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Autore: LORIGETA    06/11/2008    19 recensioni
Trunks sentì la guance arroventare, il sangue gli arrivò alla testa. “Sta zitto! Lei non è come pensi e non ti permetto di infangarla, sei solo capace di denigrare le persone! Lei è incinta di mio figlio!” Non era sicuro di potersi trattenere, così vulnerabile com’era gli avrebbe comunque dato una lezione, ma prima che avesse il tempo di riflettere, il principe gli era già di fronte e lo afferrò brutalmente per un lembo della maglietta.
“Vuoi che ti dimostri che ho ragione, che le piace farsi sbattere da Goten? Cosa ne sai che il figlio sia tuo?” La sua voce era piena di rabbia repressa poiché non aveva potuto vendicarsi come avrebbe voluto, considerava il figlio uno stupido, come poteva amare così tanto quella ragazza?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Marron, Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La scelta del cuore.

 

 

 

“E’ meglio che ti rivesti ora, mia madre potrebbe tornare da un momento all’altro, per non parlare di Bra, che di solito apre la porta della mia stanza senza bussare.” Il tono asciutto di Trunks era stato doloroso come una pugnalata per la giovane bionda, al momento l’idea di andarsene procurava a Marron una fitta lancinante.
“Speravo che riuscissimo a parlare, avrei molte cose da dirti, da chiederti, domande che mi sono tenuta dentro per tanti lunghi anni e adesso pensavo fosse giunto il momento di avere delle risposte.” Gli rivolse un timido sorriso, che subito scemò non appena incontrò la sua espressione indifferente.
“Quello che è accaduto oggi non cambierà nulla tra noi, abbiamo passato un’ oretta piacevole, ma niente di più. Mi spiace,  ma è quello che sento e non voglio mentirti , e neppure illuderti.” Lei lo osservava di profilo senza fiatare, ribellandosi a quei pensieri che avevano preso a martellarle il cervello.

“Solo sesso, solo sesso, lui ama Karim, non sarà mai tuo, è inutile che ti illudi!” Maledizione! Dopo tanto tempo finalmente era riuscita a fare l’amore con lui e non voleva rinunciare alla speranza di farlo innamorare. Sapeva essere paziente, sapeva aspettare, non c’era assolutamente niente che potesse scoraggiarla, nemmeno quella punta di risentimento che leggeva negli occhi azzurri del saiyan, come se ora volesse addossarle tutta la colpa di ciò che avevano fatto.
“D’accordo, me ne vado, farò una doccia e poi ti aspetterò in soggiorno, te l’ho detto che sono tua ospite per qualche giorno, vero? Domani se vuoi potremmo uscire un po’ per andare in centro città, vorrei comprarmi un paio di scarpe da abbinare a un vestito da sera, hai buon gusto e potesti consigliarmi.” 
Lo prendeva in giro? Trunks si adirò e divenne rosso in viso, la guardò accigliato mentre si sollevava e copriva il corpo nudo con il lenzuolo.
“Sai benissimo che sono molto impegnato, domani ho una riunione alla società e inoltre devo studiare per dare un esame, non ho tempo per andare a fare shopping!” Si voltò nervosamente e lei lo interruppe acida.
“O meglio,  vuoi dire che non hai tempo per me? E Se fosse lei a chiedertelo? Troveresti il modo per liberarti dai tuoi impegni, vero? ” Aveva infilato le mutandine agitatamente, si sentiva scoppiare la testa oltre che al cuore, mentre lui si la trafiggeva nuovamente con lo sguardo.
“Taci! Smettila! Non perdi occasione per parlare di lei e sai che non lo sopporto, non sopporto che la nomini!”
Marron si chiese se sarebbe sopravissuta all’umiliazione che Trunks le stava infliggendo, era ovvio che se avesse nutrito anche solo un briciolo di sentimento per lei non l’avrebbe trattata in quel modo arrogante.
Giungendo ad un compromesso con se stessa si rivestì in silenzio, senza ribattere, cercando di non fargli capire quanto la stesse ferendo.
“Ciao, a dopo.” Le era sembrata la cosa giusta andarci a letto, Marron aveva sempre aspirato a conquistarlo quasi con egoismo; ma ora quel ragazzo a pochi passi da lei non le sembrava più Trunks Brief, ma una persona confusa e quasi stentava a riconoscerlo.
Avrebbe voluto aiutarlo, ma sapeva di non poter fare nulla per lui, gli appariva debole, come svuotato.
Era incredibilmente pallido, distaccato, non faceva niente se non lasciar vagare lo sguardo nel vuoto.
Non si era nemmeno accorto che la ragazza stava andando via, solo quando sentì il rumore della porta che si richiudeva il saiyan si volse verso di essa.
“Ciao…” disse parlando in un sussurro. Fece qualche passo fino alla poltrona e vi si sedette , coprendosi il volto con le mani.
“Cos’ho fatto? Come ho potuto essere così debole da cedere a Marron? Cosa sono diventato, un fantoccio senza volontà?”
Fissò il pavimento e ripensò a tante cose, sentì le lacrime salirgli agli occhi,  perché l’unica verità gli tornò subito alla mente.
Non aveva mai desiderato nessun’ altra donna al posto di quella che amava, la passione del momento spariva subito quando andava con le altre, mentre con Karim non aveva mai fine, bastava un nulla per scatenarla, anche quando faceva un gesto banale lei gli procurava un brivido di desiderio così violento da farlo sussultare.
Fare l’amore con Marron era stato come scoprire in se stesso una vulnerabilità tutta nuova, era stata una debolezza che ora lo privava di tutte le sue difese, Trunks non sapeva più chi era e che cosa era.

