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Autore: Durhilwen    05/12/2014    5 recensioni
Qui non troverete nessun principe elfico, nessun mondo da salvare, e assolutamente nessuna damigella in pericolo.
Perché questa è la storia di come dalla Morte sboccia la vita, dagli errori il perdono, e dall’odio... l’amore.
E’ la storia di un Orco come mai l’avete visto prima d’ora.
-
E’ collegata in ordine cronologico a “la scelta giusta”; vi consiglio di leggere prima la Flashfic appena citata, se avete intenzione di continuare.
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galadriel, Nuovo personaggio, Orchi
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia carissima Kee, Giulia, omonima, amica, o qualsiasi nomignolo lei preferisca.

 

Capitolo secondo: avventura? Quale avventura?

 

Continuavano a susseguirsi immagini confuse, figure dai bordi sfocati: ero immerso in un’oscurità senza fine, fluttuando qua e là come se stessi nuotando in un fluido inconsistente.
"Dove sono?”
"Sei immerso nei tuoi pensieri” la voce calda ormai familiare rimbombò tra le inesistenti pareti color fumo, tranquillizzandomi.
"Sono morto?” che domanda stupida!
"Stai dormendo, in un certo senso”.
Iniziai pian piano a ricordare la battaglia, le grida, e infine uno spiraglio di luce nel buio.
Sorrisi, pensando che la traduzione di "in un certo senso” non poteva essere altro che "ti hanno colpito alla testa e sei svenuto in maniera molto poco onorevole”.
"Se non sono morto, vuol dire che in questo momento il mio corpo è ancora appoggiato all’albero che ho intravisto…”
"Proprio così” mi rispose la Dama.
"Dove sei? Perché non riesco a vederti?” protestai, colto da un improvviso timore.
"Sono qui accanto a te, e sempre lo sarò. Ma in questo momento non posso mostrarmi, tra poco inizierai la tua avventura”.
"Avventura? Quale avventura? Di cosa stai parlando?” le domande si affollavano nella mia mente, e come frecce saettavano da una parte all’altra del mio cuore: toccavano le corde della gioia, della paura, dell’ansia, dell’eccitazione.
Lei mi rispose con calma, e percepii un lieve sorriso tra le sue parole confortanti: "Stai per iniziare un viaggio impossibile per molti, una prova diversa da ogni altra.
Hai pregato per una duratura pace e per la tua morte veloce, mentre eri in battaglia…”
Annuii con vigore, tormentandomi le mani tremanti.
"Vuoi… uccidermi? Beh, ecco, io non…”
"Lasciami finire” continuò lei, con voce ferma.
Trattenni il respirò con curiosità e attesi il mio verdetto.
"Con intensità hai pregato, hai sperato, hai sognato… ed io ho deciso di aiutarti.
Ho visto in te l’umanità che un tempo caratterizzava la vostra razza, ho visto un lieve bagliore nelle tenebre di Mordor, scaturito dal tuo animo.
Ho deciso di darti una possibilità, una vita normale, o quasi.
Ti risveglierai in una terra sconosciuta, in un mondo che non è il tuo; nessuno Oscuro Sire a controllare le tue decisioni, poiché tu e solo tu potrai continuare la tua esistenza.
Dimostrerai le tue qualità, farai errori, e vivrai assaporando la libertà di un’eterna avventura per l’amore, l’amicizia, la lealtà.
Solo tu scoprirai la fine della storia, nessuno potrà manovrarti.
E’ un arduo impegno, una grande e meravigliosa sfida, quella che ti sto proponendo.
Sicuro di voler proseguire?”
 
Avevo seguito il discorso con attenzione, eppure mi ci volle qualche minuto prima di riuscire a capire il senso di ciò che mi era stato offerto.
Una nuova vita.
La mia tanto agognata libertà.
Cosa mi avrebbe portato?
Riuscii a sentire una crescente eccitazione scuotermi dal lungo torpore nel quale ero rimasto per quasi vent’anni.
Una nuova vita.
Con tutte le sue gioie, i suoi dolori, gli ostacoli, le difficoltà, le soddisfazioni, era questo ciò che mi era stato proposto?
Forse nessuno prima di me aveva mai ricevuto questa grande opportunità; ma io, cosa avrei fatto?
La mia, nuova vita.
Sarei stato capace di lasciare tutto per un destino a me sconosciuto?
 
Chiusi gli occhi (ero ancora tra i miei pensieri, ma pare che in quel momento l’avessi dimenticato), mi beai per un lungo attimo del silenzio altisonante che mi avvolgeva.
Un enorme punto interrogativo volteggiava da una parte all’altra di quel Nulla pieno di Troppo.
Tra i denti tenevo incastrate le mie due possibili risposte e la nebbia fitta della mia testa iniziava a dissolversi.
Mi sarei risvegliato da un momento all’altro: ma dove?
 
La mia risposta scoppiò all’improvviso, e seppi di aver scelto seguendo il criterio più spontaneo: l’istinto.
E quello, non sbaglia mai.
"Si, si, si!” segnai il mio destino urlando due semplici lettere.
La Dama allora parlò: "Bene! Buona fortuna, mio giovane amico! Che sia per te una vita piena e gioiosa! La benedizione degli Eldar è su di te!”
Una luce fortissima inondò quella strana dimensione parallela, sentii ancora una volta il soffice prato sotto di me, ma prima del risveglio la Sua voce aggiunse "…ti troverai bene con lei, ne sono certa”.
"Che cosa?”
"Nulla, non importa, buon viaggio! E… al prossimo incontro*.”
Feci per replicare, quando sentii uno strappo all’altezza dello stomaco, come se qualcosa mi avesse improvvisamente trascinato via da lì.
 
•••
 
Mi ritrovai nell’esatta posizione di prima, con l’unica differenza (direi sostanziale!) che ora ero incatenato al tronco possente dell’albero: un enorme salice piangente, al centro di un cortile circondato da alte palizzate ricoperte da voraci rampicanti.
Provai a muovermi, ma non riuscii a spostarmi di un centimetro.
Una figura si avvicinò con cautela, ma allo stesso tempo con passo sicuro: era una giovane donna, vestita di strani veli; ai piedi portava quei maledetti calzari assassini.
Ma ciò che attirò la mia attenzione fu altro: brandiva la mia spada ricurva con la mano destra, e faceva tintinnare con la sinistra un mazzo di rudimentali marchingegni di bronzo: chiavi, probabilmente.
La sua espressione beffarda non tradiva altro che determinazione; mi accostò la lama alla gola in un solo, fluido movimento, sussurrando: "Chi sei, da dove vieni e cosa vuoi da me. Se non parli, ti stacco la testa di netto.”
 
Che inizio promettente!
 
 
 •••
 

 
 
 
*Ringrazio Gandalf (da La Compagnia dell’Anello) per la citazione, spero non si sia offeso.
 
 

 

Angolo dell'autrice.
 
Okay, siete liberi di odiarmi.
Probabilmente vi aspettavate più azione, meno riflessioni e mi dispiace se il capitolo è risultato pesante.
Però a me piace così (strano ma vero!). Avrei dovuto unirlo al primo? Non saprei.
Ditemi voi che ne pensate, accetto e apprezzo le critiche costruttive!
Ringrazio le persone che hanno letto e recensito il capitolo precedente, chi ha messo la storia tra le seguite/preferite e chi sta leggendo in silenzio.
Un abbraccio a tutti,
 
 
Durhilwen
 
   
 
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