Note dell’autore: Rieccomi
nuovamente qui. Devo dire che questi capitoli si stanno scrivendo da soli, è
una sensazione fantastica. Non ho dovuto sforzarmi molto e spero che il
risultato piaccia a tutti voi che state seguendo questa long.
Buona
lettura.
Beta: Paolettazza e Feyilin
Capitolo 2
Il Brigadiere
Erano passati solo pochi mesi dall'ultima volta che si
era ritrovata davanti a quella villetta.
Erano cambiate un po’ di cose. Innanzitutto lei non
doveva essere lì e poi in quei mesi aveva imparato a vivere in clandestinità a
Cardiff con l'aiuto di Jack che le aveva dato una nuova identità, un lavoro e
un tetto sulla testa al Torchwood. Con
riluttanza aveva abbandonato il suo vero nome per uno fittizio in modo da poter
viaggiare senza problemi e adesso era conosciuta come Marion Prentice.
L’ultima volta che era stata lì, era per cercare un
supporto, un aiuto, adesso, invece, era lì perché aveva bisogno di risposte.
Era passato il Natale, quello in cui avevano incontrato Donna e le notizie che
giungevano da Londra non erano confortanti.
Suonò il campanello e aspettò paziente dando un’occhiata
in giro, la Nissan Figaro verde pallido sempre parcheggiata lì sul vialetto.
Sembrava che niente fosse cambiato. La porta si aprì e Rose incrociò gli occhi
arrossati della sua vecchia amica.
“Ciao Sarah Jane” disse semplicemente con un sorriso
timido sul viso.
“R-Rose?” rispose con voce roca e sorpresa, si avvicinò a
lei e la abbracciò.
“Sei viva, grazie al cielo sei viva” mormorò la donna
stringendola a sé. Stavolta Rose resistette alla voglia di piangere e si
sciolse con riluttanza da quell’abbraccio.
“Dobbiamo parlare, ho bisogno del tuo aiuto” disse la
biondina.
“Certo, vieni, parliamo dentro” disse l’altra
asciugandosi una lacrima che era scesa sulla guancia. Si mise da parte per
farla accomodare per poi chiudere la porta.
La casa era proprio come la ricordava, del resto non era
passato molto tempo dall'ultima volta che era stata lì.
“Immagino che anche tu fossi a Londra” disse la donna
indicandole il posto sul divano.
“No, in realtà per adesso sono a Cardiff” disse la
biondina cauta, non sapeva bene come spiegarle tutta la situazione.
“Cardiff? Non sapevo avessi deciso di lasciarlo” disse
sorpresa, Rose chiuse gli occhi e ignorò la fitta al cuore ricordando il momento
in cui era scesa dal TARDIS.
“Non proprio, ti spiegherò dopo” disse rimanendo
concentrata sul motivo per cui era lì.
“Immagino tu sia informata dei fatti di Londra” disse la
ragazza guardandola.
“Oh sì, sono stata avvertita. I miei amici della UNIT hanno
pensato bene di avvertirmi” disse abbassando lo sguardo.
“Non riesco ancora a credere che sia morto” continuò
frustrata e addolorata, Rose le strinse le mani che teneva in grembo.
“Beh, credo di conoscere un modo per salvarlo, ma ho
bisogno di entrare alla UNIT senza troppe domande” spiegò decisa Rose, pronta
per quello che l’aspettava.
Scesero dalla macchina; erano in una deliziosa villa poco
lontano dal centro abitato. Sarah le aveva detto che un suo fidato amico le
avrebbe fatte arrivare dove loro volevano senza fare troppe domande.
“Quindi, tu arrivi da una linea temporale diversa dove il
Dottore non è morto cercando di fermare i Racnoss?” chiese un po’ confusa
Sarah.
“Esattamente, ora ho bisogno di scoprire che ci faccio
qui e come posso aiutarvi” disse.
Le due si fermarono davanti al portone, Sarah suonò il
campanello.
“Sicura che possiamo fidarci di lui?” chiese Rose mentre
aspettavano.
“Tranquilla, è un vecchio amico del Dottore” la
rassicurò.
La porta si aprì e una deliziosa e sorridente cameriera
le fece accomodare fino allo studio; Sarah era in confidenza con la ragazza e a
perfetto agio in quella casa. Nello studio un uomo anziano e una giovane donna
dai capelli biondi erano seduti su un divanetto e sorseggiavano un drink mentre
l’uomo parlava.
“Sempre a raccontare vecchie storie, vero?” esordì la
giornalista attirando l’attenzione su di sé.
“Sarah Jane Smith” disse l’uomo alzandosi, i due si
abbracciarono affettuosamente.
“Ti vedo sempre in forma Sir Alister” continuò Sarah con
dolcezza.
“E spero, invece, che tu sia sempre in azione” incalzò
lui.
“Non vi abbiamo interrotto, vero?” chiese guardando la
donna.
“Niente affatto, stavo ricordando il nostro vecchio amico
con mia figlia Kate” spiegò indicando la giovane donna accanto a sé.
“E’ un vero piacere conoscerla, mio padre parla spesso di
lei” disse la donna stringendo la mano di Sarah.
“Vi lascio parlare tranquillamente, spero di rivederla
presto” disse la giovane uscendo.
“Cosa posso fare per te e per la tua amica?” chiese
guardando Rose con interesse.
“Perdonami, non vi ho presentato. Lui è il mio vecchio
amico, il Brigadiere Lethbridge-Stewart della UNIT, lei, invece, è Rose Tyler,
l’ultima compagna del Dottore” spiegò.
Il Brigadiere sembrò colpito dalla presentazione.
“Sempre più giovani vedo” affermò l’uomo.
“Ho letto parecchio su di lei, Miss Tyler, dispiace
doverci incontrare in circostanze così tristi” continuò sorridendo.
“E’ per questo che siamo qui Alister”
“Dobbiamo accedere al TARDIS” aggiunse Rose, parlando per
la prima volta.
“Non dovrebbe essere molto difficile, ma sapete bene
quanto me che senza il Dottore il TARDIS non si apre” disse l’uomo.
Rose accennò un sorriso e tirò fuori la sua catenina con
la chiave del TARDIS, il brigadiere si avvicinò sorpreso.
“Questa è …”
“La chiave del TARDIS. Sì, è proprio questa” concluse
Rose.
“Ai miei tempi il Dottore non ha mai affidato le chiavi
ai suoi compagni” continuò il Brigadiere piacevolmente sorpreso.
“Beh, certe cose sono diverse” disse Sarah guardando Rose
e sorridendole.
Rose era soddisfatta, da lì a poco avrebbe potuto
avvicinarsi al TARDIS e forse avrebbe capito meglio come fare a tornare
indietro.
Fine
Capitolo II