Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: alix katlice    04/12/2014    3 recensioni
[ Thomas/Newt | modern AU | long ]
Un caldo pomeriggio è lo spettatore di un ritorno inaspettato: è Newt, il migliore amico di Minho che si è trasferito in un altro stato due anni fa, un nome che Thomas non ha mai sentito prima d'ora.
Immediatamente capisce che qualcosa sta per cambiare: la domanda è, come?
Il trasferimento di quello strano ragazzo dai capelli arruffati è avvolto nella nebbia, i suoi amici non rivelano nulla a riguardo e, contemporaneamente, Newt potrebbe diventare per lui più importante di quanto aveva pensato sarebbe stato...
Complicato per il nostro Tommy, eh?
« Io non... non voglio parlare di questo. Non è quello che voglio dirti. Non voglio che tu sappia cosa è successo perché ho paura ch- che non mi guardaresti più nel modo in cui mi guardi ora. Avresti lo stesso sguardo di tutti gli altri. Voglio solo che mi perdoni, perché sono solo un egoista del cacchio, ma io... io non ce la faccio. Ti amo perché sei l'unico che riesce a farmi respirare, sai, Tommy? »
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Newt, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Please, don't take my sunshine
away;





 






Prologo

 

"You are my sunshine,
my only sunshine,
you make me happy when skies are grey.
You'll never know, dear, how much i love you,
please don't take my sunshine away."

 






Il ragazzo seduto sugli spalti aveva un cappello di lana in testa.
Thomas si diede mentalmente dello stupido: di tante cose su cui avrebbe dovuto concentrarsi... e lui cosa faceva? Notava il cappello di lana sulla testa del ragazzo sconosciuto seduto sugli spalti.