 

 
°°°°°°°°°°

 

 

 
Non esisteva altro che Karim per lui, viveva nella sua mente, la vedeva ovunque posasse lo sguardo.
Goten si nutriva di quei ricordi per sopravvivere e non aveva nessuna intenzione di spartirli con nessuno, ne era geloso quasi in modo ossessivo.
“Non ho niente da dire, niente da raccontarti, niente di niente.” Le parole gli sfuggirono dalle labbra con violenza, con una rabbia incontrollata.
Si voltò di scatto per non incontrare gli occhi chiari di Nives, ma lei, anziché impaurirsi,  divenne ancor più insistente. Avvicinò il volto al suo e lo guardò male.
“Bravo, continua a chiuderti in te stesso, rifiuta di ammettere quanto stai male, volta le spalle a chi ti vuole bene, continua così e presto ti ritroverai solo a roderti, a darti delle stupido per non aver saputo reagire. Tutti abbiamo sofferto, io a sedici anni sono finita nelle mani di un bastardo, mi ha usata a suo piacimento facendomi credere che mi amava e poi è sparito lasciandomi incinta, ho perso il bambino un mese dopo, ma non ho perso la forza di lottare, ho stretto i denti ed eccomi qua a cercare di aiutare te che invece ti lasci andare, non fai nulla per cercare di stare meglio.” Si interruppe e ingoiò amaramente.
Goten si soffermò per qualche istante ad ammirare il suo viso delicato illuminato dalla tenue luce del lampione, trovava inaccettabile che anche lei avesse già sofferto così tanto.  Improvvisamente una sorta di istinto lo spinse a farle una carezza, la guardò un attimo negli occhi e poi distolse lo sguardo imbarazzato.
Aveva avuto il coraggio di essere sincera ed era riuscita a turbarlo, a fargli provare una struggente tenerezza.
“Mi dispiace, non so cosa dire, mi sento solo egoista adesso.” Si era appoggiato sull’orlo di legno della panchina e tremava, tremava e faticava a parlare, i capelli erano dritti sulla testa come se avesse preso una scossa elettrica.
“Volevo farti capire che anche per me non è mai stato facile tirare avanti, dopo che ho perso il bambino credevo di non farcela, lo desideravo anche se aveva un padre degenere, sarei stata felice di diventare mamma benché fossi così giovane.” Gli  stava di fronte e lo guardava con occhi lucidi, che talvolta si alzavano verso l'alto per cercare la falce di luna che brillava nel cielo notturno.
“Anche lei aspetta un figlio”.  La sua linea di difesa era crollata.
Goten abbassò la testa sconfitto, al pensiero di raccontarle tutto provava un misto di sollievo, di piacere, ma anche di delusione. Sentiva che stava per tradire quel ricordo, quella figura che viveva racchiusa nel suo cuore, quella ragazza che aveva sempre amato fin da quando era bambino.
“Un figlio tuo?” Proruppe  lei con impazienza fissandolo con occhi sgranati, con evidente apprensione, con rammarico all’idea che stesse per diventare padre; ciò era la rivelazione peggiore che potesse offrirle, in quel caso di certo prima o dopo sarebbe tornato da Karim e a lei non sarebbe rimasto altro che il rimpianto di un amore infelice.
