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Autore: alix katlice    08/12/2014    6 recensioni
[ Thomas/Newt | modern AU | long ]
Un caldo pomeriggio è lo spettatore di un ritorno inaspettato: è Newt, il migliore amico di Minho che si è trasferito in un altro stato due anni fa, un nome che Thomas non ha mai sentito prima d'ora.
Immediatamente capisce che qualcosa sta per cambiare: la domanda è, come?
Il trasferimento di quello strano ragazzo dai capelli arruffati è avvolto nella nebbia, i suoi amici non rivelano nulla a riguardo e, contemporaneamente, Newt potrebbe diventare per lui più importante di quanto aveva pensato sarebbe stato...
Complicato per il nostro Tommy, eh?
« Io non... non voglio parlare di questo. Non è quello che voglio dirti. Non voglio che tu sappia cosa è successo perché ho paura ch- che non mi guardaresti più nel modo in cui mi guardi ora. Avresti lo stesso sguardo di tutti gli altri. Voglio solo che mi perdoni, perché sono solo un egoista del cacchio, ma io... io non ce la faccio. Ti amo perché sei l'unico che riesce a farmi respirare, sai, Tommy? »
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Newt, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Please, don't take my sunshine
away;




 






Primo Capitolo
 

"You are my sunshine,
my only sunshine,
you make me happy when skies are grey.
You'll never know, dear, how much i love you,
please don't take my sunshine away."

 

 

Un cappello di lana.
Un maledetto cappello di lana.
Quel maledetto cappello di lana.
Thomas si maledì mentalmente: perché caspio tutto cominciava sempre con un cappello di lana?
Anche il mercoledì precedente la prima cosa che aveva notato in Newt era stato quel particolare capo d'abbigliamento: ed ora, mentre camminava spedito per i corridoi della scuola per non arrivare tardi ad Inglese, vide il medesimo cappello e non ebbe alcun dubbio nell'affermare che quello dovesse essere per forza Newt.
Si ritrovò ad essere parecchio sorpreso, a dirla tutta.
Sì, Newt era tornato, aveva sedici anni e a scuola doveva andarci; il fatto era che Thomas non pensava che sarebbe tornato alla loro scuola.
Non che ci fosse qualche problema! Anzi, quando lo vide, il cuore di Thomas cominciò a battere forsennatamente, senza che lui riuscisse bene a spiegarsi il perché.
Sta di fatto che era sorpreso, non se lo aspettava e, soprattutto, quando si ritrovò davanti al ragazzo, scivolò in un profondo imbarazzo (immotivato, oltretutto!).
« Ehi! Thomas, giusto? » gli domandò lui, sorridente.
Le opzioni erano due: o rispondeva, sperando di riuscire a mettere in fila almeno un paio di parole di senso compiuto, oppure la conversazione poteva procedere grazie ai cenni. Propense per la seconda, e annuì.
« Fantastico. Senti, io ora dovrei avere Inglese, non è che sai dov'è? » gli chiese allora, sempre con quell'espressione allegra.
Thomas era troppo concentrato sul non fare una figura di merda, ma riuscì comunque a rispondere.

« Ci sto andando anch'io, puoi venire con me » disse, poche e sicure parole.
Vai, Thomas, ce la puoi fare!
« Cacchio, grazie! Andiamo allora » esclamò lui, e si mise accanto a Thomas, pronto a seguirlo, la borsa a tracolla di pelle piena di quelli che non erano sicuramente libri di scuola e le dita strette attorno al maglione, come se fosse nervoso.
Thomas prese un profondo respiro e decise che non si sarebbe lasciato sopraffarre da... da qualunque emozione fosse quella che stava sentendo.


Appena entrati in classe, Thomas si sorprese per la seconda volta nell'arco di dieci minuti.
Non appena il bel viso di Newt fece capolineo nella classe, immediatamente il solito chiacchiericcio cessò, lasciando il posto ad un silenzio pesante.
Fu Brenda a rompere quel silenzio: Thomas l'aveva osservata per qualche secondo ed aveva potuto constatare che era caduta in uno stato di profondo shock non appena aveva visto il ragazzo biondo.
Si riprese in fretta, però, e scatto in piedi per gettarsi su Newt: il ragazzo l'abbracciò, stringendola a sè, ed anche se non si vedevano da più di due anni a Thomas sembrò comunque esagerato il modo in cui gli occhi di Brenda si velarono di lacrime.

