezza, legandone assieme i lacci e posandoli poi in grembo a Violet, che stupita lo fissò con i lacrimoni agli angoli delle ciglia.
-Sanji chan?- tirò su con il naso, fissandolo.
In un attimo, si trovò in braccio al biondo, con un suo robusto braccio sotto le gambe, a sfiorarle i leggeri e corti short, e l’altro dietro le sue spalle, reggendola come una principessa del più alto rango.
-Ora ti porto a casa e ti preparo qualcosa di caldo e buono- le soffiò su una tempia, stringendosela al petto –Poi chiamerò Chopper, il mio vicino di casa e…-
-Ma io sto bene!!- s’impuntò orgogliosa Violet, stringendo le braccia sotto i seni –Non fa male…- mugugnò, sentendo però il ginocchio in fiamme.
Faceva male in effetti, e parecchio, ma non avrebbe versato una sola lacrima, per orgoglio e per non risultare una bambina infantile e piagnucolosa agli occhi del suo adorato Sanji chan.
Posò il capo sulla spalla di Sanji, ballonzolando leggermente a ogni suo passo sulla pista liscia e calda per i raggi del sole.
-Non fa male- borbottò, ricacciando indietro le lacrime di dolore.
Piano, con la leggerezza di un bacio di galantuomo, la bocca di Sanji le sfiorò la fronte, ben attento a non scottarla con la cenerina della sigaretta.
-Se fa male puoi piangere- le sussurrò, avanzando sicuro, intoccato dagli sguardi curiosi, e un po’ invidiosi, di tutte le altre coppiette sulla pista.
-Non sono una bambina che piangere per la “bua”- sbottò secca, punta sull’orgoglio.
-Non oserei mai anche solo pensare una cosa del genere- la fissò serio, non celando alcuna ironia.
Violet lo studiò con attenzione, prima di sollevare le braccia a circondargli il collo, aggrappandosi a lui.
-Giuri?- sfregò il capo su una sua guancia ispida di barba dorata.
-Giuro- ricambiò la carezza, premendosela al petto, e unendo i loro respiri.
-E su cosa?- posò le labbra sul suo pizzetto, giocherellano con la lingua.
Sanji rise, liberando una densa nuvola di fumo nel piccolo parchetto.
-Ovvio: sulla cosa più cara che possiedo-
-E cos’è? Il tuo ristorante? Le tue spezie?- lo incitò -È per caso quella spezia speciale, dolce e profumata, che rende le tue pietanze uniche, ma che costa un occhio della testa?-
Il cuoco storse le labbra in un sorriso sornione, scrollando leggermente le spalle.
-Più o meno…- abbassando lo sguardo ad incorniciare le iridi chiare e di cannella della mora che teneva tra le braccia -… per me è dolce e profumata, questa mia cosa importante- prese una profonda boccata di tabacco, rigirandosi la sigaretta sulle labbra con la lingua –Rende unici i miei giorni, le mie ore, i miei minuti, e non ha prezzo perchè ha un valore inestimabile per me, e non potrei vivere senza… lo zafferano, giallo e prezioso come l’oro, non è nulla in confronto-
Violet sbattè le palpebre, sentendosi il viso in fiamme senza un motivo.
Raggiunsero in sacro silenzio l’auto del biondo, salendovi senza bisogno di parlare.
C’era il sorriso radioso e incosciente di Violet ad esprimere tutta la sua felicità, e il sorriso sornione e orgoglioso di sé del cuoco.
Perché, in quell’auto, non c’era nulla di più prezioso in quel momento di stare l’uno insieme all’altro, sapendo di essere speciali e pregiati sopra ogni altra cosa l’uno per l’altra.
Più preziosi anche dello zafferano.
   
 
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