“No, non è mio il bambino, ma del mio migliore amico.” Goten non si sentiva di fingere,  anche se sapeva bene di non poterle raccontare ogni particolare, non poteva svelarle di essere un saiyan, di aver ucciso barbaramente il padre di quel bambino e nemmeno delle sfere del drago Sherron  che lo avevano riportato in vita.
“E’ per questo che ti sei allontanato da casa? Lei non ti ama? Ama il tuo amico?”  chiese lei con molto interesse.
“Ho fatto del male, mi sono comportato in maniera spregevole.” Era  insopportabile ripensarci, Goten soffriva, era sbiancato, lo sguardo assente, gli occhi socchiusi.
“Non voglio giudicarti, parlami di lei, non avere paura, voglio sapere."
La voce calda di Nives gli provocò un’ ondata di ricordi che lo travolsero come un fiume in piena, che straripò con prepotenza dalle labbra, il giovane cominciò a raccontare senza fermarsi, senza prendere mai fiato, riempiendo l’aria con le sue parole.
Nives ora provava invidia per quella ragazza, gli occhi di lui traboccavano d’amore mentre ne parlava, mentre raccontava delle giornate che avevano trascorso assieme, delle corse nei prati mano nella mano, della promessa che si erano fatti tanti anni prima.
“Mi ha detto che non mi ama, che ama Trunks, che lui è migliore di me e ha ragione.Non posso biasimarla, posso solo cercare di non pensarla, ma è inutile, è sempre nella mia testa, non ci riesco a scacciarla, non voglio, forse.”
Sul suo viso malinconico passò un lampo di gioia al pensiero di quando avevano fatto l’amore, che subito scomparve, lasciandogli amarezza in ogni fibra del corpo.
“Così lei sposerà questo Trunks e tu sei scappato per non accettare la realtà, ma continui ad amarla, a farti del male! Ti sembra sensato tutto questo? Vivere trascorrendo le notti ad odorare la stoffa di un vestito?” Lo  scosse con forza, con tutta la forza che aveva, gli afferrò le braccia con rabbia, era al limite delle forze, stanca, assonnata, ma gli dette un’occhiata che lo gelò.
“Cosa devo fare Nives? Non so più cosa fare? Mi sento impazzire, a volte vorrei dimenticare tutto, ritornare alla mia vita, vorrei trovare un po’ di tranquillità.” Tutte le delusioni accumulate emergevano con prepotenza, alimentavano la sua insicurezza, il suo bisogno d’amore, Goten sembrava un bambino, trapelava incertezza, fragilità, confusione.
“Fatti aiutare,  ti prego, voglio starti vicina. Non pretendo il tuo amore, ma non scacciarmi sempre, non respingermi in continuazione, non chiuderti in labirinto senza uscita, lotta Goten.” Il  giovane strinse le labbra e poi stranamente sorrise, poi in silenzio, con delicatezza prese fra le mani il viso di lei.
“Grazie…” Le  sussurrò sulle labbra e la ragazza chiuse gli occhi, godendo del piacevole calore del suo respiro che le carezzava la pelle del viso.

 

 °°°°°°°°

 

 