Immediatamente a lei seguirono, nell'ordine: Minho (che si limitò ad una pacca sulla spalla e ad un abbraccio), Frypan, Winston, Aris, Sonya e Harriet. Il resto della classe se ne stava seduto, senza fiatare, e Thomas (mentre i suoi amici salutavano uno ad uno il nuovo arrivato) poté notare che fissavano tutti Newt con uno sguardo strano. Come se fossero sorpresi e leggermente spaventati allo stesso tempo.
Notò anche che Teresa si comportava in modo strano.
Abbracciò Newt, con cortesia e nulla più, e si stava trattenendo dal chiedere qualcosa a Minho, qualcosa che la stava rendendo nervosa: ne era più che sicuro, dal modo in cui lei guardava nella direzione del ragazzo ogni volta che poteva.

La festa finì non appena la prof entrò in classe.
« Che sta succedendo, qui? » chiese, con un'espressione corrucciata in volto che mantenne finché non vide Newt.
A quel punto Thomas aveva voglia di urlare: che caspio succedeva a tutti? Cosa cavolo era successo a Newt?
Il volto della prof si rilassò immediatamente e assunse un'espressione dolce.
« Newt, è passato del tempo dall'ultima volta che ti ho avuto come alunno, eh? » domandò lei, tenendo fisso lo sguardo sul ragazzo.
E fu lì che Newt fece una cosa, quella cosa che fece capire a Thomas che era completamente fottuto.
Sorrise. Lo faceva sempre, a pensarci, ma in quel momento sorrise alla professoressa, e fu un misto fra un sorriso malinconico ed uno accattivante. Probabilmente nessuno degli altri compagni ebbe la stessa reazione, ma Thomas si sentì come se gli si fosse spezzato il cuore, dolorosamente.
Era un bel sorriso (ma Newt era tutto bello, pensò con lieve imbarazzo): aveva qualcosa di triste e qualcosa di malizioso che gli fece rivoltare le budella nello stomaco.
La prof sorrise di rimando e gli disse di sedersi all'unico banco libero dell'intera classe, ovvero quello davanti a Thomas.
Capì di essere davvero fottuto nello stesso instante in cui la prof apriva il registro e cominciava con l'appello, e Newt si infilava una matita all'orecchio e con un'altra cominciava a scarabocchiare su un foglietto di carta, linee che pian piano prendevano la forma di un corvo da un occhio solo.
Osservò per tutta l'ora il movimento delicato della mano del ragazzo, non curandosi affatto di ciò che stava succedendo in classe: le uniche cose che esistevano erano le dita ipnotiche ed il polso di Newt.

*


Tempo tre settimane e Newt si era ri-ambientato quasi alla perfezione.
Thomas sin da quando li aveva visti interagire aveva capito che il ragazzo non avrebbe avuto nessun problema: si vedeva che era mancato a tutti quanti.
La cosa che gli faceva più piacere era che, al contrario di quanto si sarebbe aspettato, nessuno dei suoi amici lo escludeva. Insomma, non è che prima l'avessero mai fatto, ma pensava che visto che un tangibile ricordo dei vecchi tempi (quelli in cui Thomas ancora non c'era) era tornato allora i suoi amici si sarebbero persi a ricordarli.
Invece, non successe nulla di tutto questo, anzi.
Del passato non parlava mai nessuno, nemmeno per sbaglio. Nessun rimando a eventi trascorsi, nessunissimo accenno a battute fatte prima. Nulla di nulla, quasi come se tutti stessero davvero tanto attenti a non dire niente.
L'unico a cui sembrava venire spontanteo era Newt, e la cosa aveva un nonsoché di tragi-comico.
Comunque, le cose procedevano. Le uscite ora comprendevano anche Newt e Thomas riusciva persino a parlare con lui senza arrossire o impicciarsi con le parole.
Un bel traguardo davvero, considerando qual'era stato il punto di partenza.
Ci era voluto un po', a dir la verità. Le prime volte era stato difficilissimo ed era stato tutto il tempo vicino a Minho per non ritrovarsi in situazioni imbarazzanti. Poi si era reso conto che doveva solo rilassarsi e far finta che non provasse qualche tipo di fortissima attrazione verso quel ragazzo, quindi le cose erano diventate più semplici.
In più, dopo aver capito quel piccolo stratagemma per non sclerare, aveva scoperto che Newt sapeva benissimo come metterlo a suo agio.
Un altro punto a suo favore.