Tentò di darsi una spiegazione logica, tanto per non darsi per spacciato come caso psichico grave.
Era una giornata fredda, ma non così fredda da portare un cappello di lana.
Ecco! Ecco la stranezza. Quel particolare doveva averlo attirato e incuriosito. Ecco, problema risolto.
Thomas si diede nuovamente dello stupido quando, al quinto giro di corsa e alla seconda volta che passavano davanti al ragazzo sconosciuto, la sua attenzione venne richiamata da un nuovo particolare.
Il ragazzo con il cappello di lana in testa era seduto a gambe incrociate e, su di esse, teneva un album da disegno. Da lontano non poteva capirlo bene, ma sembrava avesse anche una matita in mano, il polso che si muoveva frenetico.
Concentrati. Su, Thomas, concentrati!
Era questo ciò che Thomas cominciò a imporsi: concentrazione.
Minho, accanto a lui, sembrava non aver ancora notato le seghe mentali del suo amico (per fortuna): quella mattina erano stati gli unici due ad approvare la proposta di allenarsi anche il mercoledì pomeriggio, e quindi erano stati anche gli unici due a farlo.
In realtà lui il mercoledì pomeriggio era solito restarsene a casa a guardare film d'azione con Chuck, il suo fratellastro, ma Minho era il suo migliore amico e non se l'era sentita di dargli una sola di dimensioni cosmiche come quella: quindi, per queste motivazioni, Thomas si trovava un mercoledì pomeriggio di fine inverno a correre con Minho mentre, dandosi dell'idiota, continuava a chiedersi chi caspio fosse il ragazzo seduto sugli spalti.
Non che ci fosse qualcosa di male, al contrario! Era piacevole avere uno spettatore, per una volta. Solitamente ai loro allenamenti si presentavano solo Teresa e Brenda (che lo aspettavano per passare con lui il resto della giornata) oppure Frypan e Winston (che erano più amici di Minho che suoi, ma erano dei tipi simpatici).
Ma quello... quella era un'anomalia. Il ragazzo misterioso -come Thomas aveva deciso di soprannominarlo nella sua mente, non aveva fatto cenno di conoscerli. Si era semplicemente seduto lì mentre loro erano al terzo giro di corsa e aveva tirato fuori quell'album da disegno.
Poi più nulla.
Thomas si accorse che Minho stava tentando di comunicargli un qualcosa solo quando quest'ultimo allungò il braccio e gli diede una gomitata nelle costole (senza preoccuparsi di non fargli male, ovviamente).
« Per quale caspio di motivo continui a fissare gli spalti? » gli domandò con il suo solito tatto.
Thomas sollevò leggermente le spalle, scrollandole, mentre continuava a correre. Non aveva abbastanza forza per parlare, il fiato corto e la gola che gli bruciava, ma sentiva comunque l'impellente bisogno di dire a Minho cosa c'era che lo infastidiva. Preoccupava. O forse incuriosiva.
Insomma, non sapeva bene cosa, ma la presenza del ragazzo misterioso gli provocava una strana sensazione... che doveva risolvere.
Appena si avvicinarono di nuovo agli spalti lui rallentò fino a fermarsi del tutto.
« Va bene, per oggi basta » gli concesse Minho, fermandosi assieme a lui e avvicinandosi ai loro borsoni gettati per terra vicino agli spalti.
Thomas lo seguì subito dopo aver lanciato una veloce occhiata al ragazzo misterioso.
Minho stava già bevendo a grandi sorsi, quando lo raggiunse: aspettò che finisse, poi si fece passare la boccetta e finì l'acqua. Era una bella sensazione, bere dopo un allenamento: una delle migliori, a pensarci bene.
Gli dava un'idea di quanto si fosse impegnato e sforzato.
Thomas si rese improvvisamente conto di quanto fossero vicini al ragazzo misterioso, ora. Poteva vedere con chiarezza i capelli sotto il cappello di lana: erano biondi e arrivavano fino a poco sopra le spalle. Aveva una matita dietro l'orecchio ed era concentrato sul suo album da disegno.
Dopo una breve analisi della situazione, Thomas decise che avrebbe chiesto a Minho informazioni sul ragazzo.
« Chi è quello? » domandò allora.
Il suo amico si voltò immediatamente, cercando con lo sguardo colui a cui si riferiva Thomas (doveva non aver notato il ragazzo misterioso). Quando però lo vide, il suo sguardo si illuminò in un modo che Thomas non aveva mai e poi mai visto.
Minho cominciò a salire velocemente le scale, dirigendosi verso il ragazzo.
« Ehi! » gridò, e Thomas pensò che stavano per fare un'altra delle loro epiche figure di merda.
« Ehi, testa di caspio! » gridò nuovamente.
Al secondo grido il ragazzo misterioso alzò il viso leggermente confuso, espressione che però si tramutò velocemente in una sorridente, come se avesse riconosciuto la voce. Lo osservò mentre si alzava in piedi, senza curarsi dell'album da disegno che era caduto a terra, e mentre si dirigeva verso Minho.
Appena i due furono a pochi centimetri l'uno dall'altro, successe una cosa piuttosto strana.
Minho e l'altro ragazzo si abbracciarono.
« Potevi avvertirmi che eri tornato, eh? Sei un idiota, una telefonata non costa poi così tanto » Thomas sentì dire da Minho, mentre si avvicinava, perplesso.
« Volevo farti una sorpresa, amico » disse il ragazzo, passando un braccio attorno alle spalle di Minho e stringendolo leggermente.
Okay, Thomas era molto confuso. Da ciò che sapeva Minho non aveva amici che vivevano all'estero, o che si erano trasferiti: insomma, il suo gruppo era sempre stato composto da lui, Brenda, Jorge e Teresa, a cui poi Thomas si era aggiunto poco più di due anni prima, quando si era trasferito in città.
« Thomas » lo chiamò Minho « questo è Newt. »
Newt. Bel nome.
« Grazie » disse Newt, allungando una mano -segno che aveva detto ad alta voce ciò che pensava.
Thomas la strinse, mentre osservava il sorriso allegro di Newt e i capelli scompigliati che sbucavano da sotto il cappello, la matita infilata all'orecchio.
Quel ragazzo gli piaceva. Non riusciva bene a capire come mai, ma aveva qualcosa che lo affascinava e lo metteva a proprio agio allo stesso tempo.
« Andiamo, cretino... » disse Minho a Newt, facendo cenno anche a Thomas di seguirli « dobbiamo recuperare parecchio tempo. »