Sul prato i fiori ondeggiavano al lieve venticello che ad un tratto aveva ripreso a soffiare e a gemere tra i pini, Karim si alzò in piedi e rimase immobile a guardare verso l’orizzonte la sfumatura della striscia rossa del crepuscolo,  che stava ormai invadendo l’azzurro del cielo.
“Non verrà più, non gli importa, non mi ama come pensavo, ha già dimenticato i nostri momenti, quello che avevamo giurato.” Si sentiva vulnerabile, terribilmente sola, il cuore le batteva forte, le lacrime le scendevano copiose sul viso.
In quei giorni aveva trascorso ore e ore a immaginare l’attimo del loro incontro, era rimasta a rimirare le vecchie fotografie, le espressioni buffe di lui, i momenti di tenerezza che avevano vissuto.
“Perché? Perché mi fai questo Goten? Perché mi fai soffrire così?” Cominciò  a camminare barcollando, senza sapere dove andare, con occhi velati di nero; l’unica cosa che le rimaneva distinta nella mente era il volto di lui, quegli occhi neri che parevano guardarla con spietata indifferenza.
“Non mi ami più? Goten…” Un singhiozzo.
“No!” Gridò impetuosamente e le parve che tutto il suo cuore gelasse, improvvisamente si rese conto di non riuscire più a respirare, tutto il corpo stava sussultando di un fastidio insopportabile.
 Cominciò a correre, corse a perdifiato per avviarsi verso la cascata, senza mai fermarsi, con le mani che stringevano il vestito, il volto travisato dal dolore.
Era pura immaginazione, ma udiva come sussurrare l’acqua, era una voce e sembrava cantare una filastrocca, raccontava di due ragazzi, del loro grande amore, di un sogno che moriva fra le onde.
Le tenebre avvolsero la sua mente, non provava più alcun desiderio, nessuna emozione, la sua faccia pallida rigata di lacrime aveva perso ogni espressione.
Karim si fermò sul ciglio del torrente accanto a un cespuglio fiorito, guardò le vette in lontananza e poi si lasciò cadere in ginocchio. Restò a fissare le rapide che scorrevano a valle prima di trascinarsi in avanti, sempre di più nel precipizio.
Era certa che tutto sarebbe finito, bastava solo chiudere gli occhi e gettarsi, perdersi tra i flutti agitati, era così ripido in quel punto il ruscello, che non avrebbe avuto nessuna speranza di sopravvivere.
Guardò ancora verso il basso e, mentre si affacciava pericolosamente nel vuoto, intravide un’ ombra familiare sbucare dagli alberi, era curva e tremava, sentì la sua voce e si rese conto che piangeva.
“Ti prego piccola , non lo fare, sono qui,  non sei sola.” Il  nonno si sporse in avanti, le avrebbe impedito di fare quella sciocchezza, ma ad un tratto ebbe quasi paura di guardarla: la nipote pareva una bimba spaurita.
Ben sentì il cuore balzargli nel petto.

“Nonno, vattene!” rispose Karim freddamente.
Era delusa di non essere stata compresa nemmeno da lui, si sentiva tradita da tutti, dal mondo intero.
Era stata così sciocca a credere che Goten sarebbe tornato dopo aver letto la lettera e invece aveva solo costruito un’ illusione,  che adesso le era crollata rovinosamente addosso.

 

 

Continua …

 

 

 

Ciao ^^  scusate gli aggiornamenti sporadici, ma sono molto indaffarata in questo periodo e il tempo libero a mia disposizione è sempre meno.

 

 

Ringrazio di cuore coloro che continuano a leggere questa storia e che recensiscono, grazie è molto importante per me.

 

Un bacio a :

 

 

 

 raffa_94- Ciao cara ^^ come vedi Karim è proprio disperata, Goten invece si sta affezionando molto a Nives e TRunks, beh lui è pentito di aver ceduto a Marron. Grazie di esserci, un bacio graaande.

 

miss miyu 91- Ciao carissima, anch’io non sopporto Marron, spero che il capitolo ti sia  piaciuto, un bacione.

 

Molly_Brief-Ciao tesoro, certo che hi ho “perdonata” come non potrei? Sei adorabile! Comunque rispondo alle tue domanda, non so se farò una versione hot della notte tra Trunks e Marron, ci sto pensando, forse tra un po’ di tempo ^^  mi fanno sempre contenta i tuoi complimenti, ti ringrazio infinitamente. Un bacio.

 

 carol2112- Sei davvero gentilissima, mi riempi di complimenti, sono felicissima. So che ami molto Trunks, abbiamo la stessa passione, appena riesco leggerò la tua fic, purtroppo adesso sono molto presa dalla scuola, cercherò di farlo al più presto. Un bacione.

 

 hachi88- Ciao cara, sono davvero felice che ci sei, fammi sapere se il capitolo tiè piaciuto, un bacione grande. ^^

 

Ishyna- Ciao ^^ è sempre un piacere trovare un tuo commento, piano piano ci avviciniamo al finale, da un lato non vedo l’ora, ma dall’altro mi dispiace. =( Grazie, sono felice che continui a leggere questa storia, un bacione grande.

 

 

Ciao, a presto.

 

 

 

LORIGETA ^^

 

 

 

 

 

 

 

  
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