Tutto era filato liscio, sì.
Fino ad un certo punto.

« Minho, chiudi quella cacchio di bocca! » esclamò Newt, tirando verso colui a cui si era rivolto una scarpa spuntata fuori da chissà dove.
Sdraiato sul letto di Teresa, Minho sembrò non reagire alla provocazione e continuò a parlare.

« Perché nessuno mai mi asseconda? Le mie idee non sono così male » disse, scuotendo la testa sconsolato mentre Sonya rideva, seduta ai piedi del letto.
Teresa e Brenda erano in cucina a preparare dei biscotti che poi avrebbero amabilmente condiviso con gli altri; Harriet ed Aris si erano sistemati nel balconcino di camera di Teresa e stavano fumando (Thomas non aveva la più pallida idea se fosse solo fumo o proprio erba); Newt si era appollaiato sulla scrivania, tirando a terra tutti i libri e i quaderni dell'amica.
Thomas, invece, se ne stava tranquillo seduto vicino a Sonya.
« Lo sarebbero se non coinvolgessero la distruzione completa dell'appartamento di mio padre » mormorò Sonya, probabilmente per non farsi sentire, ma il fine orecchio di Minho captò comunque la frase.
« Le feste non sono autodistruttive. Dai, giuro che poi ti aiutiamo a sistemare tutto » promise il ragazzo, sollevandosi sui gomiti per riuscire a guardarla.
Sonya voltò il viso e si ritrovarono a fissarsi intensamente negli occhi per qualche secondo. Probabilmente lei stava pensando a quanto avrebbe dovuto prenderlo sul serio.
Decise di fidarsi, perché annuì con rassegnazione.
« Evvai! Il prossimo week-end ci si diverte. Newt, tu ci sei? »
L'attenzione fu spostata verso il ragazzo, che però stava guardando... Thomas.
« Solo se viene anche Tommy » disse, facendogli l'occhiolino.
Ora.
Quella cosa era illegale. Qualcuno avrebbe dovuto arrestarlo seduta stante. Era tutto così... così sbagliato. Non aveva il diritto di farlo sentire così! Forse era stata la frase, forse l'occhiolino, forse il fatto che nessuno lo chiamava con un soprannome (apparte Teresa che si era appropriata di Tom).
Sta di fatto che Thomas non riuscì a non arrossire.
« Sì, penso di esserci » riuscì a dire.
Newt sorrise, stavolta rivolto verso Minho.
« Allora è andata. Contate anche su di me e su Tommy! »
Cosa aveva fatto di sbagliato per meritarsi quello?

Tommy. Oramai aveva deciso di chiamarlo così.
Per Newt non sembrava una gran cosa. Il soprannome era venuto fuori da solo, e secondo lui era un bel soprannome. Basta. Fine del discorso.
Ed ogni volta era una nuova stilettata al cuore petto.
Tommy era un soprannome solo suo. Minho lo chiamava testa di caspio, gli altri lo chiamavano Thomas, Teresa lo chiamava Tom. Newt si era appropriato di quel Tommy, e Thomas si sentiva come se, prendendo quel soprannome, si fosse preso anche una prima parte di lui.

 

 

 




Alice's Space (ovvero la mente bacata che ha partorito questa storia):
Hello, people! *saluta con la manina*
Questo è davvero un aggiornamento record secondo i miei soliti standard. Infatti, non è un capitolo molto impegnativo xD Cominciamo un po' a vedere come si sviluppa la situazione, ma nulla di ché, insomma. Solo Thomas che si trova perennemente imbarazzato di fronte a Newt <3 e il resto dell'allegra compagnia che nasconde un qualcosa. Questo si era capito sin dal prologo, ma va bene dai xD Dunque, già il prossimo capitolo dovrebbe essere un po' più movimentato, visto che abbiamo in programma una festa a casa di Sonya :3 eheheh. Va bene, ora vi lascio, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e un bacio a tutti :*


Alice.

  
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