 

Seduti al bar risedente proprio davanti la scuola, Thomas potè scoprire diverse cose riguardo l'interessante nuovo arrivato.
Prima fra tutte, era un artista. Questo in realtà non l'aveva detto proprio chiaramente, e già prima avrebbe dovuto capirlol, ma Thomas (mentre Newt e Minho parlavano di un qualcosa che non stava proprio capendo) potè notare che nella borsa a tracolla di pelle da cui spuntava fuori l'album da disegno c'erano anche delle scatole di pastelli a cera e matite colorate. In più, Newt continuava a tenere la matita dietro l'orecchio ed il cappello anche se nel bar non era affatto necessario.

La seconda cosa che riuscì a scoprire fu che Newt era un tipo a cui non piaceva poi così tanto fare del sarcasmo (come invece si sarebbe aspettato, visto che era amico di Minho). Faceva battute, rideva, parlava un sacco: ma non diceva mai nulla di cattivo o crudele contro chicchessia.
Thomas fu affascinato fin troppo da quel particolare: gli sembrava che Newt fosse un tipo a cui piaceva ridere ed essere allegro, ma non sulle sofferenze altrui.
E questo lo portava a pensare che di sofferenza ne avesse passata parecchia lui stesso.
Di questo punto ne ebbe la conferma quando, circa una mezz'ora dopo il loro arrivo al bar, improvvisamente il silenzio cadde fra gli altri due ragazzi.
Thomas -che non stava ascoltando ciò di cui stavano parlando, si trovò a domandarsi quale fosse stata la domanda che aveva causato quell'improvviso calo dell'allegria.

Newt teneva lo sguardo basso, sulle proprie mani intrecciate poggiate sul tavolo.
Minho, invece (Minho che non si vergognava e preoccupava mai di nulla) sembrava dispiaciuto. Allungò una mano e sfiorò la spalla di Newt, che alzò lo sguardo e sorrise, dicendo che non importava: ma era piuttosto chiaro che con quel sorriso si era chiuso ancor di più in se stesso.
La terza e ultima cosa che carpì da quel pomeriggio fu che Newt era stato il migliore amico di Minho, prima, quando abitava in città: poi si era trasferito due anni prima (poco prima che Thomas arrivasse) e non si era fatto più sentire.
Ma ora era tornato.
A fine pomeriggio, Thomas capì che quello sarebbe stato un grosso cambiamento.


 

*



Minho non voleva dirgli nulla.
Dopo averlo accompagnato a quella che doveva essere casa sua, anche se a guardarlo non si sarebbe mai detto che vivesse in una villetta a tre piani, lui e Minho si erano diretti al suo appartamento per provare a studiare qualcosa.
La cosa ovviamente era finita con diverse bottiglie di birra accanto al materasso del letto e Minho talmente ubriaco da non potersi alzare. Fortunatamente sua madre e Chuck non erano a casa, quel pomeriggio.
Insomma, l'unica cosa a cui Thomas riusciva a pensare era Newt.
Newt era diverso da chiunque altra persona avesse mai incontrato.
Sin dal primo momento in cui lo aveva guardato, Thomas aveva capito che in lui c'era qualcosa di profondamente... sbagliato. Non sbagliato per forza in senso cattivo, ma c'era qualcosa di sbagliato.
I capelli biondi lunghi fino alle spalle, arruffati, gli occhi scuri e grandi, le mani dalle dita affusolate, erano stati vari i particolari che avevano attirato la sua attenzione: ma era la sua voce ciò che lo aveva convinto che Newt era diverso.
Quel pomeriggio aveva riso, ma mai fino alle lacrime. Aveva parlato, aveva parlato parecchio, ma gli era sembrato sempre che in un certo senso si controllasse, che stesse attento a ciò che voleva dire in ogni momento.
Era rimasto subito incuriosito da quel ragazzo, che nascondeva la corporatura relativamente esile sotto un maglione troppo grande e i capelli arruffati sotto un cappellino di lana che non aveva mai tolto: era rimasto incuriosito e toccato, perché fra le tante persone che aveva conosciuto da quando si era trasferito nella nuova città nessuno lo aveva mai attirato come quel tipo. Nè Minho o Teresa -che poteva considerare i suoi migliori amici, nè Brenda -con cui aveva avuto persino una breve storia per un periodo, nè Jorge, Aris, Sonya, Harriet, Gally, Frypan e Winston -gli amici di Teresa e Minho a cui si era unito, il gruppo in cui si era sentito accettato.
Era una sensazione nuova e forte. Una sensazione che lo scombussolava.
Per tutto il tragitto verso casa sua aveva provato a farsi dire qualcosa da Minho, qualsiasi cosa, ma non era riuscito a convincerlo: forse era anche per questo che lo aveva fatto bere. Forse.
Insomma, fatto sta che da ubriaco Thomas riuscì a estorcergli qualche informazione, ma tutte cose che già sapeva.
Newt aveva vissuto lì. Si era trasferito un mese prima dell'arrivo di Thomas. Erano amici d'infanzia, loro (e mentre lo diceva ridacchiava istericamente). Poi, quando l'argomento si era spostato sul settore molto più interessante riguardante cose un po' più personali, aveva farfugliato un qualcosa sul fatto che Newt fosse uno schizzato del caspio, ed era scoppiato a piangere.
Minho.
Incredibile, ma vero.
Aveva chiesto scusa al muro, e prima che Thomas potesse anche solo chiedergli di che cavolo stava parlando Minho si era addormentato.

 

 


 




Alice's Space (ovvero la mente bacata che ha partorito questa storia):
Hello, people! *saluta con la manina*
Doveva essere una one-shot. Una piccola e semplice one-shot di 5'295 parole. Poi però i miei zii qualche giorno fa mi hanno detto "perché non la spezzi e la trasformi in una long?": ci ho pensato, ho fatto alcuni aggiustamenti, ed ora eccovi a voi il prologo! Come se non avessi abbastanza long da aggiornare, ahhahahha (perdonatemi per questo, ma all'ispirazione non si resiste.)
Quindi questa è una buona notizia: la long è già scritta, completamente. Dovrò fare qualche altro aggiustamento, aggiungere o togliere pezzi, ma diciamo che è completa :3 Saranno al massimo una decina di capitoli, penso, ma spero che vi piacerà come sta piacendo a me scriverla <3
Bene, non ho molto da dire! Stavolte il Newtmas (otp) è davvero il fulcro della storia. Compariranno anche gli altri, perché adoro scrivere riguardo a qui pive come gruppo di amici caciaroni, ma principalmente sarà tutto incentrato su Newt e Thomas.
E approposito... MA AVETE VISTO IL QUASI BACIO FRA DYLAN E THOMAS???? Thomas lo stava per fare! Stava per baciarlo! Mannaggia a Dylan che si è tirato indietro >.<
Un' ultima cosa: sarà una long un po' diversa da 
Semplici problemi { per semplici adolescenti } (da cui peraltro vi invito a passare xD). Innanzitutto la storia non è una raccolta, ed in più avrà toni più pesanti e seri dell'altra. Saranno trattate alcune tematiche delicate (spero di riuscire a farlo in modo adeguato :3). E non sarà comica! Magari in alcuni momenti sì, ma per il resto tenderà al serio e, verso la fine, al più completo angst <3
Vabbe, ora vi lascio, non voglio rompere più di tanto. Le recensioni sono sempre ben accette, e niente, spero che il prologo vi abbia incuriosito e che continuerete a leggermi :*Ci si sente al prossimo aggiornamento! Miao!p.s: il banner l'ho fatto io e la fan art l'ho trovata su tumblr... se sapete l'autore ditemelo pls, che metto subito i crediti, che io proprio non mi ricordo :(

Alice.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: alix